“Con la pandemia siamo stati costretti a fare un salto sociale, culturale e politico perchè il lavoro è cambiato, i lavori sono cambiati, ma ci siamo dimenticati di tre categorie di lavoratori che ci hanno salvato”. Lo ha detto in un convegno a Taranto il direttore generale dell’Ispettorato del Lavoro, Bruno Giordano. La prima categoria, ha detto, “sono gli operatori sanitari degli ospedali, poi i braccianti agricoli per l’approvvigionamento dei punti di distribuzione, 220mila persone che lavoravano a nero e che raccoglievano i pomodori che che trovavamo al supermercato, i fine i riders che ci portavano le pizze la casa”.
Per Giordano, “il più grande processo è in corso a Milano per 5 piattaforme digitali per migliaia e migliaia di riders coinvolti attraverso una indagine fatta dai Carabinieri, Inps e Ispettorato del Lavoro”. “Questi sono i nuovi deboli. Oggi occuparsi dinlavoro irregolare vuol dire questo, non occuparsi solo dell’aspetto sanitario. È anche lo smart working pone il tema della tutela visto che non puoi fare le ispezioni a casa”, ha aggiunto. Il capo nazionale dell’Ispettorato ha quindi espresso “solidarietà verso i due ispettori dell’ispettorato di Taranto, oggetto nei giorni scorsi di minacce, aggressione e speronamento della loro auto". "È un fatto molto grave - ha rilevato Giordano - che costituisce un’offesa alla nostra democrazia. Aggredire chi tutela il lavoro, vuol dire aggredire la nostra democrazia. Manifesto solidarietà a tutti gli ispettori che in questo momento, in Italia, sono in prima linea per la tutela contro gli infortuni e la salute pubblica”