All’indomani dell’incontro tra Governo e ArcelorMittal che ha certificato la ripresa di un dialogo definito dai vertici della multinazionale costruttivo, in fabbrica l’atmosfera è mesta.
Ciò che emerge con evidenza è che qui non c’è niente da festeggiare.
“Avevamo messo in conto che lo trovavano un accordo prima o poi - commenta un operaio -ognuno cala i suoi assi la flebile speranza di noi operai era che saltasse il banco e che ArcelorMittal decidesse di andare via però così non è stato .
Non sappiamo bene cosa si sono detti ieri, a giorni dovremmo scoprirlo. L’unica speranza che ci è rimasta è quella che continuino a farci girare in cassa integrazione senza dichiarare esuberi strutturali ... farci fare cassa integrazione con l’aggiunta di proroghe e nel frattempo trovare soluzioni che siano incentivi, leggi speciali per Taranto e così incominciare pian piano a far andare la gente in pensione in una maniera dignitosa .
Siamo sicuri però che il destino di questo stabilimento è comunque segnato, cambieranno i Governi ma la sostanza rimane sempre la stessa, bisogna avere il coraggio di chiudere ....”
Lu.Ca