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Giornale di Taranto -
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Sono passati alcuni giorni e pare che le urne ci abbiano restituito un Paese diviso. Non è una sorpresa poiché tanti erano i segnali che sono stati trascurati, ma la resa plastica dei risultati non può che far riflettere. Da lunedì leggiamo le analisi più disparate, le ipotesi più fantasiose. Le scelte degli elettori vanno sempre rispettate e interpretate in profondità: si è registrato un desiderio di cambiamento, viviamo da anni ormai una disillusione cocente. Nei riguardi di una certa politica, che il popolo ha sentito distante e ripiegata su sé stessa.

È un Sud povero e sofferente che si rivolge alla classe politica. A Taranto negli ultimi tempi abbiamo visto un interessamento più fattivo rispetto al passato rispetto a tutta la questione Ilva, al porto e all’istituzione della Zes, ma, insieme a tutti i problemi che conosciamo, resta il grave punto interrogativo circa le aziende dell’indotto. La forbice del divario fra Nord e Sud continua ad allargarsi, basti solo pensare al tasso di disoccupazione dei giovani e alle famiglie che vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. Sono tanti i fattori che hanno impresso un movimento al consenso elettorale, il più preoccupante per me è la pressione sulla paura circa la problematica dell’immigrazione. L’Italia è attraversata da una grave crisi sociale dalla quale non dobbiamo assolutamente distrarci e che abbiamo tenuto ben presente nell’ultima e Settimana Sociale dei cattolici italiani celebrata a Cagliari.  Il mio pensiero e la mia preghiera vanno al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dovrà svolgere il difficile compito di indicare all’Italia un Governo stabile senza che nessuno stia a dargli fretta.  Urgono senso di responsabilità e buon senso, valori che stridono con i toni e le promesse fin troppo generose e a volte esagerate della campagna elettorale che si è appena  conclusa.

Prova se ne potrà dare in occasione del primo fondamentale impegno a cui il nuovo Parlamento sarà chiamato: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato.

Aspettiamo da lì un segnale che possa farci sperare nell’assunzione consapevole del ruolo ricoperto dagli eletti e in un prosieguo proficuo della legislatura. Abbiamo una necessità politica forte, ineludibile, sintetizzata dalla proposta del cardinal Bassetti, presidente della Cei: “Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”. Queste sono le responsabilità della classe politica uscita da questa tornata elettorale. È necessario che vengano dismessi subito i panni della propaganda e si indossino quelli che la Costituzione ha loro affidato. A tutte le persone  di buona volontà spetta la responsabilità di continuare a perseguire lo scopo della costruzione di una classe dirigente preparata, in grado di riconquistare la fiducia degli elettori in vista del bene comune.

È difficile rintracciare l’identità cattolica in una lettura dei risultati delle elezioni. È importante però  aprire un serio confronto lasciandoci sfidare dal disagio sociale, presente particolarmente nel Meridione d’Italia, e creare unità fra cattolici e  tutte le persone di buona volontà sui problemi reali e persistenti della gente (la salute, il lavoro, la famiglia, i giovani, i migranti), avendo come orizzonte la crescente povertà che nelle sue forme differenti rimane una ferita alla dignità umana.

Desidero augurare a tutti gli eletti, particolarmente a quelli della provincia ionica, un appassionato e appassionante percorso in parlamento per dare prova fattiva ad un nuovo corso per il nostro territorio.

Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto

Il parere tecnico è una cosa quello politico è un’altra. Sulla “cupa” vicenda della discarica Linea Ambiente (ex Ecolevante) di Grottaglie chiediamo l’assunzione di una decisione politica che dia definitivamente il chiaro indirizzo delle azioni assunte o da assumere per la strategia dei rifiuti zero.

Così il segretario generale della CGIL di Taranto, Paolo Peluso, che esprime sostegno verso l’iniziativa del Sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò questa mattina in sit- in sotto la sede della Provincia di Taranto.

La decisione assunta dal Comitato tecnico della Provincia lo scorso 15 febbraio e resa nota solo nel post elezioni ci impone una riflessione generale circa la linea politica che si intende assumere su tutta la gestione del ciclo dei rifiuti – dice Peluso – perché è impensabile che attraverso gli intendimenti del legislatore europeo e nazionali si debba perseguire l’obiettivo che vada oltre le discariche, e poi continuare ad assistere alla reiterata assunzione di decisioni che mortificano proprio i territori.

Il Comune di Grottaglie – continua il segretario della CGIL – proprio alcuni giorni fa ha deliberato l’estensione del servizio di raccolta differenziata su tutto il territorio comunale, ma poi è costretto a subire l’ampliamento di una discarica che ormai da anni è al limite della sua capacità ricettiva e al centro di numerose segnalazioni di traffico di rifiuti provenienti da tutta Italia.

Auspichiamo che la Provincia così come la Regione chiariscano finalmente e una volta per tutte i loro intendimenti su questo fronte – dice Peluso, che poi pone all’attenzione dell’opinione pubblica altri casi emblematici sul territorio.

Lo sforzo dei sindaci va accompagnato e sostenuto – sottolinea – perché altrimenti non ha nessun senso chiedere ai cittadini e agli enti locali di programmare un ciclo della raccolta dei rifiuti differente, quale premessa per il raggiungimento di una piena economia, e poi sviluppare l’affaire discariche senza neanche accelerare un processo di evoluzione del sistema. Nella nostra provincia ci sono le discariche ma gli impianti di recupero e riutilizzo sono prevalentemente altrove. Non è pertanto solo il tema ambientale ad essere messo in discussione ma anche quello produttivo, occupazionale ed epidemiologico.

Il presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano di Forza Italia, non autorizzi il raddoppio della discarica”. Così intervengono i deputati pugliesi del M5S Giovanni Vianello, Alessandra Ermellino, Rosalba De Giorgi, Gianpaolo Cassese e il senatore Mario Turco, in merito al parere positivo del CTP della provincia di Taranto al raddoppio della discarica Linea Ambiente di Grottaglie.

“La provincia di Taranto - aggiungono - è la discarica d’Italia e sede di smaltimento dei rifiuti regionali e trans-regionali proprio a causa delle numerose autorizzazioni che la Provincia ha concesso nel corso degli anni. Autorizzare il raddoppio della discarica di Grottaglie significherebbe continuare ad essere il centro di smaltimento regionale e nazionale”.

Tamburrano non si nasconda dietro motivazioni tecniche. Ad affermarlo vi sono numerose sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. È ormai noto infatti che la valutazione di impatto ambientale non è un mero atto tecnico di gestione rientrante nelle attribuzioni dei dirigenti, trattandosi di un provvedimento con cui viene esercitata una vera e propria funzione di indirizzo politico-amministrativo. Tamburrano non ha scuse e non può macchiarsi di questa ennesima autorizzazione nefasta per il territorio” - commentano i parlamentari del M5S.

“Vogliamo mettere in evidenza come, mentre il M5S promuove l’economia circolare con il recupero e riciclo totale dei materiali, Forza Italia promuove solo discariche e inceneritori. È inaccettabile. Oltre a quella di Grottaglie, il presidente Tamburrano non ha ancora espresso il diniego a diverse richieste di raddoppio di discariche e inceneritori nel Tarantino e in passato ha mostrato una politica friendly nei confronti di questo genere di impianti. Ci chiediamo cosa stia aspettando e probabilmenteTamburranno non ha ben chiaro il significato del voto espresso di cittadini nelle passate elezioni: i tarantini hanno bocciato le proposte di Forza Italia ritenendole non idonee a rappresentare il nostro territorio anche a causa della incompetenza nella gestione dei rifiuti. Da Grottaglie a Lizzano, da Manduria a Massafra, da San Marzano a Taranto - Statte la situazione deve cambiare. Continueremo a difendere con ancor più determinazione il nostro territorio dal business dello smaltimento dei rifiuti” - concludono.

Torna l’appuntamento con il cartellone culturale del Comune di Castellaneta, assessorato alla Cultura “Una volta al mese”. Sabato 10 marzo un appuntamento tutto pugliese con il tarantino Michele Riondino che presenta il suo ultimo lavoro “Angelicamente anarchici - don Andrea Gallo e Fabrizio De Andrè”. Michele Riondino dà voce a Don Andrea Gallo e racconta il suo quinto Vangelo: quello secondo Fabrizio De André.

“I miei vangeli sono cinque: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Fabrizio … È la mia Buona Novella laica. Scandalizza i benpensanti, ma è l’eco delle parole dell’uomo di Nazareth che, ne sono certo, affascinò il mio amico Fabrizio”.

Quella tra Don Gallo e De André è stata un’amicizia intima e fortissima; ad unire profondamente il poeta e il sacerdote anarchico sono stati il desiderio di giustizia, la cultura libertaria e soprattutto la concezione della vita come cammino e incontro, prescindendo da qualsiasi pregiudizio.

Per comporre il suo “Vangelo laico”, Don Gallo ha scelto alcune delle più belle canzoni di Faber, nelle quali ha rintracciato il nucleo del messaggio evangelico, che è un messaggio penetrante e universale: c’è la coscienza civile, la comprensione umana, la guerra all’ipocrisia e il desiderio di riscatto della condizione umana emarginata perché “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
Michele Riondino è nato il 14 marzo 1979 a Taranto, nello specifico nel quartiere Paolo VI della città. Affascinato da L'attimo fuggente (1989) di Peter Weir, fonda insieme ad alcuni amici "la setta dei poeti estinti", con i quali ha intenzione di mettere su una band. Eppure non è la carriera musicale quella che sembra intraprendere, inizia a frequentare piuttosto corsi di recitazione e, deciso a imboccare la strada dello spettacolo. Ed ora è uno dei più bravi giovani attori italiani di cinema e serie televisive).
“È un onore ospitare questo giovane straordinario orgoglio della nostra terra”, commenta Giovanni Gugliotti, sindaco di Castellaneta.

Fuori dal museo. Nella città. Il Crest indice un bando per la selezione di 15-20 partecipanti al percorso di formazione in drammaturgia dello spazio “Taranto, un museo a cielo aperto” condotto da Paolo Baroni, scenografo e illuminotecnico, e Marco Guarrera, set designer e lighting designer. In pratica, da aprile a settembre 2018, il Crest condividerà con i corsisti selezionati spazi di progettazione, professionalità artistiche, strutture organizzative e tecniche. Il corso è finalizzato allo sviluppo di un progetto collettivo sul tema “portiamo il museo fuori, nella città”, alla costruzione di una “macchina scenografica interattiva”, utilizzando per lo più materiali di recupero e all’installazione della “macchina” in uno o più luoghi dell’antica isola tarantina.

Il percorso di formazione in drammaturgia dello spazio si rivolge a maggiorenni ambosessi, studenti e professionisti provenienti da diversi settori disciplinari inerenti alla rigenerazione urbana, all‘integrazione sociale, alla comunicazione, all’arte contemporanea, alle arti visive e performative. Nell’esame delle candidature sarà data preferenza agli under 35 e ai residenti nella città di Taranto. È richiesta una forte attitudine al lavoro di gruppo interdisciplinare, alle pratiche creative e di problem solving, curiosità e spirito di ricerca. Ancora, saranno necessarie la disponibilità all’ascolto e la capacità di mettersi in gioco, provando a uscire dal sapere del proprio linguaggio specifico, ma senza perdere la propria identità.

“Taranto, un museo a cielo aperto” prevede momenti di scoperta e osservazione, passeggiate e visite guidate in diverse zone di Taranto, in primis la città vecchia. Sarà indispensabile uno sguardo collettivo, globale, sulla città da parte di tutto il gruppo (minimo 15, massimo 20 partecipanti), per realizzare un lavoro di drammaturgia dello spazio condiviso. Alle uscite seguiranno momenti di creazione pratica negli spazi teatrali del TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda al quartiere Tamburi. Il calendario dei lavori: 23-26 aprile, incontro preliminare; 21-26 maggio, definizione progetto; 11-30 giugno, costruzione “macchina scenografica”; 17-22 settembre, installazione finale ed evento pubblico.

in due rate: 50 euro al momento dell’iscrizione e la restante quota da saldare entro il termine del percorso). 

 

Il percorso di formazione in drammaturgia dello spazio “Taranto, un museo a cielo aperto” è parte di “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 di Crest e associazione culturale “Tra il dire e il fare” (Ruvo di Puglia, Bari) in ATS, in ordine all’avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti lo spettacolo dal vivo e le residenze artistiche - Patto per la Puglia - FSC 2014/2020 - Area di intervento “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”.

 

DOCENTI

 

Paolo Baroni

Lavora da oltre quarant'anni nel teatro con esperienze che vanno dall'opera lirica ai burattini, dalla danza al teatro di prosa, dalle sfilate di moda alle performance, tutte esperienze intervallate da laboratori altrettanto variegati (minori a rischio, ragazzi con autismo, anziani, bambini di scuola d'infanzia, giovani europei... dallo sviluppo tipico all'atipico). È stato direttore tecnico del Festival di Santarcangelo, della compagnia Societas Raffaello Sanzio di Cesena e di altre realtà italiane del mondo dell’arte (La Fenice di Venezia, Teatro dell'Opera di Roma, Teatro alla Scala). Tiene laboratori e corsi di formazione di scenografia e illuminotecnica in tutta Italia.

 

Marco Guarrera

Si forma all’Istituto Statale d’Arte Gagini di Siracusa, poi all’Accademia di Belle Arti di Catania nel ramo scenografia e continua all’interno del Teatro Valle Occupato, dove approfondisce l’illuminotecnica teatrale. Ha lavorato per la Fondazione Arena di Verona e progettato e realizzato scenografie ed effetti speciali col gruppo tecnico/artistico del Teatro Valle Occupato. Attualmente è impegnato sia nel campo dell’illuminotecnica che della scenografia teatrale con diverse collaborazioni all’attivo su Roma e il territorio nazionale. Contemporaneamente porta avanti un progetto artistico legato ad una forma sperimentale di teatro d'ombre con la compagnia “Malombra” da lui fondata.

Non sono state vane le denunce fatte sulla pericolosità della strada statale 100 e le battaglie iniziate già nel novembre del 2015 da Vanni Caragnano, oggi presidente del Comitato Strade Sicure. Ci sono voluti anni, ma alla fine qualcuno si è accorto che su quella strada, per il tratto, circa venti chilometri, che attraversa l’agro di Mottola, bisognava intervenire, per evitare che l’elenco delle vittime potesse continuare ad allungarsi.

E’, infatti, del 28 febbraio scorso la delibera in materia di infrastrutture del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, con il quale vengono stanziati 24,5 milioni di euro per il completamento funzionale e messa in sicurezza della strada statale 100, per il tratto successivo al km 44+500, che è quello ricadente in agro di Mottola.

“E’ un primo passo – ha spiegato Vanni Caragnano -. Certamente non sono risorse necessarie a risolvere in toto la questione, perché per la messa in sicurezza di quell’arteria da Gioia del Colle sino a Massafra, passando, per Mottola attraverso lo svincolo di San Basilio e la Galleria Mauro, che sono i tratti più critici, servirebbero molte più risorse. Però, è un punto di inizio, che, dopo anni di pressing serrato, manifesta come la questione cominci ad essere attenzionata nelle sedi opportune”.

Quali ora i tempi? Ora l’iter prevede la finalizzazione dei testi, quindi il passaggio alla Corte dei Conti per la registrazione, la firma del Ministero competente e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; ultimo passaggio, questo, che consente ai fondi di diventare utilizzabili. Un iter che, in condizioni normali, dovrebbe durare sei mesi. Solo dopo la pubblicazione in Gazzetta, si provvederà al bando per l’assegnazione delle gare.

Come si sia arrivati a questo risultato? Prima un incontro che Caragnano ha avuto con il Capo Compartimento dell'Anas Regione Puglia e con l'ingegnere Dirigente Tecnico dell'Area, nel novembre del 2016, in seguito al quale sulla 100, nei pressi dell'incrocio di San Basilio, sono state posizionate lanterne semaforiche arretrate e delineatori modulari di curva luminosi.

Poi, sempre a novembre 2016, un incontro tecnico in Regione, richiesto da Caragnano. Un fatto quasi storico dal momento che si è trattato del primo tavolo convocato, negli ultimi trent’anni, per analizzare le problematiche della 100, chiamando a raccolta Anas, Società Autostrade per l’Italia, ingegneri della provincia di Taranto e dirigenti regionali addetti alla sezione infrastrutture per la mobilità. Poi, un tavolo in Prefettura, lo scorso 23 gennaio con il questoreStanislao Schimera, Polizia Stradale, Anas, Società Autostrade per l’Italia e 118 Taranto.

Della questione, il presidente del Comitato Strade Sicure ha anche informato, incontrandoli, i sindaci di Mottola e Gioia del Colle, Giampiero Barulli e Donato Lucilla. Ed ecco l’ultimo incontro, il più importante, quello tenutosi in Regione, lo scorso 29 gennaio: tutte le criticità della 100 evidenziate da Caragnano sono state prese completamente in carico dall’assessore regionale alla Mobilità Antonio Nunziante. Quest’u timo, infatti, in quell’occasione, ha dichiarato la massima disponibilità a programmare l’intervento proposto dal Comitato e cioè l’allargamento a quattro corsie della statale 100 fino a San Basilio, ipotizzando anche un aggancio all’autostrada Bologna – Taranto, con conseguente arretramento della barriera autostradale”.

Da quell’incontro in Regione, la macchina amministrativa si è finalmente mossa ed, oggi, dal Cipe arrivano le prime risorse.

I numeri. La statale 100, così come emerge dai dati riportati dall’ultimo Piano Regionale dei Trasporti, dal 2001 al 2013 nei circa 20 chilometri che ricadono in agro di Mottola, vanta il 40% dei decessi di tutta la 100, vale a dire il 5% dei morti su strada di tutta la Regione Puglia. Non solo; secondo i dati forniti dall’Asset, l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio, sulla 100, nel 2014 ci sono stati un morto e 12 feriti; nel 2015, 1 morto e 19 feriti e nel 2016, 2 morti e 17 feriti. Un primato, confermato anche nel 2018: in poco più di due mesi, ben 5 le vittime registrate in due incidenti.

Flussi di traffico. Secondo i dati forniti dall’Arem, l’Agenzia regionale per la mobilità nella Regione Puglia, relativamente al 2014, in un giorno feriale qualunque la statale 100 è attraversata da 5mila autoveicoli in entrambi i sensi di marcia e da mille mezzi pesanti. Deviare il traffico sul tronco autostradale non rappresenterebbe la giusta alternativa, perché il percorso si allungherebbe di 12 chilometri.

Sulla questione, questa mattina il Comitato Strade Sicure ha tenuto una conferenza stampa on the road sulla 100. Oltre a Caragnano, era presente Giovanni Caputi di Bari, padre di Daniele, 18enne, uno delle quattro vittime dell’incidente, verificatosi sulla 100 il 1° gennaio scorso.

“Non sono arrabbiato – ha detto - perché la rabbia ti rende vuoto e non ti permette di andare avanti. Cercavo un riferimento in qualcuno, qualcosa, che sull’esperienza vissuta da genitore di una vittima della strada, mi permettesse di lottare per fare in modo che si intervenisse per dire basta alla lunga scia di sangue; un primato, che per la 100 deve finire. E questo riferimento l’ho trovato nell’amico Vanni Caragnano e nel Comitato che rappresenta. Oggi – ho ripercorso quella strada maledetta – a 60 chilometri l’ora, ho rischiato il pestaggio. Dico questo, perché non bastano i limiti di velocità: servono solo a far fare cassa a qualche ente. Bisogna espropriare, allargare, mettere in sicurezza. Solo così, al nome di Daniele e di tanti altri non se ne aggiungeranno degli altri”.

Taglia il prestigioso traguardo delle ventitré edizioni il “Premio Marco Motolese”, una borsa di studio assegnata a un alunno della classe del Liceo “Aristosseno” di Taranto che frequentava Marco Motolese, studente prematuramente scomparso nel 1994 a soli 17 anni.

Il premio, istituito nel 1996 dalla famiglia di Marco e a lui dedicato in occasione del suo compleanno, viene consegnato a un allievo che nella vita scolastica, oltre che per l’impegno nello studio, si sia distinto nella pratica di quei valori morali di amicizia e di solidarietà in cui eccelleva il compianto Marco Motolese.

 

La consegna della XXIII Borsa di Studio “Marco Motolese” ai terrà alle ore 10.00 di giovedì 8 marzo, nell’Aula Magna del Liceo Aristosseno, in viale Virgilio n.15 a Taranto.

Il prestigioso riconoscimento quest’anno sarà consegnato da S. E. il Prefetto di Taranto, il Dottor Donato Giovanni Cafagna, alla presenza di autorità civili, militari e religiose.

I saluti saranno portati dal Dott. Salvatore Marzo, dirigente scolastico del Liceo Aristosseno” e presidente Commissione Giudicatrice, e dal Dottor Massimiliano Motolese, vicepresidente della Commissione Giudicatrice, e dell’Associazione Culturale “Marco Motolese” e Club per l’UNESCO di Taranto. Saranno presenti i genitori di Marco, Edmondo Motolese e Carmen Galluzzo.

 

Quest’anno tema della manifestazione, che vede la collaborazione del Club per l’UNESCO di Taranto, dell’Associazione Marco Motolese e del liceo Aristosseno, è “I 70 anni della Costituzione Italiana”.

Nell’occasione si cercherà di avvicinare la Costituzione alle nuove generazioni attraverso la lettura e la rielaborazione di alcuni articoli, al fine di comprendere e apprezzare i valori della società odierna, saranno seguiti, inoltre, brani musicali.

Il coordinamento delle attività è affidato, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, alla dottoressa Ines Donatelli, al prof. Massimo Pulpito, Casse 3M Aristosseno, e alla professoressa Giusy Imperiale.

 

L’importanza della Costituzione Italiana e dei suoi valori e principi fondamentali la ritroviamo nelle parole di Piero Calamandrei, uno dei padri costituenti, che rivolgendosi ai giovani disse «dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta».

E' intitolato "Il cacciatore di conchiglie" il primo romanzo di Emanuele Siliberto. Grottagliese, 37 anni, Siliberto propone, nel suo lavoro d'esordio, un testo intimo e raffinato, che indaga sulle fragilità e sul dolore, sul senso della vita; offre, al lettore, elementi di riflessione sul significato delle cose e della stessa esistenza, attraverso una storia non scontata, ma ricca di spunti e di situazioni, in cui lo stesso lettore può riconoscersi.

 

Il libro, edito da Apollo edizioni, sarà presentato giovedì 8 marzo, alle ore 19, nella libreriaMondadori Bookstore, in via Giuseppe de Cesare 35, per la prima volta a Taranto. L'ingresso è libero, sarà presente l'autore. Al dibattito, si intervallerà la lettura di alcuni brani del romanzo. La serata è promossa dalla libreria Mondadori Bookstore, in collaborazione con Indde, industria di idee e con Apollo edizioni.

 

Lo stile del romanzo è chiaro, efficace, ritmico, con una prosa che rifugge da inutili orpelli e cerca di recuperare il valore minimale della parola. Gli eventi sono narrati in maniera limpida e avvincente, per un testo che si legge "tutto d'un fiato".

 

Ha scritto la giornalista Isa Grassano nella prefazione: "'La mia felicità non è in vendita'. Ruota attorno a questo concetto la storia di Oliviero, un impavido, schivo e solitario uomo di montagna, che rifiuta cifre esorbitanti pur di non vendere il suo terreno. Cosa rara in questi tempi, dove tutto si basa sul denaro". Il protagonista rifiuta i soldi e continua a vivere in montagna. "Ma non può sapere - dice Grassano nell'introduzione - che proprio dalla proposta di vendita del suo casale ne deriverà una felicità ancora più grande. L'autore, con dolcezza, ci affida un romanzo delicato, su quattro spaccati di vita, creando, pagina dopo pagina, un percorso verso le emozioni, con quel pizzico di romanticismo che  - come si legge - non è mai peccato". La natura, con la quale il protagonista è in simbiosi, si incrocia con i ricordi, i luoghi, le città del passato, gli amori perduti: come quello per Greta, una donna bellissima. Le "conchiglie", che il protagonista raccoglie sul bagnasciuga, sono i "pezzi" di questo mosaico, i gusci che "fanno rumore sotto i piedi e fanno vibrare l'aria, belli da accarezzare tra le mani, a risvegliare i fremiti e il desiderio".


Emanuele Siliberto è nato a Grottaglie il 4 ottobre del 1980. Ha studiato ragioneria nell'istituto tecnico commerciale Sandro Pertini. Lavora come tecnico specializzato nell'azienda di famiglia. E' sposato e padre di una bambina. Ama la lettura e la scrittura. Spiega che la scrittura, per lui, è una "necessità", per "dare forma al suo io, a quella parte di sé sconosciuta". Negli anni, ha collaborato con alcune riviste locali e ha partecipato a concorsi letterari. "Il cacciatore di conchiglie" è il suo romanzo d'esordio.

Un aumento delle presenze turistiche (anche straniere), rispetto all’anno precedente, che segnano + 28,57%. Sono i numeri registrati nel 2017 dall’Infopoint di Mottola. In un anno, infatti, sono arrivati nella cittadina della provincia di Taranto quasi 5.000 viaggiatori. In aumento le percentuali dei visitatori provenienti sia dall’Italia (+23,25%) che dalle nazioni europee: austriaci (+40,2%), svizzeri (+41%), tedeschi (+38,3%), francesi (+66,3%), olandesi (+ 0,5%), inglesi (+54%), russi (+18,9%).Per quanto riguarda gli italiani, poi, Mottola piace soprattutto ai visitatori provenienti da Lombardia, Lazio e-immancabilmente- Puglia.

“Un risultato straordinario- commenta l’archeologa responsabile tecnico Carmela D’Auria dell’Associazione Terre Nostre, gestore dell’Infopoint- che rappresenta il segno tangibile di un lavoro che portiamo avanti con impegno, ormai da 5 anni. Penso al prolungamento dell’orario di apertura dell’ufficio e alle tante iniziative messe in campo per animare il territorio, dalle visite guidate alle degustazioni, ai corsi di iconografia sacra, ai convegni, alle mostre. Per noi l’accoglienza resta il migliore biglietto da visita: ecco perché all’interno dell’ufficio è stato predisposto un piccolo angolo degustazione di vini e prodotti tipici, molto apprezzato soprattutto dagli stranieri”.

Grande soddisfazione anche da parte dell’amministrazione comunale. “Dall’affidamento dell’appalto per la gestione dell’Infopoint- commenta l’assessore alla cultura del comune di Mottola Valerio Rota- abbiamo registrato un considerevole aumento di visitatori, passando dai 1.400 del 2013 ai quasi 5.000 dello scorso anno. Sono numeri molto importanti, sicuramente intendiamo lavorare per creare sinergie anche con il tessuto commerciale della città. Senza dimenticare altre realtà, Matera su tutte, che- oltre ad essere capitale europea della cultura per il 2019- ha in comune con Mottola la dimensione rupestre”.

A rendere possibile questo risultato è stata un’attenta strategia di marketing e social-marketing passata attraverso il monitoraggio e il continuo aggiornamento del sito internet www.mottolaturismo.it (visitato anche da indiani, americani, vietnamiti, tedeschi, inglesi, francesi, olandesi, irlandesi e spagnoli) e della pagina facebook Infopoint Mottola.

Le attività sono state potenziate negli ultimi anni da progetti collaterali aggiudicati dall’associazione Terre Nostre tramite la partecipazione a bandi con un notevole arricchimento dell’offerta: People for Forest con seminari scientifici, laboratori, workshop, “Food&Wine tra Murge e Gravine” con escursioni e degustazioni (vincitore di bando regionale InPuglia365), potenziamento Infopoint (comune di Mottola aggiudicatario del bando regionale) con incremento dei servizi di front-office turistico, dei servizi on-line, l’adozione dell’immagine coordinata per il personale addetto al front-office, del materiale informativo da distribuire ai visitatori, una serie di attività di animazione on-site.

 

A distanza di quattro anni dall’avvio del Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, al netto delle difficoltà delle fasi di partenza, strutturali e strumentali, denunciate già nel giugno del 2017 da Coldiretti Taranto, la spesa resta ai minimi termini.

E, mentre l’assessore regionale all’Agricoltura Di Gioia cerca di spiegare motivi ed esiti dei ricorsi al Tar Puglia sul Psr, tentando di giustificare la conseguente fase di stallo della struttura tecnica dell’Assessorato, gli agricoltori diventano sempre più delusi e scontenti.

“Non basta l’analisi tecnica della vicenda, serve un immediato e deciso cambio di passo - denuncia il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo –. Stiamo perdendo competitività, perché sono bloccati da due anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati nel lontano 2016. Responsabilmente, abbiamo aspettato che il portale ‘costruito’ apposta per accelerare l’iter di inserimento delle domande delle imprese agricole e avviare subito gli investimenti facesse riguadagnare il tempo perduto. Invece, il rimedio si è rivelato peggiore del male. Il portale telematicamente funziona perfettamente – denuncia Cavallo - ma il manuale d’istruttoria previsto non è mai stato elaborato e ciò ha dato la stura all’inserimento di dati circa rese e prezzi dei prodotti, senza che venissero posti dei paletti o i dati imputati fossero comprovati da documentazione probante. Quanto sta accadendo sul Psr in Puglia è la dimostrazione della paralisi in cui versa la macchina amministrativa dell’Assessorato all’Agricoltura”.

Intanto, mentre il Psr non decolla per gli intoppi della macchina amministrativa e burocratica, è lunga la lista di imprese agricole, che hanno anticipato investimenti per l’acquisto di macchinari, strumenti, realizzazione di serre, prefabbricati, impianti irrigui e che, a distanza di due anni, non hanno potuto neppure perfezionare le pratiche di finanziamento e chissà quando potranno avere le risorse utili all’innovazione e allo sviluppo.

“Il Psr e la mancata semplificazione amministrativa – aggiunge il direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario - sono le due facce della stessa medaglia, perché manifestano sordità della pubblica amministrazione verso le necessità delle imprese agricole pugliesi, che chiedono maggiori conoscenze delle esigenze del tessuto imprenditoriale e un atteggiamento meno vessatorio sul fronte della montagna di carte e cavilli burocratici, che rallentano lo sviluppo. Basti pensare a quanto accaduto relativamente alla misura sul ‘benessere animale’, voce determinante per la zootecnia della provincia di Taranto, che non era stata minimamente contemplata nel Psr. E, oggi, dopo la nostra dura presa di posizione, è stata inserita”.

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