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Giornale di Taranto - La Riflessione /Guerra di religione o sfruttamento del riscatto dei poveri?
Venerdì, 24 Aprile 2015 10:52

La Riflessione /Guerra di religione o sfruttamento del riscatto dei poveri? In evidenza

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In questo 25 aprile va ricordato che il mondo si deve liberare dalla guerra del terrore

 

DI ROBERTO DE GIORGI

 

 

Che l’Isis sfrutti il risentimento dei demotivati del pianeta è dentro la loro sterile propaganda. Come ricordava Terzani alla Fallaci, il terrorismo sfrutta la rabbia dei popoli poveri verso gli Usa, da sempre visti come guerrafondai, imperialisti; dai tempi dello schiavismo vero e proprio a quello dell’economia.

E pensando a quello che è avvenuto in Sicilia vorrei ricordare che, forse vent'anni fa, analizzando le disarmonie del mondo, militando nelle ONG dicevamo che l'80% delle risorse del mondo viene consumato dal 20% dell'umanità, che il mondo finito come lo pensiamo non esiste se non si sana questo dilemma. Che alla nostra tavola imbandita non possiamo più mangiare se il resto dell'umanità sta alla porta affamato. Che le cose si aggiustano se rinunciamo a parte delle nostre comodità e ridistribuiamo le nostre risorse anche con il trasferimento di tecnologie appropriate ai paesi poveri. Che questo è parte della idea della decrescita. A parte la guerra che da sempre crea esuli.

Chiudersi nelle proprie frontiere è del tutto idiota.

Tornando alle guerre attuali che determinano questa ondata di sbarchi, va detto a gran voce che la religione è un pretesto grossolano, usato per giustificare la violenza, anche perché i giovani che scelgono questa via non sono neanche religiosi, o meglio dell’Islam sanno poco o nulla. La molla è la crisi economica che crea delusi. E nel degrado culturale con pessima scolarizzazione l’Isis pesca i suoi adepti nel nome di Maometto.

Chiunque, anche dal punto di vista culturale conosca o si informi sull’Islam comprende il disinganno. Del resto 30 mila adepti terroristi, rispetto a un miliardo di mussulmani cosa rappresentano numericamente? Nulla o quasi.

Maometto, questo personaggio nato a cavallo tra basso e alto Medioevo cinque/sei secoli dopo Gesù, è ben illustrato nelle enciclopedie online e nella bibliografia islamica. Punti fermi e indiscutibili sono che la sua cultura da adolescente si sviluppa fra cristiani ed ebrei girando con lo zio commerciante; la sua rivelazione è dovuta all’Arcangelo Gabriele, nella sua visione mistica di incontro con Dio, passa in rassegna tutti i profeti del passato compreso Giovanni Battista, Giuseppe, Gesù e Abramo.  Come si può parlare di una religione anti cristiana, viste le comune origini? Anche se fosse come sia diversa religione, del resto una parte della tradizione parla di una discendenza da Abramo, altri, forse la maggioranza di una religione monoteista senza rivelazione, per cui è l’ultimo profesta dell’unico Dio, si pone in contiguità con la Bibbia che è patrimonio comune.

Questo ragionamento per un commento finale: dobbiamo stare in guardia a non pensare che l’Islam sia il terrorismo, a questi assassini va tolto il primato, il brain, la religione è tutt’altra cosa. E va insegnato ai giovani che dietro le lusinghe c’è solo violenza pura, non per Maometto, ma alla faccia di quanti credono realmente in Dio, mussulmani compresi.