Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto e funzionari degli uffici S.I.A.E. di Bari e Taranto, hanno eseguito controlli in materia di pubblici spettacoli e lavoro nero nei confronti di locali di intrattenimento ubicati a Taranto e provincia.
Le attività ispettive hanno riguardato le serate organizzate per la decorsa “festa di Halloween” e si sono concentrate su quegli operatori per i quali non risultava alcuna comunicazione diretta ai competenti uffici S.I.A.E., prevista per il pagamento dei relativi diritti.
Sono stati sottoposti a controllo quattro locali di Taranto, Talsano, Massafra e Campomarino di Maruggio, all’interno dei quali sono stati individuati ben 17 lavoratori assunti senza regolare contratto, su un totale di circa 30 posizioni d’impiego controllate, nonché 3 DJ sprovvisti della prescritta regolarità contributiva.
Uno dei quattro eventi, pur regolarmente comunicato alla S.I.A.E., è risultato del tutto irregolare sia per il tipo di manifestazione dichiarata, sia perché erano stati emessi 370 tagliandi non validi fiscalmente, con un imponibile sottratto a tassazione di circa 5.500 euro.
Per due degli esercenti controllati è stata avanzata proposta di chiusura dell’attività alla Direzione Territoriale del Lavoro di Taranto.
L’iniziativa congiunta del Corpo e della S.I.A.E. evidenzia la particolare diffusione dei fenomeni del lavoro nero e delle violazioni in materia di diritti d’autore perpetrati dai locali da intrattenimento, con evidente disprezzo per il rispetto delle regole fiscali e contributive: non può sfuggire infatti il dato rilevato di oltre il 50% di impiego di manodopera “in nero” e del 75% di totale abusivismo nell’organizzazione di eventi.
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“
Dobbiamo guardare con fiducia al futuro e, nel solco tracciato in queste settimane da Raffaele Fitto, leader assoluto del centrodestra pugliese e nazionale, rilanciare la nostra attività anche a Taranto e nella sua provincia.
In questo senso il prossimo passaggio da PdL a Forza Italia, che sarà sancito dagli 800 delegati al prossimo Consiglio Nazionale, anche sul nostro Territorio rappresenta una grande occasione per operare un rinnovamento radicale della organizzazione del nostro partito.
Oggi è inutile polemizzare sul passato: dobbiamo guardare avanti, proiettarci sulle sfide future con una nuova squadra che, come auspica Raffaele Fitto che avvenga a livello nazionale, anche sul nostro Territorio sia individuata mediante una serie di congressi, a livello comunale e provinciale, che sappiano eleggere gli uomini migliori del centrodestra in grado di riportarlo alla vittoria.
L’elettorato del nostro Territorio ha una “anima” di centrodestra, a Taranto come nei più importanti centri della provincia, penso a Martina Franca o Palagiano, e solo una serie di vicissitudini ha portato alla loro guida Amministrazioni di centrosinistra; non a caso l’ultima tornata elettorale amministrativa ha visto il centrodestra affermarsi in quasi tutti i Comuni della nostra provincia in cui si votava.
Oggi abbiamo una straordinaria opportunità: le amministrazioni di centrosinistra che guidano da troppi anni il nostro Territorio, infatti, hanno ormai mostrato a tutti i cittadini gli enormi limiti che caratterizzano la loro azione politica ed amministrativa.
A livello regionale la “Puglia migliore” promessa da Vendola si è rivelata una chimera, a livello provinciale otto anni di centrosinistra hanno lasciato in eredità solo delicate “vertenze”, come il “Paisiello” o IsolaVerde, scuole fatiscenti e una rete viaria provinciale dissestata, mentre a Taranto Ippazio Stefàno non solo dimostra di non saper governare il quotidiano, ma neanche di saper dare un contributo concreto alla soluzione degli enormi problemi che attanagliano la nostra comunità, se si escludono le tante letterine inviate a Bari e a Roma…
Il nostro partito deve avere organi rappresentativi in grado di elaborare e sviluppare sul Territorio un’azione politica ancora più incisiva, denunciando ai cittadini le incapacità del centrosinistra e proponendo loro le nostre soluzioni.
Questo potrà avvenire solo con un radicale rinnovamento degli organi rappresentativi che mi auguro avvenga nell’ambito del prossimo passaggio da PdL a Forza Italia che, come detto, si realizzerà entro l’anno.
I tempi dell’attesa sono finalmente finiti, e la storia del centrodestra si è rimessa in moto.
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La Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità continua, anche quest’anno – il quinto consecutivo – a scommettere sui giovani. Lo fa attraverso l’erogazione di quattro borse di studio del valore di 1.000 euro cadauna, premiazione finale di un concorso bandito in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della Cittadella.
La cerimonia di premiazione si terrà martedì 5 novembre 2013, alle ore 10.30, preso l’Auditorium della struttura, al Q.re Paolo VI, a Taranto.
La finalità delle borse di studio erogate è quella di mantenere vivo il ricordo di Mons. Guglielmo Motolese, Arcivescovo di Taranto e Fondatore della Cittadella, che, per ovvie ragioni anagrafiche, le giovani generazioni tarantine non hanno conosciuto. La dr.ssa Gianna Zoppei, presidente della Fondazione, in occasione delle cerimonia del 2012 disse: “Motolese rappresenta la testimonianza della necessità di instillare nei giovani il senso dei valori e resta esempio e guida per questa città”..
La traccia di lavoro di quest’anno - “Condizioni giovanili e sbocchi lavorativi per la città di Taranto” ha coinvolto quattro diverse sezioni: Scuola Secondaria Superiore, Seminario Diocesano Poggio Galeso, Istituto di Scienze Religiose Guardini e LUMSA, Centro Interdipartimentale del Politecnico di Bari “Magna Grecia” e Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Nel difficile contesto che vive il territorio jonico la Fondazione ha voluto far esprimere i giovani sulle delicate e scottanti questioni che caratterizzano il loro quotidiano, sul loro sentirsi più o meno inseriti in un contesto, spesso dominato da atteggiamenti negativi e sentimenti di sconfitta. Ne è emerso uno spaccato preciso, a volte duro ma realistico. Ma la traccia di lavoro ha anche chiesto ai giovani idee di sbocchi lavorativi, lanciando loro una sfida, quella del consolidamento del legame con la propria terra attraverso una idea di progettualità che sia al tempo stesso desiderio di futuro a misura “propria” e idea di sviluppo del territorio.
L’iniziativa della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità, proposta dal vicepresidente e direttore generale Vito Santoro nel corso di un CDA tenutosi diversi anni fa, ha trovato entusiasmo e piena collaborazione nei partner del progetto.
Per la prima volta la collaborazione con il Comitato PMI di Confindustria Taranto garantirà un supporto tecnico per dare vita concreta all’idea di progetto imprenditoriale basata sul progetto vincitore, affiancamento che verrà definito in funzione di quelle che saranno le caratteristiche dello stesso.
Nel corso della cerimonia il presidente dell’Associazione “Amici di Malindi e dintorni onlus” Fiammetta Dionisio La Porta farà il punto sull’attività decennale dell’associazione, nata sotto l’egida di mons. Guglielmo Motolese, finalizzata a supportare il kenya su due fronti: la formazione,
con la realizzazione della “Scuola Mons. Motolese”, tuttora operante a Malindi, e la sanità, con l’apertura di un dispensario socio-sanitario a Hongwe, Malindi.
Saranno presenti alla cerimonia i rappresentanti di tutti gli Enti che hanno collaborato alla fattività del concorso. Concluderà i lavori l’arcivescovo mons. Filippo Santoro.
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Dura presa di posizione del Consiglio Direttivo dell’ANCE Taranto. Dopo il drammatico appello del sistema delle imprese edili tarantine pubblicato sui giornali locali, i costruttori edili pronti ad azioni forti di protesta. Marinaro: “Quello che sta accadendo nel nostro comparto si legge nelle pagine di cronaca nera eppure sembra non destare preoccupazione . Un Consiglio direttivo monotematico sulla crisi dopo il disperato appello lanciato dalle imprese edili dell’ANCE di Taranto su alcune testate giornalistiche regionali e locali si è svolto nei giorni scorsi nella sede di Confindustria.
Le nostre aziende stanno morendo e migliaia di lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro, ma nessuno dopo il nostro drammatico appello ha sentito il dovere istituzionale o politico di correre al capezzale di questo comparto in fin di vita – dice Marinaro, presidente dell’Associazione Costruttori Edili di Taranto – e il silenzio attorno alle vicende che riguardano centinaia di aziende e tante famiglie tarantine sa di ulteriore condanna ad un isolamento che viviamo ormai da troppi anni.
E’ rammaricato Marinaro che dopo il messaggio di vendesi di tutto il comparto edile pubblicato provocatoriamente sulle pagine dei giornali lo scorso week-end pensava che finalmente qualche impegno o qualche richiesta di ulteriori chiarimenti avrebbe preso il posto di quel silenzio omertoso che spesso accompagna i temi caldi abbinati al settore delle costruzioni. C’aspettavamo dalle istituzioni territoriali una presa di coscienza, un risveglio etico prima ancora che politico – affonda Marinaro – perché quello che sta accadendo a Taranto nel nostro comparto si legge nelle pagine di cronaca nera e giudiziaria eppure sembra non destare preoccupazioni. Il riferimento è al ripetersi di atti intimidatori a danno di imprese associate e ad opere affidate ad aziende con qualche requisito non proprio in regola.
Il pericolo serio che corre questa comunità non è quello della perdita del lavoro di questa o quella azienda tarantina – ripetono all’unisono gli imprenditori del Consiglio ANCE – ma quello della graduale e progressiva sostituzione di pezzi di economica sana e che genera sviluppo e massa salari sul territorio, con pezzi di economia non sana. E questo, in una città e in una provincia dove il rapporto virtuoso tra rappresentanza istituzionale e forza produttiva locale è tragicamente interrotto, non fa altro che creare ulteriore povertà.
Fino ad oggi abbiamo parlato la lingua della proposta – conclude Marinaro - ma di fronte alla sordità delle istituzioni siamo pronti a parlare dalle prossime settimane la lingua, inusuale per noi, della protesta.
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Sul palcoscenico del San Francesco de Geronimo "la commedia " Da fottere a fottute IL 30 e 31 ottobre 2013. La commedia pirotecnica scritta e diretta ed interpretata da Emanuele Mastrocinque, insieme con la compagnia "Terra Rossa ",da titolo Da Fottere a fottute" viene presentata sul palcoscenico del teatro san Francesco de Geronimo rione Tamburi. info Via Leopardi n.60/E TEL 3890252861
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Nel processo tributario, stante il divieto della prova testimoniale previsto dall’art. 7 del D.Lgs. n. 546 del 31/12/1992, si è sempre posto il problema dell’ammissibilità o meno degli atti notori di terzi nonché la loro validità ai fini delle decisioni.
A tal proposito, la Corte di Cassazione con varie sentenze ha preso una specifica e costante giurisprudenza consolidata sul tema.
In sostanza, è stato ribadito il principio che, nel processo tributario, fermo restando il divieto di ammissione della prova testimoniale, il potere di introdurre dichiarazioni rese da terzi in sede extra processuale, con il valore probatorio proprio degli elementi indiziari, i quali, mentre possono concorrere a formare il convincimento del giudice, non sono idonei a costituire da soli il fondamento della decisione (Corte Costituzionale, sent. n. 18 del 21/01/2000), va riconosciuto non solo all’Amministrazione finanziaria, ma anche al contribuente, con il medesimo valore probatorio, dandosi così concreta attuazione ai principi del giusto processo (art. 111 della Cost.), per garantire l’effettivo principio “della parità delle armi processuali” nonché l’effettività del diritto di difesa.
Il suddetto, costante principio è stato ribadito dalle seguenti sentenze della Corte Cassazione – Sez. Tributaria:
- n. 4269 del 25/03/2002;
- n. 11785 del 14/05/2010;
- n. 7707 del 27/03/2013.
Così, per esempio, la Corte di Cassazione ha confermato una corretta sentenza della CTR che non aveva fondato la decisione unicamente sulle dichiarazioni del padre del contribuente, valutabili, appunto, come elemento indiziario a favore di costui, ma le aveva ritenute integrate dalla prova documentale, secondo cui l’apertura di credito al padre era stata effettivamente concessa poco tempo prima dell’investimento immobiliare che, attribuito a mezzi propri del figlio, aveva dato causa all’accertamento.
In sostanza, le succitate sentenze confermano il principio che gli atti notori, pur non costituendo prova decisiva, devono essere tenuti presenti dal giudice come elemento indiziario, da valutare insieme agli altri elementi, come le presunzioni, la documentazione acquisita, le eventuali movimentazioni finanziarie, la mancata contestazione dell’Amministrazione finanziaria.
Infatti, nel processo tributario vige il principio di non contestazione (art. 115 c.p.c., la cui applicazione non è esclusa dal rito tributario), per cui, se l’ufficio costituito in giudizio non contesta il contenuto della dichiarazione, resa dal terzo, i fatti ivi riportati devono ritenersi per provati.
In ogni caso, il giudice è sempre tenuto a motivare l’eventuale inutilizzabilità delle dichiarazioni del terzo “in osservanza del principio della parità delle parti – applicabile anche nel processo tributario – il giudice tributario deve prendere in considerazione le dichiarazioni extra processuali di persone informate sui fatti, sia che siano rese all’ufficio finanziario o alla Guardia di Finanza sia che siano rese al contribuente o a chi lo assiste” (Cass. – Sez. Tributaria sent. n. 4423 del 26/03/2003).
Quindi, la Corte di Cassazione, nel rispetto del novellato art. 111 della Cost., conferma la validità degli atti notori, logicamente se supportati da altri documenti, e suggerisce ai difensori una nuova strategia processuale, secondo cui “in forza del principio di parità delle parti, ben può il contribuente produrre in giudizio dichiarazioni di terzi, il cui valore probatorio di tali dichiarazioni è pari a quello delle dichiarazioni raccolte dall’Amministrazione finanziaria, cioè quello proprio degli elementi indiziari” (Corte di Cassazione – Sez. Tributaria sentenze n. 9958 del 16/04/2008; n. 16348 del 17/06/2008; n. 767 del 14/01/2011).
Infine, occorre precisare che nel processo tributario il terzo può rilasciare dichiarazioni scritte senza incorrere in alcun tipo di sanzione penale, perché il falso ideologico in scrittura privata (art. 495 c.p.) – quale è la falsa dichiarazione scritta del terzo – non è, infatti, previsto dalla legge come reato, perché la falsa testimonianza dell’art. 372 c.p. prevede una dichiarazione orale resa davanti all’autorità giudiziaria, e l’atto notorio non è certo una dichiarazione orale. Appunto per questo la dichiarazione scritta proveniente dal terzo, priva della sanzione penale, offre meno garanzie rispetto ad altre dichiarazioni la cui falsità è punibile. In definitiva, anche se apprezzabile la giurisprudenza della Corte di Cassazione nel consentire l’utilizzo degli atti notori, seppur con i limiti sopra esposti, è auspicabile, nella generale ed urgente riforma del processo tributario, cancellare il divieto della testimonianza, per dare la possibilità al difensore del contribuente di potersi difendere senza alcuna limitazione, proprio nel rispetto dell’effettivo principio “della parità delle armi”, come ho previsto nel mio progetto di legge di riforma del processo tributario, che può essere letto e scaricato dal mio sito (www.studiotributariovillani.it).
Speriamo che, con la delega fiscale attualmente in discussione al Parlamento, nel prossimo anno si possa mettere finalmente mano ad una seria riforma del processo tributario.
AVV. MAURIZIO VILLANI
Avvocato Tributarista in Lecce
Patrocinante in Cassazione
www.studiotributariovillani.it - e-mail
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Fiscale e Tributario
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Dopo un anno difficile per Statte e per molte famiglie ancora alle prese con le conseguenze di quel drammatico giorno, oggi siamo in grado di segnare un passo importante verso il ritorno alla normalità della nostra comunità.
E’ quanto afferma il Sindaco del giovane comune tarantino, Angelo Miccoli, aprendo la conferenza stampa in cui si annuncia il definitivo impegno di spesa pari a 2milioni di euro, da parte della Regione Puglia in favore proprio del Comune di Statte colpito il 28 novembre del 2012 da un tornado di vaste proporzioni.Si tratta di un risultato assolutamente non scontato – afferma l’Assessore regionale, Fabrizio Nardoni, che nella giunta di lunedì ha posto nuovamente l’accento sull’emergenza del comune tarantino ottenendo così la liberazione delle risorse nel capitolo – perché in tutto il territorio regionale si vivono emergenze di vario tipo, da quelle occupazionali a quelle sanitarie e produttive, e il Patto di Stabilità ci impedisce di rispondere a tutte con la dovuta celerità e compiutezza. Pertanto oggi registriamo la storia di un successo di squadra che ci consente di riportare a Statte la dignità e il decoro che merita.La risposta del Comune a quell’evento è stata immediata e puntuale e chi dice il contrario sa di strumentalizzare la tragedia vissuta da tante famiglie senza costrutto se non quello della polemica o della propaganda – dice Vincenzo Chiarelli, Assessore all’Ambiente e Protezione Civile del Comune di Statte, ricordando i giorni dell’Unità di Crisi e del Centro Operativo Comunale avviati appena un ora dopo l’evento meteo-climatico.
Il tornado infatti ebbe un effetto devastante: circa 3,6 chilometri quadrati di territorio coinvolto con danni a centinaia di abitazioni private, ma soprattutto a buona parte del patrimonio pubblico (viabilità, pubblica illuminazione, scuole, piazze e giardini, uffici comunali e lo storico campanile della Chiesa Madre).Su quel patrimonio pubblico ora inizierà la ricostruzione.E dopo un anno d’attesa siamo in grado di dare alla tempistica una sterzata notevole – afferma Angelo Miccoli – perché malgrado la somma individuata per Statte non fosse stata ancora impegnata il personale del nostro ufficio tecnico ha lavorato come se i soldi dovessero arrivare da un momento all’altro e da un momento all’altro si dovessero aprire i cantieri.
Per quasi tutti gli interventi, infatti, l’ufficio tecnico del Comune ha già svolto internamente le attività progettuali e per queste opere è già pronto il progetto esecutivo propedeutico all’opera.
Questo vuol dire che non siamo stati fermi ad aspettare – commenta il Sindaco Miccoli – e soprattutto che su pubblica illuminazione, strade e sulla scuola media Leonardo da Vinci, i cantieri, salvo intoppi burocratici e dopo la verifica dei requisiti previsti per legge sulle offerte che arriveranno dalle aziende, potranno partire nel giro di un mese.Il dirigente Mauro De Molfetta, che ha seguito da vicino tutte le procedure è ancora più chiaro.
Se la Regione ci notificherà la delibera lunedì mattina – dice - noi saremo in grado di far partire le lettere di invito alle ditte nella prossima settimana. Questo per testimoniare anche del grande lavoro reso da tutto il personale dell’ufficio tecnico subito dopo quella tragedia abbattutasi su questo comune.
Nello specifico gli interventi riguarderanno:
1. Strade pubbliche;
2. Pubblica illuminazione;
3. Scuola media Leonardo Da Vinci;
4. Casa comunale di via San Francesco d’Assisi;
5. Chiesa Madre Maria SS. Madonna del Rosario;
6. Villetta Iclis;
7. Scuola dell’infanzia Madre Teresa di Calcutta;
8. Scuola primaria Giovanni XXIII.
Ai fini dei lavori di ripristino del patrimonio di cui sopra si è proceduto, rispettivamente, alla redazione degli atti propedeutici necessari, quali:
1. Redazione del progetto esecutivo per le strade pubbliche per un importo complessivo di € 420.000,00, approvato con delibera di giunta comunale n° 47 del 06/05/2013, prevedendo principalmente la scarificazione e successiva posa in opera del tappetino di usura al manto stradale, rifacimento della segnaletica orizzontale, ecc.;
2. Redazione del progetto esecutivo per la Pubblica Illuminazione per un importo complessivo di € 138.000,00, approvato con deliberazione di giunta comunale n° 49 del 06/05/2013, prevedendo principalmente il ripristino e la sostituzione delle armature e pali con i relativi corpi illuminanti, ripristino della parte impiantistica, ecc.;
3. Redazione del progetto esecutivo per la scuola media Da Vinci per un importo complessivo di € 470.000,00, approvato con deliberazione di giunta comunale n° 48 del 06/05/2013, prevedendo principalmente il ripristino strutturale travi di bordo e pilastri, preparazione del sottofondo, protezione dei ferri d’armatura, ripristino del calcestruzzo con malte tissotropiche, ripristino impermeabilizzazione e isolamento termico del solaio di copertura, ecc.;
4. Redazione del progetto definitivo per la casa comunale per un importo complessivo di € 250.000,00, approvato con deliberazione di giunta comunale n° 59 del20/05/2013, prevedendo principalmente il rifacimento delle facciate, verifica e sostituzione degli impianti danneggiati, sostituzione delle parti metalliche danneggiate, sostituzione di vetri, messa in sicurezza delle strutture di pertinenza ritenute pericolanti, ecc.;
5. Redazione dello studio di fattibilità per il ripristino dei danni alla Chiesa Madre per un importo complessivo di € 200.000,00, approvato con deliberazione di giunta comunale n° 58 del 20/05/2013;
6. Redazione dello studio di fattibilità per il ripristino della villetta Iclis per un importo complessivo di € 150.000,00, in fase di approvazione;
7. Redazione dello studio di fattibilità per la scuola materna Madre Teresa di Calcutta per un importo complessivo di € 100.000,00, in fase di approvazione;
8. Redazione dello studio di fattibilità per la scuola Giovanni XXIII per un importo complessivo di € 200.000,00, in fase di approvazione.
Pertanto il totale delle lavorazioni previste per gli interventi sul patrimonio pubblico e di pubblico interesse è pari a € 1.928.000,00, a cui aggiungere la spesa di € 72.000,00 occorsi per la rimozione dei rifiuti, per un totale quindi di € 2.000.000,00.
Grazie alla Regione Puglia sarà così possibile il ritorno alla normalità per le aree pubbliche del paese colpite dal tornado, a neanche un anno dall’emergenza, contesto nel quale, quello delle calamità naturali appunto, ben pochi sono gli esempi nazionali nei quali l’intesa istituzionale tra enti (regione e comune) e la operosità del personale dipendente, come nel caso del Comune di Statte, risulta concentrata esclusivamente per la risoluzione tempestiva delle problematiche del territorio.
Resta aperta la partita inerente il riconoscimento dei danni ai privati, questione per la quale sia il Sindaco Miccoli, sia l’Assessore Nardoni solleciteranno il Servizio Protezione Civile regionale affinché, le seppur minime risorse stanziate (250.000,00), vengano erogate ai privati attraverso un Commissario ad acta che valuti le richieste di risarcimento e liquidi le somme ritenute congrue.
Il Comune ha già reso disponibili agli uffici regionali i rilievi dei danni e le istanze presentate dai privati, facendo fino in fondo anche su questo versante appieno la sua parte.
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il consiglio direttivo della Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto, riunitosi nei giorni scorsi, ha manifestato la forte preoccupazione per la tenuta del comparto arsenalizio, anche alla luce delle sempre più frequenti dichiarazioni riguardanti il rischio di estinzione della flotta navale italiana. Da Confindustria un appello agli Arsenali di La Spezia e Siracusa per fare fronte comune e scongiurare i rischi di irreversibile declino del comparto.
Il rischio di estinzione della flotta navale italiana paventato dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, in una audizione in Commissione Difesa di Camera e Senato e ripreso di recente dall’ammiraglio di divisione Claudio Confessore, ha riportato alla ribalta una questione a Taranto particolarmente sentita.
Ne ha parlato nei giorni scorsi, analizzando i molteplici aspetti connessi alla questione, il consiglio direttivo della Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto, riunitosi per fare il punto sulla grave situazione di crisi che rischia, a breve, di venirsi a determinare nell’Arsenale di Taranto per effetto della imminente conclusione delle commesse di manutenzione sulle unità navali militari. A questo si aggiunge la sensibile riduzione delle risorse economiche disponibili a carico del bilancio del Ministero della Difesa, con particolare riferimento agli stanziamenti previsti in favore degli arsenali italiani, ed il rischio di spostamento di numerose unità navali militari, attualmente in linea, dalla Base di Taranto ad altra sede, eventualità che comporterebbe la perdita, per lo stabilimento tarantino ed il suo indotto, delle relative attività di manutenzione.
La situazione è di grande allarme sia per i livelli di produttività dell’arsenale militare di Taranto sia per l’indotto navalmeccanico.
Le conseguenze, peraltro drammatiche sotto il profilo sociale, comporterebbero l’immediata dispersione di quel patrimonio pluridecennale di esperienza maturata dalle aziende navalmeccaniche locali che ha consentito, negli anni, di conseguire elevatissimi profili di specializzazione, professionalità e competenza in grado di soddisfare pienamente ogni esigenza produttiva e manutentiva della grande committenza – in primis la Marina Militare Italiana - e di occupare nel tempo centinaia di unità lavorative.
In tale scenario, la Sezione Navalmeccanica di Confindustria Taranto ritiene indispensabile procedere ad azioni immediate attraverso il coinvolgimento dei due Arsenali che al momento presentano maggiori analogie con lo stabilimento jonico, (La Spezia e Siracusa) affinchè si dia avvio ad appositi incontri tematici finalizzati a mettere in campo progettualità comuni efficaci ed urgenti.
Iniziative, queste, da portare all’attenzione del Governo centrale e del Ministero Difesa, che garantiscano la continuità necessaria alle attività lavorative in essere, per le aziende e per le maestranze, e quindi l’ammodernamento, l’adeguamento ed il rilancio dello stabilimento arsenalizio tarantino.
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