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Giornale di Taranto - Giornalista1

 Sono 4651 le persone che hanno compilato il modulo di autosegnalazione on line per dichiarare di essere rientrate in Puglia da Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio- Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Il dato, comunicato dalle Regione, è aggiornato alle 19 di oggi. In totale, dal 29 febbraio ad oggi, sono stati compilati 11468 moduli on line di autosegnalazione. Analizzando i dati si evince che negli ultimi due giorni le autodichiarazioni eseguite sul portale web della Regione Puglia sono più che raddoppiate. I pugliesi possono segnalare il loro rientro in Puglia dalle zone del Nord Italia dichiarate "Rosse" per emergenza coronavirus, anche telefonicamente al proprio medico curante. Chi è rientrato dalle zone indicate dal 7 marzo scorso per soggiornare nel proprio domicilio, abitazione o residenza in Puglia deve osservare, come da ordinanza della Regione Puglia, la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni e il divieto di spostamenti e viaggi, rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza. In caso di comparsa di sintomi si deve avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica territorialmente competente per ogni conseguente determinazione.

 “Al momento non si ravvisa nessuna particolare emergenza in rapporto al numero di casi: il sistema della Regione Puglia alla fine di questa settimana avrà 209 posti in terapia intensiva, dedicati esclusivamente all’emergenza Covid". Lo rende noto la Regione Puglia a seguito della riunione svoltasi oggi sull'emergenza pugliese per i posti di terapia intensiva alla presenza del presidente Michele Emiliano, del direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e del professor Pierluigi Lopalco, responsabile della struttura speciale di progetto Coordinamento regionale emergenze epidemiologiche. "Con questa disponibilità di posti si potrà far fronte a uno scenario ipotetico, calcolato sulla base dell’esperienza fatta in Lombardia, con circa 2000 infetti, di cui 1000 ricoverati in ospedale, dei quali 200 potrebbero avere bisogno di cure in terapia intensiva-rianimazione", si fa sapere. Questo numero, sempre secondo quanto comunica la Regione, potrà essere ulteriormente incrementato attraverso l’utilizzo di altri posti di rianimazione disponibili nella rete pubblica. "In questo modo il piano di emergenza - si assicura - non impatterà sulla normale operatività della rete di emergenza-urgenza. Infine, l’assistenza ai pazienti affetti da Covid-19 potrà contare su una dotazione di posti letto - al netto delle terapie intensive - esclusivamente dedicati alla patologia pari a 680 posti, ubicati presso il nuovo Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di Lecce, l’ospedale di Copertino e l’ente ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti. Si auspica che le rigorose azioni di contenimento organizzate e il rispetto delle regole possono consentire scenari di diffusione decisamente migliori”. 

Altri quattro positivi al Coronavirus in provincia di Foggia. Lo ha reso noto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro. Nella giornata di oggi sono stati effettuati 77 testi in tutta la regione Puglia: 65 sono risultati negativi e 12 positivi. Nello specifico sono risultati sei casi positivi  nella provincia di Bari, due in quella di Brindisi e 4 nella provincia di Foggia. Con i dati di oggi salgono a 56 i casi positivi registrati in Puglia per l’infezione da Covid-19 Coronavirus

 

La Polizia Locale impegnata in attività di controllo dei locali pubblici e di informazione ai cittadini provenienti dall'area a contenimento rafforzato. 

 

Le disposizioni governative finalizzate al contenimento della diffusione del COVID-19 rendono necessario un controllo diffuso sul territorio. 

 

“Molti i locali - fa sapere l’assessore alla polizia locale Gianni Cataldino - che hanno comunicato la sospensione delle attività ma va ancor più diffusa la consapevolezza della necessità di adeguarsi alle nome dettate dal governo. In tutti i bar, ristoranti e locali esclusi dalla chiusura imposta dal decreto, deve essere rispettata la distanza di un metro tra una persona e l'altra. È un momento difficile dal quale si uscirà con la responsabilità di ognuno. Vogliamo ricordare che per chi viola le norme del decreto e della circolare è prevista una sanzione per inosservanza di un provvedimento di un’autorità, punita con l’arresto fino a tre mesi o un ammenda fino a 206 euro (articolo 650 del codice penale), oppure nei casi più gravi una sanzione per delitti colposi contro la salute pubblica, con pene da sei mesi a dodici anni. Solo con il rispetto delle regole potremo presto tornare alla normalità e serenità che tutti auspichiamo”. 

Con una disposizione, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha limitato da oggi e sino al 3 aprile prossimo, a causa del Coronavirus, l’accesso del pubblico e di personale esterno alle sedi del Comune se non previo appuntamento e in presenza di motivazioni urgenti che non consentono di differire l’appuntamento. È fatto poi divieto di ingresso alle sedi di riunioni, sedute e incontri - presso uffici comunali e di commissioni consiliari - di soggetti che non abbiano ruolo istituzionale o ordinario specifico. Il sindaco di Taranto annuncia ulteriori misure a tutela del personale dipendente e dell’ente locale. Il rispetto delle disposizioni del sindaco in materia di Coronavirus è affidato alla Polizia municipale e al personale preposto alla guardiania e vigilanza delle sedi comunali. 

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha nominato con proprio decreto il professore Pietro Luigi Lopalco, originario di Mesagne, ordinario di Igiene all’università di Pisa, responsabile della struttura speciale di progetto “Coordinamento regionale emergenze epidemiologiche” in seno all’Aress, l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale. “In un momento difficile abbiamo schierato al nostro fianco, al fianco dei pugliesi, uno dei massimi esperti italiani per le gestione dell’emergenza coronavirus – dichiara Emiliano -. L’esperienza del professore Lopalco, eccellenza pugliese che torna da oggi a lavorare nella sua regione, ci darà un enorme aiuto ad implementare un sistema che protegga i cittadini e le cittadine da queste epidemie. Mano a mano riusciremo a mettere in piedi le procedure e le migliori pratiche a livello internazionale. La squadra pugliese, che sta dando il massimo, da oggi è ancora più forte e autorevole”. 

 

Pier Luigi Lopalco si è laureato all’Università di Bari. Dal 2005 al 2015 ha lavorato presso il Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC) a Stoccolma, dove è stato capo del programma per le malattie prevenibili da vaccino. Ha pubblicato oltre 170 articoli su riviste scientifiche accreditate nazionali ed internazionali. Recentemente ha contribuito alla sesta edizione del volume Vaccines di Plotkin S., Orenstein W., and Offit P. In Italia ha pubblicato insieme con Alberto Tozzi il libro di testo Epidemiologia Facile, Pensiero Scientifico Editore ed è coautore di #Comunicare i #vaccini per #salute pubblica, Edra Editore. Nel 2018 ha vinto il Premio Nazionale di divulgazione scientifica “Giancarlo Dosi” per il suo libro “Informati e Vaccinati” edito da Carocci. E' attivo su internet con il suo blog Adulti&Vaccinati. La struttura diretta da Pierluigi Lopalco si occuperà di supporto per la gestione dell’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19 attraverso l’individuazione e la condivisione delle migliori evidenze disponibili a livello internazionale e nazionale, supporto al gruppo di lavoro regionale per la predisposizione di un piano per la gestione delle pandemie. Ciò avverrà a partire dall’emergenza epidemiologica in corso, attraverso la definizione operativa di procedure fondate sulle evidenze di letteratura e linee guida disponibili a livello internazionale e nazionale, supporto per la definizione di un piano di implementazione del Sistema Sanitario Regionale della Puglia per affrontare in maniera adeguata e scientificamente fondata le emergenze epidemiologiche, a partire dalle strategie di prevenzione. 

 Al fine di prevenire il contagio da Coronavirus e rafforzare le misure di prevenzione e sicurezza, da oggi ArcelorMittal, ex Ilva, nello stabilimento siderurgico di Taranto, il più grande del gruppo in Italia, ha adottato nuove modalità per la distribuzione del pasto ai turnisti sugli impianti di produzione. Rivisti anche gli orari dell’accesso alle mense di stabilimento, riservate a dirigenti, quadri, impiegati e normalisti. Ciò per ridurre la concentrazione di presenze. La comunicazione è stata data anche ai sindacati. Gli 8.200 dipendenti diretti sono distribuiti su tre turni ma nel siderurgico sono presenti comunque migliaia di addetti ogni giorni. E così per la refezione ArcelorMittal ha disposto che tutti i dipendenti che prenoteranno il pasto scegliendo la soluzione del “pasto veicolato”, troveranno nel sacchetto anche una salviettina confezionata, sanificante-autoasciugante, monouso, “per la corretta igenizzazione delle mani”. Uno strumento - precisa l’azienda - “che non sostituisce, ma si aggiunge al necessario lavaggio delle mani: ricordiamo a tutti che il lavaggio e la disinfezione delle mani sono decisivi per prevenire l’infezione del virus Sars-CoV-2”. Il “pasto veicolato” è quello portato ai turnisti sugli impianti e i lavoratori lo scelgono al momento dell’ingresso in fabbrica.

    Rimodulate poi tutte le attuali pause pranzo nel siderurgico di Taranto. Quella 11.15-12.15 diventa  10.50-11.50 e riguarda sia fruitori della mensa ex Pla 1, che  i fruitori della mensa Acciaierie. Tra questi, specifica ArcelorMittal, il personale che appartiene alle aree Officine centrali manutenzione, Magazzino generale, Produzione gas e tecnici, Treno nastri 2, osserverà un diverso nuovo orario di pausa dalle 12.05- 13.05, fruendo del servizio esclusivamente presso la mensa ex Pla 1. Inoltre si determina che la pausa  12.30-13.30 diventa 13.15-14.15.

 Per coloro che effettuano la pausa pranzo nell’intervallo orario 12.30 - 13.30, il nuovo orario di refezione sarà 13.15 – 14.15 sia per i fruitori della mensa ex Pla 1, sia per quelli della mensa acciaieria.  Restano invariate le modalità di accompagnamento del personale mediante il trasporto interno. Si intende il trasferimento dai luoghi di lavoro alle mense e viceversa. Inoltre, create due ulteriori fasce orarie. Stabilita la pausa 12:15-13:15 (fascia 1) per quadri e dirigenti di Ingegneria, Ambiente e Sicurezza, Finance, Facilities, Risorse umane, Sistemi informativi, Vigilanza, Logistica, altri Enti di Staff e personale esterno autorizzato. C’è poi la fascia 2 (13:15-14:15) che interessa quadri e dirigenti delle aree Ghisa, Acciaierie, Laminazione, Servizi Ecologici, Energie e Am Energy, Qualità, Manutenzioni Centrali e Magazzini. “In fabbrica - dichiara ad AGI Vincenzo Laneve, coordinatore Fim Cisl - c’è ovviamente molta preoccupazione. Siamo raggiunti da molte telefonate di lavoratori che ci chiedono chiarimenti e assicurazioni. Il problema si pone soprattutto per le mense e per i trasporti interni, visto che i bus aziendali sono usati da centinaia di persone ogni giorno”. 

Misure che però Fiom Cgil e Usb ritengono insufficienti.

Il sindacato metalmeccanici ritiene "necessario un intervento, da parte dell'ente pubblico preposto al controllo, al fine di verificare la corretta attuazione di quanto previsto dai Dpcm e dalle ordinanze del presidente della Regione intervenuti, per il contenimento e la gestione dell'emergenza da Covid-19 nello stabilimento Arcelor Mittal". La Fiom Cgil afferma che la richiesta di incontro fatta all’azienda il 5 marzo per discutere sull'applicazione del Dpcm del 4 marzo è rimasta "ad oggi inevasa". "Nello specifico - dice la Fiom Cgil - abbiamo chiesto che la direzione di ArcelorMittal adotti idonee misure atte a non consentire l'ingresso del personale proveniente dalle zone di cui all'art. 1 del Dpcm dell’8.3.2020 che siano garantite le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti in cui è previsto una maggior affluenza di lavoratori, ovvero mense, refettori, spogliatoi, servizio sanitario e autobus interni e che le zone di assembramento siano gestite garantendo la distanza di 1 metro". Chiediamo inoltre - afferma ancora la Fiom Cgil - che tutti i dipendenti siano adeguatamente informati in relazione alle misure di prevenzione igienico sanitarie". 

Anche Usb prende posizione.

 

 “Le indicazioni diffuse dal Governo centrale e dal presidente della Regione, Michele Emiliano, mirate a contenere il Coronavirus, non sono del tutto rispettate all’interno della fabbrica”. Lo dice in materia di Coronavirus, riferendosi alla situazione presente nello stabilimento ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, il sindacato Usb. Per il coordinatore Franco Rizzo, “appaiono insufficienti gli accorgimenti che ArcelorMittal ha messo in campo. In fase di montaggio/smontaggio - dice Usb riferendosi all’avvicendamento sui turni di lavoro - ci sono moltissimi lavoratori alla stessa ora nei pullman”. “Negli spogliatoi - prosegue Usb - gli armadietti sono un accanto all’altro, quindi, inevitabilmente, non vengono osservate le distanze di sicurezza e si creano assembramenti. Centinaia e centinaia di lavoratori, diretti e dell’appalto, si ritrovano spesso molto vicini. Ci risulta inoltre che scarseggino le mascherine, disinfettanti e igienizzanti. Inoltre, per quel che riguarda il rifornimento delle merci in magazzino, entrano autotrasportatori provenienti da diversi luoghi”. “Opportuno - afferma ancora Usb - che ci si attivi, così come è stato appena fatto per le mense, anche nelle altre zone in cui è facile che i lavoratori si trovino a stretto contatto. Chiediamo l’intervento della Prefettura e della Questura perché vengano rispettate le disposizioni”. “Vorremmo vedere rigorosamente assicurato il controllo - conclude Usb - anche nello stabilimento siderurgico, così come accade da qualche giorno in città, dove polizia e carabinieri monitorano che negli esercizi commerciali locali tutto si svolga senza rischio di contagio per nessuno”. 

Anche all’esterno del carcere di Taranto questa mattina c’è stato un presidio di donne, parenti di detenuti, che ha protestato contro le nuove disposizioni in materia di visita ed accesso negli istituti penitenziari a causa del Coronavirus. Nessun incidente c’è però stato a Taranto. “Bonafede dove sei?” hanno gridato le donne. È ancora: “dateci spiegazioni, noi vogliamo spiegazioni, noi ci incateniamo fuori, da qui non ci muoviamo”.

    “Indulto, amnistia, fuori, ragazzi, se ci ascoltate da dentro, siamo con voi” hanno detto ancora. “Il detenuto deve avere informazioni dall’esterno, loro come percorso rieducativo devono avere un contatto con l’esterno - hanno proseguito le manifestanti -. Possiamo portare il pacco, fare il versamento per il denaro, ma non li possiamo vedere”.

“Nel porto di Taranto in questo momento l’attenzione è rivolta in particolare agli equipaggi delle navi mercantili. Speriamo, come purtroppo sta accadendo in altri porti, che non inizino ad arrivare anche le disdette delle navi da crociera che delocalizzano le toccate in altri Stati, in altri porti che non sono stati colpiti dal virus”. Lo ha detto Sergio Prete, presidente dell’Autorità di sistema portuale Mar Ionio, porto di Taranto. Manifestata infatti preoccupazione per le navi da crociera attese tra maggio e ottobre prossimi, visto che sia il 2020 che il 2021 si caratterizzano come anni positivi per lo scalo pugliese con un aumento di navi e di passeggeri in arrivo, così come di importanti compagnie che per la prima volta hanno deciso di scalare Taranto. “La situazione - ha aggiunto il presidente Prete - è monitorata a livello nazionale. Le federazioni dell’intero comparto della logistica e dei trasporti sono a diretto contatto con la presidenza del Consiglio e col ministero Infrastrutture e trasporti. Chiaramente, ci sono misure molto più rigide per le aree che sono rientrate in quelle cosiddette rosse, dove ci sono situazioni molto forti, ed altre che al momento hanno prescrizioni più flessibili ma di grande attenzione”. “Si è evidenziato - ha concluso Prete - che l’attività di circolazione delle merci debba continuare ma con un’attività di monitoraggio molto importante e sui soggetti che espletano queste attività”.

 ”A partire da domani mattina, saranno dedicati al Coronavirus i numeri 099 4585 935 / 982 / 984 / 016 della Struttura Comunicazione e Informazione Istituzionale, Ufficio Relazioni con il Pubblico Asl Taranto. Il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 17:30, il sabato dalle 8:30 alle 13:00”. Lo annuncia Asl Taranto nell’ambito delle misure adottate per il Coronavirus. Il nuovo servizio, spiega Asl Taranto, è “dedicato ai cittadini che vorranno avere informazioni primarie e chiarimenti sul Coronavirus, le procedure da adottare e le misure poste in essere”. “Il servizio - spiega Asl Taranto - vuole permettere ai cittadini l’accesso a una corretta informazione e, quindi, l’adozione di misure e comportamenti corretti per prevenire e gestire l’emergenza COVID-19. Il servizio, gestito dalla Struttura Comunicazione e Informazione Istituzionale, Ufficio Relazioni con il Pubblico, si affianca alle altre attività dell’ufficio e serve a potenziare gli strumenti attivati dalla Regione Puglia”. Asl Taranto infatti rammenta che resta attivo il numero verde regionale 800-713931 (tutti i giorni dalle 8:00 alle 22:00) e che, per informazioni generali sul Coronavirus, sulle misure in atto e sui numeri da contattare per segnalare il transito o il contatto con persone provenienti da aree a rischio, è online la sezione del portale istituzionale: regione.puglia.it/coronavirus . 

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