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Giornale di Taranto - Giornalista1

 “Oggi più di mille persone hanno presentato certificato medico in ArcelorMittal, ce lo ha dichiarato l’azienda nell’incontro. Capiamo le preoccupazioni di questo momento difficilissimo, comprendiamo le paure dei lavoratori a fronte del possibile contagio da Coronavirus, essendo il siderurgico un luogo affollato, ma riteniamo di aver già messo in campo un quadro di misure, dalla fermata degli impianti ai controlli, dalla riduzione delle presenze e degli affollamenti ai dispositivi di protezione individuale. Di più, in questo momento, credo che non si possa fare”. Lo dichiara ad AGI il segretario Uilm Taranto, Antonio Talò. “L’intesa di stasera è un passo avanti - rileva -. È chiaro che siamo in una situazione working in progress. Se saranno necessari altri interventi, altre misure, lo vedremo anche perché per stare sul pezzo con ArcelorMittal - dice Talò - abbiamo concordato di rivederci a stretto giro. La fabbrica ora è al minimo storico come impianti attivi. Dire ora se fermeremo altri impianti, non lo sappiamo, non possiamo prevederlo, vediamo come vanno i giorni che ci separano al 18 marzo quando ci reincontreremo. Speriamo che le misure attuate siano efficaci, migliorino la situazione e ci evitino il fermo totale del siderurgico”.

Tre nuovi casi positivi al tampone del Coronavirus in provincia di Taranto. I nuovi contagiati sono due medici di base di Manduria, grosso centro della provincia, che sono stati trasferiti all’ospedale Moscati, e un uomo a Lizzano. Per quest’ultimo, è stato il sindaco Antonietta D’Oria a comunicarlo con un post sul suo profilo Facebook. Il sindaco di Lizzano sottolionea che “la persona è stata prontamente affidata alle cure sanitarie” e “tutta l’amministrazione comunale esprime vicinanza a questa persona e alla sua famiglia e gli augura una pronta guarigione”. I due medici di Manduria, invece, hanno un buon numero di pazienti che seguono, per cui ora si sta cercando di capire tutti i loro contatti al fine di approntare una rete adeguata di vigilanza e di controllo. Di Torricella (Taranto) è stato anche il paziente 1 di tutta la Puglia, che da qualche giorno ha lasciato l’ospedale ed è rientrato a casa. Intanto, secondo i dati comunicati dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è emerso che a ieri sera i casi positivi nel Tarantino erano 12, il numero più basso di tutta la regione, con un tasso per provincia del 2,1. Per la nuova rete di ospedali Covid 19, cioè preposti alla trattazione del Coronavirus, la provincia di Taranto è presente con i due ospedali della città, Santissima Annunziata e San Giuseppe Moscati. In quest’ultimo è il reparto Infettivi dove vengono ricoverati tutti i contagiati. Con la ristrutturazione della Regione, in terapia intensiva oggi ci sono a Taranto 5 posti per Covid e se ne possono attivare altri 7 arrivando così a 12. Nella pneumologia i posti Covid sono ora 15, 20 i nuovi attivabili arrivando così a 35. Infine nelle malattie infettive ci sono già 25 posti letto Covid, aggiungendone altri 15 si sale a 40. Il potenziamento per Covid porterebbe quindi i due ospedali di Taranto ad avere 87 posti letto dedicati. Nel campo del post acuzie, dove, secondo il piano della Regione, verranno trasferiti tutti quelli che hanno superato la fase critica ma hanno ancora bisogno di restare ricoverati e vigilati, la provincia di Taranto è inserita con l’ospedale San Marco, di Grottaglie, e con i centri di Massafra e Mottola. A Grottaglie, in particolare, la dotazione rimarrebbe di 32 posti letto senza nessun incremento, stessa cosa per Massafra che resterebbe con gli attuali 12 mentre a Mottola si tratta di attivare 20 posti letto. Nella conferenza di oggi, Emiliano ha dato atto al Moscati di Taranto di essere tra gli ospedali “che ha lavorato meglio” visto il bassissimo numero di casi. 

Un negozio gestito da cinesi a Taranto ha donato gratuitamente al Comune mascherine per il Coronavirus. Il Comune lo ringrazia “per aver donato alla comunità locale ben 4mila mascherine chirurgiche”. “Le mascherine - puntualizza il Comune di Taranto -sono state distribuite a donne e uomini impegnati nell'affrontare questo particolare momento, un dono che arriva da chi conosce bene il peso di questa emergenza, ma soprattutto da chi ha eletto a seconda casa il nostro territorio”. “È con questa frase – ha spiegato l’assessore comunale Gianni Cataldino riferendosi al fatto che i commercianti cinesi hanno dichiarato che Taranto è appunto la loro seconda casa  – che gli amici cinesi hanno testimoniato come sia possibile essere parte attiva di una comunità, pur avendo storie e origini differenti. La grande lezione di questi giorni è proprio in azioni del genere: un ritrovato senso di appartenenza che supera qualsiasi differenza”. 

Diciannove ospedali pugliesi costituiranno la 'rete post-acuzie', che sarà utilizzata per ricoverare i pazienti affetti da coronavirus che sono clinicamente guariti ma hanno il virus ancora attivo. Si tratta di persone che “non possono essere rimandate nella comunità”, come ha spiegato il capo della task force regionale Pierluigi Lopalco, perché “non hanno bisogno di assistenza continuativa ma devo stare sotto osservazione sanitaria”. Il dettaglio delle strutture che saranno utilizzate è stato fornito dal governatore Emiliano. Si tratta di strutture convertite come gli ospedali di Copertino (Le), San Cesario (Le), Grottaglie (Ta), Canosa di Puglia (Bt), Triggiano (Ba) e Terlizzi (Ba) a cui si aggiungono gli ospedali si comunità di Ceglie (Br), Cisterino (Br), Fasano (Br), Mesagne (Br), Mottola (Ta) Massafra (Ta), San Nicandro Garganico (Fg), Torremaggiore (Fg), Vico (Fg) e Vieste (Fg). Ulteriori dettagli sono stati forniti dal capo del dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro. “Ai 353 posti attivi nei presisi ospedalieri post acuzie ne abbiamo aggiunti 192 attivabili divisi tra 60 nei pubblici, 90 come ospedali di comunità, Pta e PPa  e 42 derivanti dal conferimento di sanità privata accreditata - spiega - in totale abbiamo per i post acuzie da infezione covid 545 unità per curare l’ultima fase della infezione”. 900 sono invece i posti per la fase di acuzie.

 La Regione Puglia punta ad arrivare all’attivazione di 306 posti letto di terapia intensiva nell’ambito di uno scenario che prevede, nei prossimi giorni, di arrivare a 2.000 contagiati. Lo hanno spiegato in conferenza stampa il governatore Michele Emiliano, il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro e il responsabile del coordinamento emergenza epidemiologica, Pier Luigi Lopalco. Attualmente i posti letto di terapia intensiva attivati sono 54, a questi si sommeranno altri 252 unità: 144 attivabili nel pubblico, 58 al Miulli e 50 nei due privati. Per quanto riguarda i reparti di Pneumologia, i posti letti attivi ora sono 124 per i casi di coronavirus ma ne sono attivabili 403, per un totale di 527. Infine, allo stato attuale ci sono 131 posti attivi nei reparti di Malattie infettive, ma ne sono attivabili altri 251, per un totale di 382 unità. Quindi, complessivamente sono riservati ai pazienti Covid 1.215 posti letto per l’emergenza.

“È concretamente in campo la fermata dell’altoforno 2 del siderurgico ArcelorMittal di Taranto a partire  da venerdì prossimo, penso che la definiremo meglio nel nuovo incontro che avremo dalle 16 di oggi  con l’azienda”. Lo dice ad AGI, a proposito delle misure per il Coronavirus, Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl Taranto. Lo stop all’impianto é conseguente alla minore attività dello stabilimento, con una serie di impianti fermi, ma anche alla necessità di compattare su pochi altiforni, l’1 e il 4, i due che resterebbero operativi, la produzione necessaria, considerato non solo che ci sono impianti disattivi a valle, ma anche la richiesta sindacale di tenere la fabbrica al minimo riducendo le presenze. Il personale di altoforno 2 andrebbe in cassa integrazione. 

Sono trentaquattro le persone attualmente ricoverate in Terapia intensiva in Puglia: lo ha detto Pierluigi Lopalco, il responsabile del coordinamento della emergenza epidemiologica della Regione Puglia nel corso della videoconferenza stampa organizzata per presentare il piano ospedaliero anticoronavirus.  Stando ai dati della Regione, 18 sono le persone decedute, 248 quelle positive, di cui 148 ricoverate, 3 quelle guarite. 

Ha 4 anni il più piccolo paziente pugliese contagiato da coronavirus: ha detto ancora il capo della 'task force' regionale Pierluigi Lopalco, presentando i dati in possesso della Regione, "Il range è ampio - ha spiegato - abbiamo casi dai 4 ai 97 anni ma il grosso si concentra nelle fasi più avanzate della vita". L'età media dei contagiati pugliesi è 59 anni, anche se "i casi più severi e critici sono quelli delle persone oltre i 70 anni". " Confermiamo che il 70% dei soggetti positivi o è asintomatico o ha sintomi lievi o pochi sintomi - ha aggiunto Lopalco - Solo il 30% dei positivi necessita di impegno assistenziale".

Da oggi l’azienda Kyma Ambiente - Amiu raddoppia i turni previsti per la sanificazione di strade e marciapiedi di Taranto. "Una misura che si rende necessaria data l’accuratezza con cui si sta eseguendo il lavoro. Non è escluso - fa sapere l’assessore comunale alle società, Paolo Castronovi - che si decida di utilizzare un supporto esterno per rendere più veloci le attività".

 

Stanno scattando in queste ore nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, le ulteriori misure di contrasto al Coronavirus concordate venerdì pomeriggio in un incontro tra azienda e sindacati metalmeccanici. Si tratta, nell’ordine, della temporanea fermata degli impianti Treno lamiere, Finitura lamiere, Ossitaglio e Zincatura 2. Coinvolte 500 persone che resteranno a casa in cassa integrazione. La cassa sarà quella già attivata dall’azienda per crisi di mercato per 1273 addetti, un numero massimo che sinora non è stato utilizzato perché l’utilizzazione effettiva dell’ammortizzatore sociale, chiesto da luglio scorso per crisi del mercato siderurgico,  si é sempre collocato al di sotto di questo tetto. “L’azienda sta inoltrando le comunicazioni di cassa integrazione agli interessati” dichiara ad AGI Vincenzo Laneve, coordinatore di fabbrica per la Fim Cisl.

 C’è poi una riduzione delle attività a giornata nel siderurgico  di circa il 25 per cento, 200 dipendenti lavorano in Smart Working ed é stato ridotto il numero di coloro che possono “salire sui bus aziendali per gli spostamenti interni nella fabbrica. Si tratta degli spostamenti per andare a mensa o per raggiungere il posto di lavoro dalle portinerie - e viceversa -. Ci sono adesso più mezzi a disposizione e a bordo di ogni bus non possono salire più di 25 persone. La diminuzione delle presenze in stabilimento va ad operare su un forza organica di 8.200 addetti diretti cui si sommano alcune migliaia di indotto. ArcelorMittal ha già segnalato ai sindacati che diverse aziende esterne hanno fermato in modo unilaterale le attività. Alle committenze, ha risposto Confindustria Taranto, “chiediamo di procedere con le imprese alla valutazione delle singole situazioni fino a concordare gli opportuni provvedimenti di sospensione senza innescare un contenzioso che sarebbe del tutto incomprensibile ed irresponsabile in questo momento”.“Alla riduzione concordata - spiega Laneve - si aggiungono anche le assenze per malattia che sono elevate. Su alcuni impianti stanno lavorando i capi per sopperire alle difficoltà. Oggi, nell’incontro con ArcelorMittal delle 11.30, faremo una prima verifica delle misure messe in campo e cercheremo anche di capire quando e come l’altoforno 2 sarà soggetto a fermata”. Uno stop che in questo caso sarebbe dettato non da ragioni di sicurezza impiantistica ma dalla necessità di compattare ulteriormente la produzione ed  avere meno presenze in fabbrica, tenuto conto che una serie di impianti a valle degli altiforni e delle acciaierie sono stati fermati, per cui è ridotta anche la possibilità di lavorare l’acciaio prodotto

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha scritto ieri a Enel una lettera per chiedere l’abbassamento delle tariffe orarie per le abitazioni, visto l’aumento della permanenza in casa dei cittadini a causa dell’emergenza Coronavirus-Covid 19. “Il momento drammatico che il paese sta vivendo - ha scritto Emiliano nella lettera indirizzata al responsabile degli Affari Istituzionali di Enel, Massimo Bruno -  ha, tra le varie conseguenze una maggiore permanenza degli italiani e quindi anche dei miei concittadini, presso le proprie abitazioni.  Questo sta stravolgendo le abitudini di tanti e la programmazione che normalmente le famiglie fanno, quotidianamente, rispetto al consumo di energia elettrica in casa. Sarebbe un messaggio molto importante da parte dell'azienda - ha aggiunto Michele Emiliano - rappresenti disporre un ampliamento delle fasce orarie in cui è prevista una tariffazione ridotta dei consumi.  In questo modo verreste incontro alle esigenze di tantissime famiglie già così duramente colpite dai fatti che tanto ci preoccupano ed impegnano".

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