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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

 La Uilm lancia l’allarme sullo stabilimento Leonardo di Grottaglie (Ta) temendo un ridimensionamento nella produzione delle due sezioni di fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787 (la centrale e la posteriore centrale) ma fonti vicine all’azienda smentiscono qualsiasi taglio. Per la Uilm, anche il “rate 12” - si intende per questo il numero di coppie di sezione di fusoliera prodotte ogni mese dal sito industriale tarantino - “potrebbe essere ritenuto non sostenibile tanto da procedere eventualmente ad un suo ulteriore abbassamento. Riteniamo a maggior ragione prioritario, così come esplicitato già nella nota stampa Uil Puglia-rsu Uilm del 18 novembre scorso, affrontare in maniera strutturale e programmatica la discussione con la Regione Puglia per definire i percorsi di investimenti annunciati in passato”.

 

- La Uilm dice che con l'azienda si devono “ottenere risposte in merito alle strategie di sviluppo che sta mettendo in campo, volte a garantire l’espansione della mission delle aerostrutture e del sito di Grottaglie, vincolato dalla monocommittenza industriale”, ovvero con Boeing unico committente. “Abbiamo preso posizione - spiega Antonio Talò, segretario Uilm Taranto - perché c’è una incertezza di fondo che vorremmo fosse chiarita. Lo stabilimento di Grottaglie era attestato sino a qualche tempo fa su un passo produttivo di 14 coppie di sezione di fusoliera del 787 al mese, adesso è sceso a 12 e non vorremmo che per i problemi più generali che stanno interessando la compagnia americana, con la crisi del 737 Max, da 12 si scendesse ancora determinando così problemi occupazionali”. Ma fonti vicine a Leonardo smentiscono che ci siano problemi per Grottaglie. Sul tema della riduzione del rate nessuna comunicazione ufficiale da parte di Boeing, si afferma. Inoltre si mette in evidenza che il sito produttivo di Grottaglie, in poco più di 10 anni di attività, ha quadruplicato l’occupazione portando gli occupati a circa 1300, tutti giovani, con un’età media di 33 anni e con un alto livello di scolarizzazione (diplomati e laureati). Il sito produttivo di Grottaglie viene definito da fonti vicine a Leonardo un esempio di modello produttivo all’avanguardia dell’intero comparto metalmeccanico nazionale, dove si lavora ad un programma che rappresenta il futuro dell’aviazione civile, il Boeing 787 Dreamliner. Proprio di recente - concludono le fonti aziendali - è arrivata a Charleston negli Usa  la sezione numero 1000 prodotta a Grottaglie. E in quanto all’abbassamento del “rate” di produzione, questo c’è sì stato, si osserva, ma fa parte della flessibilità del programma costruttivo che può appunto prevedere fasi più alte, in base alle richieste ed esigenze del committente, e fasi di minore intensità. 

 Lo stallo in cui si trova da molto tempo il progetto relativo alla costruzione del nuovo ospedale di Taranto, San Cataldo, e lo stato più generale della sanità pubblica, sono stati al centro di un incontro che oggi il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha avuto con una delegazione di cittadini e di rappresentanti. “Nella discussione - specifica il Comune di Taranto - è emersa la preoccupazione di tutte le parti per l’incertezza che i fatti giudiziari stanno recando intorno al cronoprogramma del cantiere del nuovo ospedale San Cataldo. Incertezza che induce ad una rinnovata e robusta riflessione su come dare sollievo ai cittadini ionici, magari attraverso una deroga temporanea al decreto ministeriale  70/2015 del dicastero competente, che potrebbe far parte degli argomenti del redigendo decreto legge Taranto”. Si annuncia a tal proposito che “di questo e di altri dettagli sul tema il sindaco avrà modo di approfondire presto con il governatore Michele Emiliano e con i colleghi amministratori dell’Area Vasta tarantina”. Per il nuovo ospedale è infatti tutto fermo ed è stata espropriata solo l’area di 26 ettari alle porte della città (lungo la statale per San Giorgio Ionico-Lecce). Dopo un lungo iter preliminare, l’opera è stata aggiudicata a maggio scorso ad un raggruppamento guidato da Debar, impresa di costruzioni di Bari. L’offerta però venne giudicata anomala e l’impresa invitata a fornire chiarimenti che in seguito ha dato. Fatta l’aggiudicazione definitiva, c’è stata un’impugnazione al Tar di Lecce da parte della seconda classificata. Adesso il contenzioso si è trasferito al Consiglio di Stato in sede di appello. Con 715 posti letto, la realizzazione dell’ospedale (Invitalia, società del Mef, è la centrale di committenza) è stata aggiudicata con un ribasso del 23 per cento: base d’asta, 161 milioni, appaltata a 122. Il raggruppamento vincitore ha inizialmente dichiarato che costruirà l’ospedale in un anno e tre mesi anzichè in tre anni e mezzo con un taglio di 860 giorni. Di qui l’anomalia contestata al raggruppamento con Debar capofila. Accogliendo il ricorso della seconda classificata, il Tar ha infatti detto che quella tempistica di costruzione, con lavori h24 escluso il fine settimana, non è credibile perché una legge regionale vieta di eseguire lavorazioni rumorose in determinati archi orari. Questo, per il Tar, fa sì che non si possa mantenere l’obiettivo di finire i lavori nel tempo dichiarato dall’impresa. Il nuovo ospedale di Taranto è infine uno dei progetti più rilevanti del Contratto istituzionale di sviluppo per alla citta’.

"Il rinnovo dell’integrazione salariare del 10% per i lavoratori in forza ad Ilva in amministrazione straordinaria é già stato presentato dal Ministero del Lavoro come emendamento governativo al decreto Milleprororoghe". Così il ministero del Lavoro rispetto alle preoccupazioni manifestate oggi dai sindacati. 

Da città segnata dall’acciaio a città che punta alla sostenibilità ambientale e alla diversificazione dell’economia con una strategia di transizione economica, energetica e ambientale. Il Comune di Taranto traccia un bilancio positivo del confronto avuto per due giorni col nuovo progetto con i diversi attori sociali e afferma che “con Ecosistema Taranto si stanno gettando le basi per una riconversione economica "finalmente" decisa dalla comunità tarantina, che sappia riconoscere e riconnettere tutti quegli elementi di resilienza che possono risanare il lungo trauma di un territorio legato da troppe generazioni alla monocoltura dell'acciaio”. Secondo il Comune, “il trauma non è il fallimento del mercato del siderurgico ma la crisi di sistema indotta dal legame simbiotico, e quasi esclusivo,tra l'economia del territorio tarantino e l'acciaio. Una simbiosi che ha deteriorato  identità, ambiente e risorse, togliendo all'ecosistema la peculiare capacità di rigenerarsi”.

 

L’attuale amministrazione comunale afferma che “in due  due anni di analisi e azioni”, sono stati individuati gli “elementi di resilienza che rendono possibile il processo di rigenerazione dell'Ecosistema Taranto. Proprio quegli agenti di resilienza, nelle due giornate del Fusco”, il teatro comunale dove si è svolto il confronto, “hanno potuto riconoscersi e dialogare tra loro, nel segno della continuità rispetto al dialogo diretto con l’amministrazione”. Così, rileva il Comune di Taranto, “sono stati avviati percorsi, che ora, con la consapevolezza maturata, si sta mettendo a sistema in una governance condivisa della transizione economica, ecologica ed energetica della città di Taranto”. Si avrà, secondo l’amministrazione comunale, “una transizione da sistema chiuso e spezzato a ecosistema resiliente. Questo programma confluirà nel Patto dei Sindaci per il cambiamento climatico e nel dossier per la Città della Cultura 2021. Il paradigma della sostenibilità - si sottolinea - è il vero collante della comunità del cambiamento che si è incontrata al Fusco. Ognuno degli attori sociali ed economici è impegnato, o sarà impegnato, insieme alle direzioni e all'Urban Transition Center in progetti che hanno la visione e la spinta vitale di Ecosistema Taranto”. Adesso prossima tappa sarà la sottoscrizione il 31 gennaio a Taranto di un accordo con l’Asvis, l’Associazione per lo sviluppo  sostenibile guidata dall’ex ministro del Lavoro ed ex presidente Istat, Enrico Giovannini. Asvis e Istat monitoreranno lo stato di avanzamento del nuovo progetto.

Viene definito “inaccettabile” da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm  Uil l’atteggiamento assunto da ArcelorMittal Italia “che continua a non affrontare le problematiche dei reparti attualmente fermi dimostrando ancora una volta lo stato di confusione in cui versa l’azienda”. I sindacati contestano ArcelorMittal per il fatto che oggi ArcelorMittal ha rinviato l’incontro programmato per oggi per discutere dei problemi del reparto Produzione lamiere 2 “pochi minuti dopo” l’orario di convocazione della riunione. Le sigle metalmeccaniche chiedono ad ArcelorMittal “di riprogrammare nell’immediato un incontro per affrontare le tante problematiche esistenti nel reparto”.

 

 E non c’è ancora una data di convocazione in merito alla richiesta che gli stessi sindacati hanno inoltrato qualche giorno fa ad ArcelorMittal per discutere dell’assetto di marcia del siderurgico di Taranto. Infatti, ora che l’ostacolo dello spegnimento dell’altoforno 2 è stato superato col Tribunale del Riesame di Taranto che ha accolto il ricorso di Ilva  contro un precedente provvedimento negativo del 10 dicembre del giudice Francesco Maccagnano, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil chiedono di incontrare ArcelorMittal - gestore della fabbrica mentre Ilva resta proprietaria -. In particolare, i sindacati metalmeccanici chiedono “un incontro urgente per conoscere nel dettaglio il piano di assetto di marcia dello stabilimento siderurgico”. “Riteniamo fondamentale - hanno scritto le sigle sindacali ad ArcelorMittal - avviare un confronto per conoscere nello specifico le scelte aziendali sia dal punto di vista della capacità produttiva che della conseguente ripartenza attualmente fermi”. Da rilevare che dopo la mancata proroga all’Ilva  per gli ulteriori lavori di messa in sicurezza da parte del giudice Maccagnano, l’altoforno 2 - uno dei tre attualmente operativi nello stabilimento - è stato messo in regime minimo di marcia, mantenuto con un livello adeguato termico e preparato alla fermata e spegnimento così come previsto dal cronoprogramma predisposto dal custode giudiziario dell’area a caldo, Barbara Valenzano.

 

 Se non fosse arrivato il provvedimento del Riesame il 7 gennaio, dal giorno successivo il piano di fermata e spegnimento dell’impianto sarebbe entrato nella sua fase cruciale. È presumibile che dopo il pronunciamento del Riesame l’altoforno 2 in questi giorni sia stato gradualmente riportato verso un assetto di marcia normale. In pratica quello che aveva prima del 10 dicembre quando è arrivato il no alla proroga da parte del giudice Maccagnano. Da vedere, infine, se ArcelorMittal, ora che l’altoforno 2 è tornato nella disponibilità del gestore, riterrà di programmare la fermata dell’altoforno 4 per manutenzione. Fermata, questa, che era già stata programmata qualche tempo fa ma che è stata di volta in volta rinviata e messa in stand by perché non si sapeva se ArcelorMittal avrebbe potuto contare anche sull’altoforno 2. Quest’ultimo aveva già subito un precedente sequestro già a fine luglio e in estate un piano di fermata e spegnimento era già stato avviato. Poi il 20 settembre intervenne il Tribunale del Riesame, su ricorso di Ilva che impugnò il no alla facoltà d’uso espressa dallo stesso giudice Maccagnano, e l’altoforno torno così nella disponibilità d’uso sia della proprietà che del gestore. Oltre all’incontro chiesto dai sindacati a Taranto, va aggiunto che ArcelorMittal vedrà i sindacati nazionali il 17 gennaio a Roma, alle 10. Quest’inconto allo stato è confermato. All’ordine del giorno, gli istituti contrattuali per i quali, in base all’accordo al Mise di settembre 2018, Fim, Fiom e Uilm nazionali ne rivendicano la piena continuità.

 

 

 

Presidente Giove: “Primo posto irraggiungibile, ho dato il massimo. Ci riproveremo il prossimo anno.” Mister Panarelli:” Partita dominata ma ci è mancata concretezza. Siamo rammaricati ma dobbiamo onorare la maglia fino alla fine.” Mister Bitetto: “ Disputata una buona gara, sofferto solo nel primo tempo.” Guaita: “ Queste gare vanno sbloccate prima. Difficile giocare contro una squadra così chiusa in difesa.”

 

 


di Andrea Loiacono

 

 

 

Proprio nella domenica in cui le battistrada Bitonto e Foggia fanno registrare uno stop inaspettato contro Gelbison e Agropoli, il Taranto nel big match della seconda giornata di ritorno non va oltre uno scialbo 0-0 contro il Casarano tra le mura amiche dello Iacovone. Doveva essere uno spareggio fra due formazioni distanti solo due punti in classifica che puntavano ad accorciare le distanze dalla vetta ma alla fine il pari non ha accontentato nessuno. Davanti a circa tremilacinquecento spettatori Panarelli conferma il 4-2-3-1 con Guaita al posto di Oggiano sulla linea dei trequartisti e Marino al posto di pelliccia sull'out destro di difesa. In avanti unica punta l'ex Olcese. Mister Bitetto rispolvera invece il classico 3-5-5 con la coppia Foggia-Favetta in attacco, quest'ultimo fresco ex che fino a due settimane fa vestiva ancora la casacca del Taranto. Tanti fischi per lui nel corso del match soprattutto da parte della curva ionica. Il primo tempo fa registrare una netta supremazia territoriale del Taranto con il centrocampo composto da Matute e Cuccurullo che vince la maggior parte dei duelli. In avvio di partita è l'ex Favetta per il Casarano a tentare un paio di volte la conclusione. Il Taranto risponde collezionando un paio di calci d'angolo e confezionando un'ottima palla gol con Genchi che serve Olcese che di testa da ottima posizione spedisce fuori. Al 40' ci prova D'Agostino dal limite ma la sua conclusione è alta. Sullo scadere di frazione il Casarano potrebbe passare in vantaggio con un colpo di testa di Palmisano da calcio d'angolo ma Sposito è bravo a negargli il gol. Si va a riposo con il risultato di parità.

 

 

 

La ripresa comincia senza cambi e con il Taranto che riprende con la stessa intensità del primo tempo in cerca del gol. Benvenga al 7' ci prova con una conclusione a lato. Lo stesso difensore ionico ci prova al 10' ma senza fortuna. Al 26' c'è l'occasionissima per il Taranto con Pelliccia che serve Olcese il quale si gira e calcia a botta sicura ma il suo tiro è deviato in angolo dal portiere. Al 32' c'è una punizione di Genchi che termina alta mentre al 36' Goretta sostituisce uno stremato Olcese. Il Taranto colleziona altri due calci d'angolo ma non riesce a trovare il pertugio giusto per scardinare la difesa leccese. Termina così 0-0 dopo 4' di recupero.

 

 

 

In sala stampa il primo a rilasciare dichiarazioni è il tecnico del Casarano ex Cerignola Dino Bitetto: “ Prima della gara non avrei firmato per il pari, non siamo venuti per questo. L'approccio alla partita è stato buono da parte nostra poi nella parte centrale del primo tempo abbiamo sofferto la pressione del Taranto che giocava in uno stadio bellissimo davanti al proprio pubblico. Finchè abbiamo manovrato bene stavamo giocando alla pari, ma i nostri attaccanti oggi avrebbero potuto dare di più e sfruttare meglio gli spazi. Tuttavia non siamo venuti per stravincere, volevamo fare una buona gara e ci siamo riusciti. Il campionato è ancora lungo, certo, si può sperare in un buon piazzamento ma credo che per il primo posto sia molto dura.”

 

 

 

In casa Taranto parole inequivocabili giungono dal presidente Giove il quale a “Cronache Tarantine” ha dichiarato: “ Chiedo scusa ai tifosi per la mancata vittoria di oggi. Si è trattato di una partita sottotono da parte della maggior parte della squadra, soprattutto degli over dai quali mi aspettavo di più. Gli under hanno invece sfoderato un'ottima prestazione. Alla luce di questo risultato purtroppo devo ammettere che la stagione è ormai compromessa, il primo posto è praticamente irraggiungibile. Dispiace perché ce l'ho messa tutta ma non mi arrendo, sarà per il prossimo anno. Abbiamo sei mesi di tempo per capire cosa non è andato e ripartire dai nostri errori.”

 

Anche Mister Panarelli mastica amaro: “ La mia squadra oggi ha fatto una grande partita, con un'ottima fase di non possesso. Oggi in campo c'è stata solo una squadra ma purtroppo non siamo riusciti a vincere. Quello che ci serve in questo momento anche giocando peggio di così è la vittoria e oggi non è arrivata, dovevamo essere più concreti in certe occasioni, è mancato solo questo. Credo che non si tratti di un modulo piuttosto che un altro perché domenica scorsa abbiamo vinto allo stesso modo; la prestazione è stata maiuscola ma non basta. A centrocampo la prestazione di Matute è stata ottima insieme a quella di Cuccurullo, credo che solo una giocata individuale ci avrebbe consentito di vincere. Le ho provate tutte, allargando anche gli esterni ma non è bastato. Nel secondo tempo abbiamo avuto due occasioni che dovevamo sfruttare meglio, oltre al fatto che dovevamo calciare e sfruttare meglio le palle inattive. In un altro momento avremmo parlato di una buona gara disputata dal Taranto ma è chiaro che l'obbligo di vincere fa vedere il pareggio come una sconfitta. Siamo rammaricati, la delusione è tanta ma dobbiamo subito reagire perché dobbiamo onorare fino alla fine questo campionato e la maglia che indossiamo in tutti gli incontri ufficiali. Domenica prossima andremo a Nardò, un campo ostico contro una piazza che ci aspetta come tutte come se fosse la partita della vita. Affrontiamo ogni squadra nel loro momento migliore ma dovremo vendere cara la pelle.”

 

 

 

Il pensiero finale è affidato alle parole dell'esterno argentino Leo Guaita: “ Nel primo tempo sono riuscito a dare alla manovra la spinta che volevo. É stata una partita difficile contro una squadra dalle buone individualità che è venuta qui per chiudersi tutta dietro. Questo non è il nostro modo di fare calcio ma è chiaro che ognuno fa il suo gioco. Si sono schierati con un centrocampo a cinque molto folto e difficile da superare. Nel calcio è più facile distruggere che costruire, specialmente quando si è obbligati a vincere. Noi abbiamo provato a segnare ma dovevamo essere più precisi. Ci spiace non riuscire a vincere da due mesi in casa e sicuramente dobbiamo migliorare. A parte la partita contro il Gravina, tutte le squadre che hanno fatto punti qui sono state rinunciatarie, vanno trovate le contromisure. Rispetto a qualche mese fa quando le mie prestazioni magari non erano eccezionali, non è cambiato nulla. Piuttosto credo che con il precedente allenatore avevo compiti forse più dispendiosi. Ma questa è solo un'ipotesi che faccio. L'impegno da parte mia però non è mai mancato. A Nardò sarà un'altra partita difficile contro una squadra che oggi ha vinto ma noi bbiamo l'obbligo di non guardare in casa altrui e pensare solo a noi. Il segreto in questa categoria è sbloccare il risultato, perché poi per una squadra come la nostra è tutto in discesa.”

( foto Box Tarentum)

 

“L’amministrazione Melucci ha da tempo avviato una programmazione tesa al completo recupero dell’isola Madre sia in termini di riqualificazione urbana e sociale che in quelli di nuova viabilità attraverso le linee di azione individuate nel PUMS - è quanto si legge nell’intervento di Gianni Cataldino, assessore sviluppo economico e polizia locale -

 

Nelle more di tutti gli interventi previsti dalle direzioni Urbanistica e Lavori Pubblici in ragione delle progettazioni esistenti, è nata, dall’ascolto dei cittadini e dalle valutazioni sul campo compiute dagli operatori della Polizia Locale, l’esigenza di operare sull’area compresa tra Palazzo di Città, Piazza Castello e via Duomo. 

 

Risistemazione e ripristino delle aree di parcheggio quindi, con una nuova segnaletica orizzontale e verticale  utili ad una migliore fruizione, permettendo tra l’altro la dissuasione della doppia fila visto che nelle stesse e nelle aree adiacenti è ormai diffusa l’abitudine al parcheggio selvaggio, impedendo anche il regolare flusso veicolare sia in ingresso che in uscita.

 

In ragione di queste azioni e, si è inteso altresì fare una valutazione ulteriore sulla Discesa Vasto che  ha un unico senso di marcia e due corsie di scorrimento, una preferenziale per gli autobus e l’altra corsia per i veicoli. Quindi, al fine di garantire una maggiore scorrevolezza del traffico cittadino, ed evitare l’intero attraversamento della Città Vecchia alle auto in cerca di parcheggio,si è stabilito di consentire in via sperimentale, nel tratto della Discesa Vasto compreso tra Via Di Mezzo e Piazza Castello,  il doppio senso di marcia realizzando una terza corsia di scorrimento e mantenendo invariata la corsia dei bus.

 

Una risistemazione immediata e necessaria in attesa delle ulteriori azioni che a breve saranno attuate per rendere l’Isola Madre maggiormente vivibile e visitabile a residenti, cittadini e turisti”.

Il governatore pugliese uscente, Michele Emiliano, ha vinto le primarie del centrosinistra pugliese con un ampio vantaggio rispetto ai suoi tre sfidanti Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano. Mancano ancora pochi seggi al conteggio , ma il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, ha annunciato la vittoria di Emiliano con oltre il 70% dei voti. Ai seggi sono andati oltre 80mila elettori, "una partecipazione inaspettata - ha detto Lacarra - una festa di democrazia".

   

Sono 250 mila le schede stampate per le Primarie del centrosinistra, che si svolgono oggi in Puglia e oltre 1.000 i volontari schierati nei 272 seggi delle sei province. In lizza per conquistare il posto di candidato governatore del centrosinistra: l’attuale governatore Michele Emiliano, il consigliere regionale Pd e ex assessore Fabiano Amati, l’ex assessora e eurodeputata del Pd Elena Gentile e il sociologo Leonardo Palmisano. Le operazioni di voto si svolgeranno fino alle 20 e alle 22 i dati inizieranno a confluire nella sede centrale del Pd regionale (in via Re David), dove ha sede il comitato organizzatore e la commissione di garanzia. Lì dovranno essere trasmessi entro lunedì i verbali di tutti i seggi, insieme ai contributi in denaro raccolti. Per votare bisognerà esibire un documento di identità e lasciare un contributo di un euro per coprire le spese organizzative. Possono votare i cittadini italiani, dell’Unione Europea o Paesi extracomunitari (in possesso del permesso di soggiorno), residenti nei comuni pugliesi, che abbiano compiuto 16 anni entro il 31 dicembre e che si riconoscano nella proposta politica della coalizione di centrosinistra. Al momento del voto gli elettori saranno registrati nell’albo pubblico degli elettori di centrosinistra. I quattro candidati sono stati impegnati fino a oggi pomeriggio in confronti televisivi e iniziative di piazza. Il presidente Emiliano ha fatto sapere che voterà alle 11 a Bari nel Circolo Pd di via Zara.

"Da minorenne ho iniziato a lavorare come bracciante. Adesso il settore dell'agricoltura può rappresentare uno sbocco lavorativo per tanti ragazzi e ragazze a cui non chiediamo di tornare alla zappa, ma di entrare in settore fatto di innovazione, agricoltura di precisione, rispetto dell'ambiente". Lo ha detto la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a 'Green zone' su Rai Radio1, sottolineando che l'agricoltura "non è un settore del passato ma è il futuro se l'impresa agricola è redditizia".

   "Per noi - ha aggiunto poi - vale l'equazione buona agricoltura buon cibo. Abbiamo tantissimi punti di eccellenza e vogliamo riportare questo settore primario ad essere al centro dell'agenda politica ed economica del paese". "Le parole chiave sono trasparenza e 

indennizzi per chi è stato colpito. Servono investimenti per indennizzare non solo chi ha subito il danno ma anche il territorio, per ricostruire il paesaggio. Un Salento senza gli  alberi di ulivo non lo vogliamo conoscere". Lo ha detto Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, sempre a 'Green zone' su Rai Radio1.

   E poi, ha aggiunto, serve "la ricerca: i fondi sono sempre pochi, ma la ricerca è l'unico strumento per contrastare la xylella e le altre malattie".

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