Economia, Lavoro & Industria (1959)
EX ILVA AUDIZIONI AL SENATO-2/ Marescotti (Peacelink): destinare alla salute dei cittadini i 150 mln del decreto
Scritto da Giornalista1“Si vogliono concedere per decreto altri 150 milioni quando vi sono già 4,7 miliardi di passività per l\'Ilva. I fondi servano per curare i cittadini del quartiere Tamburi di Taranto, non per continuare ad accumulare debiti e inquinamento”. Lo ha detto oggi nell’audizione alla commissione Industria del Senato Alessandro Marescotti, portavoce dell’associazione ambientalista Peacelink, in merito ai 150 mln per Acciaierie in amministrazione straordinaria assegnati attraverso una norma del dl Agricoltura. “Dall’1 novembre 2018 al 31 dicembre 2022, la gestione dell’ex Ilva ha accumulato passività per 4 miliardi e 700 milioni di euro come confermato da fonti governative (esattamente 4.737.693.528 euro). Cifre allarmanti che mettono in luce l\'insostenibilità del modello produttivo Ilva, pagata a caro prezzo dalla salute dei cittadini e dall\'ambiente. Se quei soldi fossero stati investiti nella formazione dei lavoratori, anziché in un ciclo produttivo inquinante, non solo non ci troveremmo di fronte a un simile disastro economico, ma avremmo potuto evitare anche i picchi di benzene cancerogeno nel quartiere Tamburi di Taranto”. Secondo Peacelink, gli ulteriori 150 milioni all’ex Ilva sono “un pozzo senza fondo. Peacelink denuncia con forza questa scelta priva di ragionevolezza e propone un\'alternativa: destinare quei fondi a tutela della salute dei cittadini del quartiere Tamburi, che da anni subiscono le conseguenze dell\'inquinamento atmosferico causato dall\'Ilva. Con quei soldi - si afferma - i cittadini di Tamburi potrebbero finalmente avere accesso a sorveglianza sanitaria adeguata e cure gratuite con corsia preferenziale. Un gesto di dovere verso chi ha pagato sulla propria pelle l\'inquinamento industriale”.
EX ILVA-AUDIZIONI AL SENATO/ Del miliardo dei Riva restano 464 mln di euro
Scritto da Giornalista1I commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, i sindacati, Confindustria, Aigi (l’associazione delle imprese dell’indotto) e l’associazione ambientalista Peacelink sono da stamattina alle 10.15, al Senato davanti alla commissione Industria. Saranno ascoltati (audizione informale) sull’ultimo decreto sulla fabbrica, per il quale, nei giorni scorsi, si è avviato l’iter di conversione in legge. È il provvedimento che assegna ad Acciaierie altri 150 milioni di euro, dopo quelli affluiti qualche mese fa, a parte il prestito ponte del Mef da 320 milioni e sul quale è in corso il confronto tra Governo e Commissione Europea per ottenere il via libera di Bruxelles. È il dl numero 63/2024, quello sui 150 milioni aggiuntivi, che è composto prevalentemente da misure per l’agricoltura. Si chiama infatti dl Agricoltura. L’ex Ilva è stata inserita perché per il gruppo dell’acciaio, a corto di risorse, bisognava intervenire con urgenza.
I 150 milioni trasferiti ad AdI in as arrivano dal patrimonio destinato di Ilva in amministrazione straordinaria, la società proprietaria degli impianti dati in fitto ad AdI. Per il dl, il 12 giugno alle 12 scade il termine per presentare emendamenti e ordini del giorno. Infine, in settimana si attende la predisposizione del calendario delle visite agli impianti AdI da parte degli investitori potenzialmente interessati (Metinvest, Arvedi, Steel Mont e Vulcan Green Stel) e l’invio da AdI ai sindacati della lettera sulla nuova procedura di cassa integrazione straordinaria, sulla cui base si aprirà poi la trattativa al ministero del Lavoro.
Sulla cassa, AdI, nel piano di ripartenza 2024 (quello da 330 milioni, di cui 280 a Taranto), ha già detto che “interverrà su un bacino più largo possibile di partecipanti”. Prevedibilmente, quindi, i numeri saliranno rispetto ai 3mila cassintegrati attuali, dei quali 2.500 a Taranto.
I 150 milioni per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria (ex Ilva) provengono dal patrimonio destinato di Ilva in amministrazione straordinaria, il quale a fine marzo scorso aveva ancora risorse pari a 464 milioni su poco più di un miliardo di dotazione iniziale. Lo riporta la relazione del servizio studi di Camera e Senato a proposito del dl Agricoltura n. 63 del 2024 - attualmente al vaglio della commissione del Senato - che, all’articolo 13, dispone altri 150 milioni aggiuntivi per Acciaierie in amministrazione straordinaria dopo quelli arrivati qualche mese fa. Ilva in amministrazione straordinaria è la società proprietaria degli impianti dati in fitto ad AdI. Del patrimonio destinato, costituito anni addietro con un miliardo e 157 milioni riportati dall’estero in Italia dai Riva - precedenti proprietari e gestori della fabbrica - a fine marzo scorso restavano 464 milioni. Finalità del patrimonio destinato è quella di finanziare la bonifica ambientale delle aree del siderurgico.
Quanto al miliardo 157 milioni, dalla relazione del servizio studi di Senato e Camera si evince che le risorse sono concentrate in tre aree: 540 milioni ad AdI, 467 a Ilva in as e 150 per le attività di decarbonizzazione come stabilito nel 2022 col decreto 21.
In particolare, dei 540 per AdI, 390 sono per la decontaminazione e 150 per la continuità operativa (sono i primi 150 milioni erogati col dl n. 19 di quest’anno). La quota di Ilva, invece, prevede 455 milioni per la decontaminazione e 12 milioni per il pagamento degli interessi sul finanziamento dello Stato.
Sull’utilizzo delle risorse, la relazione riferisce che 12 milioni sono riferiti a interessi (il finanziamento è quello di Cassa Depositi e Prestiti erogato nel 2015 col dl n. 191), 6 per spese generali, 159 per il finanziamento della gestione ordinaria Ilva per il pagamento del debito della stessa Ilva, 112 per le attività di tutela ambientale e sanitaria di Ilva e 201 per le stesse attività da parte di Acciaierie d’Italia. Inoltre, ci sono 42 milioni di anticipi erogati ad AdI, 10 milioni per pagare il personale interno utilizzato per attività di tutela ambientale e sanitaria, 150 assegnati qualche mese fa col dl 19/2024 e un milione di crediti Ilva verso Ilva gestione ordinaria. Detratte tutte le voci, di un miliardo e 157 milioni rimangono quindi 464 milioni, compresi i 150 postati sulla decarbonizzazione. Quanto ai 320 milioni del prestito ponte, il confronto Roma-Bruxelles, che avviene sulla base del piano industriale presentato dai commissari, è finalizzato a evitare eventuali contestazioni della Commissione Europea per presunti gli aiuti di Stato.
RIDIMENSIONAMENTO LEONARDO/ Interrogazione di Turno sul sito di Grottaglie: 1500 posti a rischio
Scritto da Giornalista1\"Oggi ho depositato un\'interrogazione a risposta orale in commissione ai ministri dell\'Economia e finanze, delle Infrastrutture e dei trasporti, delle Imprese e del made in Italy e del Lavoro e delle politiche sociali, al fine di ottenere delucidazioni in merito alla riorganizzazione industriale attualmente in atto presso Leonardo S.p.A., presente in Puglia con tre divisioni: aerostrutture tra Grottaglie (Taranto) e Foggia, elicotteri a Brindisi ed elettronica per la Difesa a Taranto. Trattasi di una società pubblica italiana che occupa circa 3.000 dipendenti, pari all\'84% del totale della forza lavoro impiegata nella manifattura ad alta tecnologia della regione. Tuttavia, il sito di Grottaglie risulterà interessato da un ridimensionamento delle attività produttive, con conseguente rischio per il futuro lavorativo degli oltre 1.500 occupati sia diretti che dell’indotto. A tal proposito si chiede ai ministri competenti se sia nelle rispettive intenzioni pronunciarsi sulle prospettive industriali che si delineano per il futuro delle aerostrutture in Italia e, in particolare, per il sito di Grottaglie, nonché se si intenda valutare la possibilità di rivedere l’organizzazione delle divisioni di Leonardo S.p.A. al fine di migliorare la situazione delle aerostrutture, come quella dello stabilimento di Grottaglie, che rischia di continuare a versare in una condizione di crisi irreversibile. Infine, si domanda quali iniziative in favore delle aerostrutture si intendano intraprendere a salvaguardia dei livelli di occupazione diretta e dell’indotto, nell\'ottica del rilancio del sito di Grottaglie\". Lo dice in una nota Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.
EMERGENZE/ Logistica: mille posti a rischio in Puglia, oggi sciopero. Sito di San Giorgio fermo
Scritto da Giornalista1Un migliaio di addetti del consorzio Soa, che si occupa di trasporto merci e logistica per gruppi di supermercati, sciopera oggi in Puglia perché i posti di lavoro sono a rischio. A Taranto mezzi e operazioni saranno ferme per l’intera giornata nel sito industriale sulla strada Taranto-San Giorgio Ionico.
Un’indagine della magistratura ha portato a sequestri, alla scoperta di fatturazioni false e a conti bloccati; la prima azione della guardia di finanza ha riguardato un sequestro preventivo di 60 milioni di euro, provento, secondo gli inquirenti, di dichiarazioni fraudolente mediante l’utilizzo di fatturazioni inesistenti e di omesso versamento Iva. Da ottobre, dice Michele De Ponzio della Filt Cgil di Taranto, si è aperta una grave crisi e “così non c’è stipendio ma neanche futuro”.
“Malgrado gli incontro in task force occupazione della Regione Puglia, non sembrano attualmente profilarsi soluzioni immediate\", prosegue Zotti. \"Nel caso in cui il gruppo Soa non dovesse riuscire a mantenere gli impegni per la salvaguardia dell’occupazione, si profilano le due opzioni legate alla clausola sociale prevista dal contratto di lavoro del trasporto merci e logistica: un eventuale cambio d’appalto, con una possibile nuova società, o l’assunzione diretta del personale da parte dei committenti del consorzio”.
EX ILVA-TARANTO/ Salta tubiera, nuovo stop per Afo4. Azienda: ripartirà in serata
Scritto da Giornalista1A distanza di pochi giorni dall’ultima fermata non programmata, questa mattina Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, l’ex Ilva, ha dovuto fermare di nuovo l’altoforno 4, attualmente l’unico in funzione nello stabilimento essendo fermi da mesi gli altiforni 1 e 2. Secondo fonti sindacali, oggi è scoppiata una tubiera porta vento, ma non ci sono altre conseguenze, né feriti, all’infuori della fermata all’impianto.
La parte interessata sono le tubiere e le ventole porta vento che movimentano l’aria necessaria all’altoforno per la produzione della ghisa. Le fonti aggiungono che l’altoforno resterà fermo almeno 24 ore. Nei giorni scorsi l’altoforno 4 era rimasto fermo per qualche giorno per uno strappo al nastro trasportatore che lo alimenta. La critica condizione degli altiforni e di molti altri impianti della fabbrica ha spinto i commissari dell’amministrazione straordinaria a mettere in cantiere per il 2024 - sarà avviato a giugno - un piano per la ripartenza che prevede 330 milioni di lavori tra ripristini e rifacimenti di cui 280 a Taranto. Tra i lavori quelli sull’altoforno 2 per rimetterlo in marcia da settembre prossimo.
Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria dichiara che in serata sarà riattivata la marcia dell’altoforno dichiarando che “alle ore 3.00 circa di stanotte abbiamo dovuto effettuare una fermata rapida di Afo 4 per il danneggiamento di una tubiera (n. 10). La manovra - dice AdI - è stata effettuata in piena sicurezza secondo i nostri standard. Le operazioni di ripristino prenderanno circa 12-16 ore. Si sta gestendo secondo le procedure consolidate e la ripartenza e’ prevista nel prossimo terzo turno (23.00 - 7.00)”. L’azienda inoltre puntualizza che non c’è stato scoppio della tubiera come dichiarato in un primo momento da fonti sindacali.
EX ILVA/ L\'ad Quaranta: a Taranto inaugureremo un nuovo modo di produrre acciaio
Scritto da Giornalista1“A Taranto ci sarà una piccola rivoluzione industriale perché si candida ad essere il sito a livello nazionale dove si avvia un cambiamento del processo produttivo dell’acciaio”. Lo ha detto - secondo quanto riferisce Confindustria Taranto - Giancarlo Quaranta, commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria (ex Ilva), che, insieme ai commissari Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, ha incontrato le imprese dell’indotto associate a Confindustria Taranto. Lo stabilimento siderurgico pugliese, ha detto Quaranta, “rimarrà l’unico sito che consentirà al sistema Paese di produrre acciaio non da rottame, quindi pregiato per alcuni settori produttivi importanti come l’auto e la cantieristica navale. La scommessa - ha dichiarato ancora il commissario di AdI - sarà infatti quella di utilizzare forni elettrici alimentati, grazie alle nuove tecnologie, da minerale ma con procedure e caratteristiche diverse rispetto a quelle finora adottate. Un salto tecnologico che ci consentirà di produrre acciaio di qualità e che cercheremo di riportare con estrema chiarezza a tutti gli stakeholders e all’intera comunità”.
CANTIERISTICA/ Il varo dello yacht di Azimut Benetti inaugura il polo di Taranto
Scritto da Giornalista1È stato avviato oggi, col primo varo di uno yacht da 50 metri per Azimut Benetti, leader mondiale nella nautica, il polo della cantieristica navale a Taranto. Sorge nell’area degli ex Cantieri Navali Fincantieri sul Mar Piccolo, dismessi da molti anni, dove è il cantiere che svilupperà il gruppo SGM. Il varo dello yacht - costo finito 40 milioni circa, destinato, pare, ad un cliente americano - ha visto protagoniste due imprese: la SGM di Maurizio Abbatematteo e la Sea Style di Pasquale Di Napoli.
Lo yacht in acciaio e in alluminio, realizzato in un anno di lavori, è stato messo in mare dopo essere stato sollevato da due grandi gru. Adesso l’imbarcazione la mattina del 9 maggio, con l’apertura delle 5 del ponte girevole, lascerà Taranto per raggiungere Livorno, dove sono i cantieri Benetti. Qui ci vorrà un altro anno di lavoro, tra allestimenti e finiture, prima della consegna dell’armatore. Attualmente il polo negli ex Cantieri Navali occupa 200 persone ma ci sono piani di espansione. Lo stesso gruppo Benetti farà costruire a Taranto altri tre yacht: un altro da 50 metri, che sarà varato a fine settembre, ed uno da 60, pronto per aprile del 2025. L’imbarcazione varata oggi pesa 200 tonnellate. Abbatematteo e Di Napoli sono entrambi di Taranto. Il primo è andato via molti anni fa e, base Udine, lavora al Nord con Fincantieri. Il secondo, invece, è in Toscana (Marina di Carrara) dove costruisce gli scafi per i grandi gruppi della nautica. Ora, i due imprenditori sono tornati, hanno dato vita a due progetti autonomi ma complementari (Abbattematteo negli ex Cantieri Navali, Di Napoli nell’area della piattaforma ex Soico nel porto) e hanno anche intrapreso un’avventura comune negli yacht per Benetti. Oggi hanno chiesto alle istituzioni di rimuovere gli ostacoli - logistici, ambientali, normativi legati al Sin, Sito di interesse nazionale - che impediscono ai progetti della cantieristica di essere realizzati tanto nel porto quanto nel retroporto.
“Taranto ha tutte le credenziali, va creato un indotto, certo, ma le possibilità le ha - ha dichiarato Ferdinando Pilli, customer operations director di Benetti yacht -. Per il momento è il primo di tre yacht - ha aggiunto Pilli -, però sicuramente se il mercato ci verrà dietro, come ci sta venendo dietro, continueremo a costruire qui, visto che i risultati che ci sono stati sono di primissima qualità. Oggi come Benetti custom, quindi per tutte le imbarcazioni in acciaio e alluminio sopra i 50 metri, possiamo dare la prima consegna disponibile nel 2027 perché siamo pieni. Come diretti siamo circa 300, più c’é un indotto che varia da 1.500 a 2.000 persone ogni giorno in cantiere a Livorno”.
“Credo che sia visibile la trasformazione di Taranto, che non è più solo la città dell’ex Ilva - ha affermato il sindaco Rinaldo Melucci -. Taranto sta cambiando il suo modello produttivo. Lo sta facendo grazie alle proprie eccellenze, ad una diversa attrattività e ad infrastrutture e iniziative pubbliche a sostegno di settori nuovi. La nautica, che era sopita, sta tornando di gran lena nel settore civile”.
GRANDI MANOVRE/ Ex Ilva di Taranto: presentato a Roma il piano di ripartenza degli impianti
Scritto da Giornalista1Nell’incontro in corso a Roma, nella sede di Confindustria, Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha presentato ai sindacati un piano di ripartenza. Confermata la ripartenza degli altiforni 1 e 2 fermi da mesi, una volta finiti i lavori di ripristino e le necessarie manutenzioni. L’azienda - rappresentata dal direttore generale Giuseppe Cavalli e dal direttore delle risorse umane Claudio Picucci - ha anche fatto un’apertura sulla gestione della cassa integrazione, manifestando la possibilità di ricorrere a possibili forme di integrazione in modo da migliorare il trattamento economico ai lavoratori interessati. È quanto apprende AGI da fonti partecipanti al tavolo
CREDITO/ BCC S.Marzano, nel 2023 utile +110% sul 2022
Scritto da Giornalista1Nell’assemblea svoltasi oggi, la BCC San Marzano (Taranto) del gruppo Cassa Centrale ha confermato il trend di crescita ed ha chiuso il bilancio 2023 con un utile netto di 9 milioni di euro (+110% rispetto al 2022), migliore risultato dalla fondazione della Banca. A questo proposito è stata approvata la distribuzione del dividendo ai soci, pari al 3,50% sul capitale versato. “Tra le 66 banche aderenti al Gruppo Cassa Centrale - è stato detto in assemblea - BCC San Marzano si conferma una delle realtà finanziarie più solide del Mezzogiorno, forte di una storia di 68”. In particolare, le masse intermediate superano il miliardo di euro con la raccolta complessiva che segna un incremento dell’7%, attestandosi a 794 milioni di euro, mentre gli impieghi raggiungono quota 352 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto al 2022. In particolare, la raccolta indiretta cresce del 29% e il patrimonio netto sale a 74 milioni di euro (+15%). Valorizzata ulteriormente la parità di genere, con 4 donne nella governance, due nel cda e altrettante e nel collegio sindacale. Per il presidente della BCC, Emanuele Di Palma, “il bilancio 2023, oggi approvato, è la testimonianza di un lavoro strutturato ed efficace, in linea con il percorso tracciato dal Gruppo Cassa Centrale, di cui la nostra banca è parte integrante, ma forte di una propria identità con raccolta, impieghi, utile e patrimonio in crescita”.
PRIMO MAGGIO-TARANTO/ Sindacati davanti all ospedale Moscati: salute e sicurezza le nostre emergenze
Scritto da Giornalista1Hanno scelto un luogo insolito i sindacati Cgil, Cisl e Uil a Taranto per celebrare oggi la festa del lavoro: non una piazza della città o l’area di una fabbrica, o l’ex Ilva, ma il piazzale antistante l’ospedale San Giuseppe Moscati alla periferia di Taranto Nord. Una scelta motivata col fatto che “salute e sicurezza sul lavoro sono le due emergenze meritevoli di urgente attenzione e mirati investimenti. Il sistema sanitario pubblico è al collasso e in Italia milioni di persone in povertà sono costrette a rinunciare alle cure”. “La drammatica carenza di personale, conseguenza di un lungo periodo di blocco del turn over va necessariamente superata con l’adozione di un piano straordinario di assunzioni per sopperire a pesanti carichi di lavoro che stanno gravando operatrici e operatori della sanità, già mortificati economicamente e professionalmente” dicono le tre confederazioni. Nel presidio in corso a Taranto, i sindacati hanno rammentato che “il 2 maggio del 2023 venne sottoscritto un protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Cgil, Cisl e Uil, con cui si definiva un percorso di confronto e concertazione sulle soluzioni da condividere e adottare sul territorio per risolvere le emergenze”. Oggi i sindacati hanno rilanciato la piattaforma che individua “quattro tematiche specifiche di intervento legate alle maggiori emergenze” tra cui figura una “mappatura della rete sociosanitaria, al fine di avere contezza circa il numero totale e la distribuzione delle strutture presenti su tutto il territorio, quindi una mappa epidemiologica dello stato di salute”. “Nei diversi confronti periodici con il management dell’Asl - sottolineano le confederazioni -, la stessa direzione ci ha fornito diversi dati di studio legati al personale, ai reparti, ai posti letto, agli investimenti del Pnrr, ma non si è discusso nel merito di soluzioni esaustive per la risoluzione dei problemi. Il sistema sanitario pubblico meriterebbe investimenti maggiori e scelte più coraggiose di quelle che fino ad oggi sono state effettuate” e invece a Taranto, dicono i sindacati, “ci troviamo di fronte ad un gigantesco investimento pubblico sul nuovo ospedale San Cataldo, di cui ancora non si conosce la vera data di consegna e di funzionamento”.