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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

BREVI DI NERA

Taranto: Arrestato pusher a Tramontone.

I Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto hanno arrestato, per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, Alessandro SANTORO, 24enne del posto, già noto alle Forze dell’Ordine. Dopo aver notato un via vai di giovani salire e scendere dalle scale di un condominio dell’agglomerato di via Mediterraneo, i militari, in abiti civili, hanno deciso di entrare all’interno del palazzo e fare irruzione nell’appartamento sospetto. All’interno vi era il 24enne che, alla vista degli operanti, ha cercato di mantenere un atteggiamento freddo, fingendo di non essere preoccupato per la perquisizione che i militari stavano per eseguire. I Carabinieri, all’interno di un armadio della camera da letto, ben celati tra gli abiti, hanno rinvenuto un bilancino di precisione e 7 barattolini di nutella contenenti ciascuno 50 “cipollotti” di cocaina confezionati e pronti per la vendita, per un totale di 350 dosi del peso complessivo di gr. 70. Dichiarato in arresto, il Santoro è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, ove permarrà a disposizione del PM di turno dott.ssa Marina Mannu. La sostanza stupefacente è stata consegnata ai Carabinieri del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Taranto per gli accertamenti di rito.

PALAGIANELLO (TA): Arrestato 33enne responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali verso la sua ex consorte.

I militari del Comando Stazione Carabinieri di Palagianello (TA) hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 33enne del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia e danneggiamento.L’aggressore, durante la serata di mercoledì 06.05.2015 in Palagianello, dopo essersi presentato presso l’abitazione della sua ex consorte, ha posto in essere l’ennesima aggressione nei confronti della donna che, inerme ed atterrita, è stata costretta, suo malgrado, a subire le percosse dell’uomo che, con veemenza le ha sferrato calci e pugni.L’intervento di una pattuglia dei Carabinieri della Stazione locale, allertata dalla richiesta di aiuto pervenuta sul numero di emergenza “112”, è risultato provvidenziale.  I militari, dopo aver bloccato l’uomo, lo hanno tratto in arresto e, al termine delle formalità di rito, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria,  tradotto presso la Casa Circondariale di Taranto.  La vittima, soccorsa dal personale medico del servizio “118” intervenuto sul posto e trasportata presso l’Ospedale di Castellaneta, veniva dimessa con prognosi di gg. 15.

 


 

 

 

I militari del Comando Stazione Carabinieri di Palagianello (TA) hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 33enne del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia e danneggiamento.

L’aggressore, durante la serata di mercoledì 06.05.2015 in Palagianello, dopo essersi presentato presso l’abitazione della sua ex consorte, ha posto in essere l’ennesima aggressione nei confronti della donna che, inerme ed atterrita, è stata costretta, suo malgrado, a subire le percosse dell’uomo che, con veemenza le ha sferrato calci e pugni.

L’intervento di una pattuglia dei Carabinieri della Stazione locale, allertata dalla richiesta di aiuto pervenuta sul numero di emergenza “112”, è risultato provvidenziale.

I militari, dopo aver bloccato l’uomo, lo hanno tratto in arresto e, al termine delle formalità di rito, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria,  tradotto presso la Casa Circondariale di Taranto.

La vittima, soccorsa dal personale medico del servizio “118” intervenuto sul posto e trasportata presso l’Ospedale di Castellaneta, veniva dimessa con prognosi di gg. 15.


 

 

Ieri a Bari incontro con l’ARIF e il Commissario per la Xylella

 

Si è svolto a Bari, l’incontro tra i vertici della Provincia di Taranto, della società in house Isola Verde e il Commissario per l’emergenza Xylella, comandante Giuseppe Silletti. All’incontro era presente anche il direttore dell’ARIF (l’Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), Giuseppe Maria Taurino.

Stiamo sondando tutte le ipotesi percorribili per tentare di risolvere in una volta sola due emergenze che ci stanno particolarmente a cuore – ha detto l’Assessore Nardoni – perché mentre da un lato abbiamo bisogno di mettere al riparo tutto il nostro patrimonio olivicolo mettendo in sicurezza buona parte del territorio al confine con la provincia di Lecce, effettuando con celerità le pratiche agronomiche indispensabili che i Comuni non riescono a compiere in autonomia, dall’altro sappiamo che le professionalità espresse dai lavoratori di Isola Verde potrebbero assolvere a questo compito, guadagnando  giorni utili verso una soluzione più strutturata del problema che li riguarda. Oltre 200 famiglie a cui dare risposte di sostegno economico e prospettive occupazionali.

La società in house in attesa di un piano di rilancio e riordino spettante proprio all’azionista unico, ovvero la Provincia di Taranto, riceve così un segnale di disponibilità da parte della Regione e dell’Assessorato all’agricoltura.

Isola Verde – dice ancora Nardoni – ha bisogno di risposte celeri e purtroppo in attesa dei riscontri che potrebbero arrivare dalle progettualità che sarebbero state messe in campo, come Regione abbiamo inteso prodigarci per l’acquisizione da parte della società in house della Provincia di Taranto, di una commessa che potesse garantire l’immissione di nuove risorse utili a pagare gli stipendi di questi lavoratori.

Durante l’incontro è stata valutata l’ipotesi, pertanto, di affidare agli operai della società in house della Provincia di Taranto gli interventi necessari e urgenti, dopo aver valutato la regolarità burocratico-amministrativa dell’azione prevista.

Le parti si aggiorneranno nei prossimi giorni per definire gli atti consequenziali.


 

Problema Isola Verde: Riunione lunedì 4 maggio 2015 in Provincia a Taranto presenti il Presidente Martino Tamburrano e gli Assessori Regionali il tarantino Fabrizio Nardoni e Leo Caroli. Nei giorni successivi incontri il 6 maggio a Taranto fra il Presidente Martino Tamburrano, l’Assessore Fabrizio Nardoni e il Direttore Generale dell’ARIF Giuseppe Taurino e il 7 maggio a Bari fra Taurino, il Commissario Straordinario xylella Siletti e il Presidente di Isola Verde Quero. Al Centro degli incontri la situazione di crisi della società e le possibili soluzioni: una potrebbe essere quella avanzata dall’Assessore Nardoni  di affidamento delle attività di manutenzione finalizzate ad eliminare il diffondersi del problema xylella nelle campagne tarantine.

 

 

 

Ci siamo chiesti: cosa sta facendo questo rimorchiatore al largo del Mar Grande con gli spruzzatori antincendio a tutto gas? Domanda che giriamo per competenza alla Capitaneria di Porto e all’Autorità Portuale di Taranto.

Attenzione automobilisti tarantini. La foto è stata scattata in Piazza Carmine a Taranto alle ore 11.00 di una mattina degli inizi del mese di maggio 2015. Una maccchina in divieto di sosta con il blocca ruote.


 

Il  Presidente della Provincia Martino C. Tamburrano ha disposto la riunione del Consiglio  Provinciale, in  seduta ordinaria,  per  il giorno 16 maggio 2015, alle ore  9,00, in prima convocazione, e per il giorno 18 maggio 2015, alle ore  9,00, in seconda convocazione, per trattare il seguente:

ORDINE DEL GIORNO

  1. Rendiconto di gestione 2014. Approvazione schema, relazione e relativi allegati;
  2. Approvazione emblema del Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”;
  3. Affidamento in concessione del servizio di riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali e di quelle derivanti da violazioni amministrative e da violazioni al Cds – Gestione globale del ciclo sanzionatorio – Atto di indirizzo;
  4. Riconoscimento debito fuori bilancio art. 194 comma 1 lett. e del D. Lgs. 267/2000 – Ditta  “CINEFRA FRANCESCO”  – Carosino (TA);
  5. Riconoscimento debito fuori bilancio art. 194 comma 1 lett. e del D. Lgs. 267/2000 – Ditta  “AMPLISUD” – di Pierfrancesco Chyurlia - TARANTO 
  6. Riconoscimento debito fuori bilancio art. 194 comma 1 lett. e del D. Lgs. 267/2000 – Ditta  “Arte della Stampa Edmondo & Osvaldo Leggieri” di Taranto; 
  7. Mozione del Consigliere Capriulo su: “Progetto di valorizzazione culturale e turistica dell’Arsenale Militare Marittimo di Taranto (Legge n. 20 del 04/03/2015), musealizzazione, rapporto città ed aree dell’Arsenale – ATTO D’INDIRIZZO”

La seduta avrà luogo nell'aula consiliare, salone degli Stemmi, del Palazzo del Governo, sito in Taranto alla via Anfiteatro n. 4 - 1° piano.

      

                                                                                     

                                                                                               

 

 

 

Il problema non è solo a Taranto ma in tutta Italia.

 

Uno dei pochi lavori dove ancora un neo diplomato o laureato può sperare di inserirsi nel sistema produttivo nazionale è rappresentato dai call center, un termine generico che comprende un sistema complesso di attività e diversi gradi di professionalità.

Le innumerevoli aziende del settore che lavorano nel nostro paese, oltre a fare i conti con l’elevata tassazione nazionale, devono combattere quotidianamente con la concorrenza di altre nazioni limitrofe che, azzerando i diritti dei dipendenti, razionalizzano anche il costo del lavoro, decretando così la fine della “PROFESSIONALITA’ “con cui i nostri giovani s’impegnano quotidianamente per raggiungere risultati convincenti. E’ chiaro quindi che la competitività si basa esclusivamente sul “COSTO DEL LAVORO”

Purtroppo tutto questo spinge i grandi gestori ad affidare commesse “AL MASSIMO RIBASSO” quindi alla delocalizzazione delle attività nei predetti paesi. Note aziende italiane, esperte nella vendita a mezzo call center, esportano dall’ Italia il lavoro assumendo in altri stati, per ottenere maggiori ricavi derivanti dalla minore tassazione e/o dagli incentivi che quei paesi mettono a disposizione.

Aprire per traferire le offerte\commesse dei grandi gestori proprio in Romania, Tunisia, Albania ecc. e mettere per strada gli italiani che, con la loro professionalità hanno contribuito a rendere grandi le stesse aziende, significa danneggiare un sistema a scapito della qualità e della sicurezza.

In tutto questo il Governo, non solo sembra indifferente ma di fatto, siglando accordi extracomunitari, non fa che facilitare il disastro occupazionale in Italia.

E’ importante sapere che, l’ art. 24 bis del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83 convertito nella Legge 7 agosto 2012, n. 134 recante “Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell'occupazione nelle attività svolte da call center”,  “dispone che quando un cittadino effettua una chiamata ad un call center deve essere informato preliminarmente sul Paese estero in cui l'operatore con cui parla è fisicamente collocato e deve, al fine di poter essere garantito rispetto alla protezione dei suoi dati personali, poter scegliere che il servizio richiesto sia reso tramite un operatore collocato nel territorio nazionale”; purtroppo fino ad oggi tale disposizione non viene rispettata e grazie agli ultimi accordi sottoscritti dai compagni del sig. Renzi, la tutela dei dati  è stata ridimensionata.

In pratica, l’ultimo accordo sottoscritto fra l’Italia e il governo albanese permette l’utilizzo di dati dei cittadini italiani a fronte di un possibile nostro controllo.

Da un lato questo dovrebbe tutelare gli italiani, dall’altro condanna a morte l’occupazione nei nostri call center, alimentando l’emorragia dei posti di lavoro.

Un colpo di grazia perché come dicevamo prima, non prevede nessun margine di competizione in termini di mano d’opera e diritti dei lavoratori.

Il Governo ottuso non ancora soddisfatto si appresta a sottoscriverne un altro accordo anche con il Kosovo ed altri paesi.

Le commesse in taluni casi, sono affidate a grossi call center di proprietà di cittadini stranieri sbarcati sulle nostre coste all’epoca dei viaggi della speranza (oltre il danno la beffa).

Quel poco che resta ancora in piedi in Italia deve fare i conti, sempre grazie a questo Governo, con gli effetti provocati dal job acts, alcune note aziende del settore infatti, chiudono sedi al nord per crisi e assumono al sud, con nuovi contratti a tutele crescenti senza quell’ importante tutela prevista dall’art. 18.

Il bilancio occupazionale di tali operazioni è pari a zero ma crea grossi disagi sociali nelle aree abbandonate.

Questo modo di operare, trova la giusta collocazione in un quadro normativo che permette alle holding di creare, per ogni sede delle aziende, dando la possibilità di dichiarare crisi in una ed assumere nell’altra.

Oltre ai citati assist del Governo, si registrano inoltre casi assurdi, dove a delocalizzare in Albania e Slovenia è l’Aci Global, creata da ACI Ente Pubblico e non Economico, non curandosi che i dati degli utenti potrebbero cadere nelle mani di pirati informatici, con gravi rischi per la privacy.

Il Governo deve rendersi conto che il sistema di vendite ed assistenza telefonica, è negli interessi degli altri Stati, in quanto loro hanno capito che rappresenta un volano del commercio, talmente importante da permettere regimi di tassazione diversi e bassi costi del personale.

Disinteresse e superficialità nelle leggi infliggeranno un duro colpo alle prossime generazioni ed al nostro paese.

Diverse potrebbero essere le soluzioni per conservare e sviluppare questa

tipologia di lavoro in Italia come: il contenimento delle gare al massimo ribasso, la detassazione dei salari e delle imprese che nel loro insieme occupano centinaia di migliaia di giovani e meno giovani.  La sfida da affrontare deve essere ambiziosa anche se mentre scriviamo, il call center Teleperformance di Taranto (oltre 2000 lavoratori) intende chiudere o proporre in alternativa assunzioni a tutele crescenti, azzerando quelle garanzie preesistenti previste dal famigerato art 18.

 

                                                                                Flavio Ferrante


 

Dichiarazione del Segretario Generale Fim-Cisl Taranto Brindisi, Mimmo Panarelli. Meno spot, inappropriati, più incisività per coniugare e ambiente, salute e lavoro.

Il candidato presidente alla Regione Puglia, Michele Emiliano, dice di avere il coraggio di chiudere  l’Ilva, qualora non fosse ambientalizzata. Non vogliamo credere che per Emiliano l’Ilva non abbia alcun valore, in termini di sviluppo del territorio. Sicuramente il candidato presidente, preso dai ritmi serrati della campagna elettorale, avrà perso di vista l’impegno messo in campo dal Governo (che ha già reso spendibili le risorse economiche intercettate) e dai commissari per rendere la fabbrica ecocompatibile. L’accelerata di questi giorni dei lavori di rifacimento dell’Altoforno n.1 (in tal senso oggi l’azienda nell’incontro con le OO.SS. ha confermato la ripartenza di Afo1 e Acc1, per i primi di agosto, oltre ad aver confermato che entro il mese di luglio ci sarà l’80% del completamento dei lavori Aia così come previsto dall’ultimo decreto),    rappresenta il punto di partenza di una serie di interventi, nel rispetto di quanto previsto dall’Aia,  che dovranno essere realizzati.

Quello di Emiliano è un pensiero che  preoccupa la Fim-Cisl: un buon amministratore deve avere la capacità  di risolvere i problemi cercando di non penalizzare il cittadino.

La Fim-Cisl ribadisce che la strada maestra da seguire, per salvaguardare le migliaia di posti di lavoro e consentire alle aziende del territorio di rimettersi in marcia, è quella dell’ambientalizzazione: rispetto dell’Aia e copertura dei parchi minerali, cosa che la Fim-Cisl ha sempre sostenuto.

Taranto e la Puglia hanno bisogno di un governo della Regione lungimirante  e intraprendente, in grado anche di trasformare le emergenze attuali e future in opportunità. I cittadini e i lavoratori hanno bisogno di certezze che tutti insieme dobbiamo sostenere.


Il certificato Elite di Borsa italiana è il prossimo obiettivo di Zanzar Sistem spa, ha dichiarato Angelo L’angellotti
durante la cerimonia di apertura del programma 2015 a Palazzo Mezzanotte. Questa è la conferma di un percorso
iniziato alcuni anni fa che ha portato la società ad ottenere il prestigioso riconoscimeto dell’Oscar di bilancio 2014
per le PMI non quotate e che oggi ci vede impegnati in questa ulteriore sfida.
La Certificazione è una motivazione importante per continuare sulla strada dell’internazionalizzazione, dell’innovazione
tecnologica e della qualità che sono I capisaldi su cui si fonda il dna del nostro gruppo. La Zanzar Sistem è entrata
nel “programma Elite” composto da 26 nuove società italiane inserite nella piattaforma dedicata all’eccellenza delle
PMI di tutta Europa.
La Zanzar Sistem spa ha saputo costruire nel tempo un legame trasparente e duraturo con i propri clienti e fornitori,
legame che ha contribuito al raggiungimento di questi straordinari risultati.
La società opera sul mercato da oltre un ventennio e rappresenta un player strategico per tutte le realtà imprenditoriali
del settore e per tutti i clienti finali che adottano con soddisfazione i sistemi di zanzariere prodotti a Grottaglie (TA) e
presso gli altri siti del nord Italia.
Abbiamo sempre fatto attenzione nella realizzazione dei nostri progetti alla costruzione di un approccio sistemico
coniugando innovazione, sviluppo sostenibile del territorio, condivisione di conoscenze interdisciplinari e qualità
della vita.
E’ da un po’ che stiamo concentrando la nostra attenzione su numerosi progetti di sviluppo cogliendo importanti
opportunità anche su mercati difficili e fortemente competitivi.
Oggi, sentiamo l’esigenza di confrontarci direttamente con istituzioni, partners, clienti, fornitori e persone che, oltre
alla mera conoscenza dei nostri progetti per il futuro, possano costituire con noi ulteriore valore alle nostre iniziative.
Desideriamo ringraziare, con l’occasione, tutti gli stakeholder che hanno contribuito all’ottenimento di questi
prestigiosi risultati. Tutto ciò dimostra come aver posto al centro dell’attenzione la professionalità, la creatività e
la razionalità dell’agire ripaga l’impegno e gli sforzi quotidiani profusi, ha concluso Angelo L’Angellotti dal palco di
Palazzo Mezzanotte a Milano.

Assegno di disoccupazione più semplice: la guida

 

 

DI AMEDEO COTTINO

Tutte le regole relative ad ASpI e Mini ASpI in materia di oneri contributivi e agevolazioni in caso di assunzione di lavoratori che percepiscono l’assegno di disoccupazione valgono anche per la NASPI: lo rileva la circolare 9/2015 dei Consulenti del Lavoro sul Dlgs 22/2015, il decreto attuativo del Jobs Act sui nuovi ammortizzatori sociali. Non sembra invece applicabile, nel 2015, la norma prevista dalla Riforma del Lavoro Fornero sulla restituzione del contributo dell’1,4% alle imprese che trasformano contratti a termine in tempo indeterminato, in virtù del fatto che per quest’anno c’è l’esenzione contributiva per i contratti a tempo indeterminato (prevista dalla Legge di Stabilità).

La circolare dei Consulenti del Lavoro è un vero e proprio Vademecum per l’utilizzo dei nuovi ammortizzatori sociali, ovvero la NASpI (la nuova assicurazione sociale per l’impiego che sostituisce l’ASpI), l’ASDI (l’assegno di disoccupazione per lavoratori che hanno terminato la NASpI ma si trovano in condizione di bisogno), e la DIS-COLL(l’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi e a progetto).

NASpI

Le regole sulla NASpI sono contenute negli articoli da 1 a 14 del decreto. La nuova indennità è prevista dal primo maggio 2015, quindi si applica alle cessazioni dei rapporti di lavoro intervenute a partire dal 30 aprile 2015. E’ riconosciuta ai lavoratori dipendenti, compresi i contratti di apprendistato, ai soci lavoratori delle cooperative e al personale artistico con rapporto subordinato. Requisiti: stato di disoccupazione, 13 settimane di anzianità contributiva nei quattro anni precedenti (indipendentemente dalla retribuzione percepita, quindi senza applicare i minimali contributivi), 30 giornate di lavoro effettivo (anche sommando rapporti di lavoro diversi) nei 12 mesi precedenti. La NASpI è riconosciuta anche in caso di dimissioni, solo nel caso in cui queste avvengano durante il periodo tutelato dalla maternità (gravidanza e primo anno di vita del figlio) oppure per giusta causa motivata da mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali sul luogo di lavoro, modificazioni peggiorative delle mansioni, mobbing, variazione delle condizioni di lavoro in seguito a cessione d’azienda, spostamento ad altra sede in mancanza delle compravate ragioni tecniche previste per legge, comportamento ingiurioso del superiore gerarchico.

Nel caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, il lavoratore ha diritto all’ASpI se motivata da trasferimento ad altra sede distante più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore oppure raggiungibile in non meno di 80 minuti con i mezzi pubblici, oppure dalla procedura di conciliazione prevista dall’articolo 7 della legge 604/66 (sui licenziamenti individuali).

La domanda va presentata all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro (a pena di decadenza), e la prestazione decorre dal giorno successivo (ma non prima dell’ottavo giorno dal termine del rapporto di lavoro). Quindi, ad esempio, nel caso di interruzione del rapporto di lavoro il primo maggio e domanda presentata il 3 maggio, la decorrenza della prestazione sarà il 9 maggio (ottavo giorno dalla cessazione del rapporto). Se invece, sempre con licenziamento o dimissioni il primo maggio, la domanda viene presentata all’INPS il 10 maggio, la decorrenza della NASpI sarà l’11 maggio.

Attenzione: la legge prevede che non ha diritto alla NASpI il disoccupato che non partecipa alle iniziative di attivazione lavorativa e riqualificazione professionale dei centri per l’impiego. Si tratta, commentano i Consulenti del Lavoro, di condizioni «meno restrittive rispetto al precedente combinato ASpI-miniASpI».

Prima erano richiesti requisiti più rigidi, come le due annualità di anzianità assicurativa e le 13 settimane di accredito contributivo negli ultimi 12 mesi (e non sui quattro anni) per l’accesso alla miniASpI.

Altra cosa importante: l’articolo 8 del decreto 22/2015 rende strutturale la possibilità di anticipazione in un’unica soluzione che per l’ASpI era sperimentale fino al 2015, con le stesse regole (compresa la possibilità di ottenerlo anche se l’attività che si avvia produca un reddito superiore ai 4mila 800 euro annui.

Misura della prestazione

La base di calcolo è rappresentata dall’imponibile previdenziale degli ultimi quattro anni, diviso per le settimane di contribuzione e moltiplicato per 4,33. Se il risultato è sotto i 1195 euro (nel 2015), l’indennità mensile sarà pari al 75% della retribuzione di riferimento. Se invece la cifra  è più alta, si somma al 75% il 25% del differenziale fra retribuzione mensile e 1195 euro (fino a un massimale di 1300 euro, più alto dei 1169 euro che erano il massimale ASpI).

Esempio: un lavoratore che negli ultimi quattro anni ha guadagnato 40mila euro annui e ha un accredito contributivo di 110 settimane, ha una retribuzione mensile di riferimento pari a 1.571 euro (40mila diviso 110 moltiplicato per 4,33). Si tratta di una somma superiore a 1195 euro, quindi l’assegno sarà pari a 990 euro (il 75% di 1195 più il 25% della differenza fra 1571 e 1195).

Si ricorda che l’indennità subisce una riduzione del 3% al mese dal quarto mesedi fruizione (l’ASpI invece scendeva del 15% dopo i primi sei mesi e di un altro 15% dopo i primi 12 mesi). Il nuovo sistema risulta più conveniente nel caso di fruizione per un numero di mensilità inferiore, e invece più gravoso in presenza di una fruizione più duratura. Esempio: dal settimo mese la decurtazione NASpI è pari al 12%, l’ASpI invece era tagliata del 15%, quindi è più conveniente la nuova indennità. Apartire dal nono mese, invece, la NASpI diventa meno conveniente (passando al 18% dal 15% ASpI).

L’obiettivo è quello di incentivare comportamenti attivi durante il periodo di godimento dell’indennità di disoccupazione.

I contributi

E’ cambiato il calcolo della base imponibile della contribuzione figurativa. Bisogna prendere gli imponibili previdenziali degli ultimi quattro anni, diviso per le settimane accreditate e moltiplicato per 4,33. Il massimale è pari a 1,4 volte l’importo massimo mensile NASpI per il 2015, ossia 1.820 euro (1.300 x 1,4). Questa retribuzione figurativa non va presa in considerazione per il calcolo retributivo della pensione se il risultato è inferiore a quello che risulterebbe dalla mancata applicazione del massimale. Questo vale solo per la quota retributiva (non per il calcolo contributivo).

Durata della NASpI

L’assegno può essere percepito per due anni (la metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni). Dal 2017, non potrà superare le 78 settimane (un anno e sei mesi). L’ASpI era invece parametrata all’età anagrafica del lavoratore (12 mesi per gli under 55, 18 mesi per gli over 55). Secondo i calcoli dei Consulenti del Lavoro, in pratica chi ha un accredito contributivo superiore alle 24 mensilità avrà un beneficio in termini di durata della prestazione, mentre nel caso in cui gli accrediti siano inferiori la NASpI durerà meno rispetto alla vecchia ASpI.

La circolare ricorda infine tutti i casi di compatibilità e di cumulabilità della NASpI(che, ad esempio, decade nel caso di contratto subordinato superiore ai sei mesi con reddito annuo superiore a 8.145 euro.).

Assegno di disoccupazione ASDI

E’ una novità della Riforma ammortizzatori sociali, è in vigore anch’esso dal primo maggio e per il solo 2015, viene riconosciuto a chi, terminata la NASpI, non abbia ancora trovato lavoro e si trovi in situazione di difficoltà (valutata in base all’ISEE, su parametri da individuare con apposito decreto ministeriale). L’ASDI è pari al 75% dell’ultimo trattamento NASpI per un massimo di sei mensilità. Questo assegno di disoccupazione è prioritariamente riservato a lavoratori appartenenti a nuclei familiari con minorenni oppure in età vicino al pensionamento.

DIS-COLL

E’ riconosciuta ai collaboratori coordinati e continuativi e a progetto, iscritti alla gestione separata, non pensionati e privi di partita IVA, in sostituzione delle precedenti indennità previste dalla Riforma del Lavoro Fornero, per le interruzioni di rapporti di lavoro dal primo gennaio al 31 dicembre 2015. Requisiti: stato di disoccupazione, tre mesi di contribuzione nel periodo che va dal primo gennaio dell’anno solare precedente l’interruzione del rapporto al quest’ultimo evento, un mese di contribuzione nell’anno in cui si interrompe il rapporto oppure un contratto di collaborazione di durata pari ad almeno un mese con reddito pari alla metà dell’importo che dà diritto all’accredito di un mese di contribuzione (quindi 646,50 euro, la metà del minimale annuo 2014 di 15mila 516 euro).

I requisiti di accesso sono meno rigidi dei precedenti, in quanto non c’è più il paletto reddituale (20mila 220 euro), e non sono richiesti la monocommittenza e i due mesi di disoccupazione nell’anno precedente la domanda. L’importo della DIS-COLL è pari al 75% dell’imponibile previdenziale  dell’anno di cessazione e nell’anno solare precedente diviso per i mesi di contribuzione. Se però il reddito medio mensile, calcolato come appena descritto, supera 1.195 euro, al 75% si aggiunge il 25% del differenziale fra il reddito medio mensile e 1.195 euro. Anche qui, massimale a 1300 euro, e decurtazione del 3% al mese dopo il quarto mese. Non è prevista contribuzione figurativa.

Si tratta di un meccanismo completamente diverso da quello precedente (articolo 2 commi 51-56 legge 92/2012), che prevedeva un’indennità una tantum del 7% del minimale di reddito contributivo di artigiani e commercianti (per l’anno 2014 pari a 15.516 euro) moltiplicato per il minor numero tra le mensilità accreditate e quelle non coperte da contribuzione dell’anno precedente.

 (Fonte: circolare 9/2015 dei Consulenti del Lavoro).

DI ROBERTO DE GIORGI

 

 

 

La nostra pineta che dal Pino Solitario, che fu fagocitato dalla zona industriale, si estende fino a Metaponto, salvo insediamenti, fu inserita agli inizi anni  80 in una legge sulla valorizzazione degli itinerari turistici dell’allora ministro per il mezzogiorno Signorile.

 

Poi di questa legge con l’avvento delle Regioni e dei compiti ad esse demandati non si seppe nulla. Anche se oggi, il Ministro Franceschini torna a parlare di itinerari turistici, stavolta legati ai beni culturali Breve premessa per parlare dello stato di questa pineta. Il fatto è accaduto oggi, domenica 3 maggio, erano le 13,00, in zona Lido Verde, Marina di Ferrara frazione del comune di Massafra.

 

Siamo nel 2015, in una stagione arricchita dall’Expo universale che tratta anche dello spreco. Ma un presidio naturale cosi prezioso, che i turisti di tutto il mondo ci invidierebbero, che risponde alle premesse di cui sopra, per quale motivo deve essere lasciata in questo stato?

 

Per ovvi motivi di privacy, non essendo organi inquirenti, abbiamo solo fatto le foto ai rifiuti di bivacchi precedenti e non alle tavole già bandite di ogni ben di Dio, pronte alla gozzoviglie e ai rifiuti.

Ora ci chiediamo: per quale motivo in tali pinete frequentate da cittadini che fanno barbecue sotto pini resinosi e non sicurezza, non c’è nessuno controllo?

 

Perché sapendo che cittadini, forse anche massafresi, fanno pic nic sotto pini non ci sono contenitori per la raccolta dei rifiuti?

Al di là del fatto che buttare rifiuti nel demanio è reato penale, ma è davvero possibile abbandonare un ecosistema così prezioso in tale situazione?

Domande che rivolgiamo al Comune di Massafra e alla Forestale per i compiti loro preposti nella salvaguardia dei beni ambientali 

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