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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

Con ordinanza interlocutoria n. 16055 dell’11 luglio 2014, la Sesta Sezione Civile ha rimesso gli atti al Primo Presidente, ritenendo opportuno devolvere alle Sezioni Unite la controversia riguardante la questione della autonoma impugnabilità dell’estratto di ruolo tributario, laddove lo stesso sia pervenuto a conoscenza del contribuente tramite qualsivoglia mezzo informale, in difetto o in attesa di notifica della cartella esattoriale, in applicazione del combinato disposto dagli artt. 2 e 19 del D.Lgs. n. 546/1992.

Tale devoluzione è stata ritenuta necessaria da parte dei giudici in considerazione dei numerosi contrasti venutisi a creare tra le sezioni semplici della Suprema Corte che, nel corso degli anni, hanno statuito, da una parte, per la non impugnabilità dell’estratto di ruolo e, dall’altra, per la legittimità di tale impugnazione.

In particolare, nell’ordinanza in questione, dopo aver fatto menzione della relazione depositata dal Consigliere Relatore, con la quale si chiede che il ricorso venga deciso in camera di consiglio per manifesta infondatezza in considerazione del fatto che l’estratto di ruolo non rientra tra gli atti impugnabili, si fa un excursus delle sentenze delle sezioni semplici che si sono pronunciate in materia.

Nello specifico, vengono innanzitutto  menzionate le sentenze nn. 6395/2014, 6610/2013, 6906/2013 e 139/2004, con le quali la Suprema Corte ha ritenuto l’estratto di ruolo non impugnabile sulla base della natura di “atto interno” del ruolo, con la conseguenza che lo stesso può essere impugnabile solo in via eccezionale, ovvero:

  • quando i vizi del ruolo, per effetto di specifiche norme di legge - quale l’art. 17 del D.P.R. n. 602/1973 con cui si fissano i termini per la iscrizione  - si riverberano sul rapporto tributario;

  • quando il ruolo sia stato notificato autonomamente rispetto alla cartella, assurgendo così alla funzione di atto impositivo.

    In mancanza della notifica di un atto nel quale il ruolo sia trasfuso, a parere di tale orientamento, “mancherebbe un interesse concreto ed attuale ex art. 100 c.p.c. ad impugnare una imposizione che mai è venuta ad esistenza” atteso “che il processo tributario ha semplice struttura oppositiva di manifestazioni di volontà fiscali ‘esternate’ al contribuente, senza cioè che possa farsi luogo a preventive azioni di accertamento negativo del tributo”.

    Di avviso totalmente contrario la recente sentenza n. 2248 del 03 febbraio 2014, nella quale si conferisce rilevanza preminente – ai fini della “instaurazione del rapporto giuridico di riscossione” – al momento di formazione del ruolo.

    La diretta impugnazione dell’estratto di ruolo, secondo tale orientamento, troverebbe legittimazione proprio nella formazione del ruolo, ovvero “l’atto con cui l’Amministrazione concretizza nei confronti del contribuente una pretesa tributaria definita, compiuta e non condizionata”.

    Di uguale tenore anche le sentenze nn. 742/2010 e 27385/2008, con le quali viene affermata la possibilità di impugnazione di ogni atto adottato dall’ente impositore che porti a conoscenza del contribunete una ben individuata pretesa impositiva.

    A ben guardare - si sottolinea nell’ordinanza in commento - le pronunce che ritengono ammissibile il ricorso avverso l’estratto di ruolo, si pongono in continuità logica con quelle che ritengono non tassativo l’elenco degli atti impugnabili di cui al combinato disposto degli artt. 2 e 19 del D.Lgs. n. 546/1992, dovendosi l’impugnabilità riconnettere alla natura di atto “sostanzialmente impositivo” e prodromico alla riscossione coattiva.

    Infine, si evidenzia come nella prassi l’interesse concreto all’impugnazione dell’estratto di ruolo (in mancanza o in attesa della notifica della cartella) è prospettato con riferimento a tutte le ipotesi in cui può verificarsi diretta ed immediata efficacia lesiva del diritto (o delle legittime aspettative) del singolo in ragione della semplice iscrizione a ruolo di una pretesa tributaria, per effetto della diretta consapevolezza che alla P.A. in generale è dato di avere della pretesa fiscale soltanto iscritta a ruolo ma non ancora notificata al destinatario.

    Tale ragione pratica del resto è oggi rafforzata, da un lato, da quelle discipline che consentono al concessionario l’ammissione al passivo delle procedure concorsuali sulla base del solo ruolo, dall’altro, dalla possibilità concessa al contribuente di estinguere i debiti tributari semplicemente iscritti nei ruoli, a mezzo del pagamento della somma capitale iscritta, con esclusione degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo nonché degli interessi di mora (art. 1, comma 618, Legge n. 147/2013).

    Alle Sezioni Unite ora la decisione sull’impugnabilità o meno dell’estratto di ruolo con la speranza, a parere di chi scrive, che la decisione conduca all’affermazione della piena possibilità per il contribuente di ricorre autonomamente avverso il ruolo, quale vero e proprio “atto impositivo”, a tutela dei propri diritti.

    Lecce, 22 luglio 2014                                         Avv. Maurizio Villani

    Avv. Alessandra Rizzelli

 

 

 

 

AVV. MAURIZIO VILLANI

Avvocato Tributarista in Lecce

                                                  Patrocinante in Cassazione

www.studiotributariovillani.it- e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Ai lavori del 3° incontro di formazione, organizzato dalla Cisl Taranto Brindisi sul tema: “La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” in programma domani 23 luglio 2014, con inizio alle ore 15.30 presso la Sala “A. Landella” –1° piano – via Palmiro Togliatti, n. 78 a Brindisi, parteciperanno anche le componenti del Coordinamento Femminile  della Cisl Puglia Basilicata.

Il recente Rapporto Istatsul mercato del lavoro in Italia rileva chesolo il 29% delle donne pugliesi lavora, contro il 46,1% della media italianae sempre in Puglia è del 13,5% il tasso di disoccupazione femminile, ovvero cinque punti percentuali in più rispetto al dato nazionale.

Inoltre, sono 109mila le donne che cercano lavoro non attivamente e 103mila quelle che non cercano un’occupazione ma vorrebbero lavorare.

“Permane una condizione generalizzata di forte disparità tra uomini e donne nel lavoro, che si manifesta attraverso notevoli gap retributivi, nel proliferare di rapporti discontinui, flessibili, precari e sottopagati, in una diffusa scarsa tutela contrattuale delle donne, come congedi e maternità”osserva Maddalena Gissi, Segretario organizzativo della Cisl Puglia Basilicata, che aggiunge “tutto ciò esalta in maniera negativa le differenze di genere, chiaramente rilevate anche dal primo rapporto sulla situazione del personale femminile nelle medie e grandi aziende pugliesi.”

Solo la provincia di Bari fa segnare un tasso di occupazione pari al 30%, mentre Brindisi tocca il 22% e Foggia, Lecce e Taranto non arrivano al 20%e nell’intera Regione quasi un terzo delle donne occupate, cioè il 27%, ha contratti part-time.

I lavori saranno conclusi da Liliana Ocmin,Segretario confederale nazionale Cisl, Responsabile per le Politiche Femminili.

 

Il Comitato Unitario Professioni – C.U.P. di Taranto, prestigioso Comitato che raccoglie ben 17 Ordini e Collegi professionali, si è riunito per tenere le votazioni per il rinnovo delle cariche sociali.

Le principali finalità del CUP sono il conseguimento di un più efficace coordinamento della presenza istituzionale degli Enti rappresentativi delle categorie professionali, e dello sviluppo di iniziative e programmi unitari per la salvaguardia e la promozione dei valori di libertà propri della professioni, oltre che la tutela degli interessi morali, giuridici ed economici comuni alle stesse.

Al termine dell’assemblea generale si è votato per eleggere il presidente e  l’Ufficio di Presidenza. All’unanimità sono stati riconfermati  alla carica di Presidente il dott. Cosimo Damiano Latorre (Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) e alla carica di Vice Presidente il dott. Giovanni Antonio Prudenzano (Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro).

A completare l’Ufficio di Presidenza sono stati chiamati il dott. Gualtiero Matacchiera (Presidente dei Periti industriali e dei Periti industriali  laureati) con funzioni di segretario, il dott. Francesco Settembrini  (Presidente dell’Ordine dei Farmacisti) ed il dott. Gianluca Buemi (Presidente dell’Ordine dei Dottori agronomi  e dei Dottori  forestali).

E’ un appello accorato quello che la consigliera regionale del  Pd Annarita Lemma rivolge ai parlamentari, ai consiglieri regionali e gli assessori tarantini.

 

Tutto questo alla luce di quella che la stessa consigliera non esita a definire una doccia fredda giunta con una mail spedita dal ministero per spiegare che non ci sono soldi per la statalizzazione dell'istituto fiore all'occhiello dell'offerta formativa ionica. L’invito ora è quello di fare squadra per salvare il liceo Paisiello. Ma andiamo con ordine.

  <L'eccellenza rappresentata dal liceo Paisiello va salvata- scrive la Lemma- Non è il primo appello. E non sarà l'ultimo, anche alla luce del lavoro sin qui svolto per raggiungere lo scopo. Ma la mail ricevuta dalla segreteria particolare del sottosegretario D’Onghia (dopo i contatti assunti in occasione della sua visita a Taranto) non  può che indurre a lanciare con forza l'invito all'assessore regionale Sasso, e naturalmente alla rappresentanza parlamentare ionica, quindi ai due assessori tarantini Pentassuglia e Nardoni, affinché il salvataggio del Paisiello diventi battaglia unica, istituzionale e trasversale. “In riferimento alla sua istanza relativa all’Istituto Paisiello - si legge nella mail giunta dal ministero - dobbiamo comunicarle che purtroppo, non essendoci disponibilità di risorse, non è possibile accogliere domande di statalizzazione in tutto il territorio nazionale” L'unica forma di salvataggio individuata, dunque, viene scartata dal Miur.> Annarita Lemma ricostruisce i punti salienti di una battaglia che parte da lontano. <In diverse occasioni- scrive- da parte di docenti, genitori e studenti, mi è stato chiesto cosa accadrà del Paisiello e cosa potrei fare. Dal luglio 2013 l'impegno non è certo mancato. La mia interlocuzione istituzionale con la Provincia (timore di una  facile e sbrigativa liquidazione dell'istituto da parte del commissario Tafaro), con la Regione (coinvolgimento degli assessorati competenti e di tutti i consiglieri regionali tarantini), con Montecitorio (appello rivolto a tutti i parlamentari tarantini Pd, Sel, Pdl, Cinque Stelle ora indipendenti. Quindi la lettera al presidente della VI Commissione della Camera). Non sono mancati i contatti diretti con il Ministero, non ultimo l'incontro avuto  con capo di Gabinetto dell'allora Ministro Carrozza, al quale ho consegnato un dossier sul Paisiello. Infine, il già citato incontro col sottosegretario del Miur, la senatrice D’Onghia. L'obiettivo era e resta fermo: salvare una eccellenza dell’offerta formativa tarantina che per effetto del commissariamento prima, e della parziale abolizione delle Province adesso,  rischia di non ritrovare le risorse necessarie per proseguire attività oltre dicembre 2014. Ultimo atto in tal senso- prosegue la consigliera regionale- la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio regionale per favorire la  statalizzazione dell’Istituto. Il documento è stato votato all’unanimità con invito a transitare dalla Conferenza Stato/Regioni perché ciò avvenisse. Credo che tutti i nostri parlamentari, adesso più che mai, debbano assumere con serietà e concretezza il problema. Il Paisiello di Taranto va salvato. Così come ritengo- sottoliena la Lemma in conclusione- che tutti  i consiglieri regionali tarantini, assessori compresi, debbano e possano trarre insegnamento da ciò che sta accadendo per l’Ico di Lecce: tutti in campo, dalla stessa parte, per la salvezza di una oggettiva risorsa culturale del territorio. La rete politica salentina ha ottenuto, da parte dell’assessore Godelli, l'impegno a versare 300 mila euro per la sopravvivenza della Ico di Lecce sino al dicembre 2014.>

 

 

Come il Giornale di Taranto aveva anticipato qualche giorno fa, Giuseppe Massafra, classe 1980 (34 anni), già segretario generale della FILCTEM CGIL, è stato eletto nuovo Segretario della CGIL Taranto, con 52 voti favorevoli, 3 astenuti e 4 contrari. La elezione nel pomeriggio da parte del Comitato Direttivo.

Sono onorato di aver ricevuto la responsabilità di guidare la CGIL di Taranto – ha detto Massafra nel discorso di insediamento - Una responsabilità particolarmente impegnativa in un territorio difficile, colpito duramente dalla crisi e in cui sono esplose vertenze di rilevanza nazionale, a partire dalla vicenda ILVA.

Ringrazio Luigi D’Isabella – ha sottolineato Giuseppe Massafra - che in qualità di segretario generale uscente, ha creduto in me e  in tanti altri giovani colleghi alla guida di altre categorie, per aver sostenuto e guidato una fase difficile per il sindacato e per la comunità tarantina che ha sempre più bisogno di rinnovamento all’interno delle sue classi dirigenti.

Sono convinto – ha continuato il neo segretario della CGIL ionica - che questo territorio abbia le potenzialità per riscattarsi e che a Taranto potranno compiersi scelte importanti per costruire la visione di un nuovo modello di sviluppo per l'intero Paese, che della sostenibilità e della difesa del lavoro possano fare il loro punto di forza. Per far si che questo accada occorre coesione e capacità di aggregazione nella società. In questo si sviluppa la funzione sociale del sindacato che continuerà ad essere baluardo in difesa dei diritti. Per la CGIL, in particolare qui a Taranto, è importante affermare che cittadini e lavoratori non possono essere divisi e che i diritti degli uni non devono mai risultare in conflitto con i diritti degli altri. 

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Luisa Campatelli

L’asse Stefàno-Vendola traina a Palazzo di Città politica, imprenditori e sindacati per fare il punto della situazione sulla questione ambientale. Stefàno convoca a Taranto, Vendola risponde e con lui Pelillo, Chiarelli, Cervellera, i sindacati, Confindustria. E’ come se due anni dalla bomba che ha portato il caso Ilva al centro del dibattito nazionale non fossero passati perché l’emergenza è tutta lì, nella sua drammatica essenza: piano ambientale al palo perché mancano le risorse (1 miliardo e 800 milioni per cominciare), posti di lavoro a rischio, massima incertezza sul futuro dello stabilimento…

Piano politico e piano giudiziario hanno continuato a muoversi su binari diversi e spesso divergenti o in palese scontro tra loro: da una parte la stagione dei decreti salva-Ilva, per ora è servita ad allungare l’agonia del mostro d’acciaio ma non a praticare quella terapia d’urto necessaria per mettere impianti a norma e salvaguardare l’occupazione, dall’altra l’inchiesta “Ambiente svenduto” che va avanti con il suo carico di indagati (tra i 53 che rischiano il processo com’è noto ci sono anche Vendola e Stefàno).

Sullo sfondo il dramma di una città che la sua condanna la sta subendo da anni. E’ possibile che dietro la decisione del sindaco-pediatra di chiamare a raccolta chi rappresenta il capoluogo ionico ai massimi livelli ci sia l’allarme gravissimo lanciato dai suoi colleghi alla luce dei dati sconvolgenti diffusi da Sentieri sul tasso di mortalità infantile per cause riconducibili all’inquinamento.

Insomma, i componenti del tavolo, quasi al completo, in queste ore stanno discutendo. “Prossimo appuntamento a Roma” ha dichiarato un Vendola ringalluzzito, che ha paragonato la vicenda a un gioco dell’oca dove invece di avanzare si fanno passi indietro. Tra l'altro, dopo la richiesta di trasferimento del processo fatta dai legali dei Riva per “incompatibilità ambientale”, questo potrebbe essere spostato proprio nella capitale.  

 di Luisa Campatelli

Se il turismo stenta a decollare è anche colpa di un sistema dei trasporti e delle infrastrutture carente. Qui, però, le difficoltà di spostamento fanno  parte integrante del vivere quotidiano di chi studia e lavora fuori città (non necessariamente lontano) e ogni giorno affronta la sua piccola odissea di attese, ritardi, tempi morti….L’antologia dei viaggi da incubo su intercity che sembrano diligenze ci consegna l’immagine di un’Italia spaccata in due. Senza retorica, ma con dati alla mano. Mentre Italo sfreccia con gli standard dell’alta velocità rendendo facili e immediati i collegamenti tra le principali città del centro- nord (e che nessuno si lamenti per l’aria condizionata troppo forte), Freccia Bianca e Freccia Rossa danno il loro meglio nella parte alta dello Stivale, chi si avventura da queste parti ha di fronte opzioni come iniziare il viaggio in treno e concluderlo in pullman perché a un certo punto bisogna scendere e cambiare, arrivare a Bari (ultima fermata della maggior parte dei treni veloci) e poi organizzarsi con mezzi propri, aspettare la coincidenza (se c’è…) con l’unico locale che si ferma in tutti, ma proprio tutti i paesi del tacco.

A questo punto meglio l’auto….Già, ed è qui che la questione investe direttamente il turismo, perché è chiaro che un sistema ferroviario di questo tipo scoraggia chi proviene (in questo caso sì) da lontano e quando sceglie la meta da raggiungere lo fa anche in base ai collegamenti perché certo non può macinare 10mila chilometri in automobile per arrivare nella perla dello Ionio….

E allora non resta che l’aereo, mezzo principe del turismo mondiale, con un’infinità di opzioni e scali che permettono di girare il pianeta a prezzi veramente vantaggiosi grazie ai low-cost e agli incredibili sconti praticati dalle compagnie in caso di prenotazione anticipata. Ma a Taranto/Grottaglie l’aeroporto con la pista di atterraggio più lunga d’Italia, non è abilitato ai voli di linea. Ci sono già Brindisi e Bari…Per l’area ionica, che servirebbe anche Metapontino e aree limitrofe, niente da fare, malgrado le battaglie condotte a livello regionale per la verità senza che vi fosse una sponda politica determinata veramente ad andare fino in fondo (infatti, se ne parla da anni,  tutto è rimasto com’era…).  

Trasporto via mare? Anche qui solo note dolenti. Lo scalo grottagliese serve ai boeing dell’Alenia così come le acque dello Ionio servono ai traffici industriali dell’Ilva e potrebbero domani fare spazio alle petroliere dell’Eni- Tempa Rossa. E sappiamo bene che nello stesso mare difficilmente possono convivere petroliere, barche a vela yacht e navi da crociera.

 Quindi? Sembrerebbe una battaglia persa, ma così non deve essere, perché sarebbe folle autocondannarsi all’isolamento quando intorno tutti sgomitano per avere lo scalo aereo dietro l’angolo o il porticciolo turistico a portata di mano. E magari lo ottengono pure…. 

 

FORMARE PUGLIA, Ente di formazione di Taranto, accreditato presso la Regione Puglia, informa che con l'Avviso 3/2014, FONDIMPRESA mette a disposizione delle aziende aderenti contributi aggiuntivi al Conto Formazione per piani finalizzati all’erogazione di azioni formative GRATUITE rivolte ai propri dipendenti.
I suddetti Piani formativi possono essere presentati entro il 31 ottobre 2014 tenendo presente tuttavia che ad esaurimento delle risorse l’avviso potrà essere chiuso anche anticipatamente.

Occorre quindi fare in fretta, ed a questo proposito Formare Puglia mette a disposizione la propria struttura per offrire consulenza gratuita alle imprese che già aderiscono a Fondimpresa per costruire insieme un Piano formativo conforme alle effettive esigenze dell’azienda.

Per ogni chiarimento e informazione non esitate pertanto a contattarci immediatamente.

 


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Tel 099.6614691 - 3273895936

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ANGELO LORUSSO

DIRETTORE GENERALE

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E' un bilancio con qualche luce anche se nel cielo dell'economia ionica continuano ad addensarsi nuvole minacciose quello relativo all'andamento registrato nei primi tre mesi del 2014.

<L'economia tira il fiato. La crisi allenta la presa, ma la crescita è lontana. La provincia di Taranto e la Puglia si lasciano alle spalle il segno negativo che aveva caratterizzato l'andamento economico nei primi mesi del 2014. E' quanto si rileva dai dati di Movimprese relativi al secondo trimestre dell'anno, elaborati dal Centro Studi della Camera di commercio di Taranto.

Il saldo tra nuove imprese e cessazioni è positivo. Nel periodo in esame a Taranto ci sono state 801 iscrizioni al Registro delle imprese e 538 chiusure, con un saldo di 263 unità e un tasso di crescita del 0,55%. Un bel balzo in avanti rispetto ai primi tre mesi del 2014 che si erano chiusi con un desolante -0,67% ed un saldo di -323. Va ricordato, però, che statisticamente la prima rilevazione annuale risente delle chiusure di fine anno, progressivamente assorbite nei mesi successivi.

Le imprese registrate al 30 giugno 2014 in provincia di Taranto sono 47.802 a fronte delle 47.586 del primo trimestre; in aumento anche le imprese attive passate da 41.089 a 41.247. Nel 2013 il saldo del secondo trimestre si fermò a +111, ma le imprese attive erano 41.489, un numero superiore a quello attuale.

L'andamento di Taranto si discosta lievemente da quello regionale e da quello nazionale: +0,59% per entrambi gli ambiti. La provincia di Taranto, però, è tra quelle che crescono meno in Puglia. Solo Bari, infatti, con 0,34% fa peggio del capoluogo ionico. La realtà più dinamica, stando alle indicazioni del Registro delle imprese, è Foggia (+0,89%); seguono Lecce (+0,83%) e Brindisi (+0,59%).

Per quanto riguarda la composizione societaria le ditte individuali, con 30.681 imprese registrate e 29.909 attive ed un saldo di +65 unità, costituiscono il segmento più numeroso in provincia di Taranto. Crescono di più, mostrando un maggiore dinamismo, le società di capitale (10.307 registrate, 6.762 attive) con un saldo positivo, nel secondo trimestre 2014,  di 159 imprese. Quasi stazionario l'andamento delle società di persone (4754 registrate, 3323 attive), con un saldo di 7 unità. Le altre forme societarie registrano un saldo positivo di 18 unità e contano complessivamente 2060 imprese registrate, di cui 1289 attive.

Taranto primeggia in Puglia nel comparto artigiano con un tasso di crescita di 0,42% ed un saldo di +32 aziende. Alle spalle del capoluogo ionico, Lecce (0,28%), Bari (0,23%), Brindisi (0,15%) e Foggia (0,09%).

Per quanto riguarda i settori produttivi, le peggiori performance a livello provinciale riguardano le attività manifatturiere (-21), l'industria delle confezioni (-8) e quelle alimentari (-6). Il commercio conferma il suo stato di sofferenza: -42 tra vendita al dettaglio e all'ingrosso. In ripresa, rispetto ai primi tre mesi dell'anno, agricoltura e costruzioni, entrambi con un saldo negativo di -3 imprese. In aumento, nella provincia di Taranto, alberghi e ristoranti (+10), attività finanziarie, assicurative e del credito.

“Il dato del II trimestre 2014, seppure incoraggiante, non deve trarre in inganno – sottolinea il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli - Le 538 chiusure al 30 giugno, si aggiungono alle 1238 dei primi tre mesi dell’anno, per un totale di 1776 cessazioni nell’anno in corso. La crisi, quindi, c’è e fa sentire il suo peso. Il saldo positivo nel periodo in esame fa ben sperare, ma è evidente che un’impresa che chiude ha un impatto maggiore sul territorio rispetto ad una nuova attività che deve consolidarsi e affermarsi. Gli indicatori di Movimprese e le elaborazioni del nostro Centro Studi ci offrono, comunque, spunti di riflessione interessanti, a partire dalla necessità di accompagnare e sostenere il sistema delle imprese nel suo complesso, con solide ed efficaci politiche di sviluppo. Rispetto ad altri territori Taranto sconta un gap maggiore in termini di mancata coesione e quindi di minore capacità di programmare una vision strategica per il futuro. L’impegno della Camera di commercio di Taranto è volto a colmare questa distanza attivando un sistema di “Intelligenza economica territoriale” che recuperi una visione organica del territorio superando l’attuale disaggregazione e parcellizzazione”. 

 

 

Approda anche a Taranto, come ormai in gran parte delle città italiane, la Five League SoccerTorino: il CAMPIONATO di Calcio a 5.
Gli amanti del “calcetto” quindi avranno la possibilità a partire della metà del mese di settembre 2014 di giocare un vero e proprio campionato di serie A, B e C con tanto di regole federali.

I Campionati, pertanto, saranno composti da 10 squadre per ogni Serie(A-B-C), per un Campionato formato da 30 Squadre.
Ogni squadra dovrà essere formata da un numero minimo di 7 giocatori, con un limite massimo di 2 tesserati (livello agonistico) per squadra.
Le partite verranno disputate dal Lunedì al Venerdì in orari serali. La FEDERITALIA-ASD PALLONE D’ORO ha pensato di posticipare o anticipare le partite che coincideranno con i turni infrasettimanali di Seri A o di Champions League e Uefa League, questo per evitare disagi a coloro che desiderano seguire le dirette TV delle partite.

La prima fase vedrà lo scontro di andata e ritorno tra tutte le squadre di ogni Serie, DETERMINANDO: la squadra vincitrice dello Scudetto di serie A, tutti i verdetti di promozione,retrocessione e play-off/out, e le posizioni di classifica per le coppe della stagione successiva.

Le 1° e2° classificate di Serie A accederanno alla Gold Cup.

Le 3° e4° classificate di Serie A accederanno alla Silver Cup.

Le 1° e2° classificate di Serie B accederanno alla Promotion Cup.

Sia nelle competizioni di Campionato che nelle competizioni di Coppa vi saranno le classifiche : Miglior marcatore, miglior attacco, miglior difesa, miglior squadra fair-play.

Attualmente per la zona di Taranto il coordinatore e responsabile del campionato è Antonello Corigliano (Commissario di Gara) che sta già facendo dei sopralluoghi nella città bimare per scegliere i campi migliori per ospitare la prima stagione 2014/2015.
Insomma, Taranto come Roma,Napoli, Torino e Milano darà la possibilità di disputare un vero campionato a coloro che desiderano confrontarsi seriamente sul rettangolo di gioco a 5.
Per sapere come iscriversi a tale campionato potete contattare il COMMISSARIO DI GARA al numero 329 3667196, visitare il profilo ufficiale facebook “FLS TARANTO”, oppure collegarsi al sito nazionale

http://www.fivels.com

Le iscrizioni si chiuderanno il 31 agosto 2014.

*Per decidere chi militerà nelle serie A,B,C – visto che il campionato a Taranto è nella sua prima edizione – si disputerà un mini torneo così organizzato:

 

1-      Nella prima settimana (circa) di settembre 2014 si darà il via al CAMPIONATO DI APERTURA

2-      Verranno organizzati gironi da tre squadre: la prima di ogni girone andrà in serie A, la seconda in serie B, la terza in serie C.

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