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Martedì, 29 Marzo 2022 20:27

INACCETTABILE/ Ancora una morte sul lavoro in Puglia, terza vittima in una settimana In evidenza

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Ancora un morto sul lavoro in Puglia, il terzo in una settimana. Il 22  marzo, nel porto di Taranto, vittima di un tragico infortunio è stato Massimo De Vita, ex dipendente della società Taranto Container Terminal, di circa 40 anni, schiacciato da un telaio. 

Ieri a perdere la vita è stato un giovane operaio rimasto folgorato mentre lavorava in un campo fotovoltaico. Antony Turnone, di 28 anni, originario di Martina Franca (TA), viveva a Crispiano (TA). Nella mattinata aveva iniziato a lavorare di buon'ora all'interno del parco situato alla periferia di San Donato di Lecce, i Carabinieri e gli ispettori dello Spesal sono al lavoro per stabilire con esattezza cosa sia accaduto. Sono stati altri operai sul posto a lanciare l'allarme. Immediato l'intervento dei sanitari del 118 e il trasporto in codice rosso all'ospedale Vito Fazzi di Lecce dov'è morto.

Oggi un operaio di 70 anni di Cerignola è morto mentre stava effettuando dei lavori su una palazzina alla periferia del centro ofantino. Stando alla prima ricostruzione dei Carabinieri, che stanno indagando sull’accaduto, l’uomo, questa mattina stava montando una guaina sul cornicione di una palazzina al primo piano in via Pantanella quando avrebbe perso l’equilibrio cadendo al suolo dopo un volo di sei metri.  Sul posto sono giunti gli operatori del 118 ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare. L'uomo è morto poco dopo per le gravi lesioni subite.

    Sull’accaduto i Carabinieri e gli ispettori dello Spesal, il Servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl. Gli investigatori stanno accertando se l’operaio stesse lavorando seguendo tutte le procedure di sicurezza previste dalla legge. Gli investigatori stanno anche verificando la posizione lavorativa del 70enne: da accertare se la vittima lavorasse per conto di una ditta o se fosse lui stesso titolare della ditta. "La Chiesa che è in Italia non può distogliere lo sguardo dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno. È in discussione il valore dell'umano, l'unico capitale che sia vera ricchezza". Lo sottolinea la Conferenza episcopale italiana nel Messaggio per il Primo maggio.
    Nel messaggio riflettori anche sul lavoro precario e quello delle donne: quest'ultime sono "ostaggi di un sistema che disincentiva la maternità e 'punisce' la gravidanza col licenziamento. È ancora insufficiente e inadeguata la promozione della donna nell'ambito professionale", sottolineano i vescovi.

Giornalista1

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