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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

 Oggi alle 12 ha preso avvio al ministero del Lavoro la trattativa sul rinnovo della cassa integrazione straordinaria per un altro anno per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia di cui 2.500 a Taranto. La cassa è cominciata a fine marzo del 2022 e scade a fine mese. Prima dell’attuale cassa straordinaria, vi é stata continuativamente da luglio 2019 cassa integrazione ordinaria e cassa integrazione Covid con numeri diversi in base alle esigenze aziendali. La richiesta di proroga della straordinaria é stata inviata dall’azienda a fine febbraio. La convocazione odierna, firmata dal direttore generale Romolo de Camillis, ha visto tutte le parti presenti da remoto. Oltre ai sindacati, convocate anche le Regioni che sono sedi di impianti di Acciaierie d’Italia: Puglia, Liguria, Piemonte e Lombardia.

 

“Noi partiamo dall’anno scorso - dichiara Davide Sperti, segretario Uilm -, ovvero é stata rispettata quella procedura? Per noi no. Un anno fa AdI accompagnò la richiesta di cassa straordinaria con un piano di investimenti ed una produzione di 6 milioni di tonnellate. L’uno e l’altra non ci sono stati. Quest’anno, invece, la cassa con gli stessi numeri viene chiesta per 4 milioni, 2 in meno. Ma così la fabbrica come si mantiene?” “I numeri di cassa sono eccessivi - osserva Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl -. E non si può pensare di tenere ancora le persone così, per altri 12 mesi, senza rilancio degli impianti, della produzione, e condizioni di miglior tutela”. “La prima cosa che attendiamo dal ministero del Lavoro è una risposta sulle nostre denunce, sinora inascoltate, e sull’esito delle ispezioni ministeriali compiute in fabbrica - afferma Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil -. La cassa del 2022 era stata motivata dall’azienda con gli investimenti e la riorganizzazione, ma questo in larga parte non c’è stato. Siccome l’autorizzazione alla cassa l’ha data il ministero, partiamo da qui, dalle cose che AdI non ha fatto”. Da parte di Acciaierie d’Italia si motiva la proroga del provvedimento di cassa con i nuovi investimenti, il completamento delle prescrizioni ambientali Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e il rifacimento dell’altoforno 5 a Taranto. Oltre agli investimenti e ai vincoli derivanti dal piano ambientale, AdI fa infine presente che nel periodo richiesto per la proroga dell’ammortizzatore sociale, i volumi di produzione di acciaio saranno “pari a circa 4.000.000 di tonnellate”, reputati dall’azienda “non sufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall’attuale struttura di costi”.

 “Il decreto ha stabilito il finanziamento degli azionisti, di Invitalia e poi contenporaneamente di ArcelorMittal. È ora una legge dello Stato e ci ha dato una serenità ed un obiettivo finanziario grandissimo. Avere lo Stato, tramite Invitalia, che investe in modo così forte nell’azienda, direi che il problema del futuro si è un pò risolto”. Lo ha detto oggi a Taranto, a margine dell’inaugurazione dell’Academy, l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, a proposito del decreto sugli impianti strategici, convertito in legge dalla Camera nella scorsa settimana, che autorizza Invitalia, partner di minoranza di AdI, ad intervenire sino ad un miliardo per il rafforzamento della società siderurgica mentre 680 milioni sono già arrivati dalla stessa Invitalia e 70 da ArcelorMittal, azionista di maggioranza di AdI. “Questo sforzo non sarebbe mai, mai arrivato se le istituzioni pubbliche non ci avessero creduto - ha detto Morselli -. È il Parlamento, l’Italia, che ci sostiene, è una cosa immensa”. 

 A una produzione di 6-8 milioni di tonnellate e quindi a una piena occupazione “dovremmo arrivare il più presto possibile comunque quantomeno nell’arco di 2-3 anni”. Lo ha detto la Sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto, a margine della presentazione del francobollo ‘Donne Imprenditrici’ rispondendo a una domanda sul problema occupazionale legato all’Ex Ilva.  “C’è un accordo di programma e, al momento, Adi  è nelle condizioni di poter garantire un certo tipo di produzione, una certa quantità che sta nell’ordine dei 4 milioni di tonnellate. Ovviamente la produzione così non garantisce tutta l’occupazione, per cui ci sono delle persone in cassa integrazione che nell’immediato non potranno evidentemente rientrare”, ha spiegato. 

di Ingrid Iaci

 

L\'otto marzo, spesso erroneamente celebrato come un giorno di festa, deve essere invece considerato un giorno di riflessione in cui fare il punto della situazione. 

Con questo spirito la Consigliera di Parità della Provincia di Taranto, l\'avvocato Gina Lupo, ha inteso affrontare questa giornata, cercando di fare il punto della condizione femminile non solo a livello locale ma anche globale.

\"La parità non si può dire raggiunta solo perché finalmente a Palazzo Chigi si è insediata una donna, e neanche perché è donna il capo del principale partito di opposizione\" - dice la Consigliera di Parità - \"perché a dire il vero c\'è ancora una grande diffidenza nei confronti del genere femminile e persiste ancora un significativo divario uomo/donna in termini di occupazione e retribuzione.\"

Infatti, nonostante tutti gli interventi di legge, permane la differenza salariale e tantissime  sono le donne che oltre ad occuparsi della cura della famiglie e dei figli, soprattutto al Sud, svolgono lavori a nero.

Molte lavoratrici sono state penalizzate dalla pandemia ed hanno perduto il lavoro senza essere state più assunte.

C\'è comunque una buona notizia: in controtendenza al dato nazionale (nel 2022 si contano 6mila imprese femminili

in meno rispetto al 2021) l\'imprenditoria rosa di Puglia fa segnare una variazione positiva  di  +319  imprese  nel confronto fra i due anni, seguita dalla Lombardia (277), dalla Sardegna(272), dal Trentino Alto Adige  (156)   dalla Valle  d\'Aosta (18). Per tutte le altre regioni italiane i dati portano il segno negativo. 

\"Questo dato dimostra ancora una volta l\'immenso coraggio delle donne pugliesi, donne forti alle quali va il mio abbraccio e il mio augurio nella speranza che siano da esempio per tutte quelle che ancora faticano ad andare avanti e dimostrare il loro valore. 

In questa giornata però, sento il dovere di rivolgere il mio pensiero alle donne ucraine, alle donne iraniane, alle donne turche e a quelle afgane e alle donne che hanno perso la propria vita o quella dei loro figli nella tragedia di Cutro. A tutte loro esprimo il mio rammarico e la mia vicinanza al loro dolore.\"

Dopo un’attesa di diversi mesi, partono ad aprile i corsi di riqualificazione professionale per i dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria che sono in cassa integrazione a zero ore. A Taranto sono 1.524, secondo dati aggiornati al 30 settembre scorso di Ilva in as, e salgono a 1.808 includendovi tutti gli altri siti del gruppo. La partenza dei corsi è stata annunciata oggi pomeriggio ai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb dall’assessore regionale al Lavoro e alla formazione, Sebastiano Leo, e dal capo della task force Lavoro della Regione, Leo Caroli.

  E\' stato approvato il progetto pilota formativo - secondo quanto è emerso nell’incontro odierno - e risultano programmati 120 progetti per circa 1200 profili. L’indennità di frequenza sarà pari a 6 euro ad ora e sarà possibile effettuare l’iscrizione esclusivamente attraverso l’utilizzo dello Spid mediante una piattaforma che sarà disponibile al termine della fase di divulgazione dei progetti da parte degli enti formativi certificati. Le 210 ore pro-capite saranno spalmate su 3 moduli da 70 ore ciascuno.

 

Per quanto riguarda il pagamento dell’indennità, su richiesta di Fim, Fiom e Uilm “si è convenuto che l’erogazione della indennità venga riconosciuta direttamente dall’ente formativo, al fine di evitare disguidi o ritardi come già accaduto in passato” Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto che il prossimo bando preveda nei cataloghi formativi anche i profili relativi alla transizione ecologica in Acciaierie d’Italia. Sulla questione lavori di pubblica utilità, la Regione ha comunicato che l’emendamento parlamentare presentato non è andato a buon fine e quindi “la regionale non può derogare quella nazionale”.

    Il sindacato Usb dichiara che “i corsi dovranno essere conclusi entro luglio” e non riguarderanno solo i cassintegrati di Ilva in amministrazione straordinaria, “ma anche, probabilmente, i cassintegrati Cemitaly, ex Cementir, e quelli di altre realtà in crisi o in fase di riorganizzazione”. Circa i lavori di pubblica utilità, “che al momento sono preclusi ai cassintegrati a causa di una limitazione prevista in una legge nazionale, ancora una volta - dichiara Usb - auspichiamo un’attività bipartisan in questa direzione da parte dei parlamentari. A tal fine chiediamo al presidente della task force, Caroli, di convocare deputati e senatori”. 

Si sono concluse le operazioni di spoglio per l’elezione delle nuove rappresentanze sindacali unitarie nello stabilimento Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di Taranto. La Uilm ha confermato il ruolo di primo sindacato, seguita dalla Fim Cisl, quindi da Usb e Fiom Cgil, ultimo l’Ugl. Su una platea elettorale di circa 8.100 dipendenti del sito di Taranto, ha votato circa il 70% della forza lavoro. Erano ammessi a votare iscritti e non.

   Il nuovo consiglio di fabbrica è composto da 23 rsu Uilm, 16 della Fim Cisl, 12 dell’Usb, 11 della Fiom Cgil e uno di Ugl. Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “cambia il nome dell’ex Ilva, ieri ArcelorMittal oggi Acciaierie d’Italia, ma la Uilm rimane sempre il primo sindacato, nonostante le tante difficoltà e circa 2.500 lavoratori in cassa integrazione”.

   “Grazie a 2.577 voti totali, pari al 39% tra gli operai e 34,5% tra gli impiegati, la Uilm si è confermata la prima organizzazione - ha commentato Palombella - ringraziamo i lavoratori che ci danno fiducia da trenta anni, considerandoci il loro punto di riferimento”.

   “Abbiamo di fronte tanti problemi, a partire dal rinnovo della cassa integrazione per 2.500 lavoratori a Taranto per almeno un altro anno - ha concluso - noi la riteniamo inaccettabile e la rispediremo al mittente come abbiamo fatto lo scorso anno”. 

L’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, ha deciso oggi di assegnare l’area della piattaforma logistica dell’area portuale alla società Progetto Internazionale 39. La proposta di quest’ultima è stata ritenuta dalla commissione che ha effettuato il lavoro istruttorio - presiedeva Sergio Prete, presidente dell’Authority - “maggiormente idonea a proseguire l’iter istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione unica Zes”, la Zona economica speciale.

    La comparazione è stata fatta tra due offerte arrivate: Progetto Internazionale 39 e Vestas. Entrambe le società erano in gara per l’intera area: 132.171 metri quadrati.

    Progetto Internazionale 39 si è impegnata a svolgere un’attività di servizio alle merci utilizzando l’intermodalità. Nello specifico, Progetto Internazionale 39 si occuperà di movimentazione e stoccaggio di merci e containers come è stato indicato nella richiesta iniziale.     L’altro concorrente, e cioè Vestas, aveva invece chiesto l’area per lo stoccaggio di quanto servirà alle pale eoliche. La valutazione della commissione, come spiega il verbale finale, è stata effettuata tenendo conto del programma delle attività economiche e/o degli investimenti di natura incrementale, con la specifica indicazione delle modalità di interconnessione con le attività che si svolgono in ambito portuale, nonchè del valore e durata dell’investimento e delle modalità di svolgimento dell’attività in area Zes.

     Inoltre, fra i criteri d’esame c’erano la sostenibilità ambientale, l’innovazione e la ricerca, l’impatto occupazionale previsto, lo sviluppo dei traffici portuali e il valore aggiunto atteso a seguito dell’investimento.

Un convegno che si è confermato interessante e ricco di spunti dettagliati, grazie alla qualificata platea di relatori e uditori allestita a Taranto dalla Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della provincia ionica.

Il confronto, divulgativo e formativo, si è tenuto lunedì scorso 27 febbraio nel salone dell’hotel Salina.

L’esigenza crescente di consulenze specifiche e capacità organizzative strutturate sono gli assi sui quali muove il ruolo del commercialista che diventa strategico lungo la direzione che unisce operativamente gli uffici del Commissario ZES, dell’Autorità Portuale e i rappresentanti delle imprese interessate ad investire sulle aree ZES del territorio ionico.

Il commercialista non è certo il mediatore tra gli interessi reciproci ma il tratto di unione di una filiera robusta e competente che nell’investimento e nelle possibilità che genera intravede il legittimo benessere degli attori (imprenditore, lavoratori, cittadini, ...) e mette in campo le azioni opportune per centrarlo.

Diversi gli spunti emersi, lunedì scorso al Salina, e i suggerimenti dei professionisti intervenuti: dalla necessità della partecipazione dei consulenti alle riunioni e ai tavoli tecnici, alla apertura di uno sportello all’interno della sede del Commissario Straordinario e dell’Autorità Portuale, affinché il Commercialista possa offrire una prima, fondamentale, consulenza di alto profilo alle imprese.

In attesa della firma del Dpcm, che dovrebbe ridefinire alcuni aspetti essenziali, e in seguito alla soppressione dell’Agenzia delle Coesioni, si è voluta così lanciare da Taranto la necessità della riperimetrazione delle aree ZES basata sulla caratterizzazione di ogni singola area. Ciò, per favorire filiere produttivenell’ambito imprescindibile dell’economia circolare degli scarti.

Una logistica da “ultimo miglio o km zero” esalterebbe la funzionalità dei collegamenti e dei trasporti all’interno di un’area ZES specifica e consentirebbe la pianificazione di collegamenti mercantili tra i porti e gli aeroporti di Taranto e i porti e gli aeroporti di Trieste e di Genova, di Bari e di Sorrento e Napoli.

Restano essenziali, sia chiaro, il collegamento ferroviario e quello autostradale dell’asse Sud per aumentare l’appeal del progetto locale generale.

Un’altra proposta scaturita dal convegno riguarda la durata almeno triennale delle agevolazioni fiscali importanti per l’attrazione degli investimenti produttivi nelle aree della ZES. Attualmente, salvo proroghe dell’ultimo minuto, sono previsti sino al 31 dicembre 2023 i benefici dei crediti fiscali. Poco, perché ogni Dottore Commercialista o Esperto Contabile, oggi, non può pianificare nel lungo termine un insediamento produttivo per le aziende che, giustamente, vorrebbero beneficiare delle misure di fiscalità di vantaggio.

Un periodo certo (almeno di 3 anni) consentirebbe invece la spalmatura di una strategia direzionale, l’eventuale acquisto del terreno, la costruzione del fabbricato, l’acquisizione degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature, l’assunzione di forza lavoro e l’avvio dell’attività.

Non per ultima, la necessità di previsioni normative sospensive delle imposizioni fiscali sui tributi locali e regionali e delle contribuzioni per le nuove assunzioni.

 

In sostanza, è strategico e centrale il ruolo del commercialista con competenze specifiche e altamente qualificate, in quanto il suo apporto nelle vesti di consulente al fianco delle imprese è utile a far conoscere i molteplici vantaggi derivanti dall\'insediamento nelle aree ZES e ZFD.

Il convegno del Salina ha chiaramente evidenziato questi ed altri aspetti fondamentali dei quali il legislatore dovrebbe tener conto. I commercialisti jonici sono pronti, servono però procedure e criteri attuativi adeguati affinché le ZES si confermino motore di crescita territoriale.

Da tutti i punti di vista.

 Acciaierie d’Italia “con riferimento al sito di Taranto, è impegnata nella ricostruzione e nell’avvio dell’altoforno 5 con l’adozione delle migliori tecnologie ad oggi disponibili e intende operare per la predisposizione all’avvio anche di impianti utili a consentire l’utilizzo di tecnologie complementari al ciclo integrale quali quelle rappresentate dai forni elettrici”. Lo scrive AdI nella lettera di procedura con la quale oggi ha chiesto il rinnovo per un altro anno, da fine marzo, della cassa integrazione straordinaria per 3.000 addetti sui 10.041 in forza al gruppo al 30 gennaio scorso. Dei 3.000, 2.500 sono a Taranto. La lettera è stata inviata ai sindacati e ai ministeri del Lavoro e delle Imprese.

   Per AdI, “lo stato di attuazione degli investimenti in atto e programmati incide sulla produzione dello stabilimento di Taranto e sulle lavorazioni e commercializzazioni a valle, oltrechè sulla produzioni delle singole unità interessate”. Inoltre, spiega l’ex Ilva, “le attività funzionali al completamento degli investimenti ed i vincoli connessi alla realizzazione del piano ambientale, condizionano i livelli produttivi che si attesteranno e permarranno nel periodo di costruzione e messa in esercizio dei nuovi impianti e della ristrutturazione di quelli in essere, con riferimento al periodo di richiesta di proroga dell’ammortizzatore su volumi pari a circa 4.000.000 di tonnellate non sufficienti a garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria degli oneri derivanti dall’attuale struttura di costi”.

 

 Per AdI, “l’assetto organizzativo e produttivo previsto determina un grave e strutturale squilibrio dei fattori produttivi” per cui l’azienda “si è determinata ad avviare l’esame congiunto per la proroga della Cigs per riorganizzazione”. Per AdI, inoltre, l’alternativa alla cassa straordinaria, il contratto di solidarietà, “si presenta come non utilmente praticabile”. La lettera specifica poi gli investimenti fatti e da fare e circa il fatto che la cassa straordinaria per Taranto è stata chiesta, a differenza di tutti gli altri stabilimenti, sino a giugno prossimo e non sino a marzo 2024, AdI dichiara di riservarsi “l’avvio di procedura per la concessione di cigs in deroga in previsione dell’esaurimento delle residue 12 settimane di cigs dal 28/03/2023 al 19/06/2023”.

    Acciaierie d’Italia specifica anche le produzioni del 2022 per Taranto. Come acciaio solido, bramme, si è avuta una produzione di 3,471 mln di tonnellate contro i 4,053 del 2021. Nel 2022 c’é stata la stessa produzione del 2020, l’anno del Covid, 3,421 mln di tonnellate. La produzione di coils a caldo è stata infine di 2,849 mln di tonnellate nel 2022 contro i 3,811 mln del 2021. 

Continua l\\\'attività convegnistica della Fondazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di

Taranto. Il secondo appuntamento è fissato per lunedi 27 febbraio 2023.

All’Hotel Salina, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, illustri relatori si confronteranno su “ZES e ZFD Il ruolo strategico del commercialista”.

“Nel solco tracciato dall\\\'evento inaugurale dello scorso 20 gennaio si torna a parlare della centralità della nostra  attività professionale – afferma la presidente della Fondazione tarantina dott.ssa Laura Baccaro -  nel contesto economico di un\\\'area geografica, quella della provincia jonica, destinataria di incentivi a beneficio delle aziende che vi operano, rappresentati da strumenti e agevolazioni in regime derogatorio rispetto a quanto accade nel resto del territorio nazionale”.

Le Zone Economiche Speciali e le Zone Franche Doganali sono aree in cui tariffe, quote, dazi ed imposte, proprio perché diversi da quelli vigenti altrove, offrono un maggiore appeal agli investitori e costituiscono uno strumento  di accelerazione dello sviluppo economico. Se a ciò si aggiunge il fatto che i vantaggi non si esauriscono in meri incentivi automatici di natura fiscale, ma si estendono anche ad altre tipologie di agevolazioni, dall’assegnazione di aree o fabbricati alla creazione di iter procedurali ed amministrativi particolarmente favorevoli per gli investitori, anche di provenienza estera, sono di tutta evidenza le elevate possibilità di crescita industriale per il territorio interessato.

In questo contesto il ruolo del commercialista è centrale e strategico, in quanto il suo apporto nelle vesti di consulente al fianco delle imprese con competenze specifiche e altamente qualificate  può essere utile a far conoscere i molteplici vantaggi derivanti dall\\\'insediamento nelle aree ZES e ZFD.

L\\\'iniziativa che si terrà il prossimo 27 febbraio è volta ad informare adeguatamente i professionisti presenti sui nostri territori, nonché il tessuto imprenditoriale potenzialmente interessato a conoscere le opportunità offerte dalle aree ZES e ZFD.

Dopo l’introduzione del Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Taranto Francesco Vizzarro ed i saluti del Presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci e dell’on. Dario Iaia – della Commissione Ambiente, Territorio  e Lavori Pubblici, relazioneranno Floriana  Gallucci – Commissario Straordinario del Governo della Zes Jonica interregionale Puglia-Basilicata, Angelo Salemi – Consigliere dell’ODCEC di Palermo con delega sulle materie ZES, Sergio Prete – Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Jonio, Domenico De Crescenzo – Presidente A.C.C.S.E.A.  e vice presidente Fedespedi con delega al customs, Grazia D’Alonzo – Presidente Puglia Sviluppo, Paolo Iudici – progettista intervento polo logistico alimentare del freddo in area ZES Ionica, Paolo Piccinno – Project Manager ZES Jonica interregionale Puglia- Basilicata. Conclusioni a cura della  Presidente  della  Fondazione Dottori  Commercialisti ed Esperti Contabili di  Taranto Laura Baccaro.  Modererà i lavori la giornalista Gabriella Ressa.  

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