E' il titolo dell'attivo per i quadri e delegati della SLC (Sindacato Lavoratori della Comunicazione) CGIL Taranto dipendenti di Poste Italiane. L'iniziativa, che si terrà il 23 settembre mira a fare chiarezza sulla situazione dell'azienda e sulle garanzie occupazionali e contrattuali dei lavoratori. La locandina dell'iniziativa:
INTERVENTO DELL'ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA DELLA REGIONE PUGLIA FABRIZIO NARDONI
Innovazione significa progresso ma anche miglioramento delle performance ambientali delle filiere. In campo agricolo il concetto di innovazione si lega fortemente non solo allo sviluppo del settore primario ma diviene determinante anche per lo sviluppo delle aree rurali.
Dopo la scommessa lanciata con il progetto Green Road (economia verde e turismo sostenibile), il GAL Colline Joniche della provincia di Taranto, punta ancora una volta al potenziamento delle aree rurali e all’attivazione di dinamiche collaborative tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca.
E’ il caso delle due best practice presentate questo pomeriggio dal GAL tarantino alla Fiera del Levante nell’ambito dei work shop programmati all’interno del Salone Agroalimentare (Pad. 18).
Il sistema della conoscenza e dell’innovazione ha svolto, infatti, ruolo fondamentale sia nello sviluppo del progetto di trasformazione delle foglie di vite biologiche per la creazione dell’inedito Pesto di Vite, sia nel più complessivo sviluppo dei processi collegati alla coltura e trasformazione della canapa (cannabis sativa).
Compito del GAL è stato quello di creare l’humus ideale in cui far attecchire queste esperienze proponendole come nuovo modello di sviluppo in grado di restituire competitività ad un comparto fino a ieri considerato statico e antiquato – afferma Franco Donatelli, vice presidente del GAL Colline Ioniche.
Scommessa vinta dunque sia per l’attività di ricerca, sperimentazione e poi realizzazione del Pesto “La Dolce Vite”, frutto di una collaborazione tra aziende private (Tocchi di Puglia e Crismont) e importanti istituti di ricerca (Nepri), che per il comparto della canapa che ha scelto proprio il Comune di Crispiano per insediare il primo impianto di trasformazione della paglia di cannabis proveniente da i 250 ettari di coltivazioni meridionali di quest’anno.
L’idea che stiamo sviluppando in questi anni – spiega Rocky Malatesta, direttore del GAL Colline Joniche – è quella di rispondere al disagio vissuto dalla provincia jonica con tenacia e pragmatismo, mettendo in campo quello che più di una volta abbiamo definito come un progetto di smart land dove più che altrove provare la gestione efficiente delle risorse agricole, naturali e rurali in un ottica di maggiore competitività anche grazie all’introduzione di colture innovative o progetti di integrazione di filiera.
Il pesto di vite presentato oggi in Fiera è frutto del lavoro di partner privati, coordinati dal lavoro diretto sul territorio del GAL, che dopo alcuni anni di ricerca utilizzando le foglie di vite che provenivano dall’azienda biologica di Francesco D’urso (beneficiaria GAL per i programmi di sviluppo nella Masseria Curtimaggi) sono riusciti a creare prima in laboratori e poi a immettere sul mercato una vera e propria eccellenza gastronomia.
L’impianto della South Hemp Tecno in agro di Crispiano si pone invece come battistrada per una piccola rivoluzione che riguarderà non soltanto la coltura della canapa ma anche il suo utilizzo in campo industriale.
Potenzialità, quelle legate a questo tipo di semina e alla trasformazione del canupolo e della fibra, che intercettano sul territorio anche una esigenza di bonifica dei terreni e di captazione di CO2 e metalli pesanti.
La svolta che arriva da questo tipo di agricoltura è molteplice – dice l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – perché mentre ci interrogavamo nell’elaborazione del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 sulla necessità di conservare il potenziale agricolo e rurale in certe zone compromesse dall’inquinamento e su come proporre una soluzione in termini di bonifica e rivitalizzazione di quei territori, in Puglia abbiamo cominciato a piantare canapa e ad avviare i primi corsi di formazione per tecnici in bio-edilizia. Questa è una risposta tangibile alla necessità di nuove dinamiche di sviluppo in provincia di Taranto. E come nel caso del pesto di vite si mette a regime un sistema che nobilita tutti i processi, dal campo, alla trasformazione, centrando la mission che è proprio dei GAL: individuare una visione, animarla e renderla sviluppo per i sistemi rurali della nostra terra.
I Giovani Democratici Terra Jonica intendono chiarire una spiacevole situazione creatasi di recente, precisando che “Generazione Democratica” non è un laboratorio giovanile appartenente al Pd, in quanto non riconosciuto e mai costituitosi ufficialmente.
Essendo noi Giovani Democratici l’unica organizzazione giovanile ufficiale del Pd, ed essendo noi radicati a princìpi democratici, tendiamo loro la mano affinché si avvicinino alla nostra realtà per aprire ed arricchire tutte le iniziative ed i dibattiti politici.
Detto questo, vogliamo rivolgere un messaggio a tutte le forze del centro-sinistra, specificando come il nostro atteggiamento sia volto a ricucire eventuali strappi creatisi in questo periodo, perché è indispensabile che il centro-sinistra resti unito, ragion per cui non possiamo non riconoscere al Segretario provinciale Walter Musillo gratitudine in merito alle aperture dei giorni scorsi.
Il nostro candidato alla carica di Presidente della Provincia rappresenta un volto nuovo, criterio questo essenziale per riportare la politica ad essere quel centro passionale di convergenza ideologica dalla quale scaturiscono azioni concrete. Gianfranco Lopane è, oltre che un sindaco del Pd, un uomo onesto e competente, come già ribadito dal Segretario regionale Michele Emiliano. Non un uomo attaccato al potere, ma un giovane che per le sue qualità è sempre stato ammirato e voluto da tanti, cittadini e non.
Per queste ragioni noi Giovani Democratici ci appelliamo al senso di responsabilità dei consiglieri comunali appartenenti alla coalizione del centro-sinistra, ed anche a quanti si considerano autonomi: auspichiamo in un vostro voto rivolto in primis al candidato Presidente Lopane e, di conseguenza, ai candidati che compongono le liste in suo sostegno per l’elezione del Consiglio provinciale.
Il futuro del territorio ionico è nelle vostre mani, siete chiamati a scegliere tra un sindaco giovane, carismatico e ricco di idee positive, o un sindaco da che da tempo è protagonista dello scenario politico ionico e che nel corso degli anni ha ottenuto molti risultati negativi come, ad esempio, sullo scottante tema del ciclo dei rifiuti.
Il coordinamento delle associazioni di categoria Cna (Confederazione Naz.le Artigianato e PMI) , Cia Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Confesercenti, Confartigianato
Taranto è la città in Italia più danneggiata e martoriata dall'industria di Stato.Occorre ricercare soluzioni e sistemi per risarcire le popolazioni locali e rilanciare l'economia. Industrie che furono costruite per dare posti di lavoro e che invece ora non offrono lavoro ma hanno compromesso l’immagine della città di Taranto e delle sue eccellenze oltre ad aver creato un danno ambientale ed alla biodiversità’ irreparabile.
Il danno alle nostre attività turistico - commerciali, artigianali ed agricole è quantificabile a vista d’occhio.
Lo Stato e gli Enti preposti devono mettere la stessa città nelle condizioni di attrarre investimenti utilizzando nuovi strumenti economici attrattivi.
L’economia viva della provincia di Taranto si basa su moderne imprese commerciali, del turismo ed artigianali, oltre ad imprese agricole e agro-alimentari (11.000 in totale quelle iscritte nel registro delle imprese, operanti su una superficie totale di quasi 90.000 ettari, con un fatturato di 550 milioni di euro); tantissime di queste imprese, guidate da giovani imprenditori, sono impegnate nell’export di prodotti di prima qualità, a cominciare da uva, agrumi e olio (buona parte del quale imbottigliato da imprese della Toscana).
Nella nostra provincia proprio l’export dei prodotti ortofrutticoli è in crescita e si colloca in Puglia al secondo posto dopo la provincia di Bari, e al decimo posto in Italia.
Danno linfa vita all’economia della provincia di Taranto anche le attività zootecniche a qualità garantita (1200 gli allevamenti presenti).
Le attività artigianali dinamiche e moderne e una rete commerciale che ha saputo riconvertirsi e innovare sono protagoniste del vero cambiamento economico in atto nella provincia di Taranto con l’attestarsi di nuove figure artigianali da quelli digitali alle nuove attività di valorizzazione e specializzazione degli antichi mestieri applicati alle novità tecnologiche.
L’economia viva della provincia di Taranto è trainata anche da una rete di imprese agrituristiche, da un sistema ricettivo volto a coniugare qualità dell’offerta, eccellenza dell’ospitalità e risorse culturali, naturali e paesaggistiche di primario valore (sistema delle gravine, coste, mare, centri storici).
L’enogastronomia contribuisce da par suo a incrementare i flussi turistici; proprio per il turismo va ricordato che l’Unione Europea, lo Stato e la Regione hanno effettuato cospicui investimenti pubblici a sostegno di un’offerta di alto livello; aiutare le reti d’impresa per migliorare sia i canali commerciali e turistici che quelli distributivi oltre alla valorizzazione dei prodotti tipici che artigianali è il mantra che deve contrassegnare i prossimi anni.
Riproporre per Taranto e il suo territorio la vecchia, obsoleta e dirigista ricetta industrialista, magari imbellettata con qualche orpello decorativo volto a mitigarne la presentabilità agli ingenui, è insensato, pericoloso, fuori luogo e fuori tempo.
Assegnare ancora una volta un ruolo trainante all’industria, dopo quello che è successo in questi decenni di criminale ‘distrazione di Stato’ alle sorti dell’ambiente e della salute in provincia di Taranto, è anzitutto un insulto all’intelligenza delle nostre popolazioni.
Riproporre la presenza ingombrante di un’industria che, checché si dica, ha comunque un forte impatto e rischio ambientale, così come l’accentuare il ruolo e raddoppiare la presenza della raffineria di idrocarburi non è certo sintomo di reale attenzione al miglioramento della qualità ambientale.
In questi decenni proprio l’agricoltura, la zootecnia, le imprese che traggono dal territorio la propria ragione di vita e operosità sono state penalizzate dalla presenza (oltre che dalle immissioni inquinanti in atmosfera), arrivando talvolta sinanche a non evidenziare l’origine territoriale dei prodotti immessi sul mercato.
Egregio Presidente Matteo Renzi, se la Sua Toscana poggia gran parte della propria economia sui valori e sui tesori del Rinascimento, la provincia di Taranto, senza imposizioni e asservimenti alle logiche di profitti che si distribuiscono presso le sedi legali delle imprese ad elevato impatto ambientale, può ridisegnare il proprio futuro basandosi sulla propria storia, sul valore del lavoro delle sue popolazioni, sull’intelligenza operosa delle sue imprese, sulla qualità e concorrenzialità dei prodotti della terra e sulle proprie risorse naturali, culturali e ambientali.
Egregio Presidente, al prossimo incontro gradiremmo essere presenti anche noi come organizzazioni delle piccole e medie imprese, ed inoltre cosa pensano del futuro delineato i parlamentari jonici.
La questione delle bonifiche in Mar Piccolo è oggetto di botta e risposta tra il presidente dell'Asi Costanzo Carrieri e quello dell'Ance Antonio Marinaro. Quest'ultimo aveva sollevato una serie di perplessità rispetto al ruolo dell'ASI in questa complessa partita. Ora arriva un'ulteriore precisazione di Carrieri che risponde direttamente a Marinaro.
Ecco cosa scrive:
Con rammarico siamo costretti a rilevare l’inopportunità dell’intervento del presidente di ANCE Taranto, Antonio Marinaro, in merito alla questione bonifica del Mar Piccolo, anche perché duole ammettere la disgregazione sociale, politica ed economica che attanaglia questo territorio. Sembra proprio che ci sia del vero nella “storiella” di quel tarantino più propenso a chiedere a San Cataldo una grazia per la distruzione del suo vicino che un beneficio per se.
Ma, al di là degli aneddoti, veniamo ai fatti, per chiarire, ove mai ce ne fosse bisogno, la posizione del Consorzio ASI di Taranto che a pieno titolo è Ente accreditato ad occuparsi istituzionalmente di sviluppo economico oltre che di sviluppo industriale.
Ma vi è di più il Consorzio ASI è un Ente Pubblico nel cui Consiglio di Amministrazione siede, tra gli altri, il Presidente di Confindustria (ndr alla quale aderisce anche ANCE).
La linea politica ed economica che il Consorzio adotta in merito a questioni importanti, come è appunto la questione bonifiche del Mar Piccolo, è stata oggetto di discussione nell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione con all’ordine del giorno: “Problematiche connesse alla bonifica del Mar Piccolo”.
In particolare il Presidente di Confindustria ha contribuito nella suddetta seduta ad elaborare le linee programmatiche per il Mar Piccolo tese a sensibilizzare gli Enti Pubblici Locali .
L’intesa istituzionale invocata dall’ASI in merito alla bonifica di Mar Piccolo non vuole essere un’inutile rivendicazione di facciata.
Il Presidente Marinaro dovrebbe sapere che, come è accaduto per la bonifica del quartiere Tamburi che investe i territori di Taranto e di Statte e la bonifica delle aree portuali che riguardano il Porto, sono stati siglati specifici protocolli di intesa tra il Commissario alle bonifiche il Comune di Taranto, il Comune di Statte, l’Autorità Portuale.
Per ciò che concerne il Mar Piccolo, ad oggi non è stato siglato alcun protocollo di intesa che garantisca la presenza/responsabilità degli Enti pubblici del territorio.
Ci è sembrato quindi doveroso intervenire per il bene di Taranto, e quindi per chiedere, semplicemente che il territorio sia garantito attraverso il suo diretto coinvolgimento.
Un’area come il Mar Piccolo rappresenta in prospettiva futura una grande occasione di sviluppo economico e ricchezza per Taranto. E’ certamente doveroso da parte del Consorzio ASI sensibilizzare tutti gli Enti Pubblici sul Mar Piccolo ed agire nell’interesse della collettività.
L’appello del Consorzio sul Mar Piccolo è indirizzato ad unire e pertanto sono inutili protagonismi autoreferenziali.
Accordi extra tavolo o protagonismi autoreferenziali non sono praticabili .
Il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale non rivendica alcun ruolo ma non intende rimanere passivo di fronte al Mar Piccolo e pertanto ha inteso richiamare l’attenzione del Commissario e degli Enti pubblici del territorio per evitare che ancora una volta Taranto sia terra di conquista attraverso scippi ben camuffati
E’ appena il caso di richiamare l’attenzione sulla circostanza che il Consorzio ASI di Taranto è stato l’unico in Italia ad aver effettuato un ribasso del 10% sul canone d’uso per le PMI insediate nelle strutture di proprietà del Consorzio.
Il Consorzio ha di recente, appaltato e consegnato opere per un importo di 7,5 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture nell’area industriale di Taranto; ha acquisito dalla Regione Puglia il più grande incubatore d’Europa; ha convenuto con il Ministero dello Sviluppo Economico risorse incentivanti nei confronti delle star up innovative da insediare nell’incubatore ASI.
Sono in corso ulteriori progetti per la realizzazione di infrastrutture industriali e per la realizzazione di rete lan e dotazione di fibra ottica dell’area industriale e dei complessi consortili incubatore e resider.
Contributo di Angelo Di Leo
In Tribuna Autorità pochi autorevoli alla prima del Taranto made in Campania. Anche ai lati, a guardar bene, sparuti gruppi di abbonati in pectore (attendono prezzi consoni) e abbonati certi (attendono lo sconto su quanto sborsato) e tanti steward forestieri che tra duemila presenze, o poco più, hanno gioco facile.
E gioco facile sembrava dovesse averlo anche la Cavese, tecnicamente superiore al Taranto ma che del Taranto ha conosciuto l'unica qualità per il momento visibile: la tenacia.
Un debutto allo Iacovone, insomma, controverso e anomalo.
In puro stile rossoblu, con la curva appassionata, la gradinata scettica ma non troppo, le poltronissime vuote in attesa della campagna elettorale, i distinti nord quasi gremiti per vedere l'effetto che fa alle spalle della bandierina, a prezzo di mercato.
Finisce 1-1. Meglio di quanto si potesse immaginare dopo 60 minuti di gioco confuso e improduttivo (una traversa scheggiata e un minuto di gloria per il portiere avversario) i campani rapidi, bravi con i piedi (Marzullo-De Rosa e Palumbo valgono la C) serviti involontariamente da un Ciarcià (gol della Cavese) che si spera raggiunga al più presto la forma.
Genchi, eletto in tribuna stampa come migliore in campo, fa e disfa, corre e sparge palloni, ne raccoglie pochi, ne sciupa qualcuno ma quello giusto no. Quello no.
Confezionato da Conti (lentamente sarà titolare della mediana, appare chiaro) il papabile bomber che ricorda Riganò (quando entra in campo, per adesso), strappa applausi perché suda.
Il Taranto, nel suo assieme, si conferma squadra incompleta. Serve un centrale forte, un trequartista che faccia respirare Mignogna (generoso come sempre) e una punta rapida che accanto a Genchi possa sgusciare ovunque sia il caso di farlo.
E l'esterno?
Ci sarebbe Ciarcià, volendo osare. O meglio, quello della passata stagione.
Ipotesi: ritorno del regista al suo lavoro d'origine (ala) premiando Conti nel mezzo e convincendo Marsili che può e deve fare di più,
Tutto sommato, quattro punti in due gare - per questo Taranto al primo vagito - sono un bottino da tutelare.
Ma il tempo corre per un sodalizio che ha cominciato in ritardo e troppo presto ha sbagliato il primo colpo (la campagna abbonamenti). Ravvedimento operoso in atto.
Attendiamo fiduciosi i nuovi prezzi e i nuovi arrivi.
Servono eccome.
Le prescrizioni della Regione Puglia a cui il Ministero non ha ancora risposto
di Luisa Campatelli
Mentre la politica locale e regionale si accapiglia, il Consiglio comunale di Taranto dice "no", ambientalisti e associazioni protestano con contestuale promozione di una petizione popolare, Roma decide e Renzi dichiara che "la tensione è "slegata" dalla reale portata del problema", il progetto Tempa Rossa sarà presentato ufficialmente alla stampa da Confindustria Taranto, Total E&P Italia, ShellItalia E&P eMitsui E&P Italia B.
L'appuntamento è per martedì 16 settembre alle ore 11.30 nella sede di Confidndustria Taranto.
"Nel corso dell’incontro- si legge nella nota- saranno illustrati i dettagli del progetto Tempa Rossa e degli interventi previsti a Taranto per il suo completamento, con attenzione ai temi di impatto ambientale, ai riflessi sull’economia portuale ed ai risvolti occupazionali.
Tempa Rossa- conclude la nota- è stata classificata come opera di interesse strategico nazionale ed è oggi uno dei principali progetti di sviluppo industriale in corso in Italia interamente sostenuto da capitali privati".
Intanto, tra i nodi che hanno creato non pochè fibrillazioni all'interno del centrosinistra regionale, in particolare tra Dario Stefàno e Alfredo Cervellera, entrambi di SEL, c'è la delibera con cui la Regione con cui si dava parere favorevole al progetto sulla base delle valutazioni del Comitato regionale di VIA pur indicando alcune prescrizioni legate soprattutto all'impatto ambientale e ai rischi di carattere sanitario. Prescrizioni, ha dichiarato alcuni giorni fa nella sua lettera di risposta a Cervellera, rispetto alle quali non c'è stato alcun riscontro da parte del Ministero.
Ecco, di seguito, le prescrizioni indicate dalla Regione:
Martedì si riaccendono i riflettori su Ambiente svenduto, nato dalla storica inchiesta della magistratura tarantina sull'inquinamento a Taranto. A rischiare il processo 49 persone fisiche tra cui i vertici Ilva dell'epoca, i Riva, il sindaco Stefàno, il governatore Vendola, il parlamentare Fratoianni, l'ex presidente della Provincia Florido, l'ex assessore provinciale Conserva, il sacerdote don Marco Gerardo, e 3 società.
Alla vigilia della ripresa dell'udienza preliminare la Cisl di Puglia Basilicata e Taranto Brindisi con la Fim Taranto Brindisi annunciano la propria costituzione di parte civile.
di Luisa Campatelli
Ha incontrato istituzioni, imprenditori, sindacati per chiarire e rassicurare su due punti : salvare l’Ilva è una priorità, su Tempa Rossa si è creata una tensione “slegata” dalla reale portata del progetto (e qui gli industriali avranno sicuramente tirato un sospiro di sollievo visto che presentano il progetto martedi insieme a Total E&P Italia, ShellItalia E&P eMitsui E&P Italia B). E’ la mission dei presidenti del Consiglio, (“vado, dico quello che c’è da fare, e torno”). Lo fece Prodi in una rotonda del Lungomare gremita (“dovete fare il rigassificatore”…ma in quel caso gli andò male) lo ha fatto Renzi, nella sala protetta della Prefettura, davanti agli interlocutori “che contano” per un incontro strettamente istituzionale, con contestatori (in verità meno di quelli che ci aspettava considerando la portata e la gravità delle questioni sul tappeto) e giornalisti fuori dalla porta, correndo poi verso la Fiera del Levante con due promesse e un in bocca a lupo: “non vi abbandono, tornerò entro Natale”, “mi spiace non aver incontrato la pediatra, l’abbiamo chiamata ma era a 45 minuti da qui, sarà mi a cura telefonarle”, “faccio i miei auguri al candidato del centrosinistra alla Provincia Lopane…” con buona pace per le “larghe intese” sponsorizzate dalla maggioranza del Pd (un bel massetto questo lanciato nelle acque perennemente agitate del Partito Democratico).
“Le novità sono quelle che avete visto in queste ore visto che si è finalmente sbloccato il tema dello stipendio- ha detto Renzi ai giornalisti a riunione terminata- ma che sta dentro il prestito ponte quindi dentro un’operazione che per definizione è transitoria. Per noi Ilva non è questione di Taranto, per noi Ilva è questione nazionale , è una dimostrazione che in Italia si può fare impresa è investimento produttivo rispettando la salute e questa è dunque la priorità assoluta, la scommessa dell’Ilva è la scommessa di questo governo ma è la scommessa più in generale di tutti gli impianti indistriali.”
“ E’ evidente- ha proseguito il presidente del Consiglio- che a Taranto la tensione nei confronti del Governo è stata molto forte nel corso degli anni non so da quant’è che non veniva un presidente del consiglio qua.. Io però penso e credo che quando vieni a una Fiera del Levante a parlare di futuro dell’Italia, di futuro del Mezzogiorno e di futuro della Puglia fare un passaggio a Taranto fosse il minimo, fosse doveroso
sarei stato un vigliacco a non essere qua oggi. La prossima volta che verrò a Taranto sarà entro Natale torneremo qui a fare il punto della situazione e evidente che ci sono tante questioni aperte a 360 gradi. La grande richiesta, la disponibilità e l’ interesse dimostrato fino ad oggi da alcuni imprenditori è segno evidente che questa partita, la partita di Ilva, è una partita che appartiene al futuro e non solo al passato”.
Mentre il premier parla con i giornalisti, per strada i contestatori fanno sentire la loro voce.
“Dalla finestra della Prefettura si è visto uno scorcio di questa città- ha commentato Renzi- e io credo che questa città meriti di essere raccontata per come è e non soltanto per come è stata definita negli ultimi anni per le tragiche vicende che dobbiamo affrontare, abbiamo affrontato e stiamo risolvendo. Taranto è una città profondamente italiana noi la dobbiamo far diventare una città nella quale si possa respirare in modo diverso, dove si possa respirare il futuro e non soltanto avere la sensazione di difficoltà che conosciamo”.
Sollecitato sul progetto “Tempa Rossa” e sulla richiesta di incontro dei pediatri risponde laconicamente
“Sono argomenti che suscitano grande dibattito nella popolazione, argomenti su cui c’è anche un elemento di tensione slegato dalla reale portata dei problemi, ma li affronteremo nel corso degli incontri che già ci sono. Il sindaco ha sottolineato l’importanza del tavolo per Taranto. Affronteremo tutte le questioni che riguardano i profili tarantini di Tempa rossa. Più in generale sul tema dei no e dei sì allo sviluppo credo che tutti voi non vogliate rovinare il mio intervento alla Fiera del Levante… mi dispiace di non aver incontrato la pediatra, l’abbiamo chiamata ma adesso sta a 45 minuti da qui, le telefonerò, questo è stato un incontro istituzionale”.