Economia, Lavoro & Industria (1912)
L'ALLARME - La protesta degli autoriparatori: "Con il ddl sulla concorrenza, il mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni"
Scritto da«Altro che colpire le lobby: il ddl concorrenza consegna l’intero mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni, favorendo il rafforzamento di posizioni di cartello, peraltro già esistenti». I carrozzieri aderenti a Confartigianato Imprese Puglia lanciano l’allarme ed assieme ai colleghi delle altre regioni invocano a gran voce la modifica del disegno di legge sulla concorrenza, presentato la scorsa settimana dal Governo ed attualmente all’esame della commissione Industria del Senato.
«Non è il primo tentativo: la stessa, identica disposizione era stata stralciata dal decreto Destinazione Italia del 2014 grazie ad una tumultuosa mobilitazione della categoria ed ora viene per l’ennesima volta ripresentata nonostante la proposta di legge organica che Confartigianato, insieme ad altre associazioni di categoria, ha presentato in materia di RC auto e che è stata recepita in proposte di legge parlamentari. Sull’argomento – precisano i carrozzieri – abbiamo già provveduto a richiamare l’attenzione del Consiglio regionale e dei parlamentari eletti nei collegi della Puglia».
Il ddl prevede l’applicazione obbligatoria di sconti sui premi nel caso in cui l’assicurato accetti, all’atto della stipulazione della polizza, di riparare il veicolo incidentato presso un’officina convenzionata. Difficile per l’assicurato rifiutare, considerato che in Italia, nel corso dell’ultimo decennio (marzo 2004 – marzo 2014), i prezzi relativi alle polizze assicurative sui mezzi di trasporto sono aumentati del 27,9% (segnando un incremento più che doppio rispetto al 13,6% dell’Eurozona). Uniche beneficiarie dell’operazione, secondo Confatigianato Puglia, sono le assicurazioni, che potranno indirizzare i flussi di clientela presso i carrozzieri secondo le proprie convenienze, impedendo all’automobilista di scegliere a quale officina affidarsi, costringendolo ad accettare i propri tempi, modi e qualità delle riparazioni ed imponendo alle imprese i propri prezzi. «Le Assicurazioni diventerebbero le reali proprietarie delle nostre officine, gestendo la totalità del mercato ed avendo potere di vita e di morte dato che potranno decidere come, quanto e, soprattutto, se farci lavorare».
Secondo i carrozzieri e Confartigianato, l’automobilista non solo perderà il diritto al risarcimento in denaro del danno ma, in caso di cessione del credito presso una carrozzeria indipendente, dovrà anticipare le spese ed attendere i tempi lunghi del risarcimento. A rischio, insomma, è la sopravvivenza stessa delle imprese dell’autoriparazione. Solo in Puglia ce ne sono 6.652, di cui ben 2.139 (con circa 5mila dipendenti) sono carrozzerie, i cui fatturati derivano quasi interamente dalle conseguenze dei sinistri. Proprio in Puglia le associazioni dei carrozzieri aderenti a Confartigianato e CNA hanno fatto rilevanti passi in avanti in favore della tutela del consumatore e della coerenza dei prezzi approvando lo scorso marzo una tariffa unitaria per la manodopera tra le più avanzate in Italia, che consente di determinare il costo delle prestazioni in totale trasparenza attraverso un metodo di calcolo che tiene conto di dettagliati parametri legati al rispetto delle norme vigenti ed alla qualità dei servizi offerti.
«Sono questi – concludono i carrozzieri – gli atti concreti che, assieme alle proposte di legge presentate e già condivise a livello nazionale da molti parlamentari, consentono realmente di migliorare concorrenza e sicurezza nel settore dell’autoriparazione, producendo altresì un consistente e stabile calo dei premi assicurativi». Nelle prossime settimane, in accordo con le categorie nazionali dell’autoriparazione, non si escludono nuove iniziative di protesta.
ILVA - La Fiom sottoscrive la "solidarietà" ma chiede più certezze su Aia e "newco"
Scritto daLa Fiom Cgil, nella giornata di ieri, ha sottoscritto il verbale di rinnovo e modifica del contratto di solidarietà al fine di assicurare la copertura ai lavoratori dipendenti dello stabilimento di Taranto che verranno sospesi nel corso del 2015 dall'attività lavorativa, con sacrificio del proprio reddito. La Fiom ritiene che la consultazione svoltasi richiede, in tempi ravvicinati, "un supplemento di discussione" al fine" di rimodulare gli assetti di marcia degli impianti a fattori sui quali non si è potuto svolgere l'approfondimento necessario, quali un esame di dettaglio del portafoglio ordini a tutt'oggi non sottoposto alla conoscenza delle organizzazioni sindacali. E' inoltre urgente disporre la conoscenza esatta della cronologia del lavori Aia di cui si disporrà solo a valle della conversione definitiva del decreto per Taranto e per l'Ilva".
Secondo la Fiom, infatti, la sospensione dei lavoratori, e la loro collocazione in contratto di solidarietà, "ricade in un contesto radicalmente mutato rispetto a quello dei due anni precedenti. Le previsioni del decreto all'esame del Parlamento - fa presente il sindacato dei metalmeccanici - scommettono sulla nascita della newco che allude alla nuova Ilva e vero giro di boa, ma di cui al momento non vi è certezza nei tempi di costituzione e sugli assetti societari nonché sulla sua dotazione finanziaria".
Non solo, perchè alla Fiom fanno notare come sia ancora da definire "la dotazione finanziaria a sostegno dello stabilimento in questa fase, fondamentale per la marcia pur ridotta degli impianti, oltre che a garantire l'ordinaria manutenzione e la messa sicurezza degli impianti medesimi. I predetti fattori avranno diretto riflesso sulle sospensioni dei lavoratori dall'attività lavorativa. Per queste ragioni, nel sottoscrivere il verbale, - conclude la Fiom - consideriamo non più rinviabile l'attivazione del confronto con i commissari straordinari preposti all'Ilva in amministrazione straordinaria nonché del tavolo interministeriale con il coinvolgimento del Mise, del ministero per l'Ambiente, del ministero per il Lavoro".
BANCA D'ITALIA/Protestano i Sindacati contro l'ipotesi di chiusura di 22 Filiali in tutta Italia.
Scritto da Giornalista1
Anche Taranto fra le città penalizzate? Giriamo la domanda al RAPPRESENTANTE PRESSO LA FILIALE DELLA BANCA D’ITALIA DI TARANTO della Falbi/Confsal SIG. PIETRO LAZZARO.
NO ALL'ARRETRAMENTO DELLA PRESENZA DELLA BANCA
D'ITALIA SUL TERRITORIO.
I SINDACATI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE.
Fisac/CGIL, Fiba/CISL, Uilca/UIL e FALBI/CONFSAL esprimono un giudizio fortemente
critico sulla incomprensibile volontà della Banca d'Italia di procedere al depotenziamento della rete
delle Filiali seguendo le linee già prospettate nel corso dei precedenti incontri.
II vertice della Banca d'Italia ha deciso di smantellare la rete territoriale, determinando un
irreparahile danno per il Paese, per l'Istituzione e per le lavoratrici e i lavoratori.
L'incontro di oggi ha fatto registrare un ulteriore allargamento delle distanze tra le parti,
confermando l'assoluta assenza di volontà del vertice della Banca d'Italia a confrontarsi con le
proposte formulate dal Sindacato.
Sul territorio la Banca doltalia è riferimento fondamentale per il funzionamento del sistema
economico e insieme un irrinunciabile presidio contro la criminalità e I'illegalità!
Fisac/CGIL, Fiba/CISL, Uilca/UIL e FALBVCONFSAL non intendono rassegnarsi al
ridimensionamento del ruolo pubblico della Banca d'Italia e non consentiranno che i soliti
tecnocrati determinino l'arretramento di una Istituzione da sempre autonoma e di garanzia per tutti i
cittadini
Occorre uno sforzo capace di coniugare la necessità di adeguamento al mutato contesto esterno con
il fondamentale ruolo dell'Istituto come erogatore di servizi al cittadino E cio può awenire
esclusivamente a condizione che sia preservata una presenz a radicata e difflrsa sul territorio.
Fisac/CGIL, Fibn/CISL, Uilca/UIL e FALBACONFSAL awìeranno nei prossimi giorni un
articoluto e prolungato percorso di mobilitarione delle lavoratrtci e dei lavoratori in tutta ltalia,
anche con iniziative intese a sensibilirzure I'opinione pubblica e le Istituzioni sul gruve e
irreparabile danno che dìscenderebbe du un awetramento della Banca d'Italia sul territorio.
ILVA/Sottoscritto unitariamente l'accordo per il contratto di solidarietà nello stabilimento di Taranto
Scritto da Giornalista1
ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria informa che, nella giornata di oggi, è stato firmato l'accordo che prolunga il Contratto di Solidarietà - in scadenza - per ulteriori 12 mesi, a partire dal 3 marzo 2015. L'accordo, sottoscritto unitariamente da tutte le sigle sindacali rappresentate nello stabilimento di Taranto (FIM, FIOM, UILM, FLMU, USB), prevede il ricorso al Contratto di Solidarietà per un numero massimo di 4074 unità del personale del sito produttivo ionico, consentendo di gestire efficientemente la fase transitoria di manutenzione di AFO5 (prevista dall’AIA), e la conseguente piena ripresa dei livelli produttivi.
LAVORO - "Salviamo l'Alenia", la Fiom-Cgil di Taranto si mobilita
Scritto daIl volantino della Fiom_Cgil recita “Salva l’Alenia” e fa da apri pista all’assemblea con conferenza stampa che si terrà domani, mercoledì 25 febbraio, dalle 10.30 alle 11.30 davanti all’ingresso principale dello stabilimento aeronautico di Grottaglie.
"Dobbiamo salvare il patrimonio umano e industriale di quello stabilimento – dicono dalla Fiom di Taranto – proprio nel momento in cui si sta consumando l’ennesimo scippo al territorio, perché le esternalizzazioni selvagge stanno uccidendo il lavoro generando schiere di lavoratori ricattati e precari".
Per questa ragione al presidio, con conferenza stampa, sarà presente anche il Nidil-Cgil a rappresentare, con la categoria delle nuove identità lavorative, l’esercito di somministrati presenti proprio nell’azienda del gruppo Finmeccanica. L’assemblea in Alenia proverà a fare il punto della situazione su alcuni punti cardine: la sospensione dei processi di cessione di lavorazioni, la definizione di un piano industriale e del relativo bacino occupazionale con clausola sociale per i dipendenti Alenia e dell’indotto, il reintegro del perimetro Alenia dei 38 lavoratori qualificati licenziati a dicembre e la stabilizzazione dei precari.
All’assemblea e alla conferenza stampa parteciperanno Lucia Lapenna, segretaria Nidil-Cgil Taranto, Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom di Taranto, Roberto Clemente, rsu Fiom Alenia Aermacchi, e Alessandro Pagano, coordinatore nazionale della Fiom per gruppo Finmeccanica.
LAVORO - "Responsabile della pianificazione e valorizzazione delle attività agroturistiche", un seminario di Ciofs e Formare Puglia
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Nell’ambito dei corsi di “Responsabile della pianificazione e valorizzazione dell’attività agrituristica” organizzati e gestiti da Ciofs Puglia e Formare Puglia, finanziati dalla Provincia di Taranto attraverso l’Avviso TA/02/2014 Azione 1, i due enti formativi hanno organizzato un seminario rivolto alle corsiste delle due azioni formative, alle imprese del settore dell’agriturismo ed a tutti coloro che sono interessati alla crescita del comparto.
L’iniziativa, prevista per venerdì 27 Febbraio 2015 dalle ore 9,00 alle ore 13.00 presso la ex sala Giunta della Provincia di Taranto, in via Anfiteatro 4, si soffermerà sul tema “L’agriturismo, settore in crescita: le opportunità occupazionali e imprenditoriali e le nuove risorse della programmazione 2014-2020” e prevede, dopo l’introduzione ed un breve saluto di suor Carmela Rocca e Luisa Campatelli, in rappresentanza di Ciofs Puglia e Formare Puglia, il seguente programma: Il ruolo della Provincia, con interventi di Martino Tamburrano, presidente Provincia di Taranto, e Roberto Carucci, dirigente settore Formazione Provincia di Taranto; Il ruolo dei Gal, con interventi dei rappresentanti di Colline joniche, Terre del primitivo, Luoghi del mito e Valle d’Itria; Il ruolo delle associazioni di categoria, con interventi di rappresentanti di Turismo verde Puglia Cia, Agriturist Puglia Confagricoltura e Terra nostra Puglia Coldiretti. Sul tema “Il ruolo della Regione Puglia relazionerà Fbarizio Nardoni, assessore Risorse agricole della Regione Puglia, che concluderà i lavori. La partecipazione è aperta a tutti.
Per info contattare Ciofs Puglia – tel: +39 099 7390917 - fax: +39 099 7325624 - mail: ciofstadir@
PORTO - Cgil, Cisl e Uil chiedono la proroga dalla cigs per i lavoratori di Tct
Scritto daLe segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive federazioni di categoria Filt Cgil, Fit Cisle Uiltrasporti Uil, considerano nodale e strategico il confronto istituzionale e sociale in atto sui destini presenti e futuri della portualità ionica. E ritengono non più differibile la verifica, prevista entro metà marzo prossimo e preannunciata dal Governo d’intesa con l’Autorità portuale, della volontà di Taranto container terminal (Tct), Evergreen e Hutchinson di confermare, inequivocabilmente, tanto gli accordi già sottoscritti quanto il proseguimento della loro presenza produttiva nel porto di Taranto, "considerata - sottolineano - altresì l'urgenza della ripresa dei traffici il cui blocco ne sta collassando l'intero asset produttivo".
Sindacati e territorio, infatti, si aspettano che la Tct "continui a concorrere alla infrastrutturazione del porto, alla promozione dei traffici nazionali e trans nazionali, nonché all’immediato ripristino del livello dei traffici commerciali per la piena operatività del terminal, in ciò includendo l’indotto. L’incontro tenuto, nei giorni scorsi, a Roma tra il sottosegretario Graziano Delrio e il presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, - ricordano Cgil, Cisl e Uil - oltre a fare il punto sulle condizioni del rilancio commerciale dell’infrastruttura più volte definita dallo stesso Governo strategica per l’economia nazionale, ha opportunamente rilanciato anche il tema dell’emergenza occupazionale che coinvolge 550 lavoratori portuali diretti, per i quali la c.i.g.s. (per ristrutturazione aziendale) scade il prossimo 28 maggio e circa 100 dell’indotto che, però, non sono coperti da ammortizzatori sociali".
Al riguardo le organizzazioni sindacali, auspicando la piena ripresa in tempi brevi delle attività lavorative e la garanzia della salvaguardia dei livelli occupazionali, chiedono "la proroga del trattamento di c.i.g.s. per i dipendenti della Tct, nonché il rispetto della clausola sociale sottoscritta il 28 gennaio u.s.per la tutela occupazionale dei lavoratori dell’appalto".
Cgil Cisl Uil, insieme con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Uil si sono già attivate per essere convocate dal prefetto, presente anche il presidente dell’Autorità portuale, al fine "di proseguire il dialogo sociale da tempo avviato sulle questioni esposte, anche tenendo conto dell’imminente avvio di lavori presso il molo polisettoriale il cui complesso periodo di transizione dovrà essere gestito nel rispetto degli accordi sottoscritti e dei tempi stabiliti".
ILVA - Mazzarano: "Con il decreto c'è certezza delle risorse per l'ambientalizzazione dello stabilimento". E sul jobs act, "pietra miliare del governo Renzi"
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INDOTTO ILVA - La Cgil avvia una campagna di sottoscrizione della Legge di iniziativa popolare dedicata agli appalti
Scritto daNon ci sono ovviamente i 3000 lavoratori dell’appalto Ilva ma, nell’assemblea al Centro polivalente dei Tamburi, convocata dalla Cgil insieme alle categorie Filcams, Filctem, Fillea e Fiom, ci sono soprattutto i lavoratori che in questi difficili giorni tarantini hanno costruito insieme al sindacato la piattaforma rivendicativa che in parte si ritrova nel decreto Ilva passato giovedì al Senato.
"Noi siamo andati oltre la protesta delle imprese o la rivendicazione dei crediti pregressi – dice il segretario generale della Cgil, Giuseppe Massafra – perché il nostro intento era quello di conquistare una prospettiva, un vero strumento di salvaguardia per questi lavoratori2.
Il riferimento di Massafra è alla clausola sociale inserita nel decreto che conferisce facoltà al commissario di individuare un bacino di lavoratori a cui fare riferimento per i lavori di ambientalizzazione e proseguimento produttivo. "In questo clima di vuoto e incertezza, con un piano industriale pressoché inesistente foe le notizie che provengono da dentro l’Ilva, comprese quelle relative allo spegnimento anticipato dell’AFO 5 – dice Massafra – i bacini occupazionali sono l’unica vera forma di difesa del sistema produttivo territoriale".
Bacino occupazionale ma non solo. "L’Ilva non si salva a colpi di decreto – dice nell’assemblea Massafra – perché questa realtà si può garantire sono se si compiono scelte coraggiose che puntino sulla trasformazione di un modello di sviluppo tutto basato su qualità e innovazione e dunque affrontando il tema degli appalti, affidando a questi criteri la selezione delle imprese o non facendo riferimento esclusivamente a quale registro delle imprese sono iscritte".
Temi che per Massafra vanno accolti come parte integrante delle politiche governative sul futuro industriale del paese e di Taranto in particolare. Qualità e innovazione che per la Cgil significano anche legalità, rispetto dei contratti e delle condizioni di sicurezza. "Non a caso il maggior numero di infortuni si consuma da sempre nel sistema degli appalti", dice Massafra, anticipando gli interventi di alcuni lavoratori.
"Noi dentro l’Ilva siamo quelli che fanno lavori più sporchi e difficili – conferma Gregorio Gennarini, operaio della Stil Service – e siamo quelli che rischiano di rimanere fuori perché è più facile fare accordi al ribasso con aziende caso mai non sindacalizzate che non si fanno scrupoli in tema di sicurezza o salute sul lavoro". Seguono le testimonianze dei lavoratori metalmeccanici, edili e del settore dell’energia e del servizi, e tutti sembrano rivendicare forme di tutela e garanzia. Un impegno che la Cgil ha assunto ormai da alcuni mesi facendosi promotrice di una proposta di legge di iniziativa popolare proprio sul sistema degli appalti.
"I lavoratori degli appalti che anche questa sera sono qui sono stati utilizzati come strumenti di pressione per ottenere rinnovi di appalto e per garantire più che il lavoro l’impresa – dice Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia – E in tutta Italia, così come a Taranto, gli appalti negli anni sono stati l’ultima frontiera del lavoro povero, utilizzati come strumento per destrutturare il lavoro e per abbattere il costo della manodopera e le annesse forme di tutela e garanzia non solo dei contratti, ma anche della salute e della sicurezza. Ecco perché ripartire da una proposta di legge come la nostra significa rimettere al centro il lavoro o garantire ad esempio ai lavoratori dell’appalto Ilva, nonostante il Jobs Act, di conservare grazie all’introduzione di clausole sociali, diritti e tutele acquisite in duri anni di lavoro".
INDOTTO ILVA - Per Trasportounito, insoddisfacente l'incontro con il ministro Lupi
Scritto daDelusione. E’ il sentimento che Trasportounito esprime relativamente all’esito dell’incontro tra il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, e le associazioni dell’autotrasporto presenti, che hanno espresso grande soddisfazione al termine del vertice. Come è noto, Trasportounito ha declinato, nei giorni antecedenti, l’invito al tavolo, ritenendo il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ed il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, gli unici interlocutori in grado di fornire risposte urgenti e concrete alle sacrosante richieste portate dagli autotrasportatori, ormai in agonia.
"Le proposte portate al tavolo, e che hanno raccolto la soddisfazione di alcuni, - spiega Biagio Provenzale, segretario provinciale di Trasportounito - sono per noi insoddisfacenti. Concessione, per un periodo di 3 mesi, di un acconto pari all’80% delle commesse eseguite a far data dal 21 gennaio 2015; concessione, per i periodi successivi di un acconto pari al 60% delle commesse e del residuo 40% a 30 giorni data fattura; sospensione delle azioni esecutive e cautelari, dei pagamenti delle cartelle esattoriali e delle imposte sino a data del 15 settembre (di fatto, un autofinanziamento delle imprese che hanno l’obbligo, però, di versare ingenti somme di denaro in un’unica soluzione, entro il 20 dicembre 2015); stanziamento del fondo di garanzia che assiste l’ulteriore indebitamento degli autotrasportatori (che invece vantano crediti verso lo Stato); 5. prededucibilità dei crediti vantati dalle imprese (da chiarirsi quando e come). Nei fatti, - spiega Provenzale - si esce da quel tavolo senza garanzie concrete in merito al pagamento dei crediti pregressi, delegittimando le reali motivazioni che avevano determinato i presidi permanenti allo stabilimento dal lontano 20 gennaio 2015. In totale disaccordo con quanto diffuso ieri da alcuni rappresentanti sindacali, riteniamo - conclude Provenzale - che questi punti, laddove approvati con il benestare di qualche soggetto lontano dai veri interessi dell’autotrasporto, impongano agli operatori del trasporto di riflettere seriamente sulle sorti delle loro imprese".