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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

L’assalto ai negozi che vendono armi, questo no, non ce lo aspettavamo proprio. 

Vero è che ogni Paese in questa emergenza ha “scelto “ quale dovesse essere il proprio bene di prima necessità ed abbiamo sorriso quando alcuni amici americani ci hanno riferito che la carta igienica era introvabile e che la vendevano sottobanco a 2 dollari il singolo rotolo o quando abbiamo visto i video che mostrano l’assalto dei francesi alle confezioni di Nutella. 

Ma che a Los Angeles i negozi di armi si fossero “improvvisamente ritrovati con file di 50-100 persone fuori dalle porte dei loro negozi, e scaffali svuotati di ogni munizione e arma” (fonte La Repubblica), no questo proprio non lo si poteva prevedere.

Mah! Sarà che il popolo stelle e strisce intende combattere il virus sparandolo a vista, noi qui in Italia il nemico invisibile, molto più realisticamente, cerchiamo di evitarlo indossando guanti e mascherine. 

A questo proposito, con il decreto “Cura Italia” il governo ha dato il via libera al comparto industriale alla produzione “fino al termine dello stato di emergenza,  in deroga alle vigenti norme”  di mascherine chirurgiche, per intenderci quelle destinate semplicemente a proteggerci dalle famigerate goccioline di saliva mentre andiamo in farmacia o a fare la spesa. E dopo la Miroglio, anche da Martina Franca gli industriali del settore tessile fanno sapere, per il tramite del sindaco Franco Ancona, di essere pronti per la produzione di dispositivi di protezione individuale, affidandosi ad un semplice quanto efficace slogan: “per anni abbiamo vestito gli italiani, ora possiamo anche proteggerli.”

In.Ia.

 

“Abbiamo già  ricevuto oltre una decina di mail in risposta al nostro appello agli esercizi commerciali che effettuano servizi a domicilio. Passando da tutte le categorie merceologiche a partire da generi alimentari, gastronomia, braceria, fino ad arrivare ai prodotti per l’igiene personale, il nostro appello sta portando riscontro”, informa l’Assessore ai Servizi Sociali, Gabriella Ficocelli. 

 

“E’ veramente importante evidenziare come Taranto, ancora una volta, dimostri di essere una città solidale. È una solidarietà fatta di piccoli gesti, di persone, di fatti, quelli con cui cerchiamo sempre di rispondere ai nostri concittadini e risolvere i problemi. L’elenco delle attività commerciali è inserito sul nostro sito internet ed è stato fornito alle Assistenti Sociali e gli operatori della Polizia Municipale Protezione Civile che ricevono le telefonate degli utenti. Nel tardo pomeriggio ho risposto alle mail di tutti gli esercenti che ci hanno scritto, per ringraziarli personalmente a nome dell’Amministrazione Melucci e dell’intera comunità di Taranto per aver aderito alla nostra iniziativa. La speranza è che questo sia un esempio per tanti altri esercenti e arrivino altre adesioni in modo da porter coprire l’intero territorio tarantino. Uniti possiamo aiutare i più deboli, gli anziani, i disabili, gli immonodepressi che non hanno parenti ed amici che possano raggiungerli”, conclude l’Assessore Ficocelli

“Mentre vi scrivo, prosegue senza sosta il trasferimento di interi reparti in tutta la Puglia per organizzare strutture ospedaliere dedicate ai malati Covid, ben separate dagli altri reparti che continuano a funzionare. 

Devo darvi anche un’altra notizia: oggi hanno richiesto la disponibilità a tutte le regioni italiane per spostare 50 pazienti dalla Lombardia che hanno bisogno della terapia intensiva. Alla Puglia hanno chiesto di accoglierne due, ho dato la nostra disponibilità.”

Così il governatore della Puglia Michele Emiliano ha  comunicato gli ultimi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus. Si sta quindi procedendo al trasferimento, anche in Puglia, di pazienti provenienti dalla Lombardia ormai al collasso.

Intanto sono già attivi i primi posti letto Covid 19 individuati dalla Regione Puglia all'interno del Policlinico di Bari, padiglione Asclepios, e all’Ospedale Miulli di Acquaviva. Stiamo dando tempestiva attuazione al Piano ospedaliero coronavirus”  ha sottolineato  Emiliano. I 5 piani del padiglione Asclepios nel Policlinico di Bari sono tutti dedicati ai pazienti affetti da coronavirus. Il modello assistenziale scelto si basa sull'intensità di cura. I primi tre sono di area critica ad alta intensità con una integrazione virtuosa tra posti ventilati e terapia intensiva respiratoria. Il quarto e quinto piano sono destinati ad ospitare 140 pazienti affetti da infezione covid19, ma che non hanno necessità di assistenza intensiva. Per adeguare il padiglione – spiega il direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore - è stato fatto un intervento importante in tempi record. Devo ringraziare i nostri professionisti e tutte le maestranze che si sono prodigate realizzando in pochi giorni nuovi percorsi con zone filtro, impianti di gas medicali, trasferendo 11 reparti. Tutti insieme, con grande spirito di sacrificio, abbiamo  raggiunto questo traguardo che ci consente di affrontare l'emergenza nel modo più adeguato”.   E ad Acquaviva delle Fonti nasce a tempo di record il primo Ospedale Covid: subito attivi 58 posti letto dedicati, già domani pronti altri 44 e a regime saranno più di 300: tutti in stanze a pressione negativa e dislocati su 4 piani in un’area dotata di Terapia Intensiva, Malattie Infettive e Pneumologia.  L’Ospedale Generale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti diventa così uno dei pilastri del dispositivo studiato dalla Regione Puglia per la presa in carico dei pazienti colpiti da Covid-19 nell’Area metropolitana barese. Già attivati 14 posti letto di Terapia Intensiva e 44 di Malattie Infettive, ai quali domani se ne aggiungeranno altri 44, superando a regime i 300 posti letto interamente dedicati al Covid. La Terapia Intensiva, inoltre, sarà ulteriormente potenziabile sino a un massimo di 72 posti letto non appena arriveranno i ventilatori meccanici ordinati alla Protezione Civile.

 Il report giornaliero stilato dalla Regione Puglia, nell’ultimo aggiornamento delle 22, rende noto che i casi positivi di infezioni da coronavirus sono 407. Al precedente bollettino di stasera vanno, infatti, aggiunti i risultati dei 120 campioni esaminati oggi dal laboratorio di microbiologia e virologia dell’Istituto zooprofilattico di Foggia provenienti dalle Asl di Taranto e Brindisi. Dei campioni processati 107 sono risultati negativi e 13 positivi. I casi positivi sono così suddivisi: 11 nella provincia di Brindisi e 2 nella provincia di Taranto. La Regione fa sapere, inoltre, che oggi, all’ospedale Moscati di Taranto, si è registrato il decesso di un uomo di 95 anni affetto da patologie pregresse e già risultato positivo a Covid-19. Il numero delle persone deceduti e risultate positivi al Covid-19 in Puglia sale, quindi, a 19. I dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti. 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, comunica che oggi- con aggiornamento alle 20 - sono stati effettuati 460 test in tutta la regione per l'infezione da Covid-19 Coronavirus. Di questi: 386 sono risultati negativi e 74 positivi, 35 in Provincia di Bari, 14 in Provincia Bat, nessuno in Provincia di Brindisi, 18 in Provincia di Foggia, 7  in Provincia di Lecce e nessuno in provincia di Taranto;     Oggi non sono stati registrati decessi. Con questo aggiornamento salgono a 394 i casi positivi registrati in Puglia per l'infezione da Covid-19 Coronavirus. I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti. 

“Abbiamo una manifattura con grande capacità produttiva.

Abbiamo imprenditori abili e intelligenti.

Abbiamo maestranze e operai tenaci e capaci. 

Noi siamo a disposizione della Protezione Civile Regionale per mettere al servizio dell'Italia le nostre professionalità: fateci arrivare sul territorio la materia prima certificata e noi vi restituiremo mascherine e altri dispositivi di protezione individuale di cui l'Italia ha bisogno. 

Martina ha vestito gli italiani perchè non potrebbe anche proteggerli?”

Questo è quello che scriveva qualche giorno fa il sindaco di Martina Franca Francesco Ancona.

La proposta fortemente meritoria è stata apprezzata da più parti.

 

"La battaglia per sconfiggere la pandemia si combatte senza sosta in ogni luogo, anche sul proprio posto di lavoro. Come sindacato, in rappresentanza e per la tutela dei lavoratori, ricordiamo che è necessario per le aziende adottare tutti i provvedimenti per garantire la tutela, la prevenzione e la salvaguardia di tutti coloro operano nelle imprese, a cominciare dal rispetto delle distanze di sicurezza di almeno un metro", sostiene Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem Cgil di Taranto.

La Filctem Cgil di Taranto da tempo insiste sulla necessità per le imprese del territorio di innovare i processi produttivi e sperimentare diversificazioni, tali da reggere gli andamenti non favorevoli dei mercati di riferimento, che spesso, per aziende monoprodotto, costringono il ricorso sistematico ad ammortizzatori sociali. Questo è il periodo dell’anno durante il quale da sempre molte aziende delle confezioni di Martina Franca erano costrette a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, in attesa dei nuovi ordini e la situazione si sta aggravando a causa dell’impatto della pandemia del coronavirus, che ha letteralmente chiuso alcuni mercati internazionali. Per questo guardiamo con estremo favore la proposta del sindaco Ancona che chiede alle aziende locali di sperimentare nella produzione di mascherine protettive, e siamo pronti a dare il nostro contributo, sempre nella garanzia del rispetto delle regole di prevenzione per i lavoratori. Martina Franca e i lavoratori delle confezioni sono una risorsa anche in questo momento critico. Andrà tutto bene”

“Abbiamo una manifattura con grande capacità produttiva.

Abbiamo imprenditori abili e intelligenti.

Abbiamo maestranze e operai tenaci e capaci. 

Noi siamo a disposizione della Protezione Civile Regionale per mettere al servizio dell'Italia le nostre professionalità: fateci arrivare sul territorio la materia prima certificata e noi vi restituiremo mascherine e altri dispositivi di protezione individuale di cui l'Italia ha bisogno. 

Martina ha vestito gli italiani perchè non potrebbe anche proteggerli?”

Questo è quello che scriveva qualche giorno fa il sindaco di Martina Franca Francesco Ancona.

La proposta fortemente meritoria è stata apprezzata da più parti.

 

"La battaglia per sconfiggere la pandemia si combatte senza sosta in ogni luogo, anche sul proprio posto di lavoro. Come sindacato, in rappresentanza e per la tutela dei lavoratori, ricordiamo che è necessario per le aziende adottare tutti i provvedimenti per garantire la tutela, la prevenzione e la salvaguardia di tutti coloro operano nelle imprese, a cominciare dal rispetto delle distanze di sicurezza di almeno un metro", sostiene Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem Cgil di Taranto.

La Filctem Cgil di Taranto da tempo insiste sulla necessità per le imprese del territorio di innovare i processi produttivi e sperimentare diversificazioni, tali da reggere gli andamenti non favorevoli dei mercati di riferimento, che spesso, per aziende monoprodotto, costringono il ricorso sistematico ad ammortizzatori sociali. Questo è il periodo dell’anno durante il quale da sempre molte aziende delle confezioni di Martina Franca erano costrette a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, in attesa dei nuovi ordini e la situazione si sta aggravando a causa dell’impatto della pandemia del coronavirus, che ha letteralmente chiuso alcuni mercati internazionali. Per questo guardiamo con estremo favore la proposta del sindaco Ancona che chiede alle aziende locali di sperimentare nella produzione di mascherine protettive, e siamo pronti a dare il nostro contributo, sempre nella garanzia del rispetto delle regole di prevenzione per i lavoratori. Martina Franca e i lavoratori delle confezioni sono una risorsa anche in questo momento critico. Andrà tutto bene”

Dopo l’annullamento della rassegna  “Milano Fashion Week”, a Ginosa (Ta) la stilista Carmen Clemente, insieme alla figlia Dalila Recchia (operano nel segmento sposa e altamoda), si è buttata a capofitto nella produzione di mascherine in stoffa. È il contributo sul fronte della lotta al Coronavirus. “La salute viene prima di tutto - dice Clemente - anche se il lavoro programmato da mesi tra collezioni e investimenti lavorativi sono andati in fumo”. Considerata la scarsa disponibilità di mascherine protettive, la stilista ha anzitutto verificato in magazzino la disponibilità di cotone per camicie che usa per la sua collezione uomo, indossate da Antinio Zequila al Grande Fratello Vip. Poi, una volta accertata questa disponibilità, Carmen Clemente è partita con i prototipi allestendo una squadra familiare e attrezzandola a catena di montaggio. Con il marito Benito al taglio, Dalila e Carmen al cucito, Walter e Christian allo stiro. Cuciono anche di notte, senza fermarsi un attimo. È così la quarantena presso l’atelier di abiti da sposa e da cerimonia, serve per dedicarsi alla realizzazione di mascherine protettive in cotone.

 

 Più di mille quelle prodotte ininterrottamente finora per medici, Croce Rossa, Protezione Civile, Carcere di Matera, anziani della Casa Famiglia di Ginosa e tanta gente comune che non è riuscita ancora a procurarsi uno schermo di protezione dal contagio. Carmen Clementenle distribuisce soprattutto ad anziani, persone sole o più esposte al virus, mentre per i bambini ci sono anche quelle realizzate con fantasie gioiose. Le mascherine sono in cotone 100%, lavabili, con un tessuto facilmente sterilizzabile a qualunque temperatura. Le stanno chiedendo anche i farmacisti per fronteggiare le richieste dei loro clienti. “Questa domenica abbiamo finito le prime mille mascherine - racconta la stilista Clementi –. Da quando mi è venuta l’idea di come rendermi utile in un momento così drammatico per la vita sociale di tutta la nostra comunità, non mi fermo un attimo per produrne il più possibile”. “Siamo stanchi - dichiara - ma soprattutto molto soddisfatti. Ci bastano solo poche ore di sonno e per il resto siamo pronti a questa missione che facciamo con immenso piacere, mettendo a disposizione la nostra arma migliore, un lavoro che amo e che è al servizio di tutti, perché tutti insieme ne usciremo più consapevoli e orgogliosi di vivere in una grande Nazione”. “ L'Italia in questo periodo così surreale ha vinto - conclude Clemente -,l'orgoglio di essere italiana e prendere consapevolezza che noi italiani siamo un grande popolo”. 

Tra le province pugliesi, quella di Taranto è stata la prima a registrare il Coronavirus ma ora da alcuni giorni sta tenendo l’ultimo posto per numero di casi nella classifica regionale. Sino a ieri sera, infatti, in base ai dati della Regione Puglia, la provincia di Taranto era l’ultima in graduatoria per casi positivi al Coronavirus e nessun decesso.

Il paziente 1, intanto, un lavoratore di un’azienda industriale di Torricella, ha lasciato l’ospedale Moscati ed è tornato a casa da qualche giorno. Sotto cura restano invece la moglie e la nipote. Quest’ultima è stata contagiata dal padre, fratello del paziente 1, che nelle scorse settimane ha prelevato il suo congiunto al rientro in aereo a Brindisi dalla Lombardia per accompagnarlo a casa.

 Nella conferenza stampa tenuta ieri a Bari, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dato atto all'ospedale Moscati di Taranto di aver lavorato bene visto il basso numero di contagi. Ma anche la provincia di Taranto, su disposizioni della Regione, si è preparata a fronteggiare l’eventuale picco di contagi stimato tra fine mese e primi di aprile. . - Per la nuova rete di ospedali Covid 19, cioè preposti alla trattazione del Coronavirus, la provincia di Taranto è presente con i due ospedali della città, Santissima Annunziata e San Giuseppe Moscati. In quest’ultimo è il reparto infettivi, dove vengono ricoverati tutti i contagiati.

Con la ristrutturazione della Regione, in terapia intensiva oggi ci sono a Taranto 5 posti per Covid e se ne possono attivare altri 7 arrivando così a 12.  Nella pneumologia i posti Covid sono ora 15, 20 i nuovi attivabili arrivando così a 35. Infine nelle malattie infettive ci sono già 25 posti letto Covid, aggiungendone altri 15 si sale a 40. Il potenziamento per Covid porterebbe quindi i due ospedali di Taranto ad avere 87 posti letto dedicati.

Nel campo del post acuzie, dove, secondo il piano della Regione, verranno trasferiti tutti quelli che hanno superato la fase critica ma hanno ancora bisogno di restare ricoverati e vigilati, la provincia di Taranto è inserita con l’ospedale San Marco, di Grottaglie, e con i centri di Massafra e Mottola. A Grottaglie, in particolare, la dotazione rimarrebbe di 32 posti letto senza nessun incremento, stessa cosa per Massafra che resterebbe con gli attuali, 12 mentre a Mottola si tratta di attivare 20 posti letto. 

In alcuni centri della provincia, a Grottaglie soprattutto, è stata rilanciata verso la Regione la richiesta di riattivare nel ruolo originario gli ospedali che hanno cambiato funzione già da tempo per via del riordino della sanità. Da Grottaglie, per esempio, è stato chiesto che l’ospedale San Marco agisca di supporto agli ospedali di Taranto, Santissima Annunziata e Moscati, ma in termini generali e non come rete post acuzie Covid 19.

Inoltre, il consigliere regionale Renato Perrini, di Fratelli d’Italia, ha chiesto per i nosocomi di Castellaneta e di Martina Franca, di “far entrare in funzione quello che è già previsto dal piano di riordino ospedaliero, lì dove sono previsti 8 + 6 posti di terapia intensiva che non sono mai stato attuati. Si tratta - dice Perrini - di 14 posti letto che diventano preziosissimi in questo momento, soprattutto in vista del picco dell’emergenza del Coronavirus”.

La Regione Puglia ha però stoppato le richieste dei territori volte a ripristinare le funzioni originarie di alcuni ospedali.

 Il reparto di pediatria dell'ospedale 'Bonomo' di Andria è stato chiuso, nella giornata di ieri, dopo che un medico è risultato positivo al Covid-19. Effettuate le operazioni di sanificazione degli ambienti, vengono effettuati i tamponi su tutti coloro che sono venuti in contatto con il medico, a cominciare dal personale sanitario.

I pazienti pediatrici vengono, invece, smistati al 'Dimiccoli' di Barletta, dopo che a Bisceglie sono state chiuse tutte le unità operative per allestire altri posti letto dedicati al trattamento dei pazienti affetti da Coronavirus. 

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