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Giornale di Taranto -
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Agronomi tarantini in festa nel segno della continuità e della solidarietà: nella serata di sabato scorso (18 ottobre) a Taranto, presso la Basilica del Relais Histo’ San Pietro sul Mar Piccolo, si è tenuta la cerimonia per la consegna dei riconoscimenti agli iscritti all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Taranto che si sono distinti per l’anzianità di appartenenza.

Il presidente Gianluca Buemi ha premiato Mario Semerari, il primo a “tagliare” il ragguardevole traguardo dei cinquanta anni di iscrizione all’Ordine, mentre per i venticinque anni di iscrizione sono stati premiati Maria Angela Nadotti, Vito Massaro, Cosimo Cavallo, Nicola Melucci e Vito Filippo Milano; a Vito Latorre è stato invece consegnato un riconoscimento per il quarantennale della laurea in Agraria.

Una targa del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali è stata poi consegnata, per la sua ultradecennale prestigiosa carriera, ad Arturo D’Ayala Valva, insignito l’anno scorso dell’Ordine cavalleresco al merito del Lavoro della Repubblica Italiana.

Il presidente Gianluca Buemi, nell’occasione particolarmente commosso, ha poi consegnato un riconoscimento speciale al “presidente emerito” Raimondo Lanzo che, fino allo scorso anno, ha retto le sorti dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Taranto per oltre 40 anni, un momento particolarmente toccante che ha visto tutti i convenuti in piedi per tributare un lungo applauso al premiato.

La consegna dei riconoscimenti è avvenuta nell’ambito della tradizionale serata conviviale che ogni anno viene organizzata dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Taranto.

La serata è stata aperta da una breve allocuzione del presidente Gianluca Buemi che ha ricordato il contributo fornito dall’’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali in occasione della elaborazione del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2014-2020; in seguito è stata presentata l’attività benefica di solidarietà, mediante l’adozione a distanza di bambini africani, svolta dall’Opera Don Bonifacio Azione Verde. L’evento è stato reso possibile anche grazie al sostegno dell’azienda vinicola biologica Amastuola, del Frantoio D’Erchie e dei Vivai Buemi di Palagiano.

 

 

“La Commissione Ue faccia luce sui 4 milioni e mezzo di fondi europei che sarebbero dovuti servire al potenziamento del traffico passeggeri dell’aeroporto di Taranto e dei quali non c’è più traccia”. E’ questo il punto centrale dell’interrogazione che la parlamentare europea del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, ha presentato alla Commissione Ue. Nel testo, l’eurodeputata chiede a Bruxelles l’apertura di un’inchiesta sull’utilizzo dei fondi che erano destinati ai vettori italiani e comunitari interessati a far rotta sull’aeroporto “Arlotta” di Taranto. Si tratta di una somma ingente, un totale di oltre 4 milioni e mezzo di euro in tre anni per la creazione di rotte verso Milano e Roma. “Vogliamo che tali soldi – dice D’Amato - se utilizzati per finalità diverse, magari per via di indebite ingerenze da parte del concessionario 'Aeroporti di Puglia', siano restituiti. Vogliamo inoltre conoscere le perdite economiche dovute ai mancati benefici per la comunità jonica”.

L’europarlamentare insiste anche sul fatto che la Convenzione quarantennale del concessionario (Aeroporti di Puglia-AdP) debba essere revocata da ENAC per l’evidente conflitto di interessi. AdP, infatti, è concessionario unico di aeroporti che dovrebbero essere posti in reciproca concorrenza e complementarità nonché, allo stesso tempo, uno dei controllori delle procedure di assegnazione dei contributi. In sostanza, AdP è controllore e controllato allo stesso tempo.

“Il nostro obiettivo – conclude D'Amato – è salvaguardare e potenziare una delle opere infrastrutturali che dovrebbero costituire il volano della rinascita della terra jonica, l’aeroporto Arlotta per l’appunto. E’ chiaro a tutti l’importanza di questo scalo per lo sviluppo del turismo in tutta la provincia”.

Un importante contributo di studio e proposta alla risoluzione dei problemi della città. Un fatto non scontato, in un territorio in cui le difficoltà sono più grandi e maggiormente avvertite dalla popolazione”. L'on. Michele Pelillo, parlamentare del PD, commenta con soddisfazione l'inaugurazione del Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia prevista per domani, martedì 21 alle ore 17, alla presenza del ministro Giannini.

Il potenziamento dell'offerta formativa a Taranto, testimoniato dall'inaugurazione del Polo Scientifico Tecnologico - aggiunge l'on. Pelillo - è un segnale positivo e di speranza per le future generazioni. Tutto questo rappresenta una piattaforma per incidere nel settore ambientale, con particolare attenzione ai problemi causati dall'inquinamento dell'aria, del suolo e delle acque. Nuove strumentazioni, idonee alla ricerca sui problemi ambientali, sono infatti previste nel progetto di potenziamento del Polo e le stesse sono messe a disposizione del territorio".

Per questo, conclude il parlamentare tarantino, oltre ad un grande esempio di eccellenza scientifica, il Polo Magna Grecia "rappresenta anche un ponte con l'imprenditoria e con la riqualificazione economica del territorio ionico, un “incubatore” che raccordi l'esperienza scientifico-tecnologica alle istanze del pubblico e del privato e sia costante riferimento per la ricerca”.

 

"Lsu: mancano ancora i decreti necessari per stabilizzare i lavoratori, si colmi presto questo ritardo”. La denuncia del senatore Dario Stefàno (Sel) in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri all’Economia e al Lavoro con cui sollecita il governo alla disposizione dei decreti per l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili. 

 

“La vicenda dei lavoratori che operano nelle amministrazioni locali – spiega Stefàno - sembrava essere giunta a un punto di svolta con l'approvazione della legge di stabilità dello scorso anno. Ad oggi però non si è ancora dato seguito a quella determinazione, non essendo stati emanati i necessari decreti per stabilizzare il personale".


"Una situazione già piuttosto critica a cui si aggiungono ulteriori preoccupanti elementi di disagio - continua Stefàno- come quello che si è verificato nei giorni scorsi a Lecce con lo sciopero dei lavoratori a causa della comunicazione della Provincia di Lecce della sospensione di tutte le attività, per la mancata firma del decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali necessaria alla prosecuzione del servizio.  Sono persone che ormai da anni subentrano, come in un vero e proprio turn over, alle mansioni proprie delle amministrazioni pubbliche. Gli stessi amministratori locali soffrono per la mancata soluzione rispetto a un problema che riguarda i loro collaboratori”.

 


“Chiedo pertanto – conclude Stefàno - di non rinviare ulteriormente una determinazione che presenta tutti i caratteri di giustizia sociale e che, in caso contrario, non farà altro che accrescere l’allarmismo e il frustrante senso di disinteresse dell'Amministrazione centrale nei loro confronti".

Sabato 11 ottobre si è costituita a Roma l'Associazione "Ecosistema camerale". Un'esperienza innovativa, probabilmente fra le prime in Italia ed in tendenza con quanto sta accadendo in Europa, che nasce in un modo tutto particolare.

Nei primi mesi del 2014 il Governo Renzi avvia un processo di riordino del Sistema camerale italiano (105 Camere di commercio, 19 Unioni regionali, Unioncamere, Aziende speciali, Società di sistema) che suscita una significativa reazione non solo negli organi del sistema stesso, ma anche fra i circa 10.500 lavoratori che non ne condividono i presupposti. Alcuni di loro, animati da forte spirito di servizio e convinti dell'utilità degli Enti camerali quali veri organismi intermedi a sostegno delle economie locali, invece di limitarsi a contestare la riforma proposta, decidono spontaneamente di agire in un modo diverso. 

Nasce così, su basi non istituzionali, il gruppo facebook "Ecosistema camerale", finalizzato alla diffusione delle buone prassi del Sistema, alla informazione sul ruolo delle Camere di commercio, alla discussione su proposte positive di rinnovamento. In poco tempo aderiscono al gruppo oltre 2000 lavoratori motivati e pronti ad agire in rete nell'ambito di uno straordinario esperimento di comunità "liquida" nel senso migliore del termine, al di là di ruoli, funzioni e territori di appartenenza. Fra le iniziative del gruppo, certamente è da segnalare il tweetstorm sui temi della riforma e sulle competenze ed i numeri del Sistema camerale: oltre 200.000 tweet in due mesi a testimonianza di una eccezionale consapevolezza del valore dell'impegno camerale a favore delle imprese italiane. Inoltre, il gruppo ha proposto emendamenti sia sull'art. 28 del D.l. 90/2014 (riguardante le riduzione del diritto annuale dovuto dalle imprese) sia sull'art. 9 del disegno di legge 1577 (riordino delle Camere di commercio).

Con la sottoscrizione dell'Atto costitutivo, lo scorso sabato, dall'esperienza del gruppo trae origine un'Associazione senza scopo di lucro e senza obiettivi di rappresentanza sindacale o istituzionale. Ora la comunità facebook dispone di uno strumento utile ad avviare azioni per la valorizzazione e lo sviluppo delle persone, delle professionalità e dei servizi erogati dal Sistema camerale italiano (Camere di Commercio, Unioncamere, Unioni regionali, Aziende Speciali e organismi strumentali comprese le società “in house” e le società di sistema) ed internazionale (Camere di commercio italiane all'estero, estere in Italia, Eurochambres). 

Il metodo sarà quello del coworking, della contaminazione reciproca dei metodi e degli strumenti di lavoro fra partecipanti: uomini e donne appartenenti a strutture ubicate in tutta Italia, che difendono la propria organizzazione, rivendicandone la valenza, e che operano attivamente dentro e fuori  dal posto di lavoro, utilizzando le opportunità offerte dal digitale, per informare e per introdurre elementi positivi nel riordino delle Camere di commercio. L'intento è quello di non disperderne valori e risultati, ma anche di potenziare la dinamicità del Sistema camerale, introducendo nuove forme di interazione sociale che possano essere utili anche allo sviluppo economico e culturale del Paese.

"I fatti mi stanno dando ragione: ho fatto bene a votare contro le aliquote della Tasi e della Tari in Consiglio comunale, due tasse che stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese grottagliesi". A parlare così è il consigliere comunale Davide Chiovara il quale si fa forte dello studio del coordinamento provinciale di Forza Italia secondo il quale su 29 comuni di Taranto e provincia, solo undici hanno applicato sulla Tasi l’aliquota massima del 2,5%. "Grottaglie - sottolinea Chiovara - è ovviamente nella “lista nera” di questi undici comuni che hanno deciso di vessare al massimo i propri cittadini. Tutti i grottagliesi devono sapere che, senza andare troppo lontano, l’amministrazione di Monteparano ha applicato sulla Tasi una aliquota minima del 1%".

La scelta del sindaco Ciro Alabrese, e della sua giunta, di applicare l’aliquota massima sulla Tasi è, secondo Chiovara, "ancora più politicamente  deprecabile" se si tiene conto che il Comune di Grottaglie "è l’unico del territorio a ricevere ogni anno 1.600.000 di euro di royalties per la discarica, soldi che avrebbero permesso a Ciro Alabrese di ridurre le aliquote: come fanno gli altri sindaci che non ricevono royalties ad applicare aliquote inferiori sulla Tasi? Se lo chiedano i grottagliesi, soprattutto quelli che hanno creduto alle promesse elettorali di Ciro Alabrese".

E, "tra le tante promesse elettorali", puntualizza Chiovara, c’era pure quella "di migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti: dopo anni e anni l’amministrazione di Ciro Alabrese non ha fatto nulla in tal senso, tanto che quest’anno Grottaglie dovrà versare 305.000 euro di Ecotassa regionale che, ovviamente, dovranno pagare i grottagliesi con la Tari. Per questo - conclude Chiovara - chiedo ai consiglieri comunali di maggioranza di avere senso di responsabilità, politica e sociale, e non appoggiare più le scelte amministrative del sindaco Ciro Alabrese che, proprio come con gli aumenti di Tasi e Tari, stanno mettendo in ginocchio Grottaglie. Abbandonando la difesa egoistica di interessi personali, mettiamo tutti insieme fine all’amministrazione di Ciro Alabrese e torniamo quanto prima alle urne dando la possibilità ai grottagliesi di eleggere un sindaco che sappia amministrare al meglio la città senza tartassare i cittadini con le tasse".

“Emiliano non sa di cosa parla e su Tempa Rossa lo fa a sproposito, senza responsabilità, senza cognizione di causa, offendendo l’intelligenza dei cittadini di Tarantini.”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
“Tanto per cominciare - prosegue - la diossina non c’entra nulla con Tempa Rossa, che svilupperebbe emissioni di altre sostanze. Qualcuno del Pd dovrebbe informare meglio il magistrato quando deve cimentarsi in dichiarazioni così delicate. Quanto alla compensazione, che evidentemente Emiliano non conosce, si tratta di un intervento riportato nel parere della Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale (nella seduta plenaria del 21 giugno 2011) e nell’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente in fase di autorizzazione del progetto, con decreto di Compatibilità ambientale VIA/VAS del 27 ottobre 2011. Per Tempa Rossa, in particolare, per compensare totalmente l’incremento di emissioni, l’Eni ha previstro di migliorare ulteriormente i sistemi di recupero dei vapori, utilizzando la combinazione di due delle più moderne tecnologie disponibili sul mercato ed utilizzate per il controllo dei vapori, consentendo di ottenere elevata efficienza e, quindi, il pieno rispetto delle prescrizioni VIA".
Inoltre, fa presente Lospinuso, nella VIA/VAS non vengono esaminate "le attività di pre-trattamento del greggio, ma solo quelle di stoccaggio e movimentazione, proprio perché non sono comprese nel progetto di Taranto. Poi, al segretario del Pd va ricordato che non si può essere forza di lotta e di governo contemporaneamente: Comune e Provincia di Taranto e la Regione, tutte governate dalla sinistra, hanno espresso pareri favorevoli al progetto di investimenti Eni sulla raffineria. Il 26 maggio 2011, infatti, si tenne un incontro presso l’assessorato regionale all’Ambiente e sia il Comune che la Provincia di Taranto espressero parere favorevole all’opera. Lo stesso Cervellera (consigliere regionale di Sel, ndr), che oggi si scatena presentando ordini del giorno in Consiglio regionale, adottò, in qualità di vicesindaco di Taranto, l’intesa con l’autorità portuale sul piano del porto in cui era compreso anche l’investimento su Tempa Rossa. Diventa inspiegabile, alla luce di questo, la volontà di quella stessa sinistra di approvare la variante al Piano portuale che mettere a rischio tutti gli investimenti per lo sviluppo del porto. Oggi non possono parlare come dei verginelli".
Insomma, per il consigliere regionale di Forza Italia, ancor più grave "è fare dichiarazioni pesanti con cui si decreta la morte di Taranto senza informarsi a dovere. Forse Emiliano non considera l’emergenza occupazionale che si scatenerebbe, non conoscendo il nostro territorio. Tempa Rossa produrrebbe circa 300 posti di lavoro, più uno stimolo a tutto il comparto industriale ed eviterebbe la possibile chiusura della raffineria con la perdita di 1000 posti di lavoro. Come dovrebbero andare avanti le famiglie, secondo il segretario Pd, se dovessero chiudere le imprese dell’indotto anche alla luce della crisi dell’Ilva? Se è questo il modo con cui Emiliano si propone alla Puglia, per un governo all’insegna dell’approssimazione e del qualunquismo con cui distruggere ogni prospettiva occupazionale, allora abbiamo ancora di più il dovere di lottare per vincere. Evidentemente - conclude Lospinuso -  le primarie, come ha rilevato anche l’assessore Nicastro, hanno generato il dibattito pretestuoso, ma il territorio non merita di essere strumentalizzato per le smanie elettorali del centrosinistra”. 

Nel primo pomeriggio di oggi, presso lo stabilimento ILVA di Taranto, si è verificato un incidente che ha visto coinvolto un lavoratore impegnato in un intervento di manutenzione presso l’Acciaieria 1. Da una tubazione in riparazione, contenente al suo interno calce, è fuoriuscito un flusso di materiale che ha investito l’operaio, che ha subito un’ustione al viso in prossimità degli occhi. Sul posto è prontamente intervenuto il personale del servizio sanitario di stabilimento, che ha provveduto al trasferimento presso l’ospedale “G. Moscati” di Taranto. L'Acciaieria 1 si riconferma ancora pel primo pomeriggio di oggi, presso lo stabilimento ILVA di Taranto, si è verificato un incidente che ha visto coinvolto un lavoratore impegnato in un intervento di manutenzione presso l’Acciaieria 1. Da una tubazione in riparazione, contenente al suo interno calce, è fuoriuscito un flusso di materiale che ha investito l’operaio, che ha subito un’ustione al viso in prossimità degli occhi. Sul posto è prontamente intervenuto il personale del servizio sanitario di stabilimento, che ha provveduto al trasferimento presso l’ospedale “G. Moscati” di Taranto. L'Acciaieria 1 si riconferma ancora una volta protagonista in modo negativo. Non più di una settimana fa, infatti, i 250 operai del reparto erano stati evacuati a causa di una fuga di gas che, per fortuna, non ha causato né vittime né feriti. Tutto mentre impazza la polemica tra gli ambientalisti e il commissario Gnudi a causa delle dichiarazioni di quest'ultimo secondo le quali l'Ilva avrebbe ottemperato al 75% delle disposizioni dell'Aia.

Aggiornamento tecnologico della linea Bari-Taranto e potenziamento della tratta al servizio del porto mercantile del capoluogo ionico: sono i progetti che interessano l’area ionica, tra i programmi per rendere più efficienti, veloci, capaci e moderni i collegamenti ferroviari in Puglia, illustrati al presidente del Consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna, dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Michele Elia, nell’incontro di venerdì 10 ottobre a Roma.
Per l’upgrade tecnico della Bari-Taranto (30 milioni di euro), si prevedono interventi anche sugli apparati di stazione e sull’informazione al pubblico. Al governo del traffico provvederà il Posto Centrale di Bari Lamasinata, puntando a migliorare la regolarità e la qualità dei servizi. Le opere sono in via di attuazione, divise in “fasi funzionali”. A luglio 2014 è stata attivata la tratta Gioia del Colle-Taranto, entro questo novembre fine lavori anche sulla Gioia del Colle-Bitetto.
Il collegamento con lo scalo portuale tarantino sarà potenziato in due fasi, costo complessivo 26,5 milioni di euro. L’attivazione è pianificata nel luglio 2017. Si punta a creare le condizioni per incrementare l’offerta di servizi merci di bacino, con un’infrastruttura dedicata, collegata alla rete nazionale.
Primo lotto (11,9 mio euro): realizzazione del fascio dei binari dalla stazione di Cagioni verso il  Molo Polisettoriale e della radice in direzione dell’ampliamento del molo 5 sporgente. Fase 2 (13,6 milioni): costruzione di un fascio di presa e consegna e di un fascio di arrivi e partenze diretto alla Piastra Logistica in via di realizzazione ed ai moli sporgenti 4 e 1.
L’intervento è incluso nel Contratto di Programma 2012-16. La progettazione definitiva è pronta. La pianificazione delle attività successive dipende dalla procedura di verifica degli aiuti di Stato.
Le stazioni di Brindisi, Taranto e Lecce rientrano inoltre nel progetto 'Cento stazioni', con Barletta e Foggia. La valorizzazione di altre 500 stazioni minori punterà a migliorare i servizi ai pendolari e interesserà in Puglia: Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle sulla Bari-Taranto. Santo Spirito, Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie, Trani, Trinitapoli-San Ferdinando e San Severo sulla Bari-Foggia. Infine, Bari-Marconi, Mola di Bari, Polignano a mare, Monopoli, Fasano e Ostuni sulla Bari-Brindisi-Lecce. 

"La decisione della commissione europea di depositare un parere motivato e di continuare nella procedura d'infrazione contro il governo italiano,perché non avrebbe fatto abbastanza per garantire gli impegni sull'Ilva e' una secca sconfessione dell'operato del commissario Gnudi, che proprio ieri aveva parlato dell'attuazione del 75% delle prescrizioni ambientali nello stabilimento siderurgico di Taranto  e del ministro dell'Ambiente Galletti." E' quanto dichiara il coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli commentando la notizie circa il proseguimento della procedura d'infrazione su Ilva.
Come si ricorderà, nei giorni scorsi il commissario Gnudi aveva dichiarato che  il 75% delle prescrizioni ambientali sono state attuate nello stabilimento siderurgico di Taranto. Affermazioni che il coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, aveva bollato come "surreali e scandalose" perchè questo avrebbe significato "che sarebbero stati investiti, approssimativamente, 1,35 miliardi di euro sino ad oggi . Ma sappiamo, analizzando i report e i bilanci, delle difficoltà economiche dell'azienda che è dovuta ricorrere ad un prestito ponte di 250 milioni di euro chiesto alle banche e garantito dallo stato per pagare gli stipendi. Le affermazioni di Gnudi - prosegue Bonelli - sono così surreali e scandalose se pensiamo che il 9 giugno del 2014, solo 4 mesi fa,  l'ex sub commissario Ronchi, presentando i dati sull'attuazione delle misure ambientali,  indicava in 1,8 miliardi di euro i costi per l'attuazione delle prescrizioni ambientali  e in 600 milioni quelle per la sicurezza sul lavoro. A ciò si devono aggiungere le somme per gli investimenti tecnici che sono pari a 1,75 miliardi di euro. Totale 4,1 miliardi di euro. L'Ilva nel giugno del 2014 ha dovuto sospendere gli ordinativi fatti alla Siemens dei quattro filtri a manica per l'agglomerato perchè non c'erano risorse economiche  , circa 60 milioni di euro, per acquistarli".
Ragion per cui, Bonelli si dice pronto "a non far cadere nel vuoto le dichiarazioni di Gnudi e ritengo urgente che la procura di Taranto debba occuparsi dell'attuazione delle prescrizioni nello stabilimento Ilva di Taranto. Per questa ragione presenterò un esposto in procura affinché si verifichi con estrema urgenza la corrispondenza delle dichiarazioni del commissario Gnudi con la reale situazione delle prescrizioni adottate all'Ilva di Taranto.  Sfido, comunque, il commissario Gnudi - conclude Bonelli - a consentire ad una delegazione di consiglieri comunali di Taranto ad entrare nello stabilimento e di verificare l'attuazione delle prescrizioni". 
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