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Giornale di Taranto - Giornalista1

di Ingrid Iaci
Oggi, per il terzo giorno consecutivo, nessun contagio in Cina.

Una speranza in più per l’Italia che guarda ancora da molto lontano questi risultati.

Sempre in Cina, già da ieri non è più obbligatorio l’uso della mascherina, ma la popolazione continua ad indossarla, tranne che nei ristoranti. 

Non ci sono più contagi interni, solo quelli di “ritorno” e a Pechino, nonostante la tregua dal virus, il governo non consente ancora l’atterraggio di aerei provenienti dall’estero.

Ma per le strade, nei parchi, tutta la popolazione continua ad indossare i dispositivi di protezione individuale perché troppo fresco il ricordo dell’isolamento e la memoria dei cari persi.

Dagli amici orientali, provati dal nostro stesso dramma, arriva sempre il solito invito, che ormai risuona come un mantra: #iorestoacasa.

Intanto, sempre dalla Cina, una notizia tutta da approfondire.

Sono stati presentati i primi risultati di uno studio scientifico condotto dalla Southern University of Science and Technology di Shenzhen, secondo cui “il gruppo sanguigno A presenta un rischio significativamente più elevato di Covid-19 rispetto ai gruppi non A. Mentre i soggetti di gruppo 0 hanno un rischio significativamente più basso per la malattia infettiva".  La differenza potrebbe essere spiegata da alcuni anticorpi nel sangue, ma sono necessari ulteriori studi.

I ricercatori sono arrivati ​​a questa conclusione dopo aver analizzato campioni di sangue di 2.173 pazienti con Covid-19 in tre ospedali nelle città cinesi di Shenzhen e di Wuhan, primo epicentro dell'epidemia. (Fonte Adnkronos)

 "Pur in una situazione davvero molto difficile quale quella del Coronavirus, stamattina c’è almeno una piccola notizia positiva e cioè che i tre tamponi fatti a Castellaneta che sono risultati inizialmente dubbi, sono stati ora accertati  come negativi". Lo dice il sindaco di Castellaneta, che è anche presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, dopo il caso scoppiato ieri all’ospedale cittadino San Pio dove un dirigente medico di Medicina, positivo al Coronavirus e ora ricoverato all’ospedale Moscati di Taranto, ha contagiato diversi altri colleghi, tra cui tre primari, e altri operatori sanitari. "In prima battuta - aggiunge all'AGI Gugliotti - sono stati effettuati 54 tamponi nei confronti di tutti coloro che sono stati a stretto contatto col medico in questione. Di questi, 44 sono risultati negativi, 7 positivi e 3 dubbi. Adesso su questi 3 dubbi  si è sciolta la riserva e si è sciolta bene nel senso che i 3 tamponi sono risultati negativi ad un ulteriore approfondimento. Questi sono i dati ufficiali, questi sono i dati che io come sindaco di Castellaneta e autorità sanitaria locale conosco". "Nella giornata di ieri, considerato sia la particolarità di una struttura come l’ospedale, sia il fatto che il medico in questione ha avuto plurimi contatti, sono stati disposti ed effettuati ben 500 tamponi nei confronti di quanti, medici, infermieri, operatori e addetti, ruotano attorno al nosocomio San Pio - dichiara ancora il sindaco di Castellaneta. L'ultimo stock di tamponi è partito ieri sera alla volta dei laboratori che dovranno svolgere gli esami: "Poichè serve un tempo necessario stimato tra le 36 e le 48 ore, dico che solo nella giornata di oggi e via via a seguire nelle ore successive, sino a domani, potremo avere il quadro vero della situazione e capire se e quanti contagi effettivi ci sono stati".

 

A Castellaneta c’e molta preoccupazione e la capisco, circolano anche numeri riferiti ad un maggior numero di tamponi positivi - commenta Gugliotti -, ma atteniamoci alle comunicazioni ufficiali, ai dati forniti dalle autorità, perché il momento è già molto complicato”. Gugliotti aggiunge che l’ospedale di Castellaneta “sia pure a ritmo ridotto, sta continuando a funzionare. I tre primari risultati positivi ai controlli sono ovviamente in quarantena. Mi risulta che in reparti come Pediatria, il cui responsabile è risultato contagiato, non stiano più prendendo nuovi ricoveri ma tengono comunque i piccoli che sono già in reparto”. Circa la decisione di attrezzare ad ospedale Covid 19 tutto il Moscati di Taranto, mettendo da parte la soluzione iniziale che vedeva il Moscati struttura Covid e gli ospedali di Grottaglie, Massafra e Mottola come post Covid o post acuzie, Gugliotti, anche in veste di presidente della Provincia di Taranto, sostiene che “ci si va preparando nella eventualità, che speriamo che non si verifichi, che si tocchi un picco di contagi tra fine mese d inizio di aprile”. Infatti, l’Asl Taranto ha già deciso che i primi reparti ad essere trasferiti dal Moscati saranno Oncologia, che andrà nella casa di cura Villa Verde a Taranto, ed Ematologia, che andrà nella casa di cura D’Amore sempre a Taranto. Si tratta di cliniche accreditate col Servizio sanitario nazionale. Spostamenti in arrivo - ma in altri ospedali del territorio tra cui Taranto-Santissima Annunziata, Martina Franca e Manduria - anche per altri reparti del Moscati come Otororino e Oculistica. In quanto al medico di Castellaneta che si ritiene abbia contagiato i suoi colleghi dopo essere andato ai primi di marzo in Lombardia e non dichiarando, al suo rientro, di avere già i sintomi del Coroanvirus, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha segnalato il caso alla Procura di Taranto perché accerti eventuali profili di responsabilità, mentre, su disposizione della Regione, l’Asl Taranto potrebbe aprire un procedimento disciplinare. Ma la moglie del medico, oggi in una intervista a “Nuovo Quotidiano”, dichiara: “Mio marito da tempo non si sposta dalla Puglia. Questa storia è surreale. Ha seguito le regole e quando aveva la febbre, ha mendicato un tampone che gli è stato negato. Rischia la vita - ha affermato la moglie del medico in questione - e gli hanno scaraventato addosso responsabilità che non ha". 

Chiuso a Taranto dai Carabinieri un bar del quartiere Tamburi. I Carabinieri sono intervenuti perché insospettiti da un anomalo via vai. Hanno così effettuato un’attività di osservazione scoprendo che, l’esercizio era apparentemente chiuso, a causa della saracinesca abbassata, ma in realtà era attivo e all’interno c’erano diversi avventori intenti a consumare bevande alcoliche nonostante le restrizioni anticontagio. Clienti ed esercente sono stati denunciati dai Carabinieri ed il bar è stato immediatamente chiuso. 

L’ospedale Moscati di Taranto sarà l’hub della provincia di Taranto per la gestione dei casi positivi di coronavirus. Lo ha annunciato stasera l’assessore della Regione Puglia, Cosimo Borraccino, aggiungendo che oltre a trasferire Oncologia alla clinica Villa Verde ed Ematologia alla clinica D’Amore, ci saranno ulteriori trasferimenti di reparti. Questo per ridurre i rischi di contagi ed avere più spazi a disposizione per il coronavirus al Moscati in previsione che i casi a Taranto e provincia crescano.

   “Si tratta di provvedimenti temporanei”, ha detto Borraccino. Infatti, sempre al Moscati l’Otorino sarà portata al Santissima Annunziata di Taranto, in Chirurgia, mentre l’Oculistica sarà allocata nei reparti degli ospedali di Manduria, Castellaneta e Martina Franca. Questo per gestire tutto al Moscati, ha precisato Borraccino. Anche i pazienti Covid-19 che escono dal reparto Infettivi o dalla Pneumologia perché hanno superato la fase critica, “non andranno più - ha sostenuto l’assessore della Regione Puglia - a Grottaglie o a Massafra ma saranno tenuti all’interno degli spazi che si renderanno liberi all’interno del Moscati di Taranto. Nella eventualità che dovessero rendersi necessari ulteriori spazi, si userà l’ospedale di Mottola che è libero e non c’è il rischio di contagi. Non è un cambio di strategia ma la stiamo modulando in base alle necessità per affrontare al meglio la situazione”. 

   Lunedì scorso infatti la Regione Puglia aveva annunciato per l'area tarantina il Moscati come struttura Covid e gli ospedali di Grottaglie, Massafra e Mottola per il post Covid o post acuzie. 

Sono 24.000 i controlli effettuati su lavoratori diretti ArcelorMittal e dell’appalto siderurgico, risultati tutti negativi. Lo dichiara il sindacato Usb dopo l’incontro di ieri mattina con l’azienda per un punto di situazione. “Le 3.600 presenze in azienda - afferma Usb con riferimento al siderurgico di Taranto - scenderanno a 3.000 nei prossimi giorni. Chiesta intanto la cassa integrazione per Covid -19 per 5.000 diretti. E arriva domani primo stock di mascherine. Per la sanificazione degli ambienti rileviamo ancora situazioni da attenzionare”. I 24.000 controlli, dichiara Usb, sono stati “eseguiti, con l’ausilio del termoscanner, su dipendenti diretti e dell’appalto in entrata” e “fortunatamente non si registrano casi di lavoratori con temperatura corporea superiore alla norma. Monitorati, per diversi giorni consecutivi, 3.800 lavoratori diretti e circa 2.000 dell’appalto”. Usb annuncia che ArcelorMittal oggi ha riferito “che le presenze in fabbrica, al momento sulle 3.600 unità in totale, diminuiranno nei prossimi giorni fino a raggiungere le 3.000. Ciò - si spiega - in conseguenza alla fermata degli impianti al momento ancora in attività”. In particolare, aggiunge Usb, “l’ultima colata dell’altoforno 2 è avvenuta tra il secondo ed il terzo turno, mentre acciaieria 1 si fermerà con l’ultima colata da spillare prevista nel secondo turno di lunedì”. “Altra comunicazione importante - dichiara ancora Usb - quella che riguarda la richiesta di cassa integrazione fatta da ArcelorMittal per 5.000 lavoratori. Presumibilmente, si partirà dall’1 aprile. Usb ha chiesto la copertura integrale per tutti degli ammortizzatori sociali. A fronte della richiesta avanzata dal nostro sindacato, l’azienda si dice disponibile a farsi carico dei numeri aggiuntivi ai 5.000”. Infine Usb annuncia che sono “diversi gli incontri già programmati tra con le ditte dell’appalto. Con quasi tutte - si afferma -, si è convenuto di chiedere la cassa integrazione per la totalità dei lavoratori, ipotizzando all’inizio l’attivazione per una percentuale che va dal 30 al 40% per poi estenderla alla restante parte”.

Intanto la Film Cisl insiste sulla necessità di ridurre ancora di più l’attività all’interno dello stabilimento.

“Continuiamo a chiedere di diminuire le attività e di conseguenza la presenza dei lavoratori in azienda”. La richiesta è dovuta al Coronavirus. “In merito al decreto Covid 19 emanato dalla presidenza del Consiglio e sulla richiesta dell’utilizzo della cassa integrazione in deroga, l’azienda - afferma la Fim Cisl - ha comunicato,su richiesta delle organizzazioni sindacali, che tra lunedì e martedì sarà inviata comunicazione di sospensione dell’avvio della proroga di cassa integrazione ordinaria in quanto sarà fatta richiesta di attuare lo strumento previsto dal decreto legge “Cura Italia” per circa 5000 lavoratori”.

 

-“Si conferma la fermata di altoforno 2 - afferma ancora la Fim Cisl - a seguito delle ultime operazioni nel turno di notte così come concordato con il custode giudiziario”. La Fim Cisl annuncia che “l’acciaieria 1 si fermerà nella giornata di lunedì per consentire le operazioni di messa in sicurezza ed effettuerà l’ultima colata nel secondo turno del 23 marzo. Abbiamo chiesto per lunedì - esplicita la Fim Cisl - un incontro dedito con le rsu di acciaieria 1 e di altoforno per avere tutti i dettagli rispetto alle fermate”. Infine anche la Fim Cisl dichiara che per “le mascherine, è previsto l’arrivo di un primo stock e inoltre  lunedì arriverà un ulteriore stock di 12000 pezzi.Siamo in attesa di avere chiarimenti e riscontri operativi per attivare a tutti gli effetti la procedura di utilizzo di “Congedi parentali e legge 104” - conclude la Fim Cisl -.  Il prossimo incontro è previsto martedì 24”.

Primo caso positivo al coronavirus anche a Martina Franca. Lo annunciato ieri sera il Comune del Tarantino, precisando che il direttore sanitario del presidio ospedaliero Valle d’Itria, Gianfranco Malagnino, ha comunicato al sindaco Franco Ancona che dei due tamponi effettuati, uno è risultato positivo. Per il paziente sono state attivate le procedure previste dal dipartimento di Prevenzione Asl Taranto “al fine di individuare i contatti avuti dal paziente nei giorni scorsi”.

   E  ieri, anche per i contagi che si sono riscontrati nell’ospedale San Pio di Castellaneta, i casi di coronavirus nel Tarantino, secondo i dati della Regione Puglia, sono saliti a 33 dall’inizio dell’epidemia, 10 casi soltanto ieri. 

Intanto sempre Comune di Martina Franca (Taranto) è partita ieri la distribuzione delle mascherine a domicilio contro il coronavirus. Lo annuncia il sindaco Franco Ancona. I volontari di Protezione Civile, in divisa e con tesserino rilasciato dal Comune, hanno iniziato nel pomeriggio la distribuzione domiciliare partendo dalle zone Carmine e Montetullio. Da domani - si annuncia - saranno raggiunte le altre zone della città e i punti commerciali di maggiore affluenza di persone. Contestualmente è partita la distribuzione nell’agro di Martina Franca, consegnando le mascherine nei punti commerciali aperti ai sensi del Dpcm dell’11 marzo scorso. Viene comunicato che le forniture in corso verranno reintegrate nei prossimi giorni, “e si invitano i cittadini prenderne una per famiglia, a non creare assembramenti durante il ritiro e a mantenere la distanza di sicurezza di un metro gli uni dagli altri.

   “E’ importante ricordare - afferma il Comune di Martina Franca - che non si tratta di un Dispositivo di Protezione Individuale (Dpi) ma di una mascherina di cotone lavabile (si consiglia di lavarla al primo utilizzo) da indossare quando si esce di casa che può ridurre la diffusione del contagio pur essendo priva di marcatura CE”. “Avere in dotazione la mascherina non vi deve autorizzare ad uscire se non per vera necessità - ha dichiarato il sindaco Ancona - Mi rivolgo a tutti i cittadini, ma soprattutto ai nostri anziani: moltissimi negozianti si sono organizzati per portarvi a casa la spesa, sul sito del Comune è disponibile l’elenco delle attività che forniscono questo servizio. Dobbiamo, tutti, restare a casa perché è l’unico modo che abbiamo per contenere i contagi”.

(foto di Giampiero Santoro)

Si susseguono le donazioni delle aziende per far fronte all’emergenza Coronavirus. La Castiglia, azienda di Massafra (Taranto), che opera nel settore e della logistica, ha annunciato di aver devoluto 30mila euro a favore della Regione Puglia per le misure sul fronte Covid 19, 30mila euro a favore dell’Asl Taranto affinché potenzi le strutture sanitarie che la Regione Puglia ha individuato per l’assistenza Covid e post Covid, 30mila euro per l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, che è una delle strutture pugliesi che si occupa dei casi Coronavirus, e infine 5mila euro per la raccolta “GoFundMe” per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Taranto. Inoltre, poiché l’azienda opera nel campo dei servizi di pubblica utilità, si annuncia che per il personale Castiglia è stata stipulata una polizza assicurativa contro eventuali rischi di contagio da Coronavirus. Questo per garantire “tutele assistenziali ed economiche suppletive”. E un’altra società, Lifebrain, oggi ha dichiarato di essere “in prima linea nella lotta contro il Covid-19”. Il più network di medicina di laboratorio in Italia - presente anche in Puglia, a Lecce, con oltre 300 centri sul territorio e più di 6 milioni di pazienti assistiti ogni anno - ha effettuato una donazione di 100 mila euro per due istituti romani impegnati nella lotta al Coronavirus: 50mila euro a favore dell’Istituto Lazzaro Spallanzani e 50mila euro a favore del Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Le donazioni sono volte a sostenere i reparti maggiormente colpiti dall’emergenza e, in particolare, la donazione al Policlinico Gemelli è finalizzata a finanziare il nuovo centro dedicato alla cura del Covid-19. Il Gruppo Lifebrain, controllato al 96 per cento dal fondo Investindustrial, ha una presenza capillare sul territorio italiano con i suoi centri di analisi cliniche.

(foto BergamoNews)

A seguito dei casi positivi al coronavirus registrati oggi nell’ospedale San Pio di Castellaneta (Taranto), oggi stesso sono stati effettuati 500 test a tutto il personale sanitario, ausiliari, esterni (associazioni che gravitano attorno all'ospedale) e pazienti. I riscontri si avranno entro 36/48 ore. L'operatività dell'ospedale San Pio è garantita, seppure alcuni reparti come ostetricia e ginecologia non accettano ricoveri e gestiscono solo i degenti. In un messaggio, il sindaco di Castellaneta, che è anche presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, dichiara che oggi c’è stata una riunione nella direzione sanitaria dell’ospedale, presenti tutti i primari e il direttore della struttura, “fatta eccezione per i tre risultati positivi”. Quest’ultimi contagiati dal dirigente medico dello stesso ospedale che ha innescato tutti gli altri casi. 

   I primari di Chirurgia, Ostetricia e ginecologia e Pediatria sono “ovviamente in quarantena”, ha precisato il sindaco. “Sono stati ultimati quasi 500 campioni, spedita stasera l’ultima tranche. È una quantità importante di tamponi - ha detto il sindaco di Castellaneta - e speriamo ovviamente che siano tutti negativi. Con i diversi primari, si è discusso del funzionamento dei vari reparti che si sta cercando di garantire, sia pure a scartamento ridotto. Il personale sta cercando di garantire il funzionamento dei diversi reparti”. “È il momento di ringraziare tutto il personale sanitario, io sono stato con loro da stamattina, stanno lavorando con turni stressanti e in una situazione molto delicata - ha dichiarato Gugliotti - Al personale sanitario va aggiunto quello dei diversi volontari e del personale addetto alle pulizie. Anche loro rischiano la loro salute per garantire a noi e al resto della cittadinanza la possibilità di curarsi al meglio. A loro va il sentito grazie di tutta la cittadinanza di Castellaneta”. “È importante restare a casa - ha concluso il sindaco -, abbiamo toccato con mano cosa può succedere se si si abbassa la guardia. Qualora non fossimo attenti a rispettare con precisione le indicazioni delle autorità, si può cadere nel baratro”. 

Oggi 103 nuovi casi di contagio da coronavirus in Puglia, stando ai dati forniti dalla Regione Puglia. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro, informa che oggi sono stati effettuati 743 test in tutta la regione per l’infezione Covid-19 e sono risultati positivi appunto in 103, così suddivisi: 28 nella provincia di Bari; 4 nella provincia BAT (Barletta-Andria-Trani); 9 nella provincia di Brindisi; 29 nella provincia di Foggia; 17 nella provincia di Lecce; 10 in quella di Taranto. Inoltre 1 attribuito a residente fuori regione; 5 per i quali è in corso l’attribuzione della relativa provincia.    Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 4.789 test. Il totale dei casi positivi Covid-19 in Puglia è di 581, così divisi: 165 nella provincia di Bari; 30 nella provincia di BAT, 84 nella Provincia di Brindisi; 163 nella Provincia di Foggia; 88 nella Provincia di Lecce; 33 nella Provincia di Taranto; 11 attribuiti a residenti fuori regione; 7 per i quali è in corso l’attribuzione della relativa provincia. 

Con un provvedimento firmato dal direttore generale Asl Taranto, Stefano Rossi, sanitario, Vito Gregorio Colacicco, e amministrativo, Andrea Chiari, sono stati disposti il trasferimento del reparto di Oncologia dall’ospedale Moscati di Taranto alla casa di cura Villa Verde da domenica prossima e del reparto di Ematologia dall’ospedale Moscati di Taranto alla casa di cura D’Amore. Entrambe le cliniche private - accreditate col Servizio sanitario nazionale - sono a Taranto. Il trasferimento è adottato “considerato che l’evolversi della situazione epidemiologica e l’incremento dei ricoveri  e dei controlli finalizzati all’accertamento, alla prevenzione e alla cura del contagio Covid 19,richiede l’adozione di immediate d urgenti misure necessarie ad evitare il diffondersi del contagio da Coronavirus”.

Al Moscati di Taranto, nella zona di Taranto Nord, sono infatti ubicati sia il reparto Infettivi che la Rianimazione dove vengono ricoverati i casi più critici di Coronavirus

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