L’estate sulle reti Rai è appena cominciata: un viaggio attraverso il grande cinema italiano per celebrare i 25 anni di Rai Cinema.

Questa sera su Rai3 appuntamento imperdibile con Palazzina Laf di Michele Riondino, il film che racconta la storia dei 79 confinati dell'Ilva di Taranto. 

Un film potente e necessario- si legge nella nota di presentazione- che racconta una storia vera di diritti negati e resistenza operaia nel cuore dell'Ilva di Taranto.

Un’estate all’insegna del cinema che fa riflettere, emoziona e racconta il nostro Paese.

Il film ha ricevuto ben 5 Nastri d'Argento, assegnati dal voto dei giornalisti cinematografici. In particolare i 5 Nastri, ai quali si aggiunge un riconoscimento per i produttori,  riguardano il miglior esordio  di Michele Riondino alla regia che ha vinto anche per la sceneggiatura (di Riondino con Maurizio Braucci), il miglior attore protagonista sempre Riondino, l'attore non protagonista Elio Germano e la migliore canzone originale, La mia terra, musica, testo e interpretazione di Diodato.

Lu.Lo. 

Riprende la pulizia notturna delle strade

A partire dalla notte tra il 30 giugno e il 1° luglio, riprenderanno gli interventi straordinari di pulizia notturna delle strade cittadine.

Per consentire un’efficace attività di pulizia, i cittadini sono invitati a prestare attenzione alla segnaletica esistente  e a spostare le auto come indicato. La collaborazione di tutti sarà fondamentale per garantire ordine, decoro e sicurezza.

Questa ordinanza - sottolinea il sindaco Piero Bitetti- risponde sia alle esigenze espresse dai cittadini che agli impegni assunti durante la campagna elettorale. 

L’Amministrazione è consapevole del grave stato di degrado in cui versano alcune aree della città e ha avviato fin da subito un piano operativo per affrontare la situazione, nel pieno rispetto dei tempi tecnici e delle normative vigenti.

 

Taranto merita una città più pulita, più ordinata e più vivibile. Stiamo lavorando senza sosta per restituire ai tarantini il decoro che aspettano da troppo tempo.

La giornalista tarantina Monica Caradonna torna per il terzo anno consecutivo alla guida di Linea Verde Italia, in onda su Raiuno a partire dal 13 settembre prossimo alle 12.30. 

In questa nuova edizione del programma che attraversa l'Italia svelandone la bellezza nel segno della sostenibilità, ad affiancare Monica Caradonna ci sarà Tinto (Nicola Prudente) autore e conduttore televisivo.

In occasione della presentazione dei palinsesti Rai sono stati illustrati i contenuti della trasmissione che caratterizza il weekend della rete ammiraglia.

Torna quindi il programma che racconta l'Italia del cambiamento, della ricerca, dell'innovazione, in nome della sostenibilità urbana del rispetto del territorio. Linea Verde punterà i riflettori sulla provincia italiana virtuosa e identitaria con i suoi capoluoghi e i suoi agglomerati cittadini più popolosi.  In ogni puntata, donne, uomini esperti, studiosi imprenditori e giovani universitari mostreranno soluzioni Green per un vivere sempre più sostenibile. In questo quadro di uno stile di vita contemporaneo non mancheranno attenzioni al patrimonio storico e culturale,  al grande artigianato italiano, al benessere personale e alle eccellenze enogastronomiche, perché l'Italia è sinonimo di genio eccellenza ricchezza, diversità culturale, stile di vita.

Lu.Lo. 

 Doppio pressing dei sindacati per la vicenda dell’ex Ilva. Se i sindacati nazionali Fim, Fiom e Uilm hanno scritto al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, chiedendo la riconvocazione del tavolo a Palazzo Chigi, quelli di Taranto si sono mossi oggi stesso sui soggetti che devono sottoscrivere l’accordo di programma con il Governo, ovvero Regione Puglia, Comuni di Taranto e di Statte, Provincia di Taranto ed Autorità portuale del Mar Ionio. Accordo che riguarda la nuova Autorizzazione integrata ambientale, i forni elettrici, la decarbonizzazione della fabbrica e l’approvvigionamento del gas per sostenere la transizione. “In riferimento a quanto emerso dai due incontri interistituzionali tra il Mimit, presieduto dal ministro Urso, la Regione Puglia e le istituzioni locali in merito alla bozza di accordo di programma e considerato che in tali riunioni le parti sociali di fatto sono state escluse, si richiede - scrivono le sigle - un incontro urgente al fine di discutere sul futuro dell’ex Ilva legato al processo complesso della transizione ecologica”. “Infatti - dicono Fim, Fiom e Uilm Taranto - riteniamo non più rinviabile una discussione che possa affrontare seriamente come traguardare obiettivi importanti sul processo di transizione ecologica attraverso un percorso condiviso al fine di porre fine ad una contrapposizione inutile e dannosa tra lavoro e salute a cui Fim, Fiom e Uilm si sono sempre sottratti”. 

Riaprirà dal primo luglio la linea ferroviaria Battipaglia-Potenza-Taranto dopo gli interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) in Puglia e Basilicata. Lo ha reso noto la compagnia. Rispettando il cronoprogramma, il 30 giugno termineranno i lavori finalizzati a garantire elevati standard prestazionali dell'infrastruttura, l'accessibilità e la velocità di percorrenza sulle tratte regionali e interregionali. Interventi che hanno interessato il rinnovo dei binari con il sistema Fast System Overail, la velocizzazione di alcuni itinerari in deviata da 30 km/ha 60 km/h, la realizzazione di sottopassaggi pedonali, ascensori, pensiline e adeguamento dei marciapiedi, l'adeguamento degli impianti di sicurezza e segnalamento e degli impianti di gestione della circolazione all'interno delle stazioni di Eboli (Salerno) e Picerno (Potenza). In concomitanza con la riapertura della linea Battipaglia-Potenza-Taranto, dall'1 luglio verrà interrotta la linea Bari-Taranto per altri lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico. Gli interventi si concluderanno il 31 agosto e prevedono lavori propedeutici all'attivazione del sistema Ertms nella tratta Bari Parco Nord-Gioia del Colle, miglioramento dell'accessibilità nella stazione di Acquaviva delle Fonti, rinnovo dei binari tra Gioia del Colle (Bari) e Grottalupara (Castellaneta, in provincia di Taranto). Durante i lavori sulla linea Bari-Taranto sono previste corse con autobus.  

Qualora da Taranto non venisse manifestato consenso sull’arrivo del gas, “dobbiamo cominciare a delineare un percorso diverso, prevedendo il Dri in altre località d’Italia”. Lo avrebbe detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nella video call con i sindacati sui temi dell’accordo di programma, parlando del preridotto, il Dri appunto, che serve ai nuovi forni elettrici per l’ex Ilva. Lo riferiscono fonti partecipanti alla riunione. Urso, sempre in relazione all’approvvigionamento del gas, avrebbe affermato che “é importantissima la decisione degli enti locali, perché se sapremo che si può fare o non si può fare il Dri a Taranto, e quindi se si può produrre o non produrre inizialmente con gli altiforni e poi con i forni elettrici, sapremo anche quali possono essere le conseguenze occupazionali dirette o indirette”. Urso avrebbe anche sostenuto che al momento i tre player interessati ad acquisire gli asset industriali dell’ex Ilva, ovvero gli azeri di Baku Steel Company, gli indiani di Jindal International e gli americani di Bedrock, “sono alla finestra in attesa che noi definiamo il percorso di decarbonizzazione”. Con Baku, avrebbe specificato il ministro, “abbiamo autorizzato un negoziato preferenziale, ma gli altri non è che non possono definire una proposta e presentarla”. Per Urso, i potenziali investitori per l’ex Ilva, una volta appreso se é stato definito o meno l’accordo di programma interistituzionale con i contenuti annessi a partire dallo sblocco della nuova Aia o dalla fornitura del gas, preciseranno come rimodelleranno la loro offerta per l’azienda. “Non possono farla prima - avrebbe rilevato Urso - È come pretendere - avrebbe aggiunto il ministro facendo un esempio - che uno voglia realizzare un albergo prima ancora di avere l’area disponibile. Ecco perché sottolineo che è importante sapere cosa intendono fare gli enti locali”. Il ministro avrebbe poi osservato: “Sulla base del piano di decarbonizzazione, si declinerà poi il piano industriale e sapremo il destino dei lavoratori diretti e indiretti”. 

“Io ho sempre esposto chiaramente la situazione dell’ex Ilva e gli scenari che si aprivano davanti a noi affinché vi fosse consapevolezza e la risposta ufficiale che c'è stata è: Taranto non si fa ricattare. Quindi io oltre una certa cosa, non posso andare”. Lo avrebbe dichiarato il ministro nella video call avuta oggi con i sindacati. Lo rivelano fonti che hanno partecipato alla riunione.

   Inoltre, avrebbe aggiunto il ministro, “noi possiamo prevedere ogni cosa, ma dobbiamo prima sapere quale é la strada. Il Dri è pubblico, é lo Stato che lo realizza. Se mi dicono che il Dri non si può realizzare, lo Stato deciderà di realizzarlo in un’altra parte d’Italia. L’aspetto principale, e anche il più costoso di questa decarbonizzazione, é il Dri - avrebbe aggiunto il ministro - ed é pubblico già. Quindi di quale nazionalizzazione stiamo parlando? I forni elettrici? Ma Metinvest ne realizza due a Piombino”.

    Invece, avrebbe sottolineato Urso, “mi devono dire se la fabbrica c’è ancora, altrimenti di cosa parliamo. Mi devono dire se vogliono che i forni a caldo siano realizzati e che producano nella fase transitoria 6 milioni di tonnellate? Sì o no? Ne vogliono solo uno? Va bene. Vogliono che siano tutti chiusi entro quattro anni? Va bene. Mi devono dire quale é la scelta. Quando mi diranno di questa scelta, cominceremo a discutere delle eventuali alternative che abbiamo davanti, ma prima devono dirmi questo”. 

A seguito delle dichiarazioni del ministro, al momento di stallo dovuto alla condizione attuale legata alle interlocuzioni tra Governo ed Enti Locali, secondo Fim Fiom Uilm, "si rende necessario riattivare il tavolo permanente di confronto a Palazzo Chigi nel più breve tempo possibile". Pertanto, i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno inviato una richiesta di incontro urgente indirizzata al sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano, e alla Presidenza del Consiglio. 

"Prendiamo atto che il ministro ha comunicato la possibilità di chiusura di tutti gli altoforni entro la fine di luglio, non dando certezza sul percorso di decarbonizzazione. Una decisione che potrebbe essere legata sia alla sentenza del Tribunale di Milano che arriverà nei prossimi giorni, sia alla discussione presso le Istituzioni locali di Taranto". Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale.

    "Una comunicazione così importante - osserva Scarpa - doveva avvenire presso Palazzo Chigi dove è istituito il tavolo permanente sull’ex Ilva. Come Fiom-Cgil non accetteremo soluzioni che prevedano la chiusura dell’azienda con ripercussioni pesanti sulle lavoratrici e i lavoratori e su tutta l’occupazione. Con le altre organizzazioni valuteremo le iniziative da intraprendere. Ancora una volta si dimostra l’incapacità della politica di risolvere il presente per affrontare il futuro. In considerazione della complessità della vicenda dell’ex Ilva, è necessario riportare con urgenza la discussione a Palazzo Chigi con tutti i soggetti istituzionali responsabili per garantire la continuità produttiva e la decarbonizzazione e per difendere l’occupazione, la salute, l’ambiente”.  Anche Usb, come si legge nella nota che segue, ritiene necessario un incontro 

"Denunciamo con forza l’assenza di un confronto vero, trasparente e inclusivo sul futuro del sito di Taranto e dell’intero sistema produttivo legato alla filiera dell’acciaio. Le organizzazioni sindacali sono state convocate soltanto a ridosso di una possibile crisi definitiva, e in forma separata rispetto agli enti locali e agli altri soggetti istituzionali. Una modalità inaccettabile, che esclude chi rappresenta i lavoratori da ogni valutazione sulle prospettive occupazionali, industriali e ambientali dello stabilimento.

 

L’impressione è che si stia giocando una partita a porte chiuse, in cui si evitano scelte di merito per non assumersi responsabilità politiche chiare.

 

USB ha formalmente richiesto al Ministero la convocazione urgente di un tavolo ampio, in cui siedano insieme organizzazioni sindacali, istituzioni locali, soggetti industriali, Governo e Commissario straordinario. Un tavolo che sia il vero luogo di indirizzo e di decisione sulle sorti dell’Accordo di Programma e della gestione del polo siderurgico di Taranto, anche alla luce delle notizie, sempre più insistenti, di nuove interlocuzioni industriali e proposte di assetto proprietario che rischiano di riprodurre vecchi fallimenti.

 

Se questo confronto pubblico e trasparente non sarà attivato in tempi brevissimi, USB si mobiliterà con determinazione e forza, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, per impedire che le scelte sul futuro dell’acciaio vengano prese sopra le nostre teste e sulla pelle della città."

Un evento di rilievo nazionale approda in Puglia: storia, istituzioni e futuro della Guardia Costiera al centro di un prestigioso incontro nella Città dei Due Mari.

Mercoledì 2 luglio 2025, alle ore 19:00, nella suggestiva cornice del Castello Aragonese di Taranto, si terrà la cerimonia celebrativa del 160° Anniversario dell’istituzione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera,con particolare riferimento alle Capitanerie di Bari e Taranto, tra le prime ad essere istituite in Italia.

L’evento, parte del calendario ufficiale delle celebrazioni nazionali promosse dal Comando Generale del Corpo, vedrà la partecipazione di autorità civili, militari e marittime, rappresentanti del mondo accademico, portuale e armatoriale, testimoniando così il valore storico e strategico del Corpo delle Capitanerie di Porto nel presidio della legalità, della sicurezza in mare e nella gestione sostenibile del sistema marittimo-portuale italiano.

La cerimonia sarà aperta dall’esecuzione dell’Inno Nazionale a cura della soprano Lorena Zaccaria, accompagnata al pianoforte dal maestro Gabriele Pedone.

Dopo i saluti del Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata JonicaAmmiraglio Ispettore (CP) Vincenzo Leone, e del Presidente del Propeller Club Port of Taras, Michele Conte, seguiranno gli interventi istituzionali del Prefetto di Taranto, Paola Dessì, del Prefetto di Bari, Francesco Russo, del Sindaco di Taranto, Piero Bitetti, dell’Ammiraglio di Squadra Vincenzo Montanaro, Comandante del Comando Interregionale Marittimo Sud, e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sen. Alessandro Morelli.

Momento centrale della serata sarà la presentazione del Calendario istituzionale 2025 e, a seguire, l’intervento di Adolfo Melucci, autore del testo “Ricognizione Storica della Capitaneria di Porto di Taranto e dei suoi Comandanti (1861–1965)”, che ripercorre oltre un secolo di storia e di figure emblematiche del Corpo.

Due le tavole rotonde in programma, moderate dal Prof. Nicolò Carnimeo, docente di Diritto della navigazione e dei trasporti nella facoltà di Economia dell'Università di Bari. Oltre che saggista sui temi del mare , che daranno voce ai principali protagonisti del sistema marittimo nazionale.

 

La prima tavola rotonda – che affronterà il ruolo strategico del comparto crocieristico e portuale – vedrà gli interventi del Dott. Luca Sisto (Direttore Generale Confitarma), del Prof. Ugo Patroni Griffi (docente Univ. di Bari e LUISS), dell’ Avv. Antonio Buffalari(Presidente Assonautica), dell’ Avv. Sergio Prete, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio e attuale esperto del settore portuale, e del Dott. Vincenzo Prencipe, Presidente Raccomar Puglia e rappresentante di Federagenti.

A seguire, la seconda tavola rotonda, dedicata al ruolo e all’evoluzione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con la partecipazione dell’Avv. Francesco Mastro (Commissario Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Meridionale), dell’Avv. Giovanni Gugliotti(Commissario Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio), del Dott. Mario Zanetti (AD Costa Crociere), del Dott. Leonardo Massa (Vice Presidente Southern Europe MSC Crociere), dell’Ammiraglio Salvatore Giuffrè (già Comandante Generale del Corpo) e del CP Rosario Meo, attuale Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto.

La cerimonia si concluderà con l’Ammaina Bandiera, il saluto finale dell’Ammiraglio Leone e l’esecuzione di un brano musicale del repertorio italiano a cura di Lorena Zaccaria.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle celebrazioni del 160° anniversario del Corpo delle Capitanerie di Porto, che in tutta Italia stanno valorizzando il ruolo insostituibile che la Guardia Costiera svolge al servizio del Paese, del mare e delle comunità costiere.

Dopo la video call  il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, attende le osservazioni degli enti locali di Taranto e della Regione Puglia alla bozza di accordo di programma sull’ex Ilva. Lo ha sottolineato lo stesso ministro mentre gli enti locali si accingono ad inviargli le loro proposte.  

   “I sottoscrittori dell’accordo di programma interistiruzionale predispongano e inviino le loro richieste di integrazione o di modifica del testo che ho inoltrato alcuni giorni fa - dice Urso -. È un testo base su cui loro potranno giustamente esercitarsi e questo attendo. Ovviamente nella piena consapevolezza di tutti che la risposta è urgente”.

   Sulla base di quello che loro vorranno realizzare, rileva Urso, "valuteremo quali possano essere le conseguenze sullo sviluppo produttivo e sull’occupazione in quello stabilimento e sull’importante e significativa filiera dell’indotto. Io sono apertissimo, come sempre in piena trasparenza e correttezza, a confrontarmi con gli enti locali. Disponibile ad accogliere le loro eventuali richieste ove compatibili con la sostenibilità economica dello stabilimento anche ai fini di rendere possibile la transizione verso la tecnologia green. Attendo - sottolinea il ministro - una risposta sulla possibilità dell’approdo nel porto di Taranto di una nave rigassificatrice che possa garantire a chi intenda realizzare il Dri o i forni elettrici, di avere l’energia necessaria per i nuovi impianti. E questo riguarda anche l’aspetto dell’acqua. Ogni impianto industriale, tanto più siderurgico, ha bisogno di acqua e ha bisogno di smaltire la propria acqua industriale. Ma questo - rileva Urso - lo possono dire solo gli enti locali. Solo loro hanno la competenza di programmare nel loro territorio l’approdo di una nave rigassificatrice, i raccordi per gli acquedotti piuttosto che i desalinizzatori”.

   Quindi, per il ministro, “c’è bisogno di sapere da loro cosa intendono fare. Una volta che ci dicono cosa intendono fare, possiamo capire se questo è appetibile per gli investitori che sono alla finestra in attesa di sapere se c’é l’Aia, e allo stato non c’è, se c’è la disponibilità degli stabilimenti, e allo stato non c’è perché uno dei due altiforni che era in funzione è ancora sotto sequestro probatorio da parte della Procura. Ovviamente guardano e attendono di sapere”. 

L’ex Ilva di Taranto produrrà con un solo altoforno fino a febbraio dell’anno prossimo. Sino a fine anno sarà l’altoforno 4, attualmente in funzione, e che poi verrà fermato, mentre da gennaio subentrerà il 2 al quale, nel frattempo, verrà sostituito il crogiolo e i cui materiali sono già stati ordinati. Da marzo si prevede che la fabbrica torni a due altiforni operativi: il 2 e il 4, che verrà rimesso in funzione dopo una manutenzione straordinaria di circa due mesi che sarà fatta a inizio 2026. Tutto questo in attesa di vedere se e quando sarà dissequestrato l’altoforno 1 - è sequestrato senza facoltà d’uso dopo l’incendio del 7 maggio - e quali lavori di ripristino sono necessari.Sono questi alcuni dettagli del piano di marcia presentato da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ai sindacati nell’incontro al ministero del Lavoro sulla cassa integrazione straordinaria. Cassa che l’azienda, a causa del ridimensionamento impiantistico e produttivo conseguente all’incendio e al sequestro dell’altoforno 1, ha chiesto di aumentare di 1.000 unità portandola a 4mila nel gruppo di cui 3mila solo a Taranto. 

Parte il 3 luglio la prima edizione di “Musica a Riva”, rassegna concertistica estiva che porterà dieci appuntamenti musicali in due mesi, tra il Chiostro del Convento dei Padri Riformati e la Spiaggia dell’Aeronautica – Lido Persefone, nella Marina di Pulsano (TA).

Il progetto, in continuità con il successo della rassegna invernale “Musicarerum”, è curato dal direttore artistico M° Domenico Susca e promosso dal Gruppo Culturale Letterario, presieduto da Gian Carlo Lisi, e dall’associazione La 'Ngnena, coordinata da Maria Guglielmetti, con il patrocinio del Comune di Pulsano e della Regione Puglia.

L’iniziativa è sostenuta dall’Assessore alla Cultura Antonella Lippolis, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico locale, dal centro storico al mare.

La musica, linguaggio universale e inclusivo, si fa strumento di bellezza e coesione sociale, capace di animare luoghi simbolici e restituire centralità a spazi spesso dimenticati. Con “Musica a Riva” si valorizzano il paese e la sua marina, rendendoli protagonisti di un’estate all’insegna dell’arte.

Gran finale il 4 settembre con il concerto di Mimmo Cavallo, autore per Mia Martini, Fiorella Mannoia, Zucchero, Vanoni, Morandi e altri grandi nomi della musica italiana. Per informazioni e prenotazioni: 327 1371380. 

Il piano di ripartenza di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha subito slittamenti “a causa di criticità tecniche non prevedibili al momento della sua elaborazione. Si è trattato quindi di un evento totalmente inaspettato e non previsto”. Lo dicono i commissari di AdI a proposito dell’altoforno 2 che sarà rimesso in marcia solo ad inizio 2026. Per i commissari, l’impossibilità “di procedere alla riattivazione dell’altoforno 2 ha inciso in modo determinante sul cronoprogramma”.

   Quando i commissari si sono insediati in AdI a febbraio 2024, l’altoforno 2 “era fermo ma carico di ghisa e non in condizioni di essere svuotato, vista l’alta temperatura interna residua. Le operazioni di rimozione, avviate solo a dicembre 2024 e concluse a marzo 2025, sono state complesse e svolte con la massima cautela per motivi di sicurezza. Solo al termine delle operazioni preliminari - dicono i commissari - è stato possibile rilevare i gravi danni impiantistici, la cui genesi è certamente antecedente al subentro dell’amministrazione straordinaria avvenuto nel febbraio 2024. In considerazione della situazione emersa, e a tutela della sicurezza di impianti e lavoratori, si è deciso di non procedere alla riaccensione dell’altoforno 2, predisponendo contestualmente l’acquisto urgente dei materiali necessari al ripristino, compatibilmente con i tempi tecnici di approvvigionamento”.

   Considerato poi lo stop dell’altoforno 1 a maggio, a causa dell’incendio e del relativo sequestro da parte della Procura di Taranto, “queste condizioni impiantistiche - dicono i commissari - hanno avuto un impatto diretto sulle tempistiche operative previste, pur restando confermato l’obiettivo di garantire la sicurezza, la conformità normativa e la piena tutela dei lavoratori”. Tuttavia “i commissari straordinari continueranno a operare in modo responsabile, assicurando la piena collaborazione con le istituzioni e con tutti i soggetti coinvolti nel percorso di rilancio del sito industriale”.

 L’ex Ilva  produrrà quindi con un solo altoforno fino a febbraio dell’anno prossimo. Sino a fine anno sarà l’altoforno 4, attualmente in funzione, e che poi verrà fermato, mentre da gennaio subentrerà il 2 al quale, nel frattempo, verrà sostituito il crogiolo e i cui materiali sono già stati ordinati. Da marzo si prevede che la fabbrica torni a due altiforni operativi: il 2 e il 4, che verrà rimesso in funzione dopo una manutenzione straordinaria di circa due mesi che sarà fatta a inizio 2026. Tutto questo in attesa di vedere se e quando sarà dissequestrato l’altoforno 1 - è sequestrato senza facoltà d’uso dopo l’incendio del 7 maggio - e quali lavori di ripristino sono necessari. I dettagli del piano di marcia sono stati presentati  da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ai sindacati nell’incontro al ministero del Lavoro sulla cassa integrazione straordinaria. Cassa che l’azienda, a causa del ridimensionamento impiantistico e produttivo conseguente all’incendio e al sequestro dell’altoforno 1, ha chiesto di aumentare di 1.000 unità portandola a 4mila nel gruppo di cui 3mila solo a Taranto. 

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