Sono state presentate le offerte vincolanti per l’acquisizione degli asset industriali di Ex Ilva/Acciaierie D’Italia. Adesso è indispensabile che le organizzazioni sindacali vengano convocate dal Governo per aprire la fase di confronto: è urgente conoscere i piani industriali di chi ha presentato offerte". Così in una nota l'USB che sottolinea che "è necessario evitare lo spezzatino". "Serve mantenere unito l’intero asset produttivo - spiega la nota - e dare certezze quel che riguarda la gestione unitaria della forza lavoro, assicurando un trattamento uguale per tutti, a Taranto come a Genova e negli altri stabilimenti. Ci aspettiamo, inoltre, che lo Stato mantenga la sua presenza all’interno della compagine societaria, rivestendo un ruolo attivo di garanzia. Serve, inoltre, che il Governo stili un Piano Taranto per dare risposte chiare ad un territorio che ha già pagato tanto sul piano sanitario, ambientale e produttivo-occupazionale".
La questione dell'esternalizzazione degli asili comunali è stata al centro del primo incontro tematico tenuto a Palazzo di Città in un clima costruttivo e trasparente.
In avvio dell'incontro, che ha visto una folta partecipazione di amministratori, dirigenti e funzionari comunali, rappresentanti sindacali, il sindaco Rinaldo Melucci ha ribadito le ragioni che hanno ispirato la decisione di rimodulare il servizio in oggetto chiarendo che, proprio sulla scorta di quanto richiesto dal Consiglio Comunale, si sono dovute fare delle scelte per preservare i posti di lavoro della piattaforma Multiservizi. Come evidenziato dal primo cittadino, è stato necessario intervenire sulla spesa, razionalizzandola, per tutelare quella platea di lavoratori. Alla luce di quanto illustrato, è stato chiesto alle organizzazioni sindacali di formulare proposte, suggerimenti su come trovare una soluzione alternativa. Nel frattempo, non si registrerà nell'immediato alcuna nuova iniziativa amministrativa anche perché esistono coperture sufficienti per l'anno in corso. In sede di discussione, l'Amministrazione si è detta disponibile a procedere ad un'organizzazione mista pubblica-privata, fatti salvi gli attuali equilibrio di bilancio e le disposizioni di legge, a patto che la tutela dei posti di lavoro resti prioritaria.
Le organizzazioni sindacali, pur comprendendo l'impegno dell'Ente per chiudere il bilancio e chiedendo garanzie per le operatrici degli asili comunali, hanno mostrato disponibilità ad avviare un confronto tecnico per trovare la soluzione migliore per tutti. Fra le proposte formulate spicca quella di valutare quanti asili possano restare pubblici senza procedere alla loro completa esternalizzazione. A tal proposito, si valuta la possibilità di formare e valorizzare il personale in altre mansioni, oltre alla clausola sociale per i lavoratori degli appalti.
Soluzioni ed ipotesi che saranno oggetto di valutazione finale fra una quindicina di giorni, con l'avvio di un tavolo tecnico.
"Con immenso dolore diamo la notizia che oggi, 13 gennaio 2025, il nostro amatissimo Oliviero ha intrapreso il suo prossimo viaggio. Chiediamo cortesemente riservatezza e comprensione per questo momento che vorremmo affrontare nell'intimità della famiglia. Kirsti Toscani con Rocco, Lola e Ali".
Con queste parole la famiglia ha dato l'annuncio della morte di Oliviero Toscani, fotografo dal tocco geniale e fuori dagli schemi, autore di scatti e campagne pubblicitarie, indimenticabili quelle per Benetton, che lasciavano il segno.
“Se non provochi non servi a niente” a queste sue parole Oliviero Toscani ha dato seguito senza mai cadere nell' ovvio, nella banalità, nella compiacenza. Si è spento all'età di 82 anni a causa di una malattia incurabile.
Lu.Lo.
di Luca Lorusso
Il caso del progetto per la realizzazione a Taranto del più grande dissalatore d'Europa continua a tenere banco.
Dopo che la conferenza dei servizi ha dato il via libera al progetto che andrebbe a realizzarsi di in uno dei luoghi di grande valore storico, naturalistico e culturale.
Tutto ciò benché Arpa Puglia, l’Asl di Taranto, il Ministero dei Beni Culturali, il Comitato per la difesa del Territorio Jonico e altre associazioni, abbiano evidenziato che tale realizzazione il dissalatore "andrà a compromettere l’ecosistema e la biodiversità del fiume Tara, senza risolvere la crisi idrica."
E all'indomani della decisione è battaglia.
"Annunciamo sin da subito - scrive Europa Verde - che chiederemo attraverso una nuova mozione, l’impugnazione del provvedimento innanzi al TAR da parte del Comune di Taranto e sottoporremo la questione alla Commissione Europea, attraverso i nostri Europarlamentari.
Invitiamo tutte e tutti coloro ad unirsi la battaglia e fare pressione sulla Regione Puglia con ogni iniziativa utile. Siamo ancora in tempo per bloccare il dissalatore."
Promette battaglia anche il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico che aveva presentato senza ricevere l'esito auspicato una richiesta formale per sospendere la Conferenza dei Servizi basandosi sulla vicinanza temporale con la riunione della V Commissione Ambiente, fissata per martedì 14 gennaio. In questa occasione il Comitato intende esporre le criticità del progetto e le preoccupazioni della comunità locale in un confronto istituzionale più ampio e approfondito.
Secondo il Comitato, sospendere l’incontro tecnico avrebbe garantito un maggiore rispetto dei principi di trasparenza e partecipazione democratica, fornendo il tempo necessario per valutare a fondo gli impatti ambientali, sociali ed economici dell’iniziativa.
Confermato: per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, l’ex Ilva, sono arrivate 10 offerte in totale - le manifestazioni di interesse a settembre erano state 15 - di cui 3 per l’intero gruppo AdI con tutti i suoi stabilimenti, e 7 invece per asset specifici. E adesso domincia l’esame delle proposte. Come hanno reso noto i commissari di Acciaierie, Fiori, Quaranta e Tabarelli, sono una cordata e 2 gruppi per l’intera AdI e 3 cordate e 4 offerte singole per alcuni asset messi sul mercato. In particolare, per la totalità del gruppo, che fa leva sugli stabilimenti di Taranto, Genova, Novi Ligure, Racconigi ma anche su altre attività, hanno depositato l’offerta vincolante la cordata Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC; Bedrock Industries Management Co Inc; Jindal Steel International. A quest’ultimo fa capo Vulcan Steel mentre Bedrock è il fondo americano che ha acquisito la canadese Stelco, industria dell’acciaio, l’ha rilanciata e infine rivenduta agli americani di Cleveland Cliffs. Per alcuni pezzi di AdI si sono invece presentati con la loro offerta la cordata CAR Segnaletica Stradale srl, Monge & C. spa e Trans Isole srl; la cordata Eusider spa, Marcegaglia Steel spa e Profilmec spa; la cordata Marcegaglia Steel spa e Sideralba SpA; eppoi le aziende Eusider spa, I.M.C. spa, Marcegaglia Steel spa e Vitali spa.
Il bando lanciato a fine luglio dai commissari prevedeva le manifestazioni di interesse giungessero a settembre e le offerte vincolanti a fine novembre. La prima scadenza è stata confermata, la seconda, invece, posticipata al 10 gennaio e questo, dicono i commissari di AdI, “ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte”. L’esame delle offerte comincerà da subito. I commissari stimano una settimana di tempo, la prossima, per avere un primo quadro di dettaglio e cominciare ad allineare le varie proposte. “Sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio - dicono i commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli -, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso. I commissari straordinari si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti”.
Nella precedente privatizzazione, quella di giugno 2017, condotta da Ilva in amministrazione straordinaria, la gara per gli impianti dell’intero gruppo fu a due: ArcelorMittal da un lato, che era alleato con Marcegaglia che dopo poco uscì dall’operazione, e Acciaitalia dall’altro, cordata, questa, che metteva insieme Jindal, Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin dello scomparso Leonardo Del Vecchio. Alla fine il gruppo se lo aggiudicò ArcelorMittal, che poi nel 2021 darà vita ad Acciaierie d’Italia con la società pubblica Invitalia partner di minoranza. Lo Jindal allora in partita era lo stesso che sta investendo a Piombino nella costruzione di un forno elettrico, cioè Sajjan Jindal, mentre Vulcan Steel adesso in lizza è guidata da Naaven Jindal, il quale è anche venuto a Taranto ed ha incontrato il sindaco Rinaldo Melucci. “La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana”, dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sull’ex Ilva. “Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti” sottolinea Urso. Non manifestano invece lo stesso ottimismo i sindacati. Per Rocco Palombella, numero 1 della Uilm, “dalla presentazione delle offerte per l’acquisto dell’ex Ilva non ci sono rilevanti novità rispetto ai mesi scorsi. Vogliamo conoscere al più previsto i dettagli dei piani ambientali, occupazionali e industriali per giudicarne la credibilità e sostenibilità”. “Dobbiamo notare purtroppo - aggiunge Palombella - che gli imprenditori italiani hanno presentato le offerte solo per singoli stabilimenti e noi rimaniamo fortemente contrari allo spezzatino perché porterebbe alla chiusura dei siti. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi con Governo e commissari per valutare le offerte presentate e la gestione attuale”. Secondo la Fim Cisl, col segretario nazionale Valerio D’Alò, “questa volta bisogna dare un quadro normativo certo e duraturo. Sicuramente - aggiunge - si tratta di un primo passo in avanti verso quella che potrà essere l’autonomia dell’impresa, ma, rispetto al passato, va governata con regole certe perché gli investimenti che verranno proposti nel piano industriale di chi arriva, possano vedere una continuità nella loro realizzazione. Ci vorrà una sorveglianza forte da parte dello Stato, perché non sono investimenti che prevedono poche risorse e soprattutto non prevedono pochi anni”. Critica infine la Fiom Cgil nazionale. “In un passaggio così delicato come la presentazione delle offerte per l'acquisizione degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, la comunicazione deve avvenire non a mezzo stampa ma attraverso il confronto nelle sedi istituzionali, a partire da Palazzo Chigi, con il sindacato e l’azienda”, dicono i metalmeccanici Cgil.
di Andrea Loiacono
Un Taranto generoso e mai arrendevole si deve però inchinare al Messina nell'anticipo della ventiduesima giornata a causa anche di una clamorosa svista difensiva che a dieci minuti dalla fine ha spianato la strada al gol del Messina con Luciani. Il Taranto era sceso in campo col 4-4-2 con il rientro tra i pali di Del Favero e la coppia d'attacco composta da Giovinco e Battimelli. Buono il primo tempo dei ragazzi allenati dal tecnico Bisignano con Mastromonaco migliore dei suoi,che ha sfiorato il gol con palla salvata sulla linea. Secondo tempo equilibrato deciso da una svista difensiva,l'ennesima di questa disastrosa stagione piena di attenuanti. Sul fronte societario non ci sono novità rilevanti, si attende ancora lo sviluppo della crisi societaria che ormai da tempo attanaglia il sodalizio ionico.
Va a Taranto la nave Ocean Viking, che ieri aveva soccorso 101 persone da un'imbarcazione di legno a due livelli avvistata col binocolo nella zona libica di ricerca e soccorso. Il tracciato di Vesselfinder indica Taranto come destinazione finale, confermata da fonti della ong Sos Mediterranee. Tra i naufraghi vi sono 7 bambini e 29 donne. Ravenna era stata indicata come porto di sbarco, ma l'equipaggio aveva chiesto un nuovo porto di sbarco a causa del mare agitato.
Ieri pomeriggio 67 migranti, soccorsi dalla nave Louise Michel, erano stati fatti sbarcare a Catania.
Adnkronos) - - Sono dieci le offerte pervenute , entro il termine fissato alla scorsa mezzanotte, per l'acquisizione degli stabilimenti ex ILVA. Lo comunicano i Commissari Straordinari di Acciaierie d'Italia in Amministrazione Straordinaria (AS) e di ILVA in AS sottolineando come la "scadenza, precedentemente prorogata a dicembre 2024, ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte". Tra le offerte ricevute, si spiega, tre sono per tutti i complessi aziendali: cordata Baku Steel Company CJSC + Azerbaijan Investment Company OJSC, Bedrock Industries Management Co Inc e Jindal Steel International. Sette invece sono le offerte interessate a singoli asset: cordata CAR Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole Srl, Eusider SpA, cordata Eusider SpA + Marcegaglia Steel SpA + Profilmec SpA, I.M.C. SpA, Marcegaglia Steel SpA, cordata Marcegaglia Steel SpA + Sideralba SpA e Vitali SpA. I commissari ricordano come "sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso". (Mge/Adnkronos)
“In questa giornata così storica per Taranto, auguriamo ai commissari di Governo un positivo e sereno discernimento sulle proposte che giungeranno, con la speranza che il prezzo di acquisto contenga tutti quegli obiettivi e quelle aspettative collettive, e non già mere considerazioni economiche o, peggio, il desiderio di disfarsi in fretta di una vicenda spinosa”. Lo dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, sulla vendita di Acciaierie d’Italia. Alle 24 di ieri c'è stata infatti in la scadenza dei termini per presentate le offerte vincolanti dopo le manifestazioni di interesse avanzate a settembre. “Altrimenti - dice il sindaco di Taranto - il saldo sarebbe come sempre a danno dei cittadini e forse delle future politiche industriali del sistema Paese. Mentre alla classe dirigente del territorio ed alle parti sociali tutte auguriamo unità e lucidità, lontani da slogan e ideologie. Stavolta o si vince tutti insieme oppure ci attende la catastrofe, che non lascerà indenne proprio nessuno”. Per il sindaco Melucci, “oggi è uno di quei giorni, come ce ne sono stati forse altri dal 2012, ma certamente come, innanzi al possibile ripetersi di errori e divisioni inutili, non ne capiteranno probabilmente più. Almeno come non ce ne saranno più così tanto sostenuti dalle risorse europee e dalla consapevolezza dei soggetti decisori, da un certo allineamento istituzionale e finanche dalle oggettive questioni tecniche e di mercato. L’alternativa, come ci viene ripetuto da molto tempo dagli esperti - sostiene il sindaco di Taranto -, non è una panacea ricreativa per la città, come da tristemente note speculazioni elettorali, ma una delle catastrofi industriali, sociali e ambientali più rilevanti della storia del nostro Paese”.
“E’ ridondante ormai riportare - rileva il sindaco di Taranto, città sede del principale stabilimento di Acciaierie - che non sono gli Enti locali che valuteranno le proposte, che non sembrano nelle ultime ore poi essere numerose, ma dovrebbe servire ulteriormente, al contrario, ribadire a tutti che il traguardo della completa decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, della chiusura definitiva degli altiforni e degli impianti inquinanti, dello switch verso i forni elettrici e la tecnologia DRI risulta l’unico approccio in grado di essere sostenuto sia dalle regole che attivano i citati fondi pubblici, senza incorrere in infrazioni, che dalla collaborazione delle autorità responsabili di sorvegliare la salute di uomini ed ecosistemi”. Per il sindaco, “la decarbonizzazione, presumibilmente con livelli produttivi più contenuti, è la strada obbligata, quella da perseguire, il punto di arrivo che era stato preconizzato già anni fa da Comune, Provincia e Regione. Sappiamo già - osserva Melucci - che questo approccio richiederà sacrifici ingenti, per esempio in tema di gestione del carico occupazionale, di assicurazione delle forniture e dei costi energetici, piuttosto che di riorganizzazione di altre condizioni operative ed amministrative nei confronti del settore pubblico. E occorrerà ancora qualche mese per mettere in ordine tutte le situazioni ovviamente. Ma dinnanzi alla possibilità di allestire presto un tavolo pratico e risoluto tra tutte le parti, niente deve più spaventare”
Due iniziative di protesta oggi a Taranto e Bari dei lavoratori dei call center dopo la stipula di un nuovo contratto di lavoro tra Assocontact, associazione datoriale di categoria, e una sola sigla sindacale, la Cisal, e ritenuto “peggiorativo” dal personale. A Taranto è in corso stamattina un corteo di protesta con tappa finale la Prefettura, mentre a Bari le sigle sindacali dissidenti sul nuovo contratto incontreranno i consiglieri regionali e i parlamentari della Puglia oggi alle 15 nella sede della Cgil. La questione coinvolge in Puglia 5mila addetti tra Taranto, Lecce, Molfetta (Bari).