Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto - Visualizza articoli per tag: Tutto sulla cozza tarantina
La cozza tarantina, con le sue peculiarità, la sua potenzialità commerciale e i suoi problemi, è stato l’importante tema di un interclub Rotary organizzato dal Club di Massafra (presidente Donato Sanarico) e al quale hanno preso parte i club di Taranto (presente il “prefetto” Andrea Tortora), quello di Riva dei Tessali (presidente Luigi Severini) e Taranto Magna Grecia (presidente Antonio Biella) e l’assistente del Governatore, Pietro Mastrangelo. Nel salone della masseria Appia Antica, dopo gli interventi dei presidenti, si sono alternati al microfono tre esperti di mitili e un enologo. L’esordio è stato del dott. Gabriele Panzini, veterinario dell’Asl, esperto di analisi dei prodotti alimentari, nonché autore del libro “La filiera della cozza tarantina”. All’attenzione del pubblico non è stata posta solo la nota cozza nera, o mitile edulo lamellibranche o Gallus provincialis, come vogliamo chiamarla, ma tutta la filiera che parte dalla raccolta del seme , all’allevamento, ai passaggi dal Mar Piccolo al Mar Grande, alla raccolta, alla tabulazione (passaggio fondamentale), ai rivenditori autorizzati, fino ad arrivare sulle nostre tavole. Un mitile, il nostro, conosciuto e apprezzato in tutt’Italia e anche oltre , saporito e buon combattente contro il colesterolo, ma anche vittima di ingiustificati pregiudizi. Panzini ha parlato a lungo dei controlli che l’Asl effettua, a mare e a terra, ma ha invitato i consumatori ad autotutelarsi: non comprare cozze non stabulate (quindi senza la retina e il certificato) sui banchetti improvvisati. Meno gradevole il compito del dott. Cosimo Tarquinio, direttore del servizio veterinario dell’Asl, che ha parlato di “Mitili e contaminazione ambientale”. L’inquinamento, ovviamente, esiste, in particolare nel primo seno del Mar Piccolo, ma probabilmente - ad avviso di chi scrive -si è fatto più rumore del dovuto. La mappatura dei campionamenti in Mar Piccolo presenta una percentuale non molto alta di campioni non conformi: sui campionamenti generali, abbiamo 127 campioni non conformi su 1227: il dieci per cento; e gli allevamenti solo 12 su 448. Per gli esperti nel campo della cozza ha concluso il prof. Giovanni Normanno, docente di Scienze agrarie e degli alimenti all’Università di Foggia. Si è parlato della fisiologia del bivalve, ovvero della sua necessità di filtrare grandi quantità di acqua per trattenere microrganismi. Peccato che, così facendo, la nostra amica cozza assorbe anche componenti nocive per l’uomo. . Ha concluso il dott. Giuseppe Bino, enologo, direttore produttivo della Vinicola Amastuola (del rotariano Giuseppe Montanaro), i vini poi degustati col pranzo: Bianco Salento, Bianco Chardonnay, Primitivo e il passito Dolce Vitae. Bino ha affermato che la cozza è un alimento così complesso che è difficile da abbinare. Ma, a seconda che la si mangi cruda o gratinata, ripiena o fritta, si possono abbinare vini più leggeri o più importanti. Il passito, invece, è stato riservato ai formaggi, specie il caciocavallo stagionato. Al fine si sono avuti numerosi interventi, tra cui quello di Lello Basile, componente di commissione distrettuale rotariana, che ha ricordato come Taranto, prima della scoperta del parziale inquinamento del Mar Piccolo , avesse rifiutato il dragaggio dello stesso nonostante i finanziamenti già stanziati dalla Regione. Un esempio di miopia oggi fonte di rimpianti.