È stato presentato giovedì 28 agosto durante il meeting di Rimini, il libro dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro dal titolo La forza del fascino cristiano.
Il vescovo dei Due Mari, per 27 anni missionario fidei donum in Brasile, offre ai lettori uno sguardo importante ed interessante su uno degli eventi dell’America Latina, indispensabile per capire il pontefice «venuto dalla fine del mondo» che sta cambiando il volto della Chiesa, la Conferenza di Aperecida
«Saluto volentieri questa pubblicazione, - afferma nella prefazione il cardinale Marc Oullet, prefetto della Congregazione dei vescovi - nella quale vedo una felice mediazione che permette di comprendere meglio il pontificato di papa Francesco, di partecipare al risveglio missionario sempre più diffuso in America Latina, affinché possa stimolare la ricerca europea per la nuova evangelizzazione. Inoltre, tale testo, ricco di una lunga esperienza pastorale, potrà divenire un valido strumento pastorale per le nostre realtà diocesane, per rilanciare le nostre comunità formando discepoli missionari attratti dalla bellezza del Signore Risorto».
Ancor il cardinale: «L’interesse di questo testo risiede sicuramente nella traduzione dell’esperienza missionaria personale, quella dell’autore, e della sua articolazione specifica per mezzo del Documento di Aparecida, del quale, non dobbiamo dimenticarci, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio fu l’architetto. La prima parte di questo testo analizza la V Conferenza dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi ad Aparecida (San Paolo) dal 13 al 31 maggio 2007. Protagonista di tale simposio, monsignor Santoro offre una conoscenza approfondita di tale avvenimento, poiché dal 2004 era vescovo di Petropolis e quindi tra coloro che seguirono attivamente le fasi di preparazione di Aparecida e contribuirono alla riflessione e alla stesura del Documento conclusivo: Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché in Lui abbiano vita».
Nel libro l’autore, professore di teologia, non manca della passione concreta per il popolo e per le sfide a cui il Signore chiama. Non poteva mancare quindi una citazione appassionata per la terra di Taranto lacerata da tanti problemi e comunque sia punteggiata dalla testimonianza coraggiosa e indispensabile dei santi. Alle ultime battute monsignor Santoro così descrive la sua attuale missione:
Senza andare a cercare situazioni complicate, sono esse che qui, come in Brasile, mi raggiungono e mi cercano e non posso chiudere gli occhi. Primo fra tutti l’ingiusto conflitto tra la salute e il lavoro, l’ambiente e l’occupazione e poi la città vecchia, le varie vertenze che stanno licenziando persone che perdono il lavoro e le file di disoccupati. Ma è soprattutto la fede del nostro popolo che mi interessa conservare e confermare, particolarmente nelle nuove generazioni. Ed è evidente
che l’annuncio non può essere proselitismo, ma attrazione, fascino, incontro e rapporto.
In questo ho dinanzi agli occhi la tradizione di fede e di religiosità popolare della nostra gente e soprattutto dei nostri santi: san Cataldo, san Francesco de Geronimo, sant’Egidio da Taranto. Questi, senza essere né politici, né economisti, né analisti sociali, hanno dato vera speranza alla gente, soprattutto ai più poveri. Con il loro esempio ed il loro aiuto chiediamo allo Spirito e alla Madonna della salute di crescere nella testimonianza pubblica del vangelo nella vita sociale e politica oltre che nelle splendide forme di religiosità popolare.
La forza del fascino cristiano
Il contributo di un testimone
della Conferenza di Aparecida
Ed Lev, Libreria Editrice Vaticana e Itaca
Anno 2014 pagine 160.
Biografia breve - Filippo Santoro Nato 63 anni fa a Carbonara, in provincia di Bari e appartenente all'Arcidiocesi di Bari-Bitonto, prima di partire come missionario per il Brasile, il nuovo arcivescovo di Taranto è stato responsabile di Comunione e Liberazione per la Puglia. E' infatti un discepolo di don Luigi Giussani e a Milano ha compiuto gli studi filosofici all'Università Cattolica ottenendo il dottorato in Filosofia. Santoro, autore di diverse pubblicazioni di carattere teologico e filosofico, in Puglia è stato anche direttore dell'Istituto Superiore di Teologia di Bari prima di trasferirsi in Brasile, nel 1984, come missionario "fidei donum". Da Rio, fino al 1996, ha anche coordinato la presenza di Cl nell'intera America Latina. Nel 1992 è stato membro della Delegazione della Santa Sede per la Conferenza Mondiale sull'Ambiente e nello stesso anno ha partecipato come teologo alla IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano a Santo Domingo. Nominato da Giovanni Paolo II nel 1996 vescovo ausiliare di Rio è poi passato alla guida della diocesi di Petropolis nel 2004. All'interno della Conferenza Episcopale Brasiliana è annoverato nel Consiglio Permanente e nella Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede. Inoltre, è Gran Cancelliere dell'Università Cattolica di Petropolis. Missionario "fidei donum" divenuto vescovo di Petropolis in Brasile dopo essere stato parroco della prima chiesa costruita all'interno di un mega-centro commerciale a Copa Cabana e poi ausiliare dell'importante arcidiocesi di Rio de Janeiro, è stato nominato da Papa Benedetto XVI nuovo arcivescovo di Taranto.
“Pur nel rispetto, che è doveroso avere nei confronti di un organismo dirigente di un altro Partito, ritengo sconcertante la decisione assunta dal Direttivo provinciale del PD di Taranto mirante ad ‘allargare il tavolo delle intese’ per eleggere il prossimo Presidente della Provincia". E' quanto scrive in una nota il consigloere regionale di Sel Alfredo Cervellera.
Il Centrosinistra è preda della sindrome tafazziana- sottolinea Cervellera- riesce a farsi male anche quando ha i numeri e le personalità, come Ancona ed altri autorevoli Sindaci delle città rette dal Centrosinistra, per governare senza inciuci un importante e difficile territorio qual è quello della Provincia di Taranto.
Auspico l’intervento del segretario regionale del PD- conclude Cervellera- per far rivedere questa decisione e ricondurla nell’alveo naturale del Centrosinistra, visto le oggettive implicanze che essa potrebbe determinare anche nello scenario delle prossime elezioni regionali”.
Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'ex sindaco di Palagiano Rocco Ressa, sulla direzione provinciale e più in generale sul PD
Un Partito che vuole essere popolare, di massa, un partito che pensa di avere la vocazione di rappresentare trasversalmente l’universo sociale, un partito che, forse ipocritamente, riconosce al suo leader capacità ed efficienza nell’azione, idee chiare e rivoluzionarie, non può vivere senza il contatto con i cittadini, con gli elettori con gli organismi dirigenti di cui ancora usa servirsi.
All'indomani dell’elezione del nuovo segretario provinciale e degli organismi dirigenti previsti statutariamente, molti di noi hanno pensato che, grazie anche alla rivoluzione operata a livello nazionale, fosse possibile un cambiamento di rotta anche qui a Taranto, luogo in cui coesistono da sempre meraviglie naturali e mediocrità delle classi dirigenti; eccellenze culturali e gineprai di signori e signorotti da vecchio regime.
Io ero fra quelli che, pur consapevole che il Congresso avesse consolidato il potere di chi già lo deteneva, con tutto il carico della responsabilità che ne derivava rispetto elle disgrazie abbattutesi su un intero territorio, per non essere sempre il bastian contrario, ho preferito tirarmi fuori dalla mischia e dare un qualche credito al nuovo corso nella speranza che, finalmente, il Partito Democratico tarantino esprimesse qualcosa di diverso, di nuovo, di utile.
A distanza di molti mesi, mi accorgo che la speranza è stata tradita dai soliti comportamenti di personaggi in corsa per l’esclusiva conservazione del potere senza, però, mai aver dato conto dei risultati ottenuti attraverso la gestione del potere stesso.
E’ così che il nuovo corso avviato da Matteo Renzi sembra essere per la nostra realtà provinciale solo un miraggio oppure un bel quadro, di cui però non possiamo che ammirarne i soli contorni perdendo così tutta la forza ideale della rappresentazione reale.
Per parafrasare Fernando Pessoa ne: il libro dell’inquietudine: è come se il nostro Partito vivesse sempre il presente (e male). Non conosce il futuro. Non ha più passato. Non abbiamo speranze collettive né nostalgie sicché ognuno si chiude nel suo guscio mentre qualcuno svolazza intorno al principe di turno in cerca di un posto al sole.
Di fronte alla prima decisione da assumere collegialmente ri-emergono le fratture non sanate e tutto quanto il velo di ipocrisia che abbiamo costruito negli ultimi anni; riemerge con evidenza plastica la goffaggine di comportamenti mal celati tesi a cercare consenso in ogni dove pur di accaparrarsi una più facile se non certa vittoria elettorale futura.
E noi, se siamo liberi, se rappresentiamo ancora un’idea, se vogliamo superare il muro dei personalismi, del vincere facile, se non vogliamo essere “asini portati a capezza”, se vogliamo godere della nostra libertà di pensiero, se vogliamo costruire una nuova classe dirigente, se vogliamo credere in noi stessi e nelle nostre idee, se abbiamo a cuore il futuro del nostro territorio e dei suoi cittadini, se vogliamo costruire con i cittadini un nuovo patto fatto di chiari contenuti, dobbiamo ergere barricate contro questo modo arcaico di gestione del potere e spezzare le catene che ci costringono a subire scelte non condivisibili.
E così, per non uscire fuori tema, la questione che ci occupa quest’oggi ci appare in tutta la sua evidenza. La scelta del candidato alla carica di Presidente della Provincia, per quel che varrà dal punto di vista istituzionale e fino a quando la riforma costituzionale non cancellerà completamente questi enti, non può che appartenere al mondo del Partito Democratico o a quello del centro sinistra. Le cosiddette “larghe intese” o “liste uniche” mentre risolverebbero, solo apparentemente, le mira di qualche personaggio politico, rappresenterebbero per l’intera provincia una minaccia per la governabilità.
Dopo la Direzione Provinciale del PD tenutasi ieri sera in un clima a dir poco kafkiano, quando non violento e minaccioso, l’unico baluardo a difesa dei cittadini e del territorio sono i Sindaci e i Consiglieri Comunali di tutta la Provincia. A loro e solo a loro spetta ora garantire il bene del territorio. Lo facciano senza alcun indugio.
Rocco Ressa
A cura di Amedeo Cottino
Con il perdurare della crisi economica e la sempre minore propensione delle banche a concedere credito a imprese e famiglie, per queste aumenta il rischio usura. Il pericolo maggiore ancora una volta si presentaal Sud (Campania, Calabria, Abruzzo, Puglia e Sicilia) dove la disoccupazione sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti.
Accesso al credito
A lanciare l’allarme è stato il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:
«A seguito della forte contrazione dei prestiti praticata dalle banche alle famiglie e alle imprese, c’è il pericolo che l’usura, soprattutto nel Mezzogiorno, assuma dimensioni preoccupanti».
Le preoccupazioni sono sostenute dai numeri: tra la fine del 2011 e quella del 2013 si è verificata una diminuzione degli impieghi bancari alle famiglie e alle imprese di 97,2 miliardi (-9,6 miliardi pari al – 1,9% per le famiglie e 87,6 miliardi di euro pari al -8,8% per le imprese). Bortolussi spiega che
«Oltre agli effetti della crisi economica e al calo della domanda di credito questa forte riduzione dell’erogato è stata dovuta anche al deciso aumento delle sofferenze bancarie che a giugno di quest’anno ha toccato la cifra record di 168 miliardi di euro».
Livelli di usura
Nel 2013 in Campania, Calabria, Abruzzo, Puglia e Sicilia il fenomeno dell’usura ha raggiunto livelli di penetrazione drammatici. In considerazione di ciò e analizzando altri fattori quali la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero disportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito è stato elaborato l’indice del rischio usura secondo il quale è nelle regioni del Mezzogiorno che il fenomeno dell’usura rischia di crescere maggiormente nel prossimo futuro.
«Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria – conclude Bortolussi – non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura: le segnalazioni, purtroppo, sono ancora molto poche. Per questo abbiamo incrociato i risultati di ben 8 sotto indicatori per cercare di misurare con maggiore fedeltà questa emergenza. Ciò che pochi sanno sono le motivazioni per le quali molte persone cadono tra le braccia degli strozzini. Oltre al perdurare della crisi, sono soprattutto le scadenze fiscali a spingere molti piccoli imprenditori nella morsa degli usurai. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie, brutti infortuni o a seguito di appuntamenti familiari importanti, come un matrimonio o un battesimo».
In media l’indicatore statistico del rischio di usura in Italia è pari a 100, ma la situazione peggiora nelle regioni dove la disoccupazione è più marcata, i tassi di interesse più alti, le sofferenze sono maggiori, gli sportelli bancari pochi e i protesti sono numerosi:
· in Campania l’indice del rischio usura è pari a 164,3 (+64,3% rispetto alla media italiana);
· in Calabria a 146,6 (+46,6%);
· in Abruzzo a 144,6 (+44,6%);
· in Puglia a 139,4 (+39,4%);
· in Sicilia a 136,2 (+36,2%).
Le regioni più “virtuose” sono:
· il Trentino Alto Adige, con un indice del rischio usura pari a 51,8 (-48,2% rispetto alla media nazionale);
· il Friuli Venezia Giulia con 72,2 punti;
· il Veneto con 73,1 punti.
Fonte: Cgia Mestre
Sette ore di caos. Così è stata definita, da chi c’era, la Direzione provinciale del Pd chiamata a decidere la linea del partito alle prossime elezioni provinciali. Nel braccio di ferro, drammatico e a tratti anche violento non solo nei toni, tra i sostenitori delle “larghe intese” e il gruppo che invece è per un candidato unico espressione del centrosinistra, sono prevalsi i primi al termine di una tormentata votazione che si è chiusa con 64 a 27. Assente, fra gli altri, il presidente Serio, la Direzione è stata presieduta da Ennio Pascarella. A fronteggiarsi sono stati il documento di Carrieri, un testo che genericamente fa riferimento alla ricerca di “intese più ampie” senza parlare esplicitamente di centrodestra, e il documento pro-candidato unico del centrosinistra. Rivelatosi vano il tentativo di mediazione di Ludovico Vico, che aveva proposto di fare sintesi tra i due documenti, portando ai voti un testo unico, la discussione si è fatta sempre più accesa. Dalla genericità dei documenti si è alla fine arrivati al cuore del problema con scambi di accuse e chiari riferimenti a “larghe intese” col centrodestra, accordo Pelillo-Mazzarano-Tamburrano per l’elezione di quest’ultimo alla presidenza e via così, in un clima di grande tensione. Sotto il profilo formale, i due gruppi si sono scontrati praticamente su tutto: regolamento, modalità e diritto di voto, tra l’altro avvenuto a dibattito in corso, elenco degli aventi diritto al voto.
Tra coloro che, dopo aspra discussione, non ha potuto votare c’è stata la consigliera regionale e presidente regionale del Partito Anna Rita Lemma perchè “invitata permanente senza diritto di voto”.
Chiusa questa primo game che ha sancito ulteriormente una spaccatura grave all’interno del Partito, la macchina va avanti. In questa fase risulta decisivo il ruolo di sindaci e dei consiglieri comunali che sono poi coloro che materialmente eleggeranno il nuovo presidente della Provincia.
Tutti gli occhi sono puntati sul sindaco di Taranto Ezio Stefàno, che con la sua autocandidatura a presidente della Provincia, è diventato ago della bilancia. In queste ore è in corso un incontro tra lo stesso primo cittadino e il segretario provinciale del Pd. Se Stefàno dovesse confermare l’autocandidatura, si potrebbero aprire nuovi e diversi scenari: Stefàno candidato con il sostegno della minoranza Pd e delle altre forze del centrosinistra contrarie alle “larghe intese”, Stefàno candidato senza appoggio e candidatura espressione della minoranza Pd con l’appoggio delle altre forze del centrosinistra, marcia indietro della maggioranza Pd che non vuole rischiare crisi al Comune. Se invece Stefàno dovesse rinunciare si potrebbe profilare una candidatura sostenuta dalla minoranza Pd con l’appoggio dello stesso Stefàno e delle altre forze di centrosinistra, oppure si materializzerebbe l’accordo trasversale con Stefàno che si piega alle “larghe intese”. Intanto il centrodestra continua a tacere…
"Grazie signor Andrea per aver reso pubblico il suo dolore, che è il dolore di tutti gli invisibili"
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giancarlo Girardi
Dobbiamo essere grati al sig. Andrea Iaia per aver avuto il coraggio di rendere collettivo il proprio dolore di genitore. Dal 22 aprile, giorno del suicidio della sua piccola nei pressi del monumento ai marinai, altri suicidi sono lì avvenuti, sembra essere una tragedia senza fine. Quando si muore o si sceglie di morire si appare, comunque, sempre soli. Il suo è un atto di accusa forte, argomentato. Propone uno sguardo sul nostro territorio ed offre una chiave di lettura sulla nostra città, cruda e vera. La sua rabbia deve essere la nostra perché la povertà che ci circonda ruba la speranza ai nostri giovani, ci impone la rassegnazione, ci consegna alla fatalità ed all’impotenza mentre il loro diritto ad un futuro degno viene violato. Divengono anelli, pronti a saltare perché deboli, di una immane catena di montaggio con un enorme esercito di riserva pronto e disponibile. Il suicidio ha la stessa dignità, a mio avviso, delle morti di quei giovani che sul loro posto di lavoro vengono uccisi dalla legge del profitto e quindi di un mercato predatorio di esseri umani e dell’ambiente. Questioni fondamentali, anche queste, presenti nella lettera del sig. Andrea. Oggi i nostri ragazzi appaiono invisibili per la società, lo sono anche a scuola, per la strada, quando cercano di inserirsi nel mondo del lavoro, a volte, purtroppo lo sono anche nelle proprie famiglie. Il sig. Andrea afferma che “uno si toglie la vita perché non ha futuro” e qui nella nostra città, questo piccolo esercito di invisibili sembra scegliere un “punto simbolo della città” quasi per dare visibilità maggiore al proprio gesto. In Italia nel 2011 ci sono stati tremila suicidi, morti per una guerra economica e sociale ufficialmente mai dichiarata. Le responsabilità lui le indica nella politica e in chi la rappresenta oggi. Verissimo. Parla della vera identità di una città da sempre marinara mentre si celebra il bicentenario dell’Arma dedicandogli un monumento nel luogo più caro ai tarantini. Parla del saccheggio del territorio e dell’amara verità della presenza di fabbriche nelle quali solo un pugno di cittadini sono lì direttamente impegnati. Parla della “indifferenza” e del silenzio rumoroso delle Istituzioni. Grazie sig. Andrea per aver reso pubblico il suo dolore affinché la sua piccina non sia morta invano.
Giancarlo Girardi
L’incremento medio dei costi dei servizi urbani a Manduria, come d’altra parte in tutti i comuni della provincia di Taranto, subirà maggiorazioni con il passaggio alla IUC – l’Imposta Unica Comunale- è comunque un preciso impegno della amministrazione locale contenere il più possibile tali aumenti. Ciò è quanto ha assicurato il sindaco Roberto Massafra in un incontro con i dirigenti della delegazione comunale di Confcommercio, guidati dal presidente Dario Daggiano e dal direttore Angelo Colella.
Su questo tema Confcommercio, da tempo ha avviato un percorso di confronto con le amministrazioni comunali del territorio provinciale, con l’obiettivo di fissare criteri più equi per la definizione della tassazione locale.Incontri con le Amministrazioni dei Comuni della provincia e con i referenti locali (dirigenti e assessori), finalizzati a mettere in pista i percorsi utili per contenere gli importi delle nuove cartelle esattoriali.
Da Ginosa a Massafra, e così di comune in comune sino a Manduria, dove ieri l’altro, il neo assessore ai Tributi, Raimondo Turco, ha illustrato nei dettagli i contenuti del nuovo regolamento comunale. Regolamento in merito al quale Confcommercio dopo un’attenta analisi ha proposto alcune osservazioni attinenti alcune particolari situazioni: 1) i rifiuti speciali prodotti da alcune tipologie di attività (ristoranti, rosticcerie, macellerie, caseifici); 2) le stazioni carburanti; 3) le attività stagionali che non superano i 183 giorni.
“L’Amministrazione comunale di Manduria – è il commento del presidente Daggiano- si è dimostrata aperta al confronto e propensa nel recepire le istanze delle nostre categorie. Le attività del commercio ed il turismo svolgono sul nostro territorio una funzione sociale oltre che economica, ed in questo momento di difficoltà per tutti, occorre trovare un’intesa. Tenuto conto che i rincari sono purtroppo inevitabili e che le attività del commercio sono le più colpite, siamo fiduciosi nell’esito del percorso intrapreso. In quest’ottica rientra la disponibilità dell’Amministrazione locale nell’incontrare nuovamente la nostra organizzazione per un confronto su Tosap ed Imposta Pubblicità.”
Vi è mai capitato di ascoltare a Castellaneta, per la precisione nell’Anfiteatro Comunale, miagolare il gatto-clarinetto, o cinguettare l’uccello-flauto o starnazzare l’anatra-oboe?
Probabilmente mai, ma è quello che vi capiterà DOMANI, venerdì 29 agosto, quando l’Orchestra ICO della Magna Grecia, diretta da Piero Romano, eseguirà “Pierino e il Lupo”, la celeberrima opera di Sergej Prokofiev.
Sarà un grande concerto-evento con la voce narrante di Uccio De Santis che, da par suo, illustrerà a grandi e piccini la storia di Pierino e del Lupo e, soprattutto, le caratteristiche sonore dei diversi strumenti rapportandoli ad un animale.
“Pierino e il lupo”, infatti, è un’opera “pedagogica” in cui, attraverso una avvincente favola, il grande compositore russo Sergej Prokofiev illustra i principali strumenti che compongono una orchestra.
La favola viene illustrata al pubblico da una voce narrante che a Castellaneta sarà quella di Uccio De Santis, popolarissimo comico pugliese che ben si presta ad enfatizzare il carattere “grottesco” di questa opera. Ma, conoscendo bene l’irrefrenabileverve di Uccio De Santis, è facile aspettarsi che durante il concerto il pubblico si debba aspettare anche qualche suo monologo improvvisato su temi di attualità sociale e politica…
Il concerto “Pierino e il Lupo” si terrà DOMANI, venerdì 29 agosto, alle ore 21.00 , presso l’Anfiteatro Comunale, un grande evento organizzato dall’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura di Castellaneta in collaborazione con l’Orchestra ICO della Magna Grecia e la Pro Loco “Domenica Terrusi” di Castellaneta (info 328.2858086).