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Giornale di Taranto - Giornalista1

 “In base agli esiti degli accertamenti disposti” il prefetto di Taranto, per il siderurgico ArcelorMittal, “non esclude di dover procedere alla sospensione dell’attività produttiva” in base all’articolo 1 della lettera G del Dpcm 22 marzo 2020. A tale sospensione, precisa, “conseguirà analogo provvedimento per le imprese dell’indotto”. Lo scrive il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, ai ministeri Interno, Sviluppo economico e Lavoro, nonché alla Regione Puglia, in merito alla ex Ilva di Taranto. 

 Il prefetto scrive che “particolare rilievo assume la comunicazione prodotta dalla società ArcelorMittal, gestore degli impianti ex Ilva, con la quale ha sostenuto, in relazione alla tipologia di impianto connotato da ciclo continuo, la legittimità della prosecuzione dell’attivita produttiva che al momento impiega circa 4.000 dipendenti (50 per cento dell’ordinaria forza lavoro).  Collegate alla continuità della ex Ilva le comunicazioni fatte pervenire da alcune aziende dell’indotto”. Il prefetto annuncia di aver incaricato i Vigili del Fuoco “per una valutazione tecnica sualla effettiva necessità di mantenere la produzione attuale, quale misura indispensabile per non compromettere la sicurezza e la funzionalità degli impianti”. 

La decisione avverrà domani. 

“Il prefetto - hanno dichiarato Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb che questa sera sono stati in call conference- ha ribadito che un eventuale assetto di marcia sarà consentito solo per preservare gli impianti insieme alla incolumità dei lavoratori”.     

“Per quanto ci riguarda - sostengono le federazioni metalmeccaniche - la salute dei lavoratori e delle loro famiglie viene prima della produzione”. I sindacati affermano di aver “ribadito le ragioni delle nostre richieste ovvero un assetto di marcia a minimo di regime (salvaguardia impianti) ed inoltre la necessità dello stesso trattamento per i lavoratori delle ditte dell’appalto”. Il prefetto, specificano i sindacati, “ha preso atto delle nostre rivendicazioni compreso l’abuso delle comandate allargate”. 

Si è riunita oggi in videoconferenza l'assemblea dei sindaci ionici in seno ad Asl, per discutere dello stato dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 ed altre questioni operative ad essa correlata, nonché delle ultime circolari del Ministero della Salute e soprattutto delle misure che l'azienda sanitaria locale sta ponendo in essere per contenere per quanto possibile accadimenti come quelli dell'Ospedale San Pio. 

I sindaci hanno potuto fare anche il punto con il Direttore Generale Stefano Rossi ed i suoi collaboratori sul riordino dei posti letto provinciali deputati al trattamento della fase acuta e post acuta, in particolare sull'organizzazione dell'hub allestito presso l'Ospedale G. Moscati, che dovrebbe essere oggetto del redigendo piano regionale per l'emergenza coronavirus. 

Inoltre, gli amministratori ionici hanno espresso nuovamente l'esigenza di ricevere dati puntuali e dettagliati sui numeri delle quarantene e dei contagi, comune per comune, al fine di modulare al meglio i controlli di polizia locale e il sostegno del proprio sistema di welfare, garantendo una effettiva prossimità ai propri cittadini, specie i più fragili. 

Infine, la conferenza dei sindaci è tornata a sensibilizzare la struttura dello Spesal con riguardo ai controlli presso opifici e imprese della Provincia di Taranto ritenuti essenziali, ma che occupano quotidianamente una grande massa di lavoratori per turno. 

A conclusione del lungo confronto, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, in qualità di presidente della conferenza Asl ha potuto dichiarare: «Avevamo bisogno di questo confronto approfondito, a tratti anche aspro. I sindaci non possono essere chiamati solo in termini di responsabilità e prestazioni, senza essere preventivamente messi al corrente correttamente dei dati e delle decisioni organizzative che impattano su ogni comunità. Non di meno, siamo molto soddisfatti per come praticamente la macchina stia funzionando nell'area ionica, finora i numeri sono sotto controllo, affrontiamo tutti insieme con fiducia il momento di picco, ormai prossimo, restando tutti disciplinati rispetto alle vigenti norme statali, regionali e comunali. Siamo infinitamente grati al personale sanitario per l'encomiabile sacrificio, vogliamo poter sostenere tutti gli operatori al meglio». 

 

#iorestoacasa, le ordinanze sindacali funzionano

 

I controlli condotti dalla Polizia Locale, dopo la necessaria serrata disposta dal sindaco Rinaldo Melucci, restituiscono l’immagine di una città concentrata a rispettare le regole. Gli agenti del comandante Michele Matichecchia, infatti, negli ultimi due giorni hanno controllato 250 persone, denunciandone due perché circolanti senza adeguati motivi, e 28 esercizi commerciali su segnalazione, senza rilevare violazioni di nessun genere.

Oltre quanto descritto, la Polizia Locale ha anche verificato l’attività di 10 pizzerie, riscontrando come tutte fossero operative solo con consegna a domicilio. Controlli sono stati effettuati anche in quasi tutte le catene di supermercati, per verificare in particolare il rispetto della chiusura domenicale, e in una decina di distributori automatici “H24”, la cui chiusura totale è stata disposta con ordinanza: non sono state riscontrate violazioni.

Anche nei parchi cittadini, chiusi da diversi giorni, non è stata riscontrata la presenza di cittadini in violazione delle disposizioni, così come non sono stati rilevati assembramenti di nessun tipo.

Gli unici esercizi aperti domenica sono risultate le farmacie di turno.

 

 

Servizi Sociali, cresce la rete del volontariato

 

Il sindaco Rinaldo Melucci, tra le azioni poste in essere per affrontare le difficoltà dell’emergenza Coronavirus, ha spinto affinché fossero messe in rete tutte le energie delle associazioni che stanno dando grande supporto alla parte più fragile della città. L’obiettivo è quello di migliorare il coordinamento già efficace con l’assessorato ai Servizi Sociali, in particolare per il volontariato locale impegnato nei servizi di spesa e farmaco a domicilio.

A tal proposito, in collegamento tramite videoconferenza l’assessore competente Gabriella Ficocelli e il presidente del CSV Francesco Riondino hanno valutato e analizzato gli aspetti del volontariato tarantino, realtà per realtà, condividendo il vademecum elaborato da Riondino e dalla direttrice del CSV Camilla Lazzoni, destinato a tutti i volontari (anche privati cittadini opportunamente autorizzati) che si sono affiancati fin da subito al Segretariato Sociale e alla Polizia Municipale attraverso la Protezione Civile.

«Nella delicatezza e nella confusione del momento che stiamo vivendo – ha commentato l’assessore Ficocelli –, dobbiamo necessariamente cercare di gestire le emergenze con punti fermi, confrontandoci anche con il CSV, che riconosco come voce autorevole che da sempre ha rapporti con tutte le realtà associative del territorio, fungendo da punto di riferimento del mondo associativo e del Terzo Settore. Ringrazio il presidente Riondino per il consueto supporto all'amministrazione Melucci».

Si è riunita oggi in videoconferenza l'assemblea dei sindaci ionici in seno ad Asl, per discutere dello stato dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 ed altre questioni operative ad essa correlata, nonché delle ultime circolari del Ministero della Salute e soprattutto delle misure che l'azienda sanitaria locale sta ponendo in essere per contenere per quanto possibile accadimenti come quelli dell'Ospedale San Pio. 

I sindaci hanno potuto fare anche il punto con il Direttore Generale Stefano Rossi ed i suoi collaboratori sul riordino dei posti letto provinciali deputati al trattamento della fase acuta e post acuta, in particolare sull'organizzazione dell'hub allestito presso l'Ospedale G. Moscati, che dovrebbe essere oggetto del redigendo piano regionale per l'emergenza coronavirus. 

Inoltre, gli amministratori ionici hanno espresso nuovamente l'esigenza di ricevere dati puntuali e dettagliati sui numeri delle quarantene e dei contagi, comune per comune, al fine di modulare al meglio i controlli di polizia locale e il sostegno del proprio sistema di welfare, garantendo una effettiva prossimità ai propri cittadini, specie i più fragili. 

Infine, la conferenza dei sindaci è tornata a sensibilizzare la struttura dello Spesal con riguardo ai controlli presso opifici e imprese della Provincia di Taranto ritenuti essenziali, ma che occupano quotidianamente una grande massa di lavoratori per turno. 

A conclusione del lungo confronto, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, in qualità di presidente della conferenza Asl ha potuto dichiarare: «Avevamo bisogno di questo confronto approfondito, a tratti anche aspro. I sindaci non possono essere chiamati solo in termini di responsabilità e prestazioni, senza essere preventivamente messi al corrente correttamente dei dati e delle decisioni organizzative che impattano su ogni comunità. Non di meno, siamo molto soddisfatti per come praticamente la macchina stia funzionando nell'area ionica, finora i numeri sono sotto controllo, affrontiamo tutti insieme con fiducia il momento di picco, ormai prossimo, restando tutti disciplinati rispetto alle vigenti norme statali, regionali e comunali. Siamo infinitamente grati al personale sanitario per l'encomiabile sacrificio, vogliamo poter sostenere tutti gli operatori al meglio». 

 

#iorestoacasa, le ordinanze sindacali funzionano

 

I controlli condotti dalla Polizia Locale, dopo la necessaria serrata disposta dal sindaco Rinaldo Melucci, restituiscono l’immagine di una città concentrata a rispettare le regole. Gli agenti del comandante Michele Matichecchia, infatti, negli ultimi due giorni hanno controllato 250 persone, denunciandone due perché circolanti senza adeguati motivi, e 28 esercizi commerciali su segnalazione, senza rilevare violazioni di nessun genere.

Oltre quanto descritto, la Polizia Locale ha anche verificato l’attività di 10 pizzerie, riscontrando come tutte fossero operative solo con consegna a domicilio. Controlli sono stati effettuati anche in quasi tutte le catene di supermercati, per verificare in particolare il rispetto della chiusura domenicale, e in una decina di distributori automatici “H24”, la cui chiusura totale è stata disposta con ordinanza: non sono state riscontrate violazioni.

Anche nei parchi cittadini, chiusi da diversi giorni, non è stata riscontrata la presenza di cittadini in violazione delle disposizioni, così come non sono stati rilevati assembramenti di nessun tipo.

Gli unici esercizi aperti domenica sono risultate le farmacie di turno.

 

 

Servizi Sociali, cresce la rete del volontariato

 

Il sindaco Rinaldo Melucci, tra le azioni poste in essere per affrontare le difficoltà dell’emergenza Coronavirus, ha spinto affinché fossero messe in rete tutte le energie delle associazioni che stanno dando grande supporto alla parte più fragile della città. L’obiettivo è quello di migliorare il coordinamento già efficace con l’assessorato ai Servizi Sociali, in particolare per il volontariato locale impegnato nei servizi di spesa e farmaco a domicilio.

A tal proposito, in collegamento tramite videoconferenza l’assessore competente Gabriella Ficocelli e il presidente del CSV Francesco Riondino hanno valutato e analizzato gli aspetti del volontariato tarantino, realtà per realtà, condividendo il vademecum elaborato da Riondino e dalla direttrice del CSV Camilla Lazzoni, destinato a tutti i volontari (anche privati cittadini opportunamente autorizzati) che si sono affiancati fin da subito al Segretariato Sociale e alla Polizia Municipale attraverso la Protezione Civile.

«Nella delicatezza e nella confusione del momento che stiamo vivendo – ha commentato l’assessore Ficocelli –, dobbiamo necessariamente cercare di gestire le emergenze con punti fermi, confrontandoci anche con il CSV, che riconosco come voce autorevole che da sempre ha rapporti con tutte le realtà associative del territorio, fungendo da punto di riferimento del mondo associativo e del Terzo Settore. Ringrazio il presidente Riondino per il consueto supporto all'amministrazione Melucci».

Oggi in Puglia sono stati registrati 7 decessi per contagio da coronavirus: 3 nella provincia di Bari, 3 nella provincia di Foggia, 1 nella provincia di Lecce. In totale sono 38 le persone decedute in regione. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 7.345 test. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 1.005, così divisi: 304 nella Provincia di Bari; 62 Bat; 103 Brindisi; 255 Foggia; 161 Lecce; 51 Taranto; 15 attribuiti a residenti fuori regione; 54 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia. 

Sono in arrivo in Puglia in queste ore 2800 kit per il test rapido per verificare la presenza di coronavirus tra gli operatori sanitari: ne ha dato notizia  Antonio Delvino, direttore generale dell’IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, la struttura da cui partirà la sperimentazione. "Il test rapido utilizza un metodo colorimetrico, con un prelievo capillare attraverso la puntura del polpastrello - ha spiegao Delvino - in 30 minuti dal prelievo consente di rilevare se sono presenti anticorpi anticoronavirus nelle due tipologie: immunoglobuline M, che marcano la risposta immunitaria precoce, e immunoglobuline G che marcano la risposta immunitaria successiva”. “Le prime evidenze scientifiche ci dicono che le immunoglobuline M compaiono tre/cinque giorni dopo il contagio - ha aggiunto - quindi una positività è molto suggestiva della presenza nell’organismo del coronavirus; le immunoglobuline G starebbero a indicare in soggetti non sintomatici l’avvenuto contatto con il virus ed il superamento dello stesso. Stiamo percorrendo tutte le strade possibili mettendo in campo le competenze diffuse in questo caso nella ricerca per affrontare una situazione tutt’altro che convenzionale. In tale ottica intendiamo verificare se questa sperimentazione rigorosamente controllata può dare un contributo alla gestione dell’epidemia”. 

di Ingrid Iaci

In queste ore è al vaglio del Consiglio dei Ministri, la bozza del decreto anti coronavirus, che prevede multe fino a 4 mila euro per chi esce di casa senza comprovate esigenze lavorative, di necessità o motivi di salute; l’uso dei militari per far rispettare le misure di contenimento anti contagio e la possibilità di prorogare i divieti sugli spostamenti fino al 31 luglio (data questa indicata astrattamente il 31 gennaio scorso come fine emergenza).

Ironia della sorte, questo inasprimento sanzionatorio arriva proprio nel secondo giorno in cui il numero dei contagi sembra concederci un prudente sospiro di sollievo. E a svegliarci dall’incantesimo, anche  il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli ci dice che con tutta evidenza “i dati in nostro possesso sono del tutto distanti dalla realtà dei fatti. È molto probabile, infatti,  che i contagi certificati non siano i 63.000 che conosciamo ma almeno 10 volte tanto.” 

Sempre nella giornata di oggi, la notizia della positività al virus del commissario incaricato dalla Regione Lombardia per l’emergenza Covid-19, Guido Bertolaso, a dimostrazione del fatto che il virus non risparmia davvero nessuno, nemmeno chi, si presume, adotti con attenzione tutte le precauzioni possibili.

E poi un’altra avvertenza dal mondo scientifico: se anche i numeri dovessero migliorare, guai ad abbassare la guardia perché come in tutte le influenze, la ricaduta potrà essere peggiore della malattia in prima battuta.

Intanto la situazione resta molto disomogenea su tutto lo stivale. Ogni regione ha una sua tempistica del contagio e, quindi, se in Lombardia l’andatura dell’epidemia sembra essere esplosa, nel sud, invece, il contagio sembrerebbe, almeno per il momento, più contenuto. Nonostante questa considerazione, proprio su questo punto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, riferisce che nella nostra regione ci stiamo avvicinando comunque alla saturazione del sistema sanitario. E senza mezzi termini denuncia che “la Protezione Civile, in Puglia, non ha mandato nulla e non ci sono più dispositivi di protezione individuale disponibili.

Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, abbiamo raddoppiato i posti in terapia intensiva, ma, per esempio, non possiamo fare più di 800/900 tamponi al giorno perché non abbiamo i reagenti. I reagenti sono stati fatti convergere tutti in Lombardia!”

Alle proteste di Emiliano ha risposto Alessandra Zampa, sottosegretario alla Salute: ”siamo consapevoli. La Puglia riceverà quanto promesso.”

Inoltre Emiliano ha sollevato un ulteriore problema relativo ai viaggi di quelle migliaia di pugliesi che hanno preferito rientrare nei paesi d’origine. Tra di essi, numerosi operai che con la chiusura delle fabbriche e dei cantieri, purtroppo, si sono ritrovati senza casa senza lavoro e ora, in base al recente decreto Chiudi Italia, impossibilitati anche a rientrare nella loro regione. Occorrerà quindi prevedere, anche per loro, una soluzione possibile.

 “ArcelorMittal ha fatto richiesta al prefetto di Taranto di prosecuzione di attività”. Lo dichiara ad AGI il segretario Cisl Taranto, Antonio Castellucci, dopo il confronto che le stesse confederazioni hanno avuto in call conference col prefetto. “In base alla istanza arrivata da Mittal, il prefetto sta ora valutando quello che bisogna fare” aggiunge Castellucci, che rammenta che sia il sindaco di Taranto che i sindacati metalmeccanici hanno chiesto allo stesso prefetto di ridurre ancora nell’ex Ilva sia gli impianti in attività, che le persone al lavoro. Questo al fine di rafforzare le misure preventive anti Coronavirus.

 

“Il prefetto ha manifestato grande sensibilità sul tema e ci è apparso molto deciso e determinato nell’affrontare la questione” osserva il segretario Cisl Taranto. “Abbiamo anche sollevato il problema dei lavoratori dell’indotto-appalto siderurgico, dei dispositivi di protezione che sono molto insufficienti anche rispetto alle stesse attività essenziali - prosegue Castellucci -. Abbiamo detto al prefetto che se la vigilanza come i supermercati sono declinati come attività essenziali, dobbiamo consentire agli operatori di poter lavorare in condizioni sicure. Se non ci sono queste condizioni, è evidente - aggiunge il segretario Cisl - che tutto diviene più complicato sotto il profilo psicologico e del rischio reale. Il prefetto ne è consapevole e ci ha detto che si sta facendo il massimo”. “Col prefetto di Taranto - conclude Castellucci -, si è anche deciso di stabilire un filo diretto rispetto alle questioni del territorio a partire da quelle della sanità che in questo momento diventano più urgenti per la questione Coronavirus”. 

Gli impianti di rifornimento carburanti cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria.

Lo affermano in una nota Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio sottolinenado il fatto che nonostante la drammaticità della situazione oltre 100.000 gestori in tutta Italia hanno finora assicurato la distribuzione di carburante. 

    "In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone, oltre 100.000 in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone. 100.000 persone che hanno continuato a fare il loro lavoro (ridotto mediamente dell’85%) a rischio della propria incolumità e mettendo in pericolo la propria salute, presidiando fisicamente il territorio, rimanendo dove sono sempre state e dove ogni cittadino di questo Paese è abituato a trovarle ogni giorno, vale a dire in mezzo alla strada", scrivono nella nota. 

 

"E forse, proprio per questa ragione, queste 100.000 persone risultano essere letteralmente invisibili, presenza data per scontata, indegna persino di quella citazione che di questi tempi non si nega a nessuno", prosegue la nota.

    "Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi -  proseguono i gestori aderenti a Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio - ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri. Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare. Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria. Correremo il rischio dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio". 

È attivo a Taranto il laboratorio di biologia molecolare dove sarà possibile esaminare i tamponi faringei eseguiti dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asl. Lo annuncia il consigliere regionale della Puglia Michele Mazzarano. “È evidente - dichiara - il vantaggio derivante dalla maggiore celerità con cui verranno diagnosticati i casi di Covid-19, non dovendo più inviare i tamponi a Foggia”. Quello avviato a Taranto, prosegue il consigliere, “è il settimo laboratorio sul territorio regionale dopo quelli di Ospedali Riuniti di Foggia, Istituto Zooprofilattico di Foggia, Policlinico di Bari e quelli di Brindisi, Bat e Lecce già attivi e in via di attivazione. Partirà a breve anche l’Istituto Zooprofillatico di Putignano”. “Nella guerra al virus - afferma Mazzarano - i tempi sono fondamentali ed è per questo che mi auguro si possa presto annunciare anche l’attivazione in Puglia del test rapido dei tamponi, che potrebbe consentire di eseguirne un numero maggiore e più velocemente”.

Intanto da Castellaneta giungono buone notizie.

“Ho avuto una buona notizia, il risultato del mio tampone al coronavirus è negativo”. Lo dichiara ad AGI il sindaco del Castellaneta e presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti. Questi era stato sottoposto in via precauzionale al tampone avendo avuto, nei giorni scorsi, una serie di contatti ed essendo l’ospedale di Castellaneta, San Pio, una struttura dove si sino verificati alcuni casi di coronavirus che hanno coinvolto medici ed operatori sanitari. Per questo Gugliotti ieri aveva annunciato di essersi messo in isolamento volontario in attesa dell’esito del tampone. “I dati che stanno arrivando sui 500 tamponi effettuati nella giornata di venerdì sul personale dell’ospedale di Castellaneta, ci confortano - ha detto Gugliotti -. Ormai é stato processato circa il 50 per cento dei tamponi, abbiamo quindi un certo indice percentuale e sinora il numero dei casi positivi al coronavirus è stato abbastanza contenuto. La situazione è quindi sotto controllo e ieri sera l’ultimo dato comunicatoci parlava di due casi positivi a fronte di 106 tamponi controllati come ulteriore tranche”.

 Il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, farà una call conference con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil nel pomeriggio di oggi, intorno alle 16. Lo si apprende da fonti sindacali. In discussione le modalità applicative del Dpcm sulle attività produttive con evidenza alla questione ArcelorMittal, la più grande industria dell’area ma anche una delle più grandi del Paese. Al prefetto di Taranto si sono rivolti i sindacati metalmeccanici chiedendo che per lo stabilimento ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, si proceda verso una limitazione ulteriore delle attività produttive e del  numero di lavoratori attualmente impiegati. Un intervento volto a tutelare la salute dei lavoratori ha chiesto anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. 

 

“Sono una settantina le aziende della provincia di Taranto che hanno fatto richiesta alla Prefettura di Taranto di poter continuare la loro attività”. Lo dichiara ad AGI il segretario Uil Taranto, Giancarlo Turi, in merito al Coronavirus. “Non c’è problema a svolgere le attività per le imprese classificate con i codici, mentre va esaminata la questione sia delle aziende strategiche, sia di quelle che, pur non essendo strategiche, si ritengono tuttavia funzionali e correlate all’attività delle strategiche” prosegue Turi.

 

Qui va fatta una valutazione caso per caso”. “Col prefetto di Taranto - prosegue Turi - abbiamo già avuto un primo confronto e gli abbiamo posto il caso di ArcelorMittal. Abbiamo indicato al prefetto di fare un approfondimento specifico con le categorie, in questo caso con i metalmeccanici. Il prefetto ci ha assicurato che lo farà. C’è ovviamente disponibilità del prefetto a vagliare tutte le istanze in un quadro di sicurezza, di tutela della salute e di corretta applicazione della normativa”. I sindacati metalmeccanici chiedono infatti che nell’ex Ilva scattino riduzioni ulteriore di produzione e di presenza del personale. “Col prefetto - aggiunge il segretario Uil - siamo d’accordo anche per fare una conferenza in tempi successivi col direttore generale Asl Taranto per affrontare le questioni che impattano sul sistema sanitario”. 

“Chiedo ad ArcelorMittal di essere in linea con le aspettative, le esigenze e le priorità del territorio in questo momento difficilissimo”. Lo dichiara ad AGI, riferendosi all’azienda siderurgica e alla situazione Coronavirus, il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro. “Quello che vedo è che oggi ArcelorMittal non è in sintonia ma in distonia col territorio” aggiunge Marinaro. “Ieri che si poteva produrre e dare un’accelerazione ai piani di ambientalizzazione della fabbrica a Taranto - dichiara Marinaro -, avevamo ArcelorMittal impegnata in tutt’altro, nel conflitto, anche giudiziario, con le istituzioni locali, col Governo e con Ilva in amministrazione straordinaria. La loro linea era quella del disimpegno.

 

"Oggi che per il Coronavirus non si può produrre, ArcelorMittal vuole invece produrre. Noi chiediamo all’azienda di rapportarsi al territorio”. I sindacati, intanto, sono in attesa della convocazione da parte del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, a cui hanno chiesto di intervenire per ridurre ancora, a scopo di prevenzione dai contagi, sia la produzione che il numero di lavoratori presenti nel siderurgico. Circa l’azione di ArcelorMittal a sostegno delle istituzioni e del Servizio sanitario pubblico così come hanno già fatto diverse aziende, di varia dimensione e tipologia, che hanno messo a disposizione aiuti economici e strumentazioni per la battaglia al Coronavirus, Marinaro dichiara “che al momento non abbiamo segnali. Sembrava che qualcosa volessero farla ma non ci sono riscontri. Devo invece dire che noi abbiamo contattato le nostre aziende, quelle di Confindustria Taranto, a impegnarsi e la loro disponibilità c’è stata, le risposte sono arrivate e stanno arrivando”. 

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