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Martedì, 31 Gennaio 2023 22:08

IL DECRETO EX ILVA- LE AUDIZIONI/ Bernabé: “tra il 2023 e il 2025 area a caldo più sostenibile ma vanno riviste le stime dell’investimento green” In evidenza

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Le stime di investimento fatte per la transizione ecologica e industriale del siderurgico ex Ilva di Taranto in un periodo di dieci anni, dovranno essere riviste a causa del “processo inflattivo”. Lo ha detto oggi Franco Bernabé, presidente di Acciaierie d’Italia, in audizione alla commissione Industria del Senato sul dl n 2 del 2023. Per Bernabè, “il piano di decarbonizzazione in dieci anni” ha come primo obiettivo “il taglio delle emissioni climalteranti. Secondo obiettivo - ha detto Bernabè - è la stabilità dell’occupazione nel periodo di transizione”. Viene poi la “sostenibilità economica gestendo le nuove tecnologie”, quindi “la crescita da perseguire con la strategia di transizione senza soluzione di continuità”. Secondo Bernabè, si tratta di rendere “compatibili quattro fattori, ambiente, sviluppo, occupazione e carattere strategico del sito, peraltro ribadito dal Governo”. Il presidente di AdI ha quindi spiegano che “il piano di decarbonizzazione ha quattro fasi come road map”, in percorso di “dieci anni. Dieci anni - ha detto Bernabè - perchè la complessità del programma è immensa, per ogni modifica serve fare caratterizzazioni del terreno, fare bonifiche e  chiedere permessi”. 

 

Bernabè ha poi indicato il “miglioramento della sostenibilità dell’area a caldo” che avverrà tra il 2023 e il 2025, predisponendo “l’utilizzo del Dri”, il preridotto di ferro, “su cui stiamo lavorando”. Per questo servirà “oltre 1 miliardo ma è destinato ad aumentare a seguito processo inflattivo”. La fase successiva vede il “primo forno elettrico con preridotto e idrogeno come come vettore energetico e  la cattura dell’anidride carbonica”. Questa fase andrà dal 2024 al 2027 ed è calcolata in 2,4 miliardi. A seguire, ha detto Bernabè, vi sarà “l’estensione dell’elettrificazione dell’area a caldo, un secondo forno”, fase che andrà dal 2027 al 2029 con un miliardo e 200 milioni di impegno finanziario. Quindi, l’ultima fase, che per Bernabè è rappresentata dal “completamento dell’elettrificazione dell’area a caldo nel periodo 2029-2032” per marciare produttivamente con i “soli forni elettrici, alimentati prima dal gas naturale, da sostituire poi con idrogeno verde in funzione delle disponibilità che ci saranno”. Questa fase, ha detto Bernabè, costerà un altro miliardo e nel 2032 la fabbrica di Taranto sarà alimentata solo da idrogeno verde. 

Giornalista1

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