La ripresa delle attività del tavolo interistituzioanle per la risoluzione delle criticità dell’Area jonica e la convocazione di una prossima riunione. E’ questo che chiede il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, da disporre eventualmente immediatamente dopo le ferie estive.
Con una lettera il primo cittadino sollecita al premier la necessità di un incontro per definire alcune tematiche già avviate nel solco delle attività del Tavolo interistituzionale e per delineare nuove strategie a sostegno del territorio.
La palla, adesso, ritorna nella metà campo del governo dal quale il sindaco Stefàno adesso attende ora una risposta ma soprattutto una data certa di convocazione a palazzo Chigi.
C'è la necessità di un esame comparato tra il progetto, redatto dall’Amministrazione provinciale, per la messa in sicurezza della strada Circummarpiccolo ed il progetto del Piano per la tutela e fruibilità della Riserva Naturale Regionale Orientata Palude La Vela e aree contigue. Un'esigenza, questa, avvertita dalla sezione di Taranto del Wwf che ha inviato una lunga lettera sull'argomento al sindaco Stefàno ma anche al commissario della Provincia di Taranto, Mario Tafaro, e alla Regione Puglia nonchè ad un numero imprecisato di addetti ai lavori.
Dopo un lungo excursus che ha portato alle progettazioni in questione, il Wwf Taranto chiede al sindaco Stefàno la verifica della compatibilità tra quanto progettato dall’Amministrazione Provinciale e quanto progettato dall’Amministrazione Comunale per la praticabilità della strada Circummarpiccolo di Taranto; la soluzione della riqualificazione ambientale degli impianti dismessi di maricoltura ex Ajvam s.p.a. per adibirli a sede dell’ecomuseo del Mar Piccolo e del Mar Grande, un sito di interesse regionale da realizzare e da gestire di concerto con il Polo Universitario Jonico e con l’IAMC sezione di Taranto; il rinvaso e l’ambientalizzazione del relitto della Salinella e aree contermini, come chiesto dal Consiglio di Quartiere e prescritto dalla Regione Puglia, con acclusa realizzazione di uno dei “Giardini etnobotanici del Vecchio di Còrico” nell’ambito della città costruita per sperimentare, anche a Taranto, un nuovo modello di vivere il verde tramite la pratica dell’agricoltura urbana e sociale.
A tal proposito, "in spirito collaborativo", il Wwf ha chiesto un incontro al sindaco assicurando, dal canto suo, "una partecipazione ai lavori preparatori del nuovo P.U.G.per ricominciare a pensare ad uno sviluppo diverso della nostra città".
"Quale idea di sviluppo abbiamo in mente per la città di Taranto?". A porsi la domanda è Piero Bitetti, presidente del Consiglio comunale, a una settimana dalla manifestazione indetta da Confindustria Taranto. Un argomento, quello dello sviluppo dell'area ionica, del quale si discute in realtà da diversi anni ma, evidentemente, sottolinea Bitetti, non si è ancora giunti a una sintesi di proposte e progetti capace di suscitare il più ampio consenso possibile tra le forze sociali, le associazioni di rappresentanza del mondo economico, le istituzioni locali".
Secondo il presidente del Consiglio comunale, infatti, la città sembra frastornata "da una discussione lacerante e poco costruttiva. Si è detto – per usare un’espressione di questi giorni – che Taranto è divisa tra chi si schiera per il no a nuovi insediamenti produttivi e chi invece auspica investimenti massicci in settori strategici per l’economia, a prescindere dall’impatto ambientale che essi potrebbero provocare. Credo fermamente - aggiunge Bitetti - che questa rappresentazione, vera o verosimile che sia, non colga a pieno la complessità dei problemi che abbiamo il dovere di affrontare. Taranto deve innanzitutto considerarsi al centro di un’area geografica che possiede straordinarie potenzialità e mi riferisco, ovviamente, al territorio provinciale che da alcuni anni chiamiamo Terra Ionica. Se nel breve periodo – questa è la mia opinione – non possiamo fare a meno del contributo economico e quindi occupazionale assicurato dall’attuale apparato industriale, è pur vero che sono molteplici le possibilità da sfruttare per tratteggiare un futuro diverso. Pensiamo per esempio al polo aerospaziale di Grottaglie, alla catena del freddo, all’insediamento di aziende di trasformazione di fibre di carbonio, al sistema di trasporto intermodale porto-aeroporto che va implementato e posto al servizio dell’intero sistema produttivo provinciale".
Per non parlare della portualità ionica che "ha le carte in regole per fare il salto di qualità, tenendo conto anche che l’area ionica è collocata nel cuore del Mediterraneo, crocevia di imponenti traffici commerciali che coinvolgono a vario titolo paesi africani, mediorientali ed europei. La risorsa mare, che peraltro esprime la principale e innata vocazione cittadina, deve essere valorizzata al meglio ed in quest’ottica risulta decisivo il rilancio della mitilicoltura. La Terra Ionica si distingue inoltre per la qualità delle produzioni enogastronomiche: basti pensare a Ginosa, Laterza, Manduria, Martina Franca. Per non parlare, ma anche questa non è una novità, dell’importanza del nostro patrimonio storico e culturale, fattore essenziale per immaginare una comunità, quella ionica appunto, capace anche di ben figurare in ambito turistico. È su questi temi - conclude Piero Bitetti - che, probabilmente, andrebbe concentrata la nostra attenzione, uscendo dalla palude di una contrapposizione spesso sterile e troppo ideologicamente connotata, recuperando i rapporti tra le istituzioni e tra queste e le holdings. Beninteso: tutte le opinioni sono legittime, ma poi occorre fare sintesi e spingere sull’acceleratore dello sviluppo. A chiedercelo sono le decine di migliaia di disoccupati che al futuro guardano non con ottimismo ma con disperazione, sono i giovani che non hanno più voce per protestare ma che dalle istituzioni attendono risposte concrete".
L’arrivo a Taranto , nei giorni scorsi, della nave da crociera francese Belle de l’Adriatique è stato salutato con un entusiasmo forse eccessivo, ma comprensibile per una città affacciata sul mare, ma toccata solo da mercantili e navi militari.
Fiori, pubblicazioni omaggio, accoglienza di cortesia allo sbarco dei 135 passeggeri in visita alla città, a riprova di come il crocierismo sia per Taranto una meta molto ambita, ma purtroppo ancora distante dai numeri importanti di Bari (oltre 604 mila passeggeri nel 2012)
Taranto, pur avendo i requisiti di base (la posizione strategica nel Mediterraneo, un territorio accogliente e ricco di testimonianze storico-artistiche, la vicinanza all’area Unesco dei Sassi di Matera, il buon clima) per ambire a sviluppare questo settore turistico, non si è mai seriamente cimentata per sviluppare le condizioni per proporsi sul mercato del crociere.
Ecco perchè secondo la Confcommercio di Taranto "è ora dunque di dare una svolta ad una ambizione che, seppur legittima, deve essere supportata da azioni concrete. Il turismo crocieristico non può prescindere da un’adeguata infrastrutturazione del territorio. In quest’ottica - aggiunge Confcommercio - è un fatto, e forse l’unico ad oggi, il processo di integrazione tra porto e territorio avviato dall’Autorità portuale, attraverso un progetto di riqualificazione del waterfront portuale in funzione di un prossimo sviluppo del traffico turistico, come, alla presenza del Ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha spiegato il presidente Sergio Prete, lo scorso 3 luglio (nel convegno organizzato da Confocommercio, ndr)".
Per cui, secondo i vertici dell'associazione commercianti, la realizzazione di un Port Exhibition Center (centro espositivo multimediale) da realizzare in ambito portuale, darebbe "un valore aggiunto al Centro Servizi Polivalente (con annessa stazione passeggeri e crocieristi) la cui gara di appalto per l’affidamento della progettazione e esecuzione dei lavori è ormai partita. Su tutto questo potrebbe innestarsi il progetto della Banchina ex Torpedinere in Mar Piccolo, in merito al quale l’Autorità ha fatto redigere uno studio di fattibilità per l’utilizzo ai fini della nautica da diporto e trasporto passeggeri. Il progetto rimesso nel 2013 alla attenzione dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti è stato bloccato dalla recente decisione dei vertici militari di continuare a riservarsi la disponibilità della banchina per scopi militari. Decisione che probabilmente potrebbe essere rivista se a livello ministeriale si individuasse un percorso alternativo utile a soddisfare i bisogni militari e civili. Ovviamente - conclude Confcommercio - è indispensabile una forte e concertata azione della politica e delle istituzioni, accanto al presidente dell’Autorità Portuale, perché il Governo prenda in seria considerazione questa ipotesi progettuale che qualificherebbe il Borgo e darebbe grande respiro economico e sociale al territorio urbano".
Una formula fortemente rinnovata perché, spiega l'Associazione Terra, "l'obiettivo di riaccendere i riflettori sulle potenzialità di Taranto Vecchia è stato centrato, adesso occorre puntare su destagionalizzazione e incoming turistico". L'Isola che Vogliamo torna il 9 agosto per la quarta estate consecutiva ad accendere le serate di agosto in riva allo Jonio, vestendo panni assolutamente differenti da quelli usuali, ma non stravolgendo la formula vincente grazie alla quale centinaia di migliaia di visitatori hanno imparato ad apprezzare l'iniziativa. I momenti sperimentali e quelli più vicini alle origini della manifestazione saranno segnalati dalla calendarizzazione degli appuntamenti: al mercoledì, come da tradizione, quelli improntati alla formula classica della kermesse, al sabato i momenti meno tradizionali. "Rifiutiamo la logica secondo la quale formula vincente non si cambia - spiega in un comunicato stampa Terra - anzi, siamo convinti che di abitudini ci si spegne. L'Isola che Vogliamo ha sdoganato un modo di fare eventi en plein air, itinerante e partecipato che ha riscosso molto favore, al punto da essere più volte riproposto in altri contesti, Ne siamo orgogliosi e compiaciuti, così puntiamo su ulteriori elementi di interesse in un'Isola che ha tanto da offrire, non solo vicoli". Le principali novità rispondono al nome di Festival dello Scorpione e di ipogei sotterranei. "Noi nell'Isola amiamo restare tutto l'anno - spiega Terra - e chi quotidianamente percorre questi vicoli conosce il ruolo della musica nel punteggiare le giornate della Città Vecchia. Musica è tradizione, è cultura popolare. Musica è mediterraneo, leva strategica in tanti approdi turistici. Soprattutto, musica è un esperimento per l'Isola. Il 9 agosto portiamo a Taranto per la grande anteprima dell'Isola che Vogliamo un'eccellenza che la città deve conservare per gli anni a venire, il Festival dello Scorpione. Lo faremo in un concertone-evento che per la prima volta nella storia della nostra kermesse non sarà itinerante, bensi concentrato nella sola piazza Castello, per affermare che questo splendido teatro naturale può ospitare grandi eventi". Dal Burkina Faso alla Palestina, dalla Sicilia a Taranto: in tutto sbarcheranno nell'Isola per la grande anteprima 9 voci, 22 musicisti, oltre 21 strumenti musicali tra contrabbassi, violini, violoncelli, tromba, trombone, ance, flauti, clarinetti, tube, ukulele, battenti, chitarre, our, arpe celtiche, bassi, batterie, percussioni, tamburelli, organetti, didjeridoo. "Il II Festival dello Scorpione è da punto di vista dello spettacolo un evento impressionante: abbiamo puntato con entusiasmo al connubio con le sonorità proposte dal direttore Mimmo Gori perché rappresentano in musica l'anima meticcia, aperta al mediterraneo e alle contaminazioni di quest'Isola". A partire da mercoledì 13, l'Isola che Vogliamo tornerà a proporre i suoi percorsi itineranti tra i vicoli della Città Vecchia, ma con grandi novità. Ai percorsi delle Chiese e del Sacro, promossi in collaborazione dell'Arcivescovato, a quelli del Gusto, ideati come un evento nell'evento con l'assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, e alla classica apertura by night del Castello Aragonese, permessa dalla Marina Militare, vanno ad aggiungersi due percorsi ad oggi inediti. "Per la prima volta nella sua storia, tutti gli ipogei della Città Vecchia resteranno contestualmente aperti, diventando contenitori per mostre e installazioni. Se ciò sarà possibile è in gran parte merito del lavoro di riscoperta e di ricerca dell'Associazione Nobilissima Taranto e di Nello De Gregorio. Questo è il percorso che vorremmo restasse vivo anche dopo l'Isola che Vogliamo, come attrattore turistico e contenitore culturale stabile". Una suggestione, quella sotterranea degli ipogei, che farà il paio con quello aereo delle terrazze musicali. Insomma i quattro appuntamenti con L'Isola che Vogliamo, che vedono il Comune di Taranto come partner organizzativo dell'Associazione Terra, promettono ancora una volta di portare alla luce opportunità e realtà dimenticate della Città Vecchia. Media partner dell'iniziativa sarà Studio 100 Tv, grazie alla quale L'Isola che Vogliamo punta a rafforzare il proprio brand e la visibilità dell'altra Taranto oltre i confini locali. I programmi completi delle serate del 9, 13, 16 e 20 agosto sono disponibili sul sito ufficiale www.isolachevogliamo.it
In principio era il San Raffaele. Poi è diventato San Cataldo. Fatto sta che, santi e non santi, il nuovo ospedale a Taranto si farà. Tempo stimato: sette anni. Tanti ne servono, infatti, per la realizzazione di una struttura all'avanguardia che, in una città inquinata e con una vera e propria emergenza sanitaria come Taranto, serve come il pane.
E ieri a Bari sono state poste le basi per la nascita del nuovo ospedale con la firma del discilplinare da parte del presidente della Regione, Nichi Vendola, e dell'assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, che darà il via alla fase di progettazione. Sono numeri imponenti quelli che accompagnano l'intera struttura che, una volta ultimata, potrà contare su 715 posti letto totali, 290 posti letto chirurgici e 70 per day hospital e day surgery. Undici le sale operatorie previste. I piani fuori terra saranno 4 mentre quelli entro terra 1 per un'altezza totale di 22,50 metri su una superficie dell'area pari a 220mila mentre la superficie totale coperta è di 90mila metri quadri. La superficie per posto letto, invece, è di 125,8 metriquadrati. il tutto per un esborso complessivo di 207 milioni 500mila euro.
La nuova struttura opsedaliera potrà contare sulla dotazione di grandi macchine, che consentirà la sostituzione delle macchine già presenti (in parte già obsolete o che lo diventeranno alla data di realizzazione del nuovo ospedale), nonché il contestuale potenziamento dei livelli quantitativi e qualitativi di assistenza sanitaria. Ovvero: 3 acceleratori lineari; 1 Tac Simulatore; 1 IORT; 1 sala predisposta per Cyberknife; 2 Gamma camere; 1 Pet/Tac; 3 RMN; 4 Tac; 1 angiografo biplano; 2 angiografi.
Con questo primo disciplinare è finanziata la fase di progettazione definitiva e clinico gestionale che vedrà: l’aggiudicazione entro aprile 2015 e la consegna di tutti gli elaborati di progettazione definitiva entro dicembre 2015. Con il secondo disciplinare (da siglare entro dicembre 2015) sarà finanziata la fare di progettazione esecutiva e lavori di realizzazione, che dovranno essere realizzati con i seguenti tempi: l’aggiudicazione dell’appalto integrato entro il 2016, 6 mesi per progettazione esecutiva, entro il I semestre 2017 cantierizzazione dei lavori, la cui durata programmata è di 3 anni e 6 mesi (chiusura dei lavori programmata per il dicembre 2020). A seguire l'acquisizione (2021) di tutte le tecnologie e messa in funzione del nuovo ospedale "San Cataldo". Sulla base del cronoprogramma approvato entro 7 anni da oggi la Puglia dovrà aspettarsi un nuovo grande ospedale.
"Si tratta di tempi assai diversi dai 20 anni richiesti per l’attivazione del Nuovo Ospedale della Murgia – ha sottolineato l'assessore Pentassuglia – e la Regione Puglia vigilerà in modo stringente con tutti i suoi organi e con le strutture tecniche perché i tempi siano rispettati e sia applicato il massimo rigore e la massima trasparenza in ogni fase di attuazione dell’opera”.
P. D'A.
Un fresco cocktail musicale, anzi ghiacciato come si conviene in estate, agitato non mescolato, con un ingrediente base: i più popolari successi del grande repertorio gospel americano e quelli dei musical che hanno dominato i cartelloni di Broadway.
Questa è la proposta dell’Orchestra ICO della Magna Grecia per allietare, con il frizzante concerto gratuito “Gospel Simphony”, sei serate nelle piazze di altrettanti comuni del territorio jonico.
È una nuova iniziativa dell’Orchestra ICO della Magna Grecia, organizzata in collaborazione con le Amministrazioni comunali che l’hanno sposata mettendo a disposizione le location, per permettere ai cittadini e ai turisti di trascorrere una serata ascoltando buona musica.
Sul palco di “Gospel Simphony” ci saranno la cantante tarantina Simona Galeandro, vincitrice nel 2008 del Festival “Voci e Volti Nuovi di Castrocaro”, i “Wake Up Gospel Project”, un gruppo vocale gospel di Martina Franca che riunisce “voci” di tutta la Puglia, e l’Orchestra ICO della Magna Grecia diretta da Giovanni Rinaldi, il raffinato musicista che ha curato gli inediti arrangiamenti per grande orchestra dei brani in programma.
Queste le sei “date”, tutte gratuite, della tournée: sabato 2 agosto (ore 20.30) in piazza San Giorgio a San Giorgio Jonico, lunedì 4 agosto (ore 21.00) in Villa Peripato a Taranto, mercoledì 6 agosto (ore 21) in piazza Guglielmo Marconi a Ginosa, giovedì 7 agosto (21.30) in piazza Castello a Monteparano, domenica 10 agosto (ore 21.30) in piazza Vittorio Veneto a Faggiano e lunedì 11 agosto (22.30) in piazza Angelo Casalini a San Marzano di San Giuseppe.
Nella prima parte del concerto sarà sfatato un mito, quello che il gospel è un repertorio esclusivamente natalizio; si aprirà, infatti, con due medley effervescenti: il primo proporrà tre brani gospel (“I will follow him”, “Holy queen” e “Joyful”) dal film “Sister Act” con protagonista Whoopi Goldberg, mentre il secondo cinque canzoni gospel portate al successo da Whitney Houston: “I love the lord”, “Hold on help is on the way”, “Joy”, “I go to the Rock” e “Joy to the world”.
Simona Galeandro canterà poi altre due popolarissime canzoni di Whitney Houston: “Queen of the night” e “I will always love you”.
Dopo un medley affidato alle splendide voci dei “Wake Up Gospel Project”, la seconda parte del concerto sarà invece dedicata ad alcuni dei più popolari successi da famosi musical americani.
Si inizia con Simona Galeandro che canta “Cabaret” e “New York New York”, due canzoni evergreen di John Kander portate al successo da Liza Minnelli, e poi il trascinante Musical Medley con popolarissime canzoni tratte da moltissimi musical: “Dancing Queen”, “We Got Togheter”, “Aquarius”, “Jesus Christ Superstar”, “Evviva” e “Let the Sunshine”.
Gran finale con “I Say a Little Prayer” di Burt Bacharach e “Think” di Aretha Franklin.