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Giornale di Taranto - Economia, Lavoro & Industria
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Economia, Lavoro & Industria

Economia, Lavoro & Industria (1915)

Venerdì, 30 Ottobre 2015 18:56

Manduria/ Confronto sui temi del lavoro.

Scritto da
Parlare di lavoro oggi non è facile, soprattutto nella nostra Regione, dove il tasso di disoccupazione giovanile è fermo al 58%.
Le politiche pubbliche possono fare molto per accompagnare il giovane nel suo percorso di formazione professionale e per sostenerlo nel fare impresa.
In questo contesto i Comuni devono poter assumere un ruolo cerniera tra l’ente regionale e le realtà locali, informando, sensibilizzando e supportando i giovani in merito alle diverse possibilità offerte loro.
Il Comune di Manduria non ha uno sportello informativo,che svolga tale funzione.
Su questi temi si sono confrontati stasera a Manduria per cercare di colmare questa lacuna attraverso un forum il giovane ma esperto delle questioni locali, Tullio Mancino, con l’Assessore Regionale al Lavoro Sebastiano Leo e il Senatore Dario Stefàno.
 
 
“Non è possibile rimanere in questa CGIL. Decidiamo di uscirne, con l’intento di proseguire la nostra attività sindacale ed, anzi, rilanciarla. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno voglia di cambiare questo stato di cose e rompere il monopolio sindacale fondato sull’obbedienza al volere dell’azienda.  Non siamo soli, ma, al contrario, abbiamo ricevuto subito il sostegno delle/i compagne/i dell’USB a cui aderiamo da oggi e insieme ai quali contribuiremo a ricostruire un movimento sindacale democratico e non verticistico, libero e non subalterno alle aziende, fatto di lavoratrici/ori e non di funzionari, legittimato dai lavoratori attraverso la rivendicazione e la lotta e non dai padroni attraverso la firma di qualunque accordo”. Con queste parole le RSU Francesco Marchese, Giuseppe Maniglia (presenti in conferenza stampa), Checco Masiello (assente per problemi di salute ma firmatario del documento) e Davide Cicorella (Comitato iscritti Teleperformance) hanno annunciato alla stampa la decisione di passare dopo dieci anni di militanza nel sindacato CGIL all’USB. Una decisione importante in una situazione delicata come quella di Teleperformance, espressa in un documento e maturata in diversi anni in cui “il sindacato (e il più rappresentativo in particolare) è rimasto colpevolmente a guardare e ha consegnato completamente nelle mani dell’azienda la disciplina della prestazione di lavoro e degli orari, ha ignorato consapevolmente il tema del controllo a distanza, non ha protestato di fronte alla palese violazione del CCNL e delle leggi oppure, nella migliore delle ipotesi, ha aspettato le violazioni aziendali per promuovere azioni legali individuali che da anni prendono polvere in qualche cassetto o ha scritto qualche diffida che ha fatto il giro del web prima di essere dimenticata – hanno dichiarato -. La condizione dei lavoratori di Teleperformance (e in Italia) oggi è intollerabile e deve essere vissuta come un atto di accusa da ogni sindacalista che creda ancora nella propria funzione. Non è solo la perdita di retribuzione e diritti, il peggioramento delle condizioni di lavoro, ma soprattutto la paura e la rassegnazione diffuse, il rancore, la rottura di solidarietà elementari tra lavoratori che mettono sotto accusa tutto l’operato sindacale di questi anni".
Ciò che si lamenta è soprattutto la mancanza di ascolto da parte dell’organizzazione sindacale in cui militavano dei propri iscritti. “Durante la nostra esperienza sindacale, come militanti ed RSU, abbiamo tentato per anni di far capire alla nostra organizzazione, la CGIL, che la misura era stata ormai raggiunta da un pezzo, ma  siamo stati sempre ignorati e progressivamente relegati al ruolo di fastidiosa minoranza interna: un problema sopportabile, finché circoscritto alle dinamiche interne all’organizzazione e non percepibile dai lavoratori. Oggi, però, siamo noi a sentirci totalmente estranei a ciò che realmente  è diventata questa organizzazione. La Cgil è sempre più distante da come avremmo voluto che fosse. E non ci riferiamo ai proclami e alle dichiarazioni sulla stampa o sul web che, come sempre accade, fanno fuoco e fiamme, ma alla vita quotidiana e reale dell’organizzazione in cui si pratica il piccolo aggiustamento, la soluzione a favore del singolo, la ricerca costante del danno minore: insomma il pompiere che tenta di spegnere le fiamme che lui stesso ha acceso. Non abbiamo bisogno di un sindacato rassegnato ai ricatti occupazionali delle aziende, incapace di infondere coraggio ai lavoratori. Non abbiamo bisogno di un sindacato che contesta pubblicamente le scelte aziendali per giustificare agli occhi dei lavoratori la sua esistenza, ma che poi in trattativa accetta e firma qualunque accordo, anche contrario al mandato ricevuto dai lavoratori, oppure aspetta che le proteste dei lavoratori di fronte all’ennesima ingiustizia si trasformino in rassegnazione, per consentire all’azienda di fare ciò che vuole. Non è questa CGIL il sindacato che vorremmo e di cui crediamo abbiano bisogno i lavoratori e le lavoratrici, ma soprattutto non vediamo in essa la minima volontà di diventarlo”. 
 “La decisione di accogliere Marchese, Cicorella, Maniglia e Masiello nel nostro gruppo è stata presa in diversi mesi di confronto – dichiara Francesco Rizzo, responsabile USB Provinciale -. Non siamo un sindacato che mira ad ‘ingrassare’ il gruppo, né a togliere iscritti agli altri gruppi. Noi intendiamo davvero fare buona politica all’interno delle aziende per la tutela dei diritti del lavoratore. Per questo motivo non abbiamo accettato altri dipendenti sempre di Teleperformance, ma abbiamo ritenuto opportuno invece inglobare loro che hanno una spinta importante per realizzare i nostri stessi obiettivi. Ci siamo studiati a vicenda prima di realizzare questo ‘matrimonio’. Questi ragazzi hanno preso una posizione verso la CGIL senza accettare passivamente quanto da loro proposto in ogni occasione. Il sindacato (CGIL) che oggi cerca di contrastare le politiche aziendali è lo stesso che ha permesso negli ultimi dieci anni all’azienda stessa di sottomettere i diritti dei lavoratori, sempre in nome del ricatto occupazionale. Noi questo lo combattiamo e con altri nuovi compagni motivati come loro riusciremo di sicuro ad ottenere qualcosa di importante. Il primo passo ufficiale: impugneremo legalmente l’accordo del 28 luglio con cui si conclude la procedura di societarizzazione che introduce un pesantissimo peggioramento delle condizioni dei lavoratori in deroghe al CCNL e alla legge.  Soprattutto alla luce del fatto che tra settembre e ottobre sono stati firmati altri due accordi sindacali che prevedono l’assunzione di 183 lavoratori interinali in costanza di ammortizzatori sociali già preesistenti. E tutto ovviamente in accordo con la CGIL, CISL, UIL, UGL”.
Alla conferenza stampa erano presenti anche Pierpaolo Corallo - esecutivo nazionale USB, Domenico Portulano - coordinamento Teleperformance, Irene Giaffreda - coordinamento Teleperformance, Nancy Scarci coordinamento Teleperformance., Irene Aloisio coordinamento Teleperformance
 
 
 

Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia)  sull'Ilva a 24Mattino su Radio 24: “Per l’Ilva previsti  1,2 miliardi di euro, ma non è un provvedimento per il sud”.

 

Per l’Ilva in Legge di Stabilità è previsto un contributo di 1,2 miliardi di euro, ma tecnicamente questo non è provvedimento per il sud perché l’Ilva è una società del nord  che per le produzioni inquinanti ha una sede a Taranto”. Così, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a 24Mattino su Radio 24. “Critico con i commissari pubblici dell’Ilva? Il problema è che con llva è stata applicata la legge Marzano, per i gruppi industriali in crisi, ad una azienda che non aveva buchi di bilancio, ma che aveva un problema processuale. Quando è stata consegnata ai commissari l’Ilva era in equilibrio finanziario, ma ora ha un buco che non possiamo neanche leggere perché non vengono prodotti bilanci da tre anni. Per questo – conclude Emiliano- sono molto preoccupato per i posti di lavoro.”

 

 

 

 

Al momento non sembrano ancora esserci spiragli per gli 84 lavori Marcegaglia. Dall’incontro romano di oggi al Mise, Fim – Fiom – Uilm, tornano con un ennesimo nulla di fatto. Situazione che ha immediatamente scatenato nuove proteste tra i dipendenti, il cui futuro occupazionale è ormai appeso ad un filo. Azione di sensibilizzazione che questo pomeriggio ha portato i lavoratori ad occupare il tetto del capannone dello stabilimento di via Ariosto: chiedono con forza aiuto alle istituzioni, affinché si attivino per evitare la debacle definitiva. L’auspicio è che si possa ricercare nel più breve tempo possibile  un soggetto industriale, tale da dare la speranza di una nuova occupazione agli 84 lavoratori Marcegaglia, impegnati - da ormai circa quattro settimane - in assemblea permanente.

Per questi lavoratori gli ammortizzatori sociali disponibili sono in via di esaurimento e  lo spettro del licenziamento e ormai vicino.


Aumentano i negozi, diminuiscono i laboratori per arti e mestieri in Puglia. E' quanto rileva il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha calcolato il numero totale di negozi e botteghe (accatastati, dall’Agenzia dell’Entrate, in categoria C1), magazzini e locali di deposito (C2), laboratori per arti e mestieri (C3), opifici e capannoni (D1) e fabbricati adattati per esigenze industriali (D7).
 
In particolare, nella provincia di Bari, è concentrato il 40,3 per cento dei negozi aperti in tutta la regione. Se ne contano ben 59.348 su 147.261 (nel 2012 erano 145.307). Seguono la provincia di Lecce con 30.090 rivendite, pari al 20,4 per cento, la Capitanata con 22.535 negozi, pari al 15,3 per cento, la provincia di Taranto con 19.635 unità, pari al 13,3 per cento e quella di Brindisi con 15.653 unità (10,6 per cento).
 
Riguardo ai laboratori per arti e mestieri, se ne contano 44.521 (nel 2012 erano 45.024). Se ne sono persi 503, di cui 372 nella provincia di Lecce (da 13.289 a 12.917). Rappresentano il 29 per cento del totale regionale.
In provincia di Bari sono ancora aperti 14.349 laboratori, pari al 32,2 per cento del dato complessivo regionale, in quella di Brindisi ne esistono 4.961, in quella di Foggia 6.260, in quella di Taranto 6.034.
 
Gli opifici sono 32.638 (nel 2012 erano 30.032), di cui 13.097 hanno sede in provincia di Bari, 6.824 in Capitana, 5.978 nel Salento, 3.442 nel tarantino e 3.297 nel brindisino.
 
I fabbricati adattati per esigenze industriali sono 8.830, di cui 5.122, pari al 58 per cento, costruito nel barese, 1.199 in provincia di Foggia, 973 nel Salento, 910 a Brindisi e 626 a Taranto.
 
«L’indagine effettuata dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – relativa al patrimonio immobiliare “produttivo”, ci permette di fare una serie  di considerazioni.
Innanzitutto possiamo affermare che nonostante la durissima crisi economica negozi, laboratori e botteghe continuano ad essere capillarmente presenti sul territorio pugliese. Tuttavia, al di là dell’andamento negli accatastamenti, ciò che più preoccupa è il loro tasso di reale utilizzo. Le botteghe ed i laboratori, oltre ad essere sede di attività economica, rappresentano un’importante presidio del territorio: laddove scompaiono, si assiste ad un inesorabile impoverimento non solo del tessuto economico ma anche di quello sociale.
A tal riguardo, è appena il caso di sottolineare il persistente paradosso della tassazione sugli immobili produttivi: è un’assurdità che vengano considerati alla stregua di seconde case. 
Ora – conclude il presidente – attendiamo con ansia  che il Governo passi dalle promesse ai fatti, dando seguito alla parte di delega fiscale ancora sospesa e districando, oltre ai nodi della tassazione locale, anche tale questione. Laboratori, botteghe e negozi sono la nostra prima casa».

Sportelli: Taranto dimostra una certa vitalità anagrafica e c’è qualche settore in ripresa, ma le difficoltà sono ancora tantissime

 

Nel terzo trimestre 2015 il saldo tra cessazioni (376) e iscrizioni (635)al Registro delle imprese in provincia di Taranto è di +259, con un tasso di crescita dello 0,54%, il migliore della Puglia, il settimo in Italia. E’ quanto scaturisce dalle rilevazioni di Movimprese sulla nati-mortalità aziendale elaborate dal Centro Studi della Camera di commercio ionica. Soffrono il settore manifatturiero che totalizza un saldo negativo di -12 imprese e le attività finanziarie e assicurative (-7). Buona prestazione dell’artigianato (+24), segno positivo anche per commercio (+19) e costruzioni (+2). Crescono i servizi di informazione e comunicazione (+11), le agenzie viaggio ed i servizi alle imprese (+7), sostanziale tenuta dell’agricoltura (-1).Un peso statisticamente importante assumono le “imprese non classificate” (257), quelle cioè iscritte al Registro ma prive di codice di attività economica. Si tratta di nuove imprese ancora in fase embrionale che, nella maggior parte dei casi, non hanno ancora avviato la loro attività.

L’andamento di Taranto rispecchia quello nazionale che vede il Mezzogiorno fare meglio del Nord, con Napoli in vetta alla classifica con un tasso dello 0,67%. La Puglia cresce dello 0,41% (0,22% nello stesso periodo del 2014) ed è tra le 9 regioni italiane che nel periodo in esame hanno fatto registrare una vitalità più elevata della media nazionale (0,33%). Nella regione, dopo Taranto, seguono Foggia (0,47%), Lecce (0,44%), Bari (0,36%), Brindisi (0,27%).

Regrediscono in maniera considerevole le aperture di procedure concorsuali. Rispetto al terzo trimestre del 2014 il calo è del 63%, mentre nel raffronto tra i primi nove mesi del 2015 e del 2014 la diminuzione è del 38%.

Il 2015 era iniziato con un saldo negativo: -179. La situazione è migliorata nel secondo trimestre: +373. Si è consolidata tra luglio e settembre: +259. Analizzando i primi nove mesi nel loro complesso, il saldo tra iscrizioni e cessazioni resta positivo (+433), ma sempre per effetto di quel nucleo di imprese “non classificate”. Tra gennaio e settembre 2015 i principali settori economici presentano segno negativo: commercio -135, agricoltura -79, attività manifatturiere -56, costruzioni -53, servizi alloggio e ristorazione -35, attività immobiliari -13, attività artistiche, sportive, intrattenimento -11. In controtendenza agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese +22, servizi di informazione e comunicazione +16, attività finanziarie e assicurative +5.

“Rileviamo che statisticamente il terzo trimestre del 2015 si chiude, tutto sommato, con segno positivo – afferma il Presidente della Camera di commercio di Taranto, cav. Luigi Sportelli– ma questo non deve indurci in valutazioni errate e frettolose. Allungando lo sguardo ai primi nove mesi del 2015, purtroppo, il quadro continua ad essere molto critico ed i maggiori segmenti economici sono in sofferenza. E’ positivo, invece, il calo delle nuove procedure concorsuali sia nel trimestre in esame, sia nel periodo gennaio/settembre 2015. Fa ben sperare la ricomparsa del segno più per commercio e costruzioni, ma serve prudenza e attenzione per capire se si tratta di una tendenza destinata a consolidarsi. In definitiva, l’andamento della nostra provincia rispecchia quello del Mezzogiorno e dell’intero Paese caratterizzato da un progressivo riposizionamento del sistema imprenditoriale, almeno in termini di vitalità anagrafica, ma le difficoltà sono ancora tantissime, soprattutto a Taranto”.

Taranto, 23 ottobre 2015

TOTALE IMPRESE – III trimestre 2015 - Iscrizioni, cessazioni, saldi e tassi di crescita trimestrali per province 

Graduatoria provinciale per tassi di crescita trimestrali

 

Iscriz.

Cessaz.

Saldo

Tasso di crescita

 

 

Iscriz.

Cessaz.

Saldo

Tasso di crescita

NAPOLI                  

4.765

2.890

1.875

0,67%

 

NOVARA                  

417

335

82

0,26%

PRATO                   

655

455

200

0,60%

 

VERONA                  

1.114

864

250

0,26%

ROMA                    

6.746

3.976

2.770

0,58%

 

PORDENONE               

265

196

69

0,26%

PALERMO                 

1.281

728

553

0,58%

 

ASCOLI PICENO           

306

243

63

0,26%

PESCARA                 

515

313

202

0,56%

 

AOSTA                   

168

135

33

0,25%

TRENTO                  

657

377

280

0,55%

 

GENOVA                  

984

783

201

0,23%

TARANTO                 

635

376

259

0,54%

 

REGGIO EMILIA           

731

602

129

0,23%

REGGIO CALABRIA         

698

427

271

0,53%

 

POTENZA                 

331

250

81

0,22%

COSENZA                 

849

497

352

0,53%

 

TERAMO                  

416

341

75

0,21%

SASSARI                 

673

384

289

0,51%

 

VIBO VALENTIA           

170

143

27

0,21%

SALERNO                 

1.705

1.115

590

0,50%

 

AVELLINO                

523

434

89

0,20%

CATANZARO               

480

322

158

0,48%

 

BRESCIA                 

1.315

1.072

243

0,20%

MILANO                  

4.730

3.012

1.718

0,47%

 

VICENZA                 

905

738

167

0,20%

FOGGIA                  

939

605

334

0,47%

 

BERGAMO                 

1.112

922

190

0,20%

PISTOIA                 

486

334

152

0,47%

 

ENNA                    

146

117

29

0,20%

FROSINONE               

549

338

211

0,45%

 

PISA                    

549

464

85

0,19%

CASERTA                 

1.252

841

411

0,45%

 

RIETI                   

160

132

28

0,19%

CROTONE                 

220

142

78

0,45%

 

MODENA                  

846

705

141

0,19%

LECCE                   

1.024

706

318

0,44%

 

LA SPEZIA               

248

210

38

0,18%

PADOVA                  

1.172

739

433

0,44%

 

CUNEO                   

675

547

128

0,18%

LIVORNO                 

457

322

135

0,41%

 

PERUGIA                 

665

542

123

0,17%

CAGLIARI                

820

544

276

0,40%

 

TRIESTE                 

204

177

27

0,16%

CATANIA                 

1.277

879

398

0,40%

 

PAVIA                   

601

522

79

0,16%

ISERNIA                 

119

83

36

0,40%

 

FORLI' - CESENA         

446

377

69

0,16%

BARI                    

1.900

1.351

549

0,36%

 

ALESSANDRIA             

493

423

70

0,16%

TERNI                   

303

222

81

0,36%

 

BELLUNO                 

159

134

25

0,16%

RAGUSA                  

484

355

129

0,36%

 

TREVISO                 

928

797

131

0,15%

CALTANISSETTA           

265

176

89

0,36%

 

RAVENNA                 

396

338

58

0,14%

GROSSETO                

307

204

103

0,36%

 

ROVIGO                  

314

275

39

0,14%

SIRACUSA                

493

362

131

0,35%

 

TORINO                  

2.676

2.366

310

0,14%

MASSA-CARRARA           

267

188

79

0,35%

 

TRAPANI                 

422

364

58

0,13%

LUCCA                   

521

373

148

0,34%

 

RIMINI                  

443

393

50

0,13%

VENEZIA                 

936

674

262

0,34%

 

CREMONA                 

286

250

36

0,12%

MONZA

864

618

246

0,34%

 

VARESE                  

805

720

85

0,12%

CHIETI                  

493

340

153

0,34%

 

PIACENZA                

275

242

33

0,11%

L'AQUILA                

350

250

100

0,33%

 

V.C.OSSOLA    

130

116

14

0,10%

MACERATA                

447

322

125

0,32%

 

ORISTANO                

118

105

13

0,09%

FIRENZE                 

1.406

1.059

347

0,32%

 

LECCO                   

277

254

23

0,09%

AGRIGENTO               

448

324

124

0,31%

 

IMPERIA                 

273

251

22

0,09%

PESARO E URBINO         

407

279

128

0,31%

 

SONDRIO                 

114

102

12

0,08%

GORIZIA                 

155

122

33

0,31%

 

CAMPOBASSO              

249

229

20

0,08%

LATINA                  

745

571

174

0,30%

 

BIELLA                  

179

165

14

0,08%

BOLZANO - BOZEN         

603

436

167

0,29%

 

MESSINA                 

619

576

43

0,07%

AREZZO                  

418

310

108

0,28%

 

UDINE                   

489

453

36

0,07%

FERMO

248

186

62

0,28%

 

MANTOVA                 

428

404

24

0,06%

PARMA                   

502

373

129

0,28%

 

ASTI                    

251

238

13

0,05%

BRINDISI                

439

341

98

0,27%

 

FERRARA                 

381

370

11

0,03%

SIENA                   

320

242

78

0,27%

 

COMO                    

463

465

-2

0,00%

NUORO                   

265

192

73

0,26%

 

MATERA                  

235

251

-16

-0,07%

VITERBO                 

430

331

99

0,26%

 

LODI                    

182

199

-17

-0,10%

BENEVENTO               

332

241

91

0,26%

 

SAVONA                  

293

329

-36

-0,12%

ANCONA                  

557

434

123

0,26%

 

VERCELLI                

139

160

-21

-0,13%

BOLOGNA                 

1.159

906

253

0,26%

 

ITALIA

74.082

54.007

20.075

0,33%

 

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

 

 

L’ennesima “mazzata” alle imprese di autotrasporto ioniche. Dopo le vertenze aperte presso le varie committenze di riferimentoa destare preoccupazione è l’annuncio che - dal prossimo 1° gennaio 2016  i subvettori impegnati nel trasporto conto SAPIO di gas criogenici in cisterna, con i lavoratori, non si vedranno rinnovare – per la prima volta dopo decenni di servizio - alcun contratto

Una vera e propria eutanasia legata alle esigenze di riorganizzazione logistica del vettore primario del Gruppo, la monzese GASCAR Srl, intenzionata ad affidare le commesse disponibili sul territorio aimprese non residentigià dichiaratesi disponibili a rilevarle aziende locali con relativo parco mezzi qualora cessino l’attività del trasporto.

FILT-CGIL, UILTEC, TRASPORTOUNITO-FIAP, riunitesi edinformate sui fatti, intendono scongiurare l’ennesimo “scippo” perpetuato ai danni di questo territorio rivolgendosipreliminarmente alla proclamazione dello stato di agitazione, alla committenza ed alle istituzioni locali – destinatarie di una nota - affinché sia attivato, a strettissimo giro di posta, un tavolo di trattativa deputato all’individuazione di soluzioni ed alla condivisione di proposte per la tutela dei legittimi interessi rappresentati.

 

 

Immagine associata al documento: E' convocato per martedì 27 ottobre presso il Ministero per lo Sviluppo Economico l'incontro richiesto dal presidente Emiliano per la vertenza dei lavoratori della Marcegaglia Buildtech di Taranto, impegnati in queste ore in una dura mobilitazione. Il presidente già lo scorso 2 ottobre aveva infatti inviato una nota ai Ministeri per lo Sviluppo economico e del Lavoro, esprimendo preoccupazione per la situazionale occupazionale e delle difficoltà connesse al rilancio del sito produttivo, e chiedendo un incontro.
In previsione dell'appuntamento romano, il prossimo 22 ottobre alle ore 14.00 si terrà presso la presidenza della Regione un incontro di preparazione convocato dagli assessori Capone (Attività Produttive) e Leo (Lavoro) supportati dalla Task force per l'occupazione.         

Richiesta in vista dell’assegnazione dell’industria di liquori.

Trenta: “Necessario anche implementare attività produttive e unità occupazionali”

 

Garantire continuità al lavoro nell’industria di “liquori Borsci” anche dopo il 22 ottobre, quando scadrà il contratto di fitto d’azienda. E ribadire che chiunque rileverà la fabbrica tarantina dopo questa data dovrà restare sul territorio.

Queste le richieste con le quali nei giorni scorsi la Uila Uil di Taranto si è presentata al tavolo del responsabile del servizio Controversie collettive della Provincia di Taranto, Michele Coviello, insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria.

Al confronto, richiesto dai sindacati, oltre alla curatela fallimentare della “Borsci” e all’attuale impresa che la gestisce, anche il consigliere delegato al Mercato del lavoro per la Provincia di Taranto, Vito Miccolis.

Tra le soluzioni individuate, la possibilità di una proroga di sei mesi per evitare l’interruzione delle attività produttive dello stabilimento in attesa che siano valutate le proposte pervenute.

“Di candidature - spiega Antonio Trenta, segretario generale della Uila Uil di Taranto - ne sono giunte tre. La curatela ci ha infatti informato che in Tribunale hanno avanzato la proposta di poter rilevare tutto il compendio aziendale tre importanti gruppi. Uno è di certo “Caffo”, produttore del noto “Amaro del Vecchio Capo”, che sta attualmente gestendo la “Borsci”. L’altro potrebbe essere il gruppo che fornisce l’“Amaro Lucano”. Del terzo candidato non sappiamo il nome, ma abbiamo la certezza che abbia presentato formale istanza”.

Adesso si apre dunque la fase di verifica dell’azienda i cui requisiti rispondono maggiormente alle esigenze della “Borsci” e delle sue attività produttive.

E’ per questo che entro la prossima settimana dovrebbe essere confermata la proroga: “Sarà quasi certamente l’ultimo rinvio perché, dopo, lo stabilimento dovrà essere assegnato definitivamente”.

Ed è in vista di questo momento che la Uila si sta attivando. “Chiunque rileva la “Borsci” - sottolinea Antonio Trenta - deve restare a Taranto ed adoperarsi per incrementare le attività dello stabilimento e le sue unità occupazionali, attualmente ferme a dieci”.

Una rassicurazione che il gruppo “Caffo” ha già reso. Ma il pressing del sindacato è soprattutto rivolto alle istituzioni.

“Facciamo appello alla Provincia - conclude il segretario della Uila - ed in particolare al consigliere Miccolis, perché vincolino l’assegnazione definitiva della Borsci ad una cordata disposta a proseguire le attività sul territorio. Questa al momento è la nostra principale preoccupazione”.

 

 

Al Sindaco di Taranto Dott. Ippazio Stefano

 

Ill.mo sig.Sindaco,

Taranto sta vivendo, ormai da troppo tempo, un lungo periodo della propria storia recente di

particolare difficoltà e di profonda crisi non solo economica e sociale ma anche di identità. Enormi

sono i problemi che la città è chiamata ad affrontare, difficilissime le sfide con cui la città è

chiamata a confrontarsi.

In questo contesto, come professionisti, oltre che come cittadini, assistiamo però ad una sensibile

difficoltà da parte della Sua Amministrazione a fare fronte con la giusta e opportuna efficacia non

solo a tali importantissimi appuntamenti ma anche alla semplice gestione del quotidiano e tutto ciò

penalizza enormemente lo sforzo che tutti facciamo per contribuire alla costruzione di una città

attiva, operativa e soprattutto vivibile. Senza entrare nel merito di una lunga serie di criticità che

attengono alla tangibile perdita di qualità di vita nella nostra città e a servizi pubblici che non

riescono a soddisfare gli standard minimi e le aspettative dei cittadini, ci preme mettere in evidenza

come alcuni settori della Sua Amministrazione siano in particolare difficoltà da troppo tempo e

senza che ne si veda all'orizzonte una rapida ed efficace soluzione.

Troppe le questioni in campo non risolte e per le quali non intravediamo una forte azione

dell'Amministrazione: la Città vecchia attende risposte urgenti di ripristino della vivibilità

quotidiana che non possono attendere ciò che con il Contratto Istituzionale di Sviluppo il Comune

di Taranto ha richiesto al Governo nazionale. Il Borgo umbertino sta scivolando inesorabilmente

verso una crisi strutturale e di identità mai vista prima. La testimonianza maggiore di ciò è lo stato

di abbandono del Palazzo degli Uffici del quale non conosciamo il suo destino e per il quale, allo

stato attuale, abbiamo difficoltà ad immaginare un suo futuro. Sulla questione aree demaniali

dismesse, il dibattito è fermo ormai da un paio di anni e non ci sembra che il Comune stia

governando un processo di rigenerazione urbana così indispensabile per riqualificare aree

assolutamente strategiche come quelle che la Marina Militare ha ceduto da tempo alla città.

Sulla questione riguardante la riqualificazione delle enormi periferie urbane vorremmo sapere se

l'Amministrazione abbia definito o meno un programma di interventi che possa dare risposte in

termini di nuove risorse a disposizione per interventi strutturali, anche cogliendo le opportunità che

possono nascere dal Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane

degradate, previsto dal Governo Nazionale a cui il Comune dovrà aderire in tempi strettissimi.

A tutto ciò si aggiungano gli impegni sul fronte ambientale e delle bonifiche per il quale il Comune

è chiamato ad avere un ruolo determinante a supporto dell'opera del Commissario Governativo.

Ma tutto ciò è possibile se la macchina politico-amministrativa è adeguatamente strutturata rispetto

ai compiti cui è chiamata. A tale proposito non possiamo non rilevare come importantissimi e

strategici settori dell'Amministrazione siano in una situazione di criticità tale da comprometterne

addirittura la semplice operatività quotidiana.

Oltre alla perdurata assenza, da ormai cinque mesi, di un Assessore delegato alla pianificazione

urbanistica e all'edilità, settore assolutamente determinante per lo sviluppo del territorio e che ci

vede sensibilmente coinvolti come professionisti

del settore oltre che come portatori di interessi collettivi, tutti i settori tecnici dell'Amministrazione

stanno soffrendo una fortissima contrazione delle proprie risorse umane. Lo stesso accade per la

mancanza di figure dirigenziali in numero sufficiente a poter coprire ogni ambito

dell'Amministrazione. Assistiamo, pertanto, a dirigenti già in servizio che, magari con

specializzazioni non tecniche, sono chiamati ad occuparsi, anche se per periodi limitati, di settori

specificatamente tecnici, accollandosi così responsabilità e impegni oltre modo e rischiando così di

rallentare l'intera macchina amministrativa comunale. Urge pertanto che si affronti con

determinazione la questione della pianta organica del Comune di Taranto, ferma da troppi anni e

decisamente sottodimensionata per il carico di impegni a cui la città è chiamata e si proceda con

celerità alla soluzione di tali problemi che come cittadini e professionisti viviamo tutti

quotidianamente sulle nostre spalle.

Una ultima questione riguarda gli aspetti legati alla pianificazione di questa città. Dopo aver

convissuto con uno strumento urbanistico generale per oltre quaranta anni, ormai vecchio e

inadeguato, siamo in attesa di conoscere quali saranno le linee di indirizzo delle politiche

urbanistiche della città, rilevabili dal Documento Programmatico Preliminare al nuovo PUG che

l'Amministrazione Comunale ha avviato circa due anni fa. A tale riguardo, ill.mo sig. Sindaco, ci

preme formalizzarLe una richiesta di chiarimenti circa il Parere che l'Autorità Nazionale

Anticorruzione, a firma del suo presidente Raffaele Cantone, ha formulato in data 24 giugno 2015 e

depositato lo scorso 14 luglio relativamente all'affidamento dell'incarico da parte

dell'Amministrazione comunale all'ing. Dino Borri per la redazione del Documento Programmatico

Preliminare al Piano Urbanistico Generale e per il quale l'ANAC mette in dubbio la legittimità per

questioni attinenti la presunta incompatibilità del professionista con il suo ruolo di docente

universitario a tempo pieno. Vorremmo sapere, ill.mo sig. Sindaco, se tale pronunciamento

dell'Autorità abbia fondamento e se ciò possa mettere totalmente in discussione quanto fatto finora.

Se quanto affermato dall'ANAC dovesse rivelarsi corrispondente al vero, la città di Taranto avrebbe

perso ulteriori due anni e dovrebbe riavviare un processo che, seppure da noi fortemente criticato

nel merito e nel metodo perché povero di occasioni reali di confronto con il territorio e privo finora

di risultati tangibili, ha comunque segnato l'inizio di una fase nuova per la costruzione di un nuovo

futuro della nostra città.

Ill.mo sig. Sindaco, l'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Taranto, nell'auspicare che

possa fornire risposte ai tanti interrogativi e alle tante sollecitazioni che Le sono stati sollevati, Le

rinnova, come sempre è stato, la propria disponibilità a partecipare a tutte le fasi che riguarderanno

il futuro del nostro territorio, mettendo a disposizione le proprie competenze e la propria capacità di

visione. A tale riguardo L'Ordine si farà promotore, insieme ad altri soggetti del mondo

professionale, sociale ed economico della città di una serie di iniziative che tenderanno a

coinvolgere le migliori risorse del territorio in una azione congiunta tesa a formulare proposte di

sviluppo condivise per una città che non può più permettersi di perdere altre occasioni o sprecare

ulteriore tempo. In questo ambito auspicheremmo che l'Amministrazione comunale possa divenire

un interlocutore privilegiato ed un facilitatore di processi.

In attesa di un cortese riscontro, il Consiglio dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di

Taranto La saluta cordialmente e Le augura buon lavoro.

 

 

 

 


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