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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1903)

Il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio, ai ministri Urso, Calderone, Giorgetti e all’Ad di Invitalia Mattarella dopo che ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria è stata inviata una comunicazione aziendale dove, nella parte sinistra, vi è un simbolo con una sdraio e il sole. \"Appena si è diffusa la notizia abbiamo fatto fatica a crederci, invece purtroppo si è dimostrata veritiera\", scrive Palombella, sottolineando che le modalità dell’invio della comunicazione di cassa integrazione straordinaria \"non hanno precedenti nella storia sindacale, non solo italiana\". 

 

 \"Atto ancora più grave - prosegue - se consideriamo il presunto ruolo delle organizzazioni sindacali firmatarie e la presenza dello Stato nel capitale sociale, alla luce anche del finanziamento pubblico di 680 milioni di euro stanziati dall’ultimo Decreto del gennaio scorso\".     \"Riteniamo - spiega il leader dei metalmenccanici della Uil - che sia offensivo e irrispettoso nei confronti dei lavoratori e delle proprie famiglie, che da oltre dieci anni rivendicano il diritto al lavoro e a uno stipendio dignitoso, oltre al diritto alla salute e alla sicurezza\".

    \"La Uilm - conclude Palombella - continuerà a denunciare in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione questa situazione di inaudita gravità e sollecita tutte le Istituzioni a intervenire e prendere i necessari provvedimenti\". Infine, la Uilm chiede un incontro al Ministro Adolfo Urso, al Mimit, \"nel più breve tempo possibile\".

Si è conclusa oggi con un parere positivo, con prescrizioni di Ispra e Arpa, la conferenza di servizi decisoria con il Ministero dell’Ambiente, che dà il via libera al progetto integrato di messa in sicurezza permanente e di riconversione industriale, sviluppo economico e produttivo nell’area ex Yard Belleli di Taranto. In quest’area investirà il gruppo nautico Ferretti che costruirà scafi per yacht. Tra risorse pubbliche e private, l’iniziativa mobilita 201 milioni. “Oggi, con il parere della conferenza di servizi decisoria, si compie un passo fondamentale per la realizzazione del polo produttivo di cantieristica navale da diporto a Taranto, settore nel quale la Regione Puglia sta investendo molto”: lo ha detto Michele Emiliano, presidente della Regione.

    “Questo - ha detto Emiliano - è il risultato di un grande lavoro di squadra, anche perché l’intervento vede pubblico e privato collaborare insieme per la bonifica e la messa in sicurezza permanente del sito e la realizzazione del nuovo insediamento per la produzione di componenti semilavorati per barche di lusso”.

   Il progetto Ferretti promuove il riutilizzo dell’area in condizioni di sicurezza sanitaria e ambientale e mira a preservare le matrici ambientali non contaminate, con particolare riferimento a suolo, sottosuolo, acque sotterranee, aria e area marina prospicente allo stabilimento produttivo. La prima parte del progetto comprende gli interventi di messa in sicurezza permanente del sito ex Yard Belleli. La seconda parte riguarda la costruzione e l\'esercizio degli impianti e delle opere connesse alla realizzazione di un insediamento produttivo da parte della Ferretti spa.

 

La Sogesid spa (società in house al Ministero dell\'Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture) è progettista del secondo lotto degli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda in area ex Yard Belleli, mentre la società Ferretti è progettista dell\'intervento di riconversione industriale e sviluppo economico. Le fonti finanziarie pubbliche destinate al progetto prevedono 45.500.000 euro a valere sul Fondo Infrastrutture; 28.056.191 euro a valere sul Fondo della Regione Puglia, piano stralcio risorse FSC 2021- 2027; 14.222.448 euro destinati a finanziare il “Contratto di sviluppo per la industrializzazione dello ex Yard Belleli” e 49.810.674 euro a valere su anticipazione dell\'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. L’obiettivo, si spiega, è realizzare un polo produttivo di cantieristica navale per la costruzione di stampi, scafi, coperte e sovrastrutture in materiale composito al fine di ottimizzare prodotto e processo.

   Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “la positiva chiusura della conferenza di servizi ministeriale per l’insediamento del gruppo Ferretti, nell’area dello ex Yard Belleli, conferma la bontà della scelta che tutti noi abbiamo fatto diverso tempo fa: sostenere la diversificazione del tessuto economico cittadino, recuperandone le radici più profonde”. “Ora - ha detto Melucci - confidiamo che il progetto possa prendere corpo al più presto, consentendo alla cantieristica navale di qualità di tornare a produrre valore nelle nostre aree portuali e di offrirci un’altra importante opportunità di sviluppo”.

Alcune centinaia di lavoratori in cassa integrazione straordinaria di Ilva in amministrazione straordinaria presidiano questa mattina i due ingressi del MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto. La protesta intende dare risalto alla loro vertenza in occasione, oggi alle 12, dell’inaugurazione dell’esposizione definitiva, nello stesso Museo, del gruppo scultoreo del IV secolo a.C. \'Orfeo e le sirene\', alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e di varie autorità.

    Il gruppo scultoreo fu trafugato agli inizi degli anni ‘70 da uno scavo clandestino a Taranto, portato poi in Svizzera in un caveau e infine venduto e collocato nel Paul Getty Museum di Los Angeles. E dagli Usa, al termine di una complessa attività di indagine dei carabinieri del comando Tutela patrimonio artistico e della Procura di Taranto, le tre sculture di \'Orfeo e le sirene\' sono tornate in Italia la scorsa estate, prima a Roma e da oggi nella sede definitiva del Museo di Taranto.     

    La protesta dei cassintegrati è guidata dai sindacati Uilm e Usb. In mattinata i lavoratori hanno tenuto un presidio davanti alla prefettura e una loro delegazione ha incontrato il prefetto, Demetrio Martino, sollecitandolo a prospettare la situazione al ministero delle Imprese affinchè convochi un incontro al più presto. 

 

La protesta odierna è scattata dopo il recente accordo al ministero del Lavoro che proroga per un altro anno, sino a marzo 2024, la cassa straordinaria per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di cui 2.500 a Taranto. Quest’accordo non è stato firmato da Uilm e Usb ed accettato invece da Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic.

    Tra le ragioni della protesta, spiegano Uilm e Usb, il fatto che l’accordo sulla cassa esclude ogni reinserimento al lavoro dei cassintegrati dell’amministrazione straordinaria di Ilva, previsto, invece, si sostiene, dall’intesa siglata al Mise a settembre 2018 con ArcelorMittal Italia.

     “Sappiamo bene che il ministro della Cultura non è certo il nostro interlocutore\", dichiara all\'AGI Davide Sperti, segretario Uilm, \"ma approfittiamo della presenza di un rappresentante del Governo oggi a Taranto per lanciare un segnale forte e manifestare la nostra grande preoccupazione. Vogliamo che si sappia che dopo l’accordo sulla cassa al ministero del Lavoro non sono a rischio solo i 1.600 cassintegrati dell’amministrazione straordinaria ma anche i 2.500 dipendenti di Acciaierie d’Italia che adesso vengono sospesi dal lavoro e collocati in cassa”. 

L\\\\\\\'Amministrazione provinciale di Taranto, presieduta da Rinaldo Melucci, prosegue l\\\\\\\'attività di riqualificazione degli edifici di propria competenza con l\\\\\\\'adozione di importanti provvedimenti.

L\\\\\\\'ultimo in ordine di tempo è quello con cui è stata indetta la gara d\\\\\\\'appalto per l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria, periodica e preventiva degli impianti antincendio installati negli immobili dell\\\\\\\'Ente. Attraverso questa iniziativa, formalizzata dalla determina firmata dal dirigente Pantaleo De Finis, si punta a garantire che l\\\\\\\'intero patrimonio edilizio della Provincia, oltre ad essere sottoposto con sistematicità a capillari servizi di vigilanza e controllo, sia oggetto di una programmazione di interventi in grado di dotarlo dei più elevati standard di sicurezza.

Il progetto, approvato dal presidente Melucci con apposito decreto, prevede un impegno economico complessivo pari ad un milione di euro.

Precisato che l\\\\\\\'aggiudicazione dell\\\\\\\'appalto verrà effettuata con l\\\\\\\'applicazione del criterio dell\\\\\\\'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, il capitolato contempla non solo tutte le operazioni afferenti alla gestione ordinaria dei dispositivi antincendio, ma anche il pronto intervento e la reperibilità (24 ore su 24 e 365 giorni all’anno) in relazione ad ogni congegno rilevatore di gas e fumi, o quant\\\\\\\'altro. Il tutto con un tempo di azione entro sessanta minuti dalla segnalazione di un guasto generico e nel più breve tempo possibile per la rilevazione di un\\\\\\\'anomalia o una perdita grave.

Gli interventi di manutenzione - ha dichiarato il presidente Melucci - riguarderanno gli impianti installati in oltre 60 edifici di competenza provinciale, fra cui il Palazzo del Governo, in via Anfiteatro, e tutte le sedi degli Istituti scolastici del territorio. Tramite la realizzazione di questo progetto si vuole garantire la perfetta efficienza, il funzionamento ottimale e la conservazione di tutte le apparecchiature di protezione attiva antincendio presenti negli immobili che fanno parte del patrimonio dell\\\\\\\'Ente. Un patrimonio verso cui, come ho già sostenuto in altre circostanze, la nostra Amministrazione riserva il più alto livello di tutela e di attenzione.” (foto di Luca Tocci)

 I sindacati metalmeccanici si dividono sul rinnovo per un altro anno della cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La cassa riguarda 3 mila addetti, di cui 2.500 a Taranto. Hanno firmato oggi pomeriggio l’intesa, in collegamento col ministero del Lavoro, Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic. Non hanno firmato Uilm e Usb, per le quali l’accordo formulato non offre garanzie sull’esclusione degli esuberi e sul rientro in produzione del personale di Ilva in amministrazione straordinaria, anch’esso in cassa integrazione.

    La Uilm è il primo sindacato nell’ex Ilva di Taranto e l’Usb il terzo in base alle elezioni di un mese fa per il rinnovo delle rsu. Fim e Fiom sono invece la seconda e quarta organizzazione della fabbrica. Il dissenso di Uilm e Usb si era palesato già da alcuni giorni.

    Le trattative col ministero erano riprese ieri pomeriggio, interrotte in nottata e riavviate oggi in tarda mattinata. La prima annualità della cassa straordinaria in AdI si è conclusa ieri ed ha riguardato gli stessi numeri di forza lavoro proposti per il rinnovo, cioè 3 mila unità complessive di cui 2.500 a Taranto. 

 

“Terminato l’incontro. Sottoscritto verbale di accordo con ratei di tredicesima e gestione della cassa integrazione. Non sono previsti esuberi e il tema di Ilva in amministrazione straordinaria sarà discusso al ministero dello Sviluppo economico”, dichiarano fonti sindacali dopo la conclusione della trattativa al ministero del Lavoro per un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Protesta la Uilm, che insieme all’Usb non ha firmato l’accordo, e dichiara con Guglielmo Gambardella e Davide Sperti, rispettivamente segretari nazionale e Taranto, che “fino alla fine abbiamo provato a trattare per richiedere che non si determinassero 3000 esuberi strutturali, chiedendo tutte le condizioni di garanzia, a partire dalla salvaguardia dei 1600 lavoratori in Ilva in as e dell’indotto, senza escludere una giusta integrazione salariale all’ammortizzatore sociale. L’azienda - dice la Uilm - non ha voluto riconoscere, nell’accordo di cigs, la validità dell’accordo del 6 settembre 2018 che rappresenta l’unico atto di salvaguardia ambientale, occupazionale ed industriale dell’ex Ilva”. Per la Uilm, “l’azienda non ha voluto riconoscere la temporaneità e la transitorietà dello strumento di cigs, determinando la strutturalità degli esuberi dichiarati in procedura. Non ha presentato nessun piano industriale di rilancio e di investimenti che assicurasse una reale prospettiva di lungo periodo”. Inoltre, affermano Gambardella e Sperti, “non ha dato nessuna certezza su assetti produttivi, sulla ripartenza dell’altoforno 5 e sulla realizzazione forni elettrici e impianto DRI. Non ha assicurato che il limite produttivo dei 4 milioni di tonnellate all’anno sia limitato al solo 2023 con piena incertezza per il 2024, prefigurando, di fatto, una cigs senza fine in mancanza di un programma di risalita produttiva”. Infine, afferma la Uilm, “AdI non ha ridotto nemmeno il numero di lavoratori in cassa integrazione mantenendo inalterato quello del 2022”. 

Sull’accordo di programma per l’ex Ilva “l’amministrazione comunale e quella provinciale intendono collaborare col Governo scelto dai cittadini. Si fa politica per le persone, prima che per se stessi”. Lo ha dichiarato il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd).

   “A proposito dei grandi obiettivi della comunità - prosegue Melucci - si leggono tante cose che hanno origine a Roma, purtroppo sempre con un certo gusto verso l\'approssimazione e il disfattismo. Credo che il momento in cui legittimamente tutti i nostri parlamentari usavano linguaggio ed iniziative proprie delle scadenze elettorali si sia concluso e deve ritenersi alle spalle”.

 

“Alcuni di loro - prosegue il sindaco di Taranto - hanno avuto importantissimi ruoli di governo nel recente passato, oggi ha poca utilità continuare a rimproverare gli altri. Si dovrebbe fare sistema tra forze politiche, per portare a casa finalmente dei risultati che possono cambiare le sorti della città. A meno che, chi urla ancora non lo faccia perché al solito ha suoi propri fini, a discapito della collettività”.

   Melucci aggiunge che “c’é poi un livello di interazione intermedio, comunque molto importante, che è quello regionale. Ci aspettano mesi caldi. Non si può e non si vuole fare a meno del sistema regionale, riconoscendo su tutti i meriti illuminati del governatore. Non si può e non si vuole, ugualmente, far passare il messaggio che a Bari tutto è possibile a detrimento del capoluogo ionico, la seconda città della Puglia”.

   “Dalla imbarazzante vicenda Ager - dice il sindaco di Taranto a proposito dell’agenzia regionale dei rifiuti - alla discutibile gestione del congresso dell\'Anci Puglia, dai ritardi di misure fondamentali per la città all\'approccio del Pd regionale, tutto indica una noncuranza inaccettabile, sulla quale, con buona volontà ed apertura, debbono operare prima di tutto i nostri consiglieri regionali, liberi dall\'ansia dei prossimi mandati”. 

Aggiornato al 28 marzo, alle 16, il negoziato per la cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La decisione é stata presa nel confronto di ieri mattina, probabilmente per evitare che si arrivasse ad un accordo separato sulla cassa, come sembrava profilarsi in queste ore. La Uilm, sindacato maggioritario a Taranto, aveva già fatto capire che nom avrebbe firmato alcuna intesa. Martedì la riunione sarà in modalità call conference e martedì è anche l’ultimo giorno utile perchè la cassa integrazione straordinaria è in scadenza. Si tratta quella aperta a marzo 2022. Per quest’anno la cassa straordinaria è stata chiesta da Acciaierie d’Italia per 3.000 dipendenti del gruppo, stesso numero del 2022, di cui 2.500 a Taranto. 

Le trattative per la cassa integrazione straordinaria nel gruppo Acciaierie d’Italia (3.000 dipendenti complessivi, 2.500 a Taranto) erano arrivate ad uno snodo importante col nuovo incontro al ministero del Lavoro. Fonti sindacali non escludevano la possibilità che il negoziato potesse chiudersi anche in giornata ma con un accordo separato. In sostanza, avrebbero firmato solo alcune sigle metalmeccaniche e altre no. Tra le organizzazioni che osteggiano la cassa integrazione c’è la Uilm, primo sindacato nel siderurgico di Taranto, riconfermato tale alle elezioni per il rinnovo delle rsu di tre settimane fa, che eventualmente non firmerebbe l’intesa. La Uilm ha già dichiarato inutile l’aggiornamento a stamattina dell’incontro perché ritiene che le condizioni non possono cambiare nel giro di qualche ore. Più possibilista verso l’accordo appare la Fim Cisl, anche se questo sindacato ha affermato che le distanze con l’azienda rimangono ancora rilevanti. Nelle ultime ore è emersa al tavolo ministeriale - l’ha lanciata la Uilm - l’ipotesi di non firmare alcun accordo come è accaduto l’anno scorso per la prima annualità della cassa integrazione straordinaria in AdI, chiesta e applicata per gli stessi numeri proposti per il 2023. In sostanza, siccome per Taranto, da fine marzo, la cassa straordinaria sarebbe per ora sino a fine giugno perchè l’ex Ilva di Taranto ha ancora 12 settimane da esaurire del cosiddetto contatore del quinquennio mobile degli ammortizzatori sociali, e dopo giugno dovrà aprirsi una nuova procedura, la proposta Uilm è quella di chiudere adesso col mancato accordo per rivedere poi tutta la partita a giugno prossimo. La nuova cassa per 3.000 addetti, quindi, partirebbe egualmente anche col mancato accordo, ma i successivi tre mesi, dice la Uilm, con l’aiuto del Governo dovrebbero servire a fare chiarezza su piano industriale, investimenti e prospettive dell’azienda. Questo, si afferma, per agganciare la cassa ad un quadro molto diverso dall’attuale. Altre organizzazioni non hanno  peró condiviso quest’impostazione perchè, secondo loro, l’eventuale possibilità di riaprire la discussione a giugno, puntando ad un’intesa migliore, sarebbe valsa solo per Taranto in quanto gli altri siti di Acciaierie d’Italia non sono nella stessa condizione del sito pugliese, cioè non hanno settimane pregresse di cassa da smaltire prima di accedere alle nuove. E quindi il mancato accordo avrebbe penalizzato i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Milano ed altri siti per un altro anno intero. “Ma abbiamo chiesto al ministero del Lavoro di supportarci verso l’azienda affinchè un’eventuale ripresa del negoziato a giugno possa avere effetti anche sugli altri stabilimenti del gruppo AdI”, spiegano ad AGI fonti Uilm. 

Supera gli 1,8 milioni di euro il valore complessivo degli accordi attuativi siglati per il triennio 2020/2022 tra Comune di Taranto e una serie di grandi gruppi industriali, in esecuzione del protocollo d’intesa per la cooperazione economica e sociale sul progetto Tempa Rossa.     Si tratta di due diverse intese che consentiranno di destinare somme importanti ad alcuni progetti che l’amministrazione comunale di Taranto sta realizzando. In particolare alla riqualificazione delle aree e degli edifici presenti nel compendio degli ex \\\'Baraccamenti Cattolica\\\', che presto saranno restituiti alla comunità come \\\'Bac-Parco delle arti e della musica\\\'.

    Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci parla  di “importanti realtà economiche” che hanno deciso “di accompagnare dinamicamente il nostro percorso di transizione utilizzando questi accordi come una moderna leva di sviluppo, che non si limitasse a definire banalmente un trasferimento di risorse”.

    “Nonostante il ritardo causato dalla caduta anticipata della giunta che ci ha costretto a far ripartire la negoziazione\\\", dichiara Melucci riferendosi al periodo di vacatio dell’amministrazione da novembre 2021 a giugno 2022, \\\"abbiamo chiuso questa fase e siamo già al lavoro per il prossimo triennio. Crediamo di esser riusciti a invertire una tendenza e a inaugurare una modalità tutta nuova di consolidare le relazioni con chi investe nel territorio”.

    Le somme in questione andranno per 500 mila euro agli allestimenti delle strutture del Bac, dove sorgeranno un teatro, laboratori, un distretto dell’innovazione e una piazza multimediale, allo stesso scopo assegnati ulteriori 970 mila euro, alle aree verdi di Taranto 300 mila euro e infine 40 mila euro a Faros, l’acceleratore di startup che opera all’interno delle aree portuali. 

Il Distretto tecnologico aerospaziale di Puglia, il Politecnico di Bari e le Università di Bari e del Salento hanno dato il via, con un finanziamento di 11 milioni di euro, ai lavori per realizzare 6 nuovi laboratori e un data center nell’aeroporto di Grottaglie (Taranto). Grottaglie Airport Test Bed: questo il nome dell’infrastruttura, in sigla GATB. Essa contribuirà a sviluppare conoscenze, infrastrutture di ricerca, tecnologie e sperimentazioni per sistemi aeromobili senza pilota a bordo, nonchè per soluzioni e servizi per la gestione del traffico di droni e servizi aerei innovativi, con applicazioni nell’ambito del monitoraggio ambientale e territoriale e della logistica. “Le molteplici funzioni offerte dal GATB - viene spiegato - permetteranno a operatori di ricerca nazionali, europei ed imprese di trovare in Puglia le condizioni ideali per realizzare ricerca, sviluppo e sperimentazione di prodotti e servizi in uno scenario operativo reale”.

   Il GATB è una infrastruttura di ricerca già introdotta nel piano PNIR 2014-2020 e inserita anche nel piano 2021-2027 con opere di potenziamento. L’infrastruttura è stata  finanziata con 11 milioni di euro, a seguito di gara, dalla Regione Puglia. Sarà completata entro il 2024. ll GATB abiliterà la ricerca anche in specifici ambiti tecnologici: servizi e dati spaziali a supporto di operazioni con droni, intelligenza artificiale, cybersecurity, propulsione innovativa (ibrida, fuelcell), sensori innovativi per applicazioni aviotrasportate. Il GATB, in linea con la EU Drone Strategy 2.0 lanciata dalla Commissione Europea nel 2022, sarà uno dei principali nodi europei attraverso cui il Distretto pugliese intende accompagnare, favorire e supportare il sistema della ricerca aerospaziale pugliese, italiano ed europeo, sia pubblico che privato, che opera nell’ampio settore dei droni. Il presidente del Distretto tecnologico e aeospaziale Giuseppe Acierno ha dichiarato che “siamo dinanzi a una nuova tappa di un percorso iniziato quasi dieci anni fa, come spesso accade in questo settore in cui si pianifica e progetta per il lungo periodo, che ci porta a progettare e realizzare la prima infrastruttura di ricerca nazionale dedicata al test ed alla sperimentazione di droni”. 

 Oggi alle 12 ha preso avvio al ministero del Lavoro la trattativa sul rinnovo della cassa integrazione straordinaria per un altro anno per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia di cui 2.500 a Taranto. La cassa è cominciata a fine marzo del 2022 e scade a fine mese. Prima dell’attuale cassa straordinaria, vi é stata continuativamente da luglio 2019 cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione Covid con numeri diversi in base alle esigenze aziendali. La richiesta di proroga della straordinaria é stata inviata dall’azienda a fine febbraio. La convocazione odierna, firmata dal direttore generale Romolo de Camillis, ha visto tutte le parti presenti da remoto. Oltre ai sindacati, convocate anche le Regioni che sono sedi di impianti di Acciaierie d’Italia: Puglia, Liguria, Piemonte e Lombardia.

 

“Noi partiamo dall’anno scorso - dichiara Davide Sperti, segretario Uilm -, ovvero é stata rispettata quella procedura? Per noi no. Un anno fa AdI accompagnò la richiesta di cassa straordinaria con un piano di investimenti ed una produzione di 6 milioni di tonnellate. L’uno e l’altra non ci sono stati. Quest’anno, invece, la cassa con gli stessi numeri viene chiesta per 4 milioni, 2 in meno. Ma così la fabbrica come si mantiene?” “I numeri di cassa sono eccessivi - osserva Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl -. E non si può pensare di tenere ancora le persone così, per altri 12 mesi, senza rilancio degli impianti, della produzione, e condizioni di miglior tutela”. “La prima cosa che attendiamo dal ministero del Lavoro è una risposta sulle nostre denunce, sinora inascoltate, e sull’esito delle ispezioni ministeriali compiute in fabbrica - afferma Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil -. La cassa del 2022 era stata motivata dall’azienda con gli investimenti e la riorganizzazione, ma questo in larga parte non c’è stato. Siccome l’autorizzazione alla cassa l’ha data il ministero, partiamo da qui, dalle cose che AdI non ha fatto”. Da parte di Acciaierie d’Italia si motiva la proroga del provvedimento di cassa con i nuovi investimenti, il completamento delle prescrizioni ambientali Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e il rifacimento dell’altoforno 5 a Taranto. Oltre agli investimenti e ai vincoli derivanti dal piano ambientale, AdI fa infine presente che nel periodo richiesto per la proroga dell’ammortizzatore sociale, i volumi di produzione di acciaio saranno “pari a circa 4.000.000 di tonnellate”, reputati dall’azienda “non sufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall’attuale struttura di costi”.

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