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Giornale di Taranto - Giornalista1

di Lucia Pulpo 

Mercato Nuovo è una bella realtà, una sede di sperimentazione culturale poco conosciuta dai tarantini. Dopo le “incursioni tramite intervista” ad Ammostro e alla Factory, abbiamo circuito Cosimo Gemmano, uno dei soci fondatori, che ci ha incantato con la sua disinvolta professionalità:

Cos’è Mercato Nuovo? Qual’è l’idea su cui è stato costruito?

Mercato Nuovo nasce nel 2019 come progetto per la promozione della musica dal vivo, con l’obiettivo di farsi motore di rigenerazione urbana. Un luogo d’incontro indipendente e non convenzionale dove condividere cultura e rinnovate forme di socialità a Porta Napoli, un quartiere periferico della città di Taranto. Partendo dalla riqualificazione di un ex magazzino per il deposito merci, lo spazio oggi accoglie un grande palcoscenico e un'area living con una proposta che si lega alle arti visive e performative attraverso concerti, dj set, spettacoli teatrali, mostre di fotografia e di arte contemporanea, cinema, presentazione di libri, laboratori creativi e tantissime altre attività.

    Musica, fotografia, cinema… un “salotto elettronico” a Porta Napoli, dove già ci sono altre realtà “artistiche”. L’unione fa la forza ma qual’è la caratteristica che vi distingue?

Sinceramente credo che quello che sta succedendo a Porta Napoli negli ultimi anni abbia dell’incredibile. Una proposta artistica così varia ma dalla qualità elevatissima, concentrata in così pochi metri quadrati con appuntamenti praticamente settimanali che ormai non ha nulla da invidiare a città come Bologna o Roma. Gente che arriva a Porta Napoli nel weekend da ogni parte della regione ed anche oltre per assistere agli eventi, portando inoltre benefici diretti e indiretti all’economia locale e creando un impatto positivo su ristoranti, alberghi e b&b. Forse quelli che se ne sono accorti meno sono proprio i tarantini che, almeno per Mercato Nuovo, non sono la fetta più grande della torta. Tantomeno le amministrazioni succedutesi che non hanno mai tutelato decoro, mobilità e sicurezza di una zona che, in ogni altra città sarebbe considerata una risorsa da salvaguardare.

Con gli anni poi, ogni realtà di Porta Napoli ha assunto una propria identità ed un proprio target. Credo che quello di Mercato nuovo sia composto da un pubblico comunque più alternativo e meno generalista per effetto di una programmazione che spazia dall’elettronica al punk, prediligendo spesso la nicchia al mainstream. Il M.E.I. di Faenza ci ha inserito nella Top 20 tra i locali con la migliore programmazione musicale indipendente ed emergente in Italia. Quanto risalto è stato dato a questo in città?

Da anni, date spazio e voce ad artisti di vario genere, chi o cosa vi ha colpito maggiormente?

In 5 anni abbiamo ospitato un’infinità di artisti, italiani e stranieri. Come comportamento in generale, quello che ci colpisce sempre è la percezione distorta che hanno della città prima di arrivarci. Si aspettano problemi e situazioni da terzo mondo per poi scoprire invece una città bellissima, un cibo fantastico e un’organizzazione degli eventi professionale e puntuale. E infatti poi sono loro a farci contattare dai loro promoter per riorganizzare a Taranto le tappe dei loro nuovi tour.

Spesso sento dire che uno dei problemi di Taranto è la mancanza di spazi aggregazione per i giovani. Voi siete una nuova Agorà per chi è messo ai margini dell’interesse sociale come, purtroppo, sta succedendo ai giovani?

      Credo che il problema sia esattamente l’opposto. Ci sono negli ultimi anni gli spazi di aggregazione ma mancano i giovani tarantini, quanto meno i giovani che possano apprezzare delle proposte artistiche di livello e in un periodo che non sia l’estate, durante la quale, essendo uno spazio al chiuso, siamo inattivi. Le iscrizioni universitarie nella nostra città sono al minimo storico e la tendenza resta sempre quella di andare a studiare fuori. Nel nostro piccolo cerchiamo comunque di dare una casa ai giovani che restano grazie a serate format dedicate a loro come il Salotto Elettronico, la Club Teraphy per gli amanti dell’hip-hop, il cineforum del giovedì e vari laboratori artistici molto divertenti. Sono emblematici i periodi di Natale e Pasqua quando, con il ritorno temporaneo dei fuorisede, ogni sera è un sold-out. Quello che potremmo essere come città e che invece non siamo. E che forse mai saremo perché manca ogni tipo di politica per trattenere i giovani sul territorio.

Se stessimo scrivendo un libro di fantascienza, cosa vorreste scrivere del vostro futuro?

   Che qualcuno venga a svuotare regolarmente i bidoni dell’immondizia, che la strada non sia completamente allagata dopo un po’ di pioggia tanto da precludere l’accesso al locale, trasporti che almeno nel weekend permettano ai ragazzi di raggiungere Porta Napoli e andare via senza prendere l’auto, un clima notturno di maggiore sicurezza, una zona costantemente pulita in quanto, tra l’altro, spesso biglietto da visita della città. Per noi al momento è questa la fantascienza.

Per le fotografie, ringraziamo Antonio Causi

Il Movimento Cinque Stelle correrà da solo alle elezioni comunali di Taranto a maggio prossimo. Niente quindi campo largo nella seconda città della Puglia nell’anno del voto per le regionali. Candidato sindaco di Taranto per i pentastellati è la giornalista Annagrazia Angolano.

   Il M5S ha deciso di non allearsi alle altre forze del centro sinistra, tra cui Pd e Con, movimento vicino al governatore di Puglia, Michele Emiliano, che da giorni hanno invece scelto Piero Bitetti di Con come candidato sindaco, già presidente del Consiglio comunale. I pentastellati non hanno condiviso la candidatura di Bitetti e chiesto discontinuità. Prima hanno proposto il nome di Cosimo Nume, ex presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, poi questi si è ritirato vedendo che non c’era l’unità della coalizione e quindi si è arrivati in assemblea alla scelta della Angolano.

   Intanto il Psi incontrerà domani Bitetti per un primo confronto finalizzato a costruire l’alleanza col centrosinistra per le comunali e domani sera, in un vertice a Roma in via della Scrofa, sede nazionale di FdI, il centrodestra sceglierà il proprio candidato sindaco tra Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Puglia proposto da FdI, Massimiliano Di Cuia, consigliere regionale Puglia proposto da FI, e Francesco Tacente, presidente del Consorzio trasporti pubblici Taranto, indicato da Lega, dal consigliere regionale Puglia del gruppo Misto e dallo schieramento civico che sosteneva l’ex sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Probabile che alla fine il centrodestra si divida e vada alle comunali con due candidati: Lazzàro e Tacente.

   A Taranto si vota a fine maggio per lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale a seguito delle dimissioni anticipate della maggioranza dei consiglieri comunali che ha determinato la caduta dell’amministrazione. 

Persiste il flusso di correnti sud-occidentali in quota che, oltre a portare precipitazioni sparse sull’Italia, mantiene anche forte ventilazione dai quadranti meridionali sulla Puglia e sui restanti settori ionici. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse che fa seguito a quello diffuso ieri. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento. L’avviso prevede dal primo pomeriggio di domani, lunedì 24 marzo, il persistere di venti da forti a burrasca dai quadranti meridionali sulla Puglia e localmente sui settori ionici della Calabria. Attese mareggiate lungo le coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani, lunedì 24 marzo, allerta gialla sulla Toscana settentrionale, sui settori centro-meridionali delle Marche e sul settore centro-settentrionale dell’Emilia-Romagna.

Un altro lutto colpisce il mondo forense ionico. Si è spento l'avv. Vincenzo Gigante, l'avvocato che suonava il sax, figura di grande spessore, al centro della vita politica e sociale della città per impegno e per passione. "Il Presidente ed i Consiglieri dell'Ordine degli Avvocati Taranto partecipano con profondo cordoglio la scomparsa dell'amico e collega avv. Vincenzo Gigante, Toga d'Oro dell'Ordine Forense di Taranto, nonché uno di promotori della istituzione della Sezione Distaccata della Corte di Appello a Taranto, e si uniscono al dolore dei suoi cari e del figlio, il collega Alessandro.

Professionista serio e protagonista della vita sociale e politica della nostra comunità, l'avv. Enzo Gigante era anche un valente sassofonista della Taras Jazz Orchestra che fondò con altri colleghi"
Lu.Lo.

  • Ha avuto un “carattere di eccezionalità” in Puglia l’aumento delle temperature dell’acqua marina che hanno portato, di conseguenza, “a eccezionali fenomeni di moria di mitili allevati nel periodo estivo dell’anno 2024”. Lo scrive il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida, nel decreto (firmato il 12 marzo e pubblicato ieri sulla “Gazzetta Ufficiale”) che riconosce ai mitilicoltori gli “interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale nelle aree colpite per contribuire alla ripresa economica e produttiva delle microimprese, piccole e medie imprese attive nella produzione della pesca e dell’acquacoltura”. Era stata inizialmente la Regione Puglia, con il lavoro fatto dall’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, a porre il problema e la necessita di intervenire con gli strumenti nazionali. Il ministro Lollobrigida ha accolto la richiesta. La Regione, scrive il ministro nel decreto, ha “effettuato i necessari accertamenti” e risulta che gli eventi climatici posti alla base della richiesta di declaratoria “hanno assunto il carattere di eccezionalità” che quindi consente il ricorso a risorse nazionali. Tre, in Puglia, le aree marittime ammesse al decreto: Taranto, Manfredonia e Cagnano Varano. Che si stesse andando verso un intervento di questo tipo, Pentassuglia lo annunciò settimane fa in un vertice alla Camera di Commercio con i mitilicoltori, presente il commissario per la bonifica, Vito Uricchio. Le misure d’intervento, spiega il ministro, servono a “far fronte ai danni causati alle produzioni della pesca e dell’acquacoltura, nonché alle strutture aziendali, agli impianti produttivi e alle infrastrutture delle relative imprese e dei relativi consorzi”.  “Le interlocuzioni e l’impegno di Confapi Taranto a supporto della categoria ha prodotto un risultato decisamente importante”, dichiara il presidente Fabio Greco che meno di un mese fa ha ricevuto da un gruppo di cooperative del settore il mandato di rappresentarle. “Confapi Tarando - dichiara Greco - con il supporto del proprio Centro Studi, in collaborazione con la facoltà di Scienze del Mare e di Confapi nazionale, si è subito attivata avviando serrate interlocuzioni con gli enti locali, la Regione ed il Governo”. E ora “è giunta la risposta tanto attesa: il ministro Lollobrigida ha firmato la declaratoria dello stato di calamità che permette quindi di attivare tutte le misure, comprese quelle finanziarie, a sostegno di un comparto così importante per l’economia della città. Si tratta - osserva Greco - di un importante segnale da parte delle istituzioni e del Governo”. Adesso, conclude Greco, l’iniziativa di Confapi si svilupperà sul fronte della bonifica e del commissario Uricchio “affinché i mitilicoltori siano messi nelle condizioni di continuare a produrre determinando economia e lavoro”.

Riparte il maxi processo per il disastro ambientale provocato dall'ex Ilva di Taranto mentre la città attende e chiede chiarezza sulla vendita dello stabilimento agli Azeri di Baku Steel. Uno scenario come sempre incerto per la città appesa a decisioni calate dall'alto che però hanno un impatto diretto sulla vita e sul futuro dei suoi abitanti. 

E' stata aggiornata al prossimo 4 aprile davanti al gup di Potenza Francesco Valente l'udienza preliminare del processo 'Ambiente svenduto' sul presunto inquinamento provocato dall'ex Ilva di Taranto, trasferito nel capoluogo lucano, dopo l'annullamento pronunciato dalla Corte d'Assise d'Appello di Taranto (sezione distaccata di Lecce) della sentenza di primo grado con le 26 condanne inflitte a maggio 2021. Secondo quanto si è appreso, ieri mattina la prima questione dibattimentale ha riguardato il principio della  "immanenza" della costituzione delle parti civili sollevato da alcuni difensori. Il gup si è riservato di decidere. Il

dato piu significativo è che c'è stata una sostanziale contrazione delle parti civili che da oltre mille sono scese a trecento con tante assenze significative.

La ripartenza del processo è avvenuta a seguito dell’annullamento della sentenza di primo grado che la Corte d’Assise a Taranto ha pronunciato a fine maggio 2021. Annullamento disposto a settembre scorso dalla Corte d’Assise d’Appello in quanto a Taranto tra le parti civili c’erano anche due magistrati onorari, poi dimessisi dagli incarichi, ma all’epoca dei fatti ancora in attività.

   Si è ripartiti, quindi, dall'udienza preliminare e nel capoluogo della Basilicata le udienze si terranno in tre aule - due al secondo piano, una al terzo - tra di loro collegate in video conferenza, dal momento che la struttura, che ha la competenza sulle cause che coinvolgono magistrati del distretto di Lecce, comprendente anche Taranto e Brindisi, non dispone di spazi adeguati per ospitare la mole imponente di parti coinvolte. Sono oltre 1.500 tra imputati, avvocati e parti civili - compresi i residenti nei dintorni dell'acciaieria, enti, associazioni ambientaliste e sindacati - di parti del processo. 

Nelle ultime settimane alcuni imputati di “Ambiente Svenduto” sono definitivamente usciti dal processo per intervenuta prescrizioni. Tra questi l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, e l’ex direttore generale di Arpa Puglia (l’agenzia per l’ambiente della Regione), Giorgio Assennato. Con le prescrizioni, gli imputati sono scesi da 47 a 23.    
   A Potenza, inoltre, sono stati ricondotti anche due altri procedimenti connessi: l’inquinamento, attraverso rifiuti industriali, della gravina di Leucaspide in territorio di Statte, vicino al siderurgico, e l’evasione delle accise contestata ad un componente della famiglia Riva, Nicola Riva. Quest’ultimo, con il fratello Fabio, è imputato anche nel processo “madre” “Ambiente Svenduto”. Il Codacons intanto annuncia che a Potenza si ricostituirà parte civile in “Ambiente Svenduto”.    
   “Il Codacons, che fin dall’inizio della vicenda Ilva si batte affinché i cittadini tarantini ottengano giustizia, sarà presente nel procedimento come parte civile assieme a numerose persone danneggiate (molti ormai eredi di persone morte per malattie che sarebbero causalmente connesse alle condotte contestate agli imputati)”, ma “anche nuove rispetto a quelle costituitesi nei precedenti processi” annuncia l’associazione. In proposito sarà rivendicato “il danno che sarebbe stato arrecato dagli imputati ai quali vengono contestati reati come disastro ambientale, associazione a delinquere e omicidio colposo”. L'associazione dei consumatori rammenta “che nel primo grado svoltosi a Taranto, gli imputati, furono complessivamente condannati per i reati ascritti ad oltre 300 anni di carcere”. 

“Sono pessimista, questa azienda dovrà fare i conti con una pesante passività. I lavoratori pagheranno il prezzo di un'operazione che non ha futuro in un mercato in grandissima difficoltà e soprattutto gli impianti attualmente sono sotto sequestro". Lo ha detto Alessandro Marescotti, di Peacelink Taranto, a Potenza a margine dell'udienza commentando la scelta della compagnia azera Baku Steel per la vendita e il futuro di Acciaierie d'Italia. Per il portavoce dell'associazione ecologista, "l'accordo tra il governo e questa nuova società è un accordo che riguarda essenzialmente il gas ma questa acciaieria - ha aggiunto - perde qualcosa come media di 700-800 milioni l'anno. Se questa nuova società riuscirà a mettere in carreggiata il bilancio, allora chi lo farà potrà ambire al premio Nobel per l'economia". A Potenza è ripartito il processo Ambiente svenduto dopo l'annullamento della sentenza di primo grado e delle condanne per l'inquinamento provocato dal siderurgico di Taranto. "Ricominciamo con tutte le buone ragioni per cui cominciammo nel 2008 portando il primo esposto sulla diossina in Procura e allora si aprì una finestra sulla verità. La verità non cade mai in prescrizione. Questo è un processo che riguarda reati gravissimi come disastro ambientale e avvelenamento delle sostanze alimentari. Sono reati gravissimi che difficilmente andranno in prescrizione", ha concluso Marescotti. 

“Ora che si entra nella fase conclusiva della  procedura di vendita della ex Ilva, al Governo chiediamo la massima trasparenza: si rendano noti i termini delle tre offerte globali presentate affinché i cittadini di Taranto possano verificare se è stata data  priorità assoluta alla tutela delle persone, della salute e dell’ambiente, o si sia solo scelto chi ha offerto di più”. Lo chiede Legambiente al Governo sulla vendita dell’ex Ilva dopo che ieri il ministro Adolfo Urso e i commissari di Acciaierie e di Ilva hanno comunicato che, essendo risultata migliore l’’offerta di Baku Steel dell’Azsrbajian rispetto alle altre due per l’intero gruppo AdI, cioè gli indiani di Jindal International e gli americani del fondo di investimento Bedrock, con la stessa Baku adesso si avvierà il negoziato finale. “Nella trattativa esclusiva che si aprirà con gli azeri di Baku Steel per Legambiente - si afferma -, l’aspetto decisivo è costituito dalla piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, da avviare e realizzare con urgenza, arrivando in tempi brevi, i più brevi possibili, alla sostituzione completa di altiforni e cokerie con forni elettrici e utilizzo del preridotto e dell’idrogeno. Ci preoccupano le indiscrezioni sulla permanenza per un tempo non definito di un altoforno e delle cokerie, le più vecchie d’Europa, a suo servizio. Ci preoccupa - aggiunge Legambiente - il possibile arrivo di una nave rigassificatrice di cui non si avverte alcun bisogno, considerato che il gas necessario prima del passaggio completo all’idrogeno arriva in Puglia con Tap. Come ci preoccupano le scelte fatte con l’ultimo, ennesimo decreto sulla ex Ilva che non sono in nessun modo condivisibili”. 

 

Prima donna in 65 anni di storia dell’organizzazione europea

 

Marzia Varvaglione: “C’è tanto orgoglio, le sfide non mancano”


Un traguardo storico per la nostra azienda e per tutto il settore: il Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) ha annunciato nella giornata la nomina del suo nuovo Presidente, Marzia Varvaglione, Business Developer di Varvaglione 1921.

Questa nomina rappresenta un punto di svolta per il CEEV, che per la prima volta sarà guidato da una donna in più di sessant’anni di storia. L’organizzazione ha sede a Bruxelles edal 1960 rappresenta le aziende vinicole europee, riunendo 25associazioni nazionali provenienti da 13 Stati membri dell’UE, oltre a Svizzera, Ucraina e Regno Unito, e rappresentando oltre il 90% delle esportazioni vinicole del continente.

Il settore vinicolo europeo sta vivendo un momento di trasformazione e crescita, dovendo affrontare le questionilegate alla sostenibilità, all’innovazione e alla promozione dei propri valori nel panorama internazionale, ma anche le incertezze legate alle nuove tensioni geopolitiche, agli stravolgimenti climatici e al calo di consumo di vino in tutta Europa. È in questo contesto che Marzia Varvaglione prenderà il timone del CEEV, con l’obiettivo di ridare centralità a un settore in grande cambiamento. 

Marzia Varvaglione, classe 1989, fa parte della quarta generazione di Varvaglione 1921 e nel corso degli anni ha contribuito alla crescita di questa azienda, lanciando la cantina ionica nel mercato nazionale e internazionale e portando i vini del nostro territorio sulle tavole di tutto il mondo. Ricopre inoltre il ruolo di Presidente di AGIVI (Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) i giovani di Unione Italiana Vini, distinguendosi per la sua visione dinamica e innovativa.

“Assumere la Presidenza del CEEV è una sfida che arriva in un momento di forte cambiamento per il mondo del vino – le parole di Marzia Varvaglione, Business Developerdell’azienda –. Il settore vinicolo europeo è un pilastro dell’economia e della cultura del nostro continente e sono orgogliosa di poter rappresentare le aziende che ne fanno parte. Questo incarico è un’opportunità per promuovere un modello di crescita sostenibile, rafforzare la presenza dei vini europei sui mercati internazionali, venire incontro alle esigenze dei nuovi consumatori e valorizzare la diversità che rende unica la nostra produzione”.

Varvaglione 1921 accoglie con soddisfazione questo nuovo percorso e si unisce all’augurio di buon lavoro a Marzia, certi che la sua esperienza e la sua passione saranno un valore aggiunto per il CEEV e tutto il comparto europeo del wine.

"I Commissari mi hanno preannunciato che oggi invieranno una richiesta formale per essere autorizzati ad un negoziato con il soggetto internazionale che ha fatto la proposta migliore. Verosimilmente sarà la compagine azera. Le procedure poi prevedono l'espressione del parere del comitato di sorveglianza e la delibera del Mimit. Si apre così una nuova e decisiva fase, quella del negoziato, con il soggetto che allo stato ha fatto l'offerta migliore". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a margine di Cosmoprof a Bologna, parlando della procedura di vendita di ex Ilva.

L’annuncio di Urso non ha però suscitato sorpresa a Taranto, sede dell’impianto principale di Acciaierie. Già da un pò, infatti, nella città pugliese - tra ambienti sindacali, imprenditoriali e di fabbrica - si dava quasi per scontato che alla fine la partita dell’ex Ilva se la sarebbero aggiudicati gli azeri, anche se negli ultimi giorni si é fatta strada anche la possibilità di una joint tra Baku Steel e l’indiana Jindal Steel. Quest’ultima, comunque, potrebbe essere coinvolta dagli stessi azeri in una fase successiva. Baku ha offerto circa un miliardo per l’acquisizione dell’azienda, investimenti a parte, riconoscendo nel miliardo, 500 milioni per il valore del magazzino. Inoltre, avrebbe proposto circa 7.800 occupati sui poco meno di 10mila che costituiscono a oggi l’organico di AdI, di cui poco meno di 8mila a Taranto. Baku Steel porta con se anche la disponibilità del gas che servirà alla transizione di Acciaierie, cioè il passaggio dagli altiforni ai forni elettrici per realizzare quella decarbonizzazione produttiva indicata come priorità del bando di vendita dei commissari. Come l’Italia coinvolgerà nell’operazione Invitalia, società del Mef, attraverso una quota di minoranza, così Baku Steel Company coinvolgerà lo Stato azero attraverso la società Azerbaijan Investment Company Ojsc. 

Ma quale è il profilo di Baku?

Baku Steel Company CJSC (Bsc), attiva dal 2011, ricostruisce l’osservatorio Siderweb, “è il fiore all’occhiello della metallurgia della Repubblica dell’Azerbaigian ed è la prima acciaieria moderna nella regione del Caucaso. Nel 2010, Bsc è stata completamente ristrutturata e ora produce un’ampia gamma di prodotti, tra cui billette tonde e quadre, tondo per cemento armato, vergella, profili, travi oltre a vari tipi di getti sagomati e tubi senza saldatura. Massimizzando l’automazione dei processi produttivi - dice Siderweb su Baku Steel - l’azienda previene potenziali incidenti derivanti da errori umani, accelera la produzione e garantisce prodotti di alta qualità. La direzione aziendale attribuisce inoltre grande importanza alla tutela ambientale”. Attraverso un progetto ad hoc, Baku, secondo Siderweb, è in grado “garantire la rimozione completamente automatizzata di polvere e aria inquinata generate dal processo produttivo, prevenendo così l’inquinamento ambientale. Obiettivo strategico di Bsc - si spiega - è diventare il polo siderurgico della regione caucasica, aumentando l’efficienza operativa, migliorando la qualità dei prodotti, garantendo la responsabilità ambientale, investendo in tecnologie moderne, sviluppando le competenze del personale e implementando un programma di transizione digitale.

Le principali direzioni di investimento sono: l’ampliamento della gamma di tubi prodotti, in modo da soddisfare la domanda crescente delle imprese dell’industria dell’Oil & Gas nella Repubblica dell’Azerbajian, l’ammodernamento degli impianti di laminazione per renderli più efficienti e consentire di ampliare la gamma e migliorare la qualità dei prodotti”. 

Bsc - si afferma - utilizza un moderno forno elettrico ad arco, installato nel 2012-2013, con una capacità produttiva di 800mila tonnellate di acciaio all’anno della società tedesca Siemes Vai. Il forno è caricato, oltre che con rottami di ferro, con pellet Dri e Hbi ottenuti da minerale di ferro utilizzando la tecnologia di riduzione diretta. Si tratta in sostanza del preridotto, il materiale che sarà usato anche per i forni elettrici a Taranto I ricavi delle vendite complessivi del gruppo Bsc ammontavano nel 2022 (ultimo dato disponibile) a 218,3 milioni di euro, con un incremento del 39,3% rispetto all’anno precedente. Il risultato netto della gestione industriale (Ebit) ha sfiorato i 55 milioni di euro, con una redditività delle vendite (Ros) pari al 25%, quasi 5 punti in meno rispetto all’anno prima, “comunque molto alta - annota Siderweb - se confrontata con quella dei gruppi siderurgici di altre aree del mondo. L’utile netto dell’esercizio ha sfiorato i 40 milioni di euro” mentre “il patrimonio netto, pari a circa 49 milioni di euro, copre soltanto il 33% dell’attivo totale, una percentuale significativamente più bassa dei gruppi siderurgici delle altre aree geografiche del mondo. L’indice di indebitamento (mezzi di terzi/patrimonio netto), è invece nettamente superiore a quello medio degli altri gruppi siderurgici”. Circa la società Azerbaijan Investment Company Ojsc (Aic), partner di Baku nell’operazione per Acciaierie, “è stata fondata nel 2006 dal Governo della Repubblica dell’Azerbaigian che detiene il 100% del capitale - dice ancora Siderweb -. Governata da un consiglio di sorveglianza nominato dal ministero dell’Econo-mia, Aic ha come scopo principale investire nel settore non petrolifero della Repubblica dell’Azerbaigian. In particolare, le priorità chiave sono: investire in progetti finanziariamente interessanti in Azerbaigian; diventare un catalizzatore per attrarre investimenti diretti, talenti e tecnologie nell’economia dell’Azerbaigian; contribuire allo sviluppo delle industrie non petrolifere dell’Azerbaigian; sostenere lo sviluppo dell’economia azera, facilitando la diversificazione produttiva e supportando i processi di sostituzione delle importazioni”. Finora Aic ha investito 184,6 milioni di dollari in 22 progetti.

 

Sarà inaugurata oggi ad Hainan in Cina, nel Museo del Mar Cinese Meridionale, la mostra 'Between the two seas. Archaeology tells of Apulia', un progetto della Regione Puglia, assessorato all'Industria Turistica e Culturale, e dell’Art Exhibition Center di Pechino, in collaborazione con il Museum of the South China Sea, il Museo archeologico nazionale di Taranto e il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento. La mostra, a cura di Rita Auriemma e Stella Falzone, comprende reperti provenienti dal Museo archeologico nazionale di Taranto, dalla direzione regionale Musei di Puglia, con il Parco Archeologico e Museo Nazionale Giuseppe Andreassi di Egnazia, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce con il Museo Ribezzo di Brindisi e il Museo Castromediano di Lecce, dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo.

    La mostra - si legge in una nota - “intende rappresentare, attraverso una selezione di contesti costieri e subacquei e un repertorio di oggetti significativi per funzione e contenuto iconografico, il ruolo della Puglia quale crocevia di culture del Mediterraneo nell’Antichità, grazie alla sua collocazione geografica ‘Tra due mari’". A tale scopo, sono stati individuati 131 oggetti della collezione del Museo di Taranto conservati nei depositi dello stesso museo, molti dei quali esposti nella sede cinese per la prima volta. La finalità, si evidenzia, è quella “di far conoscere ad un pubblico sempre più ampio il ricco patrimonio del museo di Taranto.     L’iniziativa si inserisce all’interno di un più vasto progetto di cooperazione internazionale a sfondo culturale, che la Regione Puglia ha avviato con il Cultural Exchange Center, l’Agenzia Governativa che assicura il sostegno ai progetti di scambio culturale attraverso il coinvolgimento dei grandi musei cinesi”.

Mentre il tempo scorre verso le fatidiche  date del 25 e 26 maggio, quando i tarantini saranno chiamati a votare per eleggere sindaco e Consiglio comunale, lo scenario politico si presenta non ancora completamente definito.

Da un lato il centrosinistra sì è compattato su Piero Bitetti, candidato unico, con il

M5S  dopo riunione tra coordinamento locale e sen Mario Turco ha deciso di correre da solo e proporre un proprio candidato espressione della società civile, dall'altro il centrodestra non riesce a convergere su nome con tre candidati sindaco in pole position che sono Massimiliano Di Cuia, Luca Lazzaro e Francesco Tacente.

Ma andiamo in ordine cronologico. 

Il tavolo del centrosinistra ha designato Piero Bitetti già presidente del Consiglio comunale, esponente di Con, movimento politico pugliese vicino al governatore regionale Michele Emiliano. "Le forze politiche - afferma il centrosinistra - hanno convenuto su un profilo di alto valore politico e non solo espressione della società civile perché le sfide che attendono Taranto devono essere affrontate da una guida politica autorevole ed esperta, capace di dialogare con l’intera città. Europa verde/Avs, Socialismo XXI e Possibile hanno chiesto al candidato sindaco un ulteriore incontro già domani per costruire una visione comune sui temi programmatici da loro proposti per consolidare la propria adesione alla coalizione di centro sinistra. Il Movimento 5 Stelle - si legge - si riserva un passaggio al proprio interno. Tutte le forze al tavolo, riconoscendo l’importanza del simbolo dei 5 stelle, auspicano di potere avere il Movimento all’interno della coalizione a supporto di Piero Bitetti”.

   Il documento pro Bitetti é firmato da Anna Filippetti e Giuseppe Tursi (Pd), Francesco Falcone (Con), Giovanni Carbotti e Gregorio Mariggiò Europa Verde/Avs, Bruno Pastore (Demos), Fabrizio Manzulli (Partito liberal democratico), Tommy Lucarella (Azione), Salvatore Mattia e Remo Marini (socialismo XXI) e Marco Mezzi (Possibile). Su Bitetti si era già formata una larga convergenza. Nelle ultime ore i rapporti sono stati stretti anche con i Verdi, mentre non c’è ancora il sì dei pentastellati, propensi a mettere un loro candidato sindaco. 

Ieri, invece, fumata nera per il tavolo del centrodestra dove tutto restano sulle proprie posizioni: Forza Italia continua a proporre il

consigliere regionale Massimiliano Di Cuia, la Lega sposa la candidatura di Francesco Tacente presidente del Ctp proposta a nome dei centristi Massimiliano Stellato, Fratelli d’Italia è indirizzata sul presidente di Confagricoltura, Luca Lazzàro.

Dopo il nulla di fatto di ieri, il tavolo nazionale dovrebbe tornare a riunirsi lunedì prossimo. 

Lu.Lo. 

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