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Giornale di Taranto - Giornalista1
“Da sempre impegnato sui temi della Sanità pugliese, continua la mia battaglia, a supporto delle criticità presenti nel Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Taranto. In particolare problematiche afferenti al Centro trasfusionale (S.I.M.T.) P.O. SS. Annunziata, incaricato della validazione delle sacche di sangue provenienti da tutte le Strutture di raccolta della provincia, compreso il Centro di prelievo mobile con autoemoteca, nonché lavorazione di emocomponenti ed emoderivati del sangue stesso. Ciò oltre la normale attività di raccolta parimenti alle altre Strutture del Dipartimento. Gli stessi dirigenti manifestano da tempo doglianze sull’attività, svolta in condizioni di assoluta insufficienza operativa e di sicurezza, a fronte degli elevati carichi di lavoro. Ed inoltre, appare ragionevole e condivisibile, da parte della Struttura, chiedere all’Azienda ASL parte di quel 20% (proveniente dai rimborsi per cessione di sangue a Case di cura private), a copertura economica di quelle ore di lavoro eccedenti la capacità lavorativa, ma necessarie. Dopo essere intervenuto, con due recenti note, richiamando presso l’Assessorato regionale chi di dovere ad affrontare e risolvere le problematiche sollevate, lo scorso 31 luglio ho presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta, nella quale chiedevo all’assessore alla Sanità quali erano le ragioni per le quali la ASL/TA non uniformasse il proprio comportamento a quello, per esempio, dell’ ASL di Lecce, considerando come libera professione (in situazioni di carenza del personale), l’attività di Medicina Trasfusionale a favore di Case di Cura private. Chiedevo, ancora, quali iniziative si intendeva porre in essere al fine di risolvere tale problematica, vista anche la situazione sanitaria e ambientale di Taranto, ponendo fine a dubbi interpretativi della Legge e a letture di comodo delle varie parti in causa. Sono determinato - conclude Laddomada - ad andare in fondo alla vicenda, anche perché le criticità inerenti la raccolta del sangue e sue successive fasi di lavorazione, coinvolgono anche il mondo del volontariato, che con grandi sacrifici si presta ad incentivare i cittadini alle donazioni”
Abbiamo un tavolo governativo permanente che si occupa di Taranto e delle sue criticità ambientali e occupazionali. Questo strumento, confermato dal primo ministro Letta, è un dato oggettivo che mostra con chiarezza i passi avanti compiuti da tutta la comunità tarantina al cospetto del dramma che mette di fronte a tutte le famiglie tarantine il binomio tra salute e lavoro. Una tappa, un passaggio intermedio delicato ma anche strategico, certamente non un punto d’arrivo che mostra come il cambiamento sia possibile a patto però che in questa fase non ci si attardi inutilmente nei distinguo e nelle primogeniture ma si miri diritto al cuore dei problemi, evitando strumentalizzazioni o screditamenti di una intera città e della sua classe dirigente. Città che in questa maniera rischierebbe di arrivare agli appuntamenti fondamentali per il suo futuro divisa, frastagliata e depotenziata. Abbiamo bisogno di tutti e soprattutto abbiamo bisogno di un periodo di pacificazione e dialogo per non sprecare l’alto tasso di attenzione che ora Taranto faticosamente (anche grazie alla grande capacità di mobilitazione di cittadini singoli e riuniti in movimenti) è riuscita a conquistare e per, come dice l’on. Michele Pelillo “allontanare gli sciacalli che utilizzano la dolorosa vicenda dei tarantini per farsi propaganda” o tessere “interessi di parte”. Per tale ragione sento di condividere l’invito di Mons. Santoro a fare bene e a fare presto, ma rilancio con un invito esteso a chiunque in questo territorio abbia ricoperto o ricopra ruoli di governo, amministrazione o anche solo guida sociale e spirituale, affinché nessuno si senta esente dalle responsabilità che il momento richiede. Ecco perché il tavolo interistituzionale per Taranto diventa la sede in cui esigere il credito che Taranto vanta nei confronti di tutto il paese e farlo con progetti, strategie di intervento, credibili, fortificanti, duraturi. Penso non solo al capitolo prioritario delle bonifiche e della rigorosa applicazione di tutte le prescrizioni enunciate dai dispositivi giudiziari e accolte dalla nuova AIA, ma anche a tutte le azioni che potranno puntare alla diversificazione economico-produttiva della provincia ionica, a partire dal porto e aeroporto, fino alle vocazioni tradite o perdute (acquacoltura, mitilicoltura, agricoltura, beni culturali, ricerca e turismo). Una sfida quella che attende Taranto che ha bisogno all’interno degli interventi improcrastinabili di soluzioni attive e celeri per problemi che sembrano lì da sempre e che altrove con Accordi di Programma ma soprattutto con la forza di comunità coese e meno litigiose, si sono trasformati non solo in ambienti più salubri, ma anche in numeri in grado di sovvertire i dati su disoccupazione, ricorso ad ammortizzatori sociali, sfratti per morosità e condizioni sociali ed economiche degradate. Abbiamo bisogno, infine, di sobrietà e di meno spettacolarizzazione. Di dati scientifici e di conforti autorevoli che ricollochino il tema dei temi, quello del rispetto della salute e della sicurezza di tutti i cittadini (a partire dai bambini delle scuole dei Tamburi) nell’alveo delle cose serie da affrontare con immediatezza, rigore, scrupolo, ma anche con una buona dose di realismo e pragmatismo utili a dettare tempi certi per la soluzione dei problemi. Perché in questo difficile momento per tutta Taranto un cantiere aperto può valere, in tanti sensi, di più di qualsiasi roboante protocollo d’intesa o rassicurazione ministeriale. E’ il tempo dei segni tangibili che la mia città attende da troppo tempo.
Il consigliere regionale PdL Pietro Lospinuso, ha rivolto al Presidente della Regione ed all’assessore all’Urbanistica un’interogazione a risposta scritta nelle cui premesse si evidenzia che: “Nello schema di Regolamento di attuazione della L.R. n. 44/2012 (disciplina regionale in materia di valutazione ambientale) di cui alla delibera di G.R. n. 1343/2013, si rileva dalla lettura dell’art.7 lettera e) “Piani urbanistici comunali esclusi dalle procedure di V.A.S.” l’esclusione delle nuove costruzioni riguardanti le destinazioni d’uso del territorio per attività produttive - industriali, artigianali, terziarie, turistiche, ricettive - che interessino superfici inferiori o eguali a 1 ettaro, oppure inferiori o uguali a 0.5 ettari (nelle zone ad elevata sensibilità ambientale), purché - lettera II - non comportino ampliamento o nuova edificazione di una volumetria superiore a 5.000 mc, oppure superiore a 2.500 mc (nelle zone ad elevata sensibilità ambientale). Ciò comporta che impianti produttivi superiori a 5.000 mc sono soggetti a V.A.S.” L’interrogante chiede pertanto di sapere “come si concili tale disposizione A) con l’art.7 della L.R. n. 44/2012 laddove dispone: “per le modifiche dei piani e dei programmi elaborati per la pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli conseguenti a provvedimenti di autorizzazione di singole opere che hanno per legge l’effetto di variante ai su detti piani e programmi, ferma restando l’applicazione della disciplina di V.I.A., la V.A.S. non è necessaria per la localizzazione delle singole opere”; B) con l’art.6 Comma 12 del D.Lg.vo n. 152/2006 - Codice dell’ambiente - laddove dispone: “Per le modifiche dei piani e dei programmi elaborati per la pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli conseguenti a provvedimenti di autorizzazione di singole opere che hanno per effetto di di legge variante sui su detti piani e programmi, ferma restando l’applicazione della V.I.A., la V.A.S. non è necessaria per la localizzazione delle singole opere”. “Tale disposizione del Regolamento - prosegue Lospinuso - risulta in contrasto e vessatoria in relazione al D.P.R. n. 160/2010 art.8 che disciplina le varianti urbanistiche puntuali per la realizzazione di singole opere di impianti produttivi e didi beni e servizi di tipo industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo. Un’ulteriore, forse definitiva, aggressione a quel che resta delle attività edilizie ed in genere produttive in Puglia, di questa fase delle politiche urbanistiche regionali sempre più segnate da una sorta di fondamentalismo reazionario sulla pelle dello sviluppo della Puglia e del lavoro dei pugliesi”.
“Nuovo anno scolastico, stessi temi. Tristemente... sempre gli stessi. Una boccata d’ossigeno, certamente, appare la disponibilità delle risorse ministeriali per l’edilizia scolastica. Occorre, però, che quelle risorse vengano distribuite sul territorio per comprendere quanto riusciranno ad incidere, ovvero a risolvere i problemi di un patrimonio immobiliare spesso obsoleto, comunque inadeguato. Si tratta, comunque, di risorse insufficienti al rilancio della scuola pubblica. L’azione di riforma degli ultimi Governi ha infatti impoverito la scuola italiana: meno docenti; aumento degli alunni per classe; riduzione significativa dei docenti di sostegno; riduzione, se non blocco delle risorse, per l’implementazione dei piani di offerta formativa; riduzione delle risorse degli enti locali per i servizi a sostegno del diritto allo studio (mense e trasporti in primo luogo) anche a causa della riduzione delle entrate comunali e dei trasferimenti statali; infine, sottodimensionamento dei profili amministrativi a fronte di un carico crescente di procedure ed adempimenti complessi. La Regione Puglia, in questi anni, si è mossa in controtendenza. Diritti a Scuola è stato, pur nelle difficoltà procedurali a volte riscontrate negli istituti, l’indicatore più evidente della capacità di investire nell’istruzione. Così come attestato dalle indagini Ocse-Pisa, la Puglia per competenze acquisite viaggia oltre la media nazionale (regioni centrali comprese) e supera di 20 punti la media meridionale. In Puglia, la partecipazione agli studi secondari superiori è maggiore di quella meridionale e supera di 3 punti quella nazionale. Una tendenza, tra l'altro, in crescita. Tutto questo è possibile solo attraverso investimenti costanti: al progetto sono stati destinati circa 26 milioni per il 2012 e 32 milioni per il 2013. Quanto al diritto allo studio, per i piani annuali la somma complessiva di 23.394.187 di euro. Senza dimenticare l’impegno confermato dal Consiglio regionale, lo scorso luglio in sede di bilancio, per l’offerta accademica pugliese (4.3 milioni, di cui 1.8 per la sede di Taranto). Intanto, auspico novità dall’annunciato decreto del ministro Carrozza, comunque tardivo rispetto l’avvio dell’anno scolastico. Così come auspico che il Governo torni a credere nella scuola pubblica e ad investire nella formazione. Infine, per ciò che attiene agli enti locali: occorre maggiore protagonismo. Ad esempio, è fondamentale dotarsi di strumenti di pianificazione delle politiche scolastiche così come, in sostanza, ha fatto il Comune di Taranto quando l’allora Consiglio comunale, nel marzo 2012, ha approvato all’unanimità il regolamento per l’istituzione della Consulta del Diritto allo Studio, uno degli strumenti che andrebbero utilizzati per uscire definitivamente dalla logica dell’emergenza e dalla conseguente estemporaneità delle azioni”
L'autopsia effettuata del Medico Legale Marcello Chironi, disposta dal PM Remo Epifani, ha accertato che la star del culturismo Daniele Seccarecci è morto per infarto del miocardio. Come è noto il corpo senza vita del body builder, 33 anni, nato a Livorno ma residente nella città dei due mari, fu trovato dalla madre nella cucina di un residence a Lama, una frazione a pochi chilometri dal comune capoluogo. Sul posto, intervennero immediatamente gli agenti della Squadra Mobile e gli uomini del 118 che riscontrarono subito la morte dell'uomo. L'esame autoptico ha quindi accertato che il decesso è stato causato da un malore improvviso e non invece dalla larga ferita rilevata alla testa che probabilmente è stata conseguenza della caduta dopo il malore mortale del Seccarecci..
La nostra Città , la nostra provincia avranno tanti difetti ma sicuramente abbiamo una cosa che molti ci invidiano e che forse non riusciamo a valorizzare sufficientemente: il mare. Nella foto scattata in zona Fata Morgana, a Marina di Pulsano a Taranto, si può ammirare la bellezza del nostro mare che si può tranquillamente confondere con quello dei Caraibi.
L’ Associazione Italiana Fisioterapisti celebra l’8 settembre 2013 la Giornata Mondiale della Fisioterapia. Per l’occasione l’Associazione dei Fisioterapisti di Puglia torna a parlare dell’importanza del ruolo del fisioterapista, perno della riabilitazione nel recupero delle funzioni motorie dell’individuo. A questo proposito dall’8 al 13 settembre 2013 si svolgerà in tutta Italia la campagna “Giù le Mani”, volta a contrastare, nell’interesse del paziente, il dilagante abusivismo del settore, che frequentemente comporta “spiacevoli sorprese” all’ignaro cittadino. Nel corso della settimana sarà attivo il numero verde 800036077 , attraverso il quale sarà possibile prenotare, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 18, consulenze gratuite presso gli studi fisioterapici associati. Sabato 14 settembre, giorno conclusivo della campagna, gli studi fisioterapici associati all’A.I.FI. apriranno le proprie porte per consulenze specifiche. Con il “Fisio-day” chiunque potrà chiedere chiarimenti sul proprio stato di salute, spesso inficiato da posture sbagliate. “L’obiettivo – afferma Marco Cordella del direttivo regionale A.I.FI.- è quello di migliorare l'insieme delle prestazioni erogate e il grado di soddisfazione della persona. In un momento economicamente difficile quale quello che l’italia sta vivendo, i consigli che si avranno nella consulenza permetteranno un notevole risparmio di costi e, attraverso la somministrazione di consigli mirati e specifici, una sensibile diminuizione del dolore”. Per gli acquirenti di CHI, TV Sorrisi e Canzoni e Salute sarà possibile, esibendo il coupon presente all’interno delle pubblicazioni, prenotare fino al 4 ottobre la consulenza riabilitativa. Informazioni sul sito : www.aifi.net.
Premiare le personalità distintesi a livello nazionale per il loro impegno nell’ambito dell’archeologia industriale e, inoltre, contribuire a mantenere viva l’attenzione sul Mulino Scoppetta di Pulsano, un bene di inestimabile valore storico che rischia il degrado. È il Premio “Mulino Scoppetta per l’archeologia industriale”, giunto quest’anno alla quinta edizione, la cui premiazione si terrà domani giovedì 5 settembre, a partire dalle ore 19.00 presso la “Cantina e Oleificio Sociale”, in via Taranto a Pulsano; interverranno, inoltre, gli studenti dell’XI Master in Archeologia industriale, guidati dai professori universitari Luigi Fontana, Antonio Monte e Renato Covino. La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale “La ‘Ngegna Onlus” di Pulsano con il patrocinio del CSV Taranto e in collaborazione con l’A.I.P.A.I. (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e l’I.B.A.M. (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali). la scelta della location, la “Cantina e Oleificio Sociale”, non è casuale: quest’anno, infatti, il premio vuole anche sottolineare l’importanza dei valori di quella produzione agricola che da sempre ha un forte impatto sull’economia pulsanese. Oltre che premiare studiosi che si sono distinti nell’archeologia industriale, con questo premio l’Associazione di volontariato Onlus “La ‘Ngegna”, che ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza del ripristino, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale, intende mantenere viva l’attenzione: il Mulino Scoppetta di Pulsano, un vero e proprio monumento dell’archeologia industriale internazionale, l’unico mulino a cilindri in Europa “sopravvissuto” fino ad oggi così come era un secolo addietro.
Nel mese di maggio e giugno si è registrata una buona presenza di stranieri nella provincia. E' il primo dato rilevante sul turismo in terra ionica travagliata da un anno che ha visto il nostro territorio alle prese con una battaglia ambientale senza precedenti che ha indotto la Regione Puglia ad avviare sull'intero territorio nazionale una campagna pubblicitaria di grande richiamo. A trainare sono state le giornate di Open Days, il museo MarTa, i siti archeologici, il Castello Aragonese, le belle spiagge dei due litorali tarantini quello orientale e quello occidentale, la buona cucina, il buon vino, le manifestazioni e gli spettacoli culturali . Su questo tema torneremo nei prossimi giorni con dati aggiornati
Agli arresti domiciliari tre persone per una violenta rissa a Capurso.I Carabinieri della locale Stazione hanno posto in arresto tre persone con l'accusa di rissa. Si tratta di un 36enne, un 47enne ed un 41enne, tutti del luogo. I militari, intervenuti a seguito di una segnalazione al "112", si sono portati in Piazza Libertà dove tre soggetti, nel corso di una discussione scaturita da motivi riconducibili a dissidi personali, erano passati alle vie di fatto. Sul posto i Carabinieri sono riusciti a bloccarli, traendoli in arresto. I tre hanno riportato lesioni giudicate guaribili tra i 3 ed i 30 giorni. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati collocati in regime di arresti domiciliari. Due operazioni dei Carabinieri invece in tema di per allo spaccio di stupefacenti. Nella prima I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Reparto Operativo del locale Comando Provinciale di Bari hanno arrestato un 21enne originario del Gambia con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza e lesioni a P.U.. Il giovane è stato sorpreso dai militari operanti dopo aver ceduto una dose di marijuana ad un "cliente". A nulla è valso il tentativo di sottrarsi all'arresto, nel corso del quale un carabiniere è rimasto lievemente contuso. La successiva perquisizione ha consentito di rinvenire nella sua disponibilità ulteriori 6 dosi della medesima sostanza sottoposti a sequestro unitamente a 40 euro in contanti. Tratto in arresto il 21enne, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, è stato associato presso la locale casa circondariale. Nella seconda operazione i Carabinieri della Stazione di Bitritto hanno arrestato un 28enne del luogo con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari nel corso di una perquisizione personale e domiciliare lo hanno trovato in possesso di 12 grammi di cocaina suddivisi in 17 dosi oltre a materiale per il taglio e confezionamento della sostanza e 145 euro in contanti, il tutto sottoposto a sequestro. Tratto in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, il giovane è stato collocato ai domiciliari. I Carabinieri della Compagnia di Barletta hanno infine arrestato un 42enne ed un 21enne con l'accusa di tentato furto aggravato. In ore notturne i due sono stati sorpresi e bloccati mentre tentavano di asportare una Lancia "Y" parcheggiata in strada. I successivi accertamenti hanno permesso di appurare che gli stessi avevano tentato di asportare anche una Fiat "600" ed una Fiat "Punto" dopo aver forzato le portiere. Tratti un arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, i due sono stati collocati ai domiciliari.
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