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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Si esibirà presso l’History Cafè, Giovedì 6 Febbraio alle ore 21:00 con un concerto intimistico pianoforte e voce.

L'artista il 15 Novembre scorso ha pubblicato il suo ultimo singolo “Peic”, prodotto da Frank Nemola, da anni musicista e trombettista di Vasco Rossi e che vanta collaborazioni con tanti artisti del panorama musicale.                "Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati innamorati così tanto da farci esplodere il cuore", racconta Deca.“PEIC” infatti è l’acronimo di “Potrebbe esplodermi il cuore”, brano che tende a sottolineare quanto ancora l’amore possa essere impulso vitale.Il cuore ci porta ad amori giusti o sbagliati; l’amore crea alibi nei confronti del nostro cuore, facendoci credere o vedere anche cose che non vorremmo.E così alla fine tutti gli amori, come scatole cinesi, rimangono lì, per sempre nel nostro cuore.

Il suo percorso musicale da anni già consolidato, continua a portare Deca a spingersi sempre in nuove collaborazioni a 360° a partire dal Pop Classico fino ad arrivare al Pop Dance, che lo scorso anno ha sperimentato con i Boostekids col brano “America” distribuito da Sony Music Italy. Il cantautore dice, “anche la scuola di Amici è stata per me un’esperienza artistica a tutto tondo, perché la curiosità di viverla è stata davvero forte”, infatti la carica e l’adrenalina, nonostante l’eliminazione, hanno portato il cantautore alla scrittura di nuovi pezzi, tra i quali “Sento sento sento”, pezzo uscito quest’estate.

Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Loredana Galasso,ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dell’ex commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, e dell’ex direttore di stabilimento, Antonio Lupoli, imputati per i reati di getto pericoloso di cose e attività di gestione di rifiuti non autorizzata contestati fino all’1 agosto 2015. Bondi è stato il primo commissario Ilva. Nominato dal Governo Letta a giugno 2013,non è poi stato riconfermato dal Governo Renzi a giugno dell’anno dopo, quando subentrò nello stesso ruolo Piero Gnudi, rimasto in carica sino a giugno 2019. Dopo due richieste di archiviazione, a giugno scorso l’allora l gip Vilma Gilli aveva disposto nuove indagini e a ordinare l’imputazione coatta ai pm. Dal procedimento era già stata stralciata la posizione dell’ex commissario straordinario Gnudi e dell’ex direttore Ruggero Cola, per i quali il processo proseguirà il 19 febbraio dinanzi al giudice monocratico Chiara Panico. La stessa richiesta di archiviazione non era stata accolta nel maggio 2016 dal gip Rosati che fissò la discussione. Successivamente il fascicolo è passato al gip Gilli. Gli imputati, secondo l’iniziale contestazione dell’accusa,  avrebbero omesso, nell’esercizio dell’attività produttiva dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto  di adempiere compiutamente alle prescrizioni Aia (rilasciate il 26 ottobre 2012) nonché alle prescrizioni del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria inserite nel Dpcm del 14 marzo 2014.

 

Mentre la trattativa tra Governo e ArcelorMittal, a poco più di 48 ore dall’udienza davanti al Tribunale di Milano, è a un punto  cruciale con tanti nodi ancora da sciogliere in tempi che si fanno sempre più stretti, riceviamo e pubblichiamo la nota con cui il sindaco Rinaldo Melucci incalza sia il Governo che l’azienda definendo quest’ultima “un’opportunista e non un partner, di cui la comunità ionica non si fida più e di cui, soprattutto, può fare a meno” e indicando le priorità, 

“da un DL strutturale e non palliativo ad una valutazione seria del danno sanitario”, da cui secondo il primo cittadino non è possibile prescindere. Ecco la nota.

“Abbiamo letto con attenzione la lunga memoria difensiva dello scorso 31 gennaio da parte dei consulenti legali di ArcelorMittal presso il Tribunale Civile di Milano. Abbiamo così appreso che, oltre a saper fare presumibilmente bene l’acciaio, ArcelorMittal è un campione del gioco dell’oca, qualche passo avanti, molti passi indietro. 

 

Non ci soffermiamo nemmeno a discutere della pletora di tecnicismi, infarciti di toni a tratti irriverenti per le istituzioni italiane, ma l’idea che ci viene consegnata, quella di una azienda impeccabile sul piano ambientale, sulla gestione delle scorte, sui livelli produttivi e le manutenzioni, trincerata dietro a questo ossimoro dello scudo penale, francamente ormai non convince più nessuno. Poi non si finga di non capire perché la comunità ionica non si fida più, perché ArcelorMittal viene considerato un opportunista e non un partner.

 

Quella nuova minaccia sventolata davanti ai magistrati di andar via, nei giorni caldi del negoziato col Governo, quelle ombre ancora presenti sull’indotto e di riflesso suoi suoi lavoratori, quelle incertezze sui numeri degli esuberi del nuovo piano, il silenzio assordante della proprietà indiana sui fondi europei per il green deal, tutto questo non può che lasciare la comunità locale preoccupata, arrabbiata.

 

Ad ArcelorMittal diciamo perciò che qualunque formulazione elegante i loro avvocati riusciranno a predisporre per l’udienza del prossimo 7 febbraio a Milano, qualunque psicosi collettiva di volesse scatenare sui media in vista delle battute finali con i negoziatori del Governo, qualunque siano le giustificazioni per le dinamiche relative ai rapporti, passati e presenti, con il Governo italiano, con la Regione Puglia, con il Comune di Taranto e con tutti i cittadini, questa ArcelorMittal è diventata sempre meno necessaria per Taranto, per Taranto il suo tentativo resta una fuga, con o senza scudo penale; per i motivi già esposti nella mia audizione alla Camera dei Deputati presso le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive), a Taranto una convivenza serena è ben lungi dall’essere realizzata. Lo ha  certificato la stessa ArcelorMittal avallando i contenuti della citata memoria. E lo testimoniano quelli che sembrano in questi giorni fenomeni emissivi senza precedenti.

 

Il lavoro, le bonifiche, il futuro di Taranto non finiscono certo con ArcelorMittal. Il Governo sieda al tavolo forte di questo sentimento dei cittadini e dei lavoratori di Taranto. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in queste ore incontra la proprietà, è in grado di assumere scelte coraggiose, definitive, perché Taranto non è più disposta a sostenere il peso di accordi al ribasso, non vacilleremo nemmeno innanzi agli esuberi, la comunità non è più nella condizione di ulteriori sacrifici per il sistema Paese, non possiamo più raccontare ai tarantini che quel green deal vale dovunque, fuorché in riva allo Ionio. 

 

Arretrerà, anche fisicamente e visivamente lo stabilimento siderurgico, non più la città.

 

L’Italia sa bene ormai cosa rappresenti l’ex Ilva per la sua vita, ora è il momento di comprendere cosa l’ex Ilva abbia significato nella vita di una intera città, per generazioni. È il momento di dare a Taranto un accordo di programma, un DL strutturale e non palliativo, una valutazione seria del danno sanitario, una prospettiva inequivocabile sulla riconversione tecnologica di quegli impianti, per quanto onerosa e impegnativa possa risultare. Questa è la sequenza che da due anni rivendichiamo, con questa solo ci sarà soddisfazione e si aprirà una nuova fase per le politiche del nostro Paese, per la credibilità delle nostre Istituzioni.”

 

Scossa nella giunta comunale di Taranto e revoca della nomina del titolare di un assessorato particolarmente strategico. L’assessorato è quello all’Ambiente, l’assessore è Anna Tacente, in quota al Movimento civico Puglia popolare che fa capo al senatore Massimo

Cassano ed in seno al Consiglio comunale di Taranto è rappresentato da Massimiliano 

“Avendo preso atto di un certo dissenso politico del gruppo Puglia Popolare nel corso dei recenti lavori del Consiglio Comunale - si legge nella nota del Comune-per altro su materie ritenute dirimenti per l’Amministrazione comunale, perché riferibili a iniziative che hanno a che fare con l’esigenza che esprimono quotidianamente i cittadini di legalità e decoro, il Sindaco Rinaldo Melucci ha ritenuto di dover, suo malgrado, revocare in data odierna la nomina dell’Assessore Anna Tacente, in quota al citato gruppo consigliare.

 

La coerenza della maggioranza intorno agli aspetti programmatici è ciò che rende spedita e forte l’azione dell’Amministrazione comunale: Taranto non merita alcuna confusione o ritardo nell’applicazione dei traguardi ormai fissati con la comunità.

 

Alla dott.ssa Tacente il ringraziamento senza riserve per l’importante lavoro portato a termine presso la Direzione Ambiente.

 

Ai consiglieri comunali del gruppo Puglia Popolare resta la disponibilità a recuperare un ordinato e proficuo dialogo con le forze di maggioranza.”

Riportare l’agricoltura e l’agroalimentare al centro delle politiche economiche e di sviluppo della provincia di Taranto, anche attraverso il potenziamento del porto di Taranto. E’ quanto chiede la Coldiretti ionica, in occasione della visita del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli allo scalo portuale di Taranto.

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari della provincia ionica pagano a caro prezzo il gap della logistica – fa notare Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto - e scontano il peso della burocrazia, di prezzi decisamente più alti, di reti che non funzionano. Sono necessari e urgenti investimenti mirati a potenziare i trasporti delle produzioni agroalimentari, partendo proprio dal porto di Taranto”.

Un porto, “che va irrobustito, reso competitivo e logisticamente strumentale alle esigenze delle aziende agricole attraverso strutture di stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli”, commenta Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto.

Nel 2018 le merci movimentate nel porto di Taranto, così come segnalato dalla stessa Coldiretti Taranto - sono state pari a 4.951.895 tonnellate con una flessione del 13,3% rispetto all’anno precedente, quando la movimentazione era stata pari a 5.711.268 di tonnellate. “L’infrastruttura logistica ha perso 759.373 tonnellate, una performance negativa che l’agroalimentare ionico e, soprattutto, il segmento ortofrutticolo non può permettersi”, dice il presidente Cavallo con dati alla mano.

Nella classifica italiana delle province che esportano prodotti agroalimentari la provincia di Taranto si posiziona solo al 69esimo posto, pur segnando un aumento del 2,6% delle esportazioni, passate da 104 milioni di euro a 107 milioni di euro di valore di prodotti esportati nel 2018 rispetto all’anno precedente.

“Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, l’ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare, arrecando danno alle produzioni ortofrutticole tarantine. Un chilo di agrumi di Palagiano per arrivare a Bruxelles deve percorrere chilometri e da Murcia a sud della Spagna a Bruxelles circa 2mila chilometri. Dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore”, insiste Cavallo.

Tra il 2013 e il 2019, per le note vicende che hanno interessato l’Ilva, è stato perso Pil (Prodotto Interno Lordo) per 23 miliardi di euro, l'equivalente cumulato di 1,35 punti percentuali di ricchezza italiana, secondo l'aggiornamento dell'analisi econometrica compiuta dalla Svimez per “Il Sole 24 Ore”.

“Il settore ortofrutticolo, oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania, deve essere aiutato a imporsi in Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre che in Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia e nei paesi extra Ue. La specializzazione strutturale dell’orticoltura della provincia di Taranto, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, alla flessibilità e alla tradizione imprenditoriale - conclude Coldiretti Taranto - consente di proporre un’ampissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive che vanno promosse sui mercati italiani e mondiali”

In ragione dell'allerta arancione per vento diramato dalla Regione Puglia, la Protezione Civile del Comune di Taranto ha attivato il COC, Centro Operativo Comunale, per poter monitorare quanto avviene sul territorio e organizzare con celerità gli eventuali interventi. In ragione di ciò verranno chiusi i parchi cittadini e i cimiteri. Si raccomanda ai cittadini la massima attenzione. Tutte le indicazioni di precauzione e le informazioni sono reperibili all'indirizzo  http://infoalert365-taranto.sf1.3plab.it/

Gli agenti del Commissariato Borgo ed i militari della Guardia Costiera di Taranto hanno denunciato il titolare di una società di smaltimento rifiuti e tre suoi familiari per il reato di gestione di rifiuti non autorizzata e per inquinamento ambientale. Gli accertamenti hanno evidenziato

che l’azienda autorizzata per la raccolta, il trasporto ed lo smaltimento di rifiuti speciali, violava le procedure previste dalla normativa e con continuità sversava  materiale di risulta, proveniente soprattutto da scarti di demolizioni edilizie,  nelle zone periferiche di San Giorgio, Faggiano e Statte.

Il titolare dell’azienda, come dimostrato nel corso delle indagini per giustificare la sua attività,  con un altro mezzo, saltuariamente trasportava altri rifiuti speciali presso le cave autorizzate alla loro raccolta, ottenendo regolari ricevute per lo smaltimento di rifiuti.

 Incontro risolutivo? “Il giorno 7 c’e’ l’udienza, quindi ci sono ancora dei dettagli da esaminare. Non siamo entrati nei dettagli delle clausole pero’ sicuramente ribadirci quali sono gli obiettivi e le strategie della negoziazione che stiamo portando avanti e ritrovarci a condividere questi obiettivi e’ stato importante e credo che questo offrira’ ai nostri negoziatori nuova linfa e nuova energia per lavorare fino a notte fonda”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, dopo l’incontro con i vertici di ArcelorMittal avvenuto oggi a Londra. Evitare di andare in Tribunale? “In Tribunale bisogna andarci, pero’ sarebbe bene arrivarci con un accordo”, ha spiegato Conte.

 

“Ho ribadito che per noi i numeri loro iniziali non sono accettabili. Preservare il livello occupazionale adeguato, elevato, per noi e’ fondamentale”. Cosi’ il premier Giuseppe Conte, dopo l’incontro a Londra con i vertici di ArcelorMittal, sul negoziato riguardante il numero degli esuberi per l’Ex Ilva.

 

 “Non dovete pensare che l’incontro e’ stato per negoziare i dettagli, pero’ e’ stato un incontro utile per ribadire le linee strategiche di fondo di questo negoziato”. Cosi’ il premier Giuseppe Conte, dopo l’incontro con i vertici di ArcelorMittal nell’ambasciata italiana a Londra.

     “Ci siamo aggiornati – ha spiegato il premier ai cronisti davanti all’ambasciata -. Ovviamente ci sono i rispettivi staff dei negoziatori e gli staff legali che stanno lavorando. Si sta definendo il piano industriale. Si stanno creando le premesse per l’ingresso del pubblico”. 

    “Ci siamo soffermati molto – ha sottolineato il presidente del Consiglio - anche su aspetti tecnici per quanto riguarda la transizione energetica. Lo abbiamo detto subito: vogliamo che questo sia uno degli stabilimenti piu’ innovativi al mondo per quanto riguarda la transizione industriale ed energetica”, ha riferito Conte parlando ancora dell’ex Ilva. 

 Nell’ambito del rilancio di Taranto con nuove attività economiche e delle misure del nuovo decreto legge di prossima emanazione da parte del Governo, nella città pugliese verrebbe insediata una nuova attività di cantieristica navale (si parla di un progetto Fincantieri). Lo ha dichiarato ai sindacati Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco. Secondo ipotesi avanzate prima di quest’incontro del sottosegretario Turco con i sindacati, in questa attività di cantieristica potrebbe essere riversata una quota degli esuberi che si determinerebbero col riassetto dell’ex Ilva, ArcelorMittal, tant’é che di questa iniziativa targata Fincantieri si è parlato pure al tavolo per la trattativa sulla ex Ilva tra ArcelorMittal, Ilva in amministrazione straordinaria, consulenti ed avvocati.

 

 

“Il sottosegretario - affermano i sindacati della Funzione pubblica -, nel comunicare che sull’argomento sono avanzati i contatti tra il vertice politico e quello militare, ha reso noto che nell’ambito dei provvedimenti straordinari per la città, che dovrebbero essere approvati nel prossimo Consiglio dei ministri, troverebbe spazio un cofinanziamento pubblico/privato per l’insediamento, all’interno dello stabilimento arsenalizio, ma non solo, di un area dedicata alla cantieristica e alle costruzioni navali”. Secondo i sindacati, “il progetto, a cura di una grande industria internazionale, dovrebbe prevedere lavoro per circa 1.500 unità nel quinquennio riportando sul territorio un’attività che manca da cinquant’anni, coerente con la sua naturale vocazione marinara”. Sembrano, dunque, prendere forma le proposte di Cgil, Cisl e Uil Fp, delineate a partire dal 2014, per riportare a Taranto le costruzioni navali, più precisamente di parti di naviglio che, per questo, non costituirebbero attività confliggenti con quelle delle Marina Militare e dei suoi bacini”. In attesa di conoscere i particolari dell’iniziativa, i sindacati  “hanno nuovamente sottolineato” al sottosegretario Turco “che la preannunciata assunzione di 315 unità per le esigenze dell’Arsenale”, “direttamente dipendenti ministero della Difesa” e non legate al progetto della cantieristica che è invece un’altra cosa, “sono insufficienti a colmare l’esodo continuo di mano d’opera specializzata e che i numeri dovrebbero essere perlomeno raddoppiati, oltre che accompagnati da un programma di formazione sulle nuove tecnologie”. In tema di innovazioni, i sindacati confederali della Funzione pubblica “hanno sollecitato l’assunzione di immediate iniziative produttive sui nuovi combustili per navi civili e militari, il gnl o metano liquido,  a basso impatto ambientale e coerente con la nuova normativa europea, prima che il territorio sia tagliato fuori”. I sindacati, in riferimento ai 200 addetti che lavorano negli appalti relativi ai servizi per comandi ed enti della Marina Militare, hanno posto il problema del “mancato finanziamento delle risorse aggiuntive previste dal cosiddetto  decreto “Salva Taranto”, destinato alle pulizie (ed al facchinaggio, con il relativo pregiudizio occupazionale per i circa 200 lavoratori coinvolti, la cui problematica - si afferma - potrebbe essere risolta in maniera strutturale all’interno del provvedimento straordinario che il Governo si prepara ad emanare”.

Il Festival di Sanremo sta per cominciare e c’è grande attesa per l’esibizione di Diodato, che canterà proprio nella prima serata. Sarà infatti il quarto artista a calcare il palco dell’Ariston di questa 70ma edizione. 

Il suo pezzo “Fai rumore”

si è già guadagnato un importante riconoscimento, il Premio Lunezia che alla vigilia della kermesse viene assegnato ai migliori testi dei big in gara e dei giovani. Stefano De Martino, Dario Salvatori, Loredana D Anghera e Beppe Stanco hanno reso nota  la loro scelta che ha premiato “Fai rumore”. «La struttura e l’intensità del testo annunciano un emozionante appuntamento con la musica»,  afferma il patron De Martino. Per il critico musicale Dario Salvatori, membro della Commissione del riconoscimento «Diodato sembra suggerire l'arte del conversare smooth. Riproporsi in amore è quasi un gesto dovuto. Ma non avvicinatevi troppo e cercate il contatto visivo senza esagerare. Nessun imbarazzo. Un intonarumori sussurrato».

“Fai rumore”,  è contenuto nel nuovo album di inediti “Che vita meravigliosa", in uscita il 14 febbraio per Carosello Records. Il testo è scritto dallo stesso Diodato, il quale ha anche composto le musiche con la collaborazione di Edwyn Roberts.

   L'artista tarantino racconta così l’intento all’origine del brano, la sua vera essenza: "'Fai rumore' è un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità. È un invito a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità. È un atto di ribellione che ha l’amore come finalità, nel senso più ampio possibile".

   “Che vita meravigliosa" è il terzo album di inediti di Diodato, anticipato dal nuovo singolo omonimo che il cantautore ha scritto per “La Dea Fortuna”, il film campione di incassi di Ferzan Ozpetek. Il nuovo album, prodotto da Tommaso Colliva, arriva a distanza di tre anni dall’uscita di “Cosa siamo diventati” (Carosello Records, 2017) e dopo le partecipazioni al Festival di Sanremo in gara con Roy Paci nel 2018 e in qualità di ospite di Ghemon nel 2019.

   Quest'anno Diodato sarà live per la prima volta all’Alcatraz di Milano (22 aprile) e all’Atlantico di Roma (29 aprile). Per sostenere Diodato si è mobilitata la rete attraverso un gruppo su facebook “Diodato @Sanremo2020” creato da Sabrina Morea, esperta di musica e organizzatrice di eventi e spettacoli musicali e sua grande supporter. Forza Diodato, in bocca al lupo!
Noi per augurare buon anno ai nostri lettori scegliemmo il magnifico pezzo che l’artista porto’ a Sanremo nell’edizione 2018 “Adesso” eseguito magistralmente durante un concerto all’alba a Lido Gandoli organizzato da Sabrina Morea che incanto’ letteralmente il pubblico presente.

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