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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1948)

Vestas, la multinazionale danese che a Taranto sta costruendo la pala eolica più grande del mondo per impianti offshore galleggianti, mette mano al piano delle assunzioni. I piani della società prevedono il passaggio dagli attuali 1.700 addetti a circa 2.000 nel 2025. L’investimento nella nuova linea produttiva della pala eolica da 115,5 metri di lunghezza, é stato anche sostenuto dalla società pubblica Invitalia con un finanziamento di 40 milioni. Su questa produzione Vestas ha proposto un contratto di sviluppo poi finanziato con le risorse Pnrr. Circa le nuove assunzioni, 17 persone, tutte con profili altamente tecnici, sono state prese da Vestas Blades Italia (che è la società del gruppo che si occupa della produzione delle pale) attraverso l’agenzia pubblica Arpal Puglia. È il risultato della maxi-selezione di 500 candidati conclusasi in questi giorni scorsi e curata dal Centro per l’impiego di Taranto. Per la Vestas, Arpal Puglia ha curato la ricerca e selezione di 4 specifici profili professionali, quali l’addetto al magazzino, l’ispettore di qualità, il tecnico di manutenzione e l’addetto alla lavorazione di materiali compositi. La raccolta delle candidature è avvenuta tramite il portale regionale “LavoroXTe” ed ha registrato, dice Arpal, “una rilevante partecipazione di utenti, circa 500”. Ma anche altri soggetti sono in campo per il reclutamento di personale. Sono 30 i tecnici manutentori ricercati da Vestas Blades Italia, in questo caso con il supporto di Manpower. Vestas Blades Italia fa parte della holding danese leader mondiale nella progettazione e produzione di generatori di energia da fonti rinnovabili e, in particolare, di turbine eoliche. Nel territorio di Taranto, dove è presente da 25 anni, Vestas è una delle più importanti realtà industriali, individuata anche come concessionario, per i prossimi 9 anni, della piastra logistica del porto. 

"L’allerta meteo, oggi ci ha costretti ad intervenire segnalando un’anomalia e chiedendo un sopralluogo da parte dello Spesal e dei nostri Rls,  presso il II e IV sporgente, nella zona industriale del porto di Taranto, Adi in Amministrazione Straordinaria. - è quanto scrive in una nota Vincenzo Mercurio Coordinatore provinciale Usb Taranto- Ad esporre a serio rischio il fatto che, nonostante  indicazioni che prevedono,  in queste circostanze, precise pratiche operative, e quindi il  fermo e la messa in  sicurezza delle gru, le stesse erano in esercizio.

Freschissimo nella nostra mente il ricordo dei colleghi, impegnati sulle gru, morti proprio a causa di incidenti in questa area del porto, e in situazioni simili. Non abbiamo dunque esitato a denunciare immediatamente quella che riteniamo essere una violazione delle basilari norme mirate ad evitare gli incidenti sul lavoro. 

Siamo in attesa di avere risposte dall’azienda e pretendiamo assoluta attenzione sulla tematica, soprattutto in determinati reparti. "

"L’allerta meteo, oggi ci ha costretti ad intervenire segnalando un’anomalia e chiedendo un sopralluogo da parte dello Spesal e dei nostri Rls,  presso il II e IV sporgente, nella zona industriale del porto di Taranto, Adi in Amministrazione Straordinaria. - è quanto scrive in una nota Vincenzo Mercurio Coordinatore provinciale Usb Taranto- Ad esporre a serio rischio il fatto che, nonostante  indicazioni che prevedono,  in queste circostanze, precise pratiche operative, e quindi il  fermo e la messa in  sicurezza delle gru, le stesse erano in esercizio.

Freschissimo nella nostra mente il ricordo dei colleghi, impegnati sulle gru, morti proprio a causa di incidenti in questa area del porto, e in situazioni simili. Non abbiamo dunque esitato a denunciare immediatamente quella che riteniamo essere una violazione delle basilari norme mirate ad evitare gli incidenti sul lavoro. 

Siamo in attesa di avere risposte dall’azienda e pretendiamo assoluta attenzione sulla tematica, soprattutto in determinati reparti. "

Legge Salva Casa, le nuove norme che riguardano tutti sono al centro dell'appuntamento promosso dal Collegio  dei Geometri e dei Geometri Laureati della provincia di Taranto (via Gobetti, 5). Lunedi 2 dicembre, alle 9.30, il presidente Giuseppe Leogrande e i Consiglieri incontreranno gli organi di informazione per presentare obiettivi e modalità di svolgimento dell'iniziativa.  Punti Fermi,  sarà una GIORNATA di STUDI e di APPROFONDIMENTO dedicata alla cosiddetta Legge Salva Casa.

E' un tema che riguarda e coinvolge tutti.  Parleremo della CASA, del resto, del contenitore prezioso della nostra VITA di tutti i giorni. 

 

 

L'EVENTO

Giovedì 5 dicembre, nel teatro Fusco di Taranto, si terrà l'importante e qualificato talk che registrerà l'intervento di esperti e addetti ai lavori e la presenza di rappresentanti di istituzioni, associazioni ed enti.

Titolo dell'evento, come detto,  è PUNTI FERMI. 

Il dibattito è aperto alla cittadinanza (teatro Fusco dalle 14.30 alle 18.30).

 

La giornata del 5 dicembre al Fusco 

è divisa in due parti:

 

ore 14.30 accoglienza

ore 15.00 talk

Giuseppe Leogrande, presidente del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Taranto,  aprirà la sessione di lavoro.  

Seguiranno i saluti istituzionali del sindaco di Taranto, e presidente della Provincia, Rinaldo Melucci, e dell’ing. Gigi De Filippis, coordinatore Rete Professioni Tecniche Ionica.

INTERVENTI di 

Paolo Biscaro, presidente del Collegio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati 

Stefano Lacatena,  consigliere regionale della Puglia e delegato all’Urbanistica

Giuseppe Feola, avvocato e docente presso l'Universitá di Salerno

Claudio Belcari, dirigente PA - docente universitario - divulgatore 

Modera Angelo Di Leo, giornalista.

L'appuntamento è inoltre  formativo.  

Saranno infatti rilasciati 3 cfp - ai rispettivi iscritti presenti in platea durante il talk sulla Legge Salva Casa -  dal Collegio dei Geometri, dall’Ordine degli Architetti   e dal Collegio dei Periti Industriali della provincia di Taranto.

puntifermi è anche musica  

Infatti sempre il 5 dicembre  

al Teatro Fusco di Taranto  si svolgerà 

Battisti’n Jazz con la partecipazione straordinaria di Daniele Scannapieco al sax 

Marinunzia Perrone (voce) 

Beppe Brizzi (batteria) 

Pippo Lombardo (tastiere) 

Antonio Grimaldi (basso) 

Alberto Parmigiani (chitarra) 

Si accede solo con inviti.

E' possibile ritirare l'invito, sino ad esaurimento degli stessi, nella segreteria del Collegio dei Geometri dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 12:00 (via Gobetti 5 - Taranto).

 

 

Riesplode la protesta degli autotrasportatori di Taranto verso Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Contestano, soprattutto dal punto di vista economico, le nuove regole applicate da Acciaierie per il trasporto stradale a partire dallo scorso 18. Gli autotrasportatori di Taranto ritengono penalizzanti le nuove regole, racchiuse nel Tender Road, e sostengono che, essendo improntate al massimo ribasso, di fatto vietino agli operatori di acquisire lavoro, tant’è, denunciano, che gli autotrasportatori di Taranto sono di fatto fermi dal 18 novembre. Si attende per una risposta di Acciaierie sotto forma di convocazione di un incontro nel quale riaprire la discussione. Dopo il sit-in davanti alla portineria  C dello stabilimento gli trasportatori si sono riuniti in assemblea e a fronte di mancate risposte dall’ex Ilva, sono orientati a proseguire ed inasprire la protesta. Chiesto anche l’intervento del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. “Nello specifico - dichiara Casartigiani, una delle sigle di categoria scese in campo - la principale critica riguarda un problema del nuovo algoritmo di assegnazione dei trasporti che privilegia le offerte più basse, penalizzando le tariffe proposte dagli autotrasportatori locali, superiori del 30-40% rispetto a quelle accettate. Di conseguenza, molte aziende locali si trovano nell'impossibilità di ottenere incarichi. Questo meccanismo incentiva una competizione al ribasso e premia pratiche scorrette, con gravi ripercussioni sulla sicurezza e sulla qualità dei servizi”.

Arriva oggi nell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, una delegazione di Baku Steel company, l’azienda siderurgica dell’Azerbaijian. Baku Steel è interessata all’acquisizione di tutta l’azienda e ha presentato una manifestazione di interesse a settembre. Nella delegazione emissari degli azeri ma anche consulenti italiani. È la seconda visita a Taranto dell’ultimo periodo dopo quella di Vulcan Steel che fa capo a Naaven Jindal i cui rappresentanti sono andati via venerdì scorso da Taranto dopo una visita durata alcuni giorni. Anche per i rappresentanti di Baku Steel Company, la visita dovrebbe seguire lo stesso canovaccio di quella effettuata dagli indiani della Vulcan: visita agli impianti e approfondimenti tecnici. Ormai manca poco alla chiusura del secondo step della gara, ovvero la presentazione delle offerte vincolanti che, in base al bando dei commissari di Acciaierie, deve avvenire entro fine mese. Non ci sarebbero notizie, invece, circa un’eventuale discesa in campo di altri gruppi insieme ai tre che hanno detto di voler prendere tutta l’ex Ilva. Ovvero Vulcan Steel, Baku Steel Company e Stelco, che dal Canada è passata in mani americane (Cleveland Cliff). Nessuna traccia, allo stato, degli ucraini di Metinvest, che pure sono stati accreditati come possibili interessati ad Acciaierie. Yuri Ryzhenkov, ceo del gruppo Metinvest, aveva infatti dichiarato a settembre che “l’ex Ilva non è la nostra priorità ma resta un dossier interessante. Non riteniamo opportuno, però, formalizzare un investimento da soli. Ci piacerebbe rientrare in partita più avanti, magari con un partner italiano”. Tuttavia è sempre possibile che Metinvest, da sola o in cordata, si faccia viva nel rush finale di questo secondo step della gara. La partita non é chiusa. Anzi. Non lo sarà dopo la fine di novembre, perché da qui partirà una fase ulteriore di negoziazione come ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e non lo sarà molto probabilmente nemmeno a marzo prossimo, un anno dopo l’amministrazione straordinaria e il commissariamento pubblico, perché potrebbe essere necessario un pò di tempo in più per la cessione degli asset aziendali. 

Da gennaio a settembre 2024 gli infortuni sul lavoro denunciati in Puglia sono stati 20.620, in aumento rispetto al 2023 e con una media di 75 al giorno. Sono stati 55 quelli con esito mortale, solo uno in meno dello scorso anno. È questa la fotografia che restituisce il report mensile dell’Istituto assicurativo per la regione Puglia, non diversa da quella del resto del Paese “che ha deliberatamente scelto, per una volontà politica, di non fare i controlli sui luoghi di lavoro”, ha affermato Sebastiano Calleri, responsabile Salute e Sicurezza sul lavoro della Cgil nazionale, che ha oggi chiuso i lavori del nascente coordinamento regionale che tiene assieme tutte le figure di rappresentanza sindacale, dei lavoratori, Rls e Rlst ma anche Rsu, che possono svolgere sul piano contrattuale e vertenziale un’azione a tutela della sicurezza.

    Nel suo intervento la segretaria regionale della Cgil, Filomena Principale, ha ribadito che “abbiamo la necessità di rafforzare ed estendere il ruolo della contrattazione collettiva, alla quale è affidato il sistema di tutele per la gestione della malattia professionale e dell’infortunio sul lavoro, anche di sviluppare pienamente tutta la materia della prevenzione dei rischi, quella cultura della sicurezza che dovrebbe entrare a far parte delle azioni e comportamenti quotidiani. Un esercizio collettivo di cittadinanza - ha aggiunto - che travalica i confini strettamente lavoristici e che tracima nella vita delle nostre case, delle strade, dei luoghi di aggregazione”.

La costituzione del Coordinamento regionale Salute e Sicurezza sul lavoro rappresenta in questo senso, secondo la sindacalista, “un’opportunità per avere sempre a riferimento la condizione di lavoro in questa regione, nei suoi differenti segmenti e collegare gli interventi che possono essere messi in campo come tutela e come prevenzione dei rischi. Anche per questo penso, che la tutela della salute e sicurezza sul lavoro non deve rappresentare solo la corretta applicazione e vigilanza delle norme ma, anche, stare all’interno del modello di sviluppo socio-economico che vogliamo promuovere. Un modello che, se mira a garantire una crescita socialmente sostenibile e inclusiva, deve mettere al centro la dignità della persona che lavora e i suoi diritti fondamentali”.

    Calleri, nelle conclusioni, ha ricordato quanto accaduto anche recentemente, con la norma che prevede che si contatti l’azienda dieci giorni prima di fare un controllo, “o con la presa in giro della patente a punti dove basta un corso di formazione per recuperare punti, anche se in quel luogo di lavoro qualcuno ha perso la vita”. Calleri ha quindi anticipato la app e il vademecum predisposti dalla Cgil, che saranno presentato a Bologna il 19 novembre nell’ambito del Salone ambiente e lavoro 2024, “per rafforzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, “e che conterranno tutti i riferimenti normativi e tecnici. Invito ogni delegato a utilizzarla perché le norme vanno calate nei contesti reali con le diverse specificità. Saperi e pratiche devono contaminarsi affinché attraverso la tutela individuale e la contrattazione collettiva si possa intervenire per migliorare le cose”. 

Mercoledì, 13 Novembre 2024 06:45

LAVORO/ Hiab conferma la chiusura del sito di Taranto

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Il sito di Statte della Hiab, multinazionale che costruisce gru, si avvia alla chiusura. Non sembrano esserci allo stato vie d’uscita o alternative. Per 25 dipendenti su 100, che sono la forza lavoro dello stabilimento alle porte di Taranto, si profilerebbe il trasferimento in Emilia, dove Hiab ha altri due stabilimenti, uno a Minerbio, l’altro ad Argelato, mentre per tutti gli altri vi sarebbe un mix di soluzioni che comprenderebbero gli esodi incentivati agevolati e la cassa integrazione. Lo stabilimento di Taranto è occupato dai lavoratori dal 15 ottobre.  Ieri pomeriggio, a Roma, Hiab e sindacati si sono riuniti per l’esame della situazione e la discussione è proseguita nella serata. Le parti hanno discusso su un verbale di incontro che, facendo leva sulla legge 234 del 2021 (la legge di Bilancio nella parte relativa agli ammortizzatori sociali), individua le questioni specifiche su cui poi raggiungere un accordo. Le questioni riguardano il piano industriale per i due siti dell’area di Bologna e il piano sociale tra incentivi all’esodo e cassa integrazione per lo stabilimento di Taranto. Da quanto si è appreso, Hiab ha confermato di voler incaricare un advisor per la ricerca di nuovi soggetti imprenditoriali disposti a subentrare nel sito tarantino. Un gruppo disposto a farsi carico dei lavoratori ed eventualmente rilevare anche gli impianti per una riconversione dello stabilimento. A Taranto per Hiab ci sono attività per ancora due mesi, più eventuali code da smaltire. La cassa integrazione scatterebbe non appena concluse le attività. Sull’esodo agevolato, Hiab per ora non ha fornito cifre, né dettagli. Si attende di capire l’entità della proposta economica per vedere quanti lavoratori aderiranno. In Hiab, peraltro, ci sono professionalità metalmeccaniche molto richieste dal mercato del lavoro. 

Si dichiarano “molto preoccupati” i lavoratori e i delegati sindacali di Leonardo stabilimento di Grottaglie (Taranto), preparandosi alle due ore di sciopero di lunedì. A mezzogiorno ci sarà un presidio davanti alla fabbrica. L’annuncio dell’ad di Leonardo, Roberto Cingolani (tutta la divisione Aerostrutture, di cui Grottaglie fa parte, va incontro ad uno scorporo e ad alleanze con altri partner), solleva dubbi. Oltre a Grottaglie, coinvolti i siti di Foggia, Nola e Pomigliano D’Arco: 4mila gli addetti. Non é chiaro cosa accadrà per Aerostrutture nei prossimi mesi, anche perché Cingolani dichiara che le soluzioni sono allo studio e che si definiranno a marzo, quando il piano industriale dell’azienda sarà aggiornato.  “Non staremo a guardare - commenta Davide Sperti della Uilm - e le parole di Cingolani sono una doccia fredda. se questa divisione fa subfornitura su vari programmi, non avrà mai margini di profitto. E quindi insistiamo: si riunisca tutto il ramo aeronautico, si ricrei la vecchia aeronautica che fa della compensazione tra militare e civile la redditività del business, che invece loro hanno segmentato tra Nord che fa velivoli e programmi militari e Sud che per il 95 per cento fa subfornitura per l’aviazione civile”.

“Il 13 a Roma dovremo capire cosa ha in testa Leonardo - afferma Michele Tamburrano della Fim Cisl riferendosi all’incontro sulla proroga della cassa integrazione sino a febbraio per i 931 di Grottaglie -. A marzo era chiaro che la divisione Aerostrutture avesse bisogno di una messa a punto, ma ora, non avendo elementi, possiamo solo interpretare. Scorporo è una parola pesante. Eravamo in un momento in cui dopo i sacrifici, forse potevamo cominciare a vedere la luce tra fine 2025-inizio 2026. Invece scopriamo che si sta pensando ad altro”.  “Non c’é sito di Aerostrutture che non abbia reagito male a quest’annuncio di Cingolani - sostiene Francesco Brigati della Fiom Cgil -. A distanza di qualche mese da marzo quando ci fu presentato il piano industriale, Leonardo cambia le carte in tavola. Inoltre a luglio, quando abbiamo fatto l’accordo sulla cassa per Grottaglie, sul quale ci rivedremo il 13, di questo non si è proprio parlato. Anzi, si disse che lo stabilimento sarebbe stato multidivisionale e che 250 unità avrebbero dovuto coprire le nuove lavorazioni negli elicotteri”. Secondo Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, “il prospettato scorporo della divisione lascia una marea di incertezze sullo stabilimento di Grottaglie. L’evoluzione cui Cingolani ha fatto cenno, sembra essere il preludio di un disimpegno del socio pubblico nella divisione Aerostrutture. Un errore gravissimo sotto tutti i punti di vista, dalla tutela dei posti di lavoro al controllo di un comparto strategico per l’industria nazionale”. Infine, il consigliere regionale della Puglia Massimiliano Stellato, in vista della convocazione per il 13 dei sindacati da parte di Leonardo per discutere della proroga della cassa integrazione a Grottaglie, ha chiesto “un’audizione congiunta nelle commissioni regionali Industria e Lavoro sulla crisi dello stabilimento Leonardo di Grottaglie”. 

L’Autorità portuale del Mar Ionio (Taranto) ha lanciato ieri un avviso pubblico esplorativo finalizzato a cercare gruppi interessati a realizzare in un’area a mare - non usata né per la navigazione, né per altre finalità - e a terra un grande parco fotovoltaico. Un parco che sfruttando l’energia solare assicuri energia pulita al porto per le esigenze della stessa Authority, delle infrastrutture e degli operatori. Le aree demaniali che l’Authority mette a disposizione sono una di superficie di circa 23 ettari ed un’altra in mare di circa 70. Quasi cento in totale. “È un invito rivolto al mercato - spiega ad AGI Sergio Prete, presidente dell’Authority - e non ha scadenze temporali. Vedremo chi si proporrà”.  “L’istanza - è detto nell’avviso - potrà avere ad oggetto sia l’intera area a disposizione che una porzione di essa in relazione alla soluzione individuata dal richiedente che dovrà comunque soddisfare almeno le esigenze proprie dell’AdSP MI e tener conto dei realizzandi impianti di cold ironing in area pubblica (Molo San Cataldo) e dei fabbisogni delle imprese portuali”. L’istanza per ottenere l’autorizzazione agli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili offshore e onshore, andrà presentata al ministero dell’Ambiente. Nel procedimento, l’Authority esprimerà il suo parere. La valutazione delle proposte avverrà sulla base dell’innovatività delle soluzioni tecnologiche avanzate - questo anche per garantire il minor impatto ambientale delle opere -, della tariffa dell’energia per l’Authority, per l’approvvigionamento degli impianti di cold ironing su area pubblica (molo San Cataldo) e per le imprese del porto, della modalità di utilizzo dell’eventuale ulteriore energia prodotta per gli usi non previsti, nonché del tempo di realizzazione e messa in esercizio dell’impianto. L’avviso pubblico non è nuovo. Fu già lanciato a marzo 2023 ma con un ricorso prima al Tar di Lecce e poi al Consiglio di Stato, la Nicetechnology di Taranto ne chiese l’annullamento, sostenendo di essersi mossa verso il ministero dell’Ambiente ben prima che lo facesse l’Authority. Ma per i giudici del Consiglio di Stato la tesi secondo cui la domanda di autorizzazione unica presentata al Mase l’8 agosto 2022 dalla Nicetechnology “genererebbe un ‘effetto prenotativo’ sull’area demaniale interessata dal progetto, non può essere condivisa, dato che non è neppure ipotizzabile che un’area demaniale sia assegnata senza preventiva individuazione di criteri”. E “l’avviso pubblico impugnato - ha dichiarato il Consiglio di Stato - rientra pienamente nella competenza dell’Autorità di sistema portuale”.

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