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Giornale di Taranto -
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Commentare la vicenda che riguarda il futuro dell’ILVA senza guardarla nel suo complesso nazionale e soprattutto europeo rischia di incupire uno scenario già notevolmente  ricco di incognite. Per questo è opportuno richiamare il contesto in cui si è determinato e formato il Bando di gara per la vendita degli stabilimenti ILVA in Italia e il successivo Contratto di vendita.

Così il segretario della CGIL di Taranto, Paolo Peluso che sul dibattito di questi giorni torna ponendo la questione dal punto di vista sindacale.

Il contratto di vendita di cui tutti oggi parlano è il frutto di un Bando di gara condizionato in ogni suo passaggio dalle indicazioni della Comunità Europea che ha ragionato in questo caso in termini di regole di mercato – spiega Peluso – avvertendo inoltre l’Italia che se quei pre-requisiti non si fossero attuati si sarebbe trovata di fronte alla già avviata procedura di infrazione per “aiuti di Stato” monetizzabile in circa 5 miliardi di euro di multa.

La Comunità europea poneva condizioni chiare che nessun Governo avrebbe potuto variare: non si sarebbero potuti porre dei condizionamenti sul numero dei dipendenti, né sulla quota di stabilimento da acquisire, e si sarebbe dovuto procedere in discontinuità nei rapporti di lavoro come previsto peraltro dalle stesse norme italiane della Legge Marzano relativa alle vendite per complessi industriali in amministrazione straordinaria - – dice il segretario della CGIL tarantina.

Tuttavia in deroga proprio a quest’ultimo aspetto il Contratto di vendita ha introdotto alcuni elementi di garanzia per i lavoratori – dice ancora Peluso – Ovvero non si possono avviare licenziamenti collettivi per tutto il periodo di realizzazione del piano industriale proposto da Mittal, si devono assumere almeno 10mila addetti (a fronte degli 8.500 proposti da Mittal), non è necessario concludere l’iter di contrattazione con le parti sociali entro i 10 gg. previsti dall’art. 47 della Legge 428, e soprattutto per perfezionare la vendita è necessario e vincolante il contratto con i sindacati.

Bando e Contratto sarebbero stati dunque secondo la CGIL coerenti con i diktait imposti dall’Europa e a cui sarebbe stato molto complicato sottrarsi.

Ma ora in quella contrattazione ci siamo con le nostre categorie nazionali – afferma Peluso – e in quella sede abbiamo già ribadito che non ci può essere nessun tipo di scambio o di svendita rispetto al Piano Ambientale e che non ci possono essere deroghe a quegli adempimenti di sicurezza e tutela della salute e dell’ambiente nel tentativo di soddisfare l’obiettivo della massima occupazione. Ma al miglior risultato possibile noi dobbiamo tendere. Dal  punto di vista salariale e normativo e partendo da quei 10mila in su perché consideriamo insufficienti quei numeri ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Industriale di AM InvestCo. Ribadito ciò, sarebbe opportuno sostenere l’iniziativa sindacale, dargli forza e non delegittimarla, affinché al tavolo con gli acquirenti le ragioni dei lavoratori e dei cittadini possano arrivare con forza e determinazione. E’ la strada che con intelligenza tutti dovremmo perseguire svestendoci di casacche e strumentalizzazioni inutili.

«Il taglio alla Pac, prospettato dalla Commissione Ue, è semplicemente inaccettabile». Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto e vicepresidente regionale di Confagricoltura, la proposta di Bilancio 2021-2027 circolata nelle ultime ore sarebbe «l’ennesimo duro colpo alle aziende agricole, soprattutto quelle del Sud». E ciò che è peggio arriverebbe dall’Europa, per la quale «l’agricoltura ha rappresentato il pilastro principale di una politica economica realmente comunitaria».

«La Commissione Ue – sottolinea Lazzàro – vorrebbe far pagare agli agricoltori le scelte di Bilancio del prossimo settennio. In una manovra che aumenta sostanzialmente il budget totale di quasi 200 miliardi, in particolare nei capitoli dedicati a migranti, difesa comune e ricerca, il conto viene pagato con i fondi riservati alle politiche agricole e di coesione, che lascerebbero sul campo, rispettivamente, il 5 il 7 per cento».

Per l’agricoltura italiana significherebbe perdere quasi 2 miliardi di euro rispetto ai 37,5 incassati nel passato settennio, al netto dei 4 miliardi dell’OCM Vino: «Uno scenario – continua Lazzàro – al quale il nostro Paese deve opporre un netto “no”, a difesa di un settore cruciale come l’agricoltura, fortemente legato alle decisioni prese a Bruxelles». Per far questo, però, servirebbe «un Governo nella pienezza dei suoi poteri e in grado di far pesare la propria autorevolezza».

Invece – dice ancora Lazzàro -  «assistiamo da comparse ad una politica comunitaria che ha una regia, ancora una volta, penalizzante per l’Italia. Questa non è l’Europa che vogliamo, perché fa pagare agli agricoltori, e a caro prezzo, la gestione del nodo-migranti e anche il costo della Brexit».

 

“È per me motivo di grande soddisfazione apprendere che la legge speciale per Taranto, che mi ha visto fortemente  impegnato, con la collaborazione di molti tra i consiglieri regionali del territorio e di tanti attori istituzionali, culturali, sociali ed economici della città, inizia a trovare finalmente lo sbocco nella costruzione di un progetto esecutivo” ma, perché  c’è un ma, “non apprezzo l’idea del presidente Emiliano secondo cui i consiglieri regionali del territorio tarantino debbano essere informati da altri delle decisioni che vengono assunte”.

È un nuovo affondo nei confronti del presidente della giunta regionale quello messo a segno, questa mattina nel corso di una conferenza stampa, dal consigliere regionale del Gruppo Misto, Gianni Liviano.

Motivo del contendere, questa volta, è la delibera di giunta del 5 aprile scorso con la quale si dà mandato all’agenzia Asset (Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio) di elaborare il Piano strategico “Taranto futuro prossimo", indispensabile, quest’ultimo, per dare gambe alla Legge regionale speciale per Taranto approvata dal Consiglio regionale lo scorso 16 gennaio.

Ciò che ha fatto andare su tutte le furie Liviano è stato il fatto che, nella costituzione del gruppo di coordinamento (composto dal commissario straordinario dell’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del Territorio, con funzione di coordinatore, dal direttore amministrativo del Gabinetto del Presidente, dai direttori generali di Pugliapromozione e Pugliasviluppo) non sia stata inclusa alcuna rappresentanza politica. Ma, ancora di più, ha sottolineato il consigliere regionale tarantino, a lasciare interdetti è stato, ancora una volta, il fatto che delle decisioni assunte “ne sono venuto a conoscenza soltanto perché l’ing. Sannicandro, commissario straordinario Asset, mi ha cortesemente informato di aver ricevuto l'incarico dalla giunta regionale di realizzare il Piano strategico per Taranto”.

Insomma, “duole apprendere, ancora una volta, - ha fatto presente Liviano - che, nell’immaginario del presidente Emiliano, le organizzazioni tecniche, in questo caso l'agenzia Asset, prevalgono sul  ruolo dei consiglieri regionali del territorio”, quando, invece, ricorda Liviano a se stesso e al presidente, “alla politica spetta il ruolo di indicare le visioni di futuro per una comunità, ai tecnici l'individuazione delle azioni strumentali alle priorità individuate e poi ancora alla politica il ruolo di condividere con la comunità le scelte da fare”.

Sembra, ormai, acclarato, ha rincarato la dose Liviano, che l’operato del presidente Emiliano “sembra voler dimostrare, sempre di più, con di considerare il consiglio regionale, e chi lo compone, quasi un inutile e fastidioso orpello” il cui unico ruolo è quello di omologare le decisioni prese dal presidente e dai tecnici di sua fiducia, ivi comprese le tante agenzie che affollano le complesse strutture regionali”.
Di qui la richiesta, fatta al presidente Emiliano, in una lettera appena spedita al suo indirizzo, di evitare “di rovesciare il ruolo di rappresentanza e di garantire  ai consiglieri regionali del territorio tarantino la responsabilità collegiale nella costruzione del piano strategico di Taranto. Noi amiamo il nostro territorio, noi siamo interessati al suo futuro e noi mettiamo la faccia con i nostri concittadini. Pertanto ho chiesto di rivedere questa decisione di un affidamento tout court all'agenzia Asset e di restituire ai consiglieri regionali del territorio la direzione nella costruzione del piano strategico per Taranto. Ovviamente in uno spirito di collaborazione con la stessa Agenzia e non di esclusione della stessa”.

Lo schema di Disegno di Legge Regionale “Indirizzi per lo sviluppo e la coesione economica e sociale del territorio di Taranto”, infatti,impegna la Regione Puglia a sostenere l’accelerazione di processi di riposizionamento economico e produttivo, sociale e culturale della città di Taranto che, in assenza dell’emersione degli elementi portanti che hanno costituito il prodromo del successo di tante città internazionali nel cambiamento, è un obiettivo ineludibile per l’equilibrio dello sviluppo dell’intera regione. Inoltre punta a rafforzare il sistema delle competenze e delle dotazioni pubbliche ed istituzionali locali per aumentare la capacità di visione strategica, tecnica ed operativa degli attori pubblici locali; ad avvicinare le competenze ordinarie ed operative della Regione Puglia al governo dei fattori territoriali; a rafforzare i processi di partecipazione attiva della comunità territoriale al confronto pubblico sul destino e sul futuro della città e del suo comprensorio.

“Tra le varie iniziative previste dalla legge - ha ricordato Liviano - ci sono l’istituzione di uno sportello di Puglia Sviluppo per accompagnare le imprese; l’avvio di un programma di valorizzazione del patrimonio culturale del capoluogo ionico, ragionando sugli attrattori culturali a cominciare dal Marta; una presenza più incisiva di ARTI (Agenzia regionale per la Tecnologia e l'Innovazione); l’attivazione di un polo per la nautica e la marineria, che sono due asset fondamentali per Taranto. Per cui diventa fondamentale il gioco di squadra tra città, stakeholder, politica. Per questo motivo - ha rincarato la dose Liviano concludendo la conferenza stampa - non consentiremo che processi così importanti vengano governati senza l’input propulsivo e il diretto coinvolgimento dei consiglieri regionali del territorio".

Un periodo di sospensione, poi la ripresa carica di speranza, per lavoratori e utenti fruitori di un servizio che dal primo aprile avrebbe dovuto tornare ad assicurare attività riabilitative per portatori di handicap, disabili o persone anziane.

Quaranta professionisti per le varie discipline di riabilitazione e circa 20 utenti per Comune, ovvero 80 persone che costantemente si rivolgono ai Centri Diurni Socio Riabilitativi dei Comuni di Massafra, Mottola, Palagiano e Statte facenti parte dell’Ambito Territoriale numero 2.

Il clima di incertezza per questi protagonisti non è terminato. Il servizio infatti rischia di finire nuovamente in panne a causa di un iter procedurale che lascia personale e cittadini senza un minimo di certezza in termini di continuità delle attività.

Il caso è mosso da CGIL, CISL e UIL e dai relativi sindacati di categoria che proprio in queste ore hanno scritto ai Sindaci dell’Ambito Territoriale n. 2 (Massafra, Palagiano, Mottola, Statte), al dirigente dell’Ufficio di Piano e al dirigente della sezione servizi sociali della Regione Puglia.

Le ultime notizie riguardo il servizio risalgono allo scorso 20 aprile. I dipendenti dei centri diurni in arretrato di tre mensilità e in bilico tra nuovo e vecchio appalto, hanno scoperto infatti nell’incontro sollecitato dai sindacati, che non solo l’iter per ottenere i finanziamenti europei di sviluppo regionale (FESR), utili alla sopravvivenza,  afferiscono a procedure lunghe e tribolate, ma anche che la ASL di Taranto garantirà sostegno economico solo fino al prossimo 30 giugno.

A luglio, dunque, tutto potrebbe tornare in bilico, come il diritto alla salute e ad una vita degna di quegli 80 utenti che costantemente richiedono aiuto ai Centri Diurni.

Ad aggravare un quadro già estremamente complicato, e in cui va sottolineata la responsabilità dei lavoratori che non hanno mai interrotto il servizio – scrivono CGIL, CISL e UIL nella lettera inviata questa mattina – interviene la preoccupazione legata al tecnicismo funzionale e operativo dei “buoni servizio di conciliazione”, che ha prodotto trasversalmente in tutti gli Ambiti Sociali Territoriali e non ultimo in quello numero 2 pericolose ripercussioni di carattere esecutivo negli appalti.

I sindacati generali e quelli di categoria chiedono  un incontro urgente con tutti i Sindaci dei Comuni dell’ambito per un tavolo concertativo che risolva in maniera definitiva l’intera questione.

 

È uscito il 1° maggio il nuovo singolo della cantautrice tarantina Mariella Nava. Il titolo è CIELO ROSSO ed è una canzone dedicata alla sua città. 

Una dichiarazione d'amore, di speranza e di ribellione, che parla del riscatto di una città il cui "cielo resiste anche sotto tortura". 
 
La Nava sceglie di introdurre il brano con un breve scritto esclusivo sempre dedicato alla sua città e alla sua gente: 
 
“Dove finisce la mia città e dove inizio io.
E, così come me, gli altri suoi figli.
Devoti e a tratti rivoltosi ma mai arresi, per un destino sempre in bilico tra pace e guerra, tra lecito e ingiusto, tra ossigeno e fuoco.
Lei è Taranto. Figlia a sua volta di un Dio del mare.
Nata tra ardimento greco e orgoglio di sole sferzante di Mediterraneo. 
Delusa e oltraggiata, violentata come ogni donna un po’ debole e sola di questo tempo.
Arrugginita e, sotto la coltre polverosa di ferro, ancora magnifica.
Racchiusa a doppio nodo dalla terra al golfo dello Ionio e lì, riversa, addormentata, abbracciata e distesa. 
Nei pomeriggi arroventati resta silente, quieta e speranzosa.
Spettinata e mossa dalla calda certezza del vento sciroccoso di Ionio che su di lei sfoggia tutti i colori più accesi, dal rosso incandescente riverberato del tramonto 
all’ azzurro intenso del cielo specchiato nelle onde.
Mai persa. Mai vinta.
Lei e i suoi ponti.
In mezzo ci siamo noi.
La sua gente.
Le sue teste pensanti. Viste dall’alto.
Le sue voglie.
I suoi desideri.
I suoi deliri.
I suoi diritti.
Il nostro sangue.
Le nostre storie.
I vecchi, i giovani, i bambini.
Le voci.
Le grida.
I tarantini.
Desiderosi di riscatto e di vita.
Bisognosi di rivalutazione della propria memoria.
Necessitanti di presente e ancora di più urgenti di futuro.
Amanti.
Noi.
Quelli di cui si può parlare.
Si può sentenziare.
Si puó giudicare.
Si può decidere.
Noi.
Che non ci fermeremo mai di difendere ciò che è nostro.
Ció che qui è stato.
Ció che siamo, ció che potremmo essere e saremo.
Semplicemente alzando la testa e aprendo ancora gli occhi consapevoli su tanta meraviglia.
L’orizzonte sul mare sfuma e si accende ad ogni fine di giorno, ad ogni inizio di sera.
I pescherecci partono.
I pescherecci rientrano.
Si salpa da qui, ma non si lascia mai niente,
mai nessuno.
Il mare dondola.
La sirena dell’Arsenale suona.
È il nostro segnale per sapere di essere ancora vivi.”
 
Del brano è anche appena uscito un videoclip ideato, realizzato e prodotto da una società Pugliese la Colore Unico | Extra-ordinary way  che ha voluto metaforicamente raccontare il rinascimento possibile della città. 

Un Taranto sbadato e con la testa altrove esce sconfitto per 3-1 dal " Viviani" di Potenza regalando di fatto la promozione in Lega Pro alla compagine lucana che festeggia meritatamente dopo un intero anno da capolista. Mister Cazzarò non cambia atteggiamento tattico e recupera Ancora in extremis nel 4-2-31 che vede nel trio di mezze punte il ritorno di Palumbo. Favetta preferito a Diakitè in avanti. Sugli splati circa 8.000 spettatori preparano la festa a cospetto della tifoseria ionica obbligata a rimanere a casa. La festa ha inizio già al 10' quando Corbier devia con la nuca un colpo di testa di un calciatore lucano. Il raddoppio arriva al 20' con una conclusione di Guaita, anche questa deviata dal difensore D'Angelo. A questo punto il Taranto prova a riportarsi in partita ma è il portiere Breza a negare la gioia della rete a Marsili e Miale. Gol sbagliato gol subito e così il Taranto incassa il tris con una rete chirurgica di Franca. Il Taranto accusa il colpo e non riesce a reagire. Si va negli spogliatoi nel frastuono del " Viviani" in festa. Al rientro in campo il Taranto appare da subito più convinto ma prima D'Angelo da due passi e poi Favetta non riescono ad accorciare. Mister Cazzarò allora manda in campo anche Li Gotti, Capua e Diakitè. Quest'ultimo sembra il più in palla dei suoi e mentre il Potenza gestisce il vantaggio accorcia le distanze con un tiro potente e angolato dal limite dell'area. Nei quattro minuti di recupero non accadrà più nulla e così l'invasione dei tifosi potentini sancisce la promozione in Lega Pro del Potenza dando il via anche per questa gara alle recriminazioni per ciò che poteva essere e non è stato. Ad esternare lo stato d'animo del gruppo dopo la gara ci pensa mister Cazzarò: " Si è trattato di una partita in cui abbiamo regalato due gol al Potenza e contro certe formazioni non te lo puoi permettere. Il Taranto era venuto qui per fare la sua gara ma siamo stati poco concentrati. Faccio i complimenti comunque al Potenza per l'a vittoria del campionato assolutamente meritato. Credo che oggi la sconfitta ci stia ma non con questo risultato. Avremmo meritato qualcosa in più. Adesso abbiamo perso il terzo posto e per riconquistarlo domenica nell'ultima giornata non basterà solo la nostra vittoria ma servirà un risultato favorevole dal match tra Nardò e Altamura. Noi però dobbiamo pensare solo alla nostra gara, non voglio che si pensi ad altro." Il difensore Francesco D' Angelo commenta con due battute la gara ai microfoni di Canale 85: " Inizialmente abbiamo cercato di contenere una squadra molto forte come il Potenza e ci stavamo riuscendo, poi due nostre disattenzioni gli hanno spianato la strada. Si tratta di una squadra che al primo errore ti punisce. Adesso siamo costretti a vincere con la Turris e sperare, ma questo avviene dall'inizio dell'anno quindi non ci spaventa. Vogliamo riconquistare il terzo posto"

 

La Compagnia “Quanta Brava Gente” porta in scena al teatro Turoldo sabato 5 maggio alle ore 21.00 e domenica 6 maggio alle ore 19.30 lo spettacolo “Nient’altro che la verità”, di Domenico Marchigiani, regia di Fabiano Marti, aiuto regia di Anna  Colautti.

Si cimenta nuovamente con la comicità il trio di attori formato da  Pasquale Arpino, Piero Buzzacchino e Gianni Filannino che, accompagnati da Anna Colautti,  mettono in scena, con ironia, battute al fulmicotone ed una punta di amarezza, i rapporti amicali tra Marco, Paolo e Giovanni, amici storici ma dal carattere molto diverso,   in un momento particolare della vita di uno dei tre, quello della separazione.

In una villa isolata (la casa di campagna di Giovanni) i tre amici si confrontano/scontrano sul tema dell’amore, del matrimonio, della fedeltà coniugale, della sincerità e della lealtà. Marco  si è appena separato da Cristina, Paolo è un avvocato che vive con leggerezza le sue storie d’amore, Giovanni è felicemente sposato. E’ più importante un rapporto amoroso o una storica amicizia che risale ai tempi della giovinezza? Una domanda che lo spettatore pone a se stesso  assistendo al ritmo impetuoso delle battute di Arpino, Buzzacchino, Filannino e Colautti. Una sincronia perfetta dei tempi, una mimica riuscitissima, una della caratteristiche vincenti di questo sodalizio, che riesce a rendere veritiere le situazioni più surreali. Nel trio di amici entra, portando scompiglio,Cristina, che  non ha mai amato suo marito, tradendolo con tutti. Dopo le ultime prove che la hanno vista impegnata in ruoli drammatici, la Colautti ritorna ad uno dei suoi generi preferiti, la commedia, rendendo al meglio il delicato quanto difficile ruolo della donna forte e spregiudicata.

Un improbabile dio brasiliano, con tanto di foglie e lucette, influenza il comportamento dei personaggi. Realtà o finzione? Fabiano Marti, che ha adattato la storia di Domenico Marchigiani, curandone anche la regia, trasporta  sul palco la storia semiseria di questi personaggi, afflitti da insicurezze e gelosie molto più profonde di quello che sembra. Una commedia in cui la menzogna ed il tradimento regnano sovrani, creando situazioni comiche che si alternano a momenti forti e crudi in cui tutto sembra sprofondare nella tragedia. Cosa trionferà? La verità o la menzogna? L’amore o l’odio per un amore tradito?  L’amicizia o la slealtà?In un turbinio di emozioni forti, lo spettacolo volgerà al termine, lasciando lo spettatore con un dubbio: Cosa fa più male, la menzogna o la verità?

Il costo del biglietto è di 8€ intero ,6€ ridotto (over 70 e under 16).

Info e prenotazioni: 3282610038 – 3356860314.

 

Nient’altro che la verità

Pasquale Arpino, Piero Buzzacchino, Gianni Filannino, Anna Colautti

 

aiuto regia

Anna Colautti

 

adattamento e regia 

Fabiano Marti

       

Quanta Brava Gente

Quanta Brava Gente è una associazione culturale nata a Taranto, da un progetto di due giovani attori, Piero Buzzacchino e Pasquale Arpino che, dopo una lunga esperienza personale nel teatro amatoriale, messisi in gioco, hanno creato nel 2012 una propria compagnia, frutto dell’attaccamento e della passione che nutrono da anni  per il teatro. Il nome dell’associazione è tratto da una poesia poco conosciuta di uno dei più grandi attori del teatro e del cinema italiano, Massimo Troisi, considerato un punto di riferimento sia come artista che come uomo. La Compagnia, che fondamentalmente è un trio comico, si completa con Giovanni Filannino, unitosi nel 2013, anche lui con un’esperienza ultradecennale nel teatro amatoriale pugliese. Si cimenta in un repertorio che spazia dal teatro puro al cabaret.

Nel loro Curriculum, oltre alle numerose partecipazioni teatrali, spiccano il Primo Premio al Concorso Nazionale del Teatro Comico “Bombetta d’oro”, ad Altamura(BA) per la sezione Corti Teatrali, per due anni consecutivi,  nel 2013 e nel 2014 e il primo premio al Concorso regionale FITA di regia “La Misenscene” tenutosi al Teatro di Cagno (BA) nel 2015.
Inoltre il trio ha raggiunto la finale del Festival Nazionale del Cabaret di Martina Franca 18a edizione (2014).

Si è recentemente unita alla Compagnia  AnnaColautti, attrice tarantina proveniente dalla prestigiosa scuola di recitazione Teatro azione di Roma.

Anche il Medimex 2018, International Festival & Music Conference promosso da Puglia Sounds in programma a Taranto da giovedì 7 a domenica 10 giugno 2018, offre un importante segmento di attività professionali con esperti del mercato mondiale della musica in cui artisti e operatori musicali potranno incontrare direttori di festival, responsabili di agenzie, etichette discografiche e stakeholder internazionali. Un fitto calendario di panel, workshop e keynote, realizzato in collaborazione conRockol Biz Events, che offre ai professionisti della musica focus specifici e occasioni di confronto su alcuni importanti temi del music business: dalle label del futuro al collecting, dai modelli di ricavo alla musica dal vivo. Come di consueto il programma professionale prevede anche numerosi Face to Face(s), attività di networking con operatori delle scene World, Jazz, Indie/Pop/Rock provenienti da tutto il mondo. Tutte le attività sono in programma venerdì 8 e sabato 9 giugno al Circolo degli ufficiali di Taranto – la partecipazione alle attività professionali è gratuita ma è necessaria registrazione sul sito medimex.it.

 

La due giorni di incontri professionali si apre venerdì 8 giugno con il workshop Playlisting: tutti i come e i perché del nuovo “prodotto” fruibile sulle piattaforme di streaming (ore 10.30-11-30) con Paola Catò (Digital Sales & Partner Development Sony Music Italy) per proseguire con il panel Know your rightsConosci i tuoi diritti e impara come funziona e cambia il collecting in Italia (ore 11.30-12.30) moderato da Davide Poliani (Rockol) al quale prenderanno parte Antonio Micciché (Nuovo Imaie), Fernando Mantovani (Itsright), Matteo Fedeli (Siae), Claudio Buja (Universal Music Publishing), Marco Ornago (SCF). Chiusura di mattinata con il workshop Streaming (ore 12.00-13.00) con Chiara Santoro (YouTube Music Content Partnerships Manager). Nel pomeriggio di venerdì 8 giugno il programma parte con il workshop Collecting, masterclass di SIAE (ore 17.00-18.00) condotto da Matteo Fedeli (direttore sezione musica Siae) e il panel La label del futuro (ore 15.00-16.30), all’interno del quale Giampiero Di Carlo (Ceo Rockol) modererà gli interventi dei discografici Dino Stewart (BMG), Dario Giovannini (Carosello Records), Lino Prencipe (Sony Music), Claudio Ferrante (ArtistFirst) ed Emilio Colasanti (42 Records). A seguire, il workshop Music & Social Media (ore 17.00-18.00) a cura di Gabriele Aprile (Rockol) con Carlo Alberto Biasioli (Sociale Media Manager). La giornata di sabato 9 giugno prevede, in mattinata, i workshop Musica dal vivo: fare rete tra festival e venue (ore 10.30-11-30) con Federico Rasetti (direttore di Keepon), Sync (prima sessione, ore 10.30-11.45) a cura di Dan Koplowit (Friendly Fire Licensing), L’imprenditore artista (ore 12.00-13.00) con Francesco Del Maro (Music Experience) e Management internazionale (ore 12.00-13.00) a cura di Italy MMF con Scott Cohen (fondatore della Orchard) e il keynote Processo creativo e fare musica (ore 12.30-13.00) con Tommaso Colliva. Due gli appuntamenti pomeridiani con i workshop L’economia della musica tra streaming, copyright e nuovi modelli di ricavo (ore 15.00-16.00) condotto da Enzo Mazza (Ceo Fimi) e Sync (seconda sessione, ore 16.30-17.45) a cura di Dan Koplowit (Friendly Fire Licensing). 
Ricca anche la sezione dei Face to Face(s), che nella giornata di venerdì 8 (ore 11.00-13.00) sarà dedicata alla scena indie, al pop e al rock, mentre sabato 8 giugno (ore 11.00-13.00) i riflettori si accenderanno sul jazz e la scena world. 
Già confermate le presenze, per la sezione indie/pop/rock, di Stephen Budd (Stephen Budd Music Ltd, OneFest Festival e NH7 Weekender festivals), Raimond Poona (Tallin Music Week), Mike Malak (Coda Agency), Chris Smyth (Primary Talent International), Lucia Wade (International Talent Booking), Stefan Julin (Pitch and Smith) e Clotaire Buche (Junzi Arts). Per la sezione world attesi Oliver Belopeta (OFFest in Skopie), Jarmila Vlckova (World Music Festival Bratislava-Shiraz) e Bogdan Benigar (Druga Godba Festival), mentre per il jazz è prevista la presenza del board dell’Europe Jazz Network.

 

Novità di quest’anno il Musicarium Advanced dedicato ai professionisti con lezioni avanzate tenute da personalità di assoluto rilievo internazionale: Sound engineering and design con Marc Urselli, Digital communication con MarcPlotkin e produzione discografica con Tommaso Colliva.  

 

Infine è disponibile sul sito medimex.it la Call Operatori Medimex 2018 che permette ad operatori, imprese musicali e artisti di promuovere le proprie attività nel corso della 4 giorni.  Infatti è prevista la programmazione di slot in cui presentare progetti, iniziative, festival, produzioni musicali a tutti gli ospiti italiani ed internazionali presenti.

 

Medimex è un progetto Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del Fondo di Sviluppo e di Coesione 2014-2020 – Patto per la Puglia Area di Intervento IV “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali.www.pugliasounds.it

 

L'incontro tenutosi oggi 26 al ministero dello sviluppo economico sulla cessione del gruppo Ilva ha sancito la rottura delle trattative coi sindacati. Arcelormittal ha confermato il suo impegno alla assunzione di soli 8500 lavoratori a fronte degli attuali 14.000 circa. “Ciò significa un esubero di 5.500 lavoratori che resterebbero in carico ad Ilva in amministrazione straordinaria. Una posizione per USB non discutibile. Per queste ragioni il confronto si è interrotto”, dichiara Francesco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto. “Come abbiamo detto sin dal primo giorno Arcelormittal deve assumere tutti i dipendenti Ilva, in continuità di diritti e salari. Non siamo e non saremo disponibili a sottoscrivere accordi che non garantiscono occupazione e reddito per tutti - afferma Sergio Bellavita, USB Nazionale-. Proponiamo a Fim Fiom uilm una dura mobilitazione sia contro Arcelormittal che contro il governo, responsabile in prima persona di aver raggiunto accordi con la multinazionale dell'acciaio per liberarsi del  40% dei dipendenti”.

 

Massimiliano Scriboni, alias lo chef raffinato delle serate culturali mottolesi, per domani, venerdì 27 aprile, alle ore 20,30, presso Masseria Semeraro, ha voluto organizzare un’iniziativa enogastronomica di qualità, in cui il gusto si mescola con la conoscenza e la valorizzazione dei prodotti tipici locali, semplici e quotidianamente reperibili, il dettaglio del condimento con il giusto abbinamento dei vini.

Così, dopo aver aderito al progetto “Diversamente abili nei locali, per lavorare e divertirsi” del Centro Diurno, consentendo a uno degli ospiti della struttura di lavorare nella cucina e dietro il bancone del suo bar, Massimiliano propone una cucina fatta di ingredienti tipici locali, ma di qualità. Così come fatto in altre occasione, infatti, si impegnerà a dimostrare come un ingrediente contadino quale può essere un fiore di zucca possa diventare una prelibatezza se viene ripieno di ricotta e gambero con brunoise di verdure o come le nostre tradizionali orecchiette fatte a mano possano diventare un piatto singolare se condite con asparagi, mandorle o fonduta di canestrato. Tutti ingredienti genuini e naturali, in grado di rendere anche un semplice tiramisù un dessert per palati raffinati.

Cibi sani, genuini e di qualità, accompagnati, per l’occasione dai vini della cantina “Vespa Vignaioli per passione”. Dal Bianco fiano al Flarò, rosato negroamaro, aleatico per gli antipasti. Dal Bruno primitivo abbinato al primo al Rosso dei Vespa, primitivo di Manduria Doc per il secondo, un vino serio, impegnativo, inconfondibile, ma profondamente bevibile.

Tra una pietanza e l’altra, a spiegare il senso degli abbinamenti tra vino e portata, sarà per la cantina Vespa Riccardo Cotarella, uno dei maggiori enologi italiani, quel conosciuto in tutta la penisola, mentore di alcune delle più celebrate etichette degli ultimi trent’anni anni. “Prima di degustare un vino, bisognerebbe imparare a conoscerne le qualità. E’ un mondo affascinante – spiega lo chef Scriboni – che va conosciuto e approfondito”. Per info, 329.6398632.

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