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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1912)

Settima Edizione del Taranto Finanza Forum. L’evento, promosso dalla BCC San Marzano di San Giuseppe, ha visto la presenza di società d’investimento, manager ed esperti di economia e finanza. Due giorni, per un confronto a tutto campo fra la crisi e le prospettive di ripresa. TARANTO FINANZA FORUM 2013: I NUOVI SCENARI DELL’ECONOMIA NEL MEDITERRANEO Un Taranto Finanza Forum maggiormente ancorato alle prospettive di sviluppo e ripresa, orientato a presentare, in maniera dettagliata, le opportunità di investimento e le strategie di trading, ma anche le opportunità di sviluppo economico e occupazionale a ridosso dell’area del Mediterraneo. Per la Settima Edizione, l’evento promosso dalla BCC San Marzano di San Giuseppe, si è presentato rinnovato nel format e nel progetto, per essere al passo con i tempi e rispondente, sempre più, alle esigenze che giungono dal territorio, illustrando – in anticipo – le possibilità concrete di rilancio nel prossimo futuro. L’appuntamento si è tenuto nei giorni 27 e 28 settembre a Taranto. «Il Taranto Finanza Forum – ha detto Emanuele di Palma, Direttore Generale della BCC San Marzano di San Giuseppe – è stato un evento che ha avuto il compito di leggere le dinamiche e gli scenari e di favorire un confronto aperto, non precostituito, ma capace di diventare il filo conduttore per meglio comprendere ciò che accadrà nel prossimo futuro. Il progetto parte proprio da qui, innanzi tutto dalla corretta informazione, elemento fondamentale per far assumere consapevolezza sul livello di una fase piuttosto complessa. Proprio per questo, abbiamo voluto creare due blocchi (all’interno delle rispettive giornate), in modo da poter offrire un panorama completo che tenesse conto non solo del capitolo investimenti e del settore finanziario, ma anche e soprattutto dell’economia reale, quindi, del mondo del lavoro, in maniera particolare di quello giovanile. Anche l'edizione 2013 si è caratterizza per un confronto aperto fra esperti, manager, economisti, risparmiatori e investitori; fra trading professionisti e appassionati del settore. E così, nelle due sale conferenze sono andate in scena tutte le novità del trading, a cominciare dalle nuove piattaforme e le soluzioni più diverse per poter scoprire quest’affascinante segmento, ma anche l’analisi e le prospettive del mercato degli investimenti per poter gestire il proprio portafoglio in maniera coerente con la fase congiunturale attuale. Nella prima giornata spazio, inoltre, per l’impronta Green del Gal Colline Joniche, partner qualificato dell’evento che ha propostoe lo sviluppo possibile di agricoltura, turismo ed energia, proprio in ottica Green Road, il progetto varato giusto un anno fa all’interno del TFF e che comincia a far trasparire i primi risultati. «Il nostro sostegno al Taranto Finanza Forum - ha spiegato Antonio Prota, Presidente del GAL Colline Joniche, ha inaugurato un percorso pratico di valorizzazione territoriale. Nasce così la linea della Green Road, che mi piace descrivere come un eco-parco all’aperto dove il museo è il territorio. Qui tutti, i cittadini e le imprese e i volontari, contribuiscono alla sua costruzione. Tutto attorno è un fermento di attività, ad iniziare dalle circa 50 aziende (fra agriturismi, B&B e case vacanze) che stanno utilizzando i fondi europei attraverso il GAL per valorizzare il patrimonio rurale. In questa fare per la Green Road è fondamentale attrarre nuovi visitatori e spingere l’acceleratore sulla destagionalizzazione che soprattutto il turismo rurale può garantire. La Green Road, in sintesi, significa rendere fruibile una intera area che ha già deciso di riqualificarsi e fare sistema, proiettata in ottica green». Sabato 28 settembre, invece, dalla rodata collaborazione con Alunni Bocconi, è nato il progetto “Mediterraneo @ Lavoro”. Un’intera giornata dedicata al mondo del lavoro con l'obiettivo di riprendere il cammino dopo anni di recessione, all’interno di un’area che è il fulcro dei destini dell’Europa e del resto del mondo. Ripartire proprio dal lavoro, un concetto fondamentale per l’economia e la società civile. Al mattino si è tenuta una tavola rotonda in cui rappresentanti delle istituzioni, manager, economisti e imprenditori si sono confrontati sui principali aspetti riguardanti il futuro del lavoro, condividendo le diverse opportunità evolutive che lo riguardano e iniziando un percorso di sviluppo continuativo (ndr. di cui si parla in altra parte del giornale nella rubrica Flash). Ai lavori moderati da FRANCESCO ALLEGRA (Caporedattore di Milano Finanza) hanno partecipato: GIOVANNI LEGNINI (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Attuazione del programma), VINCENZO BOCCIA (Vice Presidente e Presidente Piccola Industria con delega per il credito e la finanza, Confindustria), STEFANO SCABBIO (Presidente e Amministratore Delegato, Manpower Group Italia, Francia e Iberia), GIOVANNI MOCCHI (Vice Presidente, Zucchetti Group; Membro CdA Bocconi Alumni Association) CLAUDIO CEPER (Senior Advisor, Egon Zehnder International), DINO RUTA (Direttore Master in Organizzazione e Personale, Università Bocconi), LUCIANO BELVISO ( Founder & CEO, Blackshape Spa) Nel pomeriggio dell'ultima giornata si è parlato su come Gestire le imprese in maniera “Lean” nel mondo attuale: valori, atteggiamenti, metodologie e strumenti. Qual è il ruolo del leader in una impresa e quali leve per realizzare cambiamenti strategici. Le risorse umane in ottica “Lean”: opportunità per imprese e territorio. I lavori sono stati moderati da FRANCESCO VELLUTO, Consigliere Delegato Formazione Confindustria Taranto, con gli interventi di FEDERICO MAGNO (Managing Director, Porsche Consulting Italia), JOSEF NIERLING (Principal, Porsche Consulting Italia), LUC VAN LANDEGHEM (President, International Independent Board for Lean Certification)
“Nella discussione sul piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR) adottato il 2 agosto, che ha coinvolto anche autorevoli giuristi, l’attenzione si è concentrata sulle misure di salvaguardia e, in particolare, sulla legittimità delle stesse per gli “ulteriori contesti paesaggistici”. Alcuni recenti articoli vanno oltre le questioni sottese all’operatività di tali misure, entrando nel merito dell’estensione delle aree interessate e il carattere fortemente vincolante delle norme. “Non condivido queste letture. Innanzitutto, le norme di salvaguardia e utilizzazione sono assai differenziate per i diversi ulteriori contesti e quindi non mi pare che possano essere trattate in modo aggregato. E inoltre, soprattutto alcune di esse lasciano ampi margini di intervento, in alcuni casi esaltando l’autonomia comunale e in altri la capacità dei progettisti di integrare l’intervento nel paesaggio facendosi orientare dalle linee guida incluse nel PPTR. “Entriamo, dunque, un po’ più nel merito delle tanto bistrattate tutele: per le doline, le aree soggette a vincolo idrogeologico e la città consolidata, il PPTR non include norme di salvaguardia e utilizzazione ma solo obiettivi di qualità, indirizzi e direttive che sta alla pianificazione comunale approfondire per quanto attiene sia al perimetro delle aree sia agli interventi assentibili e auspicabili. Dunque, in tali contesti allo stato attuale non vige alcuna prescrizione da rispettare negli interventi edilizi. “Gli unici ulteriori contesti che limitano nuove costruzioni (la questione sulla quale più o meno velatamente si concentra l’attenzione dei più) sono quelli interessati da sorgenti, grotte, geositi, inghiottitoi, cordoni dunali, aree umide. Chiedo ai tanti che denunciano il disastroso stato della falda acquifera pugliese, se sia sensato dare il colpo di grazia all’equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici. “Un piano paesaggistico, oggi che il paesaggio è interpretato anche in senso eco-sistemico, ha il dovere di prevenire danni ai quali siamo costretti a porre riparo ex post con costosissimi interventi pubblici (ossia con i soldi di tutti i cittadini, sempre più preziosi in tempi di spending review). Non ci hanno insegnato nulla i dissesti, le frane, le alluvioni sempre più frequenti nel recente passato? Cosa dovremmo fare, lasciare che gli strumenti urbanistici generali comunali consentano di costruire sui versanti, in prossimità delle lame e delle gravine, delle formazioni geologiche della Puglia carsica, o sulla vegetazione naturale e seminaturale e persino sulle dune? “Quanto alle fasce di rispetto, le uniche per le quali non sono consentite nuove costruzioni, sono quelle limitrofe ai boschi e alle testimonianze culturali e archeologiche, fatta eccezione per gli annessi rustici e altre strutture funzionali alla conduzione del fondo. Nulla di nuovo, quindi, rispetto alle prescrizioni del PUTT vigente. Per gli altri ulteriori contesti, il piano richiede che le trasformazioni del territorio sin dalla fase progettuale evitino la distruzione di elementi antropici e naturali di elevata valenza paesaggistica, quali i muri a secco, i terrazzamenti, le specchie, le cisterne, i fontanili, i filari alberati ecc. “Mi chiedo chi possa essere in disaccordo con l’opportunità di tutelare e valorizzare questo patrimonio. Si vuole continuare a piangere sul latte versato, quando ci si accorge che un intervento autorizzato cancella un “luogo del cuore” o stravolge un territorio interessato da un investimento turistico che attrae proprio per i valori paesaggistici che lo circondano? “E infine, mi chiedo quale come sia possibile questa esclusiva, direi quasi ossessiva, attenzione agli aspetti vincolistici in un piano che comprende ben cinque progetti territoriali, molti dei quali già oggetto di finanziamenti regionali, e sette linee guida che orientano e suggeriscono esempi per la riqualificazione delle periferie e delle aree agricole periurbane, il restauro e il riuso dei manufatti in pietra a secco, il recupero e l’efficientamento energetico dell’edilizia rurale, la qualificazione paesaggistica delle infrastrutture viarie, la progettazione di impianti di energie rinnovabili. E vi sono linee guida persino per la progettazione di aree produttive paesisticamente e ecologicamente attrezzate, ossia aree produttive ben inserite nel paesaggio e che facciano risparmiare risorse, soprattutto acqua ed energia, alle stesse imprese. “Mi auguro che anche su questi aspetti del piano si sviluppi una discussione di merito, utile all’innovazione dei settori produttivi e alla creazione di nuove economie e buona occupazione in questa nostra meravigliosa regione.”
“Caro assessore sento l’obbligo di segnalarti - affinché attraverso la tua iniziativa e gli uffici regionali nelle sedi competenti si trovi una soluzione - l’anomala e ingiusta situazione nella quale vengono a trovarsi, nei confronti dell’INPS, coloro che, già in quiescenza, si dedicano al governo delle campagne in loro possesso o che hanno ricevuto in eredità. Accade a tal proposito, che a persone prive del titolo di coltivatori diretti o prive della qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo Professionale), sia comunque richiesto l’obbligo assicurativo previsto per i lavoratori autonomi dell’agricoltura, in riferimento all’art. 13 della legge n. 233/1990. Mi risulta, infatti, che gli ispettori dell’INPS, nell’ambito di verifiche sulla posizione assicurativa di singoli individui, abbiano provveduto all’iscrizione d’ufficio nella Gestione Lavoratori Autonomi dell’Agricoltura - IAP – ( con conseguente quantificazione del debito e dei relativi interessi) anche di persone, già in pensione, prive dei requisiti di ‘imprenditore agricolo’, solo perché iscritti nella “sezione speciale” del registro delle imprese dalla C.C.I.A.A, quali piccoli imprenditori e perché ricorrono a lavoratori agricoli a tempo determinato per la conduzione dei terreni agricoli dei quali sono proprietari. Ritengo la situazione sopra descritta iniqua e illegittima nei confronti dei destinatari dei verbali di accertamento da parte dell’INPS. E credo che dopo uno studio del problema da parte degli uffici regionali, ai quali mi risulta pervengono i verbali dell’INPS per conoscenza e siano state segnalate dai diretti interessati queste vicende, sia necessario sottoporre la questione in sede di Conferenza Stato Regioni, per una negoziazione politica e al fine di trovare una soluzione.
Illustrissimo Ministro, questa Amministrazione sta seguendo con particolare attenzione la verten= za che interessa 120 lavoratori della Vestas, azienda danese con stabilimento a Taranto, che oggi vede incerto il suo futuro. Per più di 30 anni, Vestas ha operato nel campo dell'energia eolica ed ha consolidato la sua posizione come il marchio leader nelle energie rinnovabili in un mercato caratterizzato da una forte concorrenza. I suoi lavoratori oggi manifestano la loro protesta dopo l'annuncio da parte dell'azienda dell'apertura delle procedura di cassa integrazione ordinaria a seguito della contrazione produttiva delle navicelle V90 a causa del calo delle commesse. Porto, dunque, alla Sua attenzione un=E2=80=99ulteriore sofferenza di questo territorio che somma crisi su crisi e vertenze su vertenze e che, quindi, necessita di un intervento energico da parte del Governo centrale. Mi faccio, quindi, interprete delle istanze dei lavoratori e delle loro famiglie rivolgendoLe la richiesta di una immediata convocazione, presso il Suo Ministero, di un apposito Tavolo di confronto con l'azienda Multinazionale, finalizzato alla ricerca di possibili soluzioni alla vertenza che ha di fatto aperto una nuova ferita al presidio dei livelli occupazionali del nostro territorio già duramente provato, nonché per trovare soluzioni in grado di elaborare strategie di concreto rilancio di una realtà aziendale di eccellenza nell'ambito delle energie rinnovabili. Sono, quindi, al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie e la richiesta del Tavolo è un segnale tangibile di vicinanza e di solidarietà per il grave momento che stanno vivendo. Mi farò carico altresì di sottoporre questa situazione all'attenzione della prossima riunione del Tavolo interistituzionale sulle criticità dell'area jonica operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come ulteriore emergenza del territorio tarantino.
Il calo dei consumi privati, le restrittive condizioni di accesso al credito, insieme ad una struttura finanziaria molto indebitata delle imprese italiane, stanno, di fatto, alimentando sul mercato interno la crescita dei debiti non onorati tra le aziende. La perdita di redditività delle imprese, connessa al ristagno dei consumi interni, aumenta esponenzialmente il rischio del credito e le restrizioni che le banche operano nell’offerta di denaro. La spirale recessiva si autoalimenta, rendendo di fatto difficile fare previsioni di ripresa in una situazione congiunturale particolarmente appesantita dalle incertezze politiche e dall’assenza di strategie a livello governativo. Strategie, politiche e strumenti per il rilancio dell’economia sono stati gli argomenti protagonisti della Giornata del Credito, che si è tenuta il 17 settembre tra le manifestazioni ufficiali della campionaria di settembre della Fiera del Levante, promossa da Obiettivo Finanza, l’iniziativa della Camera di Commercio di Bari per agevolare l’accesso al credito, organizzata da Promem Sud Est spa e l’E.A. Fiera del Levante, in collaborazione con Confindustria Bari e Bat e la partnership di Banca Monte dei Paschi di Siena, Ubi Banca Carime, Euler Hermes e Fidindustria Puglia. La contrazione della spesa operata dal ristagno economico si ripercuote fortemente sulla stabilità finanziaria delle imprese. In base ai dati dell’Osservatorio Findomestic nel 2012 la spesa per beni durevoli in Puglia è diminuita dell’11,8 per cento, più che nel 2011, risentendo del calo del reddito disponibile pro capite (-1,9 per cento su base annua; -2,1 in Italia), con punte di contrazione dei consumi che in alcuni settori, come ad esempio delle auto nuove, raggiunge il -21,6% (-19,8% in Italia). “Le imprese devono usare ogni possibile strumento per migliorare il proprio rating, prestando grande attenzione non solo alla elaborazione dei rendiconti periodici ma anche al monitoraggio della posizione in Centrale dei rischi”, ha dichiarato Vito BELLOMO, Presidente Promem e imprenditore edile, in apertura dei lavori. “Il settore in cui opero come imprenditore, continua Bellomo, è tra i più colpiti dalla congiuntura economica: nel secondo semestre 2012 i prestiti vivi alle imprese del settore edile si sono contratti del 7%, contro una riduzione del 3,3% per le imprese dei servizi e del 4% del manifatturiero (fonte elab. Ist. Tagliacarne su dati Banca d’Italia). È urgente una convergenza di fatti ed intenti da parte di tutte le forze in campo, ed è importante che anche gli imprenditori si attivino operando una trasformazione sistematica del modo di fare impresa.” E non si trascuri l’alta percentuale di indebitamento delle imprese rispetto alla loro redditività: secondo le stime di Banca d’Italia, nel 2013 il 48,2% dei debiti finanziari è detenuto da imprese che riportano un rapporto tra oneri finanziari e MOL (margine interno lordo) superiore al 50%. La Puglia appare meno infelice del resto del Mezzogiorno; pur assestandosi su valori negativi, è in linea con il resto del territorio italiano: i finanziamenti alle imprese con meno di venti addetti si sono ridotti dell’1,3 per cento a fronte di una lieve espansione di quelli alle imprese medio-grandi. “La situazione della Puglia sotto il profilo della domanda e dell’offerta di credito – ha illustrato Giorgio SALVO, Direttore sede di Bari della Banca d’Italia nella tavola rotonda moderata da Massimo Leone – deve essere inquadrata in quella più generale del paese, e in particolare delle regioni meridionali. In base ai dati più recenti, ancora provvisori, il credito si è ridotto a giugno di circa il 2 per cento rispetto a dodici mesi prima, sia presso le imprese sia presso le famiglie pugliesi, così come avvenuto nel resto del mezzogiorno. Vi ha contribuito la debolezza della domanda, soprattutto di quella legata agli investimenti, e un’offerta ancora selettiva. L’atteggiamento prudente delle banche risente anche del deterioramento della qualità dei prestiti, testimoniato dal peggioramento degli indici di rischiosità del credito, specie di quello alle imprese”. Un’alternativa all’indebitamento bancario è rappresentata dal private equity, che però nella nostra Regione non decolla. La capacità innovativa delle imprese pugliesi, nonostante la presenza di alcuni casi di eccellenza, è ancora bassa nel confronto col resto del paese, così come la presenza d’investitori specializzati, quali i fondi di private equity. Il divario è riconducibile alla minore quantità di risorse investite dal settore privato, a sua volta dovuta alla minore dimensione media delle imprese che, per la maggior parte, richiedono capitale per soddisfare esigenze di cassa piuttosto che per realizzare nuovi investimenti. “Obiettivo del Fondo Italiano di Investimento è quello di sostenere i programmi di crescita delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni e di contribuire alla formazione di veri e propri medi campioni nazionali, in grado di competere con maggiore efficacia in Italia e all’estero – dichiara Roberto DEL GIUDICE, Investor relator Fondo Italiano d’Investimento -. In tale ambito siamo alla continua ricerca di imprese di eccellenza, che presentano interessanti piani di sviluppo ed una valida struttura manageriale in cui investire”. Il Fondo Microcredito d’Impresa, presentato da Loredana CAPONE, Assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia, è lo strumento individuato dalla Regione Puglia per agevolare le microimprese sane che vogliono crescere e continuare a produrre ma non possono farlo perché nessuna banca concederebbe loro un prestito: le aziende destinatarie dell’intervento non hanno infatti né i requisiti minimi per ottenere credito dalle banche, né garanzie patrimoniali da offrire. Secondo le previsioni saranno 1.300 le imprese che verranno agevolate, nell’arco di tre anni, dalla dotazione attuale dell’intervento (19,5 milioni di euro). “La Camera di Commercio di Bari - ha dichiarato Massimo Leone amministratore delegato della Promem Sud Est Spa - ha sostenuto una iniziativa proposta dalla nostra società finalizzata ad istituire uno sportello dedicato a fornire gratuitamente assistenza alle imprese che vogliono migliorare il loro rapporto con le banche. Lo sportello – ha proseguito Leone – attraverso un brief test effettua una diagnosi sullo stato di salute dell’impresa e propone soluzioni concrete per risolvere le eventuali problematiche. Non si rivolge solo ad aziende in crisi ma anche a quelle che vogliono crescere avendo accesso al credito a condizioni agevolate. Lo sportello – ha concluso Leone – non è in concorrenza con i consulenti abituali dell’imprenditore ma collabora con loro per trovare le soluzioni più efficaci.”. Sul ruolo dei consulenti interviene il Prof. Giuseppe Pio MACARIO, Presidente della Commissione Studi “Pianificazione e controllo” dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Bari: “Un ruolo particolarmente strategico è demandato al consulente aziendale nella figura del Commercialista - ha affermato -, quale esperto di economia d’azienda, secondo quanto previsto anche dalla stessa normativa nazionale (D.Lgs. 139/2005). Il Commercialista è e deve essere l’esperto aziendalista in grado di sapersi porre da “manager esterno”, quale interlocutore privilegiato con l’imprenditore in primis e con l’intero staff direzionale. Con riferimento precipuo al contesto finanziario di cui si discute, rappresenta il professionista che meglio può chiosare le competenze necessarie in tema di “pianificazione, gestione e controllo” delle dinamiche economico-finanziarie, che l’intero sistema oggi impone a tutto il tessuto imprenditoriale.” Prosegue Macario, ricordando che: “la liaison di un “Patto Sociale” alla base di ogni sistema economico-finanziario è salvaguardata solo in presenza di un’esaustiva, trasparente ed etica “comunicazione economico-finanziaria”, che parte da un’attenta pianificazione e programmazione economica, finanziaria e patrimoniale delle dinamiche gestionali e giunge alla conseguente rendicontazione aziendale: attività e competenze appartenenti, nella loro specificità, esattamente alla figura ed al ruolo del Commercialista, per i suoi studi e le sue competenze approfondite in tema di bilanci e di programmazione e analisi finanziaria.”. Oggi le banche sono in grado di offrire prodotti di alto profilo, gestendo esse stesse prodotti alternativi all’indebitamento, come i mini-bond per PMI. Il primo caso italiano di mini-bond è stato illustrato da Paolo ARNAUDO, Responsabile Spazio Imprese PMI - Area Crediti della BCC di Cherasco. "Ritengo che una banca del territorio come la nostra non possa mai dimenticare l’importanza che rivestono le PMI per il tessuto economico nazionale e locale – afferma Arnaudo - . Solo focalizzandoci con sostegni adeguati alle piccole realtà territoriali si torna a scoprire il vero motore economico dell’Italia. Con questa consapevolezza, Banca di Cherasco ha deciso di affiancare in veste di consulente tecnico, previa attenta valutazione e certificazione del bilancio, la C.A.A.R. srl nell’emissione di mini-bond, consentendo così il suo accesso ai nuovi strumenti di finanziamento per dare un impulso alla propria crescita e sviluppo, con conseguenti ricadute positive sul territorio. Collocarli tutti in poco più di un mese è stato un risultato davvero positivo che sottolinea l’importanza del ruolo delle banche nel consentire alle imprese locali di accedere ai nuovi strumenti di finanziamento per dare un impulso alla propria crescita, con conseguenti ricadute positive sul territorio.”. “Banca Monte dei Paschi di Siena attraverso l’iniziativa Minibond è in grado di offrire una soluzione innovativa volta a promuovere l’accesso delle PMI al mercato dei capitali - ha affermato Paolo PANARIELLO, Responsabile Ufficio Corporate Advisory e Origination di MPS Capital Services -. Con questo strumento le PMI potranno disporre di un canale di provvista alternativo per finanziare i nuovi investimenti migliorando la diversificazione delle fonti di finanziamento, ad oggi ancora concentrate sul ricorso all’indebitamento bancario.”. “Nell’attuale situazione economica e sul crinale di una possibile prossima inversione di tendenza verso segnali di ripresa, confermati da più osservatori non ultimo il Ministro dell’economia Saccomanni, oggi occorre propositivamente e rapidamente fare sistema, lavorare assieme sistema creditizio, in particolare le banche locali, le imprese, le istituzioni sul territorio, i centri di formazione e di ricerca, allungando lo sguardo su attività e progetti concreti. Oggi ciò che tutti dobbiamo invocare è che, in questo momento, vanno riannodati i fili del rapporto fra imprese, società civile, istituzioni, enti territoriali, Università , mondo della formazione d’eccellenza e sistema bancario - ha dichiarato Luigi MONTEMURRO, Direttore Territoriale Puglia Centro Matera UBI BANCA CARIME -. Il rapporto deve risaldarsi su di un piano comune di reciproca correttezza e di reciproca conoscenza ma anche con impegni progettuali concreti e credibili che superino antichi e non più attuali steccati. In questo senso il ruolo delle banche “locali”, ovvero quelle più radicate e presenti che hanno una approfondita conoscenza del territorio, possono essere un punto di riferimento, un punto di forza per il tessuto sano dell’economia e per la piccola e media impresa avendo una conoscenza specifica del territorio ed avendo un quotidiano rapporto con l’imprenditore”, ha concluso Montemurro. La situazione di sofferenza del sistema economico però rende il credito altamente rischioso, ed è palese che esso non possa essere caricato sulle sole banche. Per agevolare le imprese ci sono i fondi ed i cofidi. Il Fondo Centrale di Garanzia nel solo primo semestre 2013 ha garantito l’accesso al credito di 1.692 imprese in Puglia (3.086 nel 2012). “Il Fondo Centrale di Garanzia – ha affermato Carlo SAPPINO, Direttore Generale per l’Incentivazione delle attività imprenditoriali del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero per lo sviluppo economico – ha assunto un ruolo via via più significativo nel sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Negli oltre dieci anni di operatività del fondo sono state accolte 290.000 operazioni e concesse garanzie per 24.3 Miliardi di euro. Notevole è l’effetto moltiplicatore sui finanziamenti deliberati pari a circa 18 volte le risorse pubbliche utilizzate. Le modifiche normative di recente introdotte tendono ad allargare la capacità d’intervento del fondo sia tramite una maggiore incidenza percentuale della garanzia sui finanziamenti assistiti, sia mediante la revisione dei criteri di accesso che devono tener conto delle mutate condizioni economiche del Paese”. Non solo garanzia, ma anche consulenza in materia di credito e finanza agevolata: è ciò che fanno i cofidi. “Nel corso degli ultimi anni - h affermato Nicola POTERE, Responsabile Crediti Fidindustria Puglia intervenuto in vece del Presidente Andrea LEONE - le imprese che hanno scelto di utilizzare un consorzio fidi per ottenere nuova finanza, sono sensibilmente aumentate in percentuale al credito totale erogato alle PMI. Questo significa principalmente che le banche riconoscono e utilizzano la garanzia rilasciata dai consorzi per mitigare i propri rischi di credito, pur a determinate condizioni, e sono sempre più numerose le imprese che affidano ai confidi l’aspetto finanziario. Da quando la Regione Puglia ha stanziato i primi contributi a favore del rafforzamento patrimoniale dei Confidi, si è materializzata una grande opportunità per le imprese pugliesi e cioè quella di agevolare l’accesso al credito per prestiti finalizzati al consolidamento delle passività, alla patrimonializzazione, all’investimento e all’attivo circolante. La nostra attenzione nel tempo non è stata limitata alla semplice prestazione di garanzia ma abbiamo inteso assistere la clientela in un percorso di crescita finanziaria che rappresenta il punto debole della gestione imprenditoriale che si accinge a richiedere credito bancario. Infatti, Fidindustria Puglia fornisce assistenza tecnica a 360 gradi nei rapporti con gli istituti di credito, dando certezze, costi contenuti e tempi brevi. In una fase in cui il sistema bancario e quello imprenditoriale faticano a parlarsi, - ha concluso - il ruolo dei confidi è quanto mai fondamentale.” Anche le compagnie di assicurazione stanno curando prodotti studiati appositamente per aiutare le imprese a superare il più possibile indenni la presente congiuntura. “Lo scenario economico fortemente deteriorato su tutti gli indicatori macroeconomici, - ha spiegato Marco CASTIGLIONE, Responsabile Canale Partnership di EULER HERMES ITALIA – non ultimi quelli relativi ai mancati pagamenti tra imprese private, impone sempre di più alle aziende che intraprendono il business sui mercati domestici ed export di avvalersi di partner esperti nel rischio con una vision di medio lungo termine. Euler Hermes ha l’obiettivo di rendere sicure le transazioni commerciali tra le imprese e di favorirne lo sviluppo attraverso la creazione di filiere “solide” che includono il supporto degli istituti di Credito e delle Associazioni di categorie. La via del recupero economico passa anche attraverso la messa a fattor comune di idee e attività proattive da parte di tutti gli attori della “financial community”. Gli atti dell’evento gentilmente messi a disposizione dai relatori sono disponibili on line sui siti www.promem.it e www.obiettivofinanza.it
Le Segreterie territoriali della Fai Cisl e della Fnp Cisl comunicano che la Sede sindacale comunale di Sava (Ta) è stata trasferita in via Maggiore Del Prete, n. 8. La nuova Sede, dove operano i Responsabili di Lega Sandra Caforio, Piero Melchiorre (Fai) e Giovanni Pesare (Fnp), si caratterizza per la migliore efficienza operativa funzionale alle politiche sindacali, alla maggiore capacità di accoglienza degli associati e dei non associati alle Federazioni della Cisl che vi si recano per richiedere anche assistenza fiscale e previdenziale nonché per fruire del sistema dei servizi della Fai Cisl e della Fnp Cisl. “Era un investimento organizzativo non più rinviabile, che riscontra il buon livello di tutela e di rappresentanza svolto dai nostri Segretari di lega al servizio di un Comune che conta oggi oltre 16 mila abitanti e ci consente di proseguire il potenziamento delle nostre strutture sul territorio dove siamo radicati in quanto categorie sindacali storiche” dichiarano Antonio Castellucci e Tommaso Bruno, Segretari generali rispettivamente della Fai Cisl e della Fnp Cisl territoriali di Taranto Brindisi. “La nuova sede di Sava si confermerà, inoltre, presidio importante anche per la nostra azione rivendicativa quotidiana, portata avanti insieme con la Cisl territoriale di Taranto Brindisi sui versanti delle politiche sociali e dei settori vocazionali tipici dell’area orientale della provincia ionica, quali Agricoltura, Agroindustria, Agriturismo,ecc.” concludono i Segretari.
La riforma della geografia giudiziaria rischia, già da domani, di gettare la Giustizia nel caos organizzativo. La chiusura delle Sezioni Staccate del Tribunale di Taranto avrà gravi ripercussioni negative non solo sui lavoratori ma anche sulla nostra comunità. Una spoliazione del territorio, diretta conseguenza della logica dei tagli lineari eseguiti sui servizi fondamentali della collettività senza alcuna attenzione ai bisogni delle persone e delle imprese. Il piano del Ministro non può funzionare così com'è. Per fare una riforma seria non serve chiudere i tribunali, non bastano le deroghe e i provvedimenti improvvisati e francamente incomprensibili. Bisogna mettere mano a una riorganizzazione vera, in grado di generare efficienza e conseguenti benefici per l'economia. I risparmi che derivano dalla chiusura di sedi importanti come quelle di Ginosa, Grottaglie, Manduria e Martina Franca sono fittizi, sono un'operazione di puro e semplice ridimensionamento che allontana lo Stato dal nostro territorio, dai cittadini e dalle imprese. Una riforma che si possa definire tale dovrebbe permettere di modernizzare le procedure grazie alla digitalizzazione, di istituire programmi efficaci per il controllo di gestione, e di riorganizzare gli uffici mettendo al centro il servizio e valorizzando soprattutto le professionalità interne: occorre rinforzare organici carenti, individuare nuove funzioni da affidare al personale non togato e velocizzare i tempi. Una riorganizzazione che consenta di realizzare gli obiettivi prefissati deve essere necessariamente partecipata e condivisa, portata avanti attraverso relazioni sindacali corrette a tutti i livelli. A partire da quello locale: per questo chiediamo un incontro immediato al Sig. Presidente del Tribunale di Taranto e valuteremo a breve la possibilità di richiesta di un incontro più a largo raggio con i vertici distrettuali del Distretto di Corte di Appello di Lecce, atteso che l’effetto a cascata di una mobilità imposta del personale giudiziario, possa arrecare gravi disagi al corretto svolgimento della funzione giurisdizionale. Come Cgil Cisl e Uil abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni e fatto proposte concrete al Ministro, chiedendo allo stesso tempo un rinvio tecnico dei provvedimenti di riordino. Ciò non vuol dire opporsi a qualsiasi cambiamento, ma avere il tempo di progettare insieme i cambiamenti che servono davvero a far funzionare meglio l'amministrazione giudiziaria. Non abbiamo ottenuto nessuna risposta convincente. Ma non possiamo permettere, nell'interesse dei cittadini e dei lavoratori dei tribunali, che invece di un percorso coerente di efficienza si porti avanti un progetto sbagliato. Per questo ora passiamo alla mobilitazione: per dire no alla chiusura delle Sezioni Circondariali di Tribunale di Taranto e all'ennesima penalizzazione per lavoratori e cittadini, e dire sì ad una riorganizzazione vera della Giustizia che renda anche il nostro territorio più coeso, più competitivo, più capace di generare sviluppo.
Il disagio acustico nel quartiere Tamburi a causa dei fog cannon preoccupa l'Amministrazione comunale e l'Assessore all' Ambiente Vincenzo Baio in proposito si è rivolto direttamente al Commissario Straordinario dell'ILVA per fare chiarezza sullo stato dell'arte e su tutte le iniziative poste in essere dall'azienda nell'ambito delle proprie responsabilità. L'Assessorato all'Ambiente - spiega Baio nella nota inviata a Bondi- destinatario di segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini del quartiere Tamburi che riferiscono il disagio acustico insopportabile che si avverte proprio quando sono attivi i cannoni appositamente installati per il contenimento delle polveri che si sprigionano dai parchi minerali dell'ILVA. L'Assessore stesso, in prima persona, anche in qualità di medico che esercita nel quartiere Tamburi "ha potuto raccogliere testimonianze direttamente da cittadini che sono costretti a subire anche questo grave disagio acustico che in taluni casi supera nettamente la soglia fisiologica dell'apparato uditivo umano." E ciò "nonostante la promessa di individuare e realizzare nel più breve tempo possibile misure e opere di insonorizzazione che consentano il contenimento delle emissioni acustiche dei fog cannon nella zona dei parchi primari, a tutt'oggi non è successo nulla". A tal fine e in accordo con l'ARPA, l'Assessore Baio fa sapere che sono stati collocati sui terrazzi di alcune case del quartiere Tamburi degli apparecchi audiometrici per individuare, registrare e quindi documentare in maniera scientifica, questo presunto inquinamento acustico, più volte segnalato dai cittadini. La nota dell'Assessore si chiude informando Bondi che il Dirigente di ARPA Puglia, dott. Martucci incaricato di seguire direttamente il monitoraggio di queste emissioni acustiche, comunicherà i risultati al suo Assessorato che di conseguenza agirà.
Si passa da una condizione di cristallizzazione e immobilismo ad una fase nuova in cui oltre la piena apertura al confronto dimostrata dall’Amministrazione comunale di Martina Franca, si può tornare ad immaginare uno scenario di azioni significative per la Rigenerazione Urbana della cittadina della Valle d’Itria con uno dei centri storici e un patrimonio urbano tra i più belli della regione. E’ quanto afferma Martino Aquaro, responsabile della sezione ANCE Confindustria di Martina Franca, che commenta così il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana approvato alcuni giorni fa in consiglio comunale. Un lavoro che dopo un percorso di condivisione e partecipazione accoglie alcune osservazioni provenienti proprio dal mondo dell’impresa edile che nell’ottica di coniugare l’interesse collettivo e gli obiettivi pubblici con le aspettative private, aveva sviluppato un documento di riflessioni e suggerimenti volti a rendere lo strumento attuale, moderno, flessibile ma anche pienamente attuativo. Plaudiamo particolarmente alla mozione proposta in aula dall’UDC, sottoscritta dall’intera opposizione e votata da tutto il Consiglio, che ha previsto l’inserimento nel Documento di programmazione - dice l’esponente dell’ANCE – di una possibilità di apertura alla realizzazione di edilizia libera. Con il PIRU (programma integrato di rigenerazione urbana) Martina Franca si appresta a vivere una nuova stagione sul piano della programmazione in tutti gli ambiti (centro storico, contrade dell’agro, area trulli e aree periferiche – ndr) degli strumenti urbanistici – continua Aquaro - occorre però proseguire nell’azione concertata per il governo del territorio di Martina, approfondendo con la giusta determinazione gli effetti del PPTR e provvedendo ad avviare gli adeguamenti della strumentazione vigente (rigenerazione urbana compresa) al nuovo paesaggistico. Insieme a tutto ciò – conclude Aquaro - si deve andare avanti con il processo per la costruzione del nuovo PUG per dotare finalmente Martina di un quadro pianificatorio moderno ed in grado di rilanciare l’attività edilizia.
Piena operatività dell'Aeroporto di Grottaglie e ripresa di tutte le attività che siano in grado di assicurare allo scalo tarantino funzionalità e intermodalità. E' quanto è emerso dall'incontro istituzionale tenutosi nella cittadina della ceramica il 12 settembre promosso dal Sindaco del Comune di Grottaglie, Ciro Alabrese proprio sul futuro del Marcello Arlotta.. Il Preannunciato meeting si è svolto alla presenza dell'Assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Giannini, dell'Amministratore Unico di Aeroporti di Puglia, Acierno, dell'Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Nardoni, del Presidente della Camera di Commercio di Taranto, Sportelli, del presidente della Commissione regionale Trasporti, Pentassuglia, dei consiglieri regionali Lemma, Mazzarano, Cristella, Sala, Martucci, Cervellera, del dirigente della Provincia di Taranto, Romandini, del presidente dell'ASI, Carrieri, del sindaco di Monteiasi, Prete e del consigliere delegato del Comune di Taranto, Cotugno. Una riunione che avvia di fatto una stagione di incontri chiarificatori e approfondimenti che l'Assessore Giannini intende avviare al più presto. Lo scalo aereo di Grottaglie è un obiettivo strategico di sviluppo non solo per la comunità locale, ma anche per tutta la regione e l'intero Paese - ha detto Giannini - e pertanto vanno accelerati i tempi per rendere la destinazione cargo un fatto compiuto e ove ci siano i presupposti avviare anche l'attività di voli charter estivi destinati al traffico civile. Azioni che l'esponente della Giunta regionale con competenza su trasporti e infrastrutture, anche a seguito del percorso condiviso e partecipato promosso dalla Camera di Commercio di Taranto, intende rendere pratica operativa a cominciare dai tre incontri da programmare a breve scadenza con RFI, Provincia di Taranto, i Comuni di Taranto, Grottaglie, Monteiasi e Montemesola, l'Autorità Portuale, l'ARPA, l'ASI e gli Assessori alle risorse agroalimentari e all'urbanistica della Regione Puglia. Al centro dei colloqui il tema della rete infrastrutturale, gli adempimenti degli strumenti urbanistici atti a recepire le opere funzionali al sistema dei trasporti e l'istituzione, nell'ottica dell'intermodalità tra Porto e Aeroporti, dell'Ufficio sanitario al Porto di Taranto.Mazzarano: "Giannini e Acierno a Grottaglie, nuovo corso per aeroporto" In merito all'incontro di Grottaglie si registra l'intervento del consigliere regionale Pd, Michele Mazzarano. "Per la prima volta, dopo lunghi anni in cui, dell'Aeroporto di Grottaglie si discettava distrattamente a Bari, l'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini, ha deciso di inaugurare un nuovo corso: arrivare a Grottaglie e discutere con tutte le rappresentanze istituzionali, imprenditoriali e associative del territorio, assumendo impegni concreti sul percorso che porterà allo sviluppo dello scalo jonico. Nel recente passato, mentre si sviluppavano esponenzialmente gli scali di Bari e Brindisi e si finanziava massicciamente l'aeroporto di Foggia, si è peccato di inconcludenza, scarsa attenzione al territorio jonico, alla sua richiesta di pari dignità verso altri territori pugliesi e alla sua domanda di ammodernamento del sistema dei trasporti. Va perseguita, con impegno e lavoro costante, l'opportunità di avere a Grottaglie uno dei principali aeroporti cargo del Paese. La nostra terra si è per decenni rappresentata dando le spalle al Mediterraneo, intenta a ritenere che lo sviluppo veniva solo dall'industria e dallo stato. Invece, proprio guardando al Mediterraneo come all'area commerciale più interessante al mondo, per via dello sviluppo delle reti marittime e delle potenze asiatiche, un aeroporto come quello di Grottaglie, collocato in una rete intermodale e in un sistema moderno di logistica che veda il porto di Taranto recuperare capacità competitiva con gli altri porti del Mediterraneo, può avere un ruolo strategico per il Mezzogiono e per l'intero Paese. Molto dipenderà dall'ammodernamento infrastrutturale e da come affronteremo la sfida della nuova programmazione comunitaria 2014-2020. Una intera classe dirigente sarà giudicata su questa precisa sfida: programmare un cambiamento vero, soprattutto nel sistema infrastrutturale, che lasci il segno nella vita delle future generazioni, anziché insistere nella parcellizzazione di risorse per micro interventi utili solo ad avere un consenso immediato. Questa prospettiva che impegna il Governo regionale e nazionale non dovrà essere ostativa dello sviluppo del trasporto charteristico per far crescere la vocazione turistica del territorio.Per fare questo c'è bisogno che si abbia più rispetto, contrariamente agli ultimi anni, del ruolo e dell'impegno che la Camera di Commercio di Taranto ha profuso in questa direzione, delle idee e degli stimoli che provengono dal mondo associativo turistico e culturale del nostro territorio.La visita a Grottaglie dell'assessore Giannini e dell'amministratore unico di ADP Giuseppe Acierno, può rappresentare un nuovo inizio se vedrà un rinnovato impegno di tutti coloro che dimostrano di avere a cuore lo sviluppo dell'aeroporto jonico. Al Consigliere di maggioranza risponde l consigliere regionale del PDL Giuseppe CRISTELLA il quale in una nota diffusa alla stampa sostiene che "Oggi un illustre collega del PD attraverso un suo accorato comunicato stampa esternava la sua soddisfazione per “gli impegni concreti” assunti dall’assessore ai trasporti regionale Giannini in ordine allo sviluppo dello scalo aeroportuale di Grottaglie. Ad onor del vero, anche l’ex assessore regionale ai trasporti Minervini non molto tempo fa assunse i medesimi impegni nei confronti dei politici di area jonica in una famosa riunione svoltasi a Bari in una sala del Consiglio regionale; incontro dal quale successivamente scaturì il “nulla” poiché le promesse annunciate dall’uomo politico, non furono mai mantenute.Si continua invece ad assistere al macabro gioco delle “ tre carte “ e purtroppo, a pagare il conto di una politica piegata ai voleri di un presidente regionale “barese”, è tutta la cittadinanza di area jonica che è stata letteralmente presa in giro.Giannini ha affermato nell’incontro di giovedì 12 che con i FESR 2014-2020 si potrà seriamente pensare a creare le infrastrutture ANAS e su rotaie al fine di offrire per davvero un concreto modello di sviluppo CARGO all’ARLOTTA di Grottaglie; tuttavia mi chiedo : ma i FESR 2007-2013 come sono stati utilizzati per gli aeroporti pugliesi e soprattutto quali sono stati quelli che ne hanno beneficiato? Io credo e ne sono sempre più convinto che l’aeroporto tarantino sia dotato dei servizi essenziali ed idonei per essere considerato scalo primario per una popolazione distribuita lungo tutta la dorsale jonico-calabro-lucana, potendo divenire così nodo strategico nell’ambito di un sistema intermodale integrato di supporto ad attività locali industriali ma anche extraregionali; Caro collega del PD, non facciamoci prendere da cosiddetti facili entusiasmi, piuttosto quando ci interfacciamo con i vari Giannini, Acierno ed altri illustri personaggi dell’alta politica barese faremmo bene a rammentare loro che l’ente Regione è tenuto ad assicurare la ripartizione delle risorse finanziarie regionali e la gestione delle sue Società Partecipate delle quali è azionista di maggioranza, secondo criteri di imparzialità, equità e necessità; senza contare che la società Aeroporti di Puglia S.p.A. partecipata dalla Regione Puglia quasi interamente, gestisce e controlla le attività dell’Aeroporto ARLOTTA che, nel Piano Regionale dei Trasporti redatto da detta Società viene definito Aeroporto cargo e charter, doganale e comunitario. Ritengo che dopo l’incontro di ieri pomeriggio a Grottaglie tenutosi alla presenza dell’assessore regionale ai trasporti, ci si trovi davanti a un “ dèjà vu” : ovvero di fronte a promesse “del fare” che molto probabilmente non saranno mai mantenute, così come del resto accaduto in passato. E’ necessario cambiare quindi “gli attori” di un film che non mi convince, se vorremo sperare in una vera rinascita dell’aeroporto Arlotta
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