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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1908)

Sulle 10.700 unità concordate con l’accordo al Mise di settembre 2018, 10.628 sono quelle assunte in Acciaierie d’Italia (già ArcelorMittal Italia) dal bacino dell’amministrazione straordinaria di Ilva. Il dato è stato fornito ieri da Ilva in amministrazione straordinaria (società proprietaria degli impianti dsti in fitto ad AdI) nell’incontro con i sindacati metalmeccanici. Inoltre, su 2.586 che verso la fine del 2018 erano stati complessivamente collocati nell’amministrazione straordinaria, a Taranto hanno accettato l’esodo in 1.100 mentre 1.447 sono rimasti a Ilva in as e attualmente sono in cassa integrazione. Cassa che, grazie ad un’integrazione finanziaria rinnovata di anno in anno attraverso una legge, consente di percepire un trattamento economico pari al 70 per cento dello stipendio. Soldi spesi: nel 2018 c’erano 250 milioni come budget per gli esodi. 

Si è partiti da 100mila euro lordi procapite, 77mila circa netti, ridotti ogni trimestre di 5mila euro. Ora l’incentivo è di 15mila euro lordi e terminerà a fine anno. Sono rimasti del budget 117 milioni e ne sono stati spesi 133. Le maggiori uscite nel gruppo sono avvenute nel 2018 (728) e nel 2019 (477) quando l’incentivo era più alto. Poi, persa l’appetibilità, i fuoriusciti sono progressivamente calati. A Ilva in amministrazione straordinaria, i sindacati metalmeccanici chiedono ora di rivedere, aumentandolo, l’incentivo all’esodo agevolato. Che questa volta non dovrebbe riguardare solo coloro che sono in Ilva in as in cassa integrazione straordinaria perché non riassunti da ArcelorMittal Italia prima e da Acciaierie d’Italia dopo, ma anche gli attuali dipendenti di AdI, se interessati a lasciare il lavoro anzitempo. Sulla richiesta Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb, i dirigenti dell’area risorse umane di Ilva in as hanno aperto. C’è quindi la possibilità di rivedere l’incentivo. Ma i dirigenti hanno anche precisato, si legge nel verbale conclusivo, “che un nuovo accordo sindacale non può che collocarsi all’interno del più ampio perimetro dei rapporti contrattuali”. Ai sindacati che hanno sollecitato “il rinnovo del piano di esodi utilizzando le risorse economiche residue”, Ilva in amministrazione straordinaria, recita il verbale, “ha espresso la propria disponibilità specificando che per un nuovo accordo sindacale è necessaria la presenza di tutte le parti firmatarie dell’accordo del 2018”. In sostanza, come a settembre 2018, al Mise, tra Governo, società interessate e sindacati fu stabilito, dall’1 novembre successivo, il passaggio di 10.700 lavoratori da Ilva in amministrazione straordinaria all’allora ArcelorMittal Italia (divenuta nel 2021 Acciaierie d’Italia) e la collocazione dei 2.586 non assunti in Ilva in as, così adesso bisognerebbe rifare un nuovo accordo a quattro: sindacati, Governo, AdI e Ilva in as. 

Dai tavoli di confronto tenuti ieri a Roma nel corso della conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina – che hanno coinvolto 650 imprese italiane e 150 imprese ucraine - sono emerse molteplici prospettive di investimento per l’imprenditoria italiana. A trarre le conclusioni, per Confindustria, è stata la vicepresidente per l\'internazionalizzazione Barbara Beltrame. A rappresentare Confindustria Taranto c’erano il Presidente Salvatore Toma e la delegata di zona di Martina Franca Beatrice Lucarella. Il contributo dell’imprenditoria è mirato soprattutto alla ricostruzione in senso stretto, ovvero tutto quanto concerne l’edilizia e l’ingegneria, ma altrettanta importanza rivestono i settori energetico e quello dei trasporti, la metalmeccanica e il comparto sanitario: dalla ricostruzione degli ospedali alla distribuzione dei farmaci. “Uno spettro molto ampio di opportunità – ha commentato il Presidente Toma a seguito della conferenza – che ci induce a prestare molta attenzione a quanto si potrà fare per offrire al popolo ucraino un contributo tangibile. I settori di intervento sono tutti estremamente interessanti ma particolarmente importante è il sostegno che Simest e Sace potranno fornire alle imprese che decideranno di aprire le loro sedi in loco tentando così la carta della internazionalizzazione in uno scenario particolare e sensibile come quello ucraino. Importante sarà muoversi in sinergia, raccordandosi con le istituzioni. Confindustria ha già mostrato la sua vicinanza con l’apertura della sede a Kiev. Ora occorrerà monitorare molto da vicino tutte le dinamiche che si svilupperanno attorno a questa imponente opera di ricostruzione”.

I numeri danno il senso della portata complessiva dell’operazione. La Banca Mondiale, con il Governo dell\'Ucraina, la Commissione Europea e le Nazioni Unite, hanno portato a 411 miliardi di dollari la stima della cifra necessaria per la ricostruzione e la ripresa del Paese, rispetto ai 349 miliardi stimati a settembre; il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato un primo accordo con l\'Ucraina per un finanziamento da 15,6 miliardi di dollari in quattro anni per sostenere la stabilità economica e finanziaria dei territori devastati dal conflitto.

Dopo Cantieri di Puglia per la costruzione e il refitting di yacht medio grandi, Termocentro per la logistica di prodotti per la realizzazione di acquedotti e Gracocem per lo stoccaggio e la movimentazione di cemento Portland, una nuova impresa chiede di insediarsi nelle aree del porto di Taranto e beneficiare delle agevolazioni della Zona economica speciale. Si tratta della Unaitalia Solar Batterie srl. La pubblicazione dell’istanza è stata fatta ieri dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto. La società, spiega l’Authority, “ha richiesto di poter avviare, previa utilizzo dei benefici concessi dalla legislazione vigente per le Zes, un insediamento per la produzione industriale di pannelli PV (fotovoltaici) ed integrazione di sistemi di accumulo energetico ES ed Inverter su unità territoriali ricadenti all’interno delle aree demaniali marittime di competenza dell’Adsp Mar Ionio”. Aree, si precisa, “ricomprese nel perimetro della Zes Ionica, nonché della Zona Franca Doganale del porto di Taranto. In particolare, l’iniziativa economica sarebbe insediata nella porzione di area liberamente disponibile, che ha ospitato la caserma Barletta della Guardia di Finanza di Taranto, attualmente in stato di disuso. Per la realizzazione dell’insediamento produttivo occorrerà la variazione degli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale esistenti”. “Scopo dell’iniziativa - sostiene l’Autorità portuale - è quello di realizzare un’unità produttiva destinata alla produzione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, con una strategica componente innovativa di Ricerca e Sviluppo (R&S) ed un conseguente incremento dei traffici portuali”. Il rilascio della concessione demaniale marittima è stato chiesto dall’impresa “per almeno 20 anni”. La stessa azienda, infine, si è impegnata “comunque a mantenere le attività in area Zes per la durata di almeno 10 anni”.

 “Abbiamo atteso con fiducia che, dopo le dichiarazioni di apertura del ministro Urso su una risoluzione anche parziale ma soddisfacente della situazione complessiva, la condizione delle aziende fornitrici potesse registrare un momento di svolta. Così non è stato: queste imprese non hanno mai realmente risolto la loro situazione di sofferenza finanziaria dovuta ai ritardi dei pagamenti da parte di AdI”. Così si esprime sui mancati pagamenti, per i lavori eseguiti, alle imprese dell’indotto siderurgico da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, il presidente di Comfindustria Taranto, Salvatore Toma. “Dopo un breve periodo di apparente stasi, dovuto a corresponsioni parziali dei crediti - successive alle iniezioni di liquidità da parte del Governo - la situazione è tornata ad essere molto critica, e per alcune di queste aziende lo è anche molto oltre la soglia di tolleranza” 

 

Per Confindustria Taranto, “è evidente che una condizione di tale portata non possa passare inosservata. Al Governo chiediamo di intervenire sulla questione perché, se da una parte i 680 milioni di liquidità possono essere serviti a risolvere la situazione creditizia dei grandi fornitori, come auspicato, dall’altra i fornitori locali continuano a vivere una condizione pesantissima e non più sostenibile”. “Non è ammissibile consentire che un territorio come quello tarantino possa essere lasciato a se stesso” dice Confindustria Taranto, per la quale “vanno bene i progetti a largo respiro riguardanti la decarbonizzazione, l’economia circolare e tutte le ricadute positive possibili e immaginabili, ma se è un intero sistema a crollare, perché di questo parliamo, ogni progetto di riconversione e modernizzazione, ogni speranza di cambiamento e vision prospettica smette di  avere senso e diventa solo esercizio retorico”. “Il ministro Urso aveva ipotizzato di riunire il tavolo della discussione già alla fine dello scorso marzo - conclude Confindustria Taranto -. Non abbiamo ricevuto convocazioni in tal senso ma, al contrario, sulla questione è calato nuovamente il silenzio. E tutto questo esclude automaticamente ogni concetto di futuro. Come Confindustria, ci attiveremo da subito per un intervento tempestivo del Mimit sulla questione”. 

Il ministero delle Imprese (Mimit) convocherà il 27 aprile l’incontro per discutere del piano industriale, degli investimenti e della prospettiva di Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Lo afferma la Fiom Cgil a seguito di un dialogo col ministero, precisando che la convocazione ufficiale è in arrivo. L’incontro era stato chiesto dai sindacati e anche il ministro Adolfo Urso si era impegnato a farlo per approfondire la situazione dell’azienda. Intanto, l’accordo sulla cassa integrazione per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia, di cui 2.500 a Taranto, “ha salvaguardato il salario ma soprattutto l’occupazione. Chi dice il contrario dice delle falsità. È un accordo che abbiamo fatto con grande chiarezza, lo dimostreremo anche durante le assemblee, e sicuramente non determinerà gli esuberi come si sostiene”, ha detto oggi in una conferenza stampa a Taranto Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil. “Riteniamo - ha aggiunto - che sia anche un passaggio fondamentale rispetto anche alla prospettiva che riguarderà i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria. L’accordo del 6 settembre 2018 per noi è fondamentale per il rilancio non solo di quello stabilimento ma per garantire la clausola di salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria. È un elemento fondamentale per quanto riguarda la Fiom e non scambieremo mai la salvaguardia occupazionale con l’ambiente”, ha avvertito il sindacalista. 

 

Per la Fiom, “la prospettiva di rilancio di quello stabilimento deve assolutamente partire da un cambio gestionale e garantire un rilancio produttivo, altrimenti il rischio è che lo stabilimento non garantisca i livelli occupazionali e soprattutto la salvaguardia ambientale”. Per Giovanni D’Arcangelo, segretario Cgil, gli 800 milioni circa assegnati da Just Transition Fund all’area di Taranto “devono rappresentare un nuovo modello di sviluppo, la transizione energetica ed anche una nuova idea di produzione dello stabilimento. Noi siamo pronti a questa sfida. Ma questa sfida deve avere un inizio. Oggi si parla di transizione, di queste risorse, ma non si riesce a trovare una concretezza”. Secondo la Cgil, “serve un confronto che si faccia capire realmente quale è la transizione, altrimenti rischiamo di parlare solo e poi arriveremo ad affrontare la transizione gestendo solo quelli che noi chiamiamo i ‘morti’ e ‘feriti’ del mondo del lavoro”. 

Il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio, ai ministri Urso, Calderone, Giorgetti e all’Ad di Invitalia Mattarella dopo che ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria è stata inviata una comunicazione aziendale dove, nella parte sinistra, vi è un simbolo con una sdraio e il sole. \"Appena si è diffusa la notizia abbiamo fatto fatica a crederci, invece purtroppo si è dimostrata veritiera\", scrive Palombella, sottolineando che le modalità dell’invio della comunicazione di cassa integrazione straordinaria \"non hanno precedenti nella storia sindacale, non solo italiana\". 

 

 \"Atto ancora più grave - prosegue - se consideriamo il presunto ruolo delle organizzazioni sindacali firmatarie e la presenza dello Stato nel capitale sociale, alla luce anche del finanziamento pubblico di 680 milioni di euro stanziati dall’ultimo Decreto del gennaio scorso\".     \"Riteniamo - spiega il leader dei metalmenccanici della Uil - che sia offensivo e irrispettoso nei confronti dei lavoratori e delle proprie famiglie, che da oltre dieci anni rivendicano il diritto al lavoro e a uno stipendio dignitoso, oltre al diritto alla salute e alla sicurezza\".

    \"La Uilm - conclude Palombella - continuerà a denunciare in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione questa situazione di inaudita gravità e sollecita tutte le Istituzioni a intervenire e prendere i necessari provvedimenti\". Infine, la Uilm chiede un incontro al Ministro Adolfo Urso, al Mimit, \"nel più breve tempo possibile\".

Si è conclusa oggi con un parere positivo, con prescrizioni di Ispra e Arpa, la conferenza di servizi decisoria con il Ministero dell’Ambiente, che dà il via libera al progetto integrato di messa in sicurezza permanente e di riconversione industriale, sviluppo economico e produttivo nell’area ex Yard Belleli di Taranto. In quest’area investirà il gruppo nautico Ferretti che costruirà scafi per yacht. Tra risorse pubbliche e private, l’iniziativa mobilita 201 milioni. “Oggi, con il parere della conferenza di servizi decisoria, si compie un passo fondamentale per la realizzazione del polo produttivo di cantieristica navale da diporto a Taranto, settore nel quale la Regione Puglia sta investendo molto”: lo ha detto Michele Emiliano, presidente della Regione.

    “Questo - ha detto Emiliano - è il risultato di un grande lavoro di squadra, anche perché l’intervento vede pubblico e privato collaborare insieme per la bonifica e la messa in sicurezza permanente del sito e la realizzazione del nuovo insediamento per la produzione di componenti semilavorati per barche di lusso”.

   Il progetto Ferretti promuove il riutilizzo dell’area in condizioni di sicurezza sanitaria e ambientale e mira a preservare le matrici ambientali non contaminate, con particolare riferimento a suolo, sottosuolo, acque sotterranee, aria e area marina prospicente allo stabilimento produttivo. La prima parte del progetto comprende gli interventi di messa in sicurezza permanente del sito ex Yard Belleli. La seconda parte riguarda la costruzione e l\'esercizio degli impianti e delle opere connesse alla realizzazione di un insediamento produttivo da parte della Ferretti spa.

 

La Sogesid spa (società in house al Ministero dell\'Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture) è progettista del secondo lotto degli interventi di messa in sicurezza e bonifica della falda in area ex Yard Belleli, mentre la società Ferretti è progettista dell\'intervento di riconversione industriale e sviluppo economico. Le fonti finanziarie pubbliche destinate al progetto prevedono 45.500.000 euro a valere sul Fondo Infrastrutture; 28.056.191 euro a valere sul Fondo della Regione Puglia, piano stralcio risorse FSC 2021- 2027; 14.222.448 euro destinati a finanziare il “Contratto di sviluppo per la industrializzazione dello ex Yard Belleli” e 49.810.674 euro a valere su anticipazione dell\'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. L’obiettivo, si spiega, è realizzare un polo produttivo di cantieristica navale per la costruzione di stampi, scafi, coperte e sovrastrutture in materiale composito al fine di ottimizzare prodotto e processo.

   Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “la positiva chiusura della conferenza di servizi ministeriale per l’insediamento del gruppo Ferretti, nell’area dello ex Yard Belleli, conferma la bontà della scelta che tutti noi abbiamo fatto diverso tempo fa: sostenere la diversificazione del tessuto economico cittadino, recuperandone le radici più profonde”. “Ora - ha detto Melucci - confidiamo che il progetto possa prendere corpo al più presto, consentendo alla cantieristica navale di qualità di tornare a produrre valore nelle nostre aree portuali e di offrirci un’altra importante opportunità di sviluppo”.

Alcune centinaia di lavoratori in cassa integrazione straordinaria di Ilva in amministrazione straordinaria presidiano questa mattina i due ingressi del MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto. La protesta intende dare risalto alla loro vertenza in occasione, oggi alle 12, dell’inaugurazione dell’esposizione definitiva, nello stesso Museo, del gruppo scultoreo del IV secolo a.C. \'Orfeo e le sirene\', alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e di varie autorità.

    Il gruppo scultoreo fu trafugato agli inizi degli anni ‘70 da uno scavo clandestino a Taranto, portato poi in Svizzera in un caveau e infine venduto e collocato nel Paul Getty Museum di Los Angeles. E dagli Usa, al termine di una complessa attività di indagine dei carabinieri del comando Tutela patrimonio artistico e della Procura di Taranto, le tre sculture di \'Orfeo e le sirene\' sono tornate in Italia la scorsa estate, prima a Roma e da oggi nella sede definitiva del Museo di Taranto.     

    La protesta dei cassintegrati è guidata dai sindacati Uilm e Usb. In mattinata i lavoratori hanno tenuto un presidio davanti alla prefettura e una loro delegazione ha incontrato il prefetto, Demetrio Martino, sollecitandolo a prospettare la situazione al ministero delle Imprese affinchè convochi un incontro al più presto. 

 

La protesta odierna è scattata dopo il recente accordo al ministero del Lavoro che proroga per un altro anno, sino a marzo 2024, la cassa straordinaria per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di cui 2.500 a Taranto. Quest’accordo non è stato firmato da Uilm e Usb ed accettato invece da Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic.

    Tra le ragioni della protesta, spiegano Uilm e Usb, il fatto che l’accordo sulla cassa esclude ogni reinserimento al lavoro dei cassintegrati dell’amministrazione straordinaria di Ilva, previsto, invece, si sostiene, dall’intesa siglata al Mise a settembre 2018 con ArcelorMittal Italia.

     “Sappiamo bene che il ministro della Cultura non è certo il nostro interlocutore\", dichiara all\'AGI Davide Sperti, segretario Uilm, \"ma approfittiamo della presenza di un rappresentante del Governo oggi a Taranto per lanciare un segnale forte e manifestare la nostra grande preoccupazione. Vogliamo che si sappia che dopo l’accordo sulla cassa al ministero del Lavoro non sono a rischio solo i 1.600 cassintegrati dell’amministrazione straordinaria ma anche i 2.500 dipendenti di Acciaierie d’Italia che adesso vengono sospesi dal lavoro e collocati in cassa”. 

L\\\\\\\'Amministrazione provinciale di Taranto, presieduta da Rinaldo Melucci, prosegue l\\\\\\\'attività di riqualificazione degli edifici di propria competenza con l\\\\\\\'adozione di importanti provvedimenti.

L\\\\\\\'ultimo in ordine di tempo è quello con cui è stata indetta la gara d\\\\\\\'appalto per l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria, periodica e preventiva degli impianti antincendio installati negli immobili dell\\\\\\\'Ente. Attraverso questa iniziativa, formalizzata dalla determina firmata dal dirigente Pantaleo De Finis, si punta a garantire che l\\\\\\\'intero patrimonio edilizio della Provincia, oltre ad essere sottoposto con sistematicità a capillari servizi di vigilanza e controllo, sia oggetto di una programmazione di interventi in grado di dotarlo dei più elevati standard di sicurezza.

Il progetto, approvato dal presidente Melucci con apposito decreto, prevede un impegno economico complessivo pari ad un milione di euro.

Precisato che l\\\\\\\'aggiudicazione dell\\\\\\\'appalto verrà effettuata con l\\\\\\\'applicazione del criterio dell\\\\\\\'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, il capitolato contempla non solo tutte le operazioni afferenti alla gestione ordinaria dei dispositivi antincendio, ma anche il pronto intervento e la reperibilità (24 ore su 24 e 365 giorni all’anno) in relazione ad ogni congegno rilevatore di gas e fumi, o quant\\\\\\\'altro. Il tutto con un tempo di azione entro sessanta minuti dalla segnalazione di un guasto generico e nel più breve tempo possibile per la rilevazione di un\\\\\\\'anomalia o una perdita grave.

Gli interventi di manutenzione - ha dichiarato il presidente Melucci - riguarderanno gli impianti installati in oltre 60 edifici di competenza provinciale, fra cui il Palazzo del Governo, in via Anfiteatro, e tutte le sedi degli Istituti scolastici del territorio. Tramite la realizzazione di questo progetto si vuole garantire la perfetta efficienza, il funzionamento ottimale e la conservazione di tutte le apparecchiature di protezione attiva antincendio presenti negli immobili che fanno parte del patrimonio dell\\\\\\\'Ente. Un patrimonio verso cui, come ho già sostenuto in altre circostanze, la nostra Amministrazione riserva il più alto livello di tutela e di attenzione.” (foto di Luca Tocci)

 I sindacati metalmeccanici si dividono sul rinnovo per un altro anno della cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La cassa riguarda 3 mila addetti, di cui 2.500 a Taranto. Hanno firmato oggi pomeriggio l’intesa, in collegamento col ministero del Lavoro, Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic. Non hanno firmato Uilm e Usb, per le quali l’accordo formulato non offre garanzie sull’esclusione degli esuberi e sul rientro in produzione del personale di Ilva in amministrazione straordinaria, anch’esso in cassa integrazione.

    La Uilm è il primo sindacato nell’ex Ilva di Taranto e l’Usb il terzo in base alle elezioni di un mese fa per il rinnovo delle rsu. Fim e Fiom sono invece la seconda e quarta organizzazione della fabbrica. Il dissenso di Uilm e Usb si era palesato già da alcuni giorni.

    Le trattative col ministero erano riprese ieri pomeriggio, interrotte in nottata e riavviate oggi in tarda mattinata. La prima annualità della cassa straordinaria in AdI si è conclusa ieri ed ha riguardato gli stessi numeri di forza lavoro proposti per il rinnovo, cioè 3 mila unità complessive di cui 2.500 a Taranto. 

 

“Terminato l’incontro. Sottoscritto verbale di accordo con ratei di tredicesima e gestione della cassa integrazione. Non sono previsti esuberi e il tema di Ilva in amministrazione straordinaria sarà discusso al ministero dello Sviluppo economico”, dichiarano fonti sindacali dopo la conclusione della trattativa al ministero del Lavoro per un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Protesta la Uilm, che insieme all’Usb non ha firmato l’accordo, e dichiara con Guglielmo Gambardella e Davide Sperti, rispettivamente segretari nazionale e Taranto, che “fino alla fine abbiamo provato a trattare per richiedere che non si determinassero 3000 esuberi strutturali, chiedendo tutte le condizioni di garanzia, a partire dalla salvaguardia dei 1600 lavoratori in Ilva in as e dell’indotto, senza escludere una giusta integrazione salariale all’ammortizzatore sociale. L’azienda - dice la Uilm - non ha voluto riconoscere, nell’accordo di cigs, la validità dell’accordo del 6 settembre 2018 che rappresenta l’unico atto di salvaguardia ambientale, occupazionale ed industriale dell’ex Ilva”. Per la Uilm, “l’azienda non ha voluto riconoscere la temporaneità e la transitorietà dello strumento di cigs, determinando la strutturalità degli esuberi dichiarati in procedura. Non ha presentato nessun piano industriale di rilancio e di investimenti che assicurasse una reale prospettiva di lungo periodo”. Inoltre, affermano Gambardella e Sperti, “non ha dato nessuna certezza su assetti produttivi, sulla ripartenza dell’altoforno 5 e sulla realizzazione forni elettrici e impianto DRI. Non ha assicurato che il limite produttivo dei 4 milioni di tonnellate all’anno sia limitato al solo 2023 con piena incertezza per il 2024, prefigurando, di fatto, una cigs senza fine in mancanza di un programma di risalita produttiva”. Infine, afferma la Uilm, “AdI non ha ridotto nemmeno il numero di lavoratori in cassa integrazione mantenendo inalterato quello del 2022”. 

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