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Giornale di Taranto - giornalista2

D'Agostino autore di una tripletta: “ Dedico le reti alla mia famiglia”. Ancora:” Bravo Pellegrino a parare il rigore, abbiamo ottenuto una grande vittoria.”

 

di Andrea Loiacono

 

È un Taranto forza 4 quello che torna dalla Campania con l'ennesima vittoria, cercata e voluta, sul campo di un'ostica Sarnese che prova a rendere la vita difficile ai rossoblù soprattutto con un paio di individualità come Calemme autore di una doppietta. Mister Cazzarò conferma le sensazioni della vigilia mandando in campo lo stesso schieramento del match precedente fatta eccezione per D'Angelo che prende il posto dello squalifica Miale al centro della difesa. Per il resto tutto resta immutato compresa la presenza dell'ex di turno Favetta in attacco. La Sarnese si schiera invece con un insolito 3-4-1-2. Pronti via e Ancora al 4' minuto ci prova con un tiro dal limite che termina alto. Al 9' lo stesso Ancora scambia con D'Agostino che giunge sul fondo e crossa guadagnando il primo calcio d'angolo per i rossoblù. Al 10' c'è un gol annullato di testa a Favetta per presunto fallo dell'ex di turno. Ma all' 11'sempre Favetta viene steso in area di rigore. L'arbitro decreta la massima punizione e D'Agostino dagli undici metri non sbaglia per la gioia di quasi duecento sostenitori rossoblù. A Cavallo del quarto d'ora la Sarnese si rende pericolosa con Nappo di testa dagli sviluppi di calcio d'angolo. Per rivedere un'azione degna di nota bisogna attendere il 37' quando Lorefice serve Ancora la cui conclusione è però imprecisa. Gli ultimi minuti sono i più concitati. L'arbitro concede 3' di recupero che diventano 4'. Proprio negli istanti finali il Taranto sugli sviluppi dell'ennesimo calcio d'angolo subisce l'1-1 da parte di Calemme. con questo risultato si va si va al riposo.

 

Il secondo tempo comincia senza cambi da una parte e dall'altra. Ma è la Sarnese a passare in vantaggio ancora con Calemme lasciato colpevolmente solo davanti a Pellegrino. Al 6' D'Angelo conclude a rete ma l'arbitro aveva fischiato prima fermando il gioco. Non si può dunque parlare di col annullato. Al 18' ci prova Lorefice dalla distanza ma la sua conclusione è parata da Russo. Al 24' nella Sarnese esce Calemme per far posto a Petricciolo. Al 25' Favetta potrebbe pareggiare ma la sua conclusione potente viene respinta da Russo. A questo punto sale in cattedra D'Agostino che con una punizione magistrale insacca alle spalle di Russo il 2-2. Il Taranto ritrova coraggio e continua a spingere aiutato anche dalla verve del nuovo entrato Portoghese che dribla al limite dell'aria e conclude ma il suo tiro viene deviato sul più bello. Al 38' il risultato cambia ancora. Marsili subisce fallo ai venticinque metri. Sulla palla si porta di nuovo D'Agostino che questa volta cambia traiettoria ma il risultato non cambia, la sfera finisce di nuovo infondo al sacco per il sorpasso del Taranto. Al 40' esce un generoso Favetta per Gori. Da segnalare anche l'ingresso di Cacciola. L'arbitro concede ben 7' minuti di recupero ma il risultato non cambia. Il Taranto corre sotto la curva ad abbracciare i propri sostenitori a festeggiare tre punti preziosissimi.

 

In sala stampa sono gli stessi protagonisti a descrivere l'importanza di questo successo. Ci pensa l'esterno Cristiano Ancora a esprimere le sue sensazioni: “ Si tratta di una vittoria sofferta ottenuta su un campo ostico. Nel primo tempo dopo aver trovato il traguardo ci siamo abbassati un po' troppo. Il gol del 2-1 ci poteva spezzare le gambe ma siamo stati bravi a reagire. Complimenti anche a Pellegrino. Se stiamo commentando una vittoria il merito è anche suo, In questo momento il nostro segreto è il gruppo, in più ci sono giocatori come D'Agostino che fanno la differenza. Tornando alla gara non è stata una vittoria ottenuta con grande gioco ma con il cuore. Dobbiamo affrontare tutte le squadre con la stessa attenzione, consapevoli di non poter abbassare mai la guardia.

 

 

Match winner di giornata è Stefano D'Agostino che con tre reti spinge il Taranto verso un successo fondamentale anche in ottica futura. L'ex Campobasso parla della gara in sala stampa: “Non abbiamo approcciato la partita nel migliore dei modi e forse il risultato di pari del primo tempo è giusto. Negli spogliatoi poi ci siamo parlati perché volevamo questi tre punti. All'ingresso in campo la rete del 2-1 ci ha sorpresi e rischiavamo di subirne gli effetti psicologicamente. Li però è venuto fuori il carattere del gruppo che ha dimostrato il suo valore. Oggi penso che l'importante fosse vincere a prescindere da tutto e dal bel gioco. Abbiamo riscontrato delle difficoltà nella circolazione della palla che è il nostro punto di forza. L'ex Campobasso esprime tutta la sua gioia per la tripletta: “ Sono contentissimo per i tre gol soprattutto perché crediamo di poter andare ancora più in alto in classifica. Dedico queste reti alla mia famiglia e ai tifosi. Mi auguro di vederne tanti domenica prossima allo stadio e che lo Iacovone possa essere gremito. Ora ci godiamo questo successo , da martedì penseremo al Cerignola.”

IL SINDACO MELUCCI: "ABBIAMO PUNTATO SU FIGURE DI ALTO PROFILO"

 

Importanti novità da Palazzo di città, dove venerdì mattina, si è riunita l’assemblea dei soci delle aziende partecipate Amiu ed Amat per la nomina dei nuovi consigli di amministrazione. 
Per l’azionista Comune era presente su delega espressa del sindaco l’assessore al ramo Massimiliano Motolese.
Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Amiu risulta così composto:
presidente Luca Tagliente
consiglieri Annalisa Adamo e Daniele D’ambrosio.
E il nuovo consiglio di amministrazione dell’Amat risulta così composto:
presidente Roberto Fazioli
consiglieri Giorgia Gira e Francesco Scaringi.
I due organismi resteranno in carica sino all’approvazione del bilancio 2019.
“Dopo un’attenta analisi dei curricula inviati al Comune a seguito del bando pubblico – commenta il sindaco Rinaldo Melucci - la scelta è caduta su figure professionali di alto profilo. Sono sicuro che le persone individuate sapranno guidare le nostre due società in modo profittevole e in maniera che le aziende sappiano rispondere sempre meglio alle esigenze crescenti dei cittadini. Subito tutti al lavoro sul programma di riordino radicale e di rebranding che l’amministrazione ha pensato per le società partecipate”.
“Esprimo grande soddisfazione per la qualità dei professionisti, e dei due consigli di amministrazione, messi alla guida di Amiu ed Amat ai quali –aggiunge l’assessore - l’azionista ha dato mandato di impegnarsi a fondo per la soluzione dei tanti problemi che ancora attanagliano i settori dei rifiuti e della mobilità. Sono anche certo che i nuovi cda sapranno mettersi in relazione proficua con i rispettivi management aziendali per trarre il meglio dagli uomini che ci lavorano a beneficio della collettività tarantina”.
Luca Tagliente
Siede nel direttivo nazionale di Utilitalia (Utilitalia è la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'Energia Elettrica e del Gas, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee.) Consulente tecnico di numerose aziende che operano in campo industriale. Consulente di diverse Procure della Repubblica con incarichi di livello nazionale. Ha lavorato per grosse multinazionali operanti nel settore industriale ed in particolare nel settore dell'incenerimento dei rifiuti. Componente del Technical Working Group (TWG) al CEWEP Confederation
of European Waste-to-Energy Plants per la revisione del BREF WI – Bruxelles.
Roberto Fazioli
Docente di economia delle Public Utilities nell’Università di Ferrara, di provenienza istituzionale. Ha avuto incarichi, tra l’altro, in Enea, Ministero dell’Industria, Ministero del Tesoro, Ministero dell’Ambiente, direttore generale del Comune di Bologna ed ha amministrato 22 società con partecipazione pubblica, tra cui SoEnergy e AIM di Vicenza.

Le lezioni si svolgeranno ogni martedì a partire dal 20 febbraio

 

Gli insegnanti saranno cartoonist, fumettisti e illustratori professionisti

 

 

Dopo la prima positiva esperienza a Bari, e sulla scia dell’entusiasmo manifestato dalle famiglie e dai corsisti, arriva anche a Taranto Grafite Kids, la prima scuola di disegno e fumetto rivolto agli under13. La scuola di grafica e fumetto “Grafite”, forte dell’esperienza maturata nei suoi 5 anni di attività e dell’altissima professionalità del corpo docente, ha deciso così di creare corsi su misura per i ragazzi delle scuole elementari e medie. Le lezioni si svolgeranno ogni martedì per un mese a partire dal 20 febbraio, nella sede di Grafite presso la Scuola Europa XVI Circolo didattico in via Pio XII 3,  e  saranno tenute da Giuseppe Latanza fumettista professionista per le case editrici “Edizioni Inkiostro” e “Cronche di Topolinia” e Gian Marco De Francisco Fumettista per la “BeccoGiallo Edizioni” nonché Coordinatore regionale della scuola Regionale, affiancati da tutor del corpo allievi della scuola Grafite. Nelle settimane prima della partenza del corso sono previsti alcuni Open Day, segnalati sui social e media della scuola, dove genitori e figli potranno sperimentare dal vivo le tecniche e conoscere alcune nozioni del percorso didattico.

 

Cos’è Grafite Kids.

Bambini e adolescenti, potranno apprendere metodi, stili e tecniche del racconto per immagini lavorando fianco a fianco con i grandi maestri dei Comics e dei Manga. A loro disposizione ci saranno cartoonist, fumettisti e illustratori professionisti. Dallo studio artistico della figura alla storia dei supereroi, dal disegno degli animali alla composizione di storie complete, quello pensato da Grafite è un percorso divertente e oculato alla scoperta di un mezzo di comunicazione-chiave dell’epoca contemporanea, crocevia di culture, linguaggi, tradizioni all’insegna della continuità tra antiche arti e nuovi media. Personaggi americani o orientali, eroi, robot giganti e creature fantastiche faranno da spunto per innescare la carica creativa degli artisti in erba. Grafite Kids è partito a Bari come progetto nel mese di Luglio 2017 e ha ricevuto feedback positivi in quanto ad iscrizioni. Oggi la scuola Grafite, forte di questo risultato raggiunto, ha deciso di traghettare il corso anche a Taranto con un progetto pilota che partirà a Febbraio 2018 ogni martedì per 4 lezioni al mese, dalle 16,00 alle 18,00.

 

La scuola “Grafite”.

 

“Grafite” la Scuola Pugliese di Grafica e Fumetto” è la prima e unica scuola triennale in Puglia pensata per disegnatori e creativi di tutte le età. E’, a tutti gli effetti, un polo di respiro regionale per quanto concerne la formazione nel fumetto e nell’illustrazione tradizionale e digitale.  La Scuola ha tra i suoi insegnanti un pool di professionisti delle più importanti case editrici seriali e autoriali. L’offerta didattica di Grafite permette ai propri allievi, un elevato grado di specializzazione nelle arti visive, il fumetto, la grafica 2D/3D con annesso mondo dell’animazione, coniugando le arti tradizionali con le più recenti tecniche digitali.  Per qualsiasi informazione è possibile visionare il sito www.grafitefumetto.it o la pagina facebook.com/Grafite.Grafica.e.Fumetto o chiamare il numero verde gratuito 800.19.27.72 o mobile 345.3274196.

Nella città in cui è negato il diritto ad andare a scuola, perchè nei giorni di vento, al quartiere Tamburi, la chiusura delle scuole rappresenta l'unico elemento con cui si intenderebbe tutelare la salute dei più piccoli, il secondo giorno di wind day ha il sapore di una beffa nel contesto dei proclami altisonanti, delle rassicurazioni, delle parole, dei numeri, delle polemiche, dello scontro istituzionale sull'Ilva.

A intervenire nel dibattito, partendodai wind days, è Peacelink nella nota che segue a firma di Marescotti, Gravame, Manna

 

 

 

Oggi i cittadini di Taranto sono investiti da un secondo Wind Day consecutivo.

 

Durante la notte i vetri delle case hanno tremato per la violenza del vento e stamattina i balconi sono pieni di polvere proveniente da Nord Ovest, ossia l'area geografica in cui c'è l'ILVA con i suoi immensi parchi minerali ancora scoperti.

 

Riteniamo che chi inquina ripaghi - per ogni giorno di Wind Day - tutti i cittadini di Taranto del danno arrecato a ciascuna famiglia. Questo è un punto che avanziamo per l'accordo di programma con Arcelor Mittal. In questo comunicato  descriviamo la fondatezza giuridica della richiesta che avanziamo al Primo Cittadino.

 

Ovviamente non si può inserire tale punto senza una perizia super partes che accerti oltre ogni ragionevole dubbio la provenienza delle polveri che si depositano sui balconi.

 

L'Associazione PeaceLink, in quanto ente esponenziale per la tutela degli interessi collettivi, avanza quattro richieste ufficiali.

 

PRIMA RICHIESTA: MAXIPERIZIA SU BALCONI E LASTRICI SOLARI E RISARCIMENTO PER OGNI WIND DAY

L'associazione PeaceLink chiede ufficialmente al sindaco Rinaldo Melucci che il Comune di Taranto commissioni una perizia ad Arpa Puglia che accerti in maniera inequivocabile la natura delle polveri che si depositano sulla città durante i Wind Days. Tale perizia deve avere carattere globale e sistematico che accerti, oltre ogni ragionevole dubbio, la provenienza delle polveri in modo da poter avviare nei confronti del prossimo acquirente dell'ILVA un'azione di quantificazione e risarcimento del danno, in base al principio "chi inquina paga". Tale risarcimento deve poter toccare anche le aree private (lastrici solari, terrazzi, balconi, giardinetti). La perizia che l'Associazione PeaceLink richiede riguarda anche le aree private in quanto durante i Wind Days le polveri si accumulano su tali superfici per poi ricadere sugli spazi pubblici, vanificando in parte l'azione di igiene dei mezzi comunali.  

 

Con questo comunicato chiediamo ufficialmente al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che utilizzi tutti i suoi poteri istituzionali per l'attuazione dell'art. 3‐ter del Testo Unico Ambientale (dlgs 152/2006) con cui è previsto il principio dell’azione ambientale, che impone a tutti gli enti pubblici e privati e alle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, di garantire la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale attraverso una “adeguata azione che sia informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della correzione in via prioritaria alla fonte dei danni causati all’ambiente, nonché al principio «chi inquina paga» che, ai sensi dell’articolo 174, comma 2, del Trattato dell’Unione Europea, regolano la politica della comunità in materia ambientale”.

 

In base alla perizia sistematica sui balconi dei tarantini (da porre in termine di costi a carico della sorgente inquinante eventualmente individuata dalla perizia stessa) chi risulterà ufficialmente responsabile dell'inquinamento durante i Wind Days dovrà assumersi l'onere finanziario di effettuare una pulizia straordinaria - dopo ogni giornata di vento - su tutti i balconi e i lastrici solari di Taranto a sue spese, applicando la cosiddetta "imposta pigouviana" per l'internalizzazione dei costi, elaborata dall'economista inglese Arthur Cecil Pigou.

 

Nella perizia Arpa che l'Associazione PeaceLink richiede, dovrà essere effettuato ogni accertamento che ne indichi la pericolosità, come la speciazione fisico-chimica delle polveri e la valutazione di tossicità con test in vivo su embrioni di pollo. Ciò al fine di definire le modalità sicure di raccolta e smaltimento delle polveri nel caso contenessero "rifiuti speciali", con oneri supplementari a carico della fonte inquinante.

 

Chiediamo che tale azione di accertamento e risarcimento del danno nei confronti di tutti i cittadini (e non solo dell'ente pubblico) venga inserita nell'eventuale accordo di programma con Arcelor Mittal. 

Una simile clausola di accertamento e risarcimento del danno nei confronti di tutti i cittadini rimarebbe in vigore fino a completamento dei lavori dell'AIA.Tale clausola costituirebbe un immenso deterrente economico nei confronti dell'ILVA che - in caso di responsabilità tecnicamente accertata - dovrebbe pulire migliaia di case e palazzi dopo ogni Wind Day. In tal modo ogni scusa finalizzata a ritardare l'AIA verrebbe meno e ci sarebbe la corsa a finire tutti i lavori in pochi mesi pur di non pagare un costante risarcimento all'intera città secondo l'imposta pigouviana che è alla base del principio "chi inquina paga". Noi tuttavia pensiamo che una tale clausola nell'accordo di programma sarebbe difficilmente accettabile da chi vuole fare solo profitti scaricando sulla città i costi esterni della produzione. 

 

Il nostro scopo è in ultima analisi spingere fino in condo il computo dei costi esterni perché riteniamo che l'ILVA abbia basato e basi il suo posizionamento utile sul mercato sull'esternalizzazione di costi ambientali e sanitari complessivi attualmente non quantificati da Comune, Provincia, Regione e Governo e non computati in bilancio

 

 

SECONDA RICHIESTA: AGGIORNAMENTO STUDIO DI COORTE

Seconda richiesta al sindaco è che lo Studio di coorte del dott. Francesco Forastiere sulla mortalità e morbosità nell’area di Taranto venga aggiornato entro la fine di quest'anno in modo da poter verificare il nesso causa-effetto fra emissioni industriali ed eventuali eccessi di mortalità e di ricoveri. 

 

TERZA RICHIESTA: BIOBANCA

L'Associazione PeaceLink chiede inoltre che venga istituita una biobanca che raccolga materiale biologico prezioso come cordone ombelicale, liquido amniotico e placenta al fine di poter conservare le prove dell'inquinamento e poter risalire alla sorgente con apposite analisi. Tale biobanca va estesa ai lavoratori dell'ILVA in modo da poter accertare cosa è presente nel loro sangue e nelle loro urine, consentendo di tracciare la loro vita professionale mediante l'istituzione di una banca dati di liquidi biologici. La biobanca potrebbe arricchirci con i materiali biologico delle biopsie che attualmente vene bruciato, cancellando così le eventuali prove di un nesso fra danno sanitario e inquinamento ambientale. Ricordiamo che è potere delle regioni istituire le biobanche e che varie regioni lo hanno già fatto.  

 

La costituzione di una biobanca rappresenterebbe un tassello importante nella strategia finalizzata a conservare le prove dei crimini ambientali. Nei tessuti e nei liquidi biologici rimangono infatti le "tracce" di chi ti ha inquinato e tali "impronte digitali" vanno conservate. 

 

QUARTA RICHIESTA: OSSERVATORIO MORTALITA'

Infine l'Associazione PeaceLink reitera questa richiesta già definita e discussa ma ancora non portata dall'attuale Amministrazione alla sua fase attuativa. Si chiede al Sindaco di Taranto che fissi una data entro cui istituire l'Osservatorio della mortalità in tempo reale con dati georeferenziati.

 

L'Associazione PeaceLink chiede una risposta ufficiale alle quattro richieste sopra descritte. Rimane comunque imprescindibile la rimozione dell'immunità penale come orizzonte strategico dell'Amministrazione Comunale, cosa che attendiamo venga formalizzata in una apposita dichiarazione vincolante ai fini della trattativa con il Governo.

 

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Per PeaceLink

 

Fulvia Gravame

 

Luciano Manna

Le poetiche illustrazioni di Peynet sono la fonte del delicato spettacolo di Tib Teatro

 

 

 

I bambini aspettano sempre. Per “favole&TAmburi”, la rassegna di teatro ragazzi del Crest, domenica 21 gennaio, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “C’era 2 volte 1 cuore”, regia Daniela Nicosia, con Susanna Cro e Labros Mangheras, voce narrante Maria Sole Barito, scene Marcello Chiarenza, disegno luci e suono Paolo Pellicciari, costumi Giorgio Tollot, produzione Tib Teatro (Belluno). Durata 60 minuti. Biglietto 6 euro. Dalle ore 17, lo staff dello Junior TaTÀ sarà ad attendere il giovane pubblico, coinvolgendolo, gratuitamente, in “Aspettando… gioco”, una qualificata animazione ludica. Info: 099.4725780 - 366.3473430.

Una finestra nel cielo azzurro. Due bimbi aspettano di nascere, aspettano con fiducia e immaginano il mondo che sarà. Lo creano sotto gli occhi degli spettatori: la fioritura improvvisa di un albero di pesco; la luna, grande come una barca, dalla quale lasciarsi trasportare; una valigia da cui gemmano rose e farfalle. Elementi naturali fortemente evocativi, forme riconoscibili dai bambini, che sviluppano il loro immaginario e - insieme all’armonico elemento pittorico dato dal graduale ingresso del colore, alle musiche dolcissime di Jacques Brel e Charles Trenet - incantano i piccoli, mentre emozionano i grandi. Piccole magie, nell’attesa della meraviglia, della bellezza che verrà. Sì, verrà.

I disegni poetici di “Les amoureux” (Gli innamorati) dell’illustratore francese Raymond Peynetsono state la fonte per questo delicato spettacolo, all’insegna della tenerezza e della fiducia nell’amore. Daniela Nicosia, regista e drammaturgache opera nel teatro di prosa e in quello dedicato alle nuove generazioni, e Marcello Chiarenza, artista visivo di rilievo internazionale, hanno unito le loro competenze e poetiche per dar vita ad una originale drammaturgia visiva. Singole e rare parole, davvero necessarie. Parole come gocce, stille di senso, segno tra i segni nella composizione di una grammatica della fantasia, scaturita dal muto dialogare degli oggetti, creati con elementi naturali come acqua, foglie, carta, legno, piume, portatori di una semantica propria, con cui l'attore si rapporta attraverso il gesto, e la giustapposizione degli elementi compositivi.

 

La decima stagione di “favole&TAmburi” è parte di “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 di Crest e associazione culturale “Tra il dire e il fare” (Ruvo di Puglia, BA) in ATS.

 

BIOGRAFIA

 

Tib Teatro

È una struttura di produzione teatrale che dal 1994 risiede e opera presso il teatro comunale di Belluno, spazio nel quale elabora e realizza progetti artistici di teatro dedicato alle nuove generazioni, di drammaturgia contemporanea, di educazione e formazione teatrale, di integrazione tra le arti sceniche e la configurazione storica ed architettonica dei luoghi. La poetica che percorre i differenti spettacoli spazia dal teatro in musica, al teatro civile, al teatro nelle architetture cittadine. La direzione artistica è affidata a Daniela Nicosia, regista e drammaturga, premio ANCT 2004 da parte dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro.
 

 

la news completa [clicca qui]

 Peacelink interviene sulla Legge speciale per Taranto approvata dal Consiglio regionale contestando metodi e contenuti con particolare riferimento al mancato coinvolgimento della stessa Associazione. Ecco il testo della nota a firma di Marescotti, Manna, Gravame

Il consiglio regionale della Puglia ha approvato la Legge speciale per Taranto.

E' una legge che, tempo fa, al momento della sua proposta, avevamo accolto con grande speranza e attesa in quanto si preannunciava come la prima legge regionale che avrebbe visto la partecipazione dei cittadini alla formulazione di un piano di ecoriconversione per Taranto sul modello della Ruhr. E’ una legge che prometteva il coinvolgimento attivo dei cittadini. Aspettavamo quindi di poter partecipare alla sua stesura e di fornire le nostre idee. E invece siamo stati volutamente esclusi. Con grande senso di amarezza e vivo disappunto ci siamo accorti che PeaceLink non dovesse essere coinvolta, e così è stato, per una scelta trasversale deliberata, nonostante le nostre ripetute richieste di essere consultati.

 

Con questo comunicato esprimiamo tutto il nostro disappunto per una legge regionale che è stata elaborata escludendoci di proposito. Né la maggioranza di governo né il Movimento 5 Stelle (che ha votato questa legge assieme alla maggioranza regionale) ci hanno chiesto un parere nonostante ci fossimo offerti nel processo che la legge sulla partecipazione prevedeva.

 

Siamo stati esclusi nonostante avessimo portato avanti un lavoro pluriennale sulla ecoriconversione in collaborazione con le scuole e l'università. Abbiamo organizzato convegni, scritto saggi, elaborato dettagliati 7/i B, svolto viaggi di studio per portare a Taranto le migliori esperienze europee. Il più ricco archivio di saggi e ricerche sulla riconversione di Taranto non è sul sito della Regione Puglia o del M5S ma è sul sito di PeaceLink, e questo perché negli anni abbiamo privilegiato un approccio di ricerca ad uno di semplice declamazione o di propaganda.

 

In questi anni abbiamo presentato le tesi di laurea che riguardavano Taranto e la sua rinascita. Chi ha elaborato la legge speciale per Taranto non è mai venuto a queste iniziative e per di più oggi ci esclude. E' una delusione totale.

 

Tutto questo lavoro svolto da PeaceLink è stato ignorato sia da Gianni Liviano (estensore della legge) sia dal M5S che evidentemente hanno ritenuto di ignorarci.

 

Le nostre ripetute richieste, espresse in più sedi, di partecipare sono state lasciate cadere. Anche il movimento civico "Tutta mia la città" aveva criticato questa gestione “ad excludendum” della formulazione della legge. E anche loro non sono stati ascoltati. Chi ha espresso critiche alla bozza di legge non è stato convocato. Così ha funzionato questa procedura che invece doveva funzionare sulla partecipazione.

 

Tutto ciò è sconcertante ed è l'indicatore di una politica trasversale che prima proclama la partecipazione a parole e poi la nega nei fatti, evitando di incontrare sia PeaceLink sia Tutta mia la città.

 

Non che non sono stati incontrati degli stakeholder, ma sono stati scelti sulla base di criteri che ci sfuggono. E' stato convocato ad esempio l'ex presidente della Provincia, Gianni Florido, non sappiamo in che veste. Ma PeaceLink, che ha fatto ripetute richieste, è stata tenuta fuori dalla porta.

 

Dopo essere stati esclusi da ogni forma di partecipazione, abbiamo scritto in una dettagliata lettera pubblica in cui esprimevamo tutto il nostro disappunto. L'abbiamo inviata alla stampa e a ogni singolo consigliere regionale. Ma il risultato è stato il silenzio. In quella lettera pubblica dettagliavamo le ragioni per cui non condividevamo la stesura della Legge Speciale per Taranto, prima che fosse discussa in Consiglio Regionale. In primo luogo la contestavamo in quanto la bozza della legge non era online sul sito della Regione Puglia.

 

In una affollata iniziativa pubblica abbiamo convocato i cittadini su come ridisegnarla.

 

Tutto lavoro inutile perché non siamo stati considerati neanche dopo quelle iniziative pubbliche di sollecitazione!

 

Nel confronto e nel dibattito che abbiamo promosso pubblicamente ci siamo sforzati di enucleare i limiti e i difetti di questa legge nella fase di bozza.

 

Ecco le nostre osservazioni critiche alla legge.

 

PRIMA OSSERVAZIONE: L’UNIVERSITA’

Il motore della legge dovrebbero essere i giovani di Taranto, quelli che studiano, ricercano, scrivono tesi di laurea, intraprendono dottorati di ricerca. Sarebbe bene che a loro andassero i 300 mila euro che attualmente la legge vorrebbe destinare ad un gruppo di esperti che dovrebbero scrivere il "Piano strategico per Taranto". L'iniziativa corretta non è a nostro parere quella di dare soldi ad esperti per scrivere il piano strategico per Taranto ma di dare un sostegno di ricerca a giovani che vogliano fare tesi di laurea o dottorati per la riconversione di Taranto. Scrivevamo ai consiglieri regionali: "Vi immaginate cento tesi di laurea su Taranto? Una per ogni aspetto che vorremmo cambiare e migliorare? Sarebbe bello dare ad ogni laureato un contributo per approfondire all'estero le idee della tesi. Alla fine ogni laureato dovrà "restituire" alla città le competenze acquisite incontrando studenti e docenti di scuola media superiore, trasferendo la propria esperienza, spiegando come si fa una ricerca, illustrando i propri progetti per il futuro grazie al sostegno della Legge Speciale per Taranto. La legge dovrà favorire esperienze di alternanza scuola-lavoro, serie, significative, valide ad acquisire competenze nell'innovazione per lo sviluppo sostenibile, con la guida di questi laureati che faranno da tutor".

 

SECONDA OSSERVAZIONE: IL CAPITALE UMANO

La critica che abbiamo fatto alla bozza di legge ci concentrava proprio sul suo cuore, ossia sul Piano Strategico denominato "Taranto Futuro Prossimo" che deve essere ancora scritto e a cui andrà per intero la dotazione finanziaria della legge. Il "piano strategico" è considerato lo "strumento attuativo" della Legge Speciale per Taranto. Noi crediamo che questa idea è una pia illusione. Non è il Piano Stategico che riconvertirà Taranto. A riconvertire Taranto è il Capitale Umano e il suo apparato formativo. Scrivevamo ai consiglieri regionali: "E' il capitale umano lo strumento attuativo da chiamare a raccolta, da organizzare e incentivare, garantendo borse di studio, viaggi di formazione nelle transition town e programmando una restituzione sul territorio delle competenze acquisite. Il capitale umano è la massa critica che cambierà Taranto. E' opinione unanime di chi studia i processi di transizione che il successo di una scommessa dipende dal capitale umano, ossia dalle persone, dall'insieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali che mettono in campo e che sono frutto di esperienza, viaggi di studio, approfondimento e confronti con esempi migliori. I giovani di Taranto devono andare nei luoghi dove il mondo cambia, dove sono in atto rivoluzioni epocali di tipo tecnologico ed ecologico. I giovani di Taranto devono conoscere le esperienze di chi ha fatto meglio di noi. La Legge Speciale per Taranto deve essere lo strumento per organizzare una schiera di giovani competenti e aperti al mondo. La legge deve poter favorire un ricambio della classe dirigente. Occorre la sostituzione della consorteria trasversale di persone che ha guidato Taranto prima al declino e poi allo sfascio. La ricetta della Legge Speciale per Taranto deve essere semplice: occorre dire ai giovani di rimanere a Taranto perché una buona legge li vuole protagonisti del loro futuro. La direzione da scegliere è la promozione delle loro competenze, del loro ingegno, della loro voglia di realizzarsi in una città migliore dell'attuale. E' il capitale umano il bene prezioso che sta fuggendo da questa città, che si dissangua, anno dopo anno, delle sue energie intellettuali e creative".

 

TERZA OSSERVAZIONE: L’AGORA’ PER LA RICONVERSIONE

Abbiamo specificato che occorreva uno strumento partecipativo che facesse da volano attuativo della legge. E a tal fine avevamo proposto una AGORA' PER LA RICONVERSIONE che mettesse al centro il CAPITALE UMANO. Volevamo proporre un articolo della legge che istituisse questo strumento partecipativo che mettesse in rete e in sinergia le forze endogene della città, il mondo della scuola e quello della ricerca per finire alla società civile. Volevamo uno strumento di rete che censisse e raccogliesse

le migliori competenze e le migliori esperienze dei giovani tarantini, delle start up, delle imprese innovative, facendole circolare nelle scuole, in dibattiti, seminari, gruppi di lavoro, facendo sorgere un centro di documentazione per la riconversione della città.

 

QUARTA OSSERVAZIONE: L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Volevamo che la legge speciale per Taranto diventasse una prospettiva di senso per l'alternanza scuola-lavoro che oggi nelle scuole cittadini si svolge con affanno, senza una chiara prospettiva strategica in cui formare competenze effettive utili alla rinascita e alla ecoriconversione. La legge poteva creare una rete di scuole per la riconversione che programmasse forme di alternanza scuola-lavoro in funzione del Piano B per Taranto, in funzione del dopo-ILVA e della transizione verso una nuova forma di economia sostenibile. Tutto questo non c’è nella legge.

 

QUINTA OSSERVAZIONE: GLI OPERAI ILVA

La legge speciale per Taranto ignora i lavoratori ILVA che verranno espulsi dalla fabbrica e per i quali occorre preparare un percorso di accompagnamento e di riconversione in una prospettiva di lifelong learning. Questi lavoratori dovranno poter acquisire le competenze e le qualifiche per bonificare, decontaminare e riqualificare il territorio. Vanno formati, riconvertiti e avviati ad una nuova attività. Vi è traccia di tutto ciò nella Legge Speciale per Taranto?  No.

 

IN CONCLUSIONE

La Legge Speciale per Taranto non valorizza le forze endogene della città ma affida la soluzione del problema a una forza esogena, il Piano Strategico. Non è la strada giusta. Siamo di fronte ad un percorso assolutamente inadeguato, persino insignificante se paragonata all'esperienza della Ruhr, dove gli altiforni sono diventati musei e un intero territorio ha cambiato fisionomia ed economia. A nostro parere né il PD né il Movimento Cinque Stelle pugliese hanno saputo elaborare con questa legge una strategia all'altezza del problema. Hanno approvato un testo che servirà solo a scrivere un Piano Strategico. Ma la città non rinascerà in questo modo. L’amara verità è che i giovani, ignorati anche da questa legge, continueranno a fuggire da una città che non li valorizza e non li ascolta.



Per PeaceLink

 

Fulvia Gravame

Luciano Manna

 

Alessandro Marescotti

Sulla questione Ilva la città è spaccata, posizioni diverse si scontrano e si sovrappongono, serve un momento di confronto per ascoltare tutte le voci (dentro e fuori dal coro), rispondere alle domande, chiarire i programmi indicando tempi e modi. Questo è, secondo il presidente della Provincia Martino Tamburrano, ciò di cui il Governo, nella persona del ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, si deve fare carico, convocando al più un tavolo un tavolo quanto più possibile allargato. La richiesta è stata fatta attraverso una lettera inviata al ministro che di seguito pubblichiamo 

 

Onorevole Signor Ministro,

sono sicuro che Lei sarà già al corrente di quanto stia succedendo a Taranto in  merito alla vicenda ILVA e delle forti ripercussioni sulla geografia politica del territorio, già abbastanza inquinato da una fitta e nebulosa confusione.

All’indomani del ricorso ad opponendum dal sottoscritto presentato al Tar di Lecce, vanno delineandosi una miriade di posizioni contrastanti, anche all’interno di quei partiti o movimenti che si erano mostrati finora anche abbastanza integralisti di fronte a certe richieste e azioni del Governo e che ora, ridotti in mille frantumi (e in barba a qualsiasi forma di coerenza!)hanno, in vista delle prossime elezioni, il solo obiettivo di assicurarsi una poltrona sicura in Parlamento.

Ma non vuol essere questo il punto della mia nota.

Come avrà certamente appreso dalla stampa, ho fatto pubblicare una mia lettera indirizzata ai cittadini della provincia di Taranto, con il solo scopo di chiarire il motivo per il quale avessi agito contro il Comune e la Regione, avendo a cuore  la salute, l’ambiente e i livelli occupazionali di questo territorio.

E’ questa stessa motivazione che mi porta ancora una volta a scriverLe, onorevole ministro, sapendo che dall’altra parte trovo una persona attenta e che quanto me tiene a fare chiarezza e a coinvolgere tutti gli attori della nostra provincia.

Pertanto, Le chiedo di convocare quanto prima le associazioni tutte, ambientaliste e non, a partecipare ad un separato tavolo di confronto, al fine di poter illustrare i programmi del Governo e soprattutto dare certezza dei tempi di realizzazione.

Questo gesto da parte sua rappresenterebbe un importante segnale di ascolto  delle voci di questo territorio che meritano attenzione in un momento così decisivo.

In attesa di un Suo riscontro, l’occasione mi è gradita per porgerLe i miei più cordiali saluti.

 

Dott. Martino Tamburrano

 

 

L'unica strada per salvaguardare la salute dei tarantini è chiudere le fonti inquinanti a cominciare dall'Ilva. I Genitori Tarantini intervengono nel dibattito in corso e nello scontro istituzionale che si sta consumando sul futuro dello stabilimento siderurgico chiarendo ancora una volta la propria posizione e definendo inaccettabile l'accordo proposto da Regione Puglia e Comune di Taranto. Questo il testo integrale della della nota 

 

 

“Premesso che: lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto è stato dichiarato stabilimento di interesse strategico nazionale dal decreto legge n. 207 del 3 dicembre 2012, come convertito in legge n. 231 del 24 dicembre 2012 (articolo 3)”

E’ questo l’incipit del testo presentato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto quale base per un accordo di programma sul tema “Ilva”. Già questo basta, a noi, Genitori tarantini, per bollare come inaccettabile tutto il resto.

Non esiste, in una democrazia occidentale, che un “interesse strategico” possa prevalere sul diritto alla salute minandolo addirittura fino alla morte.

Sappiamo che governare significa agire per la giustizia sociale, la tutela del bene comune e dei diritti garantiti a tutti i cittadini della Repubblica italiana. Queste cose non le dicono alcuni tarantini fanatici e stupidi, sono scritte nella “Costituzione della Repubblica italiana”, un testo davvero importante, oltre che interessante.

Avremmo voluto che dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto venissero recepite le istanze dei tarantini, le sopravvenute necessità, le nuove posizioni (di segno diametralmente opposto rispetto al passato) riguardo alle produzioni altamente inquinanti.

Si vuole far funzionare un’industria, i cui insopportabili danni verranno pagati ancora per anni da migliaia di tarantini, concedendo anche ai nuovi gestori (come ai commissari straordinari prima di questi) l’immunità penale: una ferita inferta alla Democrazia e alla Giustizia difficilmente sanabile. Eppure, su questo argomento, per noi prioritario, nessun riferimento si riscontra nell’accordo di programma.

Ci sembra, altresì, interessante citare il titolo del testo presentato: “Accordo di programma per la misura delle attività di tutela ambientale e sanitaria di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 settembre 2017”.

Tutelare significa proteggere, difendere. All’articolo 17 dell’accordo di programma si legge, però, che: “D’intesa con le altre parti stipulanti l’Accordo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero della Salute, nel termine di 12 mesi dalla stipula del presente Accordo, adottano gli interventi normativi di carattere speciale e straordinario per la previsione di indennizzi e tutele per i soggetti interessati da malattie o da decessi accertati con causale diretta all’inquinamento dello stabilimento ILVA di Taranto.” Questo non significa “tutelare”! Questo è riconoscere, fino a legittimarlo, un risarcimento per un danno sanitario (per quanto già sia estremamente difficile dimostrarne la correlazione) che non dovrebbe essere provocato, non dovrebbe esistere! Da notare, infine, che in questo articolo si dichiara che Consiglio dei Ministri e Ministero della salute adotteranno interventi normativi d’intesa con le altre parti stipulanti l’accordo, tra le quali c’è anche AM InvestCo Italy S.r.l., il futuro gestore: una follia!

 

I Genitori tarantini dichiarano ancora una volta che l’unica via praticabile per fare cessare la tremenda tempesta di morti. malattie e disoccupazione sia la chiusura delle fonti inquinanti, a cominciare dalle più impattanti (quale, appunto, L’Ilva), la bonifica dell'intero territorio compromesso dall’inquinamento industriale (con spese a carico dei colpevoli, privati e pubblici) e la riconversione economica e sociale dell’intera provincia tarantina.

 

 

Dieci anni, ma non li dimostra. E promette di fare ancora meglio… Stiamo parlando della Compagnia Teatrale de “I Fuori…classe”, forse la scommessa più impegnativa dell’Istituto Comprensivo “Renato Moro” di Taranto messa in campo quando la scuola era ancora, soltanto, il Circolo Didattico “Renato Moro”. Una scommessa decisamente vinta grazie all’impegno e alla fantasia creativa dell’ideatrice e fondatrice della Compagnia, l’insegnante Felicia Salinari, con dentro un grande amore per il teatro e la voglia di mettere insieme un gruppo di giovani e meno giovani reclutati di volta in volta tra docenti, genitori, nonni, collaboratori scolastici e alunni, con un inevitabile ricambio imposto dal tempo che trascorre, ma sempre con lo stesso contagiosoentusiasmo. A sostenere Felicia Salinari la dirigente dell’IC Moro, la dott.ssa Loredana Bucci, che ha sempre  supportato, con pari entusiasmo, questo gruppo di amici, desiderosi di teatro, nati quasi per stare insieme, pronti a sacrificarsi ma anche a divertirsi, per un’autentica socializzazione, nelle aule della scuola fino a sera tarda, considerati gli impegni di tutti, lavoratori e genitori nello stesso tempo.

Nel decennale percorso di feconda attività a cominciare dall’ormai lontano anno scolastico 2007-2008, Felicia Salinari ha portato sulle scene di numerosi teatri cittadini e provinciali, adattandole in modo brillante ed intelligente e a tutto pensando (dalle scene agli abiti) con la collaborazione di Rosanna Marzo e Carmine Salinari, alcune delle più belle commedie del grande Eduardo Scarpetta (“Cani e gatti”, 2007; “L’imbroglio, 2010”; “I nipoti del sindaco”, 2016), non dimenticando nemmeno i grandi Peppino (“L’amico del diavolo”, 2011) ed Eduardo De Filippo (“La Fortuna con la F maisucola”, 2013; “Non ti pago”, 2015). Un percorso di grande valore e significato per conservare una precisa identità culturale in un mondo scolastico esposto sempre più ai rischi di una burocrazia interna che poco a che vedere con la cultura.

Ultima in ordine di tempo, per due serate all’insegna del consenso di pubblico, al “Teatro Tarentum” di Taranto, la rappresentazione de “Oscarfalietto”, esilarante e illuminante commedia di Eduardo Scarpetta del 1881 con un passaggio cinematografico nel 1911 (pellicola smarrita e ricordo affidato solo a qualche sbiadita fotografia coeva). Illuminante perché nei tre atti si riassume l’intera poetica di questa grande maestro dell’imprevedibile e dell’inverosimile, dei colpi di scena, della fantasia sfrenata volta a rappresentare il mondo borghese napoletano in ascesa ai suoi tempi, fra marcate aspirazioni sociali e inevitabili contraddizioni. Scarpetta, che fu padre naturale di Eduardo Peppino e Titina De Filippo, oltre che del poeta Ernesto Murolo (padre del cantante Roberto Murolo) e la cui opera più significativa resta indiscutibilmente “Miseria e nobiltà” del 1888, carpiva a commedie francesi di fine Ottocento di poco valore quanto bastava a farne dei veri capolavori italiani, e napoletani in particolare, stravolgendone le scene, il linguaggio, la mimica. Un autenticomaestro, lui che si era “creato” dal nulla nella Compagnia del S. Carlino, sotto la guida del capocomico Antonio  Petito, avviando un’ascesa inarrestabile nei teatri italiani  dove Scarpetta quasi freneticamente spostava le scene, acclamato ovunque ed apprezzato dalla critica del tempo. Peccato che la sua vicenda terrena si chiuda con la contesa legale che lo oppose, ai primi del Novecento, a Gabriele D’Annunzio per aver parodiato “La figlia di Iorio”: causa di cui Scarpettarisultò vincitore ma con molte amarezze, tra cui lo scarso successo della parodia messa in scena.

“O scarfalietto” vede il protagonista Felice Sciosciammocca dominare la scena, come in altre commedie scarpettiane, circondato da personaggi singolari che arricchiscono la trama generale con assoluta naturalezza, dalla moglie Amalia da cui intende separarsi per i continui litigi al malcapitato Gaetano Papocchia con la moglie Dorotea e l’amante Emma Carcioff, dagli uscieri del tribunale e del teatro alla cameriera Rosella, ai due avvocati di parte, al presidente del tribunale e alla sua cancelliera. Il succedersi quasi spasmodico delle situazioni è assicurato e in linea con la migliore tradizione scarpettiana.

Tutti bravi gli attori presentati dalla dirigente Loredana Bucci al foltissimo pubblico delle due serate al Tarentum:  Tommaso GIUNGATO (Felice Sciosciammocca),  Rossella LOPOMO (Amalia), Vittoria SANTANIELLO(la cameriera Rosella),Enzo CIRACI(Gaetano Papocchia), Angela BATTISTA (Dorotea),  Giuseppe DEL POZZO (l’avvocato Anselmo), Mauro QUARANTA l’avvocato Antonio), Gabriella CARDETTA (Emma Carcioff), Gaspare URGESI (il custode Pasquale), Antonio FRACCASCIA (l’usciere), Felice CAPUTO (il giudice Raffaele), Rosanna MARZO (la cancelliera).

Le serate sono state arricchite anche da canzoni napoletane del “Moro Voices”, un coro costituito sempre da docenti e genitori

La dirigente Bucci ha anche ricordato come gli introiti della Compagnia servano costantemente ad aiutare chi è in difficoltà e la ricerca medica, in collaborazione con enti e associazioni. In primis, la costruzione, a totale carico dei “Fuori… classe”, di una scuola, chiamata “Renato Moro” in Burkina Faso con tutti gli arredi indispensabili per una spesa totale di 25mila euro e la donazione all’Ospedale “SS. Annunziata” di Taranto di strumentazioni mediche all’avanguardia per il reparto di Neonatologia. Più recenti l’istituzione di una borsa di studio per gli alunni meritevoli intestata ad un’alunna della scuola tragicamente scomparsa alcuni anni fa e il contributo per la realizzazione di ambienti di apprendimento dedicati. Tra le collaborazioni da ricordare quelle con “Arciragazzi” (2008), con il Movimento Shalom (2009), con l’ABIO (2012).

La Compagnia della “Renato Moro” continuerà le sue rappresentazioni negli anni avvenire, forte dei successi raccolti e certa di poterne cogliere molti altri, sempre coniugando il divertimento e la cultura teatrale con l’aiuto ai meno fortunati.

 

E’ questa la promessa scaturita da due serate da ricordare.

 

 

 

 

 

Peacelink ha raccolto l'appello di un mitilicoltore e divulga il suo racconto che di seguito pubblichiamo integralmente. Quello di Luciano Carriero, mitilicoltore che lavorava in Mar piccolo da quando aveva dieci anni ed usciva in mare insieme a suo padre. Anche suo nonno faceva lo stesso mestiere, tre generazioni che si sono tramandate cultura, lavoro e passione per un mestiere che ha solcato attraverso i secoli le onde dello specchio d'acqua che abbraccia il cuore vecchio della città di Taranto. Il Mar Piccolo.

 

"Rivolgo il mio appello a quelli che oggi sono i rappresentanti delle istituzioni che negli anni passati sono state coinvolte nella questione mitili di Taranto. Mi rivolgo oggi al sindaco Melucci e al presidente della regione Michele Emiliano. Ascoltate l'appello di un lavoratore, di un padre, di un marito che ha dovuto chiudere la sua azienda dopo aver investito tutto nella sua attività. Oggi mi ritrovo con la casa pignorata e mi chiedo, quando questa sarà messa all'asta e poi venduta, dove andrò a vivere con la mia famiglia e in quali condizioni? Per rinnovare gli impianti per l'allevamento delle cozze nel primo seno del Mar Piccolo nel 2009 ho fatto accesso a un finanziamento ponendo a garanzia di questo i miei beni, la mia casa. L'attività andava molto bene: produceva 700 tonnellate di cozze all'anno e dava lavoro a 15 operai. Non ho mai conosciuto la crisi ed in alcuni anni la richiesta del mercato era addirittura maggiore alla nostra produzione. Dal 2011 è iniziato il declino del nostro settore, una tragedia per me che rappresento la terza generazione ad aver impiegato una vita nella mitilicoltura. Sappiamo tutti cosa è successo quell'anno. La denuncia degli ambientalisti, che stimo perché hanno agito volontariamente solo per tutelare la salute dei tarantini, ha sollevato la questione della contaminazione nelle cozze da diossine e pcb. Dopo aver chiesto quel prestito, in cui per garanzia c'era la mia casa, mi sono ritrovato a veder perso tutto il lavoro perché questo per ordinanza della Asl doveva andare al macero perché risultato contaminato. Andarono distrutte tutte le cozze della mia azienda allevate nel 2011, 2012 e 2013. La mia onestà di imprenditore che portava il suo prodotto sulle tavole dei tarantini e degli italiani mi ha spinto a spostare, così come previsto con le istituzioni locali, la mia attività in Mar Grande ma qui, nonostante in quelle acque non sussisteva la problematica inquinamento, mentre in Mar Piccolo mi ha sconfitto la diossina in Mar Grande mi ha sconfitto la burocrazia. Anche la produzione del 2014 andò persa nonostante fosse controllato e sano. Ricorderete bene le vicende raccontate sui giornali all'epoca: mancava la completa classificazione delle acque e anche per quell'anno persi tutto il prodotto perché non mi autorizzarono a venderlo. Sono stato onesto, ho voluto rispettare tutte le regole imposte dalla Asl, dal Comune, dalla Regione ma ciò non è stato fruttuoso; ma non mi do colpe perché ho una coscienza e ho agito nella legalità mentre i miei impianti lasciati nel primo seno del Mar Piccolo sono stati occupati dagli abusivi. Fui l'unico a spostarmi in Mar Grande. Cari amministratori, la mia unica richiesta è quella di tornare a lavorare come produttore, come allevatore di cozze. Vi prego di mettermi in condizioni per poterlo fare, ascoltatemi, datemi la possibilità di pagare le rate del prestito e scongiurare la vendita della mia casa che mi è stata già pignorata. Voglio tornare a guardare mia moglie e i miei figli con serenità ma non posso farlo perché tra qualche settimana rischio di ritrovarmi per strada senza un tetto. Non ho potuto più pagarle le rate del prestito perché sono stato schiacciato da un problema più grande di me che mi ha messo in ginocchio nonostante la mia onestà e la mia predisposizione a lavorare nella legalità, ma io voglio pagare il mio debito e per far questo voglio tornare a fare il mestiere che mi hanno insegnato mio nonno e mio padre. Vi prego di ascoltare il mio appello perché ciò non significa aiutare solo Luciano Carriero ma soprattutto riprogettare il futuro del mestiere più antico e nobile della nostra amata città. Sono disposto ad incontrarvi e consegnarvi tutta la documentazione che attesta quanto vi ho raccontato in queste poche righe. Un caro saluto,

Luciano Carriero".

 

Questo il commento di Peacelink

Dopo che le cozze andarono al macero perché contaminate nel Mar Piccolo e dopo la produzione persa in Mar Grande perché non autorizzata ad essere venduta per la mancato completamento della caratterizzazione delle acque Luciano Carriero non ha rinnovato le concessioni che scadevano a dicembre del 2015, sconfitto dall'inquinamento e dalla burocrazia è costretto a licenziare i suoi operai e a chiudere la sua attività. Già in quegli anni la stampa si occupò di ciò che Carriero denunciava per salvaguardare il settore ma non fu abbastanza. La sua storia è l'emblema di questa città che troppo presto ha dimenticato la ricchezza del suo mare, troppo presto ha "normalizzato" la contaminazione nel primo seno del Mar Piccolo, troppo presto ha iniziato a difendere solo alcuni posti di lavoro scendendo in strada e mentre lo faceva ignorava il lavoro perso dalle ditte autorizzate che legalmente operavano come mitilicoltori onesti. Non esistono difese dell'occupazione differenti, più importanti e meno importanti, è legittimo ed è doveroso difendere il mestiere di chiunque, sempre. Questa storia rappresenta il fallimento della politica e dell'amministrazione che in quegli anni sottovalutavano un grave problema di inquinamento che metteva in ginocchio un importante settore del comparto ittico. In quegli anni, mentre Luciano Carriero vedeva sgretolare sotto i suoi occhi il mestiere di suo padre e di suo nonno, c'era chi non amava Taranto, il suo popolo con il suo orgoglio, la sua cultura e la sua storia; c'era chi non amava il mare crespo del Mar Piccolo, quel mare che è madre del cuore vecchio della città, l'unico luogo che può gestare la rinascita, luogo in cui uomini hanno perso tutto e nonostante tutto qui continuano a sperare.

 

 

Nessuno si senta sollevato dalle sue responsabilità, in questa storia, chi più e chi meno, tutti siamo un po' responsabili di ciò che è accaduto a Luciano. Pesiamola questa nostra responsabilità e da qui la nostra coscienza produca un'azione concreta che possa far rinascere le speranze dei mitilicoltori onesti, quelli che amano questa città e da qui non sono mai andati via.

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