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Giornale di Taranto - Giornalista1

Nonostante le rassicurazioni ricevute, come Fim, Fiom e Uilm abbiamo ribadito con forza che tale situazione non può essere scaricata, così come sta avvenendo, solo e soltanto sui lavoratori che pagano i continui disagi economici subendo le inadempienze sia di ArcelorMittal che delle imprese appaltatrici”. Lo scrivono le tre sigle sindacali dopo l’incontro di oggi pomeriggio con ArcelorMittal a Taranto per fare il punto della situazione sui pagamenti all’indotto-appalto che presta la sua opera nel siderurgico.

    Le organizzazioni metalmeccaniche confermano le cifre fornite dalla committente: tra gennaio e inizio di febbraio 2020, “sono già stati pagati 20 milioni di scaduto” e “a questa cifra - si evidenzia - vanno aggiunti ulteriori 6 milioni in pagamento tra la settimana corrente ed entro e non oltre la prossima”. I sindacati confermano pure che da domani, dalle 9 alle 13,e a seguire, sarà attivo un numero dedicato, 099.4812983, “che rappresenterà l’interfaccia diretta tra azienda ArcelorMittal e aziende appaltatrici”. 

 

 

Tre giorni di formazione col meglio della ristorazione italiana (16-18 febbraio – Castello Aragonese) 40 masterclass, 20 moderatori, 90 ospiti


Taranto, per tre giorni, con 
Ego Festival diventa capitale della cultura enogastronomica. E riparte dalla sua identità, il mare.

Il più imponente evento enogastronomico del sud Italia quest’anno dal 16 al 18 febbraio sbarca nella Città dei Due Mari dove si celebrerà la quintessenza della formazione con l’ambizione di avviare il confronto sui temi del futuro: dall’enogastronomia all’arte, passando dalla musica e dalla letteratura, con un taglio formativo e didattico in una forma di congresso rivoluzionato e rivoluzionario, interattivo e dinamico.

 

C’è la cucina, c’è la sala, ma anche la pizza, il pane, la comunicazione e lo storytelling. E poi, ancora, champagne, spirits, metodo classico e la birra. Si ripete il format che punta sulla formazione professionale in un settore che proprio in Puglia costituisce uno dei motori principali dell’economia, ovvero accoglienza e ristorazione. 

 

Sono 40 le masterclass, 20 i moderatori, 90 gli ospiti, quattro i loro Paesi di provenienza, dalla California all’Inghilterra, dalla Francia alla Danimarca. Cuochi stellati e di grandi trattorie, uomini e donne di sala, le donne del pane e ci sarà la prima “orizzontale di pizze”, ci sono i pasticceri e tanta stampa nazionale. Due i party esclusivi e un convegno di apertura (16 febbraio alle 17,30) su com’è cambiata la comunicazione nel mondo dell’enogastronomia con un’analisi fondata sul recupero di etica e poetica, con lo sguardo di chi ha il compito di raccontare i territori e di chi deve modulare la propria offerta televisiva proprio seguendo o anticipando quei cambiamenti. 

 

In quale direzione sta andando la ristorazione italiana? E qual è il suo futuro? Quali le sue parole d’ordine?. È questo il quesito che si pone il direttore scientifico di Ego Festival Martino Ruggeri, pugliese di nascita e attualmente head chef di Ledoyen Pavillon 3*. Ed “Ego Festival, che è l’idea di EnogastroHub l’associazione nata per essere interprete dei bisogni del territorio e strumento per trasformare gli stessi in opportunità̀ – continua Monica Caradonna, presidente dell’associazione – vuole essere una scatola, un contenitore dinamico e fluido in cui avviare una discussione intellettuale proprio su dove sta andando la cucina italiana”. 

 

 

 

 

E saranno, tra gli altri, proprio i cuochi a farsene promotori. Sostenibilità, radici, territorio, sperimentazione, poetica del gusto e quel recupero visionario di ciò da cui si è partiti, insomma, in una parola, ritrovare la propria identità. Questi i temi che affronterà Ego, uno scambio di idee e di prospettive sul mondo della ristorazione che cambia e richiede nuovi strumenti di lettura. 

 

A ospitare l’evento è il Castello Aragonese, simbolo di un passato ambizioso in cui oggi, grazie al grande lavoro della Marina Militare e del Comune di Taranto, si salvaguarda un passato importante e si è creato un dinamico contenitore culturale.  

“Siamo felici di ospitare eventi di questo pregio e con simili potenziali ricadute per la nostra comunità. Taranto sta progressivamente tornando un luogo e un sistema altamente attrattivo, la nostra idea di diversificazione produttiva e riposizionamento dell’immagine della città sta incominciando a dare frutti importanti. – afferma Rinaldo Melucci,sindaco di Taranto - Siamo certi che la nostra filiera enogastronomica saprà cogliere questa opportunità e continuerà a investire in qualità e promozione della nostra bella Taranto. EGO sarà una grande festa, lavoreremo perché tutto sia perfetto e perché questo festival possa mettere radici in riva allo Ionio.”

 

Associati ad EGO Festival, anche quest’anno, il Premio San Marzano Best Sommelier per il miglior sommelier di Puglia sostenuto dall’azienda vinicola presieduta da Francesco Cavallo, e che metterà in palio un’esperienza in uno chateau ed EGO Match, ovvero l’occasione per far incontrare domanda e offerta. Tornano anche quest’anno le magiche EGO BOX e il 16- 17 e 18 febbraio al Castello Aragonese sarà possibile consegnare il CV per chi cerca lavoro nel mondo della ristorazione, oppure le richieste di professionalità da parte di chi cerca personale specializzato. Sul sito, nella sezione dedicata, è possibile scaricare la modulistica da consegnare.

 

Tutte le informazioni e i dettagli sulla partecipazione e sull’elenco dei seminari è disponibile sul sito www.egofestival.it

 

A causa del forte vento un palo dell'illuminazione è caduto sul piano viabile della strada statale 7 Appia. E' stata chiusa provvisoriamente al traffico  in località Taranto. Non sono coinvolti veicoli e persone. Sul posto sono presenti il personale Anas e i carabinieri di Taranto, per la rimozione del palo e per il ripristino della circolazione in piena sicurezza. Il traffico viene deviato temporaneamente sulla viabilità locale dell'Ilva.

“Tra oggi e domani si fa il preaccordo perché ArcelorMittal ha volontà di rimanere nella ex Ilva. Poi ci sarà il percorso della trattativa e gli approfondimenti necessari”. Lo ha detto l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, secondo quanto riferiscono ad AGI fonti sindacali. L’incontro è terminato da poco ed è durato circa un’ora. Con l’ad Morselli, il direttore delle risorse umane, Arturo Ferrucci, e il responsabile delle relazioni industriali, Cosimo Liurgo. L’ad ha incontrato i coordinatori sindacali di fabbrica di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm.

 

“Morselli - spiegano le fonti sindacali - ci ha convocato per illustrarci il nuovo riassetto organizzativo”. Il riferimento è alla nuova squadra di manager, già in forza nello stabilimento, che dal 27 gennaio su decisione di Morselli è subentrata allo staff che c’era prima. In particolare, sono andati via tutti i manager stranieri che ArcelorMittal aveva trasferito a Taranto da fine 2018 sino a poco tempo fa. Degli stranieri è rimasto solo il responsabile della finanza, che è un indiano e che viene appunto dalla multinazionale. Secondo quanto riferiscono le fonti sindacali, oggi Morselli ha detto che sul cambio dei dirigenti “erano circolate varie voci, si era detto tra l’altro che quelli nominati appartengono al gruppo siderurgico Arvedi, e invece non è vero nulla. Sono tutte chiacchiere. In realtà - ha spiegato Morselli ai sindacati secondo quanto riferiscono questi ultimi - ho dovuto  sostituire i dirigenti portati da Mittal perché nella loro gestione avevano determinato perdite economiche e risultati non positivi” mentre nella gestione della fabbrica servono “più competenze”. Da rilevare che qualche giorno dopo la nomina della nuova squadra, Morselli, in video conferenza con i manager dichiarati a Taranto, ha dichiarato che “Mittal ha dato immensa fiducia e sottolineo immensa. Adesso - aveva aggiunto - bisogna lavorare con serietà e determinazione, produrre e fare risultati. Quello che verrà - aveva detto ancora Morselli alla sua nuova squadra - sarà merito vostro e delle persone che lavorano con voi”. Nel pomeriggio, dopo le 16, ArcelorMittal incontrerà i sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm per un punto di situazione sull’indotto-appalto siderurgico che lamenta il mancato pagamento delle fatture scadute relative a lavori e forniture.

ArcelorMittal Italia comunica che questa mattina un dipendente dello stabilimento siderurgico di Taranto, mentre svolgeva presso l’Officina Carpenteria un lavoro di sabbiatura su un elemento metallico, veniva colpito dallo stesso che, cadendo, gli ha procurato alcune ferite. Il dipendente, informa l’azienda, è stato soccorso e condotto presso l’ospedale di Taranto. L’azienda ha immediatamente comunicato l’accaduto agli enti esterni preposti e si è attivata per tutte le verifiche del caso. Da fonti sindacali si apprende che il lavoratore si sarebbe fratturato una caviglia, poiché sarebbe stato colpito ad un piede dall’elemento venuto giù.

 Tempi serrati per la vertenza ArcelorMittal. Mancano poco più  Tempi serrati per la vertenza ArcelorMittal. Mancano a 48 ore dall’udienza al Tribunale di Milano (è in programma la mattina del 7) che dovrà discutere i ricorsi presentati sia dal gruppo (atto di citazione verso i commissari straordinari Ilva con dichiarazione di recesso dal contratto di fitto), che da Ilva in amministrazione straordinaria (ricorso cautelare urgente per bloccare il disimpegno della multinazionale). Ieri è arrivato dal premier Giuseppe Conte un invito a fare passi avanti nel negoziato, quello sul rilancio e il riassetto dell’ex Ilva. Negoziato che, nonostante un mese di trattative, presenta ancora diverse criticità e distanze tra le parti su aspetti che non sono per nulla marginali. Nella capitale inglese Conte ha incontrato i Mittal, a capo dell’omonima multinazionale, ed è ha spiegato che è essenziale a questo punto apportare “nuova linfa ed energia” al confronto in atto. E' un confronto che tra gli ostacoli, conta anche quelli occupazionali, visto che la partita rischia di non chiudersi ad esuberi zero ma nella migliore delle ipotesi, con un nuovo ampio ricorso alla cassa integrazione straordinaria per gestire la ristrutturazione (si parla di più di 2mila persone). 

 

I numeri in questo senso fanno la differenza anche perché le distanze non sembrano al momento accorciarsi. Lo stesso Conte ha ricordato che le cifre iniziali "non sono accettabili". Lo scorso mese di dicembre, al Mise, Mittal aveva presentato un piano che prevedeva alla fine 4.700 esuberi di cui 2.900 in una fase immediata. Successivamente durante il negoziato, Mittal avrebbe poi rivisto questo numero, scendendo a circa 3.500, ma anche questo numero è considerato eccessivo. Questo perché è passato appena un anno e mezzo dall’accordo al Mise (settembre 2018) che fissava in 10.700 gli occupati di cui 8.200 a Taranto (assumendo i lavoratori da Ilva). Ma a parte ciò, i sindacati hanno già detto e ribadito di rifiutare gli esuberi e che si parte, nella nuova trattativa, dall’intesa del 2018. Va inoltre considerato che gli esuberi, in un’area già molto provata e in tensione come Taranto (lo prova in questi giorni anche la crisi dell’indotto), numerosi esuberi non sarebbero socialmente gestibili. Per il Governo, come ha ricordato Conte, “preservare il livello occupazionale adeguato, elevato, per noi è fondamentale". “Si sta definendo il piano industriale" ha aggiunto poi il premier ribadendo che "si stanno creando le premesse per l'ingresso del pubblico”.  L'obiettivo è quello di trasformare quello di Taranto in "uno degli stabilimenti più innovativi al mondo per quanto riguarda la transizione industriale ed energetica”.

    Nessun commento ufficiale è venuto dalla multinazionale: i vertici di Mittal sono impegnati ora nella pubblicazione dei dati (prevista per giovedì prossimo) dei conti 2019. Ma continuano a seguire la situazione italiana. Come verrà ora recepito l''invito' del governo italiano? Ci sono diverse ipotesi: tra quelle più plausibili, c'è quella di un nuovo accordo (più significativo di quello raggiunto il 20 dicembre) da siglare sul filo di lana, cioè poco prima che si tenga l’udienza a Milano. D’altra parte, anche Conte ha fatto sapere che in Tribunale "sarebbe bene arrivarci con un accordo”

 

L'attenzione intanto resta altissima a Taranto: questo pomeriggio ArcelorMittal incontrerà in fabbrica le sigle metalmeccaniche. Si parlerà di indotto-appalto, di pagamenti delle fatture scadute e di lavori alle imprese, visto che, rilevano i sindacati, c’è una situazione di sofferenza proprio sui pagamenti e ieri Confindustria Taranto e sindacati confederali hanno chiesto al prefetto di Taranto di convocare un tavolo di crisi. In vista dell’incontro di oggi, che è stato chiesto da Fim, Fiom e Uilm, ArcelorMittal sarebbe al lavoro per presentare un quadro della situazione. In questi giorni fonti vicine all’azienda hanno assicurato che i pagamenti, dalle imprese agli autotrasportatori, sono in corso. Nel frattempo a Taranto proseguono anche gli incontri volti a presentare i contenuti del nuovo decreto legge Taranto. Se ne sta occupando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, che ai sindacati ha confermato che tra le nuove iniziative industriali nella città, per allentare la pressione ex Ilva, ci sarà un progetto della cantieristica che occuperà in parte aree che non servono più all’Arsenale della Marina Militare. Si tratta di un progetto che dovrebbe far capo a Fincantieri - se ne è parlato pure a margine del negoziato in corso - e consisterebbe nella lavorazione delle lamiere prodotte dal siderurgico. A regime questa nuova azienda , con finanziamento pubblico-privato, potrebbe arrivare a circa 1500 addetti. (AGI) di 48 ore dall’udienza al Tribunale di Milano (è in programma la mattina del 7) che dovrà discutere i ricorsi presentati sia dal gruppo (atto di citazione verso i commissari straordinari Ilva con dichiarazione di recesso dal contratto di fitto), che da Ilva in amministrazione straordinaria (ricorso cautelare urgente per bloccare il disimpegno della multinazionale). Ieri è arrivato dal premier Giuseppe Conte un invito a fare passi avanti nel negoziato, quello sul rilancio e il riassetto dell’ex Ilva. Negoziato che, nonostante un mese di trattative, presenta ancora diverse criticità e distanze tra le parti su aspetti che non sono per nulla marginali. Nella capitale inglese Conte ha incontrato i Mittal, a capo dell’omonima multinazionale, ed è ha spiegato che è essenziale a questo punto apportare “nuova linfa ed energia” al confronto in atto. E' un confronto che tra gli ostacoli, conta anche quelli occupazionali, visto che la partita rischia di non chiudersi ad esuberi zero ma nella migliore delle ipotesi, con un nuovo ampio ricorso alla cassa integrazione straordinaria per gestire la ristrutturazione (si parla di più di 2mila persone). 

 

I numeri in questo senso fanno la differenza anche perché le distanze non sembrano al momento accorciarsi. Lo stesso Conte ha ricordato che le cifre iniziali "non sono accettabili". Lo scorso mese di dicembre, al Mise, Mittal aveva presentato un piano che prevedeva alla fine 4.700 esuberi di cui 2.900 in una fase immediata. Successivamente durante il negoziato, Mittal avrebbe poi rivisto questo numero, scendendo a circa 3.500, ma anche questo numero è considerato eccessivo. Questo perché è passato appena un anno e mezzo dall’accordo al Mise (settembre 2018) che fissava in 10.700 gli occupati di cui 8.200 a Taranto (assumendo i lavoratori da Ilva). Ma a parte ciò, i sindacati hanno già detto e ribadito di rifiutare gli esuberi e che si parte, nella nuova trattativa, dall’intesa del 2018. Va inoltre considerato che gli esuberi, in un’area già molto provata e in tensione come Taranto (lo prova in questi giorni anche la crisi dell’indotto), numerosi esuberi non sarebbero socialmente gestibili. Per il Governo, come ha ricordato Conte, “preservare il livello occupazionale adeguato, elevato, per noi è fondamentale". “Si sta definendo il piano industriale" ha aggiunto poi il premier ribadendo che "si stanno creando le premesse per l'ingresso del pubblico”.  L'obiettivo è quello di trasformare quello di Taranto in "uno degli stabilimenti più innovativi al mondo per quanto riguarda la transizione industriale ed energetica”.

    Nessun commento ufficiale è venuto dalla multinazionale: i vertici di Mittal sono impegnati ora nella pubblicazione dei dati (prevista per giovedì prossimo) dei conti 2019. Ma continuano a seguire la situazione italiana. Come verrà ora recepito l''invito' del governo italiano? Ci sono diverse ipotesi: tra quelle più plausibili, c'è quella di un nuovo accordo (più significativo di quello raggiunto il 20 dicembre) da siglare sul filo di lana, cioè poco prima che si tenga l’udienza a Milano. D’altra parte, anche Conte ha fatto sapere che in Tribunale "sarebbe bene arrivarci con un accordo”

 

L'attenzione intanto resta altissima a Taranto: questo pomeriggio ArcelorMittal incontrerà in fabbrica le sigle metalmeccaniche. Si parlerà di indotto-appalto, di pagamenti delle fatture scadute e di lavori alle imprese, visto che, rilevano i sindacati, c’è una situazione di sofferenza proprio sui pagamenti e ieri Confindustria Taranto e sindacati confederali hanno chiesto al prefetto di Taranto di convocare un tavolo di crisi. In vista dell’incontro di oggi, che è stato chiesto da Fim, Fiom e Uilm, ArcelorMittal sarebbe al lavoro per presentare un quadro della situazione. In questi giorni fonti vicine all’azienda hanno assicurato che i pagamenti, dalle imprese agli autotrasportatori, sono in corso. Nel frattempo a Taranto proseguono anche gli incontri volti a presentare i contenuti del nuovo decreto legge Taranto. Se ne sta occupando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, che ai sindacati ha confermato che tra le nuove iniziative industriali nella città, per allentare la pressione ex Ilva, ci sarà un progetto della cantieristica che occuperà in parte aree che non servono più all’Arsenale della Marina Militare. Si tratta di un progetto che dovrebbe far capo a Fincantieri - se ne è parlato pure a margine del negoziato in corso - e consisterebbe nella lavorazione delle lamiere prodotte dal siderurgico. A regime questa nuova azienda , con finanziamento pubblico-privato, potrebbe arrivare a circa 1500 addetti. (AGI)

 Si esibirà presso l’History Cafè, Giovedì 6 Febbraio alle ore 21:00 con un concerto intimistico pianoforte e voce.

L'artista il 15 Novembre scorso ha pubblicato il suo ultimo singolo “Peic”, prodotto da Frank Nemola, da anni musicista e trombettista di Vasco Rossi e che vanta collaborazioni con tanti artisti del panorama musicale.                "Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati innamorati così tanto da farci esplodere il cuore", racconta Deca.“PEIC” infatti è l’acronimo di “Potrebbe esplodermi il cuore”, brano che tende a sottolineare quanto ancora l’amore possa essere impulso vitale.Il cuore ci porta ad amori giusti o sbagliati; l’amore crea alibi nei confronti del nostro cuore, facendoci credere o vedere anche cose che non vorremmo.E così alla fine tutti gli amori, come scatole cinesi, rimangono lì, per sempre nel nostro cuore.

Il suo percorso musicale da anni già consolidato, continua a portare Deca a spingersi sempre in nuove collaborazioni a 360° a partire dal Pop Classico fino ad arrivare al Pop Dance, che lo scorso anno ha sperimentato con i Boostekids col brano “America” distribuito da Sony Music Italy. Il cantautore dice, “anche la scuola di Amici è stata per me un’esperienza artistica a tutto tondo, perché la curiosità di viverla è stata davvero forte”, infatti la carica e l’adrenalina, nonostante l’eliminazione, hanno portato il cantautore alla scrittura di nuovi pezzi, tra i quali “Sento sento sento”, pezzo uscito quest’estate.

Il giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Loredana Galasso,ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dell’ex commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, e dell’ex direttore di stabilimento, Antonio Lupoli, imputati per i reati di getto pericoloso di cose e attività di gestione di rifiuti non autorizzata contestati fino all’1 agosto 2015. Bondi è stato il primo commissario Ilva. Nominato dal Governo Letta a giugno 2013,non è poi stato riconfermato dal Governo Renzi a giugno dell’anno dopo, quando subentrò nello stesso ruolo Piero Gnudi, rimasto in carica sino a giugno 2019. Dopo due richieste di archiviazione, a giugno scorso l’allora l gip Vilma Gilli aveva disposto nuove indagini e a ordinare l’imputazione coatta ai pm. Dal procedimento era già stata stralciata la posizione dell’ex commissario straordinario Gnudi e dell’ex direttore Ruggero Cola, per i quali il processo proseguirà il 19 febbraio dinanzi al giudice monocratico Chiara Panico. La stessa richiesta di archiviazione non era stata accolta nel maggio 2016 dal gip Rosati che fissò la discussione. Successivamente il fascicolo è passato al gip Gilli. Gli imputati, secondo l’iniziale contestazione dell’accusa,  avrebbero omesso, nell’esercizio dell’attività produttiva dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto  di adempiere compiutamente alle prescrizioni Aia (rilasciate il 26 ottobre 2012) nonché alle prescrizioni del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria inserite nel Dpcm del 14 marzo 2014.

 

Mentre la trattativa tra Governo e ArcelorMittal, a poco più di 48 ore dall’udienza davanti al Tribunale di Milano, è a un punto  cruciale con tanti nodi ancora da sciogliere in tempi che si fanno sempre più stretti, riceviamo e pubblichiamo la nota con cui il sindaco Rinaldo Melucci incalza sia il Governo che l’azienda definendo quest’ultima “un’opportunista e non un partner, di cui la comunità ionica non si fida più e di cui, soprattutto, può fare a meno” e indicando le priorità, 

“da un DL strutturale e non palliativo ad una valutazione seria del danno sanitario”, da cui secondo il primo cittadino non è possibile prescindere. Ecco la nota.

“Abbiamo letto con attenzione la lunga memoria difensiva dello scorso 31 gennaio da parte dei consulenti legali di ArcelorMittal presso il Tribunale Civile di Milano. Abbiamo così appreso che, oltre a saper fare presumibilmente bene l’acciaio, ArcelorMittal è un campione del gioco dell’oca, qualche passo avanti, molti passi indietro. 

 

Non ci soffermiamo nemmeno a discutere della pletora di tecnicismi, infarciti di toni a tratti irriverenti per le istituzioni italiane, ma l’idea che ci viene consegnata, quella di una azienda impeccabile sul piano ambientale, sulla gestione delle scorte, sui livelli produttivi e le manutenzioni, trincerata dietro a questo ossimoro dello scudo penale, francamente ormai non convince più nessuno. Poi non si finga di non capire perché la comunità ionica non si fida più, perché ArcelorMittal viene considerato un opportunista e non un partner.

 

Quella nuova minaccia sventolata davanti ai magistrati di andar via, nei giorni caldi del negoziato col Governo, quelle ombre ancora presenti sull’indotto e di riflesso suoi suoi lavoratori, quelle incertezze sui numeri degli esuberi del nuovo piano, il silenzio assordante della proprietà indiana sui fondi europei per il green deal, tutto questo non può che lasciare la comunità locale preoccupata, arrabbiata.

 

Ad ArcelorMittal diciamo perciò che qualunque formulazione elegante i loro avvocati riusciranno a predisporre per l’udienza del prossimo 7 febbraio a Milano, qualunque psicosi collettiva di volesse scatenare sui media in vista delle battute finali con i negoziatori del Governo, qualunque siano le giustificazioni per le dinamiche relative ai rapporti, passati e presenti, con il Governo italiano, con la Regione Puglia, con il Comune di Taranto e con tutti i cittadini, questa ArcelorMittal è diventata sempre meno necessaria per Taranto, per Taranto il suo tentativo resta una fuga, con o senza scudo penale; per i motivi già esposti nella mia audizione alla Camera dei Deputati presso le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive), a Taranto una convivenza serena è ben lungi dall’essere realizzata. Lo ha  certificato la stessa ArcelorMittal avallando i contenuti della citata memoria. E lo testimoniano quelli che sembrano in questi giorni fenomeni emissivi senza precedenti.

 

Il lavoro, le bonifiche, il futuro di Taranto non finiscono certo con ArcelorMittal. Il Governo sieda al tavolo forte di questo sentimento dei cittadini e dei lavoratori di Taranto. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in queste ore incontra la proprietà, è in grado di assumere scelte coraggiose, definitive, perché Taranto non è più disposta a sostenere il peso di accordi al ribasso, non vacilleremo nemmeno innanzi agli esuberi, la comunità non è più nella condizione di ulteriori sacrifici per il sistema Paese, non possiamo più raccontare ai tarantini che quel green deal vale dovunque, fuorché in riva allo Ionio. 

 

Arretrerà, anche fisicamente e visivamente lo stabilimento siderurgico, non più la città.

 

L’Italia sa bene ormai cosa rappresenti l’ex Ilva per la sua vita, ora è il momento di comprendere cosa l’ex Ilva abbia significato nella vita di una intera città, per generazioni. È il momento di dare a Taranto un accordo di programma, un DL strutturale e non palliativo, una valutazione seria del danno sanitario, una prospettiva inequivocabile sulla riconversione tecnologica di quegli impianti, per quanto onerosa e impegnativa possa risultare. Questa è la sequenza che da due anni rivendichiamo, con questa solo ci sarà soddisfazione e si aprirà una nuova fase per le politiche del nostro Paese, per la credibilità delle nostre Istituzioni.”

 

Scossa nella giunta comunale di Taranto e revoca della nomina del titolare di un assessorato particolarmente strategico. L’assessorato è quello all’Ambiente, l’assessore è Anna Tacente, in quota al Movimento civico Puglia popolare che fa capo al senatore Massimo

Cassano ed in seno al Consiglio comunale di Taranto è rappresentato da Massimiliano 

“Avendo preso atto di un certo dissenso politico del gruppo Puglia Popolare nel corso dei recenti lavori del Consiglio Comunale - si legge nella nota del Comune-per altro su materie ritenute dirimenti per l’Amministrazione comunale, perché riferibili a iniziative che hanno a che fare con l’esigenza che esprimono quotidianamente i cittadini di legalità e decoro, il Sindaco Rinaldo Melucci ha ritenuto di dover, suo malgrado, revocare in data odierna la nomina dell’Assessore Anna Tacente, in quota al citato gruppo consigliare.

 

La coerenza della maggioranza intorno agli aspetti programmatici è ciò che rende spedita e forte l’azione dell’Amministrazione comunale: Taranto non merita alcuna confusione o ritardo nell’applicazione dei traguardi ormai fissati con la comunità.

 

Alla dott.ssa Tacente il ringraziamento senza riserve per l’importante lavoro portato a termine presso la Direzione Ambiente.

 

Ai consiglieri comunali del gruppo Puglia Popolare resta la disponibilità a recuperare un ordinato e proficuo dialogo con le forze di maggioranza.”

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