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Giornale di Taranto - Giornalista1

Lo sostiene il "Movimento di associazioni e cittadini per l’aeroporto" che comprende ma non giustifica lo stupore di tanti concittadini sui social, frutto di messaggi sbagliati provenienti da anni dagli organismi regionali. Non è il primo vip e non sarà l'ultimo - dice il Movimento - ad usare questa pista. I cittadini tarantini, invece, per volontà politica della Regione Puglia, restano a terra!  Ennesima dimostrazione che lo scalo jonico è perfettamente funzionante e i ripetuti comunicati stampa da parte di vari soggetti istituzionali, in merito ai lavori da eseguire, servono solo a perder tempo. Una "pezza a colori", come si usa dire dalle nostre parti. Non sarà certo l'allargamento, previsto da un paio d'anni ma non ancora effettuato, di una bretella e di un piazzale interni al sedime aeroportuale, quello che impedisce di attivare i voli passeggeri. 

L'aeroporto di Taranto è e resta CERTIFICATO e perfettamente in grado di cominciare a funzionare come TUTTI gli aeroporti del mondo. E per questo preciso motivo fu affidato da Enac ad Aeroporti di Puglia (ossia alla Regione, anomalia solo pugliese un organo politico che gestisce ben 4 scali; e la libera concorrenza?). Altro che "piattaforma industriale" come dichiarò l'ex a.u. di AdPAcierno, nel 2015. Un aeroporto lottizzato come una qualsiasi area industriale e assegnato al migliore offerente, dove compagnie estere si esercitano su nuovi modelli di aerei e si fanno scuole di pilotaggio per droni (gli abitanti intorno sono tranquilli?).Oppure serve a motivare la richiesta di lauti finanziamenti per voli aerospaziali? Così hanno ridotto il nostro aeroporto, un eccezionale volano di sviluppo se utilizzato come si deve.
È finito il tempo delle chiacchiere. È ora di smettere di prendere in giro le persone. Meglio che tacciano!

E‘ bella questa gioventu’ che sfila per le strade di tutto il mondo in difesa del pianeta . È il “Fridays for future” quello che ha il volto di Greta la 16enne svedese che punta l’indice contro la politica che dorme, dorme, dorme mentre gli scienziati continuano a lanciare inascoltati allarmi sui rischi del riscaldamento climatico.  La mobilitazione ha coinvolto anche Taranto e i suoi studenti che in tantissimi hanno invaso le strade del centro. Perché qui, la città dell’acciaio prodotto con il carbone (ancora...a dispetto della salute, della scienza, delle nuove tecnologie, della logica) la protesta dei giovani ha un senso ancora più profondo. Salvare il pianeta significa ridurre le emissioni che partono anche dalle ciminiere che svettano intorno alla città. Una città che oggi risplende in tutta la sua bellezza, “noi vogliamo restare qui!“ ripetono i manifestanti ai cronisti venuti a raccontare questo incredibile venerdì di quasi primavera dalle rive dello Ionio 

 

Per questi ragazzi la mobilitazione assume un doppio significato che potremmo tradurre così : “salvare Taranto per salvare il pianeta”. Il corteo che attraversa il Borgo è lunghissimo. Agli  studenti si affiancano i genitori dei bambini morti di cancro, gli ambientalisti e tutti coloro che si battono da anni per affermare la salvaguardia di diritti che troppo spesso hanno dovuto cedere il passo ad altro in una insopportabile contrapposizione tra salute e lavoro, produzione e ambiente. È venuto il momento di modificare l’ordine delle priorità. Gli strumenti ci sono. Ce lo chiede il pianeta, ce lo chiedono i ragazzi di tutto il mondo! 

“Siamo solo all'inizio, la nostra azione andrà avanti, nessuno ci fermerà”. Vincenzo Fornaro, Fulvia Gravame, Carla Luccarelli, Luciano Manna e Alessandro Marescotti non ci stanno a passare per quelli che “gonfiano” i dati sulle emissioni inquinanti per creare allarmismo e respingono con forza ogni tentativo di delegittimazione.

Sanno bene che trasformare la “vertenza Taranto” in una guerra dei numeri crea una contrapposizione che non porta da nessuna parte anzi, peggio, allontana dalla verità.  Ecco perché Il gruppo di ambientalisti continua instancabilmente ad acquisire elementi e a confrontarli. Ce ne sono di nuovi che non dicono nulla di buono.

“A Taranto - si legge nella nota di presentazione della conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Latagliata - Vi sono delle novità sulle deposizioni di diossina che vogliamo comunicare all'opinione pubblica.

Con un accesso ai dati del deposimetro della masseria Carmine (sita a 2 chilometri e 200 metri dall'impianto siderurgico di Taranto) si nota un incremento considerevole delle deposizioni di diossina negli ultimi mesi del 2018. Mancano attualmente i dati relativi alle analisi delle deposizioni di novembre e dicembre. Le analisi degli ultimi due mesi del 2018 non sono state ancora disponibili ma sono state ufficialmente richieste dal legale del consigliere comunale Vincenzo Fornaro. 

Questi sono i dati del deposimetro della masseria Carmine nel 2018:

 

 

1,33

pg/m2 die

gennaio

1,28

pg/m2 die

febbraio

1,14

pg/m2 die

marzo

1,42

pg/m2 die

aprile

1,58

pg/m2 die

maggio

4,2

pg/m2 die

giugno

10,68

pg/m2 die

luglio

8,49

pg/m2 die

agosto

13,17

pg/m2 die

settembre

27,3

pg/m2 die

ottobre 2018

7,059

PCDD-F + PCB DL (deposimetro)

 

Tali dati cumulano le diossine, i furani e i PCB dioxin like e ne quantificano la tossicità equivalente.

 

In Germania la media annua concessa per le deposizioni di diossine, furani  PCB DL nelle aree di pascolo è di 4 pg/m2 die. 

Il Comitato per il controllo dell’inquinamento nei Länder tedeschi ha fissato questo valore che è il valore raccomandato per la pianificazione e controllo dell’inquinamento dell’aria a lungo termine.

Questo valore di 4 pg/m2 die è stato ripreso in passato da Arpa Puglia che nel 2014 scriveva: 

“Nonostante l'assenza di normative specifiche, esistono valori di riferimento sviluppati sulla base della valutazione del rischio per la popolazione esposta o sull'analisi statistica dei valori osservati. In Germania è in uso una linea guida che indica un valore massimo tollerabile per la deposizione atmosferica pari a 4 pg WHO-TEQ/ m2 die (somma PCDD/F + DL-PCB) specifica per i siti di pascolo”.

Sono parole tratte dalla ricerca, presentata l'11 settembre 2014 al SIPAOC, dal titolo: 

"Impatto delle deposizioni atmosferiche totali di contaminanti organici persistenti in aree ad elevata densità industriale"

Autori: V. ESPOSITO, A. MAFFEI, V. ROSITO, R. GIUA, M. BLONDA, G. ASSENNATO,

 

Come si può notare - prosegue la nota -i dati delle deposizioni della masseria Carmine superano nettamente i valori tedeschi sopra citati.

Vogliamo andare avanti nella conoscenza dei dati e il prossimo passo sarà quello di acquisire in particolare i valori di diossina dei vari deposimetri all'interno dell'ILVA.”

 

 

 

 

 

 

C’è la questione dello smaltimento dei rifiuti e gli interessi ad essa collegati dietro le indagini che hanno portato all’operazione condotta questa mattina dalla Guardia di Finanza. Un’operazione denominata TRex  che ha portato all’esecuzione di sette misure cautelari (quattro in carcere, tre agli arresti domiciliari) eseguite nei confronti dell’ex presidente della Provincia Martino Tamburrano, del dirigente della Provincia Lorenzo Natile, dell’imprenditore di San Marzano di San Giuseppe Pasquale Lonoce, del procuratore speciale della società-gestore della discarica di Grottaglie Roberto Venuti. Arresti domiciliari per la figlia di Lonoce Rosalba, per l’ex presidente di Amiu Taranto Federico Cangialosi, e per l’ex dirigente Amiu Mimmo Natuzzi (presidente e membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani).

I provvedimenti sono stati firmati dal gip Vilma Gilli su richiesta dei pm Maurizio Carbone ed Enrico Bruschi.

Di seguito pubblichiamo la nota stampa diffusa dalla Guardia di Finanza per illustrare i particolari dell’inchiesta.

 

“Su disposizione della Procura della Repubblica di Taranto, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo Jonico hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del locale Tribunale, nei confronti dell’ex Presidente della Provincia di Taranto, di un Dirigente dello stesso Ente, del presidente e di un membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani di un comune della provincia di Taranto, di due imprenditori attivi nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, nonché del procuratore speciale di una società gestore di una discarica ubicata nel comune di Grottaglie. Delle 7 misure cautelari 4 prevedono la custodia in carcere, mentre le restanti 3, gli arresti domiciliari. I reati contestati sono, tra gli altri, quelli di corruzione, e turbata libertà degli incanti. L’operazione vede impegnati finanzieri nelle provincie di Taranto, Roma, Bari e Milano, per l’esecuzione dei provvedimenti e delle perquisizioni presso uffici pubblici e numerose sedi societarie. Le indagini riguardano, in particolare, l’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie – contrada Torre Caprarica richiesta dalla società che la gestisce. Il gruppo, costituito dall’ex presidente della Provincia, da un dirigente dello stesso Ente e da imprenditori operanti tra l’altro nel settore dello smaltimento e gestione rifiuti, ha tratto vantaggi in denaro e beni attraverso atti corruttivi che hanno consentito notevoli indebiti guadagni. Si è accertato, anche attraverso l’ausilio di attività tecniche, che la società proprietaria della discarica di Grottaglie – Contrada Torre Caprarica – aveva terminato la sua attività di raccolta in quanto il sito era ormai colmo, senza possibilità di poter conferire ulteriori RSU. Nell’agosto del 2017 la Provincia di Taranto, dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento. Il procuratore legale della società, sfruttando i buoni uffici di un imprenditore sammarzanese, ha iniziato a tessere stretti rapporti illeciti con il Presidente pro tempore della Provincia di Taranto, finalizzati a valutare nuovamente, la richiesta “rigettata” di rilascio dell’autorizzazione per il sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata. A fronte di tali accordi, l’ex Presidente della Provincia si è attivamente adoperato per nominare un nuovo comitato tecnico e un compiacente Dirigente del Settore Ambiente, figura fino ad allora ricoperta dal segretario provinciale. I pubblici ufficiali, a fronte di tale impegno contrario ai propri doveri, ricevevano denaro e altre utilità, tra queste ultime l’ex presidente della Provincia otteneva, tra le altre, contributi per finanziare la campagna elettorale della moglie alle ultime elezioni politiche per il Senato. L’accordo corruttivo era talmente esplicito che il ritardo nel completamento dell’iter amministrativo aveva generato le vibrate rimostranze del corruttore che lamentava, per ogni giorno di inattività un mancato guadagno costituito dai ricavi derivanti dal conferimento in discarica dei rifiuti. Le modalità di corresponsione delle dazioni illecite si sono rivelate particolarmente ingegnose e innovative e, per lo più, elaborate nel corso di incontri conviviali tra gli indagati. I fondi da destinare ai pubblici ufficiali infedeli venivano costituiti attraverso l’affidamento dei lavori di sanificazione della discarica alle società riconducibili all’imprenditore sammarzanese. I pagamenti per tali prestazioni, risultati sovrafatturati, erano in buona parte destinati a corrispondere il prezzo della corruzione. Il rappresentante legale della discarica, attraverso l’intermediazione del titolare di un autosalone, donava all’ex presidente della Provincia di Taranto, quale ulteriore compenso illecito, una autovettura di lusso del valore commerciale di circa 50 mila euro. La gestione degli affari illegali da parte dell’ex Presidente della Provincia di Taranto si è spinta fino all’affidamento diretto, all’imprenditore di San Marzano, di lavori per somma urgenza e necessità in occasione degli eventi di calamità naturale verificatisi nell’estate del 2018, facendo fruttare compensi per ulteriori 95 mila euro circa. Infine, è stato accertato che l’ex Presidente della Provincia si è prodigato per pilotare anche la gara di appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava, influendo sul giudizio tecnico di due professionisti corrotti, facenti parte della commissione di gara, permettendo di far vincere l’appalto allo stesso imprenditore amico, attraverso una delle sue imprese”.

I bambini si ammalano, le scuole chiudono, il diritto all’istruzione e alla salute è negato. Si è costretti - dice Caputo - il a scegliere tra lavoro e salute mentre il Governo italiano…”

 

 

A Taranto, nella città dei due mari, a sud dell’Italia,  la scorsa settimana si sono registrati incrementi delle emissioni di Idrocarburi Policiclici Aromatici del 105%. Chiedo alla Commissione europea di non lasciare sola questa città e la Regione Puglia sostenendo ogni proposta tecnicamente fondata volta alla sottoscrizione di un  accordo di Programma simile a quello sottoscritto con la  regione di Calais con il quale sono state impegnate risorse pari un miliardo di euro per favorire la low carbon economy della regione. – Lo ha dichiarato Nicola Caputo europarlamentare del PD gruppo S&D e membro della Commissione Ambiente a Strasburgo al Parlamento europeo nel corso del One Minute Speech - Con l’Accordo di Parigi e l'"Emission Trade System", - spiega Caputo - l’Unione europea ha indicato una rotta chiara volta alla riduzione delle emissioni climalteranti e nocive per la salute umana. 

Intanto – conclude l’eurodeputato nicola Caputo -  a Taranto i bambini muoiono, le scuole chiudono, il diritto all’istruzione e alla salute è negato e si è costretti a scegliere tra lavoro e ambiente e salute mentre il Governo italiano non segue l’attuazione dell’accordo Ilva, non dà attuazione al contratto Istituzionale di sviluppo, non presiede alla verifica dei dati ambientali ed occupazionali e non si attiva per utilizzare le risorse a disposizione dell’amministrazione straordinaria”.

 

 

 

Le biancoazzurre sono reduci da una striscia positiva di otto partite. Ora sono al quinto posto in classifica, con quattro punti di vantaggio su Turi. Il team manager Silvestri: “Siamo in ottima forma, ora non molliamo”. Intanto è arrivata l'affiliazione alla UYBA Volley Busto Arsizio

 

 

Se il campionato terminasse in questo momento, l'Argese Volley Crispiano avrebbe centrato la qualificazione ai playoff nel campionato di serie D di pallavolo femminile. La società crispianese attualmente occupa la quinta piazza in classifica, l'ultima utile per disputare la fase finale del torneo. Quattro i punti di vantaggio sull'inseguitrice Il Santissimo Turi, su cui proprio sabato scorso ha guadagnato altri tre punti, grazie alla convincente vittoria (3-1) contro la NVP Living Castellinaria Polignano e la contemporanea sconfitta interna delle turesi contro la BCC Locorotondo.

Un cammino quello delle crispianesi che sinora ha rispettato la tabella di marcia che la dirigenza si era prefissata a inizio stagione. Dopo un confortante avvio, le ragazze di coach Contento hanno solo avuto una flessione nella parte centrale del girone d'andata, con alcuni k.o. che potevano essere evitati: in modo particolare, c'è da recriminare per le sconfitte a Polignano a Mare e a Turi e per il tonfo interno contro Locorotondo. Ma, superati questi momenti di inevitabile incertezza per una rosa piuttosto giovane, le “farfalle” crispianesi hanno cominciato a volare, tanto che adesso sono otto i risultati utili consecutivi. Da sottolineare l'ottima prova di un paio di settimane fa contro la capolista Tecnova Gioia che è riuscita ad avere la meglio sulle biancoazzurre di Crispiano soltanto dopo un combattuto tie-break.

Al termine della regular season mancano ancora sette giornate, quindi guai ad abbassare la guardia, come sottolinea il team manager Antonio Silvestri: “Non possiamo mollare. In avvio di campionato abbiamo pagato un po' lo scotto dell'esordio in serie D e il fatto che le ragazze, tra di loro, non si conoscevano per niente. Poi ci si è messo anche qualche infortunio di troppo, ma ora tra le nostre giocatrici si nota un certo affiatamento e tutte hanno imparato a conoscere la categoria. Sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto fino ad ora. Speriamo di sfruttare ilmomento di ottima forma che stiamo vivendo per conquistare i playoff”.

Intanto con i risultati positivi sta crescendo anche il seguito per la Rainbow Volley Crispiano. Sempre più gente sta riempiendo la palestra “Giovanni XXIII” in occasione della gare interne: nel match contro la prima della classe si sono contate 150 presenze. E non è un dato da trascurare se si pensa anche alla scomodità dell'impianto crispianese.

E, a proposito di vicinanza alla squadra, Silvestri ci tiene a ricordare come “siamo sempre aperti ad accogliere sia nuove persone che avessero voglia di collaborare nelle tante attività della nostra associazione, sia nuove sponsorizzazioni che possano aiutarci ad affrontare i costi di gestione. Non dobbiamo mai smettere di ringraziare i diversi genitori volontari che ci danno una mano, soprattutto nelle trasferte”.

Una interessante novità arriva anche da fuori dal campo: da pochi giorni la Rainbow Volley Crispiano è ufficialmente affiliata alla UYBA Unet Yamamay Busto Arsizio, società di serie A1 femminile che annovera nel proprio palmarès uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e due Coppe CEV. L'affiliazione, oltre a essere una grande opportunità per la piccola realtà tarantina, permetterà di innalzare il livello di preparazione dello staff biancoazzurro, grazie alla collaborazione con tecnici e dirigenti professionisti. Il confronto con una realtà che ormai da anni si esprime ai massimi livelli in Italia e in Europa consentirà, inoltre, alla Rainbow Volley di garantire alle proprie giovani atlete una crescita tecnica ottimale. Si tratta di una delle pochissime realtà del sud Italia affiliate al sodalizio lombardo.

Le periferie di Taranto diventano protagoniste, attraverso gli scatti dell'artista tarantino Vito Leone, al "Festival fotografico europeo 2019 - L'immagine incontra il mondo, nelle stanze della fotografia", in programma in varie località della Lombardia, fino al 28 aprile prossimo. Il festival, alla sua ottava edizione, è ideato e curatodall’Afi-Archivio Fotografico Italiano, con sede CastellanzaAl castello di Masnago, a Varese, dal 23 marzo, sarà allestita la mostra fotografica “Periferie umane. Taranto, i paesaggi intorno alla fabbrica”, inserita nella rassegna"Abitare il paesaggio". La fotografia affronta il tema del paesaggio, tra passato e presente, suggerendo una riflessione sulle dinamiche sociali dettate dal contesto di vita e di lavoro. Ne deriva un mosaico di esperienze, che dalle periferie giungono agli insediamenti industriali, mettendo al centro il tema della bellezza, spesso negata dalle circostanze. Il festival, che si compone di oltre quaranta mostre, seminari ed altri eventi, è posto sotto l'alto patrocinio del Parlamento Europeo, con il patrocinio della Provincia di Varese, di vari comuni lombardi, del Festival Européen de la Photo de Nu di Arles e la collaborazione di altri enti, tra cui l’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese e l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. 

Nato e vissuto nel quartiere Tamburidi Taranto, Vito Leone è giornalista pubblicista e docente nella scuola secondaria di secondo grado. Nei suoi scatti, elabora il tentativo di conferire dignità alla periferia industriale, alle aree suburbane vicine allo stabilimento siderurgico. Le sue fotografie ritraggono i quartieri Tamburi, Paolo VI, Porta Napoli di Taranto, ma anche zone retroindustriali oggi abbandonate, 'archeologia urbana' dei decenni trascorsi, caratterizzati da una produzione massiccia e invasiva. L'occhio del fotografo, 'vicino' a questi ambienti, perché familiari, cerca di trasformare la brutalità degli stessi in bellezza. Al tempo stesso, la ricerca vuole essere un atto di denuncia della situazione ambientale e sociale della città ionica; un appello e una speranza, affinché la comunità non sia lasciata sola. 

È un lavoro fotografico che corre su una doppia traccia. La prima, oggettiva, è quella delle linee e delle forme, del 'senso geometrico' del paesaggio, caro alla minimal art; l'altra, soggettiva, è quella filtrata dall'occhio umano, che in quegli scorci vede, pur nella loro desolazione, umanità e dignità. Una pietas che permette di caricare di vita e di pathos immagini che, altrimenti, sarebbero fotografie di morte. 

Vito Leone ha partecipato a mostre, personali e collettive, in Italia e all'estero. E' stato finalista al Sony World Photography Awards nel 2017.La sua ricerca fotografica è iniziata dal minimalismo, per giungere, oggi, ad una dimensione più antropologica, di indagine sull’uomo e sul paesaggio,seguendo l'esempio di Gabriele Basilico, della Neotopografia e della scuola tedesca dei coniugi Becher. Si tratta di un tipo di fotografia apparentemente fredda, priva della presenza umana, di cui si percepisce solo il passaggio o il 'respiro'. Il risultato è uno studio comparato sulle forme geometriche, alla ricerca di una “grammatica” dello spazio. La funzione dell'atto fotografico diventa, dunque, riordinare il caos, svelare la bellezza dei luoghi marginali, capace di resistere alla violenza umana e rintracciare, nella sua forma, un nuovo ordine estetico ed ontologico, una coerenza sottesa alla vita, una speranza, un senso.

 

GENITORI TARANTINI E LIBERIAMO TARANTO CHIEDONO AL SINDACO CHE FINE HA FATTO LA PETIZIONE “CHIUDIAMOLA QUA!”

 

Ancora una giornata di protesta per i genitori del quartiere Tamburi.  Protestano quelli che hanno i bambini nelle due scuole di cui è stata disposta la chiusura temporanea Deledda e De Carolis, e quelli che hanno i bambini negli istituti vicini.  Le loro vite sono state stravolte da un provvedimento che desta perplessità e suscita interrogativi e paura tra gli abitanti del quartiere. Davanti al presidio istituito alla scuola Vico è un via vai di giornalisti, arriva anche la troupe di Propaganda la trasmissione che va in onda ogni venerdì sera su La7 condotta da Diego Bianchi che riprende, osserva, ascolta.  Poche certezze, molti dubbi, aria pesante.  C’è il maestrale che incombe e infatti domani è previsto il “Wind day”, finestre chiuse e tutti in casa. Sembra assurdo ma è così ... 

Intanto è di qualche ora fa la nota con cui le Associazioni Genitori tarantini  Ets e LiberiAmo Taranto - APS chiede al sindaco Rinaldo Melucci a cinque mesi di distanza chiede che fine abbia fatto la petizione “Chiudiamola qua!”

Ecco, di seguito, il testo della nota 

“In riferimento alla nota N. 11154 del 24/01/2019 della Direzione Affari Generali del Comune di Taranto in cui si comunicavano i tempi per la procedura di verifica dell’autenticità sul campione di 80 firme dei sottoscrittori della petizione in oggetto, l’associazioni Genitori tarantini Ets e LiberiAmo Taranto chiedono informazioni e aggiornamenti sullo stato dei lavori, essendo abbondantemente superati i termini previsti.

La petizione e’ stata depositata in data 19 ottobre e ci teniamo a ricordare che sono ormai trascorsi ben 5 mesi senza mai aver avuto la possibilità di un incontro né col primo cittadino né con l’assessore Viggiano, nonostante le nostre ripetute richieste.

Alla luce degli ultimi avvenimenti che riguardano anche l’incertezza sul significato dei dati sull’inquinamento, vorremmo ricordare che nella nostra petizione fornivamo all’Amministrazione comunale, in ​assenza di dati certi a garanzia della piena tutela della salute dei cittadini, alcuni spunti giuridici su cui incardinare eventuali azioni amministrative, a partire dall’applicazione del “​principio di precauzione​” enunciato all'art. 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, già introdotto dal trattato di Maastricht e poi ripreso dalla Costituzione europea art. III-233.

Nella Comunicazione n.1 Final della Commissione Europea COM 2000, si legge:

“​L’applicazione del principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le ​informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto.”

Nel frattempo, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, accogliendo con procedura d’urgenza il ricorso presentato da 182 cittadini di Taranto, ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato e per non tutelare ancora oggi il diritto alla vita privata e famigliare dell’individuo (art. 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo) e per aver negato il diritto a un ricorso effettivo in sede nazionale (art. 13, stesso testo), impedito, si legge nelle motivazioni, dalla serie di decreti legge a favore della produzione altamente inquinante dell’Ilva. L’art. 2 (“Diritto alla vita”) è stato accorpato all’art. 8, in questa sentenza che la Corte ha definito “pilota”.

La Corte di Strasburgo impone allo Stato italiano di porre rimedio alla pregressa ed alla attuale situazione nel più breve tempo possibile.

Di questa sentenza, molti si stanno avvalendo per portare avanti le proprie richieste; non ultimo, il giudice Benedetto Ruberto che ha inviato gli atti alla Consulta, sollevando dubbi di legittimità costituzionale sui diversi provvedimenti emessi dai Governi per salvare lo stabilimento siderurgico. Già nel 2012, il giudice Patrizia Todisco, forte delle perizie fornitele, individuò nell’area a caldo dell’Ilva la fonte principale della devastazione ambientale e dell’insopportabile numero di malattie e morti connesse all’inquinamento industriale, ordinando il sequestro senza facoltà d’uso della parte produttiva incriminata.

Lo studio S.E.N.T.I.E.R.I., corroborato in seguito dallo studio dell’equipe del dottor Forastiere, l’ordinanza del giudice Patrizia Todisco, la sentenza di condanna dello Stato italiano da parte della CEDU e la richiesta del giudice Ruberto dovrebbero essere elementi più che sufficienti ad allarmare gli Amministratori della città di Taranto.

Vorremmo ricordare che la Costituzione italiana garantisce a tutti un lavoro dignitoso, fatto in sicurezza, in salute e in un ambiente salubre, condizioni che lo stabilimento siderurgico di Taranto non può assolutamente assicurare, neppure dopo il completamento delle prescrizioni del Piano ambientale. Ciò predispone a pensare che il lavoro offerto da quell'azienda somigli più a schiavismo che ad un lavoro come garantito dalla Costituzione. In più, anche se l'iniziativa economica privata è libera, questa non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (art. 41 della Costituzione italiana).

Riteniamo vi siano sufficienti motivazioni a che si possano prendere decisioni, sì, coraggiose, ma in linea con quel senso di "giustizia" che si respira in ogni articolo della Costituzione italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo.

Un sindaco ed una Giunta attenti all'ambiente e alla salute dei propri concittadini saprebbero già cosa fare. E voi?

 

Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino!”

 

 

L'incontro tra  la ERREDI ASSIC. VOLLEY e  CML VESUVIO CIMITILE NA è iniziato con un minuto di raccoglimento per la scomparsa della giovane pallavolista Marisol Lavagna giocatrice del Potenza strappata all’affetto dei Suoi cari a causa di una malattia.

La compagine  Ionica ha da subito mostrato una predominanza tecnica nel gioco vincendo facile con un secco 3-0 in solo 67 minuti.

Un grande risultato che vede articolare i tre set i con una crescente positività da parte dei giocatori. La squadra tarantina, che gioca ormai con sicurezza ed entusiasmo, grazie anche all'affetto del pubblico, ha raggiunto una grande sintonia tecnica che le ha permesso di metter in campo azioni pulite, vincenti ed incisive. La buona competenza dei ruoli ha permesso di prendere le distanze da subito sull'8-2, a metà del primo set si conferma la superiorità dei nostri sul 16-5. Il primo momento di gioco si chiuderà con pochi spazi per gli ospiti campani e grande soddisfazione per il coach Gianni Narracci sul 25-7.

Il secondo set ripropone la formazione titolare (Parisi, Garofalo, Carofiglio, Roberti, Disabato Giosa e il libero Neri)  i delfini di Taranto fanno bene e la squadra avversaria guidata dal coach Luigi Calabrese non riesce a contenere gli innumerevoli attacchi e l'entusiasmo del Taranto, che vince in poco anche il secondo set, più equilibrato nella prima parte di gioco 16-15, ma senza storia nella seconda 21-15, per chiudersi poi con un meritatissimo 25-15.

Nel terzo set il coach Narracci, messo al sicuro il risultato, permette a tutta la rosa di scender in campo con le sostituzioni di : Conoci su Garofalo, Gasbarro su  Carofiglio   e Mingolla su Parisi. L'attenzione della squadra avversaria cala e la Erredi ne approfitta, in campo tutti fanno bene chiudendo il set, e la partita, sul 25-18.

Taranto porta a casa una vittoria importante che le permette di difendere un terzo posto di grande prestigio e velate speranze. Un risultato che consente alla Erredi Assicurazioni di prendere coscienza che la zona  play off è davvero ad un passo. Le prossime due partite saranno giocate fuori casa, la prima vedrà i Tarantini impegnati contro la Leo Shoes Casarano,  domenica 17 marzo, mentre il sabato successivo, 23 marzo, sarà la volta della seconda in classifica Snav Folgore Massa, due incontri importantissimi nei quali i nostri non dovranno regalare nulla.

Hanno arbitrato 

1.       Di Martino Giuseppe

2.       Iaia Salvatore

 

Erredi: Disabato6  Cofano0  Parisi1  Piscitelli4 Garofalo14 Carofiglio5 Roberti7 Mingolla0 Schifone0 Giosa 6 Gasbarro1  Nero0 Luzzi0 . All. Narracci

 

 

Cimitile: Gasparro7 Affinato0 De Palma7 Boccia3 Piccegna4 Polisciano1 D’ambrosio2 Panico10 De Rosa 2 Iannotta1. All. Calabrese

 

“Lei è avvocato?”

“Un po’.”

Siamo nella fase cruciale dell’incontro tra il sindaco Rinaldo Melucci e una rappresentanza dei cittadini  che stanno manifestando davanti a Palazzo di Città. In quel punto interrogativo  posto dal sindaco che rivela una certa ingenuità o forse un pregiudizio o una riserva mentale o è semplicemente un modo per misurare chi si ha di fronte c’è il senso di quello che sta accadendo in questi giorni a Taranto.  

L’interlocutore, che è l’avvocato Leonardo La Porta, risponde scherzosamente, sa bene che cosa nasconde quella domanda, probabilmente sfuggita al sindaco, involontariamente, ma fa finta di niente,  perché quello che gli interessa in questo momento non è fare polemica ma incassare un risultato. Importantissimo. 

Non è certo il caso di far presente che ( al di là del titolo di studio che è sempre utile) i cittadini che hanno una coscienza ambientale non sono come a qualcuno piacerebbe far credere improvvisatori privi di strumenti culturali, di competenze, di pragmatismo.  Ed ecco il senso di queste giornate cruciali che segnano una svolta perché mettono finalmente in luce l’esistenza di un fronte eterogeneo ma determinato che non spara a casaccio ma si pone obiettivi precisi che intende perseguire possibilmente anche attraverso il dialogo con le istituzioni, diventandone interlocutore e se c’è unità d’intenti, alleato.

Infatti l’incontro si conclude con la sottoscrizione di un documento comune, un documento che impegna le parti ad assumere iniziative chiare “fermo degli impianti” compreso.  Certo, di accordi e atti d’intesa ne abbiamo visti e letti tanti, sappiamo che a volte rappresentano un modo furbo per prendere tempo. Ma troviamo saggio che i movimenti e le associazioni mobilitate non lascino nulla di intentato. D’altronde se così non fosse, oggi non avremmo la sentenza della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo che accogliendo il ricorso presentato da 182 persone( primo firmatario Francesco Corbella, tra le promotrice Daniela Spera) ha deciso all’unanimità di condannare l’Italia sul caso Ilva per non aver protetto i cittadini che vivono nell’area delle emissioni tossiche dell’impianto tarantino.

La vecchia guardia dell’ambientalismo si incrocia e si fonde con le nuove leve, se così possiamo chiamarle. In questa fase della protesta a fare la parte del leone sono le mamme, in particolare quelle dei Tamburi che hanno i figli nelle scuole De Carolis e Deledda per le quali Melucci ha firmato l’ordinanza di chiusura. 

“Chiudete l’Ilva non le scuole” hanno scritto provocatoriamente su uno striscione che campeggia sotto le colonne di Poseidone.  “Chiudete l’area a caldo!” si legge su un altro manifesto in sintonia con la richiesta    che PeaceLink ha formalizzato durante una conferenza stampa presenti Alessandro Marescotti, Fulvia Gravame, Nicola Russo.  Sempre l’Associazione PeaceLink ha chiesto al sindaco di conoscere i dati, su base giornaliera, della mortalità nel Comune di Taranto disaggregati, per quartieri, a far sarà dal primo gennaio 2018 sino ad oggi.

Nella guerra dei dati si inserisce un particolare che disarma chi si attacca ai numeretti e al rispetto dei limiti per sostenere che non bisogna fare allarmismo.  Questo particolare sta nelle parole contenute nella relazione a firma di Roberto Giua con cui l’Arpa ha risposto alla  pubblicazione da parte di Peacelink di dati sull’aumento delle emissioni. “L’Agenzia - si legge -ha più volte puntualizzato come risulti, tuttora, rilevante il contributo delle emissioni di inquinanti da parte dell’impianto siderurgico nelle concentrazioni rilevate nei quartieri limitrofi all’area industriale, in particolare durante i cosiddetti “wind-days”, e come il rispetto dei limiti normativi europei della qualità dell’aria, nelle stesse zone, non garantisca in alcun modo

l’assenza di effetti lesivi sulla salute della popolazione”. 

“Sulla base del principio di precauzione - scrive Daniela Spera- correlando tutti i dati che abbiamo a disposizione, sentenza Cedu inclusa, si devono chiedere interventi immediati ora”.

 

Quanti anni sono passati da quando l’oncologo Patrizio Mazza lanciò la “proposta- choc” di “trasferire” i bambini che abitavano al quartiere Tamburi nelle ore scolastiche in modo da evitare l’esposizione continua alle fonti inquinanti ? Alla fine, siamo arrivati proprio a questo ...

 

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