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Giornale di Taranto -
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Il maxi-processo c'è, ma prima di dargli vita bisognerà ancora attendere. L'omessa notifica dell'avviso di fissazione dell'udienza ad uno degli imputati ha comportato lo slittamento al primo dicembre del procedimento giudiziario più atteso a Taranto: quello contro la “grande industria”, quello che vede sotto accusa l'Ilva per disastro ambientale, quello che andrà a far parte della storia di una città che, almeno in questa fase iniziale del dibattimento, è stata la grande assente. Sì, è vero: l'aula “Emilio Alessandrini” del Tribunale ha confermato di non essere la “location” più indovinata per un processo del genere (il prossimo appuntamento si terrà nell'aula magna della Scuola dell'Aeronautica Militare), ma a fronte di una vicenda come è stata quella di “Ambiente svenduto” più di qualcuno si sarebbe aspettato una maggiore affluenza di pubblico. Un particolare che non è sfuggito in una giornata che non ha fatto registrare nulla di significativo, tranne la decisione del presidente della Corte d'Assise (il dott. Michele Petrangelo) di aggiornare l'avvio del procedimento. Della valanga di reati di cui sono chiamati a rispondere i 47 imputati (44 persone fisiche e tre società) se ne riparlerà il primo dicembre, quando (sempre che non ci siano altri imprevisti) si registrerà la costituzione delle parti e sarà fissato un primo calendario di udienze. Operazioni tutt'altro che veloci se si pensa ai numeri che caratterizzano questo caso giudiziario (solo le parti civili sono quasi mille). Un caso giudiziario che vede coinvolti alcuni ex amministratori (Nicola e Fabio Riva, ad esempio) e diversi manager dello stabilimento siderurgico, politici (come il sindaco del capoluogo ionico, Ezio Stefàno, l'ex governatore della Regione, Nichi Vendola, e l'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido) e professionisti. Tutti finiti nel mirino della Procura a seguito di quanto emerse da accertamenti, intercettazioni telefoniche e perizie, elementi probatori capaci di far puntare l'indice contro l'attività industriale messa in atto dall'Ilva nel corso degli anni. A giudizio degli inquirenti, l'azienda avrebbe mirato ad ottenere il massimo del profitto senza curarsi di adottare misure in grado di scongiurare sia l'inquinamento di un intero territorio sia il verificarsi di incidenti all'interno dell'azienda. Accuse e sospetti che hanno portato il pool di magistrati ad ipotizzare (a vario titolo e a seconda dei singoli imputati) contestazioni pesantissime, fra cui l'associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e l'avvelenamento di sostanze alimentari, che è poi il reato che ha determinato la competenza della Corte d'Assise. Toccherà a questo organo giudicante valutare quanto accaduto in una città che troppo spesso ha lasciato decidere ad altri ed in altri luoghi il proprio destino. Ma questa è tutta un'altra storia.

Emulare le gesta dei campioni che si affrontano nei grandi slam è il sogno di tutti gli appassionati di tennis, di conseguenza… perché non provarci? Soprattutto se si è in un’età che permette di apprendere tecniche di gioco e di affinare i propri colpi? Sì, è vero: si tratta di una disciplina sportiva complessa, che richiede passione, fatica e tanto impegno, ma che comunque vale la pena di “scoprire” e fare propria. Ed è proprio per questo che da lunedì 14 settembre il glorioso Circolo Tennis Taranto (lo stesso in cui ha iniziato a giocare la finalista degli US Open Roberta Vinci) e la Taranto Tennis Play organizzano (come ogni anno) uno stage per chiunque voglia cimentarsi su campi in terra rossa o in mateco e verificare fino a che punto si è in grado di stringere una racchetta in mano e rimandare dall’altra parte della rete la pallina. Le lezioni saranno tenute dal maestro nazionale Umberto Piccinni il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle 15.00 alle 16.00 (per i principianti) e dalle 16.00 alle 17.00 (per chi ha già un minimo di esperienza), il tutto sino a venerdì 24 settembre. Va subito detto che per il  periodo in questione le iscrizioni sono aperte a tutti, sono gratuite e non sono assolutamente vincolanti per la prosecuzione dei corsi stagionali che, svolti annualmente presso il Circolo Tennis, avranno inizio fra circa tre settimane. A tal proposito, si ricorda che  i corsi ufficiali saranno articolati più o meno in base allo stesso schema dello stage che prevede lezioni il lunedì, il mercoledì ed il venerdì, ma in questo caso la durata sarà di due ore (una sarà dedicata ad attività ginnica preparatoria). La stagione proseguirà alla fine maggio 2016. E se il tempo farà i capricci non ci sarà alcun problema. A partire dal mese di  ottobre i campi in mateco del Circolo Tennis di via Consiglio saranno protetti da una copertura pressurizzata che consentirà agli allievi di non perdere una sola giornata di corso anche in caso di pioggia battente. 

 

 

La speranza degli imputati di veder ribaltato il verdetto di primo grado si è dissolta al termine dell'ennesima lunga, calda giornata di questa estate. Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano continueranno ancora per chissà quanto tempo a proclamare la propria innocenza, a sostenere di non aver ucciso la povera Sarah Scazzi, a tentare di dimostrare che con il terribile omicidio del 26 agosto di cinque anni fa non ebbero a che fare perché (a loro dire) ad essere artefice di ogni cosa fu un altro della famiglia: Michele, Michele Misseri.

Madre e figlia sono certe di essere vittime di un'ingiustizia, di un gravissino pregiudizio, ma, per adesso, questa rimane una loro convinzione. La Corte d'Assise di Appello di Taranto, al termine di una camera di consiglio durata circa 80 ore, non ha ritenuto di apportare cambiamenti a quanto già stabilito dai giudici di primo grado. Nessuno sconto significativo, nessuna riforma della sentenza per i principali imputati. L'epilogo del processo per i fatti di Avetrana non muta: per il collegio giudicante presieduto dalla dott.ssa Patrizia Sinisi ad aver ammazzato Sarah furono la cugina Sabrina e la zia Cosima Serrano. Si trattò di un assassinio dalle modalità agghiaccianti (la ragazzina fu strangolata e poi il suo cadavere fu gettato in fondo ad un pozzo in contrada “Mosca”, ad alcuni chilometri dal luogo del delitto). Un crimine che, originato da questioni di gelosia, i giudici hanno deciso di sanzionare con il massimo della pena per entrambe le inquisite. Ergastolo confermato, quindi. Così come era stato deciso nell'aprile di due anni fa e così come era stato richiesto in sede di requisitoria dal rappresentante dell'accusa dott.ssa Antonella Montanaro. Che, a chiusura di un'articolata ricostruzione dei fatti, non aveva mostrato dubbi nel considerare Sabrina e sua madre Cosima responsabili per quanto accaduto.

In attesa delle motivazioni, appare chiaro a tutti che nemmeno questa volta le parole di Michele Misseri (difeso dall'avv. Luca Latanza) hanno fatto breccia. Il contadino di Avetrana, proprio a seguito delle sue contraddittorie dichiarazioni, è stato ritenuto non credibile. Lui, anche nel corso di questo processo di appello, ha tentato di far passare come realtà quello che ormai racconta da anni. E cioè che ad aver ucciso Sarah è stato solo e soltanto lui. Una tesi che i giudici hanno considerato alla stregua di un disperato tentativo messo in atto per salvare sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina da un destino giudiziario che, a questo punto, prima di diventare inappellabile dovrà essere valutato dalla Cassazione. Comunque, anche lui, Michele Misseri, dovrà pagare per questa vicenda. Come sostenuto dal p.g., pure lo zio di Sarah ricoprì un ruolo in questa brutta storia. Secondo l'assunto accusatorio, il contadino di Avetrana avrebbe avuto il compito di far sparire il cadavere della ragazzina occultandolo in un pozzo che mai nessuno avrebbe dovuto trovare. Un pozzo che, molto probabilmente, avrebbe celato per sempre la tragica fine di Sarah se proprio Michele Misseri, in preda ad una crisi di coscienza, non avesse deciso di indicarlo agli inquirenti. Inizialmente, l'agricoltore si addossò ogni colpa per l'assassinio della nipote illustrando un torbido movente a sfondo sessuale. Fu una confessione in piena regola ed all'epoca ogni cosa lasciava ritenere che il caso fosse chiuso. Un'impressione che, però, di lì a poco si rivelò sbagliatissima. Michele Misseri ritrattò le sue dichiarazioni chiamando in causa la figlia e, di conseguenza, riaprendo le indagini. Sabrina fu arrestata, alcuni mesi dopo la stessa sorte toccò alla madre Cosima perché secondo la Procura “una delle due strangolò Sarah mentre l'altra la teneva ferma”. Tutto finito? Nemmeno per sogno. Il contadino di Avetrana attirò nuovamente ogni attenzione su di sé sostenendo di aver mentito e di aver coinvolto ingiustamente la figlia. In pratica, Michele Misseri disse che il vero autore dell'omicidio era stato lui e che le due familiari non c'entravano nulla.

Fino a che punto queste ritrattazioni hanno avuto un peso lo stanno a dimostrare i verdetti emessi dai giudici di primo e secondo grado. Lo zio di Sarah non è stato creduto: per lui la condanna a 8 anni per soppressione di cadavere è rimasta immutata, mentre a Sabrina e sua madre Cosima (difese dagli avvocati Coppi, Marseglia, De Iaco e Rella) è stato ribadito l'ergastolo. Per quanto concerne il resto degli imputati, la Corte ha modificato più di qualcosa del precedente verdetto: il fratello di Michele Misseri, Carmine Misseri (difeso dall'avv. Lorenzo Bullo), dovrà scontare cinque anni e 10 mesi per soppressione di cadavere; l'avv. Vito Russo Junior (difeso dall'avv. Gianluca Pierotti), ex legale di Sabrina un anno e 4 mesi per favoreggiamento; mentre Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano (difesi dall'avv. Pasquale Lisco) sono stati assolti (in primo grado si videro infliggere un anno); pena confermata per Giuseppe Nigro (difeso dall'avv. De Laurentiis) a un anno e quattro mesi. Questa la decisione che suggella la seconda parte di una storia processuale forse non ancora pronta per essere chiusa definitivamente.

“Ambiente svenduto”, la maxi-inchiesta che ha travolto l'Ilva di Taranto e messo all'angolo imprenditori, manager, professionisti e politici, diventa un processo, come auspicavano in molti e temevano in pochi. La decisione che ha generato il dibattimento forse più importante che si sia mai celebrato in Italia contro produzioni industriali inquinanti è stata adottata dal gup dott.ssa Vilma Gilli. Che, preso atto degli esiti di un'udienza preliminare durata tredici mesi, ha emesso il decreto che costringerà ben 47 imputati a doversi difendere dinanzi alla Corte d'Assise a partire dal prossimo 20 ottobre. Il verdetto non ha “risparmiato” nessuno degli inquisiti che aveva scelto il rito ordinario. A risultare destinatari dei rinvii a giudizio sono stati ex esponenti di spicco del colosso siderurgico come Fabio e Nicola Riva; manager come Girolamo Archinà; politici come l'ex presidente della Regione Nichi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il sindaco del capoluogo ionico Ippazio Stefano, l'attuale consigliere regionale Donato Pentassuglia, il deputato Nicola Fratoianni; professionisti come il professor Lorenzo Liberti ed il professor Giorgio Assennato. E' davvero lunga la lista di coloro che fra alcuni mesi dovranno affrontare quello che si preannuncia un vero e proprio maxi-processo. Un maxi-processo che sarà caratterizzato da reati che vanno dall'associazione a delinquere al disastro ambientale, dall'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni all'avvelenamento di sostanze alimentari, dal favoreggiamento all'omicidio colposo. Tutti reati che non hanno subìto alcun ridimensionamento alla luce di un verdetto che ha praticamente aderito all'assunto accusatorio formulato dal pool di magistrati inquirenti composto dal procuratore Franco Sebastio, dal suo aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti dott.ssa Giovanna Cannarile, dott. Mariano Buccoliero, dott. Remo Epifani e dott. Raffaele Graziano.

Le contestazioni erano state messe nero su bianco al termine di indagini che avevano fatto leva soprattutto su perizie, intercettazioni e testimonianze, tutti elementi probatori che alla fine non sembrano aver lasciato margini agli inquisiti. Dal canto loro, nel corso dell'udienza preliminare tutti gli imputati hanno cercato di prendere le distanze dai reati fornendo una personale lettura dei fatti e illustrando giustificazioni tese a ridimensionare accuse e sospetti. Ma, valutati gli elementi a sua disposizione, il gup non ha nutrito perplessità riguardo all'esigenza di far esaminare la montagna di fascicoli da un altro organo giudicante, quello che dovrà occuparsi delle 44 persone fisiche e delle tre società rinviate a giudizio. Così come non ha ravvisato margini per non accogliere le richieste di condanna che erano state proposte dai p.m. nei confronti di due degli inquisiti che avevano optato per il giudizio abbreviato: il funzionario di ARPA Puglia Roberto Primerano (3 anni e 4 mesi la pena inflitta) ed il sacerdote don Marco Gerardo (10 mesi di reclusione con pena sospesa). Sono stati invece assolti da ogni tipo di contestazione l'ex assessore regionale Lorenzo Nicastro (il fatto non sussiste), il sottufficiale dei carabinieri Giovanni Bardaro (non aver commesso il fatto) e l'avv. Donato Perrini (il fatto non sussiste), anch'essi giudicati con rito alternativo.

Nel segnalare che per Emilio Riva è stato decretato il non luogo a procedere per morte dell'imputato, riportiamo di seguito i nomi dei rinviati a giudizio ed in parentesi le accuse da cui dovranno difendersi dinanzi alla Corte d'Assise.

RIVA Nicola (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose); RIVA Fabio Arturo (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, corruzione, falso); CAPOGROSSO Luigi (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, falso, concorso in concussione); ANDELMI Marco; CAVALLO Angelo; DIMAGGIO Ivan; DE FELICE Salvatore; D’ALO’ Salvatore; ARCHINA’ Girolamo (associazione a delinquere, corruzione, disastro ambientale, concorso in concussione, avvelenamento di sostanze alimentari, falso); PERLI Francesco (associazione a delinquere, concorso in concussione); FERRANTE Bruno; BUFFO Adolfo; COLUCCI Antonio; GIOVINAZZI Cosimo; DINOI Giuseppe; RAFFAELLI Giovanni; PALMISANO Sergio; DI MASTROMATTEO Vincenzo; LEGNANI Lanfranco; CERIANI Alfredo; REBAIOLI Giovanni; PASTORINO Agostino; BESSONE Enrico; CASARTELLI Giuseppe; CORTI Cesare; FLORIDO, Giovanni (concorso in concussione consumata e tentata); CONSERVA Michele (concorso in concussione consumata e tentata); SPECCHIA Vincenzo (concorso in tentata concussione); LIBERTI Lorenzo (corruzione, concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari, falso); VESTE Angelo (favoreggiamento personale); DE MICHELE Cataldo; VENDOLA Nicola (concorso in concussione); STEFANO Ippazio (abuso in atti d'ufficio); PENTASSUGLIA Donato (favoreggiamento personale); ANTONICELLI Antonello (favoreggiamento personale); MANNA Francesco; FRATOIANNI Nicola (favoreggiamento personale); PELLEGRINO Davide Filippo (favoreggiamento personale); BLONDA Massimo (favoreggiamento personale); ASSENNATO Giorgio (favoreggiamento personale); PELAGGI Luigi; TICALI Dario; ROMEO Caterina Vittoria; PALMISANO Pierfrancesco; ILVA S.p.A.; RIVA FIRE S.p.a. - corrente in Milano al Viale Certosa n. 249; RIVA FORNI ELETTRICI S.p.a.  

L'attesa è finita. Se non ci saranno imprevisti ed il programma di massima sarà rispettato, domani la vicenda giudiziaria “Ambiente svenduto”, quella che tre anni fa mise pesantemente sotto accusa la gestione produttiva dell'Ilva, farà registrare i suoi primi verdetti. All'interno dell'aula allestita nella palestra della Caserma dei Vigili del Fuoco fra 24 ore il clima sarà rovente e non solo per le previsioni meteo che promettono temperature vicine ai 40 gradi. Per tutti coloro che sono finiti nel mirino della magistratura per una miriade di reati il giorno del giudizio è arrivato e le premesse (stando alle richieste dell'accusa) non sembrano delle più incoraggianti. Ad apporre il primo sigillo su una storia processuale che si è sviluppata anche al di fuori del suo contesto naturale (vedi i decreti del Governo) sarà il gup dott.ssa Vilma Gilli. Spetterà a questo magistrato decidere chi dovrà andare a difendersi dinanzi ad un altro organo giudicante e chi sarà responsabile delle imputazioni mosse dalla Procura. Per ricapitolare, a rischiare il processo sono in tutto 47 soggetti (44 persone fisiche e tre società), mentre in cinque (gli unici che hanno optato per riti alternativi) saranno destinatari della sentenza che definirà le loro posizioni senza attendere gli esiti di un dibattimento.

Estremamente variegate sono le accuse ipotizzate dal pool di p.m. che si è occupato dell'inchiesta (il procuratore dott. Sebastio, il suo aggiunto dott. Argentino ed i sostituti dott.ssa Cannarile, dott. Buccoliero, dott. Epifani e dott. Graziano). Si va dall'associazione a delinquere, che è stata riservata ad una decina di inquisiti, al disastro ambientale; dalla corruzione all'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni; dall'avvelenamento di sostanze alimentari al favoreggiamento. I reati sono stati messi nero su bianco dagli inquirenti al termine di indagini durate circa tre anni e mezzo. Indagini caratterizzate da colpi di scena come il sequestro di una parte degli impianti del colosso siderurgico o come le clamorose misure cautelari che videro destinatari fra gli altri Emilio Riva (deceduto oltre un anno fa), suo figlio Fabio (che dopo una lunga permanenza in Inghilterra è stato estradato in Italia ed arrestato lo scorso 5 giugno), suo figlio Nicola e l'ex addetto alle pubbliche relazioni dell'Ilva, Girolamo Archinà. Ma non basta. A rendere ancor più eclatante l'inchiesta ci hanno pensato i coinvolgimenti di uomini politici come l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e l'ex presidente della provincia ionica Gianni Florido o come manager della stessa Ilva, professionisti e funzionari dell'Arpa.

Nel corso della lunga udienza preliminare l'accusa non ha mancato di evidenziare gli elementi che proverebbero le responsabilità degli imputati; dal canto suo, il collegio difensivo le ha tentate tutte per scardinare l'assunto accusatorio cercando anche (senza riuscirvi) di far spostare il procedimento in un'altra sede sollevando questioni di incompatibilità ambientale. Ma tutto questo adesso appartiene al passato. Da domani ciò che conterà sarà solo il verdetto del gup.

Riportiamo di seguito i nomi di coloro che rischiano il processo:

RIVA Nicola (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose); RIVA Fabio Arturo (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, corruzione, falso); CAPOGROSSO Luigi (associazione a delinquere, disastro ambientale, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento, deturpamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, falso, concorso in concussione); ANDELMI Marco; CAVALLO Angelo; DIMAGGIO Ivan; DE FELICE Salvatore; D’ALO’ Salvatore; ARCHINA’ Girolamo (associazione a delinquere, corruzione, disastro ambientale, concorso in concussione, avvelenamento di sostanze alimentari, falso); PERLI Francesco (associazione a delinquere, concorso in concussione); FERRANTE Bruno; BUFFO Adolfo; COLUCCI Antonio; GIOVINAZZI Cosimo; DINOI Giuseppe; RAFFAELLI Giovanni; PALMISANO Sergio; DI MASTROMATTEO Vincenzo; LEGNANI Lanfranco; CERIANI Alfredo; REBAIOLI Giovanni; PASTORINO Agostino; BESSONE Enrico; CASARTELLI Giuseppe; CORTI Cesare; FLORIDO, Giovanni (concorso in concussione consumata e tentata); CONSERVA Michele (concorso in concussione consumata e tentata); SPECCHIA Vincenzo (concorso in tentata concussione); LIBERTI Lorenzo (corruzione, concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari, falso); VESTE Angelo (favoreggiamento personale); DE MICHELE Cataldo; VENDOLA Nicola (concorso in concussione); STEFANO Ippazio (abuso in atti d'ufficio); PENTASSUGLIA Donato (favoreggiamento personale); ANTONICELLI Antonello (favoreggiamento personale); MANNA Francesco; FRATOIANNI Nicola (favoreggiamento personale); PELLEGRINO Davide Filippo (favoreggiamento personale); BLONDA Massimo (favoreggiamento personale); ASSENNATO Giorgio (favoreggiamento personale); PELAGGI Luigi; TICALI Dario; ROMEO Caterina Vittoria; PALMISANO Pierfrancesco; ILVA S.p.A.; RIVA FIRE S.p.a. - corrente in Milano al Viale Certosa n. 249; RIVA FORNI ELETTRICI S.p.a.

Di seguito i nomi degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato :

NICASTRO Lorenzo (favoreggiamento personale); BARDARO Giovanni; PERR1NI Donato; GERARDO Marco (favoreggiamento personale); PRIMERANO Roberto ( concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari, falso).

"Deflazione giudiziaria o "diversion"? Messa alla prova, tenuità del fatto e mediazione: dal sistema minorile alla giustizia penale ordinaria." Saranno questi i temi al centro del convegno che si terrà venerdì alle 14,30 al Palazzo di Giustizia di Taranto e che vedrà come relatori il segretario nazionale dell'ANM, dott. Maurizio Carbone; Elga Turgo, Dottore di Ricerca dell’Università
del Salento; il professor     Nicola Triggiani, docente di Diritto processuale penale
presso l’Università di Bari; il dott. Martino Rosati, giudice delle indagini
preliminari presso il Tribunale di Taranto; Danila Certosino, dottore di Ricerca dell’Università di Bari; l'avv. Caterina Campanelli, Consigliere di disciplina per il distretto di Lecce.

Ospitato nella sala Auditorium "Avv. Miro", l'interessante incontro prenderà in esame le novità introdotte dalla legge n. 67/⁠2014 e dal decreto legislativo n. 28/⁠2015, con cui il legislatore è intervenuto per indebolire l’equazione tra risposta penale e carcere e per alleggerire il carico giudiziario, estendendo agli imputati adulti istituti già sperimentati con successo nel processo penale a carico di imputati minorenni (il riferimento è alla "messa alla prova"), nella prospettiva di una più ampia valorizzazione della mediazione penale e della
giustizia riparativa. Nel corso del convegno saranno presentati due volumi: "La deflazione giudiziaria. Messa alla prova degli adulti e proscioglimento per tenuità del fatto" a cura del prof. Triggiani (Giappichelli Editore, 2014) e "Mediazione e giustizia penale" scritto dalla dott.ssa Certosino (pubblicato da Cacucci Editore, 2015).

A coordinare i lavori sarà l'avv. Sergio Torsella, delegato alla formazione della Camera Penale, mentre sono previsti interventi di saluto del Presidente del Tribunale di
Taranto, dott. Franco Lucafò, della Presidente del Tribunale per i
Minorenni di Taranto, dott. Bina Santella, del Direttore del
Dipartimento Jonico dell’Università di Bari, prof. Bruno Notarnicola, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, Vincenzo Di Maggio, della Presidente della Scuola Forense di Taranto, Paola Donvito, dei Presidenti della Camera Penale e della Camera Minorile di Taranto, Fabrizio Lamanna e Antonella Liuzzi.

L'impegno a livello organizzativo ed economico è stato davvero notevole, del resto era l'unico modo per poter regalare a Taranto una grande settimana di tennis, era l'unico modo per poter riproporre in riva allo Jonio un evento che si spera possa diventare nel corso degli anni un appuntamento fisso ed irrinunciabile per chi ama calcare i campi di terra rossa non solo per questioni agonistiche, ma anche solo per divertirsi. Il riferimento è alla seconda edizione del Torneo Open di Tennis “Città di Taranto” che è stato presentato ufficialmente alla stampa nella sede dello storico Circolo di via Consiglio, che sino al 2 giugno (data in cui saranno disputate le finali) ospiterà le partite dei singolari maschili, maschili Sezione Intermedia (3^ e 4^ Categoria) e femminili 4^ Categoria. Ad illustrare i contenuti ed il programma della manifestazione sono stati il presidente del Circolo, Francesco De Marzo, il direttore sportivo Davide Maggiore, il presidente della Delegazione Coni di Taranto Giuseppe Graniglia, il consigliere FIT Enzo Sferra ed il responsabile marketing Luigi Capilli, che non hanno mancato di evidenziare come per l'occasione il Circolo abbia non solo provveduto a farsi carico dell'ospitalità per quei giocatori provenienti da fuori regione con classifica compresa fra 2.1 e 2.4, ma abbia pure apportato importanti migliorie alle proprie strutture. L'esempio più lampante è quello dei tre campi su cui si affronteranno tutti i singolaristi, campi che sono stati rimessi a nuovo proprio per permettere ai tennisti di potersi esprimere su una superficie praticamente perfetta. Cominciato già nella giornata di giovedì e dotato di un montepremi di 2.150 euro, il torneo si svolge con tabelloni ad eliminazione diretta, al meglio dei tre set e vede fra gli iscritti giocatori di indubbio valore, circostanza che (come rimarcato dal direttore sportivo Maggiore) aumenta il livello qualitativo di una manifestazione che punta a riportare a Taranto il tennis che conta. Nel corso della presentazione (il compito di moderare la conferenza stampa è spettato al giornalista Leo Spalluto) è stato rivolto un rigraziamento particolare alle Cantine di San Marzano, in qualità di sponsor ufficiale, e alla concessionaria Peugeot “Automondo srl”, main sponsor, che hanno creduto in un evento che avrà il suo momento culminante in una serata di gala organizzata per il 29 maggio. 

Ancora un'emergenza lavorativa drammaticamente in primo piano a Taranto. Da alcune ore lavoratori della società Isolaverde stanno protestando in maniera vibrata all'interno del Palazzo della Provincia del capoluogo ionico, Stando a quanto si è appreso, dopo aver raggiunto il terrazzo dell'edificio, un lavoratore ha minacciato di lanciarsi nel vuoto. L'uomo è stato raggiunto da altri operai determinati a proseguire nella drammatica azione di protesta  se non ci saranno risposte concrete e risolutive per la loro vertenza. Sul posto sono giunti anche il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, (come testimonia la foto), ed il presidente della stessa Isolaverde, l'avv. Giovanni Quero, già primo cittadino di Mottola.  Anche il presidente della Provincia Martino Tamburrano ha tentato invano di dissuadere l'operaio disperato, ma purtroppo la situazione resta ancora irrisolta. La tensione è altissima. Sul posto forze dell'ordine e Vigili del Fuoco. Nel pomeriggio i medici hanno prestato soccorso a un operaio colto da malore. La protesta intanto si amplifica: operai sono saliti sul tetto dello stabile di via Dario Lupo dove ha sede la società.

Si terrà anche in Puglia la “Speed Marathon”, l’iniziativa europea di sensibilizzazione contro l’eccesso di velocità cui ha aderito la Polizia Stradale Italiana, promossa dal network europeo di Polizia TISPOL (European Network of Transports Police). La giornata scelta per quelli che saranno controlli a tappeto su tutte le strade e autostrade italiane sarà quella di giovedì 16 aprile. L’obiettivo della maratona contro gli eccessi di velocità è quello di incrementare i livelli di sicurezza delle strade e ridurre il numero delle vittime da incidente stradale.

Un numero ancora troppo alto anche se nel 2014 le persone che hanno riportato danni in sinistri stradali sono state quasi 25.700 nell’Unione Europea (26.020 nel 2013), con una riduzione tra il 2010 ed il 2014 del 18%, variazione analoga a quella registrata in Italia nello stesso periodo. Si tratta di oltre 51 persone decedute per incidente stradale ogni milione di abitanti. L Italia ha registrato un valore pari a 52 persone per ogni milione di abitanti, collocandosi al 14° posto nella graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.

In Italia, come nel resto d’Europa, la velocità è una delle principali cause di incidente stradale, insieme al mancato rispetto delle regole di precedenza e alla guida distratta. Nel corso del 2014, in Italia sono state rilevate  dalla Polizia dello Stato e dai Carabinieri 837.505 infrazioni per eccesso di velocità. Nello stesso periodo, in Puglia la sola Polstrada ha rilevato  1.185 incidenti, 43 dei quali mortali, ed ha contestato 4.498 infrazioni per eccesso di velocità, contando sugli strumenti tecnologici in dotazione: sistema TUTOR, autovelox, tele laser, Provida, che consentono l’esatta rilevazione della velocità da remoto.

L’obiettivo della campagna e dei controlli della velocità effettuati dalla Polizia Stradale è esclusivamente quello della prevenzione dell’infortunistica: la scelta dei tratti stradali su cui  verranno svolti i controlli è accuratamente ponderata in relazione all’effettiva pericolosità degli stessi, desunta dall’analisi dell’incidentalità registratasi; inoltre, i controlli vengono ampiamente pubblicizzati in anticipo sugli organi di stampa, e preavvisati sulla strada con la cartellonistica regolamentare. Inoltre sul sito www.poliziadistato.it è pubblicata la lista delle tratte ove sono attivi i servizi di controllo della velocità tramite misuratori elettronici.

Si ricorda che l’iniziativa si colloca nell’ambito delle azioni di sensibilizzazione promosse dall’Unione Europea per la decade 2011 – 2020 con l’obiettivo di dimezzare il numero degli incidenti stradali e diminuire il numero dei feriti gravi in Europa e nel mondo.  

Nonostante l'efficace opera di informazione messa in atto dalle Forze di Polizia, più di un cittadino continua a finire nella rete dei cosiddetti “truffatori dello specchietto”. Stando a quanto comunicato dalla Questura, l'ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato nella borgata cittadina di Talsano, dove gli agenti della Squadra Volante hanno intercettato in via Madonna delle Grazie due giovani fratelli originari di Siracusa che a bordo di una Fiat Punto di colore verde stavano cercando di mettere a segno il loro piano ai danni di automobilisti. Subito bloccati per un controllo, i due non sarebbero stati in grado di giustificare la loro presenza nel territorio ionico, ma non basta. Mentre erano in corso le verifiche si è avvicinato un anziano che nel riconoscere i due fratelli ha segnalato ai poliziotti di essere rimasto vittima dell'ormai noto “sistema” un paio di giorni prima. In quella circostanza, i siracusani avrebbero fermato il pensionato chiedendogli 50 euro di risarcimento poiché sostenevano di aver subìto il danneggiamento dello specchietto esterno della loro autovettura proprio a seguito di un urto con l'auto del signore. Pur non essendo convinto di aver provocato il danno, il malcapitato anziano avrebbe accettato di pagare evitando che i due si rivolgessero alla sua assicurazione per la segnalazione del sinistro. Preso atto del racconto illustrato dalla vittima di quello che aveva tutta l'aria di esser stato un raggiro ed effettuati gli opportuni riscontri, gli agenti hanno accompagnato in Questura entrambi i fratelli denunciandoli per truffa. Un provvedimento a cui si aggiunto il foglio di via obbligatorio emesso dal Questore.

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