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Giornale di Taranto - Giornalista1

 È la nipote del paziente 1 di Torricella (Ta) il nuovo caso positivo al Coronavirus riscontrato stasera in provincia di Taranto così come comunicato dalla Regione Puglia. A quanto pare, il contagio sarebbe stato trasmesso dal padre, che è fratello del paziente 1. L’uomo ha contratto il contagio quando, nei giorni scorsi, è andato a prelevare dall’aeroporto di Brindisi il fratello che tornava dal Nord, dalla zona di Codogno in particolare, per portarlo a casa a Torricella. L’uomo si era recato al Nord per motivi di famiglia:visita alla madre, che poi non ha potuto fare, ricoverata in una struttura in quanto affetta da Alzhaimer (la donna è deceduta qualche giorno fa). Per il tampone fatto alla giovane di Torricella, si attende ora, così come per tutti gli altri tamponi risultati positivi al primo esame, la conferma dell’Istituto superiore di Sanità . Lo zio della ragazza, il paziente 1, va intanto migliorando ed è ancora ricoverato nel reparto Infettivi dell’ospedale Moscati di Taranto, mentre la moglie, pur migliorando, è ancora ricoverata in Rianimazione. Quest’ultima donna é stata ricoverata qualche giorno fa a causa di una crisi respiratoria che l’ha colpita nella sua casa di Torricella, crisi respiratoria che si è innestata su patologie pregresse.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro ha reso noto che sino alle 19, sono stati effettuati 140 test in tutta la regione per l’infezione da Covid-19 Coronavirus. Di questi,   115 sono risultati negativi e 25 positivi. Quattro casi positivi sono in provincia di Bari, 2 in provincia Bat, 9 in provincia di Brindisi; 9 in provincia di Foggia, nessuno in provincia di Lecce, uno in provincia di Taranto.  Con questo aggiornamento salgono a 90 i casi positivi registrati in Puglia per l’infezione da Covid-19 Coronavirus. Tutti i test positivi verranno inviati all’Istituto superiore di sanità per la conferma di seconda istanza. I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

“ArcelorMittal non intende per ora ridurre la marcia degli impianti siderurgici di Taranto, questa è infatti la richiesta che abbiamo fatto oggi all’azienda ma non abbiamo avuto alcuna risposta”. Lo dichiara ad AGI il segretario Uilm, Antonio Talò. “Era collegata con la nostra riunione, via Skype, anche l’amministratore delegato ArcelorMittal, Lucia Morselli, che ci ha detto che per la prima volta ha sentito il sindacato parlare di frenata produttiva degli impianti. Ma la prendiamo per una provocazione - rileva Talò - perché la situazione, invece, è molto seria. La riduzione della marcia degli impianti, per noi, è l’unico rimedio serio e concreto per avere meno presenze in fabbrica, evitare assembramenti e sfoltire l’afflusso nelle mense e negli spogliatoi. Ma ArcelorMittal ha manifestato indisponibilità”. Per Talò, “l’azienda ha prospettato un percorso che prevede soluzioni che, secondo noi, sono impraticabili. Tra queste, quella di far smontare prima il personale normalista che oggi entra nel siderurgico alle 7 ed esce alle 16. L’azienda - dichiara Talò - vorrebbe per questi lavoratori applicare delle rotazioni e farli uscire in orari diversi. La riteniamo una soluzione insufficiente oltreché arruffata”.

 

“Sosteniamo che per la grandezza dell’area del siderurgico, per la complessità delle lavorazioni, per l’elevato numero di persone che frequenta la fabbrica tra diretti e indiretti, bisogna necessariamente rallentare l’attività produttiva”rimarca Talò della Uil, ricordando che ArcelorMittal ha a Taranto 8.200 diretti, più alcune migliaia dell’indotto-appalto che entrano in fabbrica ogni giorno per lavori e forniture. “Domani alle 10 ci rivedremo per un nuovo punto di situazione - annuncia Talò -. Non trascuriamo che l’Oms oggi ha parlato di pandemia e questo ci spinge ad innalzare il livello della sicurezza”. Francesco Brigati, della Fiom Cgil, dichiara ad AGI che “ArcelorMittal non ne vuole sapere di rallentare la marcia degli impianti in modo da avere meno persone in stabilimento e noi oggi abbiamo detto che l’azienda non sta rispettando le direttive  del Dpcm del 9 marzo. Quelle direttive non sono garantire, si sta creando caos sia nell’arrivo ed uscita dei lavoratori che nei loro movimenti in fabbrica. Non possiamo accettare - sostiene Brigati - che la questione sia affrontata con molta leggerezza anche perché abbiamo casi positivi di Coronavirus nel Brindisino, a Francavilla Fontana in particolare, che é alle porte della provincia di Taranto, e molti lavoratori arrivano proprio da qui in ArcelorMittal”. “Ci risulta che oggi ArcelorMittal abbia avuto un incontro con lo Spesal Asl di Taranto, ma chi ha partecipato alla riunione - conclude Brigati - non era al tavolo con noi, per cui nemmeno abbiamo potuto sapere cosa si sono detti e cosa l’Asl ha chiesto all’azienda”

Sono molte le telefonate che da martedì scorso a stasera sono giunte ai quattro numeri telefonici che Asl Taranto ha attivato per fornire informazioni e assistenza sul Coronavirus, relativamente alla parte sanitaria. “Ci stanno chiamando da tante parti - spiegano fonti Asl - e le domande prevalenti riguardano la possibilità di venire eventualmente in Puglia, la quarantena cui sottoporsi e cosa fare, e quali precauzioni adottare, con i propri figli e parenti che nei giorni scorsi sono rientrati a casa dal Nord”. Fonti Asl annunciano che sono in corso le verifiche su alcuni tamponi fatti nell’area di Taranto e il primo riscontro è atteso nelle prossime ore dall’Istituto di Igiene dell’Università di Bari. C’è un po’ di preoccupazione per la situazione che si sta palesando in provincia di Brindisi, attigua a quella di Taranto. Nello specifico, a Francavilla Fontana, Comune a qualche decina di chilometri da Grottaglie nel Tarantino, dove è risultata positiva un’insegnante di scuola superiore ora ricoverata al Perrino di Brindisi.

 

Da rilevare che da Francavilla Fontana molti sono anche i lavoratori che arrivano a Taranto sia nel siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, che nelle imprese dell’indotto. Oggi ArcelorMittal ha tenuto una nuova riunione con i sindacati per un punto di situazione sul Coronavirus e fonti sindacali spiegano che al momento non sono state prese decisioni. Domani intanto Asl Taranto, attraverso il Dipartimento di Prevenzione, diffonderà una serie di regole cui devono attenersi i lavoratori e le aziende dell’area industriale. Il Comune di Taranto, intanto, dichiara che in stretto coordinamento con la Questura di Taranto e le altre Forze dell'Ordine, “si sta provvedendo ad intensificare i controlli presso esercizi commerciali e luoghi pubblici, oltre che ad arricchire il programma di sanificazione di strade, edifici e mezzi comunali”. Il sindaco di Taranto ha  rappresentato alla struttura dello Spesal-Asl le denunce ricevute a vario titolo da lavoratori e organizzazioni sindacali rispetto a presunte mancate osservanze del protocollo Covid-19 nella zona industriale. Gli organismi competenti, in queste ore, “sono in azione per le verifiche del caso e per sensibilizzare adeguatamente tutti i datori di lavoro interessati”. 

 Un medico e un infermiere in servizio all’ospedale di Ostuni (Br) sono positivi al test del coronavirus: ne ha dato notizia il sindaco Guglielmo Cavallo, spiegando che gli operatori sono in isolamento. Il contagio sarebbe avvenuto a causa del primo paziente risultato positivo in quell’ospedale. “La Asl sta operando le consuete indagini per mettere in quarantena tutte le persone che hanno avuto contatto con i contagiati - ha detto Cavallo - Siamo nel pieno della battaglia ed ora più che mai è necessario seguire le indicazioni che ci siamo dati”. IN totale sono sette gli operatori sanitari messi in quarantena ma verifiche sono in corso in tutti i reparti e non si esclude che il numero delle persone da mettere in quarantena possa aumentare.

Medici e farmacisti in Puglia fanno sentire la loro voce sull’emergenza coronavirus e chiedono maggiori tutele.

Continuano ad arrivare segnalazioni da parte dei medici in servizio negli ospedali della provincia di Bari sulla carenza dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici e occhiali), con personale già in quarantena per l’esposizione non protetta”. L'allarme arriva da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo, che ieri ha reiterato ai direttori generali e sanitari delle strutture della provincia barese la richiesta di conoscere se i dispositivi siano stati distribuiti a tutti gli operatori, “per consentire loro di lavorare in sicurezza”. “Ci troviamo in una situazione drammatica - aggiunge Anelli - ogni giorno dobbiamo fare la conta dei colleghi contagiati e, nel migliore dei casi, costretti alla quarantena. Praticamente è come combattere in prima linea disarmati”.

    Già il 24 febbraio scorso, l’Ordine dei medici aveva inviato una richiesta di chiarimenti all’Asl e alle altre strutture sanitarie, sollecitando la distribuzione a tappeto di mascherine, camici e occhiali. “Non assicurare la sicurezza del personale rischia di vanificare tutti gli sforzi che si stanno attuando in queste ore - spiega il presidente - il decreto legge 14/2020 infatti ha previsto misure straordinarie di reclutamento del personale sanitario per rafforzare il Servizio sanitario nazionale che perderebbero di efficacia in tal senso se invece dovessero servire per sostituire, e non per aumentare, il personale attualmente impegnato ed esposto al contagio per mancanza dei dispositivi di protezione individuale. Anche l’implementazione delle nuove misure organizzative sul territorio (Unità speciali di continuità assistenziale), pensate per gestire in maniera appropriata la domiciliarità in questa fase di emergenza, non può essere pregiudicata da un insufficiente equipaggiamento”.

 

 I farmacisti pugliesi, attraverso la Consulta regionale degli Ordini dei Farmacisti della Puglia, chiedono al governo regionale provvedimenti urgenti per fronteggiare l’emergenza Covid-19 a tutela della salute dei cittadini, dei farmacisti e dei loro collaboratori. A darne notizia il presidente dell’Ordine di Bari e Bat, Luigi d’Ambrosio Lettieri. In una lettera inviata al presidente della giunta regionale, Michele Emiliano e al direttore del dipartimento per la Salute, Vito Montanaro, infatti, i presidenti degli Ordini delle sei province pugliesi chiedono l’adozione tempestiva di apposite disposizioni per stabilire, in modo omogeneo sull’intero territorio regionale e con gradualità applicativa rapportata alla diffusione dei casi di contagio, le modalità per la protezione dei farmacisti e dei loro collaboratori, atteso il loro maggiore livello di esposizione al rischio di contagio; l’accesso al servizio farmaceutico con modalità atte a evitare assembramenti e garantire una distanza minima di sicurezza, ricorrendo a norme derogatorie della legge regionale 5/2014 per consentire, in via straordinaria, facoltativa e limitata al periodo di durata dell’emergenza, l’erogazione del servizio a battenti chiusi, in analogia con quanto già stabilito nella Regione Lombardia; la dotazione ai farmacisti e ai lori collaboratori di dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici e guanti).

 

 Infine, i farmacisti chiedono iniziative adeguate per agevolare le modalità di prescrizione e dispensazione dei medicinali, d’intesa con Federfarma e con le rappresentanze professionali e sindacali dei medici, nel rispetto delle disposizioni in materia di privacy e del diritto di libera scelta della farmacia da parte del cittadino. “La farmacia e i farmacisti – dichiara D’Ambrosio Lettieri – sono e restano in prima linea al servizio dei cittadini. Siamo in campo, consapevoli di essere un avamposto importante sul territorio all’interno del sistema sanitario regionale”. La Consulta degli Ordini con la voce del Presidente Francesco Settembrini conferma “la massima collaborazione e il concreto sostegno per consentire un più efficace governo della difficile emergenza che l’intero Paese è chiamato a vivere e che la Regione Puglia sta affrontando con impegno e responsabilità. Tutti i Farmacisti, sul territorio, negli ospedali, nei servizi farmaceutici, negli esercizi di vicinato, nelle case di cura, unitamente ai loro collaboratori – dicono i presidenti degli Ordini dei Farmacisti pugliesi - sono a lavoro con competenza e generosa disponibilità e garantiscono ogni giorno il massimo impegno per tutelare la salute delle persone. Le Farmacie di comunità sono, oggi più che mai, riferimenti fondamentali del sistema sanitario territoriale: una capillare rete di servizio professionale qualificato che è fondamentale sia per garantire l’erogazione delle prestazioni farmaceutiche che per assicurare ai cittadini la conoscenza e la comprensione di comportamenti virtuosi e il rispetto delle disposizioni impartite per contrastare la diffusione dell’epidemia”. Nelle farmacie pugliesi i cittadini potranno trovare anche un prezioso vademecum psicologico, realizzato dall’Ordine degli Psicologi in collaborazione con la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, che offre una serie di consigli e indicazioni su come gestire la paura provocata dall’attuale situazione di emergenza sanitaria.

Con ordinanza sindacale, a Taranto, per il Coronavirus, sono stati chiusi i mercati settimanali, mentre i mercati rionali e all'ingrosso saranno aperti con accesso contingentato “perché venga rispettata la distanza di un metro tra le persone”. Lo ha deciso il Comune di Taranto. “Parchi e ville cittadine - dichiara il Comune di Taranto - possono essere frequentati evitando assembramento e limitando le distanze. Per parrucchieri, barbieri e centri di estetica è prevista la chiusura se non può essere rispettata la distanza prescritta di un metro”. “Più in generale - sostiene il Comune di Taranto - la tendenza dei prossimi giorni sarà consentire il commercio di alimentari e farmacie limitando al massimo tutti gli altri esercizi pubblici. Da martedì sera - si puntualizza - i controlli riguardano anche la chiusura degli esercizi di ristorazione dopo le 18. Tale limitazione riguarda tutti i tipi di ristorazione compresa quella ambulante e fino alle 6 del mattino potrà essere reso esclusivamente il servizio di consegna a domicilio consentito, a esercizio chiuso, con ordinazione telefonica”.

Intanto Confcommercio ha lanciato un’iniziativa che mira a responsabilizzare gli esercenti.

 “Quest’attività resta CHIUSA per senso di responsabilità verso la nostra comunità #iorestoacasa”. È il testo della locandina che, per il Coronavirus, Confcommercio Taranto sta distribuendo a tutti i propri associati. Il termine “chiusa” riferito alle attività commerciali è messo tutto in maiuscolo per renderlo bene evidente. Non manca poi il richiamo allo slogan di questi giorni, relativo alla necessità di restare a casa. A Taranto e provincia, dunque, si va verso una chiusura generalizzata dei negozi, esclusi quelli di generi alimentari, i supermercati e le farmacie. Questa mattina, prima ancora che Confcommercio decidesse di fare una locandina unica per tutti gli esercizi, già diversi operatori, soprattutto del settore bar, hanno annunciato “per rispetto ai clienti e ai cittadini” la chiusura delle loro attività sino a nuova data. 

Graziano Zingarello, dipendente ArcelorMittal, ha ricevuto oggi la lettera di licenziamento dall’azienda “in quanto per ArcelorMittal avrebbe girato lui il video che riprende il lavoratore dimenticato a 80 metri di altezza il 16 febbraio scorso”. Lo annuncia il sindacato Usb. Zingarello, nelle scorse settimane, ha filmato un operaio di una impresa appaltatrice rimasto solo sulla copertura di uno dei due parchi minerali, quello fossile. Il filmato è stato girato anche al ministro dello Sviluppo economico, Sergio Patuanelli. A quanto pare, l’operaio dell’impresa terza sarebbe tornato sulla copertura, in fase di allestimento, per recuperare lo zainetto personale ma l’Usb parla invece di “grave ed irresponsabile dimenticanza”. Per Franco Rizzo, coordinatore del sindacato Usb, da parte di ArcelorMittal non vi è  “nessuna prova alla base della motivazione addotta dall’azienda e nessuna considerazione della situazione particolare di un dipendente che vive al rione Tamburi. Oltre il danno, la beffa”. Per l’Usb, “la multinazionale, abituata a procedere senza alcun rispetto per i lavoratori, senza confronto col sindacato, intende imporre il silenzio e creare un clima di paura. Ha, dalla sua parte - sostiene Usb -, una politica complice, interessata unicamente ad assecondare le logiche di profitto dell’azienda”. Prima del licenziamento, il lavoratore in questione aveva ricevuto un provvedimento disciplinare sotto forma di sospensione dal lavoro. 

 

Con la delibera di adozione approvata durante la giunta del 6 marzo si potrà dare avvio agli incontri e al confronto con associazioni di categoria, organizzazioni e cittadini interessati, per raccogliere osservazioni e suggerimenti ed arrivare con piani di dettaglio definiti alla discussione e approvazione in Consiglio Comunale.

 

“Dopo PUMS, DPP, e tutte le pianificazioni poste in essere dall’amministrazione - fa sapere il Sindaco Melucci - un altro tassello di quell’Ecosistema Taranto che raccoglie in sé tutte le azioni utili al rilancio della nostra città. Non è un caso che  l’elaborazione del Piano sia stata condivisa con l’assessore all’Urbanistica Ressa che al contempo con la sua direzione sta lavorando alla pianificazione dell’entroterra, in una strategia complessiva che guarda a costa ed entroterra come un sistema unico”.

 

“Un lungo lavoro - interviene l’assessore Gianni Cataldino - che ha visto impegnata la direzione Sviluppo Economico partire da un’analisi dell’esistente per poi in una prima fase allineare le concessioni demaniali di competenza comunale e adeguare il sistema informatico ministeriale SID alla documentazione cartacea.

Importante è stato anche lavorare sulle concessioni per la mitilicoltura esistenti nel Mar Piccolo in stretta collaborazione con il Commissario Straordinario per le Bonifiche Dott. Ssa Corbelli e il suo staff che a settembre 2019 ha ufficialmente consegnato all’Amministrazione comunale l’intera documentazione frutto di un lavoro comune che ha definito una nuova perimetrazione della maglia produttiva della mitilicoltura nel I e II seno Mar Piccolo e in Mar Grande per promuovere una pianificazione sostenibile ed efficiente degli specchi acquei”.

 

“Ma è tutto il Piano - conclude il sindaco - che muove lungo gli assi portanti della valorizzazione della nostra costa in termini di rilancio turistico, produttivo e di tutela ambientale. La nostra volontà di attivare subito il confronto con la città per poter arrivare in Consiglio in tempi stretti deve fare i conti con la situazione determinata dalla epidemia Covid 19, ma non appena si determineranno le condizioni utili annunceremo le date delle tre giornate di confronto cittadino”.

Il pronto soccorso dell'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese, è stato chiuso stamattina, dopo che un medico che vi presta servizio è risultato positivo al test del coronavirus. L'annuncio è del sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, che invita coloro hanno bisogno "di cure immediate" a rivolgersi "ai pronto soccorso di Altamura, Bari, Putignano".  Gli altri operatori sanitari che hanno avuto contatti con il medico positivo saranno sottoposti a tampone e gli ambienti sanificati. Ieri era stata disposta la chiusura del pronto soccorso e del reparto di Ginecologia della clinica convenzionata Mater Dei, nella quale lunedì era arrivata una paziente poi risultata positiva al virus. In Puglia, stando ai dati del bollettino della Regione, sono al momento 65 le persone contagiate dal virus e 5 quelle decedute. L'ultima vittima è  un uomo di 90 anni, deceduto martedì sera al Policlinico degli Ospedali Riuniti di Foggia.

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