
Economia, Lavoro & Industria (2003)
EX ILVA-TARANTO/ L'azienda: confronto con investitori prosegue, determinante il sì al rigassificatore
Scritto da Giornalista1Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria comunica in una nota che il confronto con Baku Steel Company, così come con gli altri potenziali partner internazionali interessati al rilancio della società, Jindal Steel International. e Bedrock Industries Management Co Inc, prosegue in un clima costruttivo. L’obiettivo condiviso è quello di individuare soluzioni industriali solide, sostenibili e di lungo periodo.
In questa fase - si legge in una nota -resta centrale il tema delle condizioni necessarie per il futuro del polo siderurgico di Taranto. Particolare attenzione è rivolta alle decisioni degli enti locali sul progetto del rigassificatore, considerato un’infrastruttura strategica per abilitare un impianto DRI e dare concreta attuazione a un percorso di decarbonizzazione coerente con le prospettive del settore.
EX ILVA-TARANTO/ Attività scarsa, da oggi fermo il terzo sporgente portuale
Scritto da Giornalista1L’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, ha comunicato oggi ai sindacati metalmeccanici che da oggi, 4 luglio, verranno fermate le attività sul terzo sporgente portuale. Questo, ha detto l’azienda ai sindacati, sia per volumi ridotti di produzione e di spedizione, sia per lavori di manutenzione in banchina sulla infrastruttura ferroviaria. Resteranno in presidio nel primo turno di lavoro solo pochissime figure professionali, mentre nel secondo turno, dalle 15 alle 23, e di notte, dalle 23 alle 7, esclusivamente un carrellista. Al momento non è possibile definire una data di ripresa delle attività, ha reso noto l’azienda ai sindacati.
EX ILVA-TARANTO/ Urso convoca a sorpresa i vertici sindacali nazionali prima del vertice a oltranza sull'Accordo di Programma
Scritto da Giornalista1Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, d’intesa con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, ha convocato a sorpresa per lunedì 7 luglio, alle 17,00, un incontro con le organizzazioni sindacali, nazionali e di categoria, per un aggiornamento relativo all'ex Ilva.
L’incontro avrà luogo in vista della riunione a oltranza convocata al Mimit per il giorno seguente, con tutte le amministrazioni nazionali e locali della Puglia coinvolte nella sottoscrizione dell’Accordo di Programma interistituzionale per la decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto.
EX ILVA-TARANTO/ Rinviato vertice a Roma su cigs: ora tutto dipende da Accordo di Programma e Aia
Scritto da Giornalista1E' arrivata la comunicazione dal Ministero del Lavoro che rinvia al 14 luglio alle ore 11 l'incontro su ex Ilva, convocato per l'esame della cigs, previsto inizialmente per oggi, 3 luglio. Lo si apprende da fonti sindacali.
“Il rinvio dell’incontro sulla cassa integrazione straordinaria all’ex Ilva da domani mattina al 14 luglio ha una ragione chiara: anche il ministero del Lavoro vuole capire a cosa approdano i prossimi incontri, già convocati, sull’accordo di programma e sulla nuova Autorizzazione integrata ambientale della fabbrica”. Lo dice ad AGI Davide Sperti, della Uilm. “La nuova procedura di cassa è stata infatti aperta dall’ex Ilva a fronte di uno scenario che sino a fine anno vedrà un solo altoforno in marcia, il 4 - osserva Sperti -, ma è chiaro che se non si dovesse trovare nei prossimi giorni un’intesa sull’accordo di programma o dovesse chiudersi negativamente la conferenza dei servizi sulla nuova Aia, questo scenario sarebbe superato da nuovi fatti. E probabilmente bisognerebbe ragionare in prospettiva di ulteriori e maggiori ammortizzatori sociali. D’altra parte, il ministro Adolfo Urso è stato chiaro: senza l’accordo di programma sulla decarbonizzazione e senza la nuova Aia, non c’è più nemmeno lo stabilimento di Taranto”. E così dice il ministero del Lavoro nella comunicazione sul rinvio al 14 luglio trasmessa alle sigle sindacali, “per consentire più complessive e puntuali valutazioni della crisi in atto”, la stessa riunione è stata aggiornata, sospendendo nel frattempo anche i termini relativi all’esaurimento della procedura avviata dall’azienda sulla cassa.
Adesso la nuova data è a valle sia dell’incontro, l’8 luglio, con possibilità di prosecuzione il 9, del ministro Urso con gli enti locali di Taranto e la Regione Puglia sull’accordo di programma, sia della conferenza dei servizi sulla nuova Autorizzazione integrata ambientale per la fabbrica convocata dal ministero dell’Ambiente il 10 luglio. La richiesta di cassa presentata dall’ex Ilva nel numero massimo ricalca sostanzialmente quella di luglio 2024. La cassa, infatti, è stata chiesta per 4.050 dipendenti, da far ruotare, di cui 3.500 a Taranto (2.813 operai) e 270 a Genova. Rispetto alla cassa per la quale a marzo scorso c’è stato un accordo al ministero del Lavoro, c’è un aumento nel gruppo di circa mille addetti: allora si era a 3.062 dipendenti, ora, invece, a 4.050. Questo perché l’ex Ilva, come un anno fa, si ritrova esattamente con un solo altoforno in marcia, il 4, e pochissima produzione. A marzo la cassa era stata rimodulata al ribasso perché nel frattempo gli altiforni operativi erano diventati due. All’altoforno 4 si era infatti aggiunto l’1 da metà ottobre, ma poi l’incendio che ha colpito quest’ultimo lo scorso 7 maggio e il sequestro senza facoltà d’uso disposto dalla Procura, ha capovolto lo scenario e ha fatto saltare il percorso di graduale ripresa tracciato dai commissari. Adesso l’ex Ilva rimarrà con un solo altoforno sino a febbraio 2026. Sino a fine anno resterà in marcia il 4 - che intanto dal 7 al 10 luglio si fermerà per manutenzione -, dopodiché sarà riacceso il 2, fermo da oltre un anno, a seguito della sostituzione del crogiolo. Il 4, a sua volta, verrà rimesso in funzione a marzo 2026 e si affiancherà al 2.
DECRETO SALVA ILVA/ Pubblicato in Gazzetta il dl sul prestito da 200mln per garantire continuità produttiva
Scritto da Giornalista1È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge varato il 12 giugno dal Consiglio dei ministri per gli interventi urgenti per l’ex Ilva. Confermato l’arrivo dei 200 milioni all’azienda. Nel testo in Gazzetta si legge che per consentire “gli indifferibili e urgenti interventi di ripristino e manutenzione, anche straordinaria, nonché di sostenere gli ulteriori oneri diretti a preservare la funzionalità e continuità produttiva degli impianti siderurgici di proprietà della società Ilva spa in amministrazione straordinaria e di garantirne adeguati standard di sicurezza, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base di specifica e motivata richiesta dei commissari, sono erogati uno o più finanziamenti a titolo oneroso della durata massima di cinque anni in favore della medesima società”. I finanziamenti sono “nel limite massimo di 200 milioni di euro per l’anno 2025. Ilva spa in amministrazione straordinaria - si specifica - può procedere direttamente all’utilizzo delle risorse ovvero trasferirle, su richiesta dell’organo commissariale, a Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria nel rispetto del vincolo di destinazione. Il finanziamento - si afferma - prevede l’applicazione di un tasso di interesse calcolato a condizioni di mercato. L’amministrazione straordinaria della società Ilva provvede alla restituzione allo Stato dell’importo corrispondente ai finanziamenti concessi entro il termine di 120 giorni dalla data di cessione degli impianti a valere sulle somme corrisposte quale prezzo di vendita o, in mancanza, entro il termine di 5 anni dalla data di concessione del prestito, in ogni caso in prededuzione rispetto ad ogni altra posizione debitoria della procedura”.
EX ILVA-TARANTO/ Gozzi (Federacciai): non si può decarbonizzare in tempi brevi. Toma (Confindustria): lo Stato deve esserci
Scritto da Giornalista1esserci
“Occorre evitare di confondere il concetto di ambientalizzazione, cioè di eliminazione di tutte le emissioni nocive per la salute umana, con i processi di decarbonizzazione”. Lo ha detto a Taranto, in un incontro in Confindustria Taranto, il presidente di Federacciai e special advisor per l’Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività di Confindustria, Antonio Gozzi.
“Per quanto riguarda il primo aspetto - ha detto Gozzi sull’ex Ilva di Taranto - sono stati effettuati interventi specifici fondamentali per ambientalizzare gli impianti, tali da portare lo stabilimento di Taranto ad essere uno dei più ambientalizzati del mondo e a incidere sempre meno sulla salute. Il secondo concetto riguarda l’eliminazione del CO2 dai processi industriali, in particolare dagli altiforni. Questa distinzione - secondo Gozzi - non viene mai fatta, ma la decarbonizzazione è la lotta al cambiamento climatico che poco ha a che fare con le note problematiche del territorio. Ora sappiamo che per realizzare gli impianti di Dri con i forni elettrici - quindi la decarbonizzazione della produzione - ci vorrà ancora qualche anno. Impossibile pensare che si possano fare in tempi brevi. Poi occorre che l’Autorizzazione integrata ambientale consenta l’esercizio di almeno due altiforni fino a quando non saranno realizzati i forni elettrici Dri, e che si rifaccia alle regole europee senza le attuali eccessive prescrizioni. Inoltre - ha aggiunto Gozzi - occorre che il Governo italiano si batta affinché in Europa ci sia una proroga delle quote gratuite di CO2 perché altrimenti i forni di Taranto che dovranno lavorare per i prossimi cinque anni produrranno costi dell’acciaio altissimi”. Infine per Gozzi, serve risolvere “il problema della percentuale di idrogeno da mettere negli impianti Dri, perché le indicazioni europee sono di un utilizzo massivo di idrogeno - si parla del 70% al posto del gas dopo il quarto anno - per questo aspetto è importante far notare che tutti i progetti europei di siderurgia ad idrogeno stanno fallendo, perché l’idrogeno costa troppo. In altre parole, la decarbonizzazione con l’idrogeno in queste percentuali non si può fare”.
Il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, ha dichiarato che “la situazione attuale riguardante l’ex Ilva è delicatissima e in quanto tale necessita di scelte ponderate, frutto di adeguate riflessioni e soprattutto dettate dal buon senso. Tutto quello che si deciderà oggi inciderà nella vita presente e futura del nostro territorio, nella sua interezza, della fabbrica e del Sistema Paese”.
"I nostri auspici - ha spiegato Toma nell’incontro con Gozzi - vanno essenzialmente in due direzioni: tutti gli attori, territoriali e non, si assumano piena responsabilità delle loro scelte ma che lo facciano anche con cognizione di causa rispetto alle ricadute che tali scelte produrranno sul territorio da qui ai prossimi anni, in considerazione dell’importanza strategica che lo stabilimento investe a livello nazionale ed europeo. Allo stesso tempo - ha rilevato Toma – auspichiamo che l’acciaieria, nel suo prossimo assetto, possa contare sulla presenza maggioritaria dello Stato, sia pure transitoria, per garantire solidità e continuità alla fabbrica - di là di quello che sarà il soggetto acquirente - capitalizzando l’ottimo lavoro svolto dal management commissariale in questi ultimi mesi di transizione della fabbrica. Mesi difficilissimi che hanno gestito nella maniera migliore possibile”.
EX ILVA-TARANTO/ I commissari: Afo2 in condizioni critiche. Fino a febbraio si produrrà con un solo altoforno
Scritto da Giornalista1Il piano di ripartenza di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha subito slittamenti “a causa di criticità tecniche non prevedibili al momento della sua elaborazione. Si è trattato quindi di un evento totalmente inaspettato e non previsto”. Lo dicono i commissari di AdI a proposito dell’altoforno 2 che sarà rimesso in marcia solo ad inizio 2026. Per i commissari, l’impossibilità “di procedere alla riattivazione dell’altoforno 2 ha inciso in modo determinante sul cronoprogramma”.
Quando i commissari si sono insediati in AdI a febbraio 2024, l’altoforno 2 “era fermo ma carico di ghisa e non in condizioni di essere svuotato, vista l’alta temperatura interna residua. Le operazioni di rimozione, avviate solo a dicembre 2024 e concluse a marzo 2025, sono state complesse e svolte con la massima cautela per motivi di sicurezza. Solo al termine delle operazioni preliminari - dicono i commissari - è stato possibile rilevare i gravi danni impiantistici, la cui genesi è certamente antecedente al subentro dell’amministrazione straordinaria avvenuto nel febbraio 2024. In considerazione della situazione emersa, e a tutela della sicurezza di impianti e lavoratori, si è deciso di non procedere alla riaccensione dell’altoforno 2, predisponendo contestualmente l’acquisto urgente dei materiali necessari al ripristino, compatibilmente con i tempi tecnici di approvvigionamento”.
Considerato poi lo stop dell’altoforno 1 a maggio, a causa dell’incendio e del relativo sequestro da parte della Procura di Taranto, “queste condizioni impiantistiche - dicono i commissari - hanno avuto un impatto diretto sulle tempistiche operative previste, pur restando confermato l’obiettivo di garantire la sicurezza, la conformità normativa e la piena tutela dei lavoratori”. Tuttavia “i commissari straordinari continueranno a operare in modo responsabile, assicurando la piena collaborazione con le istituzioni e con tutti i soggetti coinvolti nel percorso di rilancio del sito industriale”.
L’ex Ilva produrrà quindi con un solo altoforno fino a febbraio dell’anno prossimo. Sino a fine anno sarà l’altoforno 4, attualmente in funzione, e che poi verrà fermato, mentre da gennaio subentrerà il 2 al quale, nel frattempo, verrà sostituito il crogiolo e i cui materiali sono già stati ordinati. Da marzo si prevede che la fabbrica torni a due altiforni operativi: il 2 e il 4, che verrà rimesso in funzione dopo una manutenzione straordinaria di circa due mesi che sarà fatta a inizio 2026. Tutto questo in attesa di vedere se e quando sarà dissequestrato l’altoforno 1 - è sequestrato senza facoltà d’uso dopo l’incendio del 7 maggio - e quali lavori di ripristino sono necessari. I dettagli del piano di marcia sono stati presentati da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ai sindacati nell’incontro al ministero del Lavoro sulla cassa integrazione straordinaria. Cassa che l’azienda, a causa del ridimensionamento impiantistico e produttivo conseguente all’incendio e al sequestro dell’altoforno 1, ha chiesto di aumentare di 1.000 unità portandola a 4mila nel gruppo di cui 3mila solo a Taranto.
SVILUPPO EOLICO/ Vestas Taranto si espande, al via la costruzione di 3 capannoni
Scritto da Giornalista1Si espande Vestas, l’azienda danese leader negli impianti per l’energia eolica presente a Taranto da molti anni. L’altro ieri, in un’area attigua allo stabilimento in prossimità della strada provinciale tra Taranto e Statte, Vestas ha avviato il cantiere per tre nuovi capannoni industriali che si estenderanno su una superficie di circa 15mila metri quadrati. Per l’investimento, la Vestas ha presentato domanda alla Zona economica speciale unica per ottenere la trasformazione in area industriale di una che non lo era in modo da poter costruire. Vestas ha così ottenuto il permesso a costruire e una volta ricevuta dalla Zes l’autorizzazione unica, ha presentato l’altro ieri la comunicazione di inizio lavori. I capannoni saranno pronti a fine 2026 e Vestas li userà per le pale eoliche. Sarà un’espansione dell’attuale sito.
Altre attività per l’eolico sono poi previste sulla piattaforma logistica che a fine maggio Vestas ha ottenuto in concessione per nove anni dall’Autorità portuale del Mar Ionio. Intanto va avanti la produzione della nuova pala eolica - al momento la più grande del mondo con una lunghezza di 115,5 metri - destinata alla super turbina V236 da 15 MW. Al momento, ne risulterebbero spedite da Taranto una cinquantina, ma il dato produttivo potrebbe essere più alto. La produzione va verso in graduale aumento. Da Taranto parte una nave ogni 25 giorni, ma il passo dovrebbe accelerare. Attualmente ogni nave trasporta nove pale e prossimamente, e per i prossimi sei mesi, si passerà a dodici, che è il massimo della capienza di trasporto. L’ultima con nove pale dovrebbe salpare agli inizi di luglio. Inoltre Vestas starebbe programmando l’impiego di due-tre navi per accompagnare la crescita produttiva.
Da Taranto le pale vanno nel porto danese di Esbjerg, costa ovest, il quale fa da hub di stoccaggio. Da qui le pale ripartono con le navi addette alla posa in opera nei mari del Nord dove ci sono diversi progetti. Per quest’attività inaugurata lo scorso novembre, Vestas, attraverso la controllata Vestas Blades Italia, ha ottenuto da Invitalia un contributo di 40 milioni di euro attraverso risorse Pnrr (industria eolica) a valere su un progetto da 104 milioni che prevede a Taranto due nuove linee di produzione. Infine, l’espansione dell’azienda ha anche un importante riflesso occupazionale. Secondo fonti sindacali, l’anno scorso sono state effettuate circa 700 assunzioni con contratto interinale da Manpower, mentre più di 300 sono stati stabilizzati negli ultimi due anni, e con la stessa modalità quest’anno ci sono stati altri 100 assunti.
EX ILVA- TARANTO/ Il Mimit incalza: questo Accordo di Programma interistituzionale urgente e imprescindibile per il rilascio dell'Aia
Scritto da Giornalista1Per il polo siderurgico di Taranto "è stato sottoposto alle autorità competenti un accordo di programma interistituzionale, procedura ben distinta dall’accordo di programma ex art. 252-bis". Lo precisa il ministero delle Imprese e del Made in Italy spiegando che
si tratta di due strumenti distinti, previsti da differenti disposizioni normative e finalizzati a obiettivi diversi. L’Accordo di programma interistituzionale, sottolinea il ministero, "è disciplinato dal comma 15 dell’articolo 29-quater del decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006(Codice dell’Ambiente). Esso interviene nella fase preliminare di un investimento ed è sottoscritto esclusivamente tra soggetti istituzionali ed enti locali, con l’obiettivo di assicurare un coordinamento efficace nell’ambito del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) per impianti di preminente interesse nazionale". Costituisce pertanto, spiega il Mimit, "un atto propedeutico e di indirizzo, volto a garantire - nel rispetto degli interessi fondamentali della collettività - la coerenza tra politiche ambientali, pianificazione territoriale e sviluppo industriale. Nel caso specifico, l’Accordo di programma interistituzionale predisposto dal Mimit e dal Mase - frutto anche del confronto istituzionale delle scorse settimane con la Regione Puglia - mira a garantire una valutazione unitaria e coordinata ai fini del rilascio della nuova Aia, assolutamente necessaria per la continuità produttiva dello stabilimento". L’accordo "sancisce l’impegno condiviso di istituzioni ed enti locali verso l’obiettivo della piena decarbonizzazione del polo siderurgico di Taranto, da realizzarsi attraverso la progressiva dismissione degli altoforni e la loro sostituzione con forni elettrici a basse emissioni, secondo quanto stabilito dal Piano di decarbonizzazione per il periodo 2026-2039".
Il Mimit ricorda inoltre che il "contenuto tecnico e gli indirizzi contenuti nell’accordo interistituzionale diventano parte integrante del procedimento di autorizzazione integrata ambientale (Aia): chiunque assuma la titolarità del sito produttivo sarà tenuto al rispetto delle condizioni definite dalle istituzioni, coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e transizione industriale". Ben diversa, si osserva, "per natura e funzione, è la disciplina dell’accordo di programma ai sensi dell’articolo 252-bis del medesimo decreto legislativo 152/2006. Questo strumento può essere attivato solo in una fase successiva e presuppone l’esistenza di un concreto progetto di riconversione o sviluppo industriale. L’Accordo di programma coinvolge il soggetto industriale titolare del progetto, oltre alle istituzioni nazionali e agli enti locali a vario titolo coinvolti, con l’obiettivo di coordinare gli aspetti produttivi, ambientali e occupazionali, attraverso un cronoprogramma vincolante e impegni formalizzati da parte di tutti i soggetti sottoscrittori". L’accordo di programma interistituzionale attualmente predisposto, ribadisce il ministero, "rappresenta un passaggio preliminare, urgente e imprescindibile, volto a definire il Piano di piena decarbonizzazione e quindi a garantire il rilascio dell’Aia sulla base di un impianto industriale conforme agli obiettivi ambientali nazionali. Ciò anche alla luce del giudizio pendente presso il Tribunale di Milano, nonché delle possibili e imminenti determinazioni che lo stesso potrebbe adottare in merito all’istanza di inibizione dell’attività produttiva. Un eventuale Accordo di programma per il polo siderurgico di Taranto - conclude - potrà invece essere definito solo successivamente, quando sarà individuato il soggetto industriale e saranno maturate le condizioni per un investimento che dovrà tenere conto di quanto stabilito dall'accordo interistituzionale e dall'Aia".
EX ILVA-TARANTO/ 24 mln a indotto dall'avanzo di amministrazione della Regione
Scritto da Giornalista1La Regione Puglia metterà a disposizione delle imprese dell’indotto ex Ilva di Taranto una parte dell’avanzo di amministrazione del 2024. Questa possibilità è offerta alla Regione dall’ultimo decreto legge sull’ex Ilva che ha previsto un intervento specifico in proposito. È stata la stessa Regione a chiederlo. La quota che la Regione metterà a sostegno delle imprese che lavorano con il polo siderurgico, è di 24 milioni circa. Oggi in una riunione guidata dall’assessore regionale alle Crisi Industriali, Serena Triggiani, con la partecipazione di Abi, Puglia Sviluppo e delle associazioni datoriali Confindustria Taranto, Confapi Taranto e Aigi, è stato presentato lo strumento che molto probabilmente sarà operativo a luglio mentre l’erogazione delle risorse dovrebbe avvenire da ottobre. Lo strumento sarà quello del ‘de minimis’, con un contributo a fondo perduto, che nulla ha a che vedere con la procedura di amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. L’erogazione avrà un tetto massimo del 30 per cento con un massimo di 300mila euro a impresa a valere sui crediti dell’indotto riconosciuti come prededucibili. Al vertice odierno in Regione Puglia hanno preso parte anche i commissari di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, il dg Maurizio Saitta, e collegato da remoto il commissario Giovanni Fiori.