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Giornale di Taranto - Giornalista1

Il Museo archeologico nazionale di Taranto (il MarTa) celebra oggi l’anniversario della Liberazione attraverso il racconto della storia degli Ori di Taranto e del corredo funebre, anch’esso in oro, della principessa Dauna Opaka Sabaleida proveniente dagli scavi di Canosa (Bat). Le vicende che dal 1940 al 1949 interessarono i preziosi ori di manifattura tarantina (risalenti alla seconda metà del quarto e terzo secolo Avanti Cristo). Ma anche le sorti dell’antico convento degli Alcantarini (sede del Museo) tra guerra e Liberazione, oggi costituiranno il racconto che il MarTa offrirà ai visitatori in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione. Si partirà dalla famosa “Notte di Taranto”, quando nel 1940 sei navi militari italiane vennero colpite nella rada di Mar Grande da aerosiluranti inglesi, dal travagliato periodo di guerra e bombardamenti sulla base navale della città pugliese. Era il 1943 quando l’allora soprintendente archeologico di Taranto, Ciro Drago, dopo aver redatto un inventario dettagliato degli Ori e averli risposti in due cassette di legno, decise di portare i preziosi reperti in un luogo più sicuro. E così il 2 febbraio del '43 un giovane ispettore della Soprintendenza archeologica di Taranto, Valerio Cianfarani, dopo aver attraversato l’Italia in guerra, varcò la soglia d’ingresso della filiale di Parma della Banca Commerciale Italiana. Subito dopo, insieme ai funzionari, si diresse alla periferia della città dove gli Ori di Taranto vennero nascosti nei caveau blindati dell’istituto di credito. Gli Ori furono così salvi, anche dopo il tentativo di appropriazione da parte della Repubblica di Salò, e tornarono nel Museo di Taranto solo nel 1949 dopo un lungo periodo di carteggi, silenzi e notizie incerte sul loro destino. 

Oltre 78mila persone hanno visitato a Taranto il ‘Villaggio IN Italia’, allestito nel Castello Aragonese, e la Nave Amerigo Vespucci nell’ambito della settimana tappa del Tour Mediterraneo Vespucci. In 67.000 hanno inoltre avuto l’opportunità di salire a bordo della Nave Scuola della Marina Militare. Nel corso della tappa hanno raggiunto il Villaggio IN Italia di Taranto il Ministro della Difesa Guido Crosetto in visita informale; il Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi; il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti, il Commissario Straordinario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, il Comandante Interregionale Marittimo Sud Ammiraglio di Squadra Vincenzo Montanaro e Luca Andreoli Amministratore Delegato di Difesa Servizi S.p.A, la società in house del Ministero della Difesa che realizza e supporta tutte le fasi dell’iniziativa.

Tra gli eventi che hanno contribuito al successo della settima tappa il seminario “AMAN” “Alliance of Mediterranean News Agencies” dedicato ai prossimi Giochi del Mediterraneo che si disputeranno a Taranto dal 21 agosto al 3 settembre 2026 e i riti della Settimana Santa tarantina con il passaggio, per la prima volta nella storia, delle Poste della confraternita del Carmine a bordo della Vespucci e la visita a sorpresa del cantante Al Bano. Il lunedì dell’Angelo, alla notizia della morte di Papa Francesco, Nave Amerigo Vespucci, la cui cappella è chiesa giubilare, ha issato a mezz’asta il Tricolore in segno di lutto. Distribuito su una superficie di più di 4.000 metri quadri presso il Castello Aragonese, anche a Taranto il Villaggio IN Italia ha permesso ai visitatori di conoscere l’esperienza del Tour Mondiale e del Villaggio Italia, nata da un’idea del Ministro della Difesa Guido Crosetto, sostenuta dalla Difesa e da 12 Ministeri, con l’obiettivo di promuovere le eccellenze del Made in Italy portando in giro per il mondo la cultura, la storia, l’innovazione, la gastronomia, la scienza, la ricerca, la tecnologia e l’industria che fanno dell’Italia un Paese universalmente apprezzato. 

La Regione Puglia sblocca le opere infrastrutturali per mettere in esercizio l’invaso artificiale del Pappadai, nel Tarantino, attraverso due interventi. Obiettivo é rendere operativo un invaso inutilizzato da decenni in modo da dare respiro al mondo agricolo e consentire alla Puglia di contrastare la siccità, particolarmente acuta in questa fase.

Intervenendo  alla presentazione delle opere nel Tarantino, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha detto che si rilancia “un'idea nuova per la gestione della risorsa idrica in Puglia e in tutto il Mezzogiorno, consentendo a Regioni come il Molise, la Campania, la Calabria o la Basilicata, di utilizzare ciò che già è nella nostra disponibilità, grazie a programmi a breve termine, come quello della diga del Pappadai, e a medio termine, come quella del Liscione in Molise. L'acqua - ha sostenuto Emiliano - è un patrimonio comunitario che deve essere condiviso secondo uno schema giusto, assicurato da un rapporto tra il Governo centrale e le società che devono distribuire l'acqua”. Per Emiliano, “grazie alla riforma che abbiamo varato difendendo il valore pubblico dell'acqua, Acquedotto Pugliese è pronto a essere la parte principale del soggetto unico per la distribuzione dell'acqua in tutto il Sud Italia".

 "A questa idea - ha rilevato Emiliano - si deve accompagnare la disponibilità di tutti gli altri soggetti interessati, perché cucire una governance così complessa su un bene così essenziale, è un'operazione politica di grande livello, alla quale come Regione Puglia abbiamo dato disponibilità, come l'ha data il presidente del Molise a condividere l'acqua della diga del Liscione. Questo - ha concluso Emiliano - non è solo un problema tecnico, ma è un problema di natura politica e noi siamo pronti a discuterne con il commissario e col Governo senza nessun tipo di prevenzione”.

Gli interventi in questione che permetteranno l’esercizio dell’invaso Pappadai sono il recupero funzionale delle opere, degli impianti e delle apparecchiature dell’invaso (importo progetto, 2.000.000 euro, importo lavori 1.330.000 euro) e il recupero funzionale di opere e impianti del sistema irrigazione Salento costituito dal nodo idraulico di Monteparano e nodo idraulico di Sava, due centri del Tarantino (importo progetto 2.133.000 euro, importo lavori 1.361.295 euro).  Ad aggiudicarsi le opere è stata l'impresa tarantina Delfiume. Adesso il 23 maggio avverrà la consegna dei lavori relativi ai due progetti finanziati. Alla presentazione erano presenti le diverse Autorità nazionali e regionali che gestiscono la risorsa idrica, nonché le associazioni del mondo agricolo. Per Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, “abbiamo lavorato con i diversi soggetti, Autorità di distretto meridionale, Acque del Sud, commissario straordinario per gli interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, ministeri, fino ad arrivare a intercettare risorse importanti dal Fondo di Sviluppo e Coesione. In quest’opera - ha evidenziato Pentassuglia - abbiamo stanziato risorse importanti a valere sul nostro bilancio regionale. Si tratta dei primi 6 milioni che hanno determinato opere che di fatto consentono l’utilizzazione vera e piena di questa diga”.

 La condanna a 4 anni e 5 mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici è stata chiesta oggi dal pm della Direzione distrettuale antimafia, Milto Stefano De Nozza, per l’ex sindaco di Statte (Taranto), Francesco Andrioli, nel processo relativo al voto di scambio politico-mafioso che ha interessato tempo addietro questo centro. Per uno degli imputati, Davide Sudoso, invece, il pm ha chiesto 20 anni di reclusione, in quanto considerato dagli inquirenti il capo di una struttura criminale capace di esercitare una rilevante influenza sulla vita politica, economica e sociale del territorio tarantino. Le altre richieste di condanna per gli altri imputati vanno poi da 14 anni a 8 mesi. Secondo l’indagine della Dda, tra il 2020 e il 2021 l’organizzazione criminale con a capo Sudoso avrebbe consolidato il proprio potere tramite il traffico di droga, la disponibilità di armi e il condizionamento delle elezioni amministrative dell’ottobre 2021 a Statte, sostenendo la campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Andrioli in cambio di favori e vantaggi economici. Gli arresti avvennero a gennaio dell’anno scorso, eseguiti dalla Guardia di Finanza, e furono 29. Sequestrati in quell’occasione anche beni per un valore di 6,4 milioni di euro. Nel processo, 35 imputati hanno chiesto il rito abbreviato, 10 quello ordinario ed uno, infine, é stato prosciolto. 

Il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico, da mesi attivamente impegnato nella difesa del fiume Tara, ha rilevato e segnalato un errore sostanziale nella Deliberazione n. 27 del 28 marzo 2025 dell’Autorità Idrica Pugliese (AIP), relativa all’approvazione del progetto del dissalatore.

In una nota inviata agli organi di stampa il Comitato sottolinea che 

"nel testo approvato si afferma che la Determinazione dirigenziale n. 10 del 17 gennaio 2025 rappresenterebbe il provvedimento conclusivo della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In realtà, tale atto riguarda la chiusura della Conferenza di Servizi e non coincide con la conclusione formale del procedimento VIA, che risulta tuttora in corso. Un errore di questo tipo rischia di generare confusione e disinformazione, motivo per cui il Comitato ha inviato formale richiesta di rettifica all’AIP, sollecitando un’immediata correzione.

Questa segnalazione - scrive il Comitato- si inserisce in un’azione di presidio civico e opposizione attiva che il Comitato porta avanti con fermezza. Non siamo semplici osservatori: continuiamo a contrastare questo progetto in ogni sede, con ogni mezzo democratico e legittimo, e ribadiamo il nostro NO al dissalatore sul fiume Tara, senza se e senza ma.

In tale direzione, nei prossimi giorni è prevista la comunicazione ufficiale di un sit-in promosso dalla Rete Difesa Fiume Tara, una rete territoriale di associazioni, gruppi e cittadini che da tempo si oppongono con determinazione a quest’opera. Non ci interessa spostare il problema altrove: il dissalatore sul Tara non s’ha da fare.

Il fiume Tara non è una riserva tecnica da cui attingere a piacimento. - conclude la nota- È un bene comune, un ecosistema prezioso, una memoria vivente che appartiene al territorio e il territorio lo difenderà sempre".

di Lucia Pulpo 

Torna a Taranto, l’energia magica di Opencore Fest, il 25-26-27 aprile presso lo stabilimento balneare “Yatchting club”. Ne parliamo con Emilio  PorchettI, il fondatore, circondato dai suoi collaboratori mentre stanno allestendo gli stand. Intanto Mary Lamura misura i percorsi con lo sguardo. Lei si occuperà del tour per bambini con attività che seguiranno il calendario delle associazioni aderenti ma tarate sul benessere dei più piccoli.

Propositi e obiettivi sono cambiati rispetto all’inizio?

Gli sport acquatici sono sempre stati la mia passione, in particolare praticavo canoa per la Marina Militare; quando sono tornato a Taranto, molti non riuscivano a praticare surf, canoa e mi chiedevano dove poter andare per provarli. Pur vivendo in una città di mare, gran parte della gente non aveva contatto con sport acquatici e realtà che il mare lo vivono. Questa manifestazione è nata per mettere in comunione praticanti e realtà marine. Allora, per esempio, non c’erano le scuole e associazioni di surf, oggi qui con noi abbiamo Luca Briganti che è il presidente di “Taranto surf”. Frequentando il mare solo d’estate con alta pressione, non sapevano che ci sono anche onde di buona qualità lungo tutta la Litoranea, non avevano esperienza del mare  e le sue onde d'inverno così mi chiedevano se si potesse fare surf a Taranto. Adesso vengono da tutte le parti d’Italia a fare surf qui perché con le carte meteo si sa quando e dove ci sarà la mareggiata.  L’idea ha funzionato, ed è stata, da subito, una gran festa. Oltre questo, c’era carenza di strutture, io andavo a gareggiare a Bari, appena 100 km di distanza ma una situazione completamente diversa. Il CUS Bari ha prodotto campioni perché avevano strutture dove potersi allenare  tutti i giorni con qualunque condizione meteorologica. 

Potevano sviluppare il potenziale. All’epoca avevo in squadra Marco Iacovone, un talento naturale che arrivava a distanza di un secondo dal campione mondiale Sartori. Immaginavo cosa, il tarantino, avrebbe potuto fare  con strutture adeguate.  In generale, c’era la voglia di tirare fuori dal sottobosco dei talenti inespressi e dar loro la possibilità d’esprimere il loro potenziale.  

Tante sono la associazioni che partecipano ma, chi c’è da sempre e quali sono le new entry 2025?

I praticanti della prima edizione si sono strutturati in associazioni, la realtà è cambiata tantissimo proprio perché siamo riusciti ad aprire un varco nell’isolamento che imperava. Per esempio, Luca si è strutturato con “Taranto surf”, attirano praticanti da tutte le provincie della Puglia, non solo la tavola sul mare, anche lo skates a rotelle per allenarsi anche quando il mare è in burrasca. Lui è uno della prima ora ed è una soddisfazione sentire che ha tanti associati e il gruppo è in crescita.

All’Opencore fest vengono da tutta la regione?

Da tutto il sud Italia. Mi hanno chiamato anche da Roma perché ci saranno anche i monaci tibetani che faranno il Mandala. Taranto, fra le altre cose, è referente del monastero di Gendün Drup in India, il monastero del Dalai Lama. Insomma qui c’è il centro buddista referente nazionale. In particolare, quest’anno, e spero sia di buon auspicio, verrà a parlare il Lama che è nato il 10 maggio come San Cataldo. Intanto parla benissimo in inglese, altre volte ci sono capitati monaci che parlavano soltanto tibetano; invece lui lo capiremo bene. Questo evento serve anche alla promozione del turismo filosofico-religioso come nella tradizione di Taranto dove c’erano le scuole filosofiche dei pitagorici.

Sport, Natura, Spiritualità, Cultura… potremmo riassumere con la parola benessere a cui si associa spesso la parola solidarietà. Cos’è per lei la solidarietà?

Empatia. Per me, solidarietà è mettersi nei panni dell’altro. Da quando frequento Marco D’Andria, il presidente di Dis-Education che garantirà l’accessibilità di tutte le attività, mi rendo conto del valore reale dei problemi. I monaci shaolin dicono: “tu puoi avere tanti problemi, nel momento che il tuo corpo ha un problema, tu hai un unico problema”. In una città come Taranto, afflitta dall’inquinamento ambientale dove la gente si ammala di tumore, tu speri sempre di stare bene ed evitare problemi ma bisogna venire incontro a chi li ha. 

Il biglietto d’ingresso valido per tre giorni basta giusto a coprire le spese. cos’è OPENCORE per lei?

Si accede tesserandosi all'associazione Opencore Aps, questo permetterà l’accesso ai tre giorni ed eventuali eventi futuri. Il biglietto è di 6€, le spese sono coperte dagli sponsor. Girando mi sono reso conto che, a livello commerciale, la nostra città sta attraversando un momento difficile. Generalmente, fra tesseramento e sponsor, riusciamo a coprire le spese. L’opencore è il contributo mio e di altri, alla nostra città, cercando di lasciare una traccia delle esperienze fatte,  sperando che possa arricchire la mia città.

Chi vorresti vedere fra gli stand e dove vorresti arrivare con Opencore?

Tutti, vorrei vedere tutti. Un saggio indiano mi disse che il posto più importante della casa è la cucina perché  sul tavolo si mangia, si trasforma energia dal cibo al pensare , energia che diventa vita; così l’Opencore è il posto dove si scambia energia che ognuno porta poi nella sua vita.  una magia che fa bene a me e a tutti quelli che partecipano. Si tratta di benessere della collettività. Spesso mi sono imbattuto in una cattiva competizione anche fra associazioni sportive. Sofocle diceva che “è meglio perdere con onore piuttosto chè vincere con l’inganno”. Il mio sogno sarebbe vedere sviluppare l’armonia fra le associazioni, una città armonica in generale, così da poter sviluppare un’economia e uno stile di vita alternativo a quello che conosciamo; la realtà è quella che creiamo prima con l’immaginazione e poi con la sintonizzazione delle energie. Siamo tutti interconnessi, ogni cosa è il frutto della collaborazione si più mani: stiamo parlando su sedie fatte da altri in un posto gestito da ulteriori altri… Nessuno è completamente indipendente. Vorrei creare sintonia e armonia fra le persone, una energia positiva per il cambiamento in meglio di Taranto.

 

 

 

Papa Francesco è morto: il Pontefice aveva 88 anni. Jorge Mario Bergoglio, nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, è stato il 266esimo Papa della Chiesa cattolica. Durante il suo pontificato ha portato avanti diverse riforme e molti dei suoi messaggi - dal clima ai migranti, fino ai vaccini - sono entrati nella storia.  “Muore un profeta di pace, un amico dei poveri. A noi il compito di continuare la sua preghiera incessante perché tacciano le armi in tutto il mondo”. Lo dice l’arcivescovo di Taranto, Ciro Miniero, nel suo messaggio per la morte di Papa Francesco. “Nel mentre nella Chiesa risuona il saluto del Risorto e il suo invito a precederlo in Galilea per cominciare la stagione del Vangelo, apprendiamo con grande dolore della morte del Santo Padre Francesco.

In dodici anni del suo ministero - ha detto l'arcivescovo - ci ha insegnato la creatività e la libertà dello Spirito di Dio che anima e conduce la Sua Chiesa. Negli ultimi tempi ci ha testimoniato la potenza della croce nella debolezza della sofferenza”. “Preghiamo - conclude Miniero - perché ora Francesco contemplando il volto di Dio possa sostenere questa Chiesa nel suo camminare insieme. Ti vogliamo bene, Papa Francesco”.

La bandiera di Nave Amerigo Vespucci, la cui cappella è chiesa giubilare, è stata issata mezz’asta in segno di lutto. Il Tour Vespucci, che ha toccato in questi giorni Taranto, si unisce al dolore per la scomparsa del Santo Padre e si associa alle parole del Mmnistro della Difesa Guido Crosetto.

    L’organizzazione del Tour Vespucci comunica che, tenuto conto dell'impossibilità di riprogrammare in altra data le visite già prenotate, nella giornata di oggi Nave Amerigo Vespucci e il Villaggio IN Italia resteranno aperti al pubblico senza ulteriori iniziative e attività.

    Si raccomanda a tutti i visitatori la massima sobrietà in rispetto verso il lutto che ha colpito il mondo intero. 

 “La intensa e dolcissima vita terrena di Papa Francesco si è conclusa oggi lunedì dell’Angelo. È facile immaginarlo adesso accompagnato dagli angeli in Paradiso al cospetto di Dio. Ringraziamo il Signore che ce lo ha donato permettendoci di imparare da lui la semplicità, l’amore per il Creato, il senso della giustizia e della uguaglianza di tutti gli esseri umani. Proseguire senza di lui non sarà facile, ma siamo consapevoli che il suo insegnamento renderà più lieve la nostra fatica”. Lo ha scritto sui social il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. 

"Oggi, la rete Taranto Legge perde una delle sue colonne, menti ispiratrici: la professoressa Lucia Schiavone. Brillante, innamorata della cultura e della sua città,  infaticabile nell'impegno e capace di valorizzare il positivo di chi le passava accanto: difficile delinearne in breve un ritratto esaustivo! Siamo vicini con affetto alla sua meravigliosa famiglia. Ci mancherà tantissimo!"

Sono le parole con le quali la rete Taranto Legge saluta Lucia Schiavone, docente tarantina, colonna del liceo Aristosseno, anima gentile, spirito libero, sempre in prima linea nelle iniziative che miravano a diffondere cultura, bellezza, sapere, insieme ai suoi ragazzi che sapeva coinvolgere e trasportare nel meraviglioso mondo della conoscenza.

Sono tantissimi i messaggi di stima, affetto, senso di vuoto che in queste ore stanno giungendo alla sua amatissima famiglia, il

marito Domenico Cito e gli adorati figli. 

Incontrarla era sempre una gioia, per l'entusiasmo che trasmetteva e la luce che irradiava, nello sguardo e nel sorriso aperto. Musa ispiratrice del Giornale del liceo Aristosseno, La Fenice, è stata referente e promotrice di progetti di spessore, animata dal desiderio costante di trasmettere l'amore per la scoperta e la crescita personale e culturale, per la sete di giustizia, l'accoglienza e la condivisione di ideali come quelli di Libera, dov'era sempre presente, e di Taranto Legge la rete che porta libri e autori nelle scuole grazie a un motivato e coraggioso gruppo di docenti. La scuola di servizio era l'Aristosseno, dalle 10.30 di oggi camera ardente nella chiesa vecchia della san Lorenzo da Brindisi, domani sempre alla San Lorenzo funerale ore 16.30.

L.C. 

di Luca Lorusso 

Cominciano a delinearsi i protagonisti dell'Uno Maggio Libero e Pensante che animeranno il palco tarantino divenuto l'appuntamento imprescindibile di questa giornata. 

È freschissima la notizia che ad esibirsi ci sarà  anche Tommy Cash, il rapper estone in gara ad Eurovision Song Contest con la sua ormai virale "Espresso Macchiato": un mix di dance pop, rap e electro swing, un tripudio di inglese maccheronico irresistibilmente grottesco. 

Tra i nomi annunciati ci sono quelli del tarantino Fido Guido con le sue vibrazioni positive della dancehall e il raggamuffin; di Giorgia Pietribiasi, in arte Lamante, cantautrice che porta con sé urgenza espressiva, dolore, rabbia, espiazione tra il folklore del nord e l'entroterra dell'Africa più nera, riuscendo a far combaciare i suoni dei due lontani emisferi; torna anche Paolo Rossi  quarant'anni tra club e grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, passando per la musica, e poi Motta  una delle voci e degli show live da sempre più acclamati tra pubblico e critica; 

in scaletta Pop X forse il progetto più indecifrabile del panorama musicale indipendente italiano: il suo live performativo, sempre unico e imperdibile, colorerà il concertone; 

e poi il Teatro degli Orrori , band potente, che nonostante il passare del tempo non dimentica neanche per un secondo l'attitudine furiosa e la rabbia viscerale che da sempre la contraddistinguono; e ancora Fideles, il progetto musicale creato dai due dj pugliesi Daniele Aprile e Mario Roberti: dopo essersi esibiti nei club di tutto il mondo, sono pronti a portare il loro sound senza tempo, tra i più riconosciuti nella scena dance internazionale, all'Uno Maggio Taranto Libero e Pensante; ci sarà anche Ascanio Celestini, considerato uno dei massimi rappresentanti della seconda generazione del cosiddetto "teatro di narrazione": i suoi testi sono legati a un lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni relative alla storia recente e all'immaginario collettivo; sul palco un altro giovane artista: Denaldo. Classe '98, il suo ultimo lavoro "Tarallificio Mixtape" suona hip hop contemporaneo influenzato da sonorità della tradizione locale, dove le tematiche sociali si mescolano a provocazione e satira;

e poi Stefano Miele, meglio conosciuto come RIVA STARR uno tra i più importanti dj e producer italiani nella scena house moderna; e ancora Giancane, al secolo Giancarlo Barbati, chitarrista e compositore che mischia in maniera unica punk-rock, folk’n’roll e country-neomelodico: la sua è una grammatica letteraria dalla crudezza espressiva, che pesca a piene mani dal parlato di strada e da un'ironia sfacciata, nichilista e discretamente grottesca.

E ancora tanti nomi che andranno ad aggiungersi a alla scaletta del grande appuntamento tarantino grazie alla sapiente direzione artistica di Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci.

Come sottolineato durante la presentazione,  per il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti alla conferenza stampa hanno partecipato la presidente Simona Fersini, Virginia Rondinelli e Giovanni Raimondi, l'Edizione 2025 sarà dedicata a Massimo Battista operaio Ilva, ex consigliere comunale morto di cancro a 51 anni il 7 ottobre 2024 e tra i fondatori del Comitato, ndr, la cui presenza si avverte ma si avverte ancora di più la sua assenza, specie in questo periodo.

"L'evento non ha comportato alcun rischio per l'operatore, la cui postazione di supervisione non è stata interessata dall'evento, in quanto fisicamente separata dal vano di taglio e protetta da pareti in acciaio e vetri antisfondamento, da cui il processo viene monitorato a vista. La macchina è stata immediatamente posta in sicurezza in attesa del completo ripristino della stessa". Lo sottolinea Acciaierie d'Italia in AS in merito all'esplosione che si è verificata ieri nel reparto Grf (Gestione rottami ferrosi) dell'ex Ilva di Taranto. La deflagrazione non però ha provocato feriti, né conseguenze gravi. “Alle ore 13.5, durante le ordinarie attività di taglio automatizzato - dice l'azienda -, presso la macchina denominata Taglia fondi, si è verificata una reazione localizzata all'interno della zona di taglio". "Non si registrano infortuni - aggiunge Acciaierie d’Italia -, e non è stato necessario attivare alcuna procedura di emergenza sanitaria o antincendio. I primi accertamenti non hanno evidenziato anomalie né carenze di natura manutentiva o anomalie di sorta; le verifiche proseguiranno per approfondimenti ulteriori". I sindacati Fim, Fiom e Uilm, intanto, hanno scritto all'ufficio relazioni industriali, al direttore dell'area acciaierie e al capo area Grf di AdI sostenendo che "durante l'attività di taglio del fondo paniera mediante l'utilizzo del pirotamo automatico, si è verificata un'esplosione. Fortunatamente, tale evento non ha causato danni al personale presente, ma ha comunque generato forte preoccupazione per la sicurezza degli ambienti di lavoro". I sindacati hanno chiesto un incontro all’azienda "al fine di acquisire ogni utile informazione in merito alla dinamica dell'evento, alle cause che lo hanno determinato e alle misure correttive e preventive che l'azienda intende adottare per evitare il ripetersi di simili episodi”.

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