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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

Fa registrare reazioni e prese di posizione la decisione del Tribunale del Riesame di Taranto che accogliendo il ricorso dei commissari Ilva ha stabilito che Afo2 debba continuare a marciare. Di seguito pubblichiamo l’intervento a firma di Genitori tarantini Ets -LiberiAmo Taranto Aps

LiberiAmo Taranto e Genitori tarantini - Coordinamento Roma

LiberiAmo Taranto e Genitori tarantini - Coordinamento Milano

Lovely Taranto Ets -Comitato di Quartiere Tamburi -Associazione Cittadini Attivi Puglia -WWF Taranto - Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera

 La decisione del Tribunale del Riesame su Afo2 ci lascia assolutamente sconcertati perché privilegia in modo ingiusto ed illogico gli interessi economici di ILVA e dell’attuale gestore ArcelorMittal , nonché le esigenze dell’occupazione, a scapito della Salute e della Sicurezza, riducendo queste ultime al ruolo di gregarie rispetto alle prime. Sappiamo che la Corte Costituzionale nel 2013, consentendo l’uso degli impianti nonostante il sequestro penale, ha equiparato il diritto alla salute a quello della tutela dell’occupazione, da salvaguardare entrambi, ma sappiamo anche che nel 2019 un organo di giustizia superiore, e cioè la Corte Europea Dei Diritti dell’Uomo, ha condannato l’Italia, valutando anche le decisioni della Corte Costituzionale, per l’inerzia ed il ritardo nell’adeguare gli impianti alle normative vigenti. Allora perché i giudici hanno richiamato solo le decisioni della Corte Costituzionale e non la sentenza della CEDU che pure hanno l’obbligo di applicare in via prioritaria rispetto a qualunque pronuncia dei giudici nazionali? 

Non siamo giuristi, non siamo magistrati, ma è forte la sensazione che la Giustizia, anche questa volta, abbia trovato le porte chiuse, all’ingresso del territorio tarantino. “Alla luce della ‘migliore scienza ed esperienza del momento storico’ in cui si scrive, il rischio per i lavoratori dell’altoforno 2 deve considerarsi assai ridotto”, si legge tra le motivazioni che hanno indotto i giudici ad accogliere il ricorso presentato dai commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria. Non capiamo quali titolati periti i Magistrati abbiano ascoltato per addivenire a tale conclusione, ma resta un fatto: un rischio, per quanto ridotto, resta un rischio. Come quello che nel 2015 costrinse una famiglia (ed una intera comunità) a piangere la scomparsa del giovane Alessandro Morricella. 

Tra le prescrizioni elencate dal Tribunale del Riesame, viene concesso ai gestori dell’impianto un tempo di sei settimane per l’adozione dei dispositivi attivi che servono, in caso di pericolo, ad avvertire i lavoratori, consentendogli di potersi allontanare dall’altoforno. Questo, già di per sé, dovrebbe vietare agli operai di avvicinarsi, e quindi di lavorare, all’impianto dissequestrato fino al totale completamento della prescrizione. Ci attendiamo, quindi, che gli operai non vengano costretti ad operare nelle stesse condizioni che portarono alla morte di Alessandro. Ad oggi «è pressoché pacifica - puntualizzano ancora i giudici - l'entità del tempo necessario per adempiere alla più importante tra le residue prescrizioni, posto che vi è sostanziale convergenza tra custode ed Ilva in amministrazione straordinaria. Trattasi di macchinari che, finendo per escludere la presenza umana nei luoghi ove trovò la morte il giovane operaio Alessandro Morricella, porteranno (in concorso con tutte le altre prescrizioni già adempiute) all'ulteriore riduzione del rischio per i lavoratori dell'Altoforno 2, entro i limiti di legge». Questo ci fa capire che, ancora oggi, a distanza di oltre 4 anni, i rischi per i lavoratori vanno al di là dei limiti consentiti dalla legge e nessun giudice dovrebbe consentire ad alcuno di lavorare in tali condizioni. I Giudici hanno scritto che è loro obbligo giuridico applicare i principi posti dalla Corte Costituzionale. Però applicano questi principi parzialmente. Compiono il bilanciamento degli interessi in gioco per arrivare ad un giusto punto di equilibrio, ma si dimenticano del tutto dell’altro principio stabilito dalla Corte Costituzionale e cioè che il diritto alla salute poteva essere esposto a rischio solo entro un limitato periodo di tempo ( 3 anni con riguardo alla realizzazione di tutte le prescrizioni AIA) e si dimenticano altresi di applicare il principio europeo di precauzione. In questo caso sono passati, invece, quasi 5 anni dal tragico evento e le prescrizioni impartite per l’adeguamento di AFO2 ancora non risultano adempiute. Era quindi obbligo dei giudici applicare anche questo principio e non concedere alcuna proroga. Un’altra pagina nera è stata scritta e consegnata alla Storia.  E noi tarantini così ci sentiamo ancora una volta, inevitabili danni collaterali a garanzia di una produzione strategica, scarti di produzione da seppellire, infinitesime perdite di esercizio.

Non dimenticheremo i nomi dei giudici della Corte Costituzionale che nel 2013, con una decisione politica , hanno equiparato il diritto alla vita ed alla salute , unico ad essere definito fondamentale nella Costituzione, agli altri di grado inferiore. 

La misura è colma e siamo stanchi di subire ingiustizie da parte di quelle istituzioni che invece dovrebbero tutelarci.

Avanza a Taranto la fase di start up del nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Interessate nuove aree del territorio urbano. Le utenze dei rioni Tamburi, Lido Azzurro e Paolo VI - quartieri che mettono insieme una popolazione di 40mila persone circa - stanno ricevendo la visita degli operatori incaricati della consegna a domicilio di pattumelle e carrellati che sono identificabili attraverso cartellini di riconoscimento marchiati “Kyma Ambiente – Amiu”. Quest’ultima è l’azienda pubblica per l’igiene urbana controllata dal Comune di Taranto. Azienda che precisa che “in nessun caso” gli operatori “sono autorizzati a richiedere somme di denaro agli utenti poiché i kit vengono forniti loro in comodato d’uso gratuito”.

 

Gli utenti che abitano in villette, appartamenti singoli o condomini fino a 5 interni - si specifica - riceveranno 4 pattumelle di colore diverso (marrone, verde, giallo e grigio). Nei condomini più grandi, invece, saranno distribuiti 4 carrellati più capienti a disposizione di tutti gli inquilini e non le pattumelle per ogni singolo utente. Senza alcuna distinzione, tutti riceveranno un piccolo contenitore “sottolavello” destinato all’organico, buste e materiale informativo. Per l’azienda pubblica dell’igiene urbana di Taranto, “in questa fase è necessaria la collaborazione di tutti, affinché si possa giungere al traguardo del 3 febbraio, data individuata per l’avvio del nuovo servizio, con la totale copertura della distribuzione nelle zone interessate. In tal senso, gli operatori stanno lasciando un avviso agli utenti non presenti in casa per sollecitare il ritiro del kit nel punto di distribuzione. Un appello particolare, inoltre - si evidenzia -, viene effettuato nei confronti degli amministratori dei condominio, soprattutto di quelli dove non è stato possibile individuarli: sono invitati a contattare gli addetti alla distribuzione affinché si possano perfezionare le operazioni di registrazione dei materiali”. “Kyma Ambiente-Amiu” Taranto dichiara che ogni kit, che si tratti di pattumelle o carrellati, viene infatti associato tramite software alle utenze. Nel caso dei grandi condomini, l’associazione viene effettuata con l’amministratore. “Questo perché - si specifica - il materiale viene affidato alle cure degli utenti, come detto in comodato d’uso gratuito, e sin dal momento della consegna saranno loro a preoccuparsi della custodia all’interno delle proprietà private o delle pertinenze condominiali”. La distribuzione sta interessando anche le utenze non domestiche dei quartieri obiettivo dello start up e anche i grandi condomini e le utenze non domestiche di Talsano, Lama e San Vito, borgate di Taranto densamente abitate, dove il servizio è già attivo e sarà rimodulato dal 3 febbraio, affinché diventi uniforme.

 

Emiliano, “battaglia di civiltà riconosciuta dall’UE”

 


Vede l’approvazione del  Movimento Cinque Stelle la possibilità che il nuovo Fondo europeo per la transizione verso un'economia verde consenta anche la bonifica e il risanamento ambientale di grandi impianti industriali come l’ex Ilva di Taranto, ora ArcelorMittal. Il Fondo, che la commissione europea presenterà martedì prossimo, partirà con un stanziamento di base di 7,5 miliardi e dal 2021 permetterà di finanziare con risorse pubbliche "la modernizzazione" di grandi impianti industriali e “la bonifica di siti contaminati” - come potrebbe essere per l'ex Ilva - senza violare le regole Ue sugli aiuti di Stato. Per Rosa D’Amato, parlamentare europeo Cinque Stelle, della commissione Sviluppo regionale, “la bozza del GreenNewDeal che comprende l’utilizzo dei fondi europei per bonificare i siti contaminati, come quelli dell’ex Ilva di Taranto, è una svolta per l’Europa e per l’Italia. Se questa versione fosse confermata settimana prossima a Strasburgo - afferma D’Amato -, saremmo davanti a una grande vittoria politica del Movimento 5 Stelle che ha lottato per inserire l’acciaio, e non solo il carbone, fra le priorità del Just Transition Fund”.

 

Per D’Amato, “l’Europa dimostra così di scommettere in un percorso in cui sociale, sostenibilità ambientale e investimenti produttivi possono coesistere insieme. Il Movimento 5 Stelle - prosegue l’europarlamentare - vuole rispondere alle istanze di chi sarà più colpito dalla transizione e al contempo creare nuova occupazione, di lunga durata, pulita e al sicuro. Una volta arrivato in Parlamento, vigileremo che questi impegni non vengano sviliti da chi non crede nel cambiamento. A Taranto - sostiene D’Amato - servono chiusure delle aree a caldo e bonifiche in un percorso di riconversione industriale che non lasci nessun cittadino indietro”. E Barbara Lezzi, senatrice M5S, già ministro per il Sud, osserva che “era mortificante essere marginalizzata quando dichiaravo che, per la questione ex-Ilva, le risorse europee potevano essere un valido supporto. Quando ero certa che una forte volontà politica avrebbe potuto superare i limiti formali”. “Forse ci siamo - sostiene l’ex ministro in riferimento al documento europeo -. È solo una bozza, per ora, ma è incoraggiante evincere che dalla Commissione qualcosa si muove".

 

"Il Movimento 5 Stelle - conclude - faccia sentire la sua voce a conferma di quanto avviato”.Un risanamento ambientale più spinto, ricorso alla decarbonizzazione, affiancamento degli altiforni a ciclo integrale (quelli basati sulla fusione dei minerali)  con quelli elettrici alimentati dal preridotto di ferro (un semilavorato) che dovrebbe essere prodotto anche a Taranto: questi gli elementi essenziali del nuovo piano industriale di ArcelorMittal sul quale Governo, commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e la stessa ArcelorMittal continueranno a discutere nei prossimi giorni. Due gli obiettivi da raggiungere entro fine gennaio: riempiere di contenuti ed impegni certi il preaccordo raggiunto il 20 dicembre a Milano e,allo stesso tempo, mettere in campo una “Ilva 2” che tenga insieme sostenibilità ambientale, riduzione delle emissioni inquinanti, maggiore produzione (si parla di 8 milioni di tonnellate di acciaio a regime) e tutela degli attuali posti di lavoro (10700 di gruppo di cui 8200 a Taranto). Nella riconfigurazione del gruppo siderurgico previsti anche l’ingresso dello Stato, in affiancamento ad ArceloMittal, la possibile conversione in azioni dei crediti che alcune grandi banche vantano verso ex Ilva (crediti garantiti dalla prededuzione riconosciuta per leggeanni fa), la costituzione di una newco, a presenza pubblica, per la produzione a Taranto del preridotto di ferro. Impegni di un certo rilievo che è evidente potrebbero essere in qualche modo allegeriti per le casse pubbliche qualora l’Italia potesse accedere al canale delle nuove risorse messe a disposizione dall’Europa. In sostanza, Stato e Ue potrebbero cofinanziare i nuovi interventi a matrice ambientale.

Sulla vicenda interviene anche Emiliano

“ Oggi stiamo registrando una bellissima cosa. L'unione europea ha deciso di finanziare con miliardi di euro i processi di decarbonizzazione. È una battaglia della Puglia. Siamo stati noi a portare questa istanza all'Ue. Siamo felicissimi che si possa dare vita a questo green new deal in collaborazione tra la Regione Puglia, il Governo italiano e l'Unione europea". Ha dichiarato il presidente della Regione Puglia a margine dell'inaugurazione della 'Vip lounge' dell'aeroporto di Bari. Per Emiliano si tratta di ”una grande battaglia di civiltà e a tutela dell'ambiente che l'Unione europea oggi riconosce in modo formale e questa è, ovviamente, una bella soddisfazione. Vale una vita una soddisfazione del genere".

 

 

Il lavoro dell’attore si mescola con le immagini della lavagna luminosa che entra nello spazio scenico realizzando un unico gioco visivo.

Per la stagione domenicale per famiglie "L'albero delle storie – La Scena dei Ragazzi" 2019/20, promossa dal Comune di Massafra, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e il Teatro delle Forche, domenica 12 gennaio 2020, la compagnia TerramMare Teatro porta in scena "Sottovoce".

Sipario ore 18.00, Teatro Comunale di Massafra (Piazza Garibaldi).

Per info: www.teatrodelleforche.com. Prenotazione obbligatoria ai numeri 0998801932/3497291060 (tutti i giorni, dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00).

Ticket d'ingresso 5 euro.

Testo Maria Civilla. Con Silvia Civilla e Daniela Cecere. Regia Silvia Civilla. Consulenza registica Chiara Saurio. Tecnico Graziano Giannuzzi.

Nina cerca un posto dove stare, una casa accogliente e sicura come quella di quando era nella pancia della sua mamma.

È molto sola. A farle compagnia ci sono tutti i gatti del paese con cui fa delle lunghe conversazioni. Con loro parla ”Sottovoce”.

Capita a volte che qualche gatto si perda e l’incarico di Nina è quello di riportarlo a casa con la ricompensa di una bella torta al cioccolato.

Un giorno però scompare un gatto che Nina non riesce proprio a trovare e così inizia il suo viaggio, un viaggio che la cambierà e che la porterà a guardarsi dentro. Capirà così che quello che realmente sta cercando è un luogo dove ci si senta bene, un porto sicuro dove arrivare e ripartire, dove si ama e si è amati, una casa.

Dopo il grande successo di “Arcoiris”, la compagnia unisce ancora due arti: teatro e pittura. Il lavoro dell’attore si mescola con le immagini della lavagna luminosa che entra nello spazio scenico realizzando un unico gioco visivo.

Uno spettacolo che nella sua ricerca vuole stimolare lo spettatore all’importanza dell’ascolto e della concentrazione.

In un mondo pieno di immagini che cambiano velocemente, ci allontaniamo sempre più da noi stessi e dalle relazioni, perdendo la nostra casa.

Crediamo principalmente che i bambini vanno ascoltati. Questi si sentiranno ascoltati e impareranno ad ascoltare a loro volta.

Età consigliata: dai 3 anni in su. Durata: 55 minuti.

Un'ora prima dello spettacolo, su prenotazione, il laboratorio gratuito di lettura creativa per famiglie "Favole e merenda", nella Biblioteca comunale dei piccoli "Favolandia".

 

È stata indicata “la strada per una nuova progettualità partecipata che ci consentirebbe di lavorare ad una Taranto nuova nei prossimi vent’anni”. Così Ance Taranto, l’associazione dei costruttori edili affiliata a Confindustria, valuta il nuovo piano “Ecosistema Taranto” per una transizione economica, ernegetica d ecologica presentato ieri ed oggi dal Comune di Taranto. Per Ance, “è stato presentato l’imponente quadro di lavori in corso e programmati per la città, sulle diverse linee e programmi di finanziamento a disposizione dell’Amministrazione per il definitivo rilancio urbano”. “Ragionare per prospettiva è indispensabile - osserva Paolo Campagna, presidente Ance Taranto - ma lo è altrettanto misurarsi con le cose da fare nel breve e nel medio periodo per rimettere in moto la macchina degli investimenti”.

 

Gli interventi messi già in cantiere per la città vecchia e il centro di Taranto, “vanno accolti con particolare favore – dice Campagna – partendo dall’assunto che quei cantieri non sono solo nuovo lavoro, ma, soprattutto, segni tangibili della trasformazione che tutti auspichiamo”. “Sulle impostazioni e sulle scelte da seguire negli affidamenti, come Ance - sostiene ancora il presidente dei costruttori edili di Taranto - abbiamo elaborato proposte e suggerimenti con l’obiettivo di realizzare le opere in un quadro di sana concorrenzialità e di attiva partecipazione delle filiere territoriali. Sollecitazioni - osserva - che ci auguriamo possano da subito essere occasione di confronto e condivisione in questa nuova stagione di investimenti pubblici”. Per Ance, serve “integrare misure ed interventi” e “attivare la filiera della riqualificazione urbana mossa dai privati. Le risorse pubbliche sono fondamentali, ma occorre cominciare a ragionare - si sostiene - su come esse possano fare da leva per innescare processi più diffusi”. Secondo Ance, “utilizzare la leva fiscale e quella urbanistica per invogliare le imprese private ad agire in questo territorio crediamo sia un passo che debba accompagnare le azioni annunciate. Così come, per il tema della casa, finalmente ritornato centrale - affermano i costruttori edili di Confindustria Taranto - occorre un deciso cambio di passo”. “Cogliamo con soddisfazione la decisione del Comune di affrontare con le logiche di una moderna ed accurata programmazione tale questione e ci rendiamo disponibili - annuncia infine Ance Taranto - a confrontarci su modelli partenariali che, sempre in un’ottica di riuso e rigenerazione, ci consentano di affiancare e potenziare l’offerta pubblica”. 

“Nell’anno 2018, a fronte di circa 90 mila verbali accertati per un possibile importo di 5 mln e 100mila, sono stati pagati 2 mln e 330 mila di euro, con una percentuale del 45,6%. A questa si aggiungerà una fisiologica percentuale del 6,5 %  di incasso a seguito di cartelle esattoriali per un totale del 52%”. Lo dichiara il Comune di Taranto per quanto riguarda la capacità di riscossione delle multe. “In merito a statistiche e presunte ridotte percentuali di riscossione dei verbali di accertata violazione al Codice della Strada - sostiene il Comune di Taranto - riteniamo che la ridotta percentuale di riscossione di questo Comune (14,8%)  dipenda soprattutto dalle modalità di redazione dei provvedimenti dei ruoli, conseguenti al mancato pagamento "spontaneo" delle multe, che prevedono l'iscrizione in bilancio di somme relative a "maggiorazioni" (in attuazione di una legge dello Stato), che sono di entità quasi uguale a quelle principali delle sanzioni non pagate”. “Somme che poi, in attuazione di altre leggi dello Stato (vedi "rottamazione delle cartelle" o "delle Ingiunzioni Fiscali") vengono eliminate a richiesta dell'utente che aderisce a tale definizione agevolata” puntualizza il Comune di Taranto. “Appare evidente agli occhi di tutti, anche dei profani in materia di contabilità - rileva il Comune di Taranto -, che il dislivello tra le somme iscritte in accertamento di entrata, e quelle poi effettivamente introitate, diventa spropositato”. Per il Comune di Taranto, “la soluzione statistica potrà essere, appena individuate le modalità giuridiche, quella di non inserire più in bilancio tali somme, ormai non più recuperabili”. Tuttavia, conclude il Comune di Taranto, “l’auspicio è quello di dover comminare sempre meno multe, l’impegno è quello di migliorare ancora tale percentuale di incasso per rendere effettivo il potere "deterrente" sia della sanzione pecuniaria, che di quelle accessorie (rimozioni, sequestri, ecc.)”

 

 

Intanto l’azienda si era resa disponibile per il 17 a seguito della richiesta partita un paio di giorni fa sull’accordo di settembre 2018

 

 


Ora che l’ostacolo dello spegnimento dell’altoforno 2 è stato superato, i sindacati vogliono incontrare ArcelorMittal per parlare dell'assetto produttivo dell'impianto. In particolare, Fim, Fiom e Uilm chiedono “un incontro urgente per conoscere nel dettaglio il piano di assetto di marcia dello stabilimento siderurgico. Riteniamo fondamentale - scrivono le sigle sindacali ad ArcelorMittal - avviare un confronto per conoscere nello specifico le scelte aziendali sia dal punto di vista della capacità produttiva che della conseguente ripartenza attualmente fermi”.

   È presumibile che dopo il pronunciamento del Riesame l’altoforno 2 sia gradualmente riportato verso un assetto di marcia normale. Ed è da vedere se ArcelorMittal, ora che l’altoforno 2 è tornato nella disponibilità del gestore, riterrà di programmare la fermata dell’altoforno 4 per manutenzione. Stop che era stato programmato qualche tempo fa ma che era stato rinviato in attesa di notizie definitive sul numero 2. 

Intanto l’azienda aveva già dato la propria disponibilità a un incontro da tenersi il 17 a Roma. 

 

L’incontro era stato chiesto un paio di giorni fa da queste ultime facendo presente che gli istituti contrattuali che fanno parte dell’intesa al Mise di settembre 2018 - quella che ha previsto il subentro di ArcelorMittal dal 1 novembre 2018 a Ilva in amministrazione straordinaria con la relativa assunzione del personale - devono “fin da ora” intendersi “senza soluzione di continuità”. 

All'incontro parteciperà per l'azienda Cosimo Liurgo,  responsabile relazioni industriali di ArcelorMittal Italia. Per la delegazione sindacale vi saranno Mirko Rota, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Cgil, Guglielmo Gambardella, responsabile siderurgia della Uilm e Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim. Presenti anche i segretari generali della Uilm e della Fim, Rocco Palombella e Marco Bentivogli.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, ha deliberato di sostituire il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Taranto con l'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità.

    In una nota di Palazzo Chigi si riferisce che Paola Galeone è collocata disposizione ai sensi dell'articolo 237 del Dpr n. 3 del 1957.

 Nuovo Prefetto di Cosenza é stata nominata Cinzia Guercio, che svolgeva le stesse funzioni ad Isernia.

La Polizia Locale di Taranto congiuntamente alla Polizia di Stato continua a lavorare  per garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini. 

Il personale della P.L. insieme alla squadra Amministrativa della Polizia di Stato hanno effettuato controlli sul territorio al fine di contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale. 

E’ stato eseguito un sequestro di 20 kg di mitili con redazione dell’informativa di reato ai sensi della legge n. 283/62. 

È stato effettuato un controllo presso un circolo ricreativo della città con conseguente sequestro amministrativo di 7 slot ed applicazione della sanzione amministrativa  ai sensi art. 39 L.R. n. 24/2015(mancanza di presentazione di Segnalazione Certificata Inizio Attività). 

Inoltre è stata elevata una violazione amministrativa ai sensi dell’art. 34 del Piano Commerciale in quanto veniva effettuata la vendita su area vietata con conseguente ordine di allontanamento e n. 1 verbale di contestazione di violazione amministrativa ai sensi dell’art. 31 del Regolamento di Polizia Urbana.

 

Resilienza, cambiamento, rigenerazione, riqualificazione,verde. Sono queste le parole chiave, gli assi portanti attorno i quali si sviluppa Ecosistema Taranto, la Strategia di transizione ecologica, economica ed energetica di Taranto, resilient city.  

Questa mattina al teatro Fusco  si è svolta la prima fase della due giorni di incontri e approfondimenti con partner pubblici e privati chiamati a fornire contributi in termini di idee, sostegno, partecipazione, critiche e proposte.

“In questi ultimi due anni - ha dichiarato il sindaco Rinaldo Melucci alla variegata platea che racconto l’invito del primo cittadino -l’Amministrazione ha provveduto alla raccolta di dati, analisi capillari e sperimentazioni per ridisegnare i processi amministrativi che coinvolgono la città di Taranto. In occasione degli obiettivi stabiliti con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta dai governi dei paesi membri dell’ONU, il Comune di Taranto ha deciso di avviare un progetto di ristrutturazione interna in conformità con quelli che sono gli obiettivi delineati dall’art. 11 di “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

L’obiettivo è quello di riuscire a ridisegnare dall’interno il ruolo e i compiti dell’ente locale in modo che possa fornire la spinta necessaria al superamento della crisi strutturale che investe la città, accompagnandola nel processo di transizione ecologica ed economica. Il progetto Ecosistema Taranto - ha sottolineato Melucci-  è volto alla creazione di una forma di governance della rigenerazione urbana e territoriale in cui i privati e le organizzazioni hanno un ruolo attivo, entrando in diretto contatto con la pubblica amministrazione e concorrendo alla elaborazione di strategie più adeguate ai nuovi scenari che coinvolgeranno i sistemi sociali ed economici nel percorso verso una nuova “Taranto - città resiliente”. La trasformazione del tessuto urbano e sociale della città di Taranto- ha aggiunto il primo cittadino - è possibile mediante un impiego efficace ed efficiente delle numerose risorse endogene del territorio che permetta il superamento dell’emergenza territoriale e la creazione di una economia circolare alternativa conforme al paradigma della sostenibilità dell’Agenda 2030.”

Una strategia a largo respiro che parte dalla consapevolezza di potenzialità’, vocazioni, aspettative a cui non è stata finora data possibilità di esprimersi compiutamente e che ruotano intorno a quella che possiamo definire la nostra principale, essenza e ossigeno di questa città, il mare. 

“Oggi noi lanciamo a noi stessi e a chi ci osserva fuori dalla nostra magnifica città - ha dichiarato Melucci - la sfida per il decennio appena iniziato, la sfida per il futuro dei nostri giovani, la sfida per la resilienza, la modernità. Taranto sta già cambiando, ora è perfino più consapevole delle proprie potenzialità e ha un metodo che le mancava una rotta precisa. Questo è Ecosistema Taranto, un patrimonio che può travalicare i colori e gli attori politici, la mappa di questo grande viaggio della transizione che non solo la nostra città è chiamata ad avviare sul nostro fragile pianeta. Noi siamo certi che Taranto è capace di arrivare in fondo prima e meglio di altri. Sarà un sollievo specchiarsi nel Mar Piccolo e vedere come siamo stati capaci di cambiare. Non vogliamo arrivare tardi a questo appuntamento con la storia. Ci piacerebbe che il

sistema Taranto diventasse un catalizzatore del cambiamento”. 

Melucci ha richiamato il concetto espresso da Alessandro Leogrande  nel libro “La Frontiera”, quella linea immaginaria eppure realissima che separa e insieme unisce il Nord e sul cui margine  si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo. 

Al termine della presentazione hanno avuto inizio i tavoli tematici che proseguiranno nella giornata di domani su questi temi : Accessibilità e connessione; Cultura dell’Abitare; Innovazione di processo; Spazio alla Comunità.

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