Economia, Lavoro & Industria (1908)
PUGLIA - Diminuiscono le ore di cassa integrazione nel mese di ottobre. La Uil: "È un dato positivo solo in teoria"
Scritto daDiminuiscono in Puglia, ad ottobre, le ore di cassa integrazione (-24.4%) rispetto al precedente dato di settembre 2015.
In termini assoluti, in Puglia con 10.657 lavoratori coinvolti, le ore di cassa integrazione nel mese di ottobre per interventi ordinari, straordinari e in deroga sono state complessivamente 1.8 milioni a fronte di circa 4 milioni di ore dello stesso mese del 2014.
Nel merito, le ore di cassa integrazione ordinaria (cigo) autorizzate in Puglia, ad ottobre 2015, registrano una crescita del 31.1% su settembre 2015 e una flessione dell’8.9% rispetto ad un anno fa. Rialzo, invece, dell’8.7% della cigo su ottobre 2008.
Relativamente alla cassa integrazione straordinaria (cigs), si segna un -52.2% sul precedente dato di settembre e -75.2% su ottobre 2014. A preoccupare è la comparazione con ottobre 2008: +196.8%.
Gli interventi in deroga (cigd), stante il ridimensionamento dello strumento (limitazione a 5 mesi del periodo fruibile nel 2015), registrano un calo del 50.4% rispetto a settembre 2015 e del 64.4% su ottobre dello scorso anno. Invece è del 7.6% la crescita su ottobre 2008.
“Con questi dati, teoricamente, l’approccio sarebbe positivo – commenta Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e Bari BAT – ma finché tutti gli indicatori sulla occupazione non andranno ad allinearsi, non si potrà parlare di stabile e sana ripresa economica. Ne è una prova l’ultimo rapporto Istat – continua Aldo Pugliese - che evidenzia un arretramento di lavoratori occupati (0,2% su scala nazionale) e che, pertanto, solo con efficaci politiche per lo sviluppo si potrà concretizzare l’auspicata crescita del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Il segno meno alla voce cassa integrazione è una logica conseguenza della moria di imprese sul territorio, in particolare delle piccole aziende, quelle che per intenderci chiudono senza fare scalpore e, in molti casi, senza alcun diritto, per i lavoratori, alla cassa integrazione. Inoltre, va sottolineato il costante aumento del lavoro nero, in particolare in settori trainanti per la nostra economia, come l’agricoltura. Lavoro nero che non solo rappresenta un ingente danno economico per l’intero sistema previdenziale e occupazionale, ma anche un fenomeno che dà vita a condizioni lavorative inumane e illegali”.
INDOTTO ILVA - Torna il Fondo di garanzia ma non soddisfa Confindustria Taranto
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Passa l’emendamento alla legge di Stabilità sul Fondo di Garanzia per le imprese dell’indotto Ilva ma si tratta di una misura che, “pur testimoniando nuovamente l’attenzione del Governo, non va ancora nella direzione auspicata”. È un giudizio negativo quello che Confindustria Taranto dà dell’emendamento approvato perché, dopo aver analizzato i contenuti del provvedimento, ravvisa nello stesso la mancanza di quei requisiti di semplificazione “che avrebbero dovuto consentire un accesso pressoché automatico delle aziende, fatte ovviamente le necessarie verifiche sui loro requisiti, al fondo di garanzia, in altre parole l’allargamento di quelle “maglie” che da tempo veniva portato avanti come condizione sine qua non.
Non si ravvisa inoltre la certezza né della concreta attuazione del provvedimento né dei tempi di emanazione dello stesso. Della misura, lo ricordiamo, (introdotta dalla legge 20 di marzo 2015) - sottolinea Confindustria - le aziende fornitrici dell’Ilva non avevano potuto usufruire a causa delle condizioni eccessivamente restrittive della stessa, che impedivano concretamente l’accesso al fondo. Tale semplificazione, che nei mesi scorsi era stata più volte caldeggiata proprio da Confindustria, di fatto non è stata introdotta, lasciando tuttavia ancora dei margini di manovra per una necessaria rivisitazione e modifica nel senso auspicato”.
Confindustria tornerà infatti ad avanzare gli opportuni suggerimenti affinché la misura possa arrivare alla Camera modificata nei criteri di semplificazione di accesso al Fondo di Garanzia.
“L’auspicio ulteriore - sopiega Confindustria - è che oltre questa misura, opportunamente rimodulata, possano intervenire altri provvedimenti a sostegno della platea dei creditori dell’indotto”.
In particolare, fanno presente gli industriali tarantini, al fine di fornire alle imprese ulteriore “ossigeno” che consenta loro di andare avanti, si riconferma la necessità “di dare concreta attuazione a provvedimenti che possano prevedere delle forme di anticipazione (fino al 30%) sui crediti pregressi”, richiesta già formulata da Confindustria al giudice delegato.
Altra misura auspicabile, su cui sono però ancora in corso appositi approfondimenti, è la possibilità da parte delle aziende, in regime di procedura concorsuale, “di recuperare l’IVA versata all’Erario relativa ai crediti non incassati. Una possibilità che la Legge di stabilità ha accolto prevedendone l’applicazione, però, solo a partire dal 1° gennaio 2017”.
La questione, insomma, è, a tutti gli effetti, ancora lontana dal dirsi risolta.
“Va tuttavia, come dicevamo, sottolineato ancora una volta l’interesse dimostrato dal governo nei confronti di queste aziende. Un interesse che - conclude Confindustria - riconosce inoltre il loro ruolo strategico, in quanto, pur in assenza di introiti, hanno continuato a garantire servizi e forniture al centro siderurgico, prima e dopo l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’Ilva, maturando crediti pregressi pari a 150 milioni di euro riferiti solo all’area di Taranto e provincia”.
TARANTO/ Riqualificazione banchina molo polisettoriale: appalto da 7 milioni di euro a Consorzio di Genova
Scritto da Giornalista1
Come si legge nella nota stampa che di seguitopubblichiamo, , l’Autorità Portuale, il 16 novembre scorso. ha stipulato il contratto d’appalto, con il CONSORZIO 4IT CONSTRUCTIONS, con sede in Genova, ed ha proceduto, tramite il Direttore dei Lavori, alla consegna dei lavori di “Riqualificazione della banchina e dei piazzali in radice del Molo Polisettoriale – Adeguamento area terminal rinfuse”.
Il Consorzio ha offerto un prezzo per l’esecuzione dell’appalto pari ad € 7.035.486,58 (€ 6.765.370,28 offerti per lavori ed € 270.116,30 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso).
L’esecuzione delle opere è prevista in circa 10 mesi dalla data di consegna.
I lavori ricadono tra le attività individuate dall’Autorità Portuale di Taranto per rilanciare lo scalo pugliese e fronteggiare la concorrenza degli altri porti del Mediterraneo.
L’area oggetto di riqualificazione ha una estensione di circa 60.000 m² ed occupa una parte di radice del Molo Polisettoriale e l’attuale banchina di riva.
Gli obiettivi dell’intervento consistono nel ripristino della funzionalità delle strutture di banchina che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria, nella riqualificazione delle aree a terra, nonché nell’adeguamento degli impianti elettrico e di drenaggio delle acque meteoriche alla normativa vigente.
L’adeguamento renderà le banchine e i retrostanti piazzali fruibili per le funzioni previste, tra l’altro, nel nuovo PRP.
Il Commissario Straordinario, Prof. Avv. Sergio Prete, sull’intervento, dichiara che: “Con l'avvio di questo ulteriore cantiere si allinea temporalmente il completamento dell'intera banchina del Molo Polisettoriale (2050 metri) e dei piazzali retrostanti. Ciò consentirà la possibilità di una migliore e diversificata utilizzazione delle infrastrutture direttamente collegate alle reti stradali e ferroviarie e dotate di ampi spazi retroportuali.
INCUBATORE DI IMPRESE/ Vince l’edizione 2015 di Mimprendo l’azienda tarantina Asepa Energy di Sergio Strazzella
Scritto da Giornalista1Vince l’edizione 2015 di Mimprendo l’azienda tarantina Asepa Energy di Sergio Strazzella, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Taranto. Ieri la premiazione a Padova. L’idea vincente, un “fertirrigatore” che sfrutta l’energia solare fotovaoltaica. Assegnato il premio di diecimila euro al team di studenti che si sono cimentati nella messa a punto del progetto
Fra i 29 progetti finalisti di Mimprendo 2015, l’incubatore di imprenditorialità che vede “al lavoro” gomito a gomito aziende e studenti, è risultata quella dell’azienda tarantina Asepa Energy l’idea vincente e quindi maggiormente innovativa: la giuria tecnica ha assegnato infatti il premio Mimprendo Italia Iccrea BancaImpresa 2015 di 10mila euro al progetto SolarFertigation, il fertirrigatore a energia solare fotovoltaica controllato da un software sviluppato dal team compostoda Lucia Alemanno, Marco Apollonio e Sarah Quarta, studenti dell’Università del Salento (età 24-26 anni)sulla base dell’idea proposta dall’azienda tarantina Asepa Energy di Sergio Strazzella, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Taranto.
A Padova, presente anche il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay, la competizione, che viaggia su proposte dal contenuto fortemente innovativo e tecnologicamente all’avanguardia, è stata molto sentita perché le varie proposte presentavano aspetti di grande interesse. Alla fine l’ha spuntata l’idea della “Asepa Energy” con “Solar Fertigation”, un’apparecchiatura che, alimentata con energia solare-fotovoltaica, permette la contemporanea fertilizzazione ed irrigazione dei terreni agricoli, graduando in maniera automatica, tramite un apposito software, la quantità di fertilizzante e di acqua necessari in base alle condizioni climatiche ed al tipo di coltura. Il sistema è stato sviluppato dai tre studenti su proposta dell’azienda di Strazzella, che ha sede in provincia di Taranto, specializzata nella produzione di pannelli solari ed impianti fotovoltaici. La seconda edizione di Mimprendo ha coinvolto quest’anno 7 regioni e 28 atenei. Aitre studenti, premiati alla presenza dei docenti Giustina Secundo e Pasquale Del Vecchio, è andato l’assegno di 10mila euro previsto per il progetto vincitore.
CONFINDUSTRIA TARANTO/ SULL'EXPORT AZIENDE A CONFRONTO.
Scritto da Giornalista1
Quali sono i requisiti fondamentali che un’azienda deve avere affinché possa aggredire i mercati internazionali, quali le regole da seguire e il miglior approccio da adottare nei processi di internazionalizzazione. Se ne è parlato ieri in un incontro organizzato da Confindustria Taranto nella sede di Euro Delta Srl, a Fragagano, presenti numerose aziende interessate a conoscere le esperienze vincenti – nel settore - di alcuni imprenditori appartenenti a settori diversi
Perfezionare un prodotto e lanciarlo sul mercato oppure studiare prima il mercato e testare il prodotto prima di definirlo? Partecipare alle fiere prima ancora di averle visitate oppure farsi un’idea preliminare per evitare mosse inutili?
Queste ed altre domande sono emerse ieri nel corso di un incontro organizzato da Confindustria Taranto nella sede della "Euro Delta srl" (a Fragagnano) nell'ambito delle iniziative sviluppate direttamente sui territori.
Tema programmato, l'internazionalizzazione e quindi le eventuali difficoltà che un’azienda può incontrare – così come i vantaggi che può ottenere - nell’approccio ai mercati.
Ad illustrare le proprie esperienze in merito alla piccola ma interessata platea di imprenditori presenti sono stati Angelo L’Angellotti (Zanzar Sistem), Luigi Sergi (Comes SpA), Guglielmo Donzella (Donzella), Mario De Iacovo (I.S.C.), Giuseppe Ancona (in rappresentanza del settore moda di Confindustria) e Michele De Pace (Feat Srl, delegato al marketing associativo).
Presenti all’incontro le aziende Wec Srl, Looxia Trading , Foel Srl, Saldotecnica, New Box, Saric, Calò Impianti, Md Service, Aessegi Srl, Tecnocamini Srl , BS salotti, Azienda Agricola Di Maggio, Vi.Sca.
Molto ampio e partecipato il dibattito sviluppatosi durante e dopo gli interventi, che ha focalizzato l’attenzione su aspetti da sempre fondamentali (la credibilità e la “riconoscibilità” del prodotto, la conoscenza del mercato, la completezza della documentazione, il networking, ovvero l’importanza dei contatti e delle eventuali partnership) e su altri altrettanto rilevanti ma spesso non ritenuti –erroneamente - strategici (l’importanza di avere un interprete che parli la lingua specifica del paese di riferimento, la conoscenza delle regole fiscali ed amministrative di quel paese ed i molteplici cavilli della logistica).
Gli imprenditori che hanno raccontato le loro personali esperienze aziendali sui mercati hanno potuto contestualmente fornire anche un ampio spaccato dei piccoli accorgimenti da mettere “in valigia” prima di affrontare la sfida dell’export. Piccole (ma a volte grandi) accortezze preziosissime sia per chi per la prima volta si approccia ai mercati esteri sia per le aziende già internazionalizzate ma ancora in procinto di affacciarsi su altri mercati, a dimostrazione dell’evidenza che ogni paese estero ha le sue peculiarità ed ognuno differisce dall’altro per regole, comportamenti e più in generale “cultura” dell’accoglienza e del business.
L’incontro si è concluso con una serie di scambi “be to be” fra le imprese partecipanti. I workshop itineranti di Confindustria proseguiranno nelle prossime settimane.
OLIO: DARIO STEFÀNO, “UE, COSÌ SI UCCIDE AGRICOLTURA ITALIANA". CONSENTIRE L'INGRESSO DEL PRODOTTO TUNISINO POTREBBE DANNEGGIARE IL COMPARTO PRIMARIO.
Scritto da Giornalista1
“La disponibilità a sostenere l’economia tunisina non si può tradurre ancora in una misura che danneggia irreversibilmente la nostra agricoltura. Purtroppo è quello che potrebbe accadere, se dovesse passare la proposta dell’Unione Europea di un incremento dell’olio dal Paese africano esente da dazio doganale”. E’ il commento del senatore Dario Stefàno alla notizia del possibile nuovo ingresso in UE di 70 mila tonnellate di olio tunisino esente da tasse.
“L’olivicoltura italiana - continua Stefàno - si deve ancora riprendere dagli effetti negativi della riforma PAC 2013, dal 2014 che è stato un anno nero per il nostro olio e, soprattutto, sta combattendo una battaglia durissima contro il rapido avanzare della Xylella Fastidiosa nelle campagne di Puglia. La scelta dell'UE su olio tunisino, se dovesse confermarsi, avrebbe ricadute pesantissime sul comparto e darebbe il colpo di grazia al Made in Italy".
“La prospettiva di qualche aspettativa positiva per il 2015, in questo modo verrebbe pesantemente compromessa da una nuova decisione che, ancora una volta, viene mascherata da nobili intenzioni, ma senza una reale valutazione del suo impatto sul tessuto economico e sociale della nostra comunità.
“Far arrivare una simile quantità di olio senza tasse doganali - conclude Stefàno - significa alimentare il circuito del sotto costo, inficiando i livelli di qualità e sicurezza adottati e previsti in Europa. Spero prevalga il buon senso”.
NAUTICA DA DIPORTO/ le 4 "i" per puntare al rilancio del settore. Ma il Ministero dei Beni culturali "boicotta" il porto turistico di Taranto.
Scritto da Giornalista1Per il tarantino Matteo Dusconi, Segretario Generale di Assonautica Italiana, sono In-formazione, innovazione, internazionalizzazione e impresa.
Nell'intervista rilasciata nel numero di novembre 2015 della famosa rivista settoriale "NAUTICA", mensile internazionale di navigazione, il "nostro" dirigente affronta con grande determinazione, capacità e preparazione le tematiche che possono ridare nuova linfa ad un comparto ritenuto da tanti, ed a giusta ragionee, determinante per puntare al rilancio economico ed occupazionale di un determinato territorio che si affaccia sul mare. Dusconi si sofferma sulle 4 i perchè va oltre il presente per puntare sul futuro della nautica indicando appunto nella informazione (e di conseguenza nella formazione), nella innovazione, nella internainalizzazione e nell'impresa la strada per una nautica all'avanguardia. E sicuramente il Segretario di Assonautica, che per tanti anni ha operato e lavorato sul territorio tarantino, nel rilasciare l'intervista guardava alla "SUA" Taranto, una Città dalle grandi potenzialità che però andrebbe sostenuta con maggiore decisione ed attenzione da parte degli amministratori ed operatori locali, regionali e nazionali. Spesso tuttavia non è così, tant'è che proprio in questi giorni abbiamo appreso di un interessantissimo progetto che mira a dare forza e concretezza ai Porti turistici del Sud, ma che vede esclusa la Città dei Due Mari. Sicuramente, a nostro parere, è stato commesso un errorre a non tenere nella giusta considerazione una meta, culturale e archeologica di portata nazionale e internazionale come Taranto. Il Ministero dei Beni Culturali, che ha ideato, organizzato e finanziato il progetto, non ha ritenuto di tenere in cosiderazione i riflessi turistici che tale coinvolgimento poteva portare nella nostra Città. Non si possono fare dichiarazioni di grande attenzione verso Taranto e dei suoi grandi tesori, come ha più volte fatto il Ministro Franceschini, eppoi agire diversamente. Peraltro si rischia di vanificare gli sforzi che Assonautica provinciale e nazionale stanno portando avanti da anni per fare emergere positivamente la nautica da diporto nella città ionica e di riflesso far crescere il turismo. Nella intervista a NAUTICA (che vi invitiamo a leggere), emergono chiaramente gli sforzi che Assonatica italiana, attraverso un incessante lavoro quotidiano di Matteo Dusconi, sta mettendo in atto, sforzi che andrebbero tuttavia sostenuti adeguatamente dallo Stato italiano che spesso è distratto sulle opportunità che può dare questo settore.
LAVORO - Teleperformance, tre sindacalisti lasciano la Cgil e passano all'Usb: "Delusi dalla nostra organizzazione"
Scritto daILVA/ Emiliano "nella legge di stabilità contributo di 1,2 miliardi. Da quando l'azienda è in mano ai commissari buco non quantificabile per assenza di bilanci, sono preoccupato per i posti di lavoro"
Scritto da Giornalista1Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia) sull'Ilva a 24Mattino su Radio 24: “Per l’Ilva previsti 1,2 miliardi di euro, ma non è un provvedimento per il sud”.
“Per l’Ilva in Legge di Stabilità è previsto un contributo di 1,2 miliardi di euro, ma tecnicamente questo non è provvedimento per il sud perché l’Ilva è una società del nord che per le produzioni inquinanti ha una sede a Taranto”. Così, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a 24Mattino su Radio 24. “Critico con i commissari pubblici dell’Ilva? Il problema è che con llva è stata applicata la legge Marzano, per i gruppi industriali in crisi, ad una azienda che non aveva buchi di bilancio, ma che aveva un problema processuale. Quando è stata consegnata ai commissari l’Ilva era in equilibrio finanziario, ma ora ha un buco che non possiamo neanche leggere perché non vengono prodotti bilanci da tre anni. Per questo – conclude Emiliano- sono molto preoccupato per i posti di lavoro.”