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Giornale di Taranto - Giornalista1

Marzia Varvaglione è la Wine Lady 2024 secondo i Wine Travel Award svoltisi nei giorni scorsi a La Reggia di Venaria Reale a Torino.

 

Oltre alla giovane produttrice pugliese riconoscimenti importanti sono stati assegnati a Salvatore Ferragamo come Wine Gentleman, al Gruppo Lunelli come Eccellenza del Made in Italy e ad altri volti noti nel panorama internazionale del vino.

 

Una motivazione che si rifà alle attitudini di una giovane donna che sta segnando un solco nella storia del vino. Così riporta testualmente il testo con cui è stato assegnato il premio alla Varvaglione direttamente dalle mani dell’editore e ispiratrice degli award Pamela Raeli: “Il futuro è già qui. Simbolo di una generazione che sta cambiando il mondo del vino, dove visione e approccio femminili sono gli strumenti per superare stereotipi e pregiudizi. Formazione internazionale, prime esperienze all’estero, oggi guida l’azienda ultracentenaria di famiglia insieme ai fratelli Angelo e Francesca. È anche presidente dell’Associazione dei Giovani imprenditori vinicoli italiani. Una doppia sfida, già vinta.”

 

Un altro tassello importante nel percorso professionale di Marzia Varvaglione che quest’anno ha assunto anche l’incarico di presidente dell’Agivi, l’associazione dei giovani viticoltori italiani. “Sono onorata e orgogliosa di aver ricevuto questo premio – ha commentato Marzia Varvaglione – che costituisce un ulteriore incentivo per non fermarmi e continuare a fare bene per la

mia azienda e magari poter ispirare tante altre donne a spingersi oltre e differenziarsi per competenze e voglia di fare”.

Sono partite le attività dei “selecontrollori” in provincia di Taranto per conto dell’ATC (l’Ambito Territoriale di Caccia), l’ente preposto, tra le altre cose, alla gestione della caccia programmata della fauna stanziale. Le aree coinvolte sono tutte quelle venabilifatta eccezione per i cosiddetti “Siti Rete Natura 2000” che, ad oggi, risultano interdetti dalla Regione Puglia.

Queste misure di contenimento della specie suina che negli ultimi tempi ha causato notevoli danni alle persone, agli animali e alle colture sono state rese possibili in quanto rientranti tra le attività previstedall’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana n. 5 del 24 agosto 2023 “Misure di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana” e dal successivo Piano Regionale di Interventi Urgenti (PRIU) della Regione Pugliaadottato proprio al fine di contenere la specie “cinghiale, nella provincia di Taranto.

L’A.T.C. di Taranto è operativa in tal senso già dallo scorso 21 marzo, contando su un gruppo di circa centoselecontrollori di cui cinquanta già abilitati alle attività di controllo che in maniera volontaria si presteranno a questa attività.

I selecontrollori sono cacciatori esperti, appositamente formati per il prelievo dell\'ungulato cui la caccia di selezione è mirata ed hanno, per questa ragione, la possibilità di cacciare anche durante periodi e ore nelle quali l\'attività venatoria è di norma vietata, anche in ambiti protetti, ma sempre e unicamente sotto la supervisione degli agenti venatori.

Il percorso che ha portato a detto risultato non è stato semplice – ha dichiarato il presidente dell’ATC di Taranto, Nicola Cavallo - in ragione della complessità delle operazioni che hanno richiesto una serie di misure legate da un lato alla sicurezza delle operazioni e dall’altro agli aspetti dei controlli sanitari da effettuare sulle carcasse dei cinghiali abbattuti.

Inoltre, l’ATC di Taranto nei mesi scorsi, ha avviato un tavolo di lavoro con gli organi deputati al controllo (Carabinieri Forestali e Polizia Regionale) e con la ASL di Taranto per le successive verifiche sanitarie, al fine non solo di mettere a punto la fase operativa del PRIU (Piano Regionale di Interventi Urgenti) ma anche di implementare la piattaforma telematica che permette ai selecontrollori di inserire le prenotazioni delle attività già precedentemente individuate.

Malgrado tutto ciò, occorre evidenziare alcune criticità che la Regione Puglia dovrà affrontare al fine di ottimizzare i risultati, quali la gestione del controllo nelle aree protette e la revisione del disciplinare attuativo, in particolare di quella parte relativa alle forme e ai mezzi consentiti per il controllo.

“Mi preme precisare – ha puntualizzato Cavallo – che l’A.T.C. di Taranto è l’ente preposto a indennizzare gli agricoltori per i danni dei cinghiali alle colture nelle aree destinate all’attività venatoria e che questi risarcimenti avvengono da sempre con una certa celerità rispetto alle specifiche richieste da parte dei soggetti interessati.Inoltre, sempre in ambito di prevenzione danni, l’A.T.C. di Taranto sta elaborando un bando “Prevenzione danni alle colture” e un bando per la “Prevenzione della Peste Suina Africana nei confronti delle aziende zootecniche di allevamento dei suini della provincia di Taranto”, la cui pubblicazione sarà effettuata nei prossimi giorni sul sito dell’Ambito Territoriale di Caccia di Taranto e sarà trasmesso, per maggiore pubblicitàa tutte le associazioni di categoria.

Infine – ha così concluso il presidente – a nome dell’intero direttivo dell’A.T.C. di Taranto esprimo un ringraziamento particolare ai cacciatori “selecontrollori” che stanno collaborando alla realizzazione del piano di controllo della popolazione della specie cinghiale, agli organi di controllo Carabinieri Forestali e Polizia Regionale e allASL di Taranto, per la disponibilità palesata ad eseguire gli importantissimi controlli sanitari, affinché tutto avvenga nel massimo rispetto delle norme igieniche a tutela della salute pubblica.”

 

In un documento unitario A.I.G.I. Puglia, ANITA Puglia, Casartigiani Puglia, C.N.A. Puglia, Confapi Taranto, Confartigianato Imprese Puglia, Confindustria Taranto e F.A.I. Puglia hanno elencato una serie di proposte condivise per far fronte alla drammatica situazione in cui versano le aziende dell’indotto ex-Ilva.

Le proposte verranno sottoposte stasera all’attenzione del Governo, durante l’incontro convocato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: «l’Esecutivo e i Ministeri competenti – dichiarano le associazioni – continuano a tenere alta l’attenzione riservando il giusto coinvolgimento a tutti gli attori territoriali. Tuttavia, rimarchiamo l’esigenza di comunicare poche e circostanziate valutazioni, che auspichiamo possano essere prese in esame».

L’auspicio che lo stabilimento siderurgico di Taranto possa riprendere la sua attività con rinnovato slancio passa infatti dal recupero di alcune condizioni minime di agibilità.

 

Le aziende dell’indotto sono stremate perché non hanno più liquidità. Attendono ancora la certificazione dei crediti, precondizione per attivare qualunque meccanismo di garanzia, compreso quello predisposto da SACE. A tal proposito, viene rilevata la necessità di definire rapidamente modalità, tempistiche, metodo e platea di riferimento con riferimento a questi strumenti. Chiarire il quadro operativo è fondamentale anche per capire come assicurare il soddisfacimento dei crediti lungo l’intera filiera di subappalto e subvezione.

 

Doverosa è ritenuta la sospensione, più volte invocata, del pagamento degli oneri fiscali e di quelli contributivi per tutte le imprese che vantano crediti nei confronti di AdI, sia diretti che derivanti da subappalti connessi al siderurgico garantendo la regolarità DURC. Questo passaggio consentirebbe quantomeno una boccata d’ossigeno in una situazione la cui responsabilità non è certo delle imprese fornitrici di beni e servizi. Per le medesime ragioni occorrerebbe procedere alla sospensione della riscossione forzosa dei crediti fiscali relativi alla prima e alla seconda amministrazione straordinaria, prevedendo una moratoria o saldo e stralcio rateizzato.

 

Mancano poi l’accordo-quadro e le disposizioni attuative per dare seguito agli ammortizzatori sociali dedicati alla crisi e previsti dai decreti di inizio anno.

 

Da differirsi ad un apposito tavolo “ogni discussione sull’eventuale prosieguo delle attività con l’azienda, che dovrà contare ovviamente su condizioni di operatività chiare, trasparenti e in grado di garantire l’affidamento dei fornitori di beni e servizi.

Alla luce di quanto sopra esposto – concludono unitariamente le associazioni –riteniamo che il nostro sia un ruolo di garanzia a tutela di tutta la filiera di ADI in amministrazione straordinaria. Un ruolo che, ora più che mai, è necessario istituzionalizzare per recuperare la fiducia delle imprese che rappresentiamo e che a causa della totale disintermediazione degli scorsi anni, hanno subito i risultati disastrosi generati da chi ha fatto sistematicamente leva sulle differenze di forza contrattuale. Un ruolo che possa assicurare che l’attività venga svolta con quei requisiti minimi di correttezza che, drammaticamente, sono venuti a mancare».

 

Una richiesta di chiarimenti ed informazioni al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sulle azioni che sono state intraprese allo scopo di affrontare e risolvere il preoccupante aumento dei livelli di benzene nell’aria.

È l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, adottata dal Comune di Taranto alla luce di quanto emerso dal Report di ARPA Puglia, relativo al 2023, sul rilevamento delle concentrazioni, soprattutto nel quartiere “Tamburi”, a ridosso dello stabilimento siderurgico, di quella che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato come sostanza cancerogena. Ad aver alzato la soglia di allarme sono dati che segnano un peggioramento della qualità dell’aria rispetto ai (già negativi) risultati del 2022. Un peggioramento a cui è più che mai necessario porre rimedi immediati.

 

La città di Taranto ed i suoi abitanti - ha dichiarato il sindaco Rinaldo Melucci- continuano ad essere gravati da una pressione ambientale non più sopportabile. I risultati del Report che fa riferimento a controlli operati lo scorso anno e gli esiti dei monitoraggi riguardanti i primi mesi del 2024 non devono rappresentare solo un’inquietante statistica, ma il chiaro segnale di come per l’intero territorio ionico la situazione stia precipitando. Come è noto, un anno ho firmato un’ordinanza con cui si imponeva alla Società Acciaierie d’Italia S.p.A., nonché all’ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria, sia di individuare entro 30 giorni gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene, sia di trovare una soluzione tale da permettere un’immediata ed efficace inversione del trend relativo alla diffusione nell’aria della pericolosissima sostanza venefica. È altrettanto noto che questo provvedimento è stato impugnato dalle stesse ADI ed ILVA con la conseguenza che tutto è stato aggiornato alla prossima udienza fissata a maggio, quando potrebbero esserci delle prime risposte. A questo pronunciamento si andrà ad aggiungere la sentenza della Corte di Giustizia Europea sempre sugli effetti che la produzione industriale provoca sulla salute degli abitanti del capoluogo ionico. In ogni caso, la comunità tarantina non può soltanto continuare ad attendere che il suo destino venga deciso in aule giudiziarie. È necessario che le Autorità competenti agiscano subito alla luce dell’altissimo rischio sanitario che si sta correndo. Ed è per questo motivo che chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica informazioni precise e tempestive su quali iniziative abbia inteso intraprendere per risolvere il fenomeno dei picchi di benzene nell’aria ed eliminare al più presto gli effetti dell’inquinamento causato dalla produzione industriale dello stabilimento siderurgico.”

 


La progressiva crescita delle emissioni di benzene dall’ex Ilva di Taranto (ora Acciaierie d’Italia) è stata anche segnalata in una lettera che i vertici nazionali e locali di Legambiente hanno inviato al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, primo firmatario Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente. Il benzene proviene dalle cokerie del siderurgico ed è un inquinante cancerogeno. Sulla vicenda la Procura di Taranto ha in corso un’inchiesta e tra gli indagati per inquinamento ambientale c’è l’ex ad Lucia Morselli. Legambiente chiede al ministro “l\\\'abbattimento delle emissioni di benzene rivenienti dagli impianti della ex Ilva di Taranto e la Valutazione dell’Impatto Sanitario delle emissioni complessive dello stabilimento connesse all’attuale produzione, pari a circa 3 milioni di tonnellate annue, oltre che sulla quantità massima autorizzata, pari a 6 milioni di tonnellate”. Esaminando il rapporto del 2023 da poco reso noto da Arpa Puglia, Legambiente parla di dati e rilievi che “destano grande preoccupazione in considerazione dell’ulteriore incremento dei valori rilevati, sia dalle centraline interne allo stabilimento che da quelle situate nel quartiere Tamburi, prossimo alla fabbrica. Dati preoccupanti soprattutto se si considera la produzione ridotta ai minimi storici”. “Dal rapporto di Arpa Puglia, con riferimento alle medie annue di benzene, emerge che la centralina di via Orsini nel quartiere Tamburi (rete Acciaierie d’Italia) ha misurato un valore medio annuo di 3,6 microgrammi per metro cubo (sempre più prossimo al limite di 5 microgrammi per metro cubo) previsto dalla normativa italiana), superiore alle medie annue del 2022 (3,2), 2021 (2,8), 2020 (2.8) e 2019 (1.3). Inoltre - evidenzia Legambiente - la media annua per la stazione cokeria (rete Acciaierie d’Italia, centralina interna) è stata pari a 36,8 microgrammi per metro cubo, superiore alle medie annue del 2022 pari a 32,9, 2021 (22.8), 2020 (28.4) e 2019 (18.4)”. Infine, osserva Legambiente a proposito del rapporto di Arpa Puglia, “la media annua del 2023 per la stazione meteo parchi (rete Acciaierie d’Italia, centralina perimetrale, a ridosso del quartiere Tamburi) è stata pari a 5.3 microgrammi per metro cubo, superiore alle medie annue del 2022 (5.0), 2021 (3.9), 2020 (3.9) e 2019 (1.4)”. 

Una biblioteca con nuovi arredi, nuovi spazi e con numerosi libri a disposizione affinché si realizzi una serie di progettualità finalizzate alla diffusione della cultura tra la popolazione detenuta. Questo l’obiettivo della convenzione stipulata tra il Ministero della Giustizia, il Comune di Taranto e l’associazione “Noi e Voi” onlus che sabato scorso è stata ricordata in occasione dell’inaugurazione della sala di lettura realizzata nella Casa Circondariale del capoluogo ionico. Una cerimonia a cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e l’assessore Angelica Lussoso che, nel portare i saluti dell’Amministrazione comunale, hanno sottolineato l’importanza dell’avvio di questa collaborazione finalizzata a rilanciare il servizio bibliotecario presente all’interno della struttura detentiva tarantina. L’iniziativa, che rientra nel più vasto programma stilato dal Comune per promuovere attività culturali in ogni contesto sociale, vede nella Biblioteca “Acclavio” uno degli elementi principali per l’attivazione dei processi rieducativi e riabilitativi in ambito carcerario. Allo scopo di garantire una fruibilità immediata e diretta del servizio, il personale della Biblioteca comunale, diretta dal dott. Gianluigi Pignatelli, ha provveduto a coordinare la catalogazione dei testi, messi a disposizione anche da parte di avvocati penalisti e magistrati di Taranto, gettando in tal modo le basi per la creazione di gruppi di lettura e per supportare i percorsi scolastici già in atto nella sede di detenzione. 

Nel ringraziare il direttore della Casa Circondariale, dott. Luciano Mellone, per averci invitato all’inaugurazione dei nuovi spazi della sala lettura, siamo certi che queste lodevoli iniziative – ha affermato il sindaco Melucci – saranno sperimentazioni positive e concrete applicazioni dei principi della nostra Carta Costituzionale, la quale prevede come le pene debbano essere scontate in conformità al “senso di umanità e devono tendere alla rieducazione”. Come è stato ribadito questa mattina (sabato, per chi legge), è proprio attraverso la cultura che, nell’ambito della finalità rieducativa della pena, si possono migliorare le qualità e le risorse personali dell’individuo. Ed è proprio il principio di “umanizzazione” -ripreso anche della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea - l’elemento imprescindibile che deve rafforzare la tutela accordata al valore della persona, di cui vanno tutelati in ogni caso i diritti inviolabili, anche in caso di restrizione della libertà personale.”

 

 

Di Andrea Loiacono 

 

Si sono svolte ieri nella domenica delle Palme le tradizionali assemblee per l aggiudicazione dei simbolo e delle poste per le due processioni del Giovedì e del Venerdì Santo. I confratelli hanno esplicitato le loro offerte per portare i simboli della passione tarantina. Per la processione delllAddolorata  le gare si sono svolte nellasuggestiva cornice del tempio secolare di San Domenico.  Per la processione dei Sacri Misteri le stesse si sono svolte presso la Concattedrale e sono andate avanti fino a notte inoltrata. Vediamo nel dettaglio le aggiudicazione dei simboli principali.

 

PROCESSIONE DEI MISTERI:

Troccola.  35.000 Mila euro

Gesù morto. 30.000 euro

lAddolorata. 55.100 euro

Croce dei misteri. 13.000 euro

Gonfalone. 6.500 Euro

Sacra Sindone. 20.000 euro

Il Crocifisso. 10.000 euro

La cascata. 10.000 euro

Hecce omo. 22.500 Euro

La colonna. 30.000 euro

Cristo all orto. 21.000 euro

 

PROCESSIONE DELLADDOLORATA

Sdanghe 113.000 Mila 

Troccola 35.100 euro

Croce dei misteri 8.000 

Pesare 2.000 euro

Il Bastoncino 5.800 

Prima croce 7.500

Seconda croce 7.500

Terza croce 7.300

Prima mazza 3.800

Seconda mazza 3.050

Terza mazza  3.500

 

 

 

 

Prende così ufficialmente il via la Settimana Santa, la più sentita tra i tarantini e non che vedrà il primo atto consumarsi Giovedì Santo alle ore 15.00 con l\\\\\\\' uscita delle poste che svolgono il Pellegrinaggio agli altari della Reposizione delle chiese della città nuova e della città vecchia.  Secondo momento anch\\\\\\\' esso molto sentito sarà l uscita della processione della Beata Vergine Addolorata alla mezzanotte del Giovedì Santo e per concludere la processione dei Misteri che prenderà il via con l uscita alle ore 17.00 e si concluderà con i tre colpi del   troccolante al portone della chiesa del Carmine alle prime luci del Sabato Santo.

Mister Capuano: Noi abbiamo cinquantasetta punti e siamo terzi. Complimenti ai ragazzi,  alleno un gruppo fantastico.

 

Di Andrea Loiacono

 

Nel giorno molto caro ai tarantini, quello della domenica delle palme, il Taranto torna al successo esterno e lo fa battendo 0-2 il Brindisi nel derby del \"Franco Fanuzzi\" in una partita sbloccata dalla rete di Zonta e chiusa dal raddoppio di Bifulco ben assistito da Kanoute. Sugli spalti circa trecento supporters provenienti da Ta ranto. Queste le parole nel post gara del tecnico del Taranto Ezio Capuano:\" Per la prima volta in campionato ho schierato la difesa a quattro perché Valietti e Mastromonaco erano indisponibili e non avevamo gli esterni. Devo fare i complimenti al Brindisi perché nonostante la situazione difficile ha combattuto su ogni pallone rendendo la partita difficile.  Applausi comunque ai miei ragazzi, sia a quelli che sono partiti con me in ritiro sia a quelli che sono arrivati a gennaio. Stiamo facendo un campionato strepitoso e siamo a cinquantasette punti in classifica conquistati con sudore e fatica. Penso che quello che si conquista sup campo non può essere tolto con una penalizzazione. Non va dimenticato che in questo campionato abbiamo superato tante difficoltà e abbiamo diciotto punti di vantaggio rispetto al Catania che ha fatto investimenti faraonici. Oggi hanno avuto possibilità di giocare Capone, Travaglini e Papaserio, tre ragazzi che hanno giocato poco ma hanno dimostrato di essere giocatori validi da Taranto. Adesso inizia il bello, non vogliamo fermarci e vogliamo continuare a sognare. La classifica la guardiamo e vogliamo arrivare più in alto possibile. Ora pensiamo a recuperare qualche infortunato e poi daremo il massimo nella trasferta di Caserta.\"

Una gremitissima piazza del Ferrarese a Bari: cittadini, rappresentanti politici, sindaci, giovani studenti, tutti stretti attorno alla loro città e al sindaco Antonio Decaro, con lo slogan \"Giù le mani da Bari #iostoconDecaro\", la manifestazione indetta da Cgil e Pd in segno di solidarietà al primo cittadino e all\'amministratore dopo la notizia dell\'arrivo provvedimento di accesso ispettivo disposto dal Ministro dell\'Interno al Comune di Bari. Dal palco gli studenti stanno ricostruendo la storia dell\'inchiesta \"Codice interno\", che ha sgominato i clan Parisi-Palermiti, con 137 arresti, ed evidenziato legami con alcuni esponenti politici. Sono state poi ripercorse le tappe della vicenda che ha portato il ministro dell\'interno, Matteo Piantedosi, a nominare una Commissione d\'accesso Antimafia al Comune. Fischi sono stati indirizzati nei confronti di Maurizio Gasparri e dei parlamentari del centrodestra, che hanno chiesto al Viminale approfondimenti.

La qualità della vita di una città di misura anche dalla qualità dei servizi che hai cittadini vengono offerti.  Il caso di cui ci occupiamo arriva dal quartiere Paolo VI di Taranto. 

<A distanza di pochi mesi dalla raccolta firme che abbiamo messo in campo per tutelare gli uffici comunali nel quartiere Paolo VI, ci troviamo a dover denunciare nuovamente la stessa condizione di mancanza di servizi ai cittadini.>

E\' quanto si legge in una nota diffusa alla stampa a firma della segreteria del Circolo PD G.Di Vittorio. 

<Per motivazioni mai nemmeno ufficialmente comunicate ai cittadini, abbiamo scoperto che gli uffici di PaoloVI, che servono le migliaia di persone che abitatano in questo quartiere e che per mancanza di collegamenti semplici hanno difficoltà a recarsi presso gli altri uffici, torneranno ad essere chiusi al pubblico.

 

Oltre ad essere un fatto grave è la riprova che le promesse del Vicesindaco Azzaro siano già, purtroppo, finite nel vuoto. È un fatto serio per il quale il Comune deve assumersi le sue responsabilità, tanto politiche quanto gestionali per la inopportuna riduzione di servizi in danno dei cittadini.

 

Il circolo PD di PaoloVI - conclude la nota- presidierà gli uffici per verificare lo stato di chiusura e continuerà a difendere i diritti dei cittadini di PaoloVI, evidentemente di serie B rispetto agli altri.>

Lu.Lo. 

 

La CGIL di Taranto e il sindacato di categoria della Funzione Pubblica esprimono profonda preoccupazione per il repentino peggioramento della vertenza Cittadella della Carità.

L’apprensione è figlia dell’ultima notizia raccolta nell’ambito della riunione svoltasi oggi pomeriggio in Task Force Occupazione della Regione Puglia.

In quella sede – afferma Mimmo Sardelli, segretario generale della FP CGIL di Taranto – abbiamo appreso dalla viva voce dei responsabili del Dipartimento Salute della Regione che già ieri, con posta certificata, sarebbero stati revocati, con effetto immediato, gli accreditamenti per la clinica e gli ambulatori.

Una decisione che sarebbe scaturita dalle violazioni sulle norme antiincendio e dall’accertata violazione delle norme in materia di tutela e salute sui luoghidi lavoro, a loro volta prodotto dell’incertezza, già denunciata più volte dal sindacato, sul Piano Industriale e soprattutto sull’istanza di composizione negoziata della crisi giacente al Tribunale di Taranto,

Era la cronaca di una morte annunciata su cui più volte abbiamo tentato di accendere i riflettori – sottolinea il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo – e che oggi si tramuta in uno tsunami che travolge lavoratori ma anche pazienti e cittadinanza.

Sono infatti 95 i lavoratori afferenti alle due strutture revocate e circa 30 i pazienti immediatamente coinvolti nella sospensione immediata delle attività in clinica.

Domani svolgeremo insieme alla CISL un’assemblea dei lavoratori all’interno della Cittadella, ma è chiaro – dice ancora Sardelli – che questa situazione andrà gestita in maniera completamente diversa, perché è l’assenza di chiarezza e trasparenza che ci ha condotto sin qui e ora a pagare sono 95 famiglie.

In un territorio in cui la risposta ai bisogni di salute e assistenza è in affanno è innegabile che la nostra preoccupazione riguarda anche i risvolti sociali della vertenza della Fondazione Cittadella della Carità, che per ora tocca Clinica e Ambulatori – dice D’Arcangelo – ma in assenza di risposte adeguate anche sul fronte della sicurezza degli ambienti di lavoro e degenza (antincendio e dispositivi di sicurezza) rischia di compromettere anche il futuro della RSA L’Ulivo dove attualmente sono ospitati 80 pazienti.

In quel caso – continua Sardelli – si tratterebbe di fronteggiare il rischio di perdita d’occupazione per ulteriori 56 unità.

Ora la Fondazione Cittadella della Carità avrebbe 10 giorni per presentare controdeduzioni, ma nel frattempo lo stato di agitazione del personale continua.

 

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