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Giornale di Taranto - Giornalista1
Il 30 settembre è scaduto il termine per l’accesso alle “Nuove Misure per il Credito alle PMI” sottoscritto a febbraio scorso tra l’ABI ed i rappresentati del Governo e delle imprese. Attraverso la misura, le banche hanno sospeso fino al 31 luglio circa 106.000 mutui a livello nazionale, pari a 32,3 miliardi di debito residuo con una liquidità liberata superiore a 4,3 miliardi di euro. Se a queste operazioni si aggiungono quelle delle due passate iniziative degli anni 2009-2010 (“Avviso comune” e “Accordo per il credito alle PMI”), si raggiunge un totale di 370.000 mutui sospesi, pari a oltre 100 miliardi di debito residuo, con una liquidità liberata di circa 20 miliardi di euro. Con il perdurare della crisi, l’ABI sta già lavorando alla nuova stesura dell’Accordo che dovrebbe confermare la sospensione dei mutui, l’allungamento della durata di mutui, anticipazioni bancarie e scadenze del credito agrario di conduzione, nonché la concessione di finanziamenti connessi ad aumenti di mezzi propri delle pmi. Una novità attesa rispetto al passato riguarda un più ampio periodo massimo di allungamento dei mutui. Queste misure, unite al potenziamento dell'operatività del fondo di garanzia per le pmi e lo sviluppo delle reti d’impresa, rappresentano le leve sulle quali sta operando il sistema del credito con l’intento di contrastare la crisi ed attenuare l’impatto di Basilea 3 sulle pmi. In questo contesto di grande difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, anche la Regione Puglia sta facendo la sua parte utilizzando lo strumento della finanza agevolata per attuare delle politiche di stimolo alla crescita ed a sostegno delle Micro e PMI. Tra gli altri interventi, la Regione ha messo in campo la seconda tranche di contributi rivenienti dall’Asse VI Mis. 6.1.1, stanziando 50 milioni di euro finalizzati alla dotazione di fondi rischi diretti alla concessione di garanzie su operazioni di credito attivate dalle PMI pugliesi. Delle 4 confidi pugliesi destinatarie dei fondi, Confidi Confcommercio Puglia - già Società di Garanzia Commercianti - si è aggiudicata un plafond di € 11.447.003 capace di sviluppare un volume di finanziamenti superiore a 80 milioni di euro. La garanzia assiste le operazioni di finanziamento alle imprese socie nella misura dell’80% del credito erogato dalle banche convenzionate. Gli interventi finanziabili devono essere finalizzati a: - Investimenti in attivi materiali e immateriali (acquisto immobili aziendali, opere murarie, acquisto arredi, attrezzature e macchinari, ecc.), fino a € 1 mln; - Riequilibrio finanziario (consolidamento di esposizioni verso il sistema bancario: prestiti, mutui, scoperti di c/c, ecc.), fino a € 800 mila; - Attivo circolante (acquisto scorte di materie prime e prodotti finiti), fino a € 400 mila; - Capitalizzazione aziendale, fino a €800 mila. Le banche aderenti alla convenzione regionale sono: Banca Apulia, Banca del Mezzogiorno, Banca Popolare di Bari, B. Popolare Puglia e Basilicata, B. Popolare Pugliese, Banca Popolare di Milano, BCC di Avetrana, BCC S. Marzano di S. Giuseppe; BCC di Taranto; BCC S. G. Rotondo, Banca della Campania, UBI Carime, MPS, Unicredit. Info: Confidi Confcommercio Puglia sede di Taranto, Via Berardi 8 - tel 099.4592770 fax 099.4537518 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; sito internet www.confidiconfcommerciopuglia.it Altri Sportelli informativi presso tutte le sedi Confcommercio imprese per l’Italia della provincia di Taranto Sede di Taranto: Viale Magna Grecia n. 119, tel. 099.6418148; e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; sito internet www.confcommerciotaranto.it
A settembre, con 3,5 milioni diminuiscono in Puglia le ore richieste all’Inps di cassa integrazione (-65,2%) rispetto al precedente dato di agosto, mentre il rapporto con il 2008 –anno di inizio della crisi– segna un preoccupante +174,7%. Sulla carta, gli indici al ribasso sarebbero positivi ma la realtà purtroppo è ben diversa. “Per molte aziende – spiega il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese – c’è l’enorme difficoltà di aver esaurito le diverse forme di cassa integrazione tanto da ricorrere, laddove possibile, alla mobilità che equivale al licenziamento dei lavoratori. In tal senso, l’Inps registra, rispetto allo scorso anno, un sensibile incremento delle richieste delle istanze di mobilità e di disoccupazione (+22,3%)”. A settembre 2013, le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps per interventi ordinari, straordinari ed in deroga in favore delle aziende della provincia di Taranto registrano una riduzione di 93 punti percentuali rispetto al precedente dato di agosto 2013. Più nel dettaglio, per l’intervento della cassa integrazione ordinaria (Cigo) si segna un rallentamento del 64,7% su agosto scorso (171mila ore rispetto alle 485mila di agosto). Relativamente alla cassa integrazione straordinaria (Cigs), la quale viene concessa nelle ipotesi di crisi aziendale a differenza di quella ordinaria che invece viene accordata per difficoltà temporanea dell’impresa, decrescono in modo radicale le ore autorizzate dall’Inps rispetto ad agosto 2013, passando dagli esponenziali 7,8 milioni di agosto 2013 a 346mila di settembre. In ordine agli interventi in deroga (Cigd) si registra un incremento del 35,4% su agosto 2013 (da quasi 54mila ore di agosto a quasi 73mila ore di settembre). Per la cassa in deroga sono sempre all’ordine del giorno le difficoltà e le incertezze intorno allo strumento. Inoltre, per il 2014 sarebbero in fase di ridefinizione da parte del governo nazionale nuove regole di attribuzione delle risorse per regioni d’Italia sempre più stringenti. “E’ evidente – continua Pugliese – la confusione che caratterizza la cassa in deroga a cui si somma la palese insufficienza delle risorse stanziate finora dal governo nazionale. Di sicuro, gli incrementi sarebbero stati più consistenti perché un clima del genere scoraggia le aziende a ricorrere alla Cigd con i conseguenti rischi di nuovi licenziamenti. Ed ancora, altro problema è rappresentato dai finanziamenti nazionali a singhiozzo che generano forti ritardi nei pagamenti con conseguenti gravi danni nei confronti di migliaia di lavoratori. La crisi economica morde sempre più ed il mancato concreto rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga da parte del governo Letta rischia di scatenare una spirale recessiva con nuove criticità occupazionali per il nostro paese. Bisogna ridefinire con serietà lo strumento degli ammortizzatori in deroga eliminando i suddetti limiti, altrimenti, diventerà impraticabile anche per la Puglia, sostenere il reddito dei lavoratori in Cigd così come quelli in mobilità in deroga”.
Considero motivo di grande soddisfazione l’eccellente risultato raggiunto nell’ambito del Programma Nazionale di Sostegno per il settore vitivinicolo che, grazie all’impegno di tutti i soggetti coinvolti, ha consentito di erogare a favore dei produttori pugliesi la quasi totalità dei fondi riservati loro dall’OCM Vino. Un segnale di attenzione ulteriore rispetto ad un comparto che diventa sempre più non solo modello di sviluppo integrato per la nostra Regione, ma anche un importante tassello del nostro PIL. Così l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, commenta i dati sulla spesa dell’O.C.M. vino relativi all’esercizio finanziario 2013. Per la misura “Ristrutturazione e Riconversione dei vigneti” sono stati liquidati circa 22 milioni di euro tali da consentire a ben 900 viticoltori pugliesi di ristrutturare circa 1.800 ettari di vigneto, con l’utilizzo prioritario di vitigni autoctoni. Un’ulteriore segnale positivo per l’agricoltura pugliese che, attraverso questa misura dell'OCM vino, vede rinnovare gli impianti viticoli, adeguare le produzioni alle nuove esigenze del mercato, oltre che adottare modelli produttivi e sistemi di gestione vitivinicola finalizzati a conseguire importanti risultati sia in termini di qualità dei vini che di valorizzazione del territorio. Non da ultimo, il buon risultato raggiunto anche con la misura “Investimenti” che ha consentito di finanziare 48 aziende vitivinicole pugliesi e realizzare punti vendite, sale degustazione, attività di e-commerce “Cantina virtuale” e logistica aziende.
IMilitari del Gruppo di Taranto hanno intensificato negli ultimi giorni i controlli finalizzati a contrastare l’illecito traffico di sostanze stupefacenti. L’attività operativa, condotta con il prezioso supporto delle un’unità cinofile antidroga, ha interessato il Borgo, la Citta’ Vecchia, il Terminal bus del porto mercantile, oltre che i quartieri “Tamburi”, “Paolo VI” e “Salinella”, ove sono stati identificati numerosissimi giovani. Nel particolare, durante un controllo, i finanzieri hanno notato due persone che si aggiravano con fare sospetto in Città Vecchia. Durante le fasi di identificazione, C.S., di anni 24, nato a Taranto ma domiciliato a Trebisacce (CS), già noto alle forze dell’ordine, mostrava inequivocabili segni di nervosismo alle domande poste dai militari. Per tale motivo intervenivano i cani antidroga che, grazie al loro infallibile fiuto, consentivano di rinvenire addosso alla persona un panetto di hashish del peso di oltre 50 grammi. Nel corso dello stesso intervento anche un ventiduenne, proveniente dalla stessa cittadina calabrese, veniva denunciato a piede libero. C.S. veniva tratto in arresto per il reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ed associato alla casa circondariale di Taranto. L’esito dell’attivita’ operativa svolta complessivamente nel capoluogo jonico consentiva di sequestrare numerose dosi di sostanze stupefacenti, tra eroina, hashish e marijuana, nonche’ di segnalare al Prefetto dodici giovani assuntori.
“Un Mezzogiorno da cataclisma, penalizzato e tartassato, dimenticato dai governi, che non lo hanno affatto ignorato, invece, quando andava spremuto per ricavare gettito fiscale”. Per il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna, il nuovissimo, devastante rapporto Svimez diffuso oggi è “un documento impietoso di un ritardo incolpevole, una ‘cartolina’ del Sud in macerie che grida vendetta”. Più tasse e meno spesa pubblica rispetto al Nord, desertificazione industriale, occupati sotto i 6 mln come solo nel 1977: “ha ragione il ministro Trigilia a commentare con sgomento questi dati, ma il responsabile della coesione territoriale e il premier Enrico Letta siano coerenti con le loro dichiarazioni, trasformando il ritorno del Mezzogiorno al centro dell'agenda politica in una serie di misure concrete nella legge di stabilità che ha avviato il suo percorso. Governo nazionale e Parlamento – aggiunge Introna - prendano atto dell’urgenza di correggere rotta a una lunga deriva padanocentrica, che ha retrocesso il Meridione sotto ogni aspetto, come il rapporto ha messo duramente in evidenza . E il conto lo stanno pagando i nostri lavoratori, le nostre famiglie, gli anziani e soprattutto le ragazze e i ragazzi del Sud, costretti ad emigrare come i loro nonni, a svendere altrove il loro impegno, a garantire ad altri il valore aggiunto della loro preparazione”. Lo Svimez certifica che dal 2007 al 2011 nelle regioni meridionali è cresciuta la pressione fiscale, specie in conseguenza dei piani di rientro sanitario, mentre è crollata la spesa pubblica. Quindi, al contrario di quello che si crede, è il Settentrione a consumare maggiori risorse statali. Il Pil non cresce (al Centro-Nord fa segnare invece un +0,9%), l’industria meridionale arretra a valori del 2007, la disoccupazione tocca indicatori da Anni ‘90 e il tasso di occupazione in età 15-64 è del 43,8% (63,8% nel resto d’Italia): nemmeno un occupato intero (in termini statistici) ogni due persone. Cifre da Terzo Mondo. “Quando il ministro Carlo Trigilia dice che ‘non ci può essere ripresa in Italia se non si risolve il nodo storico di un tema che sembra scomparso’, ci dobbiamo attendere una maggiore sensibilità e soprattutto percorsi virtuosi per rilanciare l’economia meridionale”, continua Introna. “In questa nuova attenzione per il Mezzogiorno, il Governo potrà trovare alleate le Regioni del Sud e in particolare la Puglia e gli enti locali, che non faranno mancare il loro convinto contributo alla sfida per rilanciare il Paese”.
La vicenda dell’aumento in via sperimentale dei turni in alcune aree dello stabilimento di Grottaglie, assume una valenza molto importante per il mantenimento e la tenuta produttiva del sito ionico, non solo per gli impegni da dimostrare per l’anno 2013, ma soprattutto per il futuro. La necessità di aumentare i turni è dimostrata dalla grande attenzione che l’azienda, a tutti i livelli, ha riservato sul nostro stabilimento, grazie alla pressione delle nostre segreterie, Nazionale e Territoriale, in un contesto di Finmeccanica in cui, spesso, le chiusure dei siti (vedi Brindisi) partono in modo devastante proprio dal Sud Italia, più colpito dalla crisi. Tutti sappiamo che è in corso, in queste settimane, una importantissima trattativa con la Boeing, dalla quale ci auguriamo possa giungere un esito positivo per il futuro produttivo del sito di Grottaglie. Un sindacato attento, alle dinamiche aziendali, deve assumere, con grande responsabilità, le decisioni che tengano conto delle esigenze dei lavoratori, senza perdere di vista il raggiungimento degli obiettivi necessari per il mantenimento e il miglioramento produttivo del sito tarantino. TUTTO QUESTO SI REALIZZA ATTRAVERSO IL CONFRONTO. Riteniamo inspiegabile le iniziative messe in atto, in questi giorni, da alcune sigle sindacali. Non siamo in presenza di un atto unilaterale compiuto dall’azienda, in quanto, così come l’accordo di luglio 2012 sostiene, è stata data comunicazione alle RSU il giorno 25 settembre 2013, sottoscrivendo un verbale che sanciva l’aumento dei turni in via sperimentale su alcune aree dello stabilimento. In tale verbale si condivideva unitariamente, la necessità dell’aumento dei turni, i quali sarebbero dovuti partire il 7 ottobre 2013, partenza slittata all’11 ottobre 2013, a fronte di approfondimenti fatti dall’azienda. La Fim ritiene incomprensibile quanto accaduto sino ad oggi, in quanto lo sciopero consumato sa poco di merito ma tanto di propaganda, che potrebbe avere effetti devastanti. È opportuno precisare che la Fim non vuole rendersi complice di azioni che possano mettere a serio rischio lo stabilimento. Coloro i quali hanno indetto azioni di lotta, dovrebbero forse capire cosa è il lavoro, e non scioperare contro un accordo votato democraticamente dai lavoratori e firmato da tutte le organizzazioni sindacali. La FIM giudica indispensabile continuare a ricercare le migliori soluzioni, economiche e gestionali (es. permessi), per i lavoratori, ed in particolar modo per quelli coinvolti in questa variazione di turni, attraverso un serrato e continuo confronto con l’azienda. Perché lo sciopero è uno strumento importante, ma solo se è costruito su obiettivi raggiungibili, altrimenti è uno sfogo costoso, poiché produce come unico risultato la perdita di salario per i lavoratori.
In merito alle criticità riguardanti l’U.O. SISL (Servizio di Integrazione Sociale e Lavorativa) del Dipartimento di Riabilitazione dell’ASL/TA, il Consigliere regionale Francesco Laddomada ha scritto alle Autorità regionali competenti e alle figure dirigenziali della stessa ASL. “Le problematiche riguardanti l’inserimento nel mondo sociale e soprattutto lavorativo di un individuo – commenta Laddomada nella sua nota - risultano chiaramente maggiorate da una condizione di disabilità, la quale bisogna di specifici interventi di sussidiarietà. Infatti, se l’esperienza scolastica garantisce in qualche modo agli individui con disabilità, un’ occasione di impegno fisico e intellettivo, ma anche socio-relazionale. Al termine della stessa risulta necessario un particolare supporto finalizzato all’inserimento di tali individui nel mondo del lavoro.” “Gli stessi tirocini formativi – continua Laddomada - pur non prevedendo compensi remunerativi, rivelano una funzione terapeutica notevole, specie se li si considera poi propedeutici al mondo del lavoro. I ragazzi disabili hanno diritto all’integrazione sociale e ad una occupazione che impedisca loro di aggravare una condizione già difficile; da qui, il prezioso ed indispensabile contributo dell’U.O. SISL. Un simile intervento – sostiene Laddomada - si è tradotto anche in sollievo per l’intera realtà familiare che vive al suo interno una condizione di disabilità, di fronte alla quale resterebbe altrimenti sola.” Il Consigliere Laddomada ritiene, dunque, fondamentale il Servizio di mediazione - svolto dall’U.O. SISL di Taranto -, tra le necessità di integrazione socio-lavorativa dei cittadini disabili, da una parte, e le aziende e le esigenze del mercato del lavoro, dall’altra. È inopportuno e sbagliato, pertanto, porre in discussione l’esistenza dell’intera Unità Operativa e/o modificare l’assetto del personale, che vanta competenze specifiche ed esperienza nel settore, che non devono assolutamente essere disperse o sminuite; “provvedimenti che – ribadisce Laddomada - penalizzano l’offerta di Servizi dell’ospedale Valle d’Itria di Martina Franca e/o del Distretto Socio-sanitario Martina Franca/Crispiano.” “Fiducioso di un comune sentire, auspico – conclude Laddomada - che al più presto sia possibile adottare soluzioni condivise, affinché l’U.O. SISL di Taranto – contando sulla dimostrata competenza professionale dei suoi Dirigenti -, continui ad offrire questo importante Servizio alla Comunità, nel rispetto della dignità dell’uomo e nella consapevolezza che, il lavoro nobilita ogni uomo.”
Il Documento di sintesi sui temi dello sviluppo dell’area ionica illustrato di recente agli Organi di informazione e le Proposte del sindacato confederale nazionale per uscire dalla crisi, saranno approfonditi nell’Attivo unitario dei Delegati convocato da CGIL,CISL, UIL per venerdì 18 ottobre p.v. alle ore 9.00 presso l’Aula Magna del Politecnico, viale del Turismo, n. 8 – Quartiere Paolo VI – Taranto. Presiederà i lavori Daniela Fumarola, Segretario generale della CISL Taranto Brindisi, introdurrà Luigi D’Isabella, Segretario generale della CGIL ionica. A seguire, il Prof. Eugenio Di Sciascio, Rettore del Politecnico, rivolgerà un indirizzo di saluto, mentre Ezio Stefàno, Sindaco di Taranto, ha assicurato un proprio intervento nel corso del dibattito. Le conclusioni saranno di Paolo Carcassi, Segretario Confederale nazionale della UIL.
Raggiunta l’intesa di massima siglata il 14 ottobre, alla presenza del’assessore regionale Caroli per i 250 lavoratori di Isola Verde, Evitata la messa in liquidazione della società mista e avvio dei contratti di solidarietà “Buone notizie quindi per i 250 lavoratori della Taranto “Isola Verde”. Scongiurati i 128 esuberi e la liquidazione della società, già avviata dal nuovo Amministratore Delegato. “Esprimo soddisfazione – ha detto l’assessore Caroli – per la positiva conclusione del Tavolo Isola Verde. Attraverso il contratto di solidarietà sarà possibile superare l’ultimo difficile trimestre 2013 e, soprattutto, determinare nuove condizioni affinché ai 250 lavoratori venga riofferta una prospettiva di lavoro. “In questo contesto occorrerà rendere efficiente la società adottando principi rigorosi di razionalizzazione ed armonizzazione della spesa, l’acquisizione di nuovi diversi affidamenti per la realizzazione di attività pubbliche. “Esprimo anche l’apprezzamento per il grande impegno profuso dal dott. Tafaro, commissario della Provincia di Taranto, per il contributo determinante del sindaco di Taranto, dott. Stefàno, che affiderà nuovi servizi alla società, per lo sforzo compiuto dai sindacati che hanno saputo concorrere con la task force al contenimento delle forti tensioni che hanno caratterizzato la vivacissima e turbolenta riunione di ieri, ed un ringraziamento anche ai consiglieri regionali del territorio presenti all’incontro. “Confermo l’impegno, ha concluso Caroli, a convocare periodicamente il Tavolo regionale di monitoraggio sull’attuazione dell’accordo affinché si giunga a breve all’adozione del condiviso piano industriale di risanamento, tanto da traguardare, da un lato, la stabilità occupazionale di tutti i dipendenti e, dall’altro, la piena soddisfazione dei cittadini per la puntualità e la qualità dei servizi resi dalla società.” (comun) Sulla questione interviene il consigliere regionale del PDL Giuseppe Cristella per il quale si rende ora necessaria unità e serietà d’intenti. La messa in liquidazione dell’azienda partecipata dell’ente provincia di Taranto è stata evitata solo per la buona volontà dimostrata dai lavoratori interessati, assieme a quella delle istituzioni pubbliche. In futuro tuttavia, si dovrà operare con razionalità e senso dell’impresa. Il piano industriale sarà stilato fra una sessantina di giorni e dovrebbe contenere i presupposti per consentire a detti lavoratori, di poter operare senza soluzione di continuità anche attraverso la sottoscrizione di contratti di ‘solidarietà’. Detto Piano industriale a mio avviso ha bisogno di auto sostenersi non attraverso episodi occasionali come l’affidamento dei lavori ad Isolaverde per il ripristino e la manutenzione delle strade provinciali danneggiate dalla recente alluvione. Occorre andare oltre! Il Comune di Martina Franca ad esempio potrebbe affidare la manutenzione delle caldaie a Isola Verde alla stregua di tutti gli altri Comuni della provincia jonica, per continuare poi con l’affidamento della manutenzione del verde, delle scuole, delle strade provinciali. E inoltre, al fine di una più sana e razionale gestione economica di Isolaverde sarà necessario coinvolgere nell’attuale assetto societario dell’azienda in house, nuovi partner pubblici istituzionali che acquisendo quote di capitale sociale potrebbero consentire una maggiore resistenza al rischio riveniente da una crisi occupazionale. La passata fallimentare gestione economica di Isolaverde appartiene al fallimento politico dell’amministrazione provinciale tarantina di centro-sinistra. Le macerie prodotte dalla politica floridiana devono rappresentare un tragico monito ad affrontare seriamente le future sfide del lavoro al fine di conquistare certezza occupazionale./
Imprese del Sud comunica di aver avuto notizia, da alcuni sostenitori e simpatizzanti pugliesi, che dalla Spagna, si stiano esportando, verso i nostri mercati ed in particolare verso i concentratori e trasformatori italiani, mosti e vini infetti – è quanto dichiara Sergio Passariello Presidente di Imprese del Sud, associazione meridionale nata a difesa e tutela della sana imprenditoria meridionale. Se la notizia fosse vera, - continua Passariello - i prodotti vitivinicoli Made in Italy, sono in serio pericolo, con gravi danni per la nostra agricoltura che si rifletterebbero sulla nostra già fragile filiera produttiva. Le cantine e i produttori del Sud Italia – afferma Passariello - sono già con l’acqua alla gola, considerando che rispetto allo scorso autunno il costo medio è sceso da 35 a 12 centesimi al chilo e la congiuntura economica, associata al peso fiscale e burocratico a cui è sottoposta l’agricoltura italiana, ha definitivamente schiacciando la sana imprenditoria del Sud. Inoltre c’è da combattere la concorrenza che arriva dai Paesi del Nord Africa, dalla Spagna e dalla Turchia. È noto ormai - chiarisce Passariello - che sempre più spesso arrivano nei nostri porti navi cariche di mosto già preparato, che viene comperato ad un prezzo chiaramente inferiore rispetto a quello che dovrebbe essere riconosciuto ai nostri produttori. Tra i sostenitori che hanno denunciato ad Imprese del Sud gli accadimenti evidenziati, c’è il Dott. Giovanni Corleone, responsabile di una giovane azienda foggiana, da poco attiva nel settore vitivinicolo, che evidenzia con passione tutto il proprio rammarico, rispetto ad un eventuale pratica commerciale illegale che non solo danneggerebbe la sua azienda ma i tanti agricoltori che hanno risposto fiducia in lui. “Siamo al paradosso!!” - dichiara Giovanni Corleone – “se la fuga di notizie raccolta dai nostri associati risulterebbe vera, siamo difronte all’ennesima beffa ai danni di tutte quelle Imprese che credono nella valorizzazione dei nostri prodotti nostra terra.” Per i motivi esposti – Conclude Passariello – chiediamo al Ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, di attivare tutte quelle procedure previste dalla normativa vigente, al fine di verificare se le informazioni, a noi pervenute, risultino fondate e se ciò fosse di procedere immediatamente ad attivare tutte le misure necessarie per garantire la tutela dei nostri prodotti, sensibilizzando le autorità locali e regionali ad un maggior controllo. Auspichiamo, con immediatezza un intervento autorevole e determinato, che possa trasmettere tranquillità e sicurezza, in primis ai nostri produttori e non ultimo a tutti i consumatori.
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