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Giornale di Taranto - Giornalista1

L’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro,  alle 17 di oggi, 22 aprile, darà la sua benedizione per i lavori di un nuovo cantiere edile in Città Vecchia. Si tratta del palazzo attiguo alla Cattedrale, completamente inagibile di proprietà dell’arcidiocesi che sarà destinato al nuovo centro pastorale parrocchiale e all’abitazione del parroco.

 

L’edificio d’intervento è ubicato in Taranto alla via Duomo ai numeri civici 130/136, con ingresso di fronte a Palazzo Visconti, sede dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Guardini”. L’intervento in corso di realizzazione comprende opere di consolidamento, recupero, ristrutturazione e rifunzionalizzazione finalizzate, in aderenza a quanto prescritto nelle Norme di Attuazione del PRG del Comune di Taranto per la zona D1 - “Zona del centro storico della Città Vecchia”, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico esistente della Città.

L'edificio è costituito da un unico corpo di fabbrica sviluppato su quattro livelli fuori terra e da alcuni vani contigui, al piano terra e primo, limitrofi alla Cattedrale di San Cataldo.

Lo stato conservativo della struttura è del tutto compromesso: parziali crolli del solaio del piano secondo, avvenuti nel recente agosto 2014, hanno determinato l’indispensabile urgenza di eseguire opere di puntellatura per la messa in sicurezza dell’edificio stesso. 

 

L’immobile occupa una posizione strategica rispetto al centro storico della Città Vecchia di Taranto: attiguo alla Cattedrale San Cataldo e con affaccio su Piazza Duomo, esso, infatti, rappresenta un potenziale polo di aggregazione sociale per la comunità residente nel Borgo Antico.

L'intervento si configura come recupero e ristrutturazione dell'edificio sito in Città Vecchia di Taranto alla via Duomo n°130/136 da adibire a Canonica e Aule Parrocchiali a servizio della Cattedrale di San Cataldo. Nello specifico, la nuova distribuzione funzionale prevede l’attivazione delle seguenti attività:

Al piano terra un'ampia sala sarà adibita a catechesi e la restante parte di piano sarà destinata ad uffici e aule parrocchiali.

Al primo piano saranno collocate ulteriori tre aule di catechesi di cui due comunicanti tra loro, separate esclusivamente da una chiusura “impacchettabile”; allo stesso piano, inoltre, è prevista la realizzazione di una sala ludico ricreativa e dei servizi igienici.

Al secondo piano saranno distribuite altre tre aule di catechesi oltre una zona servizi.

Il terzo piano è interamente riservato all'alloggio del Parroco e del vice Parroco.

Il collegamento verticale dei livelli è assicurato da un vano scala e da un vano ascensore di nuova realizzazione.

L’ascensore, così come in generale l’intera riorganizzazione funzionale dell’edificio, sono stati progettati rispondendo a tutti i requisiti di accessibilità prescritti dalle relative norme generali e di settore in merito all’accessibilità dei diversamente abili.

Il 25 ed il 26 aprile al Parco Archeologico di Saturo (Leporano/Ta), si è svolto l’Open Core Fest, manifestazione radicata sul territorio, giunta alla terza edizione che intende promuovere le più svariate discipline sportive, comprese quelle acquatiche, rivalutando la bellezza archeologica e storica del luogo che, per sua spontanea propensione, invita al contatto con la natura. Importante la partecipazione di giovani, giovanissimi e meno giovani.

L’idea dell’Open Core Fest nasce da una intuizione di Emilio Porchetti, appassionato di mare, cavalcando le onde del cambiamento e della sua passione: quella del surf. Open Core Fest volutamente già nel nome tende a voler fondere due linguaggi: uno internazionale, l’inglese, ed uno più legato al territorio ma con un significato analogo. “Open” indica ‘apertura’, quindi la voglia di aprirsi a nuove esperienze e conoscenze, uscendo da uno stato di chiusura, per guardare oltre.

“Core” in inglese vuol dire ‘centro’ in generale, sia esso il centro della terra o del nostro corpo, indica la parte più nascosta del nostro essere, quella in cui si concentrano le energie e da cui partono i movimenti verso l’esterno. Ma “Core”, in dialetto tarantino, indica il Cuore, il centro emotivo, quello che nelle culture orientali è chiamato il grande trasformatore capace di raffinare e infondere significati più alti alla natura puramente animale degli istinti umani, ma anche di riscaldare i freddi ragionamenti di una mente puramente intellettuale priva di esperienze dirette.

“Fest”, per concludere, indica il clima di gioia e festa appunto in cui l’evento si svolgerà.
Il Parco Archeologico di Saturo è gestito dalla Cooperativa PoliSviluppo Servizi Archeologici, che con grandi sforzi cerca di riportare alla luce questo sito dove ha avuto origine la storia della città di Taranto, naturalmente dotato di bellezza, cosa che rende questo evento memorabile.

L'organizzazione era così composta: Ciro Merode, Emilio Porchetti dell’ A.S.D. Tiki Team Taras supportata dal WWF Taranto con il suo presidente Fabio Millarte, dall’associazione culturale ArciNota, dalla Coop. PoliSviluppo Servizi Archeologici e Artesia – servizi per l’Arte e lo Spettacolo.

 

 

 

Sempre in prima linea nella lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri del Nucleo operativo della della Compagnia di Taranto, nel primo pomeriggio di martedi, hanno tratto in arresto Francesco Puglisi, tarantino 21enne, già noto alle forze dell'ordine.

L'attività investigativa svolta dai militari portava a individuare nel giovane il punto di riferimento di numerosi tossicodipendenti che si sarebbero rivolti a lui per l’acquisto di stupefacente. Per tali motivi, i militari in borghese, nel primo pomeriggio di martedì, appostati nei pressi della sua abitazione, hanno iniziato a seguire i suoi movimenti. I risultati di tale paziente lavoro non tardavano ad arrivare, infatti di li a poco giungeva presso la casa del Puglisi, un ragazzo che entrava in tutta fretta. I militari decidevano quindi di intervenire; dopo essersi fatti aprire la porta d’ingresso entravano nell’abitazione, dove sorprendevano il giovane in compagnia del ragazzo entrato poco prima, un 23enne tarantino. Entrambi, si dimostravano alquanto nervosi ed insofferenti al controllo. Iniziava quindi una minuziosa perquisizione, dapprima personale e successivamente domiciliare. I risultati non tardavano a giungere, in quanto  nascosti all’interno del comodino della camera da letto del Puglisi, i militari trovavano, all’interno di un cofanetto in legno, 45 grammi di hashish, nonché due bilancini di precisione e vario materiale per il confezionamento dello stupefacente oltre alla somma contante di 220,00 euro, in vario taglio, anche questa sequestrata poiché considerata provento dell’attività illecita sino a quel momento posta in essere dal giovane.

Entrambi  venivano accompagnati presso la caserma di Viale Virgilio, dove espletate le formalità di rito, il padrone di casa veniva arrestato e su disposizione del P.M. di turno, dott.ssa Filomena Di Tursi, riaccompagnato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, mentre il 23enne veniva denunciato in stato di libertà per concorso in attività di spaccio.

Lo stupefacente sequestrato veniva consegnato ai militari del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto per le analisi quali-quantitative.

Taranto, 22 aprile 2015, la striscia marrone si staglia netta all’orizzonte. Una nuvola lunga che divide il cielo in due. Prima o poi precipiterà con il suo carico di veleni targati Ilva. Le particelle di sostanze inquinanti e cancerogene (Ipa e affini) finiranno sul terreno… Sì, anche su quello che si sta bonificando…. E allora, la domanda sorge spontanea: a che gioco stiamo giocando? 

La cassiera  del supermercato ha l’aria di chi non vede l’ora che finisca il suo turno di lavoro. Siamo alla periferia di Taranto, è domenica mattina, fa caldo e in coda ci sono ancora  diverse persone. Così, quando si  trova davanti il giovane dalla pelle color ebano che le offre  una manciata di spiccioli per pagare la merce acquistata, ha un moto di stizza.  Il giovane rimane immobile con le mani unite a mo’ di coppetta : dentro ci sono le monetine raccolte all’ingresso, sistemando il carrello nell’apposita corsia, portando le buste della spesa fino all’auto di qualche generoso avventore, semplicemente allungando il cappello con la visiera  e salutando con un confidenziale “ciao bello”.

 “Ma non puoi pagare con questi!!!”, si lamenta la cassiera.  L’extracomunitario non capisce il perchè di quel rifiuto: troppi spiccioli da contare nell’era delle carte di credito che velocizzano tutto?  Quei soldi non hanno  forse lo stesso valore degli altri? Cosa c’è che non va? Le persone in coda insorgono contro la cassiera invitandola a fare il suo dovere. Lei sbuffa e prende in consegna le monete.  Il giovane si allontana.  Mai nessuno lo aveva fatto sentire diverso, inadeguato e fuori posto come quella cassiera.

Non c'è pace per Palazzo degli Uffici, eterno cantiere divenuto, a quanto pare, terra di scorribande da parte di chi, contando evidentemente sua sua facile accessibilità, è alla ricerca di oggetti da riciclare sul mercato dei ricettatori.

E' infatti accaduto che la notte scorsa sconosciuti siano entrati nel Palazzo portandosi via due palfoniere in alluminio e due campate in bronzo che si trovavano all'interno delle aule del liceo classico Archita.

Sull'episodio, che è anche riflesso dello stato di abbandono in cui versa il prestigioso edificio, indagano i carabinieri della Stazione di Taranto Centro.

 

 

 

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto nell’ultimo week-end ha eseguito una serie di interventi finalizzati al controllo economico del territorio ed al contrasto dei traffici illeciti in genere.

Nel corso di tali attività, una pattuglia di “Baschi Verdi”, con l’ausilio di un cane addestrato all'individuazione di droga, notava, nei pressi di una discoteca situata sulla litoranea salentina, un’autovettura con a bordo due persone.

Si procedeva al controllo dell’automezzo.  Di fronte all'intervento dei finanzieri, il conducente dell'auto, M.A.F., ventitreenne di Monteparano (TA), avrebbe  manifestato segni di insofferenza e nervosismo, un atteggiamento che ha indotto  i militari ad approfondire l’attività medesima di controllo.

Ogni dubbio veniva fugato dall’entrata in azione dal cane antidroga “Pavo” che, grazie al suo formidabile fiuto, consentiva il ritrovamento di alcune dosi di hashish e di una busta in cellophane,  che conteneva 112 involucri di stupefacente del tipo “MDMA”, più comunemente noto come Ecstasy.

M.A.F. veniva perciò tratto in arresto per il reato di  detenzione e traffico di sostanze stupefacenti in carcere, mentre l’altra persona minorenne, che era a bordo dell’autovettura, veniva segnalata alla Prefettura, quale assuntore di droga, in quanto trovata in possesso di modiche quantità di hashish e marijuana.

 

Con riferimento agli articoli di stampa apparsi in questi giorni nei quali si tende ad evidenziare l'inerzia della Regione sulla fitopatia “Xylella fastidiosa”, l'Osservatorio fitosanitario regionale respinge fermamente le generiche accuse avanzate dalla stampa, rivendicando l'enorme lavoro svolto insieme alle istituzioni scientifiche ed enti di ricerca. Ciò a tutela e difesa della professionalità e competenza delle persone che, con serietà e grandi sacrifici, hanno lavorato in questi anni su questa e altre fitopatie, nell'interesse esclusivo della Puglia.

Sul batterio da quarantena Xylella fastidiosa non esisteva e non esiste un libretto delle istruzioni nel quale vi sono indicate le cose da fare, come farle e in che tempi farle, rispetto ai quali valutare i presunti inadempimenti. Esistono le regole di carattere generale per fronteggiare una fitopatia contenute nella direttiva comunitaria 2000/29, nel decreto legislativo 214/2005 e nelle altre fonti normative di riferimento. Ma è di tutta evidenza che ogni fitopatia è una storia a sè e i sistemi di lotta vanno costruiti sul campo, attraverso molteplici conoscenze di tipo agronomico, fitopatologico, entomologico, ecc.

Ciò vale ancora di più se si tratta del primo ritrovamento in Europa di Xylella fastidiosa e del primo ritrovamento al mondo su olivo che interessa una vastissima zona e altre specie ospiti,  anche ornamentali. Quindi non solo le aree agricole ma anche quelle dei giardini privati e pubblici, dei terreni incolti e abbandonati, delle strade comunali, statali e provinciali.
Alcune date possono consentire di chiarire a lettori in buona fede, sia pure in maniera non esaustiva, i tempi della evoluzione della malattia e della graduale conoscenza del batterio. 

Vale la pena sottolineare che tutt'oggi la diagnosi sulla infezione batterica non può considerarsi ancora completa e molti aspetti necessari all’attuazione e individuazione delle azioni di contenimento e prevenzione non sono conosciute e lo potranno essere all'esito di studi e ricerche che richiederanno anni per lo svolgimento e la validazione scientifica dei risultati.

Inoltre va considerato che l'Osservatorio è una struttura amministrativa che agisce a seguito di emanazione di atti amministrativi nei confronti dei quali è garantita la tutela dei soggetti terzi, destinatari dei medesimi atti, in sede giurisdizionale. La dotazione organica dell'Osservatorio impegnata su Xylella era composta da un dirigente, un funzionario e sei ispettori fitosanitari.

Di seguito:

Maggio 2013 - l'Osservatorio ha ricevuto le prime segnalazioni di disseccamenti nella chioma degli alberi di olivo. Il sintomo poteva essere riconducibile a molteplici circostanze, alcune, del tutto naturali. Sono stati esaminati più aspetti anche in considerazione della presenza di funghi e rodilegno.

15 Ottobre 2013 – le Istituzioni scientifiche che affiancavano l'Osservatorio hanno comunicato il ritrovamento della Xylella fastidiosa su olivo, mandorlo e oleandro. Non si conoscevano altre piante ospiti, né il vettore né la subspecie del batterio. Sono seguite le comunicazioni dovute a Ministero e Commissione europea.

23 Ottobre 2013 – E’ stata adottata la prima delibera contenente le prime indicazioni sulla base delle conoscenze al momento inerenti il monitoraggio, la ricerca, le azioni a carico dei singoli proprietari e conduttori, pubblici e privati. Ciò avveniva ad appena otto giorni dal ritrovamento e a cinque mesi dalle segnalazioni dei disseccamenti. L'attuazione delle disposizioni contenute nella delibera necessitava della delimitazione delle aree a seguito di apposito monitoraggio e quindi della individuazione dei soggetti obbligati alle azioni individuate. 

Novembre 2013 è stato avviato il monitoraggio a maglie larghe su tutto il territorio pugliese al fine di escludere la presenza della Xylella su altre Provincie per limitare le misure restrittive che la commissione europea avrebbe potuto assumere. Il monitoraggio ha comportato il prelievo e l'esame di sedicimila campioni per i quali è stato ex novo impostato una metodologia di monitoraggio e perfezionato le metodologie di analisi. Il risultato delle analisi ha consentito l'individuazione dell'area infetta di Gallipoli e di ulteriori 5 focolai.

17 marzo 2014: è stato individuato il ceppo in una subspecie presente in Costa Rica. 

14-15 aprile 2014: all'esito del monitoraggio si è proceduto, su stringente indicazione della Commissione europea, fatta al Ministero dell'agricoltura, all’estirpazione di 104 piante di olivo infette nei 5 focolai puntiformi.

18 aprile 2014: con determina dell'Osservatorio sono state individuate le aree infette risultanti dal monitoraggio. 

5 maggio 2014: sono stati individuati tre insetti vettori, tra i quali la sputacchina, e si è potuto dare avvio alle ricerche sulla biologia del vettore e sulla numerosità della loro presenza sul territorio del Salento.

Luglio 2014: con la predisposizione delle “Linee guida” sono state date ulteriori indicazioni a proprietari e conduttori sulle azioni da effettuare e le loro modalità. 

Giugno 2014: è stata riprogrammata la fase di monitoraggio con maglie strette, finalizzato a individuare, con punti georefenziati a terra, l'area infetta e la zona cuscinetto per il focolaio di Gallipoli e per i 5 focolai puntiformi. Si sono riscontrate ulteriori piante con sintomi e nuovi focolai nei quali, anche per effetto delle temperature, si erano manifestati sintomi di pregresse infezioni. La delimitazione delle aree consente di individuare i singoli sfogli e particelle di terreni ricadenti nelle differenti aree delimitate e quindi i corrispondenti proprietari e conduttori soggetti agli obblighi imposti dai provvedimenti dell'osservatorio. Le constate manifestazioni dell'infezione riscontrate su numerosi territori della provincia leccese hanno obbligato ad una modifica sostanziale dell'approccio alla malattia,  giungendo ad individuare la provincia di Lecce come area infetta, evitando così di ottemperare alla decisione comunitaria che imponeva altrimenti, l'eradicazione di tutte le piante infette nei nuovi, numerosi, focolai puntiformi. Ciò ha pero determinato la necessità di dover procedere ad un ulteriore monitoraggio e nuova delimitazione di aree.

Ottobre 2014: il Comitato tecnico scientifico nazionale, istituito a fine settembre con specifico decreto ministeriale, individua e suggerisce le pratiche agronomiche da fare nelle differenti aree delimitate. 

Si evidenzia che nel contempo sono stati fatti numerosi controlli i nei vivai al fine di evitare la movimentazione delle piante ospiti e all'esito dei quali non sono state irrogate sanzioni perché non sono state rilevate irregolarità nella movimentazione.

È stato anche eseguito il monitoraggio sulla presenza di piante ospiti di Xylella nei vivai.

Per quanto attiene l'irrogazione delle sanzioni agli agricoltori si è ritenuto che non vi fossero i presupposti per elevare sanzioni in assenza di una delimitazione di aree che doveva consentire, oltre che individuare gli obblighi, anche di individuare i soggetti obbligati. Si è ritenuto che l'irrogazione delle sanzioni non fosse sostenibile né sul piano degli elementi necessari ad irrogare né su quello dell'effetto repressivo insito nella sanzione.

E’ rilevante sottolinea che le conoscenze della biologia degli insetti vettori e di quella del batterio sono stare acquisite con ulteriori dettagli nei mesi di ottobre, periodo in cui la sputacchina iniziava fase di quiescenza, per la fine della generazione. Pertanto non era tecnicamente valido intervenire specificatamente nei suoi confronti.


 

Un punto di incontro per ritrovarsi insieme e programmare eventi, allestire corsi, offrire consulenze alle società sportive.

 

Sarà tutto questo l’AMCF Organizzazioni Sportive, associazione tarantina nata nei mesi scorsi prevalentemente per organizzare eventi sportivi ma con una offerta di servizi illimitata.

Giovedì sera l’associazione guidata da Massimo Cassano, poliedrico personaggio noto soprattutto per il suo impegno nel settore del ciclismo fuoristrada  e nel mondo delle arti marziali, ha inaugurato la propria sede nel locale di via Crispi 87/A. Una sede che avrà il precipuo compito di fare da punto di raccordo tra le varie componenti dell’associazione e offrire alle realtà sportive del territorio jonico che chiederanno collaborazione un luogo d’incontro e di confronto. La sede ieri sera è stata inaugurata da don Carmine, della Parrocchia S. Antonio, alla presenza di tutti i collaboratori dell’associazione e di due rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale, gli assessori Francesco Cosa e Alfredo Spalluto.

L’AMCF in questi giorni è in piena attività nell’organizzazione dell’evento principale dell’anno, la seconda edizione degli Internazionali d'Italia di ju jitsu, gara a squadre per team nazionali e regionali in programma il 23 e 24 maggio al Tursport d San Vito (Taranto), sotto l'egida dell'Euro Budo International.

Già assicurata la partecipazione di alcune delle squadre della prima edizione del 2014, la Romania ed il Marocco, cui si sono aggiunte il Belgio, il Portogallo, la Spagna, l'Olanda. Tra le rappresentative regionali dell'Euro Budo Italia, certe la Puglia, la Lombardia, l'Emilia-Romagna, il Trentino.


 

Si è tenuta venerdì 17 aprile nella sala consiliare del Comune di Manduria.

 

 

Straordinario incontro con la delegazione dominicana in visita per alcuni giorni. Per la prima volta l’Ambasciata dominicana effettuava una visita ufficiale nel Sud Italia e la scelta di voler visitare Manduria è stata un’occasione unica! La conferenza, organizzata con il supporto della Pro Loco di Manduria e tenutasi in presenza di un nutrito pubblico, che ha visto presenti a fare gli onori di casa il sindaco Roberto Massafra, e l’assessore Cosimo Lariccia, è stata in realtà il resoconto finale della fitta rete di contatti tessuta durante il tour che la rappresentanza caraibica ha effettuato tra le nostre realtà imprenditoriali nel campo dell’enogastronomia.

Sono intervenuti dalla Segreteria del Presidente della Regione Puglia e dal Gabinetto del Prefetto di Taranto i saluti alle Autorità diplomatiche e un particolare ringraziamento è stato fatto alle forze dell’ordine locali, tra cui Polizia Municipale, nonché Commissariato di Polizia e Comando dei Carabinieri della Compagnia di Manduria, che hanno svolto e garantito un encomiabile opera di supporto di controllo a garanzia delle sicurezza degli ospiti.

Nel corso del convegno è stato sottolineato che l’intento della manifestazione ovviamente era, ed è, quello di creare un canale di interscambio commerciale e turistico con paesi lontani non solo in termini di distanze ma agli antipodi anche dal punto di vista culturale; questa diversità non potrà che creare terreno fertile e generare interesse per un contesto come il nostro, già forte del vantaggio di ”italianità”, del tutto unico per la sua posizione geografica, per il suo clima e per tutto quello che, indiscutibilmente, da ciò ne deriva.

Il nostro vino, il nostro mare, la nostra tradizione culinaria alla base della dieta mediterranea, la nostra storia millenaria a metà strada tra Roma ed Atene hanno già da tempo attirato l’attenzione del marketing turistico internazionale e allora quale migliore occasione per allargare ulteriormente gli orizzonti commerciali alle nostre aziende? Quale momento più propizio, se non questo, perché si crei un circolo virtuoso che unisca territorio, impresa e crescita? L’ambasciata centroamericana ha potuto constatare sul campo quanti tesori, lontano dalle realtà delle grandi metropoli, siano ancora nascosti e poco valorizzati. Siamo certi, e lo abbiamo letto negli occhi dei nostri graditissimi ospiti, che la nostra terra sta diventando sempre più il luogo delle opportunità, non il posto da cui partire ma il posto in cui rimanere e fare qualcosa per crescere e veder crescere.

 


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