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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

“Mediterraneo Open Water tra i banchi di scuola”, questo il titolo dell'evento che si è svolto  nell'aula magna dell'IISS Maria Pia di Taranto.

 

La manifestazione di nuoto in acque libere organizzata da Mediterraneo sport Taranto, è stata protagonista di un Percorso per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento (PCTO) cui hanno preso parte gli studenti degli istituti “Maria Pia”, “Liside-Cabrini”,  “Archimede” e “Masterform”. Lo scopo dell'iniziativa è quello di trasferire ai ragazzi un'esperienza formativa con l'obiettivo di passare dalle lezioni in aula al lavoro sul campo attraverso l'organizzazione di un Grande evento sportivo. La seconda fase del percorso, infatti, si svolgerà a settembre, durante lo svolgimento di Mediterraneo Open Water e vedrà gli studenti intervenire come volontari con diversi compiti.

 

I prossimi 13 e 14 settembre si svolgerà l'edizione 2025 di Mediterraneo Open Water, gara di nuoto in acque libere che unisce sport, promozione turistica, tutela e salvaguardia dell'ecosistema marino. Un Grande evento sportivo della Regione Puglia che ha come teatro di gara uno degli scorci più belli e suggestivi d'Italia: il Ponte Girevole, il Castello Aragonese, il Lungomare di Taranto. Gli atleti nuoteranno nelle acque del Canale Navigabile, dinanzi alla platea naturale offerta da Corso due Mari e dallo stesso Lungomare. Nei giorni della gara

 

L'evento di ieri è stato strutturato in due diversi momenti: nel primo, gli studenti che hanno preso parte al Pcto illustreranno i progetti elaborati durante il percorso. La seconda parte ha carattere divulgativo con la partecipazione e il contributo di sportivi, enti, associazioni.

 

A questa kermesse sportiva dal respiro internazionale, prenderanno parte anche gli studenti degli istituti partner del programma GAME UPI della Provincia di Taranto - il liceo scientifico Lentini-Einstein di Mottola, l'alberghiero Mediterraneo di Pulsano e il liceo sportivo Righi di Taranto - che, con il supporto degli esperti del CONI, hanno già avuto un primo incontro formativo e che saranno di supporto alla macchina organizzativa del Mediterraneo Open Water.

 

L'evento sportivo ha, inoltre, ottenuto il patrocinio, oltre che della Regione Puglia, del Comune di Taranto e di Puglia 2026 - European region of sport - anche della Provincia di Taranto e della Consigliera provinciale di Parità.

Lu.Lo. 

Con la presentazione delle liste, la cui ufficializzazione scadeva alle 12 di oggi, si entra nell'agone della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Taranto.

I numeri  da soli bastano già a rendere evidente l'immagine di una città divisa in tante anime politiche: parliamo infatti di 6 candidati alla carica di sindaco, con complessive 28 liste e oltre quasi 900 aspiranti consiglieri.

In rigoroso ordine alfabetico ecco tra chi gli elettori tarantini, il 25 e 26 maggio prossimi, sono chiamati a scegliere il nuovo primo cittadino del capoluogo ionico. Nel momento in cui scriviamo la situazione è la seguente: 

Annagrazia Angolano sostenuta da 2 liste 

Piero Bitetti sostenuto da 8 liste 

Mario Cito sostenuto da una lista 

Antonello De Gennaro sostenuto da una lista 

Mirko Di Bello sostenuto da 6 liste 

Luca Lazzaro sostenuto da 3 liste 

Francesco Tacente sostenuto da 7 liste.

Concorrono quindi in 7 alla carica di sindaco di Taranto. Le liste elettorali a supporto dei 7 candidati sindaci sono state presentate  alla segreteria generale del Comune di Taranto, entro la scadenza dei termini - ma alcune erano già state presentate ieri - e ora sono tutte al vaglio della commissione elettorale che, lista per lista, deve verificare il rispetto delle procedure previste dalle norme. Non si esclude la possibilità di alcune esclusioni. Particolarità di queste elezioni, è che non ci sono né campo largo nel centro sinistra, né l’unione del centrodestra. Infatti il Pd con le altre forze del centrosinistra, tra cui Avs e Con, movimento civico vicino al governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, presenta un suo candidato sindaco, Piero Bitetti, ex presidente del Consiglio comunale. Lo stesso ha fatto il Movimento Cinque Stelle, con Anna Grazia Angolano, mentre sul versante del centrodestra la Lega - anche se non con il simbolo Lega ma con la lista Prima Taranto - converge insieme a forze civiche e a molti esponenti dell’amministrazione comunale uscente, tra assessori e consiglieri comunali, sul candidato sindaco Francesco Tacente, ex presidente del Consorzio Trasporti Pubblici, e infine Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono la candidatura di Luca Lazzàro, ex presidente di Confagricoltura Puglia. Devono essere eletti 32 consiglieri. Taranto é città per la quale é previsto il ballottaggio 15 giorni dopo il primo turno qualora nessuno dei sette candidati a sindaco avrà raggiunto la quota del 50%+1 dei voti validi in prima battuta. Oltre a Bitetti, Tacente e Lazzaro, corrono per la carica di sindaco di Taranto, con altre liste a sostegno, anche Mario Cito - figlio dell’ex sindaco Giancarlo Cito -, Mirko Di Bello e Antonello De Gennaro. Bitetti, Tacente e Lazzàro sono i candidati sindaco che hanno più liste di candidati consiglieri che li sostengono, rispettivamente 8, 7 e 4. A Taranto si vota a fine maggio, con un anticipo di quasi due anni sulla fine naturale della consiliatura, perché a fine febbraio la maggioranza dei consiglieri - tutti quelli di opposizione, più 2 della maggioranza, per un totale di 17 - hanno firmato le loro dimissioni determinando così lo scioglimento anticipato del Consiglio e la caduta dell’amministrazione comunale, sino ad allora guidata dal sindaco, al suo secondo mandato, Rinaldo Melucci, inizialmente eletto con il Pd e una coalizione del centrosinistra e poi a capo di una maggioranza civica, con molti consiglieri e assessori che hanno abbandonato i partiti di provenienza. Attualmente in Comune c’è un commissario: il prefetto Giuliana Perrotta. Mentre scriviamo giunge notizia dell'esclusione della candidatura di Antonello De Gennaro.

 

L’esclusione è stata annunciata oggi pomeriggio dallo stesso De Gennaro in una conferenza stampa. Il motivo risiede nelle irregolarità delle firme presentate a sostegno della candidatura, “con la gente che si candidava per gli altri partiti e veniva a firmare per noi - ha detto De Gennaro -. Ma non hanno fatto male a De Gennaro ma ad una città. Avrei voluto riportare alle urne quella parte di Taranto che non va a votare. Volevo mettermi a servizio di questa città ed aiutarla”. Invece, ha aggiunto De Gennaro sull’esclusione delle firme, “ci hanno mandato i cavalli di troia e siamo stati seppelliti. Così hanno venduto la città di Taranto ai loro interessi”. Dopo l’esclusione di De Gennaro e della sua lista, sono 28 quindi le liste per le comunali e restano candidati sindaco Piero Bitetti (Pd, Con e centrosinistra), Francesco Tacente (movimenti civici, Psi e Lega, anche se quest’ultima con la lista “Prima Taranto”), Luca Lazzàro (Fratelli d’Italia, Forza Italia ed altre liste), Annagrazia Angolano (M5S), e ancora Mario Cito e Mirko Di Bello, questi ultimi due con schieramenti civici. Domani, infine, sia Piero Bitetti che Francesco Tacente inaugureranno i rispettivi comitati elettorali e presenteranno le liste a proprio supporto.

È cominciato da parte del gruppo istruttore del ministero dell’Ambiente (Mase) l’esame delle osservazioni formulate da Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, alle 477 prescrizioni ambientali nel parere istruttorio conclusivo della nuova Aia, Autorizzazione integrata ambientale, per la fabbrica siderurgica di Taranto. La nuova Aia, durata 12 anni, serve all’ex Ilva per produrre 6 milioni di tonnellate l’anno con gli attuali tre altiforni e due acciaierie. Poi, quando ci si avvicinerà all’entrata in funzione dei forni elettrici, servirà una nuova Autorizzazione. Le osservazioni aziendali non sarebbero nello stesso numero delle prescrizioni, 477 - diverse delle quali si articolano poi con altre misure collegate -, ma sarebbero comunque molte. Tant’è che il gruppo istruttore, del quale fanno parte anche Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte, ha dovuto aggiornarsi al 29 aprile. E se per quest’ultima data non si riuscisse a concludere l’esame delle osservazioni di Acciaierie, e quindi a formulare una risposta conclusiva a ciò che ha chiesto l’ex Ilva, è probabile che la conferenza dei servizi prevista per il 5 maggio possa essere rinviata. 

 Il gruppo istruttore dell’Aia ha infatti cominciato l’esame delle osservazioni dell’ex Ilva, ma non avrebbe ancora espresso un orientamento. Acciaierie parte dal presupposto che essendo stata cambiata e integrata l’Aia ancora in vigore - che peraltro è in proroga - nel 2012, nel 2014 e nel 2017, le misure ambientali non sono più quelle originarie del 2011 ma sono state potenziate e rafforzate. E l’ex Ilva, rifacendosi all’Ispra, sostiene di aver attuato e applicato quanto previsto. Ne consegue, per l’azienda, che la situazione adesso è ben diversa da quella di partenza dell’Aia. Secondo Acciaierie, ponendo ora tante nuove prescrizioni si rischia di ostacolare un’azienda che, nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza, vuole rilanciarsi anche con l’arrivo di un nuovo investitore, il gruppo Baku Steel Company dell’Azerbaijan. Da rilevare che l’istanza di nuova Aia presentata dall’azienda a febbraio 2023 è per una produzione di 8 milioni di tonnellate mentre il provvedimento in arrivo ne attribuisce 6, che è l’attuale livello autorizzato. Nel parere conclusivo, però, il gruppo istruttore scrive che le nuove prescrizioni permettono di avere “un quadro cautelativo dal punto di vista ambientale e sanitario”. E che vi é la necessità di “una serie di approfondimenti e l’implementazione di un monitoraggio permanente ambientale e sanitario, da sviluppare in sinergia con gli enti territoriali, oltre a una serie di misure di ottimizzazioni impiantistiche e gestionali con un approccio di miglioramento continuo basato su dati misurati”.

di Luca Lorusso 

Questa è una di quelle pagine di vita tarantina che parla di donne che riescono a fare rete ed a costruire insieme qualcosa di importante. Donne che si prendono cura di altre donne raggiungendo obiettivi, realizzando percorsi di formazione e di crescita comune come quello che da lunedì 28 a mercoledì 30 aprile si svolgerà nella sede di Formare Puglia, in via Diego Peluso 111, a Taranto. A rendere possibile tutto ciò è il progetto firmato dall'Associazione Citt Citt odv ets, in collaborazione con Formare aps e Alzaia onlus, con finanziamento del Banco di Napoli. 

Per l'occasione la sede di Formare Puglia diventerà un grande laboratorio di sartoria teatrale per il workshop intensivo per la preparazione dei costumi che saranno indossati dalle detenute nel corso della rappresentazione teatrale che si svolgerà all'interno d carcere di Taranto a conclusione del laboratorio svolto dall'Associazione Citt Citt. 

 Il workshop con Marta Balduinotti che sarà dedicato prevalentemente specialmente alle donne vittime di violenza che seguono i percorsi di Alzaia. 

Marta Balduinotti è una costumista che si è laureata in Costume per lo spettacolo presso l’Accademia Ligustica Di Belle Arti di Genova. Collabora da anni con il Teatro Necessario di Genova, come docente e assistente costumi, seguendo la realizzazione del progetto con i detenuti della Casa Circondariale di Marassi (Genova). Ha avuto anche esperienze su set cinematografici e non, lavorando come sarta per shooting e set televisivi.

I costumi realizzati verranno utilizzati dall’associazione per la performance ‘Siamo tutte Antigone’ una restituzione performativa del laboratorio teatrale che l’associazione gestisce nella sezione femminile del carcere di Taranto dal 2023. 

Per le stoffe dei costumi è stata fatta una call alla cittadinanza tarantina che ha risposto con estremo entusiasmo ed ha donato lenzuola/tende/tovaglie ai fini della realizzazione della realizzazione dei costumi. 

Il Museo archeologico nazionale di Taranto (il MarTa) celebra oggi l’anniversario della Liberazione attraverso il racconto della storia degli Ori di Taranto e del corredo funebre, anch’esso in oro, della principessa Dauna Opaka Sabaleida proveniente dagli scavi di Canosa (Bat). Le vicende che dal 1940 al 1949 interessarono i preziosi ori di manifattura tarantina (risalenti alla seconda metà del quarto e terzo secolo Avanti Cristo). Ma anche le sorti dell’antico convento degli Alcantarini (sede del Museo) tra guerra e Liberazione, oggi costituiranno il racconto che il MarTa offrirà ai visitatori in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione. Si partirà dalla famosa “Notte di Taranto”, quando nel 1940 sei navi militari italiane vennero colpite nella rada di Mar Grande da aerosiluranti inglesi, dal travagliato periodo di guerra e bombardamenti sulla base navale della città pugliese. Era il 1943 quando l’allora soprintendente archeologico di Taranto, Ciro Drago, dopo aver redatto un inventario dettagliato degli Ori e averli risposti in due cassette di legno, decise di portare i preziosi reperti in un luogo più sicuro. E così il 2 febbraio del '43 un giovane ispettore della Soprintendenza archeologica di Taranto, Valerio Cianfarani, dopo aver attraversato l’Italia in guerra, varcò la soglia d’ingresso della filiale di Parma della Banca Commerciale Italiana. Subito dopo, insieme ai funzionari, si diresse alla periferia della città dove gli Ori di Taranto vennero nascosti nei caveau blindati dell’istituto di credito. Gli Ori furono così salvi, anche dopo il tentativo di appropriazione da parte della Repubblica di Salò, e tornarono nel Museo di Taranto solo nel 1949 dopo un lungo periodo di carteggi, silenzi e notizie incerte sul loro destino. 

Oltre 78mila persone hanno visitato a Taranto il ‘Villaggio IN Italia’, allestito nel Castello Aragonese, e la Nave Amerigo Vespucci nell’ambito della settimana tappa del Tour Mediterraneo Vespucci. In 67.000 hanno inoltre avuto l’opportunità di salire a bordo della Nave Scuola della Marina Militare. Nel corso della tappa hanno raggiunto il Villaggio IN Italia di Taranto il Ministro della Difesa Guido Crosetto in visita informale; il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi; il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti, il Commissario Straordinario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, il Comandante Interregionale Marittimo Sud Ammiraglio di Squadra Vincenzo Montanaro e Luca Andreoli Amministratore Delegato di Difesa Servizi S.p.A, la società in house del Ministero della Difesa che realizza e supporta tutte le fasi dell’iniziativa.

Tra gli eventi che hanno contribuito al successo della settima tappa il seminario “AMAN” “Alliance of Mediterranean News Agencies” dedicato ai prossimi Giochi del Mediterraneo che si disputeranno a Taranto dal 21 agosto al 3 settembre 2026 e i riti della Settimana Santa tarantina con il passaggio, per la prima volta nella storia, delle Poste della confraternita del Carmine a bordo della Vespucci e la visita a sorpresa del cantante Al Bano. Il lunedì dell’Angelo, alla notizia della morte di Papa Francesco, Nave Amerigo Vespucci, la cui cappella è chiesa giubilare, ha issato a mezz’asta il Tricolore in segno di lutto. Distribuito su una superficie di più di 4.000 metri quadri presso il Castello Aragonese, anche a Taranto il Villaggio IN Italia ha permesso ai visitatori di conoscere l’esperienza del Tour Mondiale e del Villaggio Italia, nata da un’idea del Ministro della Difesa Guido Crosetto, sostenuta dalla Difesa e da 12 Ministeri, con l’obiettivo di promuovere le eccellenze del Made in Italy portando in giro per il mondo la cultura, la storia, l’innovazione, la gastronomia, la scienza, la ricerca, la tecnologia e l’industria che fanno dell’Italia un Paese universalmente apprezzato. 

La Regione Puglia sblocca le opere infrastrutturali per mettere in esercizio l’invaso artificiale del Pappadai, nel Tarantino, attraverso due interventi. Obiettivo é rendere operativo un invaso inutilizzato da decenni in modo da dare respiro al mondo agricolo e consentire alla Puglia di contrastare la siccità, particolarmente acuta in questa fase.

Intervenendo  alla presentazione delle opere nel Tarantino, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha detto che si rilancia “un'idea nuova per la gestione della risorsa idrica in Puglia e in tutto il Mezzogiorno, consentendo a Regioni come il Molise, la Campania, la Calabria o la Basilicata, di utilizzare ciò che già è nella nostra disponibilità, grazie a programmi a breve termine, come quello della diga del Pappadai, e a medio termine, come quella del Liscione in Molise. L'acqua - ha sostenuto Emiliano - è un patrimonio comunitario che deve essere condiviso secondo uno schema giusto, assicurato da un rapporto tra il Governo centrale e le società che devono distribuire l'acqua”. Per Emiliano, “grazie alla riforma che abbiamo varato difendendo il valore pubblico dell'acqua, Acquedotto Pugliese è pronto a essere la parte principale del soggetto unico per la distribuzione dell'acqua in tutto il Sud Italia".

 "A questa idea - ha rilevato Emiliano - si deve accompagnare la disponibilità di tutti gli altri soggetti interessati, perché cucire una governance così complessa su un bene così essenziale, è un'operazione politica di grande livello, alla quale come Regione Puglia abbiamo dato disponibilità, come l'ha data il presidente del Molise a condividere l'acqua della diga del Liscione. Questo - ha concluso Emiliano - non è solo un problema tecnico, ma è un problema di natura politica e noi siamo pronti a discuterne con il commissario e col Governo senza nessun tipo di prevenzione”.

Gli interventi in questione che permetteranno l’esercizio dell’invaso Pappadai sono il recupero funzionale delle opere, degli impianti e delle apparecchiature dell’invaso (importo progetto, 2.000.000 euro, importo lavori 1.330.000 euro) e il recupero funzionale di opere e impianti del sistema irrigazione Salento costituito dal nodo idraulico di Monteparano e nodo idraulico di Sava, due centri del Tarantino (importo progetto 2.133.000 euro, importo lavori 1.361.295 euro).  Ad aggiudicarsi le opere è stata l'impresa tarantina Delfiume. Adesso il 23 maggio avverrà la consegna dei lavori relativi ai due progetti finanziati. Alla presentazione erano presenti le diverse Autorità nazionali e regionali che gestiscono la risorsa idrica, nonché le associazioni del mondo agricolo. Per Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, “abbiamo lavorato con i diversi soggetti, Autorità di distretto meridionale, Acque del Sud, commissario straordinario per gli interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, ministeri, fino ad arrivare a intercettare risorse importanti dal Fondo di Sviluppo e Coesione. In quest’opera - ha evidenziato Pentassuglia - abbiamo stanziato risorse importanti a valere sul nostro bilancio regionale. Si tratta dei primi 6 milioni che hanno determinato opere che di fatto consentono l’utilizzazione vera e piena di questa diga”.

 La condanna a 4 anni e 5 mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici è stata chiesta oggi dal pm della Direzione distrettuale antimafia, Milto Stefano De Nozza, per l’ex sindaco di Statte (Taranto), Francesco Andrioli, nel processo relativo al voto di scambio politico-mafioso che ha interessato tempo addietro questo centro. Per uno degli imputati, Davide Sudoso, invece, il pm ha chiesto 20 anni di reclusione, in quanto considerato dagli inquirenti il capo di una struttura criminale capace di esercitare una rilevante influenza sulla vita politica, economica e sociale del territorio tarantino. Le altre richieste di condanna per gli altri imputati vanno poi da 14 anni a 8 mesi. Secondo l’indagine della Dda, tra il 2020 e il 2021 l’organizzazione criminale con a capo Sudoso avrebbe consolidato il proprio potere tramite il traffico di droga, la disponibilità di armi e il condizionamento delle elezioni amministrative dell’ottobre 2021 a Statte, sostenendo la campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Andrioli in cambio di favori e vantaggi economici. Gli arresti avvennero a gennaio dell’anno scorso, eseguiti dalla Guardia di Finanza, e furono 29. Sequestrati in quell’occasione anche beni per un valore di 6,4 milioni di euro. Nel processo, 35 imputati hanno chiesto il rito abbreviato, 10 quello ordinario ed uno, infine, é stato prosciolto. 

Il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico, da mesi attivamente impegnato nella difesa del fiume Tara, ha rilevato e segnalato un errore sostanziale nella Deliberazione n. 27 del 28 marzo 2025 dell’Autorità Idrica Pugliese (AIP), relativa all’approvazione del progetto del dissalatore.

In una nota inviata agli organi di stampa il Comitato sottolinea che 

"nel testo approvato si afferma che la Determinazione dirigenziale n. 10 del 17 gennaio 2025 rappresenterebbe il provvedimento conclusivo della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In realtà, tale atto riguarda la chiusura della Conferenza di Servizi e non coincide con la conclusione formale del procedimento VIA, che risulta tuttora in corso. Un errore di questo tipo rischia di generare confusione e disinformazione, motivo per cui il Comitato ha inviato formale richiesta di rettifica all’AIP, sollecitando un’immediata correzione.

Questa segnalazione - scrive il Comitato- si inserisce in un’azione di presidio civico e opposizione attiva che il Comitato porta avanti con fermezza. Non siamo semplici osservatori: continuiamo a contrastare questo progetto in ogni sede, con ogni mezzo democratico e legittimo, e ribadiamo il nostro NO al dissalatore sul fiume Tara, senza se e senza ma.

In tale direzione, nei prossimi giorni è prevista la comunicazione ufficiale di un sit-in promosso dalla Rete Difesa Fiume Tara, una rete territoriale di associazioni, gruppi e cittadini che da tempo si oppongono con determinazione a quest’opera. Non ci interessa spostare il problema altrove: il dissalatore sul Tara non s’ha da fare.

Il fiume Tara non è una riserva tecnica da cui attingere a piacimento. - conclude la nota- È un bene comune, un ecosistema prezioso, una memoria vivente che appartiene al territorio e il territorio lo difenderà sempre".

di Lucia Pulpo 

Torna a Taranto, l’energia magica di Opencore Fest, il 25-26-27 aprile presso lo stabilimento balneare “Yatchting club”. Ne parliamo con Emilio  PorchettI, il fondatore, circondato dai suoi collaboratori mentre stanno allestendo gli stand. Intanto Mary Lamura misura i percorsi con lo sguardo. Lei si occuperà del tour per bambini con attività che seguiranno il calendario delle associazioni aderenti ma tarate sul benessere dei più piccoli.

Propositi e obiettivi sono cambiati rispetto all’inizio?

Gli sport acquatici sono sempre stati la mia passione, in particolare praticavo canoa per la Marina Militare; quando sono tornato a Taranto, molti non riuscivano a praticare surf, canoa e mi chiedevano dove poter andare per provarli. Pur vivendo in una città di mare, gran parte della gente non aveva contatto con sport acquatici e realtà che il mare lo vivono. Questa manifestazione è nata per mettere in comunione praticanti e realtà marine. Allora, per esempio, non c’erano le scuole e associazioni di surf, oggi qui con noi abbiamo Luca Briganti che è il presidente di “Taranto surf”. Frequentando il mare solo d’estate con alta pressione, non sapevano che ci sono anche onde di buona qualità lungo tutta la Litoranea, non avevano esperienza del mare  e le sue onde d'inverno così mi chiedevano se si potesse fare surf a Taranto. Adesso vengono da tutte le parti d’Italia a fare surf qui perché con le carte meteo si sa quando e dove ci sarà la mareggiata.  L’idea ha funzionato, ed è stata, da subito, una gran festa. Oltre questo, c’era carenza di strutture, io andavo a gareggiare a Bari, appena 100 km di distanza ma una situazione completamente diversa. Il CUS Bari ha prodotto campioni perché avevano strutture dove potersi allenare  tutti i giorni con qualunque condizione meteorologica. 

Potevano sviluppare il potenziale. All’epoca avevo in squadra Marco Iacovone, un talento naturale che arrivava a distanza di un secondo dal campione mondiale Sartori. Immaginavo cosa, il tarantino, avrebbe potuto fare  con strutture adeguate.  In generale, c’era la voglia di tirare fuori dal sottobosco dei talenti inespressi e dar loro la possibilità d’esprimere il loro potenziale.  

Tante sono la associazioni che partecipano ma, chi c’è da sempre e quali sono le new entry 2025?

I praticanti della prima edizione si sono strutturati in associazioni, la realtà è cambiata tantissimo proprio perché siamo riusciti ad aprire un varco nell’isolamento che imperava. Per esempio, Luca si è strutturato con “Taranto surf”, attirano praticanti da tutte le provincie della Puglia, non solo la tavola sul mare, anche lo skates a rotelle per allenarsi anche quando il mare è in burrasca. Lui è uno della prima ora ed è una soddisfazione sentire che ha tanti associati e il gruppo è in crescita.

All’Opencore fest vengono da tutta la regione?

Da tutto il sud Italia. Mi hanno chiamato anche da Roma perché ci saranno anche i monaci tibetani che faranno il Mandala. Taranto, fra le altre cose, è referente del monastero di Gendün Drup in India, il monastero del Dalai Lama. Insomma qui c’è il centro buddista referente nazionale. In particolare, quest’anno, e spero sia di buon auspicio, verrà a parlare il Lama che è nato il 10 maggio come San Cataldo. Intanto parla benissimo in inglese, altre volte ci sono capitati monaci che parlavano soltanto tibetano; invece lui lo capiremo bene. Questo evento serve anche alla promozione del turismo filosofico-religioso come nella tradizione di Taranto dove c’erano le scuole filosofiche dei pitagorici.

Sport, Natura, Spiritualità, Cultura… potremmo riassumere con la parola benessere a cui si associa spesso la parola solidarietà. Cos’è per lei la solidarietà?

Empatia. Per me, solidarietà è mettersi nei panni dell’altro. Da quando frequento Marco D’Andria, il presidente di Dis-Education che garantirà l’accessibilità di tutte le attività, mi rendo conto del valore reale dei problemi. I monaci shaolin dicono: “tu puoi avere tanti problemi, nel momento che il tuo corpo ha un problema, tu hai un unico problema”. In una città come Taranto, afflitta dall’inquinamento ambientale dove la gente si ammala di tumore, tu speri sempre di stare bene ed evitare problemi ma bisogna venire incontro a chi li ha. 

Il biglietto d’ingresso valido per tre giorni basta giusto a coprire le spese. cos’è OPENCORE per lei?

Si accede tesserandosi all'associazione Opencore Aps, questo permetterà l’accesso ai tre giorni ed eventuali eventi futuri. Il biglietto è di 6€, le spese sono coperte dagli sponsor. Girando mi sono reso conto che, a livello commerciale, la nostra città sta attraversando un momento difficile. Generalmente, fra tesseramento e sponsor, riusciamo a coprire le spese. L’opencore è il contributo mio e di altri, alla nostra città, cercando di lasciare una traccia delle esperienze fatte,  sperando che possa arricchire la mia città.

Chi vorresti vedere fra gli stand e dove vorresti arrivare con Opencore?

Tutti, vorrei vedere tutti. Un saggio indiano mi disse che il posto più importante della casa è la cucina perché  sul tavolo si mangia, si trasforma energia dal cibo al pensare , energia che diventa vita; così l’Opencore è il posto dove si scambia energia che ognuno porta poi nella sua vita.  una magia che fa bene a me e a tutti quelli che partecipano. Si tratta di benessere della collettività. Spesso mi sono imbattuto in una cattiva competizione anche fra associazioni sportive. Sofocle diceva che “è meglio perdere con onore piuttosto chè vincere con l’inganno”. Il mio sogno sarebbe vedere sviluppare l’armonia fra le associazioni, una città armonica in generale, così da poter sviluppare un’economia e uno stile di vita alternativo a quello che conosciamo; la realtà è quella che creiamo prima con l’immaginazione e poi con la sintonizzazione delle energie. Siamo tutti interconnessi, ogni cosa è il frutto della collaborazione si più mani: stiamo parlando su sedie fatte da altri in un posto gestito da ulteriori altri… Nessuno è completamente indipendente. Vorrei creare sintonia e armonia fra le persone, una energia positiva per il cambiamento in meglio di Taranto.

 

 

 

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