di Dante Capriulo, Consigliere Comunale e Provinciale di Taranto.
Il tema del futuro del nostro territorio è così importante che tutte le parole devono essere pesate. Ma
anche il silenzio rischia di essere pesante.
Non posso nascondere le mie perplessità sullo spettacolo andato in scena lo scorso 9 giugno nella
nostra città, con protagonisti i soliti noti.
Ancora più curiosità mi ha suscitato il fatto che che mentre in pompa magna in camera di commercio
erano stati chiamati i neo eletti consiglieri regionali, ospiti dell’ente camerale locale per discutere di un
“patto per lo sviluppo”, nel Palazzo di Città di Taranto si riunivano, quasi in maniera carbonara, il
Sindaco ed il Presidente della Provincia di Taranto, sottoscrivendo un documento denominato “Piano
degli interventi ed iniziative per lo sviluppo dell’area tarantina”.
Stesso tema, stesso giorno, riunioni separate e credo anche un po concorrenziali.
Quello che resta a noi è il solito profluvio di parole, in gran parte più volte già ascoltate.
Il problema vero è che tutti i soggetti promotori (Sindaco, Presidente della Provincia, Presidente della
Camera di Commercio, etc.) governano (con straordinari poteri) i rispettivi enti da molto tempo, con
risultati non certo entusiasmanti per il nostro territorio.
Dovrebbero, ognuno per la loro parte, rispondere delle cose concrete fatte, più che elencare le solite
stereotipate promesse:
il Comune è sostanzialmente da anni paralizzato sui temi dello sviluppo: da quello produttivo a
quello commerciale, da quello urbanistico a quello turistico; si procede con “stop and go”,
rincorrendo scadenze e suggerimenti più che con idee originali;
la Provincia è oramai al collasso, gestita unicamente per spartire poltrone e potere, con promesse
ventilate e con la scandalosa parentopoli delle partecipate, e con l’incapacità di risolvere anche i
problemi minimi (importanti opere pubbliche da completare, scuole, strade, etc.);
La camera di commercio locale, che dovrebbe svolgere (per attribuzione di legge) funzioni di
supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali, a Taranto è
apparsa più come un soggetto dedito a lotte interne di potere, ricerche di ruolo, autoattribuzioni
di attività e poche vere iniziative di sviluppo.
In mezzo la città e la provincia, con i suoi drammatici problemi: l’ambiente non risanato, il lavoro che
manca e se ne va, le opportunità che si perdono, i servizi che non funzionano, la scarsa qualità della
vita
Perciò mi sento di suggerire ai protagonisti del 9 giugno, di proferire meno parole e promesse e di
impegnarsi a far funzionare meglio e bene i rispettivi enti governati.
Abbiamo bisogno di fatti ed azioni concrete, di cambiamento, di idee nuove e vincenti, non delle solite
PAROLE sullo sviluppo, promesso ma ad oggi mancato.