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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Lo scalo aereo di Grottaglie  funzionale anche ai collegamenti con la vicina Basilicata: un dato di fatto che con l'elezione di Matera a Capitale europea della Cultura acquista ancora maggiore peso e valore. Ed è proprio su questo che concentra la propria attenzione la consigliera regionale del Pd Annarita Lemma nella nota che di seguito pubblichiamo.

Il mercato, ovvero la possibilità che domanda e offerta possano garantire fattibilità e continuità al servizio, ha sempre rappresentato il punto di rottura tra l'esigenza di uno scalo ionico e la consistenza della proposta da allestire.
E' indubbio, però, che l'aeroporto Arlotta sia attrezzato da qualsiasi punto di vista, a cominciare dalla grande potenzialità infrastrutturale (la lunghezza della pista parla da sé, ad esempio) anche al di là  di quanto prevedesse nel 2004 il piano regionale dei Trasporti.
Ma se di opportunità di mercato si continua a dibattere, allora è su questo  che occorre soffermarsi, oggi, prendendo atto di una reale possibilità che si va spalancando a pochi chilometri dalla provincia ionica. Mi riferisco, naturalmente, agli spazi aperti dalla recente affermazione di Matera quale Capitale Europea della Cultura per il 2019. 
Un riconoscimento alla Città dei Sassi che spalanca - ripeto-  scenari nuovi anche per Taranto, capoluogo pugliese confinante con la Lucania e ben collegato lungo la costa ionica e, perché no, seguendo l'antico percorso dell'Appia che attraversa alcuni centri della provincia occidentale di Taranto.
Chi atterra in Puglia, insomma, passerà dalla terra ionica per raggiungere i Sassi.
Arlotta scalo aereo di Matera 2019, dunque. Un mercato appetibile per i vettori che mostreranno interesse, una concreta possibilità di potenziamento dell'offerta trasportistica che farebbe dell'Arlotta il terminale ideale per l'indotto che l'affermazione della città lucana inevitabilmente metterà in moto già dal 2015.
Bisogna farsi trovare pronti, certo.  Al mercato dei voli, però, l'onere di crederci sino in fondo. La possibilità è reale e va colta in pieno”

 

Ance Taranto ha preso parte al recente convegno celebrativo dei cento anni di ricerca sul mare del Talassografico "Attilio Cerruti" di Taranto.

di seguito pubblichiamo una riflessione del Presidente Antonio Marinaro

 

 

 

 

Con grande convinzione Ance Taranto ha preso parte al recente convegno celebrativo dei cento anni di ricerca sul mare del  Talassografico "Attilio Cerruti" di Taranto.

 

Il convegno del 17 ottobre infatti è stato, nelle intenzioni degli organizzatori, un'occasione per presentare con orgoglio una istituzione scientifica del territorio, con una storia centenaria che sta a dimostrare tutto il valore e l’importanza della ricerca per il progresso della nostra comunità.

 

Il Talassografico, realtà nazionale e unità operativa dell'istituto per l'ambiente marino costiero del CNR, ha saputo in questi anni costruire e consolidare conoscenze e sapere scientifico soprattutto sul Mar Piccolo, il nostro mare interno che rappresenta, per gli indispensabili lavori di bonifica e recupero, un vero e proprio laboratorio vivente in grado esaltare il nuovo rapporto tra Taranto e i suoi mari.

 

ANCE Taranto da tempo è impegnata nella riproposizione a tutti i livelli del dibattito di una visione complessiva del territorio che possa concentrare la sua attenzione sulla risorsa mare. Con i due seni del mar Piccolo, con la grande rada di mar grande e, infine, con la costa ionica e quella salentina lo sviluppo urbanistico della nostra città fa perno sulla risorsa mare. Basta pensare alle potenzialità della nostra città vecchia, vera e propria isola che esprime al meglio le due grandi sfide che dovremo, come comunità, raccogliere e vincere: la bonifica e il recupero del Mar Piccolo, la valorizzazione sostenibile della risorsa mare attraverso un rilancio delle produzioni e delle attività economiche legate al mare.

 

Per ricomporre quella che negli anni passati è stata una vera e propria frattura, occorre ripartire dalla riscoperta di una identità della nostra città indissolubilmente centrata sul mare, specialità territoriale sulla quale costruire un solido disegno di rilancio urbano.

 

Oggi Taranto ha la necessità inderogabile di puntare sulle potenzialità e professionalità locali. Se il mare è davvero perno strategico del nostro sviluppo, la ricerca scientifica rappresentata da strutture come l'Istituto Talassografico Cerruti è presidio insostituibile di innovazione e nello stesso tempo interlocutore naturale per tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali nelle decisioni operative che riguardano i nostri mari.

In una nota diffusa agli organi di stampa, la responsabile della Comunicazione del "Progetto nazionale Il Museo del Pellegrino d'Arte, Puglia" Laura de Cataldo fa sapere che nei giorni 12-13-14 novembre 2014 si terrà  la selezione degli artisti pugliesi visivi e performativi per scegliere 36 artisti che parteciperanno al  e che percepiranno un onorario di 1000 euro.

Per conoscere il Progetto visionate il blog http://selezioneartistipugliesi.blogspot.it

Le selezioni saranno tenute dal Direttore delle Biennali di New York e Dubai, Pietro Franesi, presso il Palace Hotel di Bari.

Gli interessati sono pregati di inviare un messaggio di adesione a  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  così da poter comunicare a ciascuno dei candidati la data e l'orario dell'incontro.

http://ilmuseodelpellegrinodarte.blogspot.it

Pubblichiamo di seguito un articolato intervento di Legambiente Taranto sull'Ilva

 

 

Ilva: ha avuto finalmente inizio  il processo per disastro ambientalle. Legambiente nazionale e Legambiente Puglia si sono costituiti quale parte civile, in difesa del popolo inquinato. Ma se il passato va a processo per Legambiente rimangono irrisolti i gravi problemi di inquinamento del più grande impianto siderurgico d'Europa e resta poco tempo per dare risposte esaustive alla richiesta di un futuro sostenibile. 

«L'Ilva di Taranto sembra essere sull'orlo del baratro, considerata l'incertezza sulle decisioni che assumerà la magistratura milanese sulla richiesta di utilizzare i fondi sequestrati alla famiglia Riva per realizzare i lavori previsti dall'AIA e la procedura d'infrazione aperta dallaCommissione europea nei confronti dell'Italia per le violazioni ambientali dell'Ilva. 
Non è un caso se, in una situazione tendenzialmente di stallo, rispetto a quelli che sono gli adempimenti previsti dalle prescrizioni dell'AIA, si torni ad adombrare l'ipotesi sia di un nuovo intervento della magistratura sia di un nuovo decreto (l'ennesimo) del governo. 
È indispensabile un'accelerazione che dia risposte sui futuri assetti proprietari e sulle risorse finanziarie».

È questo il commento di Stefano Ciafani, Francesco Tarantini e Lunetta Franco, rispettivamente Vice Presidente nazionale di Legambiente, Presidente di Legambiente Puglia e Presidente del Circolo Legambiente di Taranto dopo lacostituzione di parte civile di Legambiente nel processo per disastro ambientale Ilva, l'esito interlocutorio della richiesta avanzata dal Commissario Ilva di utilizzo dei fondi sequestrati alla famiglia Riva e all'indomani delle nuove osservazioni rivolte all'Italia dalla Commissione europea.

La Commissione aveva già inviato all'Italia due lettere di costituzione in mora, nel settembre 2013 e nell'aprile 2014, con le quali invitava le autorità italiane ad adottare misure per assicurare che l'esercizio dell'impianto Ilva venisse messo in conformità con la direttiva sulle emissioni industriali e con altre norme UE in vigore in materia ambientale. Sebbene alcune carenze siano state risolte, sussistono ancora diverse violazioni della direttiva sulle emissioni industriali e carenze, quali l'inosservanza delle condizioni stabilite nelle autorizzazioni, l'inadeguata gestione dei sottoprodotti e dei rifiuti e protezione e monitoraggio insufficienti del suolo e delle acque sotterranee. La maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell'acciaio. Ai sensi della direttiva sulle emissioni industriali, le attività industriali ad alto potenziale inquinante devono essere munite di autorizzazione. L'Ilva ha un'autorizzazione per svolgere le sue attività ma non ne rispetta le prescrizioni in numerosi settori. Di conseguenza, l'impianto sprigiona dense nubi di particolato e di polveri industriali, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute della popolazione locale e per l'ambiente circostante.

«Passano i mesi ma le "manifestazioni di interesse" non si tramutano in proposte concrete e sulle effettive intenzioni di Arcelor Mittal, visti i precedenti in Europa, pesano gravi interrogativi.
I lavori per l'AIA appaiono fermi e del passaggio al metano previsto dall'ex commissario Bondi e dall'ex sub commissario Edo Ronchi si sono perse persino le tracce. Per fortuna la produzione è fortemente ridotta e, grazie a questo, le emissioni rilevate da ARPA Puglia appaiono nei limiti. A ciò - continuano CiafaniTarantini e Franco - si aggiungono i piccoli e grandi incidenti che nel frattempo si sono verificati all'interno dello stabilimento, i qualiaggravano gli interrogativi sulle già precarie condizioni dell'Ilva in termini ambientali e di sicurezza. La Commissione ha concesso all'Italia due mesi per rispondere: noi riteniamo che, a fronte dei ritardi accumulati, solo dando pieni poteri e risorse certe e adeguate ad un Commissario "ambientale" si potranno cambiare le sorti di un territorio costretto a vivere in una situazione, al momento, senza via d'uscita. 
Lo ribadiamo: o si risana lo stabilimento o si chiude. Non ci sono alternative».

 Il prof.Assennato ha risposto all'invito lanciato dal Giornale di Taranto confidandoci di aver manifestato più volte alle istituzioni e in particolare al sindaco di Taranto Ippazio Stefàno la propria disponibilità a venire a Taranto per confrontarsi con la città. Il confronto ci sarà, giovedì 23 ottobre a partire dalle ore 16.30. Appuntamento, quindi, con il dibattito pubblico "L'Aria che tira" nella sala conferenze della Biblioteca comunale piazzale Bestat. I lavori saranno moderati dal giornalista Michele Tursi.

Di seguito pubblichiamo l'artico con cui, il 23 settembre scorso, invitavamo il prof.Assennato a venire a Taranto per un incontro pubblico. 

 

 

Leggiamo che Arpa Puglia ha organizzato un incontro pubblico a Brindisi per parlare della centrale a carbone e presentare i risultati di una serie di studi con particolare riferimento alla valutazione del danno sanitario.  Un incontro pubblico è sempre una positiva occasione di confronto, un modo per ascoltare più voci partendo sempre, come è giusto e legittimo che l’Arpa faccia, da una base scientifica e documentata.

Allora, perché non provare a fare altrettanto anche a Taranto?  Perché, prof.Assennato, non proviamo a fare qui, nella città dell’Ilva, dell’Eni, della Cementir, del Progetto Tempa Rossa, un dibattito pubblico, partendo dai dati, dai numeri, documentati  negli studi, nelle perizie, nelle relazioni?

E’ chiaro che la cosa va organizzata perché le questioni aperte sono tante e sarebbe folle pensare di poterle affrontare tutte in un unico momento. Si potrebbe perciò pianificare una serie di incontri pubblici, ognuno con un tema specifico. 

Negli ultimi mesi c’è stato un susseguirsi di brutte notizie che hanno confermato l’inaudita gravità della situazione: il serissimo allarme lanciato dai pediatri che hanno denunciato percentuali di mortalità e patologie infantili  in crescita,  lo Studio Sentieri che definisce  Taranto area fortemente contaminata  sollecitando  interventi  immediati per  ridurre le emissioni inquinanti e adeguare l’offerta sanitaria,  le segnalazioni del presidente di Peacelink Alessandro Marescotti  rispetto alla concentrazione di IPA fuori norma,  le complesse perizie tecnico-scientifiche (e non solo) che hanno fatto scattare un’inchiesta chiamata ambiente svenduto in cui tra i reati ipotizzati c’è  quello di disastro ambientale. Di fronte a tutto questo, Taranto,  città sofferente e molto, molto arrabbiata, chiede che anche qui l’Agenzia regionale per l’Ambiente organizzi incontri pubblici, con relatori d’eccellenza, senza derive emotive, basati sulle analisi, sui numeri,  sulle statistiche.

 E’ passato troppo tempo dall’ultimo convegno e i recenti ping pong su stampa e social-network hanno contribuito solo ad accendere dubbi e incertezze.

Luisa Campatelli

 

Dopo lunghi giorni di ansie e attese, la scelta è stata fatta.

La città di Matera, la città dei Sassi, sarà la capitale europea della cultura 2019. il tanto atteso verdetto è arrivato.

Il presidente della giuria Steve Green ha comunicato l’esito della votazione, che si è conclusa con sette voti su 13 a favore di Matera, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.

Insieme a Matera erano candidate altre cinque città italiane: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena.

“Esprimo grandissima soddisfazione –ha detto il Sindaco di Ginosa, il dott. Vito De Palma- per la scelta di Matera Capitale europea della cultura 2019. Quello di Matera 2019 è un progetto di sviluppo culturale ed economico per tutto il meridione d’Italia intrapreso dalla città di Matera al quale l’Amministrazione comunale di Ginosa da subito ha creduto. La nomina di Matera darà giusto risalto a tutta l’Italia ed in particolare al nostro amato territorio. Sono certo che anche la città di Lecce, altra prestigiosa candidatura del Sud Italia, con le sue eccellenze storiche, culturali ed enogastronomiche continuerà ad essere da esempio in materia di governance del territorio e di sviluppo del sud Italia.”

Con un proprio atto di giunta n. 279/2013 l’Amministrazione Comunale di Ginosa espresse in maniera chiara il proprio sostegno alla candidatura di Matera.

“Le ragioni del sostegno dell’Amministrazione Comunale di Ginosa a Matera 2019 –ha proseguito il Sindaco De Palma- risiedono non solo nella vicinanza territoriale delle due comunità, ma anche in fortissimi elementi di affinità artistiche, ambientali, culturali e turistiche che legano le due comunità. Il riferimento è alla Gravina di Ginosa, che rappresenta la naturale prosecuzione dei Sassi di Matera, per la quale il Comune di Ginosa aveva intrapreso il lungo cammino di inserimento, in estensione al sito dei Sassi di Matera, nell’elenco dei siti Unesco. Oggi questo cammino ritengo possa riprendere, dopo la battuta d’arresto causata dal crollo di via Matrice proprio nella gravina di Ginosa, anche sulla scorta di tale importante risultato per la città di Matera.”

“Infatti è di questi giorni –ha continuato il Sindaco De Palma- un altro importante risultato per la comunità ginosina  nell’ambito delle attività poste in essere dall’Amministrazione Comunale per fare ripartire Ginosa dopo l’alluvione di ottobre 2013 ed il crollo di gennaio 2014: l’approvazione del progetto preliminare per la rimozione delle macerie ed il ripristino di via Matrice, affidato alla società Sea Consulting. Questo risultato dell’Amministrazione comunale, insieme alla nomina di Matera a Capitale europea della Cultura 2019, rappresenta un momento di svolta fondamentale per la comunità ginosina che tutti insieme dobbiamo saper cogliere nell’interesse superiore dei cittadini.”

“L’Amministrazione comunale di Ginosa –ha concluso il Sindaco De Palma- dopo avere contribuito al successo di Matera 2019 continuerà nella sua attività di promozione del territorio e di adozione di iniziative per la crescita economica, culturale e sociale del territorio.  A tal fine il Comune di Ginosa parteciperà con un proprio stand all’Expo 2015 che si terrà a Milano. In quella occasione verranno presentati il nostro territorio e le sue bellezze ed i prodotti enogastronomici tipici del territorio con l’obiettivo di attrarre investitori e aumentare il numero dei turisti.”

 

 "Lunedì andrò a Roma dal premier Renzi per sollecitare lo sblocco della questione porto e la convocazione del tavolo 
interistituzionale". E' quanto ha dichiarato il sen.Dario Stefàno, candidato alle primarie del centrosinistra per le prossime elezini regionali, durante un incontro con i lavoratori della TCT. Questi ultimi hanno mostrato grande interesse e apprezzamento nei confronti dell'impegno assunto da parlamentare.

Mercoledì prossimo, 22 ottobre, alle ore 18, in piazza Milite Ignoto a San Marzano di San Giuseppe si terrà un’iniziativa pubblica con il candidato alle primarie del centrosinistra Michele Emiliano, alla presenza di numerosi amministratori di Terra Ionica.

L'incontro si propone l’obiettivo di favorire il confronto diretto dei cittadini e una folta rappresentanza di esponenti politici con Michele Emiliano, già accreditato da molti osservatori come il prossimo governatore di Puglia.

Sarà un confronto a tutto campo perché saranno affrontati tutti i temi sensibili per la nostra provincia: dalla questione ambientale alla sanità, dall’emergenza occupazionale alla politica dei trasporti, dalla promozione turistica alla pianificazione territoriale. Tra gli altri, hanno già aderito Gianfranco Lopane, Emanuele Micelli, Gloria Saracino, Enzo Giannico, Giuseppe Fontana, Nunzia Convertini, Emanuele Di Todaro, Mariateresa Alfonso, Teresita Galeota, Rocco Ressa, Danilo Chiego, Angelo Prontera, Ciro pasquale, Federica Simili, Francesco Donatelli, Stefano Coletta, Piero Cifone, Toni Gallitelli, Costanzo Carrieri, Luciano De Gregorio, Antonio Campanella, Aldo Palmieri, Antonio Lecce.

Per Giampiero Mancarelli, vicesegretario provinciale del Pd di Terra Ionica e tra i promotori dell’iniziativa insieme al circolo Pd di San Marzano, “l'idea di diventare il sindaco di Puglia, come ama dire di sé Michele Emiliano, si realizza se si è umili e dunque capaci di rappresentare adeguatamente le istanze sociali che esprimono i diversi territori, in questo caso la Terra Ionica. Michele questo lo sta già facendo e di questo lo ringraziamo. Siamo convinti che con lui presidente della Regione, la nostra comunità sarà maggiormente valorizzata e potrà finalmente fare quel salto di qualità di cui si avverte un gran bisogno”.

A coordinare gli interventi sarà il giornalista Sergio Pargoletti. 

Pubblichiamo di seguito una riflessione dell'arcivescovo di Taranto, mons.santoro, sul fratricidio aavvenuto a Monteparano

«I fatti di Monteparano mi hanno portato immediatamente a quelle righe dolorose del libro della Genesi, quando Caino alza il braccio verso suo fratello Abele (cfr. Gen 4). Dio chiede al fratricida ragione di quel sangue che “grida dalla terra”. Sempre il Creatore, però, si fa garante delle sorti di Caino: “nessuno lo tocchi”, perché la violenza e la vendetta non liberano l’uomo dall’odio e da altro sangue. 

Vorrei rendermi prossimo a questa famiglia letteralmente devastata, così come prego per tutta la comunità di Monteparano che è sconvolta. Chiedo a tutti, in silenzio, di guardare al Crocifisso, dove un morto innocente pende dal legno; è il Figlio di Dio, nostro fratello, ucciso per i nostri peccati e per tutto quello che di irrazionale, di illogico e di misterioso c’è nel male e nel cuore degli uomini. Sempre da lì, il Cristo irradia a tutti una vita nuova attraverso la sua misericordia che guarisce e redime.

Al figlio andato via, la nostra preghiera perché il Signore lo accolga, al figlio che rimane, poco più di un ragazzino, vorrei mettere la mia mano sulla spalla perché si renda conto della gravità del suo atto, si ravveda, cambi, si lasci recuperare, ma non cada nella disperazione e nell’abbandono.

Ancora una volta abbiamo un indice di solitudine, di smarrimento, di scarso senso del valore della vita  nei nostri giovani.  Ancora una volta la società civile e religiosa è chiamata in causa su quella che appare in tutta la sua drammaticità l’emergenza educativa.

Il Cristo morto e risorto non si allontani da noi e ci protegga».

+ don Filippo, Arcivescovo   

Mentre si rincorrono voci che parlano nuovamente che le prenotazioni per il porto di Taranto sono bloccate sia in entrata che in uscita e che la nave shuttle bus per il Pireo avrebbe un contratto in scadenza a ottobre, contrariamente all'accordo sottoscitto in Prefettura,  è sempre più netta la frattura tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori della TCT. Questi ultimi, in una nota a firma di Emanuele Valentini, chiariscono la loro posizione.

"I lavoratori TCT con lo slogan "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" - scrive la nota- si sono incontrati ai cancelli dell'azienda per mostrare il dissenso più totale nei confronti delle organizzazioni sindacali che hanno inviato un documento in cui deleggittimano ogni forma di protesta o manifestazione fino alla fine del mese di ottobre, nonostante 2 giorni fa  le richieste dei lavoratori iscritti e non erano ben altre.


"IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE " chiedeva infatti di continuare con il presidio,di sollecitare la convocazione a Roma del tavolo interistituzionale (di cui non si è avuto alcun riscontro).
Richieste queste- prosegue la nota- legittime  e non oltraggiose ed offensive nei confronti di nessun "attore" di questa vicenda,
Contrariamente a quanto scritto nel citato documento che le organizzazioni sindacali hanno inviato al Questore e al Prefetto di Taranto che, queste sì, riteniamo offensive nei nostri confronti.
Questo dimostra la divergenza che vi è tra noi lavoratori TCT e le organizzazioni sindacali che, al contrario, dovrebbero garantire il sacro santo diritto a manifestare così come sancito dalla costituzione italiana.
I lavoratori in CIG Straordinaria per tali motivi sono furiosi perché non soltanto l'azienda non dà la possibilità di lavorare a tutti ma devono anche fare i conti con le organizzazioni sindacali. che evidentemente non riescono a cogliere la drammaticità di perdere un posto di lavoro. Non si può non citare i tre dipendenti che hanno fatto un gesto forte e sicuramente folle ma questo è senza dubbio frutto della disperazione e del senso di abbandono.
Quindi è incredibile ,sconcertante e deludente che i sindacati non riescano a capire una situazione così difficile. I tre ragazzi hanno tutta la nostra solidarietà e tanto per intenderci le conseguenze di quel gesto potevano essere altre e quindi non vanno assolutamente condannati ma bensì capiti. Parliamo poi delle organizzazioni sindacali che hanno RSU scaduti ormai da diverso anni ma questo è un'altra storia al momento meno importante.
Nelle prossime ore noi del comitato "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE" presenteremo a sua Eccellenza Il Prefetto un documento con delle firme con le quali andremo a spiegare il  perché noi intendiamo continuare il Sit-in in permanente in  autorità portuale. Perché purtroppo dobbiamo leggittimarci prendendoci le nostre responsabilità. Noi lo faremo pacificamente così come avviene dal 24 settembre .
Nel frattempo chiediamo a tutti le istituzioni ai vari livelli di fare pressione perché anche se in questi giorni c'è stata una bella notizia ovvero la sentenza del TAR che  accelera i lavori la stessa non è determinante. Ora la questione davvero imprescindibile è quella di capire le vere intenzione degli azionisti Hutchison ed Evergreen che controllano TCT , quindi preghiamo e rinnoviamo il nostro invito al Comune,Regione,Provincia, Prefetto ed Autorità portuale affinché sollecitino fortemente al più presto questo tavolo romano all'attenzione della Presidenza del Consiglio dove tutti dovrebbero fare quadrato per capire realmente e concretamente il nostro futuro occupazionale.
Nel frattempo- conclude la nota- oggi voci ci dicono nuovamente che il booking per Taranto è stato ancora una volta bloccato;in buona sostanza le prenotazioni per il porto di Taranto non ci sono né in entrata ne in uscita. Altre voci ci dicono che la nave shuttle bus per il Pireo ha un contratto in scadenza a fine ottobre al contrario dell'accordo sottoscritto in Prefettura da parte di Tct  che garantiva i cosiddetti traffici locali.
Per tutti questi motivi "IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE ".

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