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Giornale di Taranto - Giornalista1

 

Ancora bus presi a sassate a Taranto mentre effettuavano il percorso di linea. Due gli episodi ravvicinati nelle ultime ore come denunciato dai sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil: il primo sulla strada Taranto-Martina Franca, nel quartiere Paolo VI, e il secondo in via Masaccio, nel rione Tamburi. In entrambi i casi, il lancio di pietre avvenuto dall’esterno ha infranto alcuni vetri dei due mezzi pubblici. Non ci sono stati feriti, ma tanto è stato lo spavento dei passeggeri. I mezzi erano affollati e in un caso la corsa è stata interrotta. Dura la protesta delle sigle del trasporto, per i quali sono a serio rischio la regolarità del trasporto e la sicurezza dei passeggeri. Gli autisti, si osserva, con “i bus con i vetri lesionati o infranti, inevitabilmente devono rientrare in rimessa, lasciando quindi gli utenti in attesa. Inoltre, non di minor importanza è il disagio a cui deve far fronte il malcapitato operatore che, oltre al danno psicologico, ha il dovere, a proprie spese e fuori dall’orario di lavoro, di recarsi nelle sedi opportune per relazionare quanto avvenuto. I lavoratori sono stanchi - dicono i sindacati -, stanchi di dover lavorare senza tutela, stanchi di non essere protetti, stanchi di essere abbandonati anche a seguito di deviazioni, come per la Settimana Santa, con parcheggi selvaggi di automobilisti che hanno recato molteplici difficoltà di transito, stanchi di non avere la certezza di tornare a casa illesi, stanchi delle parole di conforto a seguito di questo atti vandalici. I lavoratori hanno paura e non vogliono essere bersaglio mobile di questi vandali che si divertono in modo irresponsabile”. Per i sindacati, “la sicurezza non può e non deve essere un miraggio” e si chiedono “provvedimenti drastici, finanche con blocchi immediati del servizio nelle zone a rischio”.

Mister Capuano: Sconfitta evitabile, prestazione positiva ma commettiamo troppi errori sotto porta.

 

Di Andrea Loiacono 

 

Nel turno prepasquale il Taranto perde 1-0 a Caserta per effetto della rete siglata da Curcio al 10\' con un tiro cross beffardo che ha sorpreso incredibilmente Vannucchi. Nonostante una pronta reazione, due occasioni da gol con Riggio e Bifulco e un secondo tempo arrembante i rossoblu non riescono ad evitare la sconfitta che costa al Taranto il sorpasso in classifica da parte della stessa Casertana. Nel post gara un amareggiato Mister Capuano si è presentato ai microfoni dei colleghi giornalisti:\" Oggi siamo partiti bene, potevamo andare in vantaggio già sullo 0-0 ma poi ci siamo trovati in svantaggio con un gollonzo facilitato dal vento o non so da cosa. Subiti ci siamo ripresi e abbiamo attaccato sfiorando il pari con Bifulco e incredibilmente con Riggio a porta vuota. Purtroppo nel calcio se non sfrutti le occasioni poi paghi con il risultato che ci ha visto sconfitti a mio avviso immeritatamente. È una sconfitta che si poteva evitare. Gli elogi per la prestazione fanno piacere ma nel calcio non contano. A volte abbiamo concesso delle ripartenze su situazioni studiate in settimana e contro una squadra come la Casertana non doveva accadere. Torno a casa molto scontento. L\' attacco è stato in ombra e poco incisivo, le occasioni le abbiamo avute soprattutto con Riggio e Luciani.  Gli attaccanti oggi hanno fatto male. Luciani merita i complimenti perché ha giocato quasi in tutti i ruoli, persino a centrocampo quando ho messo Demarchi per cercare di pareggiare. La partita nel complesso è stata buona, penso a quelle di Enrici e Panico. Prendere un gol del genere ci poteva togliere le energie invece ci abbiamo provato invece non è bastato. Dobbiamo migliorare in alcune situazioni, oggi alcuni giocatori non erano concentrati a dovere. Mi dispiace che trascorreremo una Pasqua amara ma abbiamo il dovere di andare avanti. Auguro comunque a tutti i nostri tifosi una serena Pasqua.

Il concerto del Primo

Maggio a Taranto Libero e Pensante si farà ed è questa una gran bella notizia per la città, per l\'arte e per la musica al servizio dell\'impegno, del diritto al lavoro, all\'ambiente, con il palco del capoluogo ionico che continua ad essere un avamposto da cui far partire messaggi, denunce, che raccoglie e dà voce a chi non trova ascolto. Ma davvero pensavate che ce ne stavamo a casa?! Scrive Michele Riondino, tra le anime del Primo Maggio, sulla sua pagina Facebook.

 

Preparatevi a riempire il parco archeologico più vivo e libero d\'Italia, la notizia che non ci sarà nessuno stop è stata data proprio dagli organizzatori con queste parole sulle pagine social. 

Il Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti, del quale fanno parte anche ex operai dell\'Ilva, per la direzione artistica di Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci non intende mollare ma anzi è al lavoro per definire scaletta e ospiti.

 Lu.Lo. 

Con il lento incedere dei perdoni, la nazzicata, e l\'uscita delle statue dalla Chiesa del Carmine, precedute dal troccolante, ha inizio Venerdì Santo la processione dei Misteri, e con i tre rintocchi del troccolante al portone della Chiesa essa si conclude. Sabato mattina, il rito si compie nella sua dimensione di fede, tradizione, condivisione. Sono tanti i volti della Settimana Santa Tarantina, volti che riflettono la città, il suo essere più intimo, ma anche quello pubblico, in un incontro trasversale che coinvolge e unisce la comunità. Un appuntamento questo, che richiama non solo i tarantini, ma anche i turisti che sempre più numerosi decidono di trascorrere sulle sponde dello Ionio le vacanze pasquali richiamati dalla bellezza delle processioni di Taranto. 

Lu.Lo. 

In tantissimi questo pomeriggio hanno accolto l\'uscita della Prima Posta dalla Chiesa del Carmine per vivere il momento che certifica l\'inizio dei riti della Settimana Santa tarantina, il momento in cui fede e tradizione si incontrano nelle due processioni che caratterizzano questo appuntamento. La processione dell\'Addolorata, il Giovedì Santo, e quella dei Misteri di domani. La comunità si ritrova come  ogni anno intorno ai Simboli della Passione, riconoscendosi e ritrovandosi, nel silenzio, nell\' incedere lento dei perdoni, nel ritmo ossessivo della troccola, nella musica struggente delle bande. 

Lu.Lo. 

Marzia Varvaglione è la Wine Lady 2024 secondo i Wine Travel Award svoltisi nei giorni scorsi a La Reggia di Venaria Reale a Torino.

 

Oltre alla giovane produttrice pugliese riconoscimenti importanti sono stati assegnati a Salvatore Ferragamo come Wine Gentleman, al Gruppo Lunelli come Eccellenza del Made in Italy e ad altri volti noti nel panorama internazionale del vino.

 

Una motivazione che si rifà alle attitudini di una giovane donna che sta segnando un solco nella storia del vino. Così riporta testualmente il testo con cui è stato assegnato il premio alla Varvaglione direttamente dalle mani dell’editore e ispiratrice degli award Pamela Raeli: “Il futuro è già qui. Simbolo di una generazione che sta cambiando il mondo del vino, dove visione e approccio femminili sono gli strumenti per superare stereotipi e pregiudizi. Formazione internazionale, prime esperienze all’estero, oggi guida l’azienda ultracentenaria di famiglia insieme ai fratelli Angelo e Francesca. È anche presidente dell’Associazione dei Giovani imprenditori vinicoli italiani. Una doppia sfida, già vinta.”

 

Un altro tassello importante nel percorso professionale di Marzia Varvaglione che quest’anno ha assunto anche l’incarico di presidente dell’Agivi, l’associazione dei giovani viticoltori italiani. “Sono onorata e orgogliosa di aver ricevuto questo premio – ha commentato Marzia Varvaglione – che costituisce un ulteriore incentivo per non fermarmi e continuare a fare bene per la

mia azienda e magari poter ispirare tante altre donne a spingersi oltre e differenziarsi per competenze e voglia di fare”.

Sono partite le attività dei “selecontrollori” in provincia di Taranto per conto dell’ATC (l’Ambito Territoriale di Caccia), l’ente preposto, tra le altre cose, alla gestione della caccia programmata della fauna stanziale. Le aree coinvolte sono tutte quelle venabilifatta eccezione per i cosiddetti “Siti Rete Natura 2000” che, ad oggi, risultano interdetti dalla Regione Puglia.

Queste misure di contenimento della specie suina che negli ultimi tempi ha causato notevoli danni alle persone, agli animali e alle colture sono state rese possibili in quanto rientranti tra le attività previstedall’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana n. 5 del 24 agosto 2023 “Misure di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana” e dal successivo Piano Regionale di Interventi Urgenti (PRIU) della Regione Pugliaadottato proprio al fine di contenere la specie “cinghiale, nella provincia di Taranto.

L’A.T.C. di Taranto è operativa in tal senso già dallo scorso 21 marzo, contando su un gruppo di circa centoselecontrollori di cui cinquanta già abilitati alle attività di controllo che in maniera volontaria si presteranno a questa attività.

I selecontrollori sono cacciatori esperti, appositamente formati per il prelievo dell\'ungulato cui la caccia di selezione è mirata ed hanno, per questa ragione, la possibilità di cacciare anche durante periodi e ore nelle quali l\'attività venatoria è di norma vietata, anche in ambiti protetti, ma sempre e unicamente sotto la supervisione degli agenti venatori.

Il percorso che ha portato a detto risultato non è stato semplice – ha dichiarato il presidente dell’ATC di Taranto, Nicola Cavallo - in ragione della complessità delle operazioni che hanno richiesto una serie di misure legate da un lato alla sicurezza delle operazioni e dall’altro agli aspetti dei controlli sanitari da effettuare sulle carcasse dei cinghiali abbattuti.

Inoltre, l’ATC di Taranto nei mesi scorsi, ha avviato un tavolo di lavoro con gli organi deputati al controllo (Carabinieri Forestali e Polizia Regionale) e con la ASL di Taranto per le successive verifiche sanitarie, al fine non solo di mettere a punto la fase operativa del PRIU (Piano Regionale di Interventi Urgenti) ma anche di implementare la piattaforma telematica che permette ai selecontrollori di inserire le prenotazioni delle attività già precedentemente individuate.

Malgrado tutto ciò, occorre evidenziare alcune criticità che la Regione Puglia dovrà affrontare al fine di ottimizzare i risultati, quali la gestione del controllo nelle aree protette e la revisione del disciplinare attuativo, in particolare di quella parte relativa alle forme e ai mezzi consentiti per il controllo.

“Mi preme precisare – ha puntualizzato Cavallo – che l’A.T.C. di Taranto è l’ente preposto a indennizzare gli agricoltori per i danni dei cinghiali alle colture nelle aree destinate all’attività venatoria e che questi risarcimenti avvengono da sempre con una certa celerità rispetto alle specifiche richieste da parte dei soggetti interessati.Inoltre, sempre in ambito di prevenzione danni, l’A.T.C. di Taranto sta elaborando un bando “Prevenzione danni alle colture” e un bando per la “Prevenzione della Peste Suina Africana nei confronti delle aziende zootecniche di allevamento dei suini della provincia di Taranto”, la cui pubblicazione sarà effettuata nei prossimi giorni sul sito dell’Ambito Territoriale di Caccia di Taranto e sarà trasmesso, per maggiore pubblicitàa tutte le associazioni di categoria.

Infine – ha così concluso il presidente – a nome dell’intero direttivo dell’A.T.C. di Taranto esprimo un ringraziamento particolare ai cacciatori “selecontrollori” che stanno collaborando alla realizzazione del piano di controllo della popolazione della specie cinghiale, agli organi di controllo Carabinieri Forestali e Polizia Regionale e allASL di Taranto, per la disponibilità palesata ad eseguire gli importantissimi controlli sanitari, affinché tutto avvenga nel massimo rispetto delle norme igieniche a tutela della salute pubblica.”

 

In un documento unitario A.I.G.I. Puglia, ANITA Puglia, Casartigiani Puglia, C.N.A. Puglia, Confapi Taranto, Confartigianato Imprese Puglia, Confindustria Taranto e F.A.I. Puglia hanno elencato una serie di proposte condivise per far fronte alla drammatica situazione in cui versano le aziende dell’indotto ex-Ilva.

Le proposte verranno sottoposte stasera all’attenzione del Governo, durante l’incontro convocato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: «l’Esecutivo e i Ministeri competenti – dichiarano le associazioni – continuano a tenere alta l’attenzione riservando il giusto coinvolgimento a tutti gli attori territoriali. Tuttavia, rimarchiamo l’esigenza di comunicare poche e circostanziate valutazioni, che auspichiamo possano essere prese in esame».

L’auspicio che lo stabilimento siderurgico di Taranto possa riprendere la sua attività con rinnovato slancio passa infatti dal recupero di alcune condizioni minime di agibilità.

 

Le aziende dell’indotto sono stremate perché non hanno più liquidità. Attendono ancora la certificazione dei crediti, precondizione per attivare qualunque meccanismo di garanzia, compreso quello predisposto da SACE. A tal proposito, viene rilevata la necessità di definire rapidamente modalità, tempistiche, metodo e platea di riferimento con riferimento a questi strumenti. Chiarire il quadro operativo è fondamentale anche per capire come assicurare il soddisfacimento dei crediti lungo l’intera filiera di subappalto e subvezione.

 

Doverosa è ritenuta la sospensione, più volte invocata, del pagamento degli oneri fiscali e di quelli contributivi per tutte le imprese che vantano crediti nei confronti di AdI, sia diretti che derivanti da subappalti connessi al siderurgico garantendo la regolarità DURC. Questo passaggio consentirebbe quantomeno una boccata d’ossigeno in una situazione la cui responsabilità non è certo delle imprese fornitrici di beni e servizi. Per le medesime ragioni occorrerebbe procedere alla sospensione della riscossione forzosa dei crediti fiscali relativi alla prima e alla seconda amministrazione straordinaria, prevedendo una moratoria o saldo e stralcio rateizzato.

 

Mancano poi l’accordo-quadro e le disposizioni attuative per dare seguito agli ammortizzatori sociali dedicati alla crisi e previsti dai decreti di inizio anno.

 

Da differirsi ad un apposito tavolo “ogni discussione sull’eventuale prosieguo delle attività con l’azienda, che dovrà contare ovviamente su condizioni di operatività chiare, trasparenti e in grado di garantire l’affidamento dei fornitori di beni e servizi.

Alla luce di quanto sopra esposto – concludono unitariamente le associazioni –riteniamo che il nostro sia un ruolo di garanzia a tutela di tutta la filiera di ADI in amministrazione straordinaria. Un ruolo che, ora più che mai, è necessario istituzionalizzare per recuperare la fiducia delle imprese che rappresentiamo e che a causa della totale disintermediazione degli scorsi anni, hanno subito i risultati disastrosi generati da chi ha fatto sistematicamente leva sulle differenze di forza contrattuale. Un ruolo che possa assicurare che l’attività venga svolta con quei requisiti minimi di correttezza che, drammaticamente, sono venuti a mancare».

 

Una richiesta di chiarimenti ed informazioni al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sulle azioni che sono state intraprese allo scopo di affrontare e risolvere il preoccupante aumento dei livelli di benzene nell’aria.

È l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, adottata dal Comune di Taranto alla luce di quanto emerso dal Report di ARPA Puglia, relativo al 2023, sul rilevamento delle concentrazioni, soprattutto nel quartiere “Tamburi”, a ridosso dello stabilimento siderurgico, di quella che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato come sostanza cancerogena. Ad aver alzato la soglia di allarme sono dati che segnano un peggioramento della qualità dell’aria rispetto ai (già negativi) risultati del 2022. Un peggioramento a cui è più che mai necessario porre rimedi immediati.

 

La città di Taranto ed i suoi abitanti - ha dichiarato il sindaco Rinaldo Melucci- continuano ad essere gravati da una pressione ambientale non più sopportabile. I risultati del Report che fa riferimento a controlli operati lo scorso anno e gli esiti dei monitoraggi riguardanti i primi mesi del 2024 non devono rappresentare solo un’inquietante statistica, ma il chiaro segnale di come per l’intero territorio ionico la situazione stia precipitando. Come è noto, un anno ho firmato un’ordinanza con cui si imponeva alla Società Acciaierie d’Italia S.p.A., nonché all’ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria, sia di individuare entro 30 giorni gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene, sia di trovare una soluzione tale da permettere un’immediata ed efficace inversione del trend relativo alla diffusione nell’aria della pericolosissima sostanza venefica. È altrettanto noto che questo provvedimento è stato impugnato dalle stesse ADI ed ILVA con la conseguenza che tutto è stato aggiornato alla prossima udienza fissata a maggio, quando potrebbero esserci delle prime risposte. A questo pronunciamento si andrà ad aggiungere la sentenza della Corte di Giustizia Europea sempre sugli effetti che la produzione industriale provoca sulla salute degli abitanti del capoluogo ionico. In ogni caso, la comunità tarantina non può soltanto continuare ad attendere che il suo destino venga deciso in aule giudiziarie. È necessario che le Autorità competenti agiscano subito alla luce dell’altissimo rischio sanitario che si sta correndo. Ed è per questo motivo che chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica informazioni precise e tempestive su quali iniziative abbia inteso intraprendere per risolvere il fenomeno dei picchi di benzene nell’aria ed eliminare al più presto gli effetti dell’inquinamento causato dalla produzione industriale dello stabilimento siderurgico.”

 


La progressiva crescita delle emissioni di benzene dall’ex Ilva di Taranto (ora Acciaierie d’Italia) è stata anche segnalata in una lettera che i vertici nazionali e locali di Legambiente hanno inviato al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, primo firmatario Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente. Il benzene proviene dalle cokerie del siderurgico ed è un inquinante cancerogeno. Sulla vicenda la Procura di Taranto ha in corso un’inchiesta e tra gli indagati per inquinamento ambientale c’è l’ex ad Lucia Morselli. Legambiente chiede al ministro “l\\\'abbattimento delle emissioni di benzene rivenienti dagli impianti della ex Ilva di Taranto e la Valutazione dell’Impatto Sanitario delle emissioni complessive dello stabilimento connesse all’attuale produzione, pari a circa 3 milioni di tonnellate annue, oltre che sulla quantità massima autorizzata, pari a 6 milioni di tonnellate”. Esaminando il rapporto del 2023 da poco reso noto da Arpa Puglia, Legambiente parla di dati e rilievi che “destano grande preoccupazione in considerazione dell’ulteriore incremento dei valori rilevati, sia dalle centraline interne allo stabilimento che da quelle situate nel quartiere Tamburi, prossimo alla fabbrica. Dati preoccupanti soprattutto se si considera la produzione ridotta ai minimi storici”. “Dal rapporto di Arpa Puglia, con riferimento alle medie annue di benzene, emerge che la centralina di via Orsini nel quartiere Tamburi (rete Acciaierie d’Italia) ha misurato un valore medio annuo di 3,6 microgrammi per metro cubo (sempre più prossimo al limite di 5 microgrammi per metro cubo) previsto dalla normativa italiana), superiore alle medie annue del 2022 (3,2), 2021 (2,8), 2020 (2.8) e 2019 (1.3). Inoltre - evidenzia Legambiente - la media annua per la stazione cokeria (rete Acciaierie d’Italia, centralina interna) è stata pari a 36,8 microgrammi per metro cubo, superiore alle medie annue del 2022 pari a 32,9, 2021 (22.8), 2020 (28.4) e 2019 (18.4)”. Infine, osserva Legambiente a proposito del rapporto di Arpa Puglia, “la media annua del 2023 per la stazione meteo parchi (rete Acciaierie d’Italia, centralina perimetrale, a ridosso del quartiere Tamburi) è stata pari a 5.3 microgrammi per metro cubo, superiore alle medie annue del 2022 (5.0), 2021 (3.9), 2020 (3.9) e 2019 (1.4)”. 

Una biblioteca con nuovi arredi, nuovi spazi e con numerosi libri a disposizione affinché si realizzi una serie di progettualità finalizzate alla diffusione della cultura tra la popolazione detenuta. Questo l’obiettivo della convenzione stipulata tra il Ministero della Giustizia, il Comune di Taranto e l’associazione “Noi e Voi” onlus che sabato scorso è stata ricordata in occasione dell’inaugurazione della sala di lettura realizzata nella Casa Circondariale del capoluogo ionico. Una cerimonia a cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e l’assessore Angelica Lussoso che, nel portare i saluti dell’Amministrazione comunale, hanno sottolineato l’importanza dell’avvio di questa collaborazione finalizzata a rilanciare il servizio bibliotecario presente all’interno della struttura detentiva tarantina. L’iniziativa, che rientra nel più vasto programma stilato dal Comune per promuovere attività culturali in ogni contesto sociale, vede nella Biblioteca “Acclavio” uno degli elementi principali per l’attivazione dei processi rieducativi e riabilitativi in ambito carcerario. Allo scopo di garantire una fruibilità immediata e diretta del servizio, il personale della Biblioteca comunale, diretta dal dott. Gianluigi Pignatelli, ha provveduto a coordinare la catalogazione dei testi, messi a disposizione anche da parte di avvocati penalisti e magistrati di Taranto, gettando in tal modo le basi per la creazione di gruppi di lettura e per supportare i percorsi scolastici già in atto nella sede di detenzione. 

Nel ringraziare il direttore della Casa Circondariale, dott. Luciano Mellone, per averci invitato all’inaugurazione dei nuovi spazi della sala lettura, siamo certi che queste lodevoli iniziative – ha affermato il sindaco Melucci – saranno sperimentazioni positive e concrete applicazioni dei principi della nostra Carta Costituzionale, la quale prevede come le pene debbano essere scontate in conformità al “senso di umanità e devono tendere alla rieducazione”. Come è stato ribadito questa mattina (sabato, per chi legge), è proprio attraverso la cultura che, nell’ambito della finalità rieducativa della pena, si possono migliorare le qualità e le risorse personali dell’individuo. Ed è proprio il principio di “umanizzazione” -ripreso anche della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea - l’elemento imprescindibile che deve rafforzare la tutela accordata al valore della persona, di cui vanno tutelati in ogni caso i diritti inviolabili, anche in caso di restrizione della libertà personale.”

 

 

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