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Giornale di Taranto - Giornalista1

“La linea adottata dalla società è stata da subito quella di adeguarsi, al più elevato standard, alle misure che il Governo ha previsto sia in generale che per gli ambienti di lavoro con i vari Dpcm, che si sono susseguiti”, da quello del 21 febbraio a quello dell’11 marzo. Lo scrive stasera il direttore delle Risorse umane di ArcelorMittal, Arturo Ferrucci, rispondendo alla lettera che in materia di Coronavirus gli aveva inoltrato oggi il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro. Questi gli aveva prospettato l’opportunità di ricorrere anche a misure drastiche sul piano organizzativo e gestionale della fabbrica per tutelare salute e sicurezza del personale interno ed esterno. Ferrucci ora scrive per conoscenza anche al premier Giuseppe Conte. ArcelorMittal assicura di aver attuato tutte le “misure urgenti” per contrastare il contagio da Coronavirus “al fine di tutelare la salute dei lavoratori” e di aver  costituito un comitato ad hoc, con al vertice l’amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, “con la finalità di definire le misure necessarie” ed “assicurarne la gestione”. Si fa poi riferimento nella lettera aziendale alla task force sanitaria già costituita da giorni in azienda e all’intensificazione dei piani di sanificazione e igienizzazione degli ambienti del siderurgico. “Riteniamo, tramite le misure adottate - scrive ancora Ferrucci -,di aver creato le condizioni per consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa sia da parte dei nostri dipendenti sia da parte dei dipendenti e dei collaboratori delle aziende nostre fornitrici o appaltatrici. Respingiamo fermamente - afferma Ferrucci - tutte le accuse e i rilievi mossi al riguardo nei confronti della nostra società”. “Ribadiamo la nostra comprensione per le preoccupazioni espresse” ma ArcelorMittal, conclude Ferrucci, “intende rassicurare ogni interlocutore istituzionale , ed in primo luogo le proprie maestranze e le maestranze di tutti i suoi fornitori ed appaltatori, di essere pienamente adempiente alle disposizioni normative specificatamente previste per contrastare la diffusione del Covid 19”.

Arturo Ferrucci, risponde con un’altra lettera anche alla parlamentare M5S di Taranto, Rosalba De Giorgi. La deputata in mattinata aveva scritto in materia di Coronavirus - e sollecitando adeguate tutele dei lavoratori - all’ad Lucia Morselli. La lettera inviata da ArcelorMittal a De Giorgi e sostanzialmente analoga a quella trasmessa a Confindustria Taranto.  Vengono ribaditi gli interventi messi in campo dall’azienda siderurgica, le iniziative adottate e gli impegni presi in attuazione dei diversi Dpcm per quanto attiene il contrasto al Coronavirus. ArcelorMittal ribadisce anche all’esponente M5S “di essere pienamente adempiente alle disposizioni normative specificatamente previste per contrastare la diffusione del Covid 19”. Questo, assicura l’azienda, sia per il personale dipendente che per quello delle imprese esterne appaltatrici.

 ArcelorMittal Italia, quindi, non comprende le ragioni dello sciopero che hanno dichiarato i sindacati metalmeccanici perché contestano all’azienda siderurgica mancate risposte e mancati interventi in tema di contrasto al coronavirus. L’azienda - si apprende - ha fatto e sta facendo quanto possibile per tutelare la salute dei suoi lavoratori cosi come previsto dai vari decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri negli ultimi giorni.

   Domani in ArcelorMittal - si apprende ancora - arriveranno i termometri digitali per la misurazione della temperatura, misura adottata nonostante la mancata adesione dei sindacati. 

 

Già dall’inizio di questa settimana, inoltre, in ArcelorMittal sono state intensificate le attività di sanificazione in tutti i principali luoghi di aggregazione e transito del personale ed è stato altresì avviato lo smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte a distanza nonché la sospensione di quelle ritenute non indispensabili alla produzione. Oltre al fatto che è attivo sette giorni su sette ed h24, si apprende ancora, il presidio medico-infermieristico all’interno dello stabilimento di Taranto. Tutte le iniziative adottate , come ad esempio il contingentamento dei dipendenti sui pullman interni, sono pubblicamente consultabili - si apprende - perché sono state oggetto di specifiche comunicazioni disponibili sul sito della azienda.

 

   Arcelor Mittal, quindi, non si spiega le ragioni dello sciopero indetto dai metalmeccanici che chiedono il rispetto di misure che saranno peraltro discusse ancora domani mattina nel corso della video conferenza con il premier Giuseppe Conte e gli stessi sindacati e le associazioni industriali, convocata proprio per discutere dei protocolli di sicurezza da adottare nelle fabbriche. ArcelorMittal, tuttavia, assicura fin da ora la propria adesione a tutte le misure che verranno adottate garantendone fin da ora la loro piena implementazione. Da rilevare che Fim Cisl e Usb hanno promosso lo sciopero da domani sino alle 23 del 22 marzo mentre Fiom Cgil e Uilm lo hanno promosso dal 16 al 22 marzo ma comunque lo subordinano agli esiti di una autoconvocazione che le due sigle sindacali faranno domattina in Prefettura a Taranto. 

Abbiamo appena terminato la riunione in videoconferenza tra la task force regionale per l’emergenza Coronavirus e i vertici della società farmaceutica Roche, alla presenza del prof. Pier Luigi Lopalco. - è quanto si legge in un messaggio diffuso via fb dal governatore della Puglia Michele Emiliano - Abbiamo deciso di accogliere l’offerta  dell’amministratore delegato della società Roche per ricevere gratuitamente il farmaco “Tocilizumab”, che ha mostrato promettenti caratteristiche di efficacia in un gruppo selezionato di pazienti con Covid-19 Coronavirus, nell’impedire la progressione della malattia verso le forme più gravi. 

Ieri sera ho parlato con il prof. Miscio dell’Ospedale Pascali di Napoli che mi ha dato informazioni sull’utilizzo di questo farmaco e sulla disponibilità della casa produttrice a fornircelo. Sono stati proprio dei medici napoletani, ispirati da uno studio dei medici cinesi, ad avere questa intuizione che speriamo dia buoni risultati. In meno di 24 ore la sanità pugliese ha chiuso l’accordo.

 “Come mai gli ultimi due nuovi casi (pazienti di Massafra e Torricella) colpiti da “sindrome di respirazione acuta” (Covid-19) erano ricoverati al reparto di Medicina del Santissima Annunziata e solo (molto) successivamente trasferiti al Moscati, dipartimento di Malattie infettive?” È la domanda che l’ex deputato Pd Ludovico Vico rivolge all’Asl Taranto in materia di coronavirus. 

 

Sapendo che la lotta al contagio la si sta facendo con il decreto governativo #iorestoacasa, che prevede la chiusura degli ambulatori ospedalieri, la sospensione degli interventi programmati chirurgici ed il rispetto di una procedura ineccepibile per l’eventuale ricovero di una persona sospetta di contagio, come si è arrivati ad una situazione di tale gravità?”, domanda ancora l’ex parlamentare Dem. E inoltre “che cosa è successo per arrivare alla sanificazione del reparto di medicina del SS.Annunziata e la conseguente messa in quarantena del personale medico, infermieristico ed ausiliario, nonché dei 56 pazienti (30 donne e 26 uomini) ricoverati?”.

   Vico avanza tre richieste ad Asl Taranto, conferenza dei sindaci di Taranto e Regione Puglia. In primo luogo, chiede “quale è il Piano di prevenzione e a che punto è lo stato di intervento sanitario nella provincia di Taranto per contrastare il contagio Covid-19?”. Inoltre “quanti sono i posti letto, già disponibili, per la Terapia intensiva? Perché  non riapre Castellaneta a seguito degli impegni che la Asl ha assunto alcuni mesi fa con le associazioni e i cittadini della zona occidentale?”. E infine "perché non riaprire il Pronto Soccorso del Moscati di Taranto e del San Marco di Grottaglie e rendere operativa l’unica struttura moderna disponibile del presidio di Mottola?”. (agi)

 Salgono a 108 i casi positivi da coronavirus in Puglia. Lo ha reso noto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro. Nella giornata di oggi sono stati effettuati 253 test in tutta la regione per l'infezione da Covid-19, e i positivi sono risultati 18.

   I casi positivi nella regione sono cosi suddivisi: 6 in provincia di Bari; 2 nella provincia Bat (Barletta, Andria, Trani, ndr); uno nella provincia di Brindisi; uno in quella di Foggia; 6 in quella di Lecce e due nel Tarantino. Tutti i test positivi verranno inviati all'Istituto superiore di sanità per la conferma di seconda istanza.

A fronte di Fim Cisl e di Usb che a seguito delle mancate risposte di ArcelorMittal sul Coronavirus sono già partite con lo sciopero da domani sino alle 23 del 22 marzo, Fiom Cgil e Uilm subordinano lo sciopero agli esiti di un incontro col prefetto di Taranto nella giornata di domani quando i due sindacati metalmeccanici si autoconvocheranno in Prefettura. Fiom Cgil e Uilm, dopo l’incontro odierno con ArcelorMittal a Taranto sulle misure da adottare per il Coronavirus, “hanno ribadito la necessità di attuare una drastica riduzione del numero di personale in fabbrica con la conseguente riduzione di tutti gli impianti. La stessa riduzione della marcia - dicono - si rende necessaria in quanto riteniamo non applicate le misure restrittive previste dai Dpcm emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Arcelor Mittal - affermano i due sindacati - si è presentata al tavolo con proposte inadeguate e soprattutto non dando risposte alle esigenze poste dalle organizzazioni sindacali negli ultimi giorni”. Fiom Cgil e Uilm “ritengono irresponsabile l’atteggiamento della multinazionale che, a fronte di una situazione drammatica, continua a far prevalere la produzione alla salute dei lavoratori diretti e indiretti di ArcelorMittal”.  “In questi giorni - dicono ancora - non ci siamo limitati semplicemente ad interloquire con l’azienda e abbiamo provato incessantemente a chiedere interventi sia al prefetto di Taranto , che alle istituzioni preposte alla prevenzione da contagio da Covid-19 senza aver ricevuto nessun riscontro”. Per Fiom Cgil e Uilm, c’è “evidente rischio da contagio da Covid 19 in assenza di scarse misure adottate ad oggi dall’azienda”. “In assenza di risposte da parte dell’azienda e delle istituzioni locali e nazionali che garantisca, di fatto, una copertura normativa e salariale, dichiariamo da subito - annunciano Fiom Cgil e Uilm - l’astensione unilaterale delle attività come forma di autotutela. Il tutto si rende necessario ad evitare il contagio di Coronavirus  in quanto l’azienda, a tutt’oggi, è inadempiente sull’applicazione delle misure contenute all’interno del Dpcm”. Fiom e Uilm annunciano infine che “in assenza di interventi mirati e immediati, proclameranno uno sciopero dello stabilimento siderurgico di Taranto a far data dal 16.3.2020 fino a domenica 22 marzo”. 

Il governatore ha annunciato un piano di assunzioni straordinarie per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. "Arrivano i rinforzi nei reparti e nelle corsie dei nostri ospedali. È partito in tutta la Puglia il piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri e operatori sanitari per fronteggiare l'emergenza Covid 19. I primi contratti sono già stati firmati, si procede ovunque con celerità, lavoriamo per potenziare lo straordinario esercito di donne e di uomini che si stanno prendendo cura della salute dei pugliesi": 

Tutte le aziende hanno in corso la firma dei contratti.

"I dati che comunichiamo oggi sono in continuo aggiornamento e vanno letti su scala regionale, nel senso che il personale sarà dislocato dove più serve secondo la strategia di contrasto al Covid19 definita dalla task force. Siamo solo all'inizio. Come è noto abbiamo formalizzato al Governo la richiesta di poter sbloccare assunzioni di medici, infermieri e OSS per 2539 unità. Nel frattempo ci siamo comunque portati avanti con il lavoro. Esattamente come abbiamo fatto con le forniture dei dispositivi di protezione individuale per garantire a chi si trova in prima linea negli ospedali di lavorare in sicurezza e senza rischi".

 

È partita oggi infatti la distribuzione a tutte le aziende sanitarie della Regione della prima tranche - 20mila pezzi - della fornitura di 500mila dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per far fronte alle esigenze del sistema sanitario regionale, tutelare gli operatori dall'esposizione a rischio biologico (operatori di 118 e Pronto Soccorso, personale dei reparti di Malattie Infettive, Anestesia e Rianimazione, Pneumologia e Medicina interna). A questo ordine si aggiunferanno le forniture della Protezione civile acquistate attraverso il sistema Consip.

Il coordinamento della fase successiva al reclutamento è affidato al Direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, che sulla base delle esigenze connesse al programma di attivazione del Piano CoVid19, nonché sulla base delle esigenze straordinarie di ciascuna  azienda potrà "dirottare" l'applicazione delle diverse figure professionali verso le aziende con maggiori esigenze.

Ecco come saranno distribuite queste risorse all’Asl di Taranto.

Alla Asl di Taranto sono stati assunti per l'emergenza coronavirus 7 operatori sanitari per l'ospedale Moscati, e altri 3 per gli ospedali SS. Annunziata, Castellaneta e Manduria. In arrivo anche 8 infermieri che dal 16 marzo prenderanno servizio al SS. Annunziata e al Moscati.

Per coprire tutti gli altri posti sono state inviate più di 500 inviti sia agli infermieri che agli operatori sanitari (complessivamente più di 1.000 inviti). Si conta dal 17 marzo di soddisfare tutte le richieste di operatori sanitari e infermieri arrivate dalle strutture.

Le altre assunzioni in corso riguardano: 1 tecnico di radiologia, 1 cardiologo e 1 anestesista per Castellaneta, 1 pneumologo per il Moscati. Domani andranno in servizio due medici militari per la pediatria e due ginecologi per il SS. Annunziata. 1 tecnico di radiologia sarà in servizio da aprile.

L’Asl Taranto ha disposto la sanificazione di ambienti dell'ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto - è il nosocomio centrale della città - in relazione a due casi di Coronavirus. A seguito di due casi di pazienti portatori di Covid-19 transitati e ricoverati nel reparto di Medicina presso del “Santissima Annunziata” di Taranto, già trasferiti presso il Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “San Giuseppe Moscati”, sempre a Taranto, sono stati organizzati - annuncia Asl - i controlli medici previsti dalle normative in essere per tutti i contatti. In riferimento alla sanificazione ambientale, Asl dichiara che è stato disposto l’utilizzo di un sistema professionale per l’alta disinfezione a secco dell’ambiente per tutti i locali in cui sono stati ospitati i casi. Durante tale procedura, si afferma, “sono stati lasciati in sito tutte le attrezzature potenzialmente venute a contatto con le persone contagiate, al fine di sanificare anche queste ultime. Al termine dell’intervento - si aggiunge - è stata disposta la pulizia dei locali e delle suppellettili, come da protocollo in uso aggiornato con le indicazioni della circolare 22.2.2020 del Ministero della Salute prima dell’utilizzo dei locali per le attività sanitarie o per accogliere gli utenti”. A tutt'ora, conclude Asl Taranto, sono ricoverati presso il Reparto di Medicina del “Santissima Annunziata” 26 uomini e 30 donne. 

Sciopero dalle 7 di domani sino alle 23 del 22 marzo prossimo in ArcelorMittal, ex Ilva, a Taranto, esteso anche al personale delle imprese appalto-indotto. L’hanno proclamato oggi pomeriggio Fim Cisl e Usb per le mancate risposte di ArcelorMittal sul Coronavirus. Oggi c’é stato anche un nuovo incontro con l’azienda dopo quello di ieri, evidentemente conclusosi con un nulla di fatto. Fim Cisl e Usb affermano che “ArcelorMittal, a seguito di 3 giorni di vani confronti, continua a tergiversare in merito alle richieste delle organizzazioni sindacali che pretendono con forza di mettere in sicurezza i lavoratori del sito e dell’appalto/indotto, in linea con la piena applicazione del Dpcm del 11.3.2020”. “L’azienda - dicono Fim Cisl e Usb - continua in maniera irresponsabile ed unilaterale a non considerare la congrua riduzione della presenza del personale all’interno dello stabilimento, in subordine sia alla mancanza di dispositivi di protezione individuale (come le mascherine), sia alle carenze di adeguate contromisure organizzative (autobus, refettori, mense e spogliatoi) finalizzate al contenimento di diffusione del Covid 19”. “Crediamo che in una fase altamente drammatica come quella che il Paese sta attraversando - sostengono Fim Cisl e Usb -, non si possa attendere rispetto alla salute dei lavoratori che rappresentiamo, lasciandola nelle mani di imprese irresponsabili”. 

Preoccupazione per i possibili contagi da Coronavirus sono stati manifestati dai lavoratori dei call center di Taranto. Quattro le grandi strutture nel tarantino, tra Teleperformance, Sistem House, Sistem Data, Planet, per un totale di 5 mila persone alternate su turni. “Le regole fissate nel Dpcm - afferma all'AGI Andrea Lumino, segretario del sindacato Slc Cgil - vengono sostanzialmente rispettate ma è proprio la particolarità del lavoro del call center che è a rischio elevato. È un’attività che si fa con la voce, devi parlare con l’utente, ascoltare, rispondere, spiegare, mica puoi metterti la mascherina. Immaginiamo quindi le sale dei dall center, con tantissimi operatori che parlano in simultanea, e abbiamo un rischio amplificato”. E sul problema dei call center il consigliere regionale della Puglia, Gianni Liviano, della provincia di Taranto, afferma di aver avuto “da numerosi lavoratori impiegati nei call center della città, di farmi interprete verso le istituzioni deputate, del loro timore di proseguire, in questo momento difficile, la propria attività lavorativa in un ambiente molto affollato". Liviano si rivolge al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco. “Mi permetto di chiedere al  Governo nazionale di definire come il sistema dei call center - sostiene Liviano - si debba rapportare con le attuali misure di sicurezza indicate nei recenti decreti. Mi permetto, altresì, di chiedere ai committenti di rivedere i livelli di servizio allo scopo di massimizzare la tutela dei lavoratori”. “Alla proprietà - conclude Liviano - chiedo la cortesia di valutare la possibilità di smartworking, laddove il Governo non dovesse in tempi brevi sancire la chiusura dei call center". 

“Ancora ad oggi, i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti nello stabilimento risultano essere praticamente assenti”. Lo denunciano, in relazione al Coronavirus e parlando di ArcelorMittal (ex Ilva), i sindacati Fim Cisl e Usb in una lettera allo Spesal Asl e ad ArcelorMittal. “La mancata presenza e reperibilità dei dispositivi - scrivono le due sigle sindacali  -  non solo non riesce a soddisfare le normali esigenze rispetto al fabbisogno e alle necessità di esercizio dei vari impianti rispetto al Dpcm, ma la derivata, ulteriore esposizione al rischio alla luce dell’evidente e nota Pandemia da Covid 19, aggrava in maniera esponenziale e inaccettabile il normale esercizio e proseguimento delle attività di impianti”. “In conseguenza dell’intollerabile mancanza di risposte operative aziendali”, Fim Cisl e Usb chiedono “un tempestivo intervento delle autorità competenti al fine di redarguire la gestione aziendale e porre in sicurezza il complesso industriale, preservando in tal modo non solo l’incolumità dei lavoratori in fabbrica ma di tutto un territorio”.

     Sono 8200 solo i diretti di ArcelorMittal a Taranto più alcune migliaia delle imprese indotto-appalto che ogni giorno entrano nello stabilimento. 

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